Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
martedì 10 luglio 2012
Gothian. Capitolo 83. Lilieth e il Pirata: torna l'amore
Quando lei entrò, lui la trovò bellissima e raggiante.
Era il secondo giorno di navigazione nelle paludi, e il Pirata Gentiluomo, capitano Vyghar di Linthael, aveva invitato lady Lilieth Vorkidian ad una cena intima, nella chiglia della nave, dove aveva fatto miracoli per rendere quel luogo almeno vagamente romantico.
La donna si presentò puntuale, mostrando un vestito elegante e uno smagliante sorriso.
<<Lilieth, oggi sei ancora più bella del solito. La palude ti rende di buon umore?>> chiese il Pirata, ricambiando il sorriso.
<<Nei momenti difficili, bisogna imporsi di pensare a cose belle. E' una forma di disciplina!>>
Vyghar annuì:
<<Queste frasi mi ricordano, anche se non ce ne sarebbe bisogno, uno dei mille motivi per cui sono innamorato di te>>
E la fissò con quei due occhi neri come il carbone, che parevano leggere nel pensiero.
Lilieth non si meravigliava del fatto che tante donne lo amassero, mentre si chiedeva come mai lui, che poteva averle tutte, insisteva ad amare soltanto lei, senza pretendere niente.
<<Grazie, Vyghar... forse possiamo approfittare di questa cena a lume di candela, solo tra noi, per poter parlare di qualcosa che riguarda me e te>>
Al Pirata non parve vero sentire quelle parole, dopo tanti mesi di freddezza da parte della donna che lui amava.
<<Non chiedo di meglio>>
La discendente di Vorkidex sapeva che lui aveva atteso pazientemente, più di tutti gli altri.
<<Bene, allora, ascoltami... io avevo bisogno di riflettere su tutto quello che è accaduto, in particolare dopo la scoperta che mio marito è ancora vivo, per non parlare del resto... di quello che c'è tra lui ed Ellis>>
Vyghar si sentiva in colpa per aver nascosto quella verità a Lilieth per tanto tempo.
Di fatto il loro rapporto si era incrinato proprio quando lei era venuta a sapere che Masrek era ancora vivo.
<<Vyghar, ora capisco che tu volevi solo proteggermi! Ho mascherato dietro il mio sguardo calmo, un dolore che tu non puoi nemmeno immaginare>>
Il Pirata intervenne:
<<Posso immaginarlo, invece.... anche io conosco quel dolore>>
Lilieth sapeva di averglielo causato lei, con il suo rifiuto per tanto tempo:
<<Se lo conosci, prova a descriverlo!>>
Lui abbandonò la sua espressione ironica, e i suoi occhi divennero fissi verso un punto lontano.
Era come se veramente cercasse le parole per esprimere qualcosa che aveva veramente provato:
<<E' come un senso di oppressione, di angoscia che toglie il respiro. Senti il dolore... il dolore sotto le costole, sotto al cuore.... e il conflitto, l'eterno conflitto tra piacere e realtà... e infine la mente... la mente che cerca di giustificare, di riparare, di salvare la situazione, di farsi da scudo contro il male... >>
Lei rimase di sasso:
<<E' proprio così... io non immaginavo che anche tu conoscessi quel male...>>
Il Pirata continuò, rimanendo concentrato:
<<... intendi dire, credo, quel male che ti afferra come un rapace... come colei che mi ha ghermito il cuore, che da prigioniera è divenuta carceriera, ed ora mi porta dove vuole, e mi fa sanguinare, e mi divora l'anima...>>
Lilieth era sconvolta da quella rivelazione, ed i suoi occhi si commossero:
<<Ti ho causato davvero tanto dolore? Te ne sto causando anche ora?>>
Il Pirata abbassò la voce:
<<Non è colpa tua. E' quello che Masrek ti ha fatto, quello che ancora ti sta facendo. E' la sua ombra su di noi... tra di noi, che ci divide...>>
La donna annuì:
<<Avrei chiesto subito l'annullamento del matrimonio con Masrek se questo non avesse danneggiato la legittimità di Marvin alla successione al Trono imperiale!>>
Vyghar la stupì con una domanda che non era da lui, non era per nulla piratesca:
<<Ma è davvero tanto importante quel maledetto trono degli Eclionner?>>
Lilieth avrebbe voluto maledire quel trono, ma non poteva:
<<Se quel Trono cade in mani sbagliate, sarà la fine. T'immagini Sephir Eclionner sul trono, a fianco di Marigold di Gothian? I fiumi di sangue...>>
Il Pirata annuì:
<<Lo so, ma ora... almeno per un po'... mettiamo da parte la politica e il gioco del Trono. Parlami di te, di noi, dimmi tutto...>>
La donna riprese il discorso:
<<Io avevo bisogno di una pausa sentimentale. Dovevo curare le mie ferite, attendere che si cicatrizzassero. Ma ora sento di potermi fidare di te, anche se sei un pirata, e anche se mi fai arrabbiare! Io voglio darti una possibilità... voglio dare a noi due una possibilità...>>
Aveva parlato a voce bassa, ma il significato era chiaro e forte.
Vyghar le prese una mano:
<<Grazie Lilieth... grazie per la tua fiducia... spero di esserne degno... e di potertelo dimostrare, in questo nostro percorso comune. Io ti amo da molti anni, ma sono disposto ad aspettare ancora. Per te, per una donna come te, ne vale la pena>>
Lei lo guardò con gli occhi dell'amore.
