Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
giovedì 31 gennaio 2013
Gli eredi di Gothian. Capitolo 21. L'Ultima Thule.
Quella sera Daemon Iceblood di Gothian non riuscì a vedere il sole di mezzanotte. Le nubi si erano addensate sopra il fiume ghiacciato e i raggi si rifrangevano in colori suggestivi: indaco, blu oltremare, e quell'azzurro che faceva apparire i blocchi di ghiaccio come splendidi zaffiri. Certo tutto questo era nulla rispetto all'aurora boreale, ma bisognava ammettere che ogni giorno donava colori nuovi, e nuove emozioni, quando la luce si rifrangeva tra le nuvole e il ghiaccio, lassù, all'Ultima Thule.
C'era una canzone che riassumeva bene le emozioni e i ricordi che Daemon Iceblood, che nella sua gioventù aveva cercato il Passaggio a Nord Ovest, navigando tra quegli iceberg, belli come diamanti.
Io che ho doppiato tre volte Capo Horn
e ho navigato sette volte i sette mari
e ho visto mostri ed animali rari,
l'anfesibena, le sirene, l'unicorno.
Io che tornavo fiero ad ogni porto
dopo una lotta, dopo un arrembaggio,
non son più quello e non ho più il coraggio
di veleggiare su un vascello morto.
Dov'è la ciurma che mi accompagnava
e assecondava ogni ribalderia?
Dov'è la forza che ci circondava?
Ora si è spenta ormai, sparita via.
Guardo le vele pendere afflosciate
con i cordami a penzolar nel vuoto,
che sbatton lenti contro le murate
con un moto continuo, senza scopo.
E vedo in aria un'insensata danza
di strani uccelli contro il cielo bigio
cantare un canto in questo mondo grigio,
un canto sordo ormai, senza speranza.
E qui da solo penso al mio passato,
vado a ritroso e frugo la mia vita,
una saga smarrita ed infinita
di quel che ho fatto, di quello che è stato.
Le verità non vere in cui credevo
scoppiavano spargendosi d'intorno,
ma altre ne avevo e giorno dopo giorno
se morivo più forte rinascevo.
E ora son solo e non ho più il conforto
di amici andati e sempre più mi assale
la noia a vuotar l'ultimo boccale
come un pensiero che mi si è ritorto.
Ma ancora farò vela e partirò
io da solo, e anche se sfinito,
la prua indirizzo verso l'infinito
che prima o poi, lo so, raggiungerò.
L'Ultima Thule attende al Nord estremo,
regno di ghiaccio eterno, senza vita,
e lassù questa mia sarà finita
nel freddo dove tutti finiremo.
L'Ultima Thule attende e dentro il fiordo
si spegnerà per sempre ogni passione,
si perderà in un'ultima canzone
di me e della mia nave anche il ricordo.
(Francesco Guccini)
Ogni volta che la cantava, suonando l'arpa, nelle notti luminose e insonni dell'Artico, gli venivano i brividi.
Aveva navigato, aveva esplorato, aveva cercato di dare un senso alla propria vita e al mondo intero, ma non era approdato a nulla.
Il porto accende ad altri i suoi lumi; me al largo sospinge ancora il non domato spirito, e della vita il doloroso amore.
Questi erano i pensieri di Daemon Iceblood, mentre contemplava, con gli occhi viola velati dalla commozione, i ghiacci eterni dove gli Albini si erano ritirati per sopravvivere alla conquista da parte dei legionari Keltar, nella loro guerra santa contro i vampiri.
Lo spirito guerriero che gli ruggiva dentro lo avrebbe spinto ad una battaglia campale, ma non era ancora il momento. Quello era stato l'errore commesso da suo padre, Lord Fenrik, Conte di Gothian.
Aver allontanato Ellis da Gothian è già stato un grande successo. Presto Marigold preparerà le condizioni per la riconquista del castello dei miei antenati.
Sarebbe stato il primo passo di una strategia "a tenaglia", in cui i vampiri albini avrebbero colpito da Nord e gli elfi oscuri da Sud, per ripristinare l'indipendenza della contea di Gothian e del regno degli Alfar dall'occupazione dei fanatici seguaci di Marvin Vorkidian e del suo braccio spirituale, l'Organizzazione Missionaria.
Mia sorella riderebbe di me, se sapesse con quale stato d'animo rifletto sulle strategie future.
Daenerys, la Divoratrice di Cuori, era molto diversa da suo fratello.
Io sono riflessivo, lei è impulsiva. Io sono contorto, lei è diretta. Io patisco la mia natura di vampiro, e non bevo il sangue umano. Lei invece è fiera di essere una non-morta, e il sangue umano non le basta: deve divorare il cuore delle sue vittime.
Era lei il terrore dei ghiacci, Daenerys Hearteater, la Divoratrice di Cuori.
E dire che quando non cedeva a quel disgustoso istinto, sembrava una semplice fanciulla, ferma all'età adolescenziale in cui aveva ricevuto, col morso del vampiro, l'immortalità e l'eterna giovinezza.
Daenerys assomigliava fisicamente molto alla loro madre, Rhaella Targaryen.
Mia madre però era dolce e silenziosa.
Si ricordava ancora la sua tristezza, il giorno in cui Lord Fenrik aveva deciso di tramutarsi definitivamente in vampiro.
Giunsero da ogni angolo della terra a portare dei doni. Quando i sacerdoti del dio Gothar, signore dei ghiacci, le donarono incenso e balsami, ella li accettò, e li ponderò nel suo cuore. Li ponderò, ma non se ne rallegrò, perché erano presagi di morte e sepoltura.
E lo furono per davvero.
Ma era inutile tornare su questi ricordi.
Lui e Daenerys, per quanto diversi, erano uniti da un legame profondo, sotterraneo.
Lei è l'altra parte di me.
Non erano amanti, però. Aborrivano il crimine di Ellis Eclionner.
Il profondo, fraterno e tenero affetto che li univa, nonostante le differenze e le liti, era un sentimento puro, qualcosa che aiutava a riequilibrare le loro anime, e a tenerle vive.
L'Ultima Thule era anche questo. Un luogo dell'anima, prima di ogni altra cosa.
Chi non è stato qui non può capire. Noi siamo l'ultimo mito rimasto sulla Terra.
Dopo che il castello di Gothian era stato profanato, la Thule era rimasta l'ultimo luogo sacro per la Fratellanza Bianca. Lì c'erano le porte di Agharti, lì si custodiva il Graal, lì l'energia tellurica poteva incontrare quella siderale, per plasmare nuove creature.
Noi non siamo scienziati, ma siamo inventori. Non siamo dèi, ma siamo creatori.