<<Grazie a te Vyghar, perché nessun altro mi ha mai detto niente di più bello>>
Per quella sera si concessero solo un bacio, ma era l'inizio di qualcosa di grande.
N.d.A.
Lillieth Vorkidian è interpretata da Claire Forlani nel ruolo di Igraine Pendragon, duchessa di Cornovaglia e successivamente regina di Britannia nella serie televisiva "Camelot".
Vyghar di Linthael è interpretato da Johnny Depp nel ruolo di Jack Sparrow nella serie cinematografica "Pirati dei caraibi".
"Il dolore... il dolore sotto le costole, sotto al cuore" è l'inizio di un monologo del personaggio di Wallis Simpson nel film "W.E." di Madonna. Il resto della frase è rivista in chiave di piscologia freudiana.
Etichette:
amore,
dolore,
Gothian,
il conflitto,
il dolore sotto le costole,
Lilieth,
male,
matrimonio,
mente,
palude,
piacere,
pirata,
realtà,
trono
lunedì 9 luglio 2012
La moda nella seconda metà del Settecento
Per dare un'idea della moda aristocratica della seconda metà del '700, non c'è niente di meglio che osservare i ritratti della regina Maria Antonietta. Incredibile a dirsi, ma la regina utilizzò lo stesso abito per due diversi ritratti:
Eccola invece con abiti di tutt'altro genere, ma con una posa identica.
Un ritratto con i tre figli, poco prima della Rivoluzione:
Qui è ritratta nella sua vita di corte:
Per la moda maschile si possono tener presenti i ritratti di Luigi XVI
domenica 8 luglio 2012
Gothian. Capitolo 82. Sephir Eclionner si impadronisce dell'Impero
Sephir Eclionner in gioventù era chiamato "il Guerrafondaio" e non a caso andava fiero del fatto che la storia lo ricordasse per essere stato colui che aveva scatenato la Primavera di Sangue, diciotto anni prima.
Fui sconfitto, è vero, ma nessuno si dimenticherà mai di chi ha tinto di porpora le acque di Elenna sul Dhain, dopo una noiosissima pace che durava da 982 anni...
Certo, aveva violato il Patto e ne aveva pagato le conseguenze, ma ormai l'Antico accordo era scaduto, e il Nuovo non era stato sottoscritto.
Mio nipote Marvin non si abbassa a compromessi... tanto peggio per lui! Mi prenderò da solo ciò che mi spetta di diritto!
Da giorni avanzava a capo delle dieci legioni che Ellis gli aveva ceduto, per muovere guerra contro l'imperatore Elner XI.
Anche Elner era suo nipote, certo, ma Sephir non lo considerava tale.
E' un mostruoso abominio nato da un incesto tra fratello e sorella e posseduto da un demone!
Andava combattuto, sconfitto e cacciato dall'Impero Lathear.
E per farlo, era necessario dare inizio ad una nuova guerra.
Questa volta il Conte Fenrik non interferirà! La Cintura di Vivien lo tiene bloccato a Nord!
Prima o poi mi prenderò la rivincita anche su di lui...
Le truppe di Elner erano concentrate a Tavisia, vicino alla Grande Muraglia, a nord della quale si estendeva la Federazione Keltar, e l'unico motivo per cui non avevano ancora varcato la Sublime Porta era che il giovane sovrano non aveva reclutato ancora soldati sufficientemente addestrati.
Inoltre la zona circostante alla Vedetta Lathearica era protetta da legioni fedelissime a Bial l'Eunuco, che riceveva rifornimenti via mare, grazie all'appoggio della flotta.
Elner si trova schiacciato tra le mie legioni e quelle dell'Eunuco... a questo punto gli restano due sole scelte: o fuggire vergognosamente nei territori dei Keltar o subire una clamorosa sconfitta.
Conoscendo la strategia militare di Arexatan, le cui memorie si erano risvegliate nel nipote, la cosa più probabile era che Elner avrebbe ordinato una ritirata strategica oltre la Sublime Porta, accompagnato soltanto dalla sua legione personale, la Nona, l'invincibile Compagnia del Sole, composta dai veterani meglio addestrati di tutto il continente.
Che usi pure la Nona per far danni tra i Keltar! Con una legione sola, per quanto forte, non andrà molto lontano: i miei mercenari della Piovra lo strangoleranno!
Sephir uscì dalla sua tenda e guardò la notte.
L'ora più fredda della notte è quella prima dell'alba.
Non era solo una constatazione, era un proverbio, un modo per indicare che spesso la vittoria arrivava quando tutto sembrava perduto. Aveva atteso per troppo tempo, ed ora finalmente poteva scatenare tutta l'aggressività che aveva represso in diciotto anni di esilio.
Con questa consapevolezza, Sephir Eclionner diede ordine di svegliare i legionari e di prepararsi a marciare su Tavisia.
Il momento della rivincita è arrivato!
Sephir voleva risvegliare nei Lathear il ricordo della Primavera di Sangue.
Se Elner si fosse dato alla fuga, bisognava trovare un altro modo di insanguinare la terra.
<<Tribuno!>> esclamò rivolto al comandante in seconda dell'esercito.
L'uomo scattò al comando:
<<Vostra Altezza Imperiale...>>
Sephir sorrise lievemente, nel sentirsi nuovamente chiamato con il titolo che gli spettava, ed i suoi occhi blu parvero ravvivarsi di una gioia spietata:
<<Appena mio nipote sarà fuggito, date ordine di saccheggiare la città di Tavisia! Voglio che l'Impero sappia che Sephir Eclionner è tornato e cosa succede a chi si mette contro di lui!>>
N.d.A.
Sephir Eclionner è intepretato da Charles Dance nel ruolo di Lord Tywin Lannister in "A game of thrones".
La Primavera di Sangue (the Bloody Spring) è ispirata all'anno della Falsa Primavera ne "Il trono di spade" di George Martin. In Martin fu la rivalità tra Rhaegar Targaryen e Robert Baratheon a scatenare la guerra che portò alla caduta del regime di Aerys II il Folle.
L'immagine horror del tingere del color sangue le acque di un fiume è prima di tutto dantesca. Nel canto X dell'Inferno, Farinata degli Uberti è accusato da Dante di aver compiuto: "Lo strazio e 'l grande scempio / che fece l'Arbia colorata in rosso".
Qui la scelta del color porpora è un omaggio al film "I fiumi di porpora" tratto dall'omonimo romanzo di Jean-Christophe Grangé.
Esia è ispirata dalla città di Jesi e la mappa circostante ricalca quella delle Marche settentrionali, l'antico Ager gallicus che terminava presso il fiume Esino, al di sotto del quale iniziava il Picenum, odierno Piceno o Marche meridionali.
"L'ora più fredda della notte è quella prima dell'alba" è una mia variante della frase di Batman secondo cui l'ora più scura sarebbe quella prima dell'alba, il che non è vero. Comunque il Cavaliere Oscuro ha fornito una ispirazione che non può non essere citata.
I Keltar sono gli equivalenti dei Celti. I Latheari degli antichi Romani.
Tavisia è Tavullia, città natale di Valentino Rossi.
Etichette:
è quella prima dell'alba,
eclionner,
Gothian,
Grande Muraglia,
impero,
Keltar,
l'ora più fredda della notte,
Marigold,
Marvin,
Sephir,
Sublime Porta,
Vivien
sabato 7 luglio 2012
Sondaggio: quale colore vi piace di più e perché?
Una domanda semplice per un sondaggio rapido... tra i colori di questa tabella quale vi piace di più, e perché? Beh, forse non è una domanda così semplice... ;-)
venerdì 6 luglio 2012
La moda nella prima metà del Settecento
Per avere un'idea di quale fosse la moda femminile dell'aristocrazia nella prima metà del '700 basta guardare alcuni ritratti della marchesa di Pompadour, l'amante di Luigi XV.
Da notare il fatto che i capelli erano argentei perché incipriati. A volte si usavano delle parrucche, ma questo divenne un'usanza solo nella seconda metà del secolo
Per quanto riguarda la moda maschile aristocratica, ecco alcuni ritratti di Luigi XV
Notiamo che le parrucche maschili diventano meno ingombranti, e di colore grigio, con un codino dietro.
Se si avevano capelli folti e resistenti, non si portava nemmeno più la parrucca, ma ci si limitava a farsi arricciare i capelli ai lati, raccoglierli in un codino di dietro e infine incipriarli per renderli argentei.
Luigi XV era il pronipote del re sole e succedette al bisnonno all'età di 5 anni, regnando poi per mezzo secolo. L'altra sua amante famosa fu la contessa Du Barry.
giovedì 5 luglio 2012
Gothian. Capitolo 81. Marvin e Vivien alle sorgenti dell'Amnis
Per tutta la vita Marvin aveva atteso quel momento.
Le sorgenti dell'Amnis, il grande fiume nel cui delta era cresciuto, si trovavano davanti a lui.
L'acqua sgorgava purissima da una roccia in mezzo al verde.
Si narrava che chi bevesse a quella fonte, fosse purificato da tutti i mali commessi.
Marvin non ne aveva commessi molti, ma si sentì comunque più leggero e in pace con se stesso, dopo essersi abbeverato a quella fonte.
Inoltre quell'acqua gli ridonò le forze e le energie, lo rigenerò.
A quel punto si sentiva finalmente in grado di incontrare lei, Vivien, la Fata delle Sorgenti, la Dama del Lago, Signora delle Acque dolci e pure.
Notò che nel laghetto poco più a valle una luce bianca e azzurra si stava magicamente accendendo e capì che presto si sarebbe trasformata nella personificazione della Dama.
Attese con trepidazione. Quello era l'incontro più importante, quello decisivo.
Qualunque segreto, qualunque dubbio, qualunque incertezza residua, con lei troveranno una risposta e una soluzione.
Rimase in attesa.
L'immagine eterea di Vivien si manifestò comparendo in quella luminosità azzurra.
Il suo sguardo, inizialmente distante e malinconico, assunse contorni più definiti, fino a mostrarsi in tutto il suo splendore.
Mentre emergeva dalle acque e si avvicinava a Marvin, portava in mano una spada.
Era la spada di Vorkidex, destinata al suo discendente, il Figlio di Cento Re, il Principe Promesso, il Profeta dei Keltar.
In quel momento Marvin capì di aver superato tutte le prove, e di aver meritato quella spada, per l'impegno e la rettitutdine con cui aveva svolto fino a quel momento il suo dovere.
<<Marvin, figlio di Lilieth Vorkidian, discendente di re Vorkidex, accetta questa spada, forgiata con acciaio, ricavato da metallo di meteorite. Ti spetta di diritto, per eredità e per merito. Ma prima devo avvertirti: dal momento in cui la impugnerai, sarai vincolato per sempre alla difesa del popolo dei Keltar e alla restaurazione del suo regno. Non ti sarà concessa pace, fintanto che non realizzerai questi obiettivi>>
Erano condizioni che ormai Marvin conosceva molto bene ed aveva accettato.