Cast
Harry Loyd (Vyserys Targaryen) - Daemon Iceblood di Gothian
Emilia Clarke (Daenerys Targaryen) - Daenerys Hearteater di Gothian, la Divoratrice di Cuori.
Gli eredi di Gothian. Capitolo 20. Riunione del clan dei Fuscivarian
L'abitazione principale del clan dei Fuscivarian era in stile nipponico, poiché il loro clan era originario dell'impero giapponese, nel Continente Orientale. Il loro cognome, all'epoca, era Fujiwara.
Erano migrati a Lathena quando una congiura di palazzo aveva fatto cadere in disgrazia la loro famiglia presso il Trono del Crisantemo. Il clan che successivamente si era impadronito del potere, ottenendo l'appannaggio della carica di shogun, erano i Tokugawa, che ancora esercitavano la loro egemonia sul Continente Orientale.
I Fujiwara, divenuti Fuscivarian per una latinizzazione del loro cognome, erano riusciti ad acquisire un ruolo analogo presso la Dinastia imperiale Eclionner, a cui erano legati da fittissimi vincoli di parentela tramite una fruttuosa politica matrimoniale.
Albero genealogico e legami tra la dinastia Eclionner e il clan dei Fuscivarian (Fujiwara)
(in grassetto sono indicati i personaggi ancora in vita)
_______________________________________
| | |
Wechtigar XVI Barbablù Vorian Eclionner Diana Eclionner
+ + +
Sophie Tessier-Ashpool Melania Orwell William Richese
| | !
Sen. Sibelius Fuscivarian Sephir Eclionner Ivar Eclionner Helena Richese
| + + +
Kato Fuscivarian - - - Wensy Fuscivarian - - - Susan Fuscivarian Conte di Linthael
+ ________ |________ _ _ _!_____ |
Jessica | ! | | Vyghar
Antares Masrek --- --+ ----Ellis Eclionner-+ Elner X Irulan di Linthael
_| _ + | Eclionner
| | Lilieth Vorkidian Elner XI
Hito Leto | +
Fuscivarian Marvin Alienor di Alfarian
+ Vorkidian |
Chani Corrino + Eleanor Eclionner
Igraine Fenmore
Igraine Fenmore
A Susan Fuscivarian pareva che il suo clan fosse decaduto a causa dell'alleanza matrimoniale con gli Eclionner.
Persino Melania, la madre del divino Arexatan, lo riconobbe. Quando il dio Eclion la visitò e la prescelse come madre di suo figlio e della sua Dinastia, Melania accettò con umiltà, ma non ne gioì, perché sentiva in quel destino un presagio di morte.
E così ora capitava a lei.
Susan aveva 65 anni, portati dignitosamente.
Per quasi tutta la sua vita era stata una figura di secondo piano. Il padre Sibelius aveva accentrato su di sé tutti i poteri. Il marito Ivar Eclionner era morto giovane, lasciando Susan con tre figli da allevare.
In quel periodo tutta la gloria e l'attenzione era riservata alla sua bellissima sorella maggiore, Wensy Fuscivarian, Principessa della Corona, in quanto moglie dell'allora erede al trono Sephir Eclionner, e madre di Masrek ed Ellis.
Nell'anno della Primavera di Sangue (the Bloody Spring, la chiamavano gli Alfar) la vita del clan Fuscivarian e quindi anche di Susan fu completamente sconvolta da una serie di eventi orchestrati dal vecchio senatore Sibelius.
Sephir aveva scoperto la tresca incestuosa tra Masrek ed Ellis, e aveva costretto il primo a seguirlo in guerra e la seconda a trovarsi marito il prima possibile, essendo rimasta incinta.
Dopo la sconfitta di Sephir, mio padre convinse l'imperatore Wechtigar XVI a diseredare il principe, e persuase lo stesso Sephir a tenere Masrek lontano dalla corte, facendo credere che fosse morto, altrimenti avrebbe rivelato lo scandalo dell'incesto.
Susan credeva che suo padre non avrebbe osato andare oltre e dava per scontato che Wensy fosse d'accordo con lui.
Wensy invece non voleva rassegnarsi all'idea della morte del figlio. E nostro padre la spinse giù dalla torre.
Per quanto i rapporti con Wensy non fossero mai stati calorosi, Susan rimase comunque sconvolta dalla sua morte e dal ruolo che il loro stesso padre aveva avuto in quella morte.
Da quel momento tutto è precipitato. Wechtigar venne avvelenato. Del ramo primogenito rimaneva soltanto Ellis, che era sposata con mio figlio, Elner X. Avrei potuto essere l'imperatrice madre, ma anche mio figlio fu avvelenato.
La mandante dell'avvelenamento era stata Ellis, la quale poi aveva assunto su di sé un potere assoluto, come reggente per il figlio avuto da Masrek, chiamato Elner XI per legittimarne la nascita.
Mio figlio fu imperatore per pochi mesi, poi, dopo il suo avvelenamento, io e le mie figlie fummo allontanate da corte, e tornammo a vivere nella residenza dei Fuscivarian.
Durante tutto il lungo, gramo periodo della Reggenza di Ellis, la principessa Susan non ebbe alcuna importanza di carattere politico e nemmeno di tipo mondano e le sue figlie Irulan ed Eilan, principesse imperiali del sangue Eclionner, non riuscirono a trovare marito.
Diciotto anni di umiliazioni. Io e le mie figlie eravamo sole, dimenticate da tutti, disprezzate, emarginate.
Si era ormai rassegnata al peggio, quando ci fu il miracolo.
Elner XI ritirava a sua madre Ellis la reggenza e la spediva in esili. Tutti i giochi, da quel momento si sono riaperti.
Susan era una delle più esperte conoscitrici delle regole dell Gioco del Trono ed anche un'abile simulatrice e dissimulatrice. Partecipava a due congiure opposte tra loro: era alleata con Elner XI contro Marvin, ma anche con la madre di Marvin contro Elner XI, nella speranza di favorire l'ascesa indiscussa di sua figlia Irulan sul trono imperiale.
L'unico problema era riuscire a trovare un marito degno di sua figlia, che le portasse prestigio e potere, ma che non pretendesse di comandare al suo posto.
Un candidato naturale a quel ruolo c'era: suo nipote Leto Fuscivarian, un giovane di grandi qualità, ma molto umile e prudente. L'unico suo difetto era di avere una madre molto ambiziosa, lady Jessica Antares, che sicuramente avrebbe costituito un grande ostacolo per Irulan.
Comunque, per ora anche Jessica ha tutto da guadagnare nel seguire il mio piano. Il resto si vedrà al momento opportuno.