La mia vita non mi appartiene più.
Quando finalmente Vivien gli fu vicina, Marvin si inginocchio, le baciò la mano, e poi, dopo essersi rialzato, parlò:
<<Accetto questa spada, con tutti i vincoli che essa comporta>>
Poche parole. Non c'era bisogno di aggiungere altro.
Vivien gli consegnò la spada, Marvin la impugnò, e sentì dentro di lui l'anima di Vorkidex che esultava.
La Dama gli sorrise e poi disse: <<Ora puoi rivolgermi tutte le domande che, lo sento, attendono da tempo una risposta nel tuo cuore>>
Marvin annuì:
<<E' possibile sconfiggere il Male senza alterare l'equilibrio tra gli opposti su cui si regge l'Universo?>>
Vivien gli sorrise:
<<Hai posto la domanda fondamentale. Ebbene sì, è possibile, anzi è doveroso! Noi siamo chiamati a riconoscere il Male e contrastarlo. Non è facile, ma è necessario>>
Il giovane Vorkidian allora le chiese:
<<Come si fa a riconoscere il Male?>>
<<Sono le tue stesse emozioni a riconoscerlo: rabbia, paura, aggressività, il lato oscuro esse sono.
Odio, invidia, distruzione. Nulla di buono nasce da esse. Anche l'eccessivo attaccamento è un male: la possessività, il desiderio di potere, la vanagloria: sono malattie della mente, da combattere esercitando il distacco. Impara a distaccarti da queste cose, e potrai vivere nella luce e allontanare la tenebra che i tuoi antenati hanno gettato su questo mondo>>
Marvin annuì:
<<Non sarà facile, ma ci proverò!>>
Vivien sollevò una mano e un indice:
<<Provare no! Fare o non fare. Non c'è provare! Non esiste provare!>>
Il giovane sentì che era una dura verità:
<<Farò quel che è giusto!>>
La Dama del Lago tornò sorridente:
<<Io ti aiuterò nei momenti di incertezza. Se mi invocherai, io ti risponderò!>>
Marvin avrebbe avuto tante altre questioni generali da porre, ma c'erano domande più immediate, che riguardavano la stessa sopravvivenza sua e del suo popolo:
<<Il regno dei Keltar è assediato a Nord dagli Albini del Conte Fenrik, tenuti fermi dalla tua magica Cintura, e a Sud dai legionari Lathear guidati dal mio fratellastro, l'imperatore Elner XI Eclionner. Questi due eserciti ci schiacciano. Le forze a mia disposizione sono molto esigue rispetto ai nemici contro cui dovrò combattere. Come sarà possibile, in queste condizioni, poter anche solo sperare in una vittoria?>>
Vivien gli indicò un luogo dove improvvisamente un raggio di sole si poggiò sulle le rovine di un antico tempio:
<<Vedi quel luogo? E' la perduta Caemlyn, l'antica capitale del Keltar. E quell'edificio che tu vedi illuminato è un tempio>>
<<A quale angelo è dedicato quel tempio?>>
Vivien scosse il capo:
<<Quel tempio non è dedicato a un angelo, ma al Dio supremo del Bene, Ahura Mazda!>>
Marvin ne fu sorpreso:
<<Ma solo gli iniziati agli Arcani Supremi sanno la verità: che gli Dei sono due, uno del Male, Ahriman, e uno dei Bene, Ahura Mazda!>>
La Dama del Lago annuì:
<<Ora è così, ma c'è stato un tempo, migliaia di anni fa, in cui gli Arcani Supremi erano noti, senza bisogno di iniziazione ai misteri. Ed è giunto il tempo che torni ad essere così, poiché Ahura Mazda è il nostro Dio del Bene, l'unico che può salvarci dall'assalto dei demoni e dall'assedio dei malvagi>>
Marvin capì le implicazioni di quella risposta:
<<Se dunque io sono il Principe Promesso e il Profeta dei Keltar, allora spetta a me il compito di rivelare al mio popolo gli Arcani Supremi e ripristinare il culto di Ahura Mazda>>
Vivien sorrise:
<<E' così! Questo è il tuo compito, e per portarlo a compimento dovrai restaurare l'antica Caemlyn e con l'aiuto diretto di Ahura Mazda, guidare il tuo popolo alla vittoria>>
Il giovane Vorkidian aveva ormai chiara la visione su tutto:
<<Con la protezione diretta di Ahura Mazda, potrò avere la forza necessaria per sconfiggere i demoni che proteggono Fenrik, Elner e Marigold, e cioè Gothar, Eclion ed Atar. E non avrò bisogno di Belenos e di Cernunnos, perché tu intercederai per me presso il Dio del Bene!>>
Vivien divenne radiosa:
<<Ora sai veramente tutto! Io sono colei che intercede tra gli uomini e il Dio del Bene. Per mia intercessione le preghiere sono esaudite. Nei momenti difficili, invoca il mio nome, ed io intercederò per te!>>
Detto questo la sua luce tornò abbagliante, per poi svanire, insieme a lei, nella purissima acqua di fonte.
N.d.A.
Vivien è ispirata alla figura di Viviana, Signora di Avalon, ne "Le nebbie di Avalon" di Marion Zimmer Bradley. Nell'omonimo film è interpretata da Anjelica Houston.
In questo capitolo è interpretata da Cate Blanchett nel ruolo di Galadriel, figlia di Finarfin e regina degli Elfi di Lothlorien ne "Il signore degli anelli" di J.R.R Tolkien e nell'omonimo film di Peter Jackson.
Ne "Il Silmarillion" la dea Maiar delle acque è Uinen, mentre il dio Valar delle acque è Ulmo.
La consegna della spada è ispirata a quella del ciclo bretone arturiano dove Viviana (o Niniane o Nimue) consegna Excalibur ad Uter Pendragon, padre di Artù, dopo la morte del quale la spada viene conficcata in una roccia e sarà Artù stesso ad estrarla.
Il simbolo del Tao significa e sta ad indicare la distinzione, pur nella contiguità, di Bene e Male, e del fatto che almeno una piccola parte dell'uno è quasi sempre contenuta nell'altro.
La distinzione tra Bene e Male proposta da Vivien ricorda in parte quella del grande maestro jedi Yoda in Guerre Stellari. In particolare il Male morale è molto simile al Lato oscuro della forza. Ma si è tenuto conto anche dei sette peccati capitali indicati da Dante.
Caemlyn si ispira a Camelot. Il nome è presente anche nella serie "La ruota del tempo" di Robert Jordan.
Il Principe promesso è una leggenda de "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" di George Martin. Viene identificato con un erede dei Targaryen.
Sono presenti cenni alla religione druidica del Celti (i Keltar) e a quella zoroastriana.
I Lathear corrispondono agli antichi Romani. Il latheari classico è il latino. Il latheari moderno parlato a corte è l'italiano che è anche lingua franca comune dell'interno Continente centrale. Il latheari moderno parlato nelle campagne e nelle province periferiche è lo spagnolo castigliano.
Le sorgenti dell'Amnis, il grande fiume nel cui delta era cresciuto, si trovavano davanti a lui.
L'acqua sgorgava purissima da una roccia in mezzo al verde.
Si narrava che chi bevesse a quella fonte, fosse purificato da tutti i mali commessi.
Marvin non ne aveva commessi molti, ma si sentì comunque più leggero e in pace con se stesso, dopo essersi abbeverato a quella fonte.
Inoltre quell'acqua gli ridonò le forze e le energie, lo rigenerò.
A quel punto si sentiva finalmente in grado di incontrare lei, Vivien, la Fata delle Sorgenti, la Dama del Lago, Signora delle Acque dolci e pure.
Notò che nel laghetto poco più a valle una luce bianca e azzurra si stava magicamente accendendo e capì che presto si sarebbe trasformata nella personificazione della Dama.
Attese con trepidazione. Quello era l'incontro più importante, quello decisivo.
Qualunque segreto, qualunque dubbio, qualunque incertezza residua, con lei troveranno una risposta e una soluzione.
Rimase in attesa.
L'immagine eterea di Vivien si manifestò comparendo in quella luminosità azzurra.
Il suo sguardo, inizialmente distante e malinconico, assunse contorni più definiti, fino a mostrarsi in tutto il suo splendore.
Mentre emergeva dalle acque e si avvicinava a Marvin, portava in mano una spada.
Era la spada di Vorkidex, destinata al suo discendente, il Figlio di Cento Re, il Principe Promesso, il Profeta dei Keltar.
In quel momento Marvin capì di aver superato tutte le prove, e di aver meritato quella spada, per l'impegno e la rettitutdine con cui aveva svolto fino a quel momento il suo dovere.
<<Marvin, figlio di Lilieth Vorkidian, discendente di re Vorkidex, accetta questa spada, forgiata con acciaio, ricavato da metallo di meteorite. Ti spetta di diritto, per eredità e per merito. Ma prima devo avvertirti: dal momento in cui la impugnerai, sarai vincolato per sempre alla difesa del popolo dei Keltar e alla restaurazione del suo regno. Non ti sarà concessa pace, fintanto che non realizzerai questi obiettivi>>
Erano condizioni che ormai Marvin conosceva molto bene ed aveva accettato.
La mia vita non mi appartiene più.
Quando finalmente Vivien gli fu vicina, Marvin si inginocchio, le baciò la mano, e poi, dopo essersi rialzato, parlò:
<<Accetto questa spada, con tutti i vincoli che essa comporta>>
Poche parole. Non c'era bisogno di aggiungere altro.
Vivien gli consegnò la spada, Marvin la impugnò, e sentì dentro di lui l'anima di Vorkidex che esultava.