Cast
Susan Sarandon (Wensicia Corrino) - Susan Fuscivarian (Fujiwara)
Elizabeth von Wittelsbach (Sissi) - Wensy Fuscivarian (Fujiwara)
mercoledì 30 gennaio 2013
Gli eredi di Gothian. Capitolo 19. Marigold rivela ad Ellis le decisioni dei congiurati.
<<Capisco il tuo dilemma. Hai ricevuto un incarico importante qui e lo vuoi portare a termine>>
Così Marigold aveva espresso con grande sintesi ciò che vedeva accadere nell'animo di Ellis.
<<Anche se volessi lasciare Gothian, non potrei farlo. Gli ordini di Marvin sono stati ben precisi. Fintanto che non cadrà l'Ultima Thule, io dovrò rimanere qui>>
Marigold la guardò dritto negli occhi:
<<Se Marvin sarà deposto, il tuo incarico qui diventerà ben poca cosa>>
Ellis le lanciò un'occhiata di sbieco:
<<Come intendono "deporlo"?>>
La Contessa di Gothian chiuse gli occhi, come se avesse rivisto quella scena mille volte:
<<Lo vogliono far sprofondare nella pazzia. Le sue premonizioni ultimamente si stanno sviluppando in vere e proprie visioni. Questo misticismo lo demoralizza e lo indebolisce. I congiurati intendono assecondarlo su questa strada, instillando in lui pensieri negativi>>
L'ex reggente rimase perplessa:
<<Marvin è forte, non riusciranno mai a provocargli la pazzia!>>
Marigold fece un sorriso come se avesse sentito dire una ingenuità da un bambino:
<<Anche i congiurati sono forti. Hanno trovato alleati tra i druidi più tradizionalisti, in particolare il vecchio Bendeigind, che è un conoscitore dei testi della magia nera, in particolare il Malleus Maleficarum e la Clavicula Salomonis. Ovviamente anche lui è un mistico, e porterà con sé a Caemlyn altri personaggi con poteri mentali eccezionali>>
Ellis si rese conto che la situazione era più grave di quanto pensasse:
<<Gli scriverò una lettera per avvertirlo>>
Marigold continuò a sorridere con supponenza:
<<Ma lui sa già che questi personaggi fanno parte della congiura. Il suo errore è che crede non solo di tenergli testa, ma di portarli dalla sua parte! C'è bisogno che qualcuno lo dissuada da quel folle progetto!>>
<<Ha già sua moglie e sua nonna che lo sorvegliano da mattina a sera e da sera a mattina!>>
<<La regina crede ciecamente nelle doti di Marvin e quindi lo sta incoraggiando inconsapevolmente nella direzione che lo porterà alla rovina. Quanto a lady Ariellyn, non è mai riuscita a convincere né lui, né Lilieth a comportarsi in modo sensato. Per questo, Ellis, lui ha bisogno di te!>>
<<Perché non ci va Lilieth allora, visto che è sua madre! Qualcuno glielo dovrà pur ricordare!>>
<<Lilieth è incinta ed è troppo innamorata del suo nuovo marito. Non mi meraviglierebbe se si fosse messa a partecipare al Gioco del Trono!>>
Ellis si sentiva esasperata dalle stranezze della famiglia Vorkidian, che pure in apparenza si era sempre presentata come molto più equilibrata degli Eclionner.
E' come se nessuno di loro fosse più se stesso, come se gli avessero fatto un incantesimo. E non è da escludere questa idea, considerati i poteri di Bendeigind. Marvin deve sapere!
Non sarebbe comunque stato facile far cambiare idea a suonipote su quelle questioni.
Però devo rendermi conto con i miei occhi di quello che sta succedendo a corte.
Non si fidava per niente di Marigold, e avrebbe preferito rimanere a tenerla sotto sorveglianza, ma i messaggi che la Dama Gialla aveva mostrato erano inequivocabili.
La congiura è in atto, e sono in troppi ormai a dirmi che Marvin si sta perdendo nelle sue visioni.
Guardò di nuovo Marigold e le disse:
<<Andrò a Caemlyn, a verificare di persona la situazione. Ma non pensare di essere più libera: farò raddoppiare la sorveglianza su di te e sui tuoi figli! Hai ancora molta strada da fare per meritarti il mio perdono e, a maggior ragione, la mia fiducia!>>
Cast
Lena Headey (Cersei Lannister) - Marigold di Gothian
Eva Green (Morgana di Avalon) - Ellis Eclionner
Christopher Lee (Saruman) - druido Bendeigind
Claire Forlani (Igraine di Camelot) - Lilieth Vorkidian
Gli eredi di Gothian. Capitolo 18. Marvin e Ulume discutono su tutto.
Marvin era seduto su un trono di spade molto simile a quello delle Cronache del Ghaiccio e del Fuoco. A fianco a lui c'era il lupo albino Arf, che era appartenuto a suo padre Masrek ed era passato a lui come tutto il resto: l'anello di zaffiro degli Eclionner, che designava il capo della famiglia, il sigillo imperiale, che indicava il sovrano legittimo e altri effetti personali che, di fatto, stabilivano senza ombra di dubbio che l'imperatore dei Lathear sarebbe dovuto essere lui, e non il suo fratellastro Elner XI.
Proprio per discutere di questo, il priore della Grande Canonica, padre Rudo Ulume, aveva atteso pazientemente per tre giorni dal suo arrivo.
Quando vide il giovane re dei Keltar lo trovò molto incupito e la
sua espressione era dura e nel contempo malinconica. Le guardie, attorno a lui, avevano un'espressione ancora più cupa. Il clima era molto teso.
Padre Grizinga deve avergli anticipato qualcosa, e lui non l'ha presa affatto bene.
Ulume si inginocchiò con deferenza, ma Marvin gli fece segno di accomodarsi in una poltrona alla base del palanchino reale.
<<Vi ringrazio, Vostra Maestà>>
Marvin annuì con un cenno:
<<Quali notizie portata da Lathena>>
Ulume decise di arrivare subito al punto.
<<Non buone, Maestà. Vostro fratello Elner ha ordito una congiura ai vostri danni, molto ampia come ramificazioni. La notizia giunge da una fonte sicura: Bial l'Eunuco>>
La malinconia nel viso di Marvin si accentuò:
<<Hai una lista dei congiurati?>>
Il sacerdote estrasse un rotolo di pergamena da una tasca e lo porse a Marvin, che però lo rifiutò con un cenno della mano, lasciando che fosse sua moglie Igraine a occuparsene.
Allora le voci sono vere: è la regina che detiene le redini del comando. Santo cielo, Marvin, ma cosa ti è successo?