La Dama gli sorrise e poi disse: <<Ora puoi rivolgermi tutte le domande che, lo sento, attendono da tempo una risposta nel tuo cuore>>
Marvin annuì:
<<E' possibile sconfiggere il Male senza alterare l'equilibrio tra gli opposti su cui si regge l'Universo?>>
Vivien gli sorrise:
<<Hai posto la domanda fondamentale. Ebbene sì, è possibile, anzi è doveroso! Noi siamo chiamati a riconoscere il Male e contrastarlo. Non è facile, ma è necessario>>
Il giovane Vorkidian allora le chiese:
<<Come si fa a riconoscere il Male?>>
Odio, invidia, distruzione. Nulla di buono nasce da esse. Anche l'eccessivo attaccamento è un male: la possessività, il desiderio di potere, la vanagloria: sono malattie della mente, da combattere esercitando il distacco. Impara a distaccarti da queste cose, e potrai vivere nella luce e allontanare la tenebra che i tuoi antenati hanno gettato su questo mondo>>
Marvin annuì:
<<Non sarà facile, ma ci proverò!>>
Vivien sollevò una mano e un indice:
<<Provare no! Fare o non fare. Non c'è provare! Non esiste provare!>>
Il giovane sentì che era una dura verità:
<<Farò quel che è giusto!>>
La Dama del Lago tornò sorridente:
<<Io ti aiuterò nei momenti di incertezza. Se mi invocherai, io ti risponderò!>>
Marvin avrebbe avuto tante altre questioni generali da porre, ma c'erano domande più immediate, che riguardavano la stessa sopravvivenza sua e del suo popolo:
<<Il regno dei Keltar è assediato a Nord dagli Albini del Conte Fenrik, tenuti fermi dalla tua magica Cintura, e a Sud dai legionari Lathear guidati dal mio fratellastro, l'imperatore Elner XI Eclionner. Questi due eserciti ci schiacciano. Le forze a mia disposizione sono molto esigue rispetto ai nemici contro cui dovrò combattere. Come sarà possibile, in queste condizioni, poter anche solo sperare in una vittoria?>>
Vivien gli indicò un luogo dove improvvisamente un raggio di sole si poggiò sulle le rovine di un antico tempio:
<<Vedi quel luogo? E' la perduta Caemlyn, l'antica capitale del Keltar. E quell'edificio che tu vedi illuminato è un tempio>>
<<A quale angelo è dedicato quel tempio?>>
Vivien scosse il capo:
<<Quel tempio non è dedicato a un angelo, ma al Dio supremo del Bene, Ahura Mazda!>>
Marvin ne fu sorpreso:
<<Ma solo gli iniziati agli Arcani Supremi sanno la verità: che gli Dei sono due, uno del Male, Ahriman, e uno dei Bene, Ahura Mazda!>>
La Dama del Lago annuì:
<<Ora è così, ma c'è stato un tempo, migliaia di anni fa, in cui gli Arcani Supremi erano noti, senza bisogno di iniziazione ai misteri. Ed è giunto il tempo che torni ad essere così, poiché Ahura Mazda è il nostro Dio del Bene, l'unico che può salvarci dall'assalto dei demoni e dall'assedio dei malvagi>>
Marvin capì le implicazioni di quella risposta:
<<Se dunque io sono il Principe Promesso e il Profeta dei Keltar, allora spetta a me il compito di rivelare al mio popolo gli Arcani Supremi e ripristinare il culto di Ahura Mazda>>
Vivien sorrise:
<<E' così! Questo è il tuo compito, e per portarlo a compimento dovrai restaurare l'antica Caemlyn e con l'aiuto diretto di Ahura Mazda, guidare il tuo popolo alla vittoria>>
Il giovane Vorkidian aveva ormai chiara la visione su tutto:
<<Con la protezione diretta di Ahura Mazda, potrò avere la forza necessaria per sconfiggere i demoni che proteggono Fenrik, Elner e Marigold, e cioè Gothar, Eclion ed Atar. E non avrò bisogno di Belenos e di Cernunnos, perché tu intercederai per me presso il Dio del Bene!>>
Vivien divenne radiosa:
<<Ora sai veramente tutto! Io sono colei che intercede tra gli uomini e il Dio del Bene. Per mia intercessione le preghiere sono esaudite. Nei momenti difficili, invoca il mio nome, ed io intercederò per te!>>
Detto questo la sua luce tornò abbagliante, per poi svanire, insieme a lei, nella purissima acqua di fonte.
N.d.A.
Vivien è ispirata alla figura di Viviana, Signora di Avalon, ne "Le nebbie di Avalon" di Marion Zimmer Bradley. Nell'omonimo film è interpretata da Anjelica Houston.
In questo capitolo è interpretata da Cate Blanchett nel ruolo di Galadriel, figlia di Finarfin e regina degli Elfi di Lothlorien ne "Il signore degli anelli" di J.R.R Tolkien e nell'omonimo film di Peter Jackson.
Ne "Il Silmarillion" la dea Maiar delle acque è Uinen, mentre il dio Valar delle acque è Ulmo.
La consegna della spada è ispirata a quella del ciclo bretone arturiano dove Viviana (o Niniane o Nimue) consegna Excalibur ad Uter Pendragon, padre di Artù, dopo la morte del quale la spada viene conficcata in una roccia e sarà Artù stesso ad estrarla.
Il simbolo del Tao significa e sta ad indicare la distinzione, pur nella contiguità, di Bene e Male, e del fatto che almeno una piccola parte dell'uno è quasi sempre contenuta nell'altro.
La distinzione tra Bene e Male proposta da Vivien ricorda in parte quella del grande maestro jedi Yoda in Guerre Stellari. In particolare il Male morale è molto simile al Lato oscuro della forza. Ma si è tenuto conto anche dei sette peccati capitali indicati da Dante.
Caemlyn si ispira a Camelot. Il nome è presente anche nella serie "La ruota del tempo" di Robert Jordan.
Il Principe promesso è una leggenda de "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" di George Martin. Viene identificato con un erede dei Targaryen.
Sono presenti cenni alla religione druidica del Celti (i Keltar) e a quella zoroastriana.
I Lathear corrispondono agli antichi Romani. Il latheari classico è il latino. Il latheari moderno parlato a corte è l'italiano che è anche lingua franca comune dell'interno Continente centrale. Il latheari moderno parlato nelle campagne e nelle province periferiche è lo spagnolo castigliano.
Etichette:
Ahura Mazda,
Atar,
Dama del lago,
distacco,
fare o non fare,
fata,
figlio di cento re,
Gothian,
il lato oscuro esse sono,
Marvin,
non c'è provare,
principe promesso,
profeta,
provare no,
sorgenti,
spada,
Vivien
mercoledì 4 luglio 2012
La moda nel Seicento (Barocco)
Il quadro qui sopra rappresenta il matrimonio di Maria de Medici con Enrico IV di Borbone, re di Francia, avvenuto il 5 ottobre del 1600, quasi ad inaugurare il nuovo secolo, quello che sarebbe stato caratterizzato dallo stile Barocco.
Maria de Medici, immortalata nei sontuosi quadri di Rubens, fu sicuramente la donna che, per una quarantina d'anni, dettò le regole del vestiario femminile, naturalmente nelle classi dominanti.
Sempre dai reali di Francia derivò la moda della seconda parte del secolo, che per le donne ebbe come riferimento la successiva regina di Francia, Anna d'Austria, moglie di Luigi XIII e reggente per suo figlio Luigi XIV.
Per gli uomini, nella prima metà del secolo furono di moda i capelli lunghi e il pizzetto, come si può vedere dal ritratto di Luigi XIII
Poiché la cura dei capelli lunghi era piuttosto laboriosa, e poiché la calvizie era molto diffusa, gli uomini alla moda incominciarono a seguire l'esempio del Re Sole, Luigi XIV, che, a differenza di suo padre, non volle più il pizzetto e al posto dei capelli lunghi iniziò ad indossare sontuose parrucche.
Etichette:
Anna d'Austria,
Barocco,
Enrico IV,
Francia,
Luigi XIII,
Luigi XIV,
Maria de Medici,
moda,
Re Sole,
Rubens,
Seicento,
storia,
storia della moda
martedì 3 luglio 2012
Gothian. Capitolo 80. Alienor, Lilieth e i Pirati della Palude
La Palus Putredinis si estendeva a perdita d'occhio davanti a loro.
Alienor provava già un senso di nausea. Lilieth rimaneva impassibile.
Al contrario il Pirata era entusiasta di poter finalmente rimettere piedi su qualcosa che almeno lontanamente potesse ricordargli una nave.
Il massimo che i suoi uomini erano riusciti a procurargli era una vecchia bagnarola tutt'altro che rassicurante.
Le rovine dell'antico porto, nel punto dove il fiume Lathe entrava nella palude, erano ormai in uno stato di completa disgregazione. La decadenza dell'Impero latherar si poteva notare da mille particolari, ma lì, in quel punto, tutto era decadenza e marciume.
Alienor non se ne meravigliava.
Mille anni di governo degli Eclionner hanno fatto penetrare il marcio fin nel cuore della terra.
Una creatura alata di enormi dimensioni roteava sulla Palus Putredinis .
<<E' un rettile. Ma potete stare tranquille mie signore>> disse Vyghar <<non è un drago, non sputa fuoco e anzi in genere ha paura del fuoco. E' una delle creature che dipendono da Ursula, la signora delle paludi>>
Vapori mefitici si alzavano dalle acque, e luci verdi rotevano intorno ai cespugli.
<<Quelle lucciole verdi sono gli occhi di Ursula. Si dice che la demonessa riesca a vedere attraverso di loro. Quindi, speriamo di essere nelle sue grazie!>>
Alienor sgranò gli occhi:
<<Come sarebbe a dire "speriamo"? Se questa Ursula ci è ostile, non ne usciremo vivi!>>
Vyghar le rivolse il solito sguardo di superiorità:
<<Avete con voi uno dei più esperti navigatori del Continente, nonché grande guerriero e uccisore di mostri e quindi non capisco...>>
<<Ma smettila!>> tagliò corto Lilieth dandogli un buffetto su una spalla <<non c'è bisogno che ogni volta che c'è una pozzanghera tu ci ricordi le tue prodezze nei Sette Mari. Le abbiamo ben presenti!>>
L'allusione allo sterminio dei marinai della "Dolce Ellis" e del rapimento di Alienor, rese subito il Pirata molto più conciliante:
<<Ebbene, mia cara Lilieth, ti dimostrerò che quello che dico non è una vanteria! Vedrai! Ora, tutti a bordo!>>
La nave salpò dal piccolo molo e si perse nella nebbia.
Quella nebbia era tanto fitta che, unita alla vegetazione folta e intricata, impediva di capire se fosse giorno o notte.
Alienor vedeva quei luoghi come il correlativo oggettivo della sua vita.
Questo non un luogo, è il mio stato d'animo!
Una profonda tristezza si impadronì di lei, un senso di noia sia per la fuga che per la vita.
Pregò allora la sua dea, Aenor, signora della Luce.
Mia signora e protettrice, dammi una ragione per vivere...
E mentre lei chiuse gli occhi le apparve un giovane uomo, che rispondeva a tutte le caratteristiche di Marvin Eclionner-Vorkidian.
La dea le rivolse queste parole:
"Un giorno vi incontrerete. Ma per poterlo conoscere, devi vivere, e portare a termine la tua missione"
Alienor si sentì risollevata.
Forse, se sopravvivrò a tutti i pericoli di questo viaggio, e se lui sopravvivrà a tutti i pericoli di del suo, allora potremo sperare in una qualche felicità.
In nome di quella speranza, Alienor decise di farsi forza, e di sopportare con pazienza tutte le sofferenze che la sorte le aveva riservato.
Ricordò la frase del brindisi di capodanno nella villa di Lady Ariellyn, in lingua keltari:
Le temps viendra...
N.d.A.
L'immagine delle rovine del porto è quella delle rovine di Osgiliath ne "Il signore degli anelli" di J.R.R.Tolkien.
Il nome Ursula è ispirato dalla "cattiva" piovra de "La sirenetta" di W. Disney.