Come se gli avesse letto nel pensiero, Marvin dichiarò:
<<Mentre a Lathena ci si diletta a tessere trame e inganni, qui a Caemlyn stiamo lavorando duramente per costruire la pace e il benessere. Mi dispiace di averti fatto attendere, ma in questi giorni il Consiglio sta decidendo su questioni improrogabili>>
La sua voce era roca, e le palpebre erano appesantite dal sonno.
Se va avanti così, la malattia e la morte lo colpiranno molto prima dei congiurati.
Ulume non sapeva come comunicargli quell'impressione, specie lì davanti a tutti, alla presenza della regina e dei suoi parenti.
<<Se non verrete presto a Lathena, sire, temo che comunque qualcosa succederà>>
Marvin non apparve per nulla sorpreso:
<<Persino mia madre si è stancata di aspettarmi. Non posso darle torto... >>
<<...Del resto già da tempo ho maturato l'idea che sia impossibile per me governare l'intero Continente. Immagino che il candidato legittimo sia la principessa Irulan>>
Il prete rimase di nuovo senza parole.
Continua a leggermi nel pensiero? L'espressione annoiata sul suo volto sembra dare l'idea che stia recitando una commedia che non lo diverte più.
Possibile che il Principe Promesso fosse già stanco della sua missione?
<<In molti vogliono Irulan sul Trono del Sole, ma temono la nefasta influenza di sua madre, Susan Fuscivarian, che sta facendo il doppio gioco, e degli altri membri di quel clan. Inoltre c'è l'incognita dei figli che Sephir ha avuto da Marigold, e di quelli che Elner ha concepito con Alienor. La Dinastia rischia di cadere nel disordine e con lei tutto l'Impero Lathear, trascinando con sé il Continente>>
Marvin pareva quasi non ascoltare. Era come se stesse contemplando una visione che agli altri era negata.
Sta esaminando le premonizioni. Si dice che sia un processo molto doloroso, perché è quasi sempre senza speranza.
Attorno a lui, anche gli altri dignitari erano consapevoli che il re si stava districando tra miriadi di futuri plausibili, ognuno dei quali portava con sé enormi rischi e dolori.
Con un cenno, lo fece avvicinare a sé:
<<Anche Marigold fa il doppio gioco. Le congiure in atto sono tre: quella di Elner, quella di Irulan e quella di Marigold. Ho avuto premonizioni discordanti riguardo al loro esito, e comunque, ancora non riesco a cogliere i nessi logici che legano una visione all'altra, e nemmeno il modo in cui intendono porre fine alla mia vita. Per questo devi tenere gli occhi bene aperti, perché io vedrò attraverso di te>>
Le parole erano così lontane e tristi che Ulume osò chiedere a bassa voce:
<<Maestà, vi vedo profondamente afflitto>>
Marvin gli sussurrò all'orecchio:
<<Viene per tutti il momento in cui ci rende conto di essere in un universo che non ci piace ed in un corpo troppo limitato per le nostre esigenze>>
Quelle parole non erano solo una affermazione pessimistica sulla natura umana.
Marvin doveva aver visto realmente qualcosa che aveva rafforzato tali convinzioni.
Se potessi chiedergli di rivelarmi cosa ha visto nel futuro! Deve esserci qualcosa di terribile, per turbarlo in quel modo.
Ulume scorse una furtiva lacrima che rapidamente scese sul volto di Marvin.
Gli parve di percepire la profonda angoscia che si stava impadronendo del giovane re.
Improvvisamente l'awen si impadronì anche di Ulume, che vide in un breve attimo tutti i possibili futuri e le possibili concatenazioni, e lo spaventarono a morte.
Marvin riemerse dalle sue meditazioni con lo sguardo di un medico che ha appena certificato la morte di un paziente.
<<Gli dei mi sono testimoni: sto facendo tutto il possibile per questo Continente. Ho un debito d'onore verso l'imperatrice Alienor, perché promisi a suo padre di liberarla. Molti pericoli la minacciano: è necessario che lasci Lathena prima che tutte queste congiure si realizzino. Riferisci a Bial, a Vyghar e a mia madre che affido a loro tutte le questioni imperiali>>
Ulume si chiese se veramente quella era una rinuncia definitiva o solo una pausa. In ogni caso ammirò la compostezza con cui Marvin affrontava l'uragano che si era abbattuto contro di lui.
<<Maestà, sappiate che non siete più da solo ad affrontare tutto questo. All'inizio non avevo capito, ma ora tutto mi sta diventando chiaro. Ho visto cosa c'è dietro la collina. L'ho visto e ne ho avuto paura>>
Marvin si alzò e lo abbracciò.
<<Non temere amico mio, è solo la ruota della vita che scorre più velocemente e in mille direzioni>>
Ulume ricordò un antico proverbio in una lingua keltari, l'occitano-catalano:
"Enfin lo temps sen va, va res l'eternitad, fugir tu puede enfin, enfin escapar non"
Non potevano sfuggire al loro destino, ma potevano quantomeno scegliere di che morte morire.
<<Mio signore, affido a voi la mia vita e la mia anima>>
Marvin gli impartì una benedizione nel nome di Ahura Mazda, Belenos e Vivien.
Poi giunse il momento del congedo:
<<Presto prenderò delle decisioni importanti e voi sarete il primo a saperlo. Siete sempre il benvenuto qui a Caemlyn. Verrà il giorno in cui affronteremo insieme tutto ciò che ora si nasconde "dietro la collina". Ma il nemico che è fuori di noi è anche dentro di noi, ed è lì che per primo dobbiamo sconfiggerlo. E in quella battaglia, i cuori di tutti gli uomini vivono nell'identica solitudine>>
Gli eredi di Gothian. Capitolo 17. Il dilemma di Ellis Eclionner
Ellis Eclionner si aggirava come uno spettro nei meandri gelidi e oscuri del Castello di Gothian, da cui controllava le operazioni militari contro i vampiri albini in tutta la contea, e oltre, fino all'Artico.
Gli ultimi rapporti forniti dal suo segretario personale, il vecchio e fedelissimo Rowland Tucker, dalla testa sempre più quadrata e dalle gote sempre più cascanti, era cauto, con una piccola vena di pessimismo, tipica del suo stile.
"... per questo mi permetto di suggerire a Vostra Maestà..." e qui Ellis sorrise al pensiero che il suo antico primo ministro si rivolgesse a lei come se fosse ancora l'Imperatrice Reggente, la dark lady soprannominata la Vedova Nera, che per quasi vent'anni aveva governato l'Impero del Lathear con il pugno di ferro, in nome e per conto di suo figlio, l'attuale sovrano Elner XI "...di inviare in avanscoperta un drappello di militari scelti, guidati da ranger esperti, per stanare i covi dei vampiri albini che si sono concentrati in massa nelle regioni vicine all'Estremo Nord, quella terra che fin dall'antichità veniva chiamata l'Ultima Thule"
Ordinerò alle avanguardie di seguire il fiume Bianco. Ma i pericoli della steppa e della tundra che si trova a est potrebbero essere maggiori di quel che si creda.
Ma questa non era la maggiore delle preoccupazioni di Ellis.
Devo impedire che scoppi una guerra fratricida tra Elner e Marvin, ma non mi fido di Marigold come mediatrice.
La ex Contessa di Gothian aveva ottenuto il permesso di trascorrere due ore al giorno con i suoi figli Anakin e Valyria. Non intendeva concederle altri spazi.
Come posso fare ad influire sulla situazione del Continente Centrale se mi trovo esiliata in questo castello tra le desolazioni, le montagne e le nevi.
Il castello di Gothian era il centro del suo feudo, certo, ma anche la sua prigione!
Aveva accettato di ritirarsi in quel luogo, su consiglio di Marvin, dopo la morte del principe Masrek Eclionner. Doveva scontare il suo periodo di vedovanza, e quel luogo gelido era stato il luogo più giusto per anestetizzare il suo dolore.
Ma ora mi sto risvegliando. Incomincio a sentire che la vita continua, che non posso rimanere fino alla morte in questo mondo gotico.
In fondo tutto ciò che vedeva intorno a lei era una sorta di grande romanzo gotico, o di genere gothic o dark, secondo le espressioni che lo designavano nella lingua alfari moderna.
E lei come dark lady, come oscura regina, come signora delle tenebre, aveva l'aspetto ideale per essere la signora di quel luogo, la nuova Contessa di Gothian.e signora di Dark Shadows.
Ma era un grande spreco il fatto che la sua grande esperienza politica fosse confinata a quel luogo angusto, a quella Torre delle Ombre, o Castello Nero, lungo la Barriera che separava il regno degli Alfar da quello degli Albini, e che di fatto coincideva col circolo polare artico.
Eppure se questa è la torre delle ombre, allora io dovrei sentire anche il canto delle ombre. E invece non sento nulla. Dove sei Masrek, perché mi hai abbandonata qui, ai confini del mondo?
Ma forse l'idea di esclusione era relativa.
Se qui si nascondesse un grande potere, allora tutto si ribalterebbe. Cosa si nasconde nell'Ultima Thule?
Ricordava che suo nonno il senatore Fuscivarian le ripeteva sempre che: "Il potere non si trova dove la gente crede che si trovi. Il potere è tanto maggiore, quanto più è segreto"
Ellis scacciò quel pensiero. Non era il potere che le interessava.
Voglio una nuova opportunità. Sono una donna di trentotto anni. Posso ancora rifarmi una vita. Ma con chi? Non certo con qualche bruto che vive tra questi ghiacci, o qualche yeti o abominevole uomo delle nevi!
Ma se avesse lasciato adesso quel luogo, non solo avrebbe contravvenuto ad un ordine di Marvin, ma avrebbe lasciato campo libero a Marigold, e questo non poteva succedere.
Che fare dunque? Rimanere in quelle Cime Tempestose e fare la fine di una Catherine Earnshow o di un Heathcliff, oppure riprendere in mano la propria vita e ricominciare?
Per Ellis non c'era dubbio.
Ricominciare, perché ogni giorno è sempre un nuovo inizio.
Cast
Eva Green (Angelica o Angie) - Ellis Eclionner
Le altre immagini sono riconducibili alle citazioni intertestuali di questo capitolo estremamente gotico, dark, dove Ellis ritrova il suo ruolo di donna fatale, che le permetterà di tornare protagonista della grande strategia che ruota intorno al Gioco del Trono.
Gli eredi di Gothian. Capitolo 16. Morgil, l'Elfo Oscuro.
La sua vita era cambiata completamente una notte dell'anno prima, quando gli Albini del Conte Fenrik di Gothian avevano invaso il regno degli Alfar.
All'epoca il suo nome era Gil-Gàlad, "Stella di radianza", ed era un Alfar, un elfo luminoso della nobile stirpe dei Noldor.
I Noldor erano una stirpe elfica pura. Non si erano mai "contaminati" con unioni matrimoniali con gli uomini del nord, a differenza di quasi tutti gli altri Alfar.
In origine gli Elfi erano chiamati Quendi, perché erano stai i primi a parlare, e si dividevano in varie famiglie.
Quando giunsero gli uomini del Nord, solo tre famiglie degli Elfi non accettarono di fondersi col nuovo popolo. Quelle tre stirpi, conosciute sotto il nome comune di Eldar, erano i Vanyar, i Noldor e i Teleri.
I Vanyar erano poi partiti per Aman, la terra del Continente Occidentale, seguiti dai Noldor e da buona parte dei Teleri. Costoro videro le luci dei primi alberi sacri, e furono appunto detti Elfi Luminosi o Alti Elfi o Eldar, e la loro lingua era il Quenia.
Ufficialmente le loro terre facevano parte del regno degli Alfar, ma sostanzialmente erano indipendenti.
Quando i Noldor erano tornati nel Continente Centrale, ne erano divenuti la stirpe più nobile, di fronte alla quale persino la famiglia reale degli Alfar doveva inchinarsi. Avevano ottenuto la ricca provincia del Beleriand, che confinava con l'Oceano Occidentale. Lì si erano radunati tutti quegli Alfar che avevano per lo più sangue elfico nelle vene.
Per questo motivo, quando il Conte di Gothian aveva invaso la provincia del Beleriand, in quel luogo l'effetto del morso dei vampiri albini era stato del tutto imprevisto e sorprendente.
Invece che trasformarli in altri vampiri, secondo l'ordine 666 del Conte Fenrik, i Noldor e i Mezzelfi si erano tramutati in Elfi Oscuri.
In molti la malvagità aveva prevalso, e si erano schierati dalla parte di Lord Fenrik, ma in molti altri la bontà era riuscita a mantenere il controllo della loro anima.
Fu così che si raggiunse il giuramento con Marvin Vorkidian, che si impegnava a liberare il regno degli Alfar dai vampiri. Gl Elfi Oscuri allora passarono dalla parte di Marvin, e Gil-galad, che era il loro capo, assunse il nome di Morgil, che in lingua Quenia voleva dire "Stella oscura", cioè "Darkstar" in lingua alfari moderna.
Morgil e i suoi Elfi Oscuri erano stati determinanti nella vittoria di Marvin Vorkidian, e nella sua operazione di bonifica del regno dai vampiri.
Ma poi le legioni di Marvin sono rimaste nel nostro regno e lo governano come se fosse una provincia del regno dei Keltar.
Il giuramento era stato infranto e così le speranze degli Alfar.
Il sacrificio della patria nostra è consumato, tutto è perduto...
Morgil da allora aveva guidato la Resistenza contro gli occupanti, i Keltar, che in quenia erano detti Celti.
Eravamo un nobile popolo, ora siamo ridotti a un manipolo di ribelli, che si nascondono in un luogo segreto chiamato Jacurutu, malfamato come lo erano stati Tupile e Terramara, ai tempi in cui Vyghar di Linthael era un pirata e Sephir Eclionner un fuorilegge a capo della Piovra.
Marvin Vorkidian aveva presentato una offerta di tregua del tutto inaccettabile e irricevibile.
Il problema principale era la giustificazione che Marvin adduceva all'occupazione militare del regno degli Alfar: "A prescindere dall'eventualità, non ancora verificata, che tutti i vampiri albini siano stati eliminati o comunque cacciati dai territori degli Alfar, resta da stabilire quale sia la moralità degli Elfi Oscuri. Sono essi devoti al dio del Bene e ai suoi angeli, o al dio del Male e ai suoi demoni? Fintanto che questa risposta non sarà stata chiarita, non potremo mai correre il rischio di lasciare il Regno ai malvagi".
L'abilità di Marvin nel presentare, a suo favore, le situazioni, era nel contempo abilissima e ingenua. Abilissima perché nell'ambito politico ciò che conta più di ogni altra cosa è stabilire qual è il nemico e attribuire ad esso tutti i mali, compreso quello ontologico e metafisico.
Ingenua perché non teneva conto del fatto che non fosse per nulla scontato decidere cosa era il Bene e cosa era il Male. E anche se si fosse riusciti a dare una tendenziale indicazione al riguardo, chi poteva misurare la percentuale dell'uno o dell'altro nella mente di un individuo o di un popolo?
Agli occhi di Marvin sono un malvagio, ma ai miei occhi, cosa sono?
Poteva bastare il morso del vampiro a corrompere la mente di colui che ne era stato vittima?
La mia pelle è divenuta nera, i miei capelli bianchi, ma la mia anima che colore ha?
Domande, sempre domande, da quel maledetto giorno in cui ricevette il morso del vampiro.
C'è stata una guerra, ed ora c'è una ribellione: come potevo essere soldato senza uccidere, e ribelle senza oppormi alla legge?
Non era stato mai crudele, mai sadico. E se avesse potuto, non avrebbe mai fatto del male ad anima viva.
Ma il sospetto che Marvin insinuava nella lettera che accompagnava la proposta di pace era che gli Elfi Oscuri fossero"devoti al dio del Male e ai suoi demoni".
Questo è falso, non serviamo nessun demone e nessun dio. E' questa una colpa, Marvin? Il fatto di non credere nel tuo Ahura Mazda, nei suoi angeli, e nel suo profeta Zarathustra?
Nemmeno i Keltar riescono a credervi. E' un culto persiano antichissimo, venuto dal Continente Orientale, e qui conta solo pochi adepti.
Nei momenti più difficili della guerra, Morgil aveva tentato di pregare la dea della Luce, Aenor, pregando per la sua intercessione presso il supremo Ahura Mazda, ma non aveva avuto alcuni beneficio.
Con fede sincera, la mia preghiera ai santi tabernacoli salì. Diedi gioielli della Madonna al manto, e diedi il canto agli astri, ai cieli, che ne ridean più belli. Diedi fiori agli altari. Ma adesso, nell'ora del dolore, perché, perché, Signore, perché me ne remuneri così?
Quello era stato il suo "de profundis clamo ad te, Domine". Ma nessuno aveva risposto.
E allora sempre emergeva la domanda:
Non mi rispondi perché non ci sei, o perché non ne sono degno? E se fosse, non ne sono degno per mancanza di fede o per i peccati commessi?
Domande. Altre domande senza risposta, finché in ultimo si era stancato di domandare ed aveva iniziato ad agire.
Ormai la macchina della ribellione è avviata e non si può più tornare indietro. Marvin, prega con fervore il tuo dio, perché solo lui, a questo punto, può salvarti!
martedì 29 gennaio 2013
Gli eredi di Gothian. Capitolo 15. Alienor e Susan Fuscivarian valutano una alleanza.
In una tarda serata di luglio, l'imperatrice consorte Alienor di Alfarian, ricevette una visita inaspettata da parte di una persona di riguardo.
Si trattava di sua altezza imperiale la principessa Susan Fuscivarian, madre del defunto Elner X e nonna (almeno ufficialmente) di Elner XI, attuale sovrano.
Susan Fuscivarian era una donna forte. Aveva perso molte battaglie e subito lutti molto gravi, tra cui il padre, il marito e il figlio, ma non aveva mai perso la propria determinazione, per quanto essa fosse volta per lo più a scopi malvagi.
Alienor, al contrario, era estremamente sensibile e tendeva a deprimersi facilmente, specie dopo che il matrimonio combinato con Elner IX l'aveva costretta a rinunciare all'uomo di cui era innamorata, il vice ammiraglio Lorran Plum.
Tra Alienor e Susan c'era stata freddezza per molto tempo, poi improvvisamente, un mese prima, Susan aveva incominciato ad essere molto gentile.
Timeo Danaos, et dona ferentis.
Alienor temeva sempre i nemici, anche quando portavano doni.
Ma Susan è veramente mia nemica?
Decise di saggiare il terreno:
<<Susan, a cosa devo l'onore di questa visita?>>
La principessa, con un sorriso conciliante e dopo un leggero inchino, rispose:
<<Alienor, mi hanno riferito che ultimamente non ti senti molto bene>>
La cosa non meravigliò la giovane imperatrice:
<<Beh, sai... la gravidanza, il caldo...>>
Susan non abboccò:
<<Parlo del tuo stato d'animo. Alienor, te lo leggo negli occhi: c'è una profonda tristezza che ti sta consumando, e credo di conoscerne i motivi>>
Alienor rimase seria.
Da quando in qua ti interessa la mia tristezza?
Si limitò a fissare Susan, la quale proseguì:
<<Ti aspettavi di essere liberata da questa condizione di sostanziale prigionia. Marvin Vorkidian pare essersi dimenticato del giuramento che aveva fatto a tuo padre>>
Alienor non poteva negare la verità di quelle osservazioni, ma non si fidava di Susan::
<<Elner è il padre dei miei figli. A suo modo credo che mi voglia bene>>
Susan le rivolse il suo tipico sguardo di maliziosa complicità:
<<Immagino saprai che Elner non è veramente mio nipote. E' nato dall'incesto di Ellis con suo fratello Masrek...>>
Eclionner Dinasty
(in grassetto sono indicati i personaggi ancora in vita)
_______________________________________
| | |
Wechtigar XVI Barbablù Vorian Eclionner Diana Eclionner
+ + +
Sophie Tessier-Ashpool Melania Orwell William Richese
| | !
Sen. Sibelius Fuscivarian Sephir Eclionner Ivar Eclionner Helena Richese
| + + +
Kato Fuscivarian - - - Wensy Fuscivarian - - - Susan Fuscivarian Conte di Linthael
+ ________ |________ _ _ _!_____ |
Jessica | ! | | Vyghar
Antares Masrek --- --+ ----Ellis Eclionner-+ Elner X Irulan di Linthael
_| _ + | Eclionner
| | Lilieth Vorkidian Elner XI
Hito Leto | +
Fuscivarian Marvin Alienor di Alfarian
+ Vorkidian |
Chani Corrino + Eleanor Eclionner
Igraine Fenmore
Igraine Fenmore
<<...Non c'è nessuna parentela, né alcuna alleanza politica tra me e tuo marito. E nemmeno alcun affetto, cosa che del resto vale anche per te, non cercare di negarlo: lo si capisce da qualunque cosa tu faccia o dica. Ormai gran parte della famiglia reale se n'è resa conto>>
Alienor non aveva più le forze per nascondere quella realtà:
<<Questi discorsi non ci portano da nessuna parte>>
Susan allora, abbassando il tono di voce, e avvicinandosi ad Alienor, sussurrò:
<<Mi è stato detto che esiste un'ampia convergenza di forze che potrebbero costringere Elner ad abdicare in favore di mia figlia Irulan. Ma per poter agire in modo consapevole, abbiamo bisogno di molti dati riguardanti le abitudini e gli spostamenti di Elner, e chi meglio di te potrebbe fornirceli?>>
Finalmente si era giunti al punto.
Elner cospira contro Marvin, Marvin cospira contro Elner, e Susan cospira contro entrambi.
Ed io mi trovo al centro di questa giostra.
Il rischio era immenso.
Si ricordò una canzone, intitolata "Ginevra" e ispirata ai miti dei Keltar ai tempi di re Arthur, più di mille anni prima.
"E prigioniera di quel girotondo, mi liberai, mi liberai... per chi ti ama come un disperato, c'è sempre chi ama un po' di più, io scelsi chi mi amava nel peccato, forse sbaglia, forse sbagliai..."
Sentiva profondamente la necessità di liberarsi e di unirsi col suo amato Lorran.
Ma poi? Fuggiremmo di gente in gente, ed i miei figli sarebbero privati del padre e dei loro diritti.
Se Elner fosse venuto a conoscenza di tutti questi discorsi, avrebbe condannato ognuno di loro ad una morte atroce.
<<Lasciami almeno qualche giorno per pensarci. Devo valutare molte questioni, tra cui le mie responsabilità di madre. Quando avrò deciso, ti manderò a chiamare>>
Susan divenne seria:
<<C'era un detto, nella terra di origine della mia famiglia, quando ancora si chiamava Fujiwara. L'aquila passa una sola volta. Se non segui subito la sua direzione, non raggiungerai mai più la meta. Ebbene, io sono quell'aquila. Non perdermi di vista. Sono la tua ultima occasione di libertà>>
Cast
Tamzin Merchant (Catherine Howard) - Alienor di Alfarian
Susan Sarandon (Wensicia Corrino) - Susan Fuscivarian (Fujiwara)
Orlando Bloom - Lorran Plum
Casa Atreides - Famiglia imperiale Eclionner
Tavola rotonda, re Artù e Ginevra - mito di origine Keltar (celtico) Si veda il post intitolato "Tutti i volti di Camelot"
Gli eredi di Gothian. Capitolo 14. Ulume arriva a Caemlyn.
Nell'attraversare la pianura amnisiana fino alla fortezza di Caemlyn, nel Nord, il priore padre Rudo Ulume aveva potuto constatare come il Regno dei Keltar fosse diventato ricco e potente nel giro di un solo anno dall'incoronazione di Marvin Vorkidian.
Marvin ha riunito le loro tribù, i loro clan, i loro villaggi e i loro duchi, ne ha fatto un Regno e li ha condotti alla conquista di Impero.
Erano gente perduta sulla terra, non avevano neanche un padrone.
Poi avevano sconfitto il Conte di Gothian e invaso il Regno degli Alfar, per liberarlo, come dicevano loro.
Certo non potevano lasciarlo in mano ai vampiri, ma ormai sia gli elfi luminosi che quelli oscuri erano in grado di governarsi e proteggersi da soli.
La verità era che ai Keltar piaceva molto l'idea di aver conquistato un impero e di essere finalmente diventati una potenza militare ed economica.
La gente nova e i sùbiti guadagni, orgoglio e dismisura han generato.
Certo non si poteva dire che Marvin Vorkidian fosse un "homo novus", poiché discendeva per parte di madre dalla stirpe reale dei Keltar e per parte di padre dalla Dinastia imperiale dei Lathear, gli Eclionner.
Quando nasce un Eclionner gli dei lanciano una moneta, per decidere se sarà un grande uomo o un pazzo. Ma restano comunque due facce della stessa moneta.
Quando finalmente era arrivato alla rocca di Caemlyn, padre Ulume l'aveva trovata molto cambiata. Era divenuta una vera e propria reggia, quasi più imponente della piramide imperiale di Lathena.
Erano state costruite due cerchie di mura esterne, e quelle interne erano state rafforzate.
Il nuovo tempio di Ahura Mazda deve aver fatto infuriare i druidi tradizionalisti.
Provò invidia per i Keltar, che potevano apertamente adorare il dio del Bene, senza doverlo nascondere dietro le facce dei suoi intercessori, o peggio ancora dei demoni come Ecliom.
Ufficialmente a Lathena il culto di Eclion rimaneva l'unico legale, secondo la volontà delle alte gerarchie.
Per questo il Sommo Sacerdote Caiphas e l'arcivescovo di Lathena, cardinale Augustin Arenga, hanno partecipato alla congiura contro Marvin.
Ulume e tutto l'ordine della Grande Canonica erano stati reintegrati nei loro ruoli dopo la caduta di Marigold di Gothian, che ne aveva mandato al rogo una gran parte.
Se la congiura di Elner dovesse aver successo, saremmo tutti di nuovo in pericolo.
Per questo Ulume aveva deciso di recarsi da Marvin per conto di Bial l'Eunuco, e di sollecitarne l'intervento.
Marvin mi dovrà spiegare perché sta tergiversando!
Quando si trovò di fronte al grande ponte levatoio della prima cerchia di mura, Ulume rimase estasiato dalla sua imponenza.
Il ponte era calato e sotto di esso scorreva un torrente, che a valle, raccogliendo le acque di vari affluenti, sarebbe divenuto il grande fiume Amnis, quello che aveva dato il nome alla grande pianura su cui regnavano i Keltar.
Quando le guardie lo identificarono, accolsero con grande onore sia lui che la sua scorta.
Fate bene a onorarmi, perché presto il mio aiuto vi sarà indispensabile.
Nel momento in cui entrò, Ulume poté vedere quando fosse meravigliosa la città che era sorta tra le due mura della rocca. C'erano le abitazioni dei Duchi e dei Ministri e degli alti dignitari di corte, oltre ai templi, dove vivevano i sacerdoti, e alle caserme dei soldati.
Questo ambiente trasuda ricchezza e sfarzo da tutti i pori.
Naturalmente doveva esserci un progetto dietro a tutto questo. Marvin aveva voluto creare qualcosa che unisse in sé la solennità di Camelot e lo sfarzo di Versailles, per far sì che tutti i nobili risiedessero vicino a lui, in modo da poterli controllare meglio. E mentre i Duchi si divertivano a corte, il re aveva mandato i suoi uomini ad amministrare i Ducati.
Ma i più potenti sono gli uomini della regina Igraine.
Igraine, che molti consideravano più potente di re Marvin, apparteneva alla gloriosa famiglia Canmore, che da millenni controllava le Highlands, i territori degli altopiani e delle brughiere del Nord.
I clan delle Highlands erano i più accesi sostenitori di Marvin, quelli che costituivano la sua Guardia Reale personale, comandata da sir Angus Canmore, cugino della regina Igraine.
La regina aspetta un figlio. In lui scorrerà il sangue di tre dinastie: i Canmore, i Vokidian e gli Eclionner. Agli dei non basterà una moneta per deciderne il carattere. Il nascituro costringerà gli dei a giocare a dadi.
Non provava simpatia per Igraine, il cui fanatismo era superato solo dal gelo altezzoso del suo modo di fare.
Forse persino Marvin si sente schiacciato da lei.
In ogni caso, ormai non si poteva più tornare in dietro. I giochi erano fatti, anche se Elner avrebbe presto ricominciato la partita.
Il gioco del Trono ritornerà, e con lui la guerra. Se non sarà Elner ad aprire le danze, lo saranno Daemon e Daenerys von Steinberg, gli Eredi di Gothian.
La congiura aveva alleati ovunque, forse persino tra quelle mura.
Quando finalmente, superata la terza cerchia, arrivarono di fronte alla rocca, Ulume si domandò se quell'imponenza ieratica avesse fatto perdere a Marvin il senso della realtà.
Un drappello di guardie, guidate dall'unico sacerdote Lathear ammesso a corte, padre Grizinga, accolse padre Ulume e la sua scorta e li guidò verso i loro appartamenti.
Grizinga baciò l'anello di ametista del suo superiore e dopo alcuni convenevoli gli disse, a voce bassissima:
<<Meno male che siete arrivato. Qui la situazione sta diventando insostenibile. Le varie fazioni si sbranano tra loro e il re non riesce a tenerle insieme e deve far ricorso agli uomini della regina>>
Ulume, sentendo confermate le sue paure, annuì:
<<Devi far sapere al re che devo parlargli al più presto!>>
Grizinga sospirò:
<<Le liste d'attesa per tutti coloro che vogliono parlare al re "al più presto" sono molto lunghe, ma vedrò di fare tutto quello che sarà necessario>>
Cast
Jon Snow - Marvin Vorkidian
House Targaryen (Targaryens) - dinastia imperiale Eclionner
Samuel L. Jackson - priore Rudo Ulume
Pianura amnisiana -pianura padana
Sophie Turner (Sansa Stark) - Igraine Canmore di Lorgres
lunedì 28 gennaio 2013
Gli eredi di Gothian. Capitolo 13. I dubbi di Marvin.
Era tarda sera quando Marvin Vorkidian, re dei Keltar, dopo una giornata di intenso lavoro, decise di concedersi una passeggiata nel Sacro Cortile, il parco dedicato agli dei, interno alle mura di Caemlyn.
E' una di quelle sere in cui vorresti fuggire lontano e non farti ritrovare mai più.
Il Consiglio aveva discusso per ore sulle più piccole minuzie, senza la minima capacità di compromesso.
Alla fine era toccato a lui, come al solito, prendere una serie di decisioni che aveva scontentato tutti.
Non ho chiesto io questa corona di spine e se non vi vanno bene le mie scelte, ve la restituirò!
Passando davanti al tempio di Ahura Mazda, si fermò per pregare e meditare.
Il dio buono non è onnipotente... ma se puoi, allontana da me questo calice...
Il pronao si illuminò di un bagliore pallido, che quasi subito svanì, mentre una nuvola bianca di falene impazzite turbinava nel buio.
Altre volte era capitato, nelle sue notti oscure. Era il segno dell'intercessione di Vivien.
"Ti dono la luce di Earendil, la nostra stella più amata".
"Possa essere per te una luce in luoghi oscuri, quando ogni altra luce si spegne"
E lo era stata davvero.
Marvin ricordò di aver trascorso momenti ben più dolorosi e disperati di quello presente, eppure tutto il cammino percorso da quei giorni bui, fino ad allora, gli pareva vano.
Percorro un cammino senza la minima idea della destinazione. La strada va avanti, ma non la riconosco. E' stato tutto inutile?
Le candele del tempio sbiancavano lente, mentre Marvin ricordava il suo cammino, gli impegni e i lunghi addii, forti come un battesimo nella lugubre attesa dell'onda, e i campi di battaglia, e le ceneri di suo padre.
Tutto per nulla?
La risposta soffiava nel vento.
Era una triste ballata degli Alfar, il popolo degli elfi luminosi che lui aveva liberato e che ora gli chiedeva di andarsene, o quantomeno dare risposte sul futuro, come se fosse stato facile.
Non sapeva darle nemmeno a se stesso.
The answer, my friend, is blowin' in the wind.
Le cose erano successe troppo velocemente.
Le antiche regole, i sicuri confini, i nomi che avevano un senso: era stato tutto spazzato via.
Il vento ha spazzato la terra, e il cielo via lontano, e i mari, e tutti gli uomini. Cos'è mai questo vento? Non lo so. So solo che ho visto troppi uomini, troppi mari, troppi