"Le temps viendra" è il titolo di un romanzo incentrato sul personaggio di Anna Bolena.
La lingua keltari moderna aristocratica e letteraria è il francese. Le altre lingue dei Keltar sono simili a quelle del gruppo celtico, di quello gallo-romanzo e di quello dei dialetti gallo-italici.
lunedì 2 luglio 2012
Maria Callas: gli ultimi anni (1966-77)
Nel 1966, Maria Callas rinunciò alla nazionalità statunitense e a quella naturalizzata italiana per tornare alla nazionalità greca, in vista di un possibile matrimonio con Aritstotele Onassis.
In quel periodo Maria tentò anche una riconciliazione con la madre Evangelia, che però non andò a buon fine, per il carattere orgoglioso di entrambe. Nonostante Evangelia fosse anziana e malata, era destinata a sopravvivere a sua figlia. Forse questo l'avrebbe resa meno severa.
Anche con Onassis le cose degenerarono.
L'armatore greco non solo si rifiutò di regolarizzare la loro unione, ma nel 1968, forse per assecondare un disegno economico che gli permettesse di aumentare il suo giro d'affari con gli Stati Uniti, decise di sposare Jacqueline Bouvier, vedova di John Kennedy.
Il giorno delle nozze tra Arì e Jackie, Maria Callas commentò con tagliente ironia:
<<Sono contenta che Jackie Kennedy abbia potuto finalmente ridare un "nonno" ai suoi figli>>
Pochi sanno che subito dopo il matrimonio con Jackie, Onassis tentò di riallacciare i rapporti con la Callas, tanto da passare ore in limousine davanti all'appartamento parigino di lei, nella speranza di essere ricevuto, cosa che ovviamente non accade. Perduto l'amore e nonostante la salute incerta, Maria decise di ritornare sulle scene.
Una grande occasione per tornare alla ribalta, questa volta nel cinema, fu quando le venne offerto il ruolo di protagonista del film Medea di Pier Paolo Pasolini, un'interpretazione giudicata sublime e passata alla storia.
Il film, che riproponeva in chiave barbarica e vagamente autobiografica (sia per Pasolini che per la Callas) la vicenda della maga della Colchide che viene a contatto traumatico col mondo della civiltà, fu girato nei bellissimi scenari della Cappadocia, oltre che negli studi di Cinecittà, e dette modo alla Callas di distrarsi e di arricchirsi culturalmente e umanamente, incontrando intellettuali d'alto rango, come Pasolini, di cui divenne intima amica e confidente.
Una serie di poesie che Pasolini scrisse in quel periodo riflettono un'intesa artistica e un'amicizia profonda, sia da parte della Callas, sia da parte del poeta, colpito dalla sua personalità forte e sincera. Molte di queste poesie andarono poi a far parte della raccolta Trasumanar e organizzar.
La seconda significativa attività fu come docente in un ciclo di master-classes tenuto alla celebre Juillard School di New York dall'ottobre del 1971 al marzo del 1972, con ventisei allievi selezionatissimi.
Di queste master classes rimane la registrazione di ben 46 ore di lezioni, interessantissime per capire la genesi di molte idee interpretative della cantante non solo sui propri ruoli ma anche su quelli di tutte le altre voci del grande repertorio. La Callas chiamava sul palco il giovane cantante, che eseguiva l'intera aria una volta, dopodiché si passava alla ripetizione minuziosa di sezioni singole, di frasi, parole, cadenze. Esemplare a questo riguardo è il "Cortigiani, vil razza dannata" dal Rigoletto: la Callas canta da soprano le frasi del baritono, immedesimandosi completamente nel momento scenico-musicale voluto da Giuseppe Verdi), ma tutte le lezioni possono dirsi preziose per i consigli prodigati e gli esempi tangibili fatti ascoltare dalla Divina, che al confronto con allievi pur brillantissimi e nel pieno delle forze, giganteggia sopra loro come un'aquila.
Nell'ottobre del 1973 iniziò un tour mondiale insieme a Giuseppe Di Stefano, che si concluse l'11 novembre del 1974 a Sapporo (Giappone).
Con molto impegno ed estenuanti ore di prove, la Callas ritrovò la propria potenza vocale come stanno a testimoniare le registrazioni dei concerti del 1974.
Il pubblico e la critica accolsero con ammirazione ed entusiasmo questa sua ultima tournée.
Ma il prezzo pagato in termini di stanchezza fisica e mentale fu enorme.
Da allora visse quasi da reclusa nella sua casa di Avenue Georges Mandel 36 a Parigi, evitando contatti persino con conoscenti e amici.
Il 1975 fu l'anno più doloroso sia per la sfera privata che per la sua personalità artistica: nel marzo, a Neuilly-sur-Seine, morì Onassis, in seguito ai postumi di miastenia gravis, da cui era afflitto da tempo; il 2 novembre Pier Paolo Pasolini fu ucciso in circostanze misteriose.
Nel 1976 morì anche l'altro suo grande regista e amico di una vita: Luchino Visconti.
Venerdì 16 settembre 1977, nel suo appartamento di Parigi, Maria Callas fu colpita da infarto e morì per arresto cardiaco a soli 53 anni.
Le sue condizioni cardiocircolatorie erano compromesse da tempo, e il referto del medico legale non lascia adito a dubbi, nonostante tutte le ipotesi che furono avanzate a causa della scomparsa prematura.
Il suo corpo fu cremato e le ceneri sparse nel mare Egeo, secondo le sue ultime volontà.
Iscriviti a:
Post (Atom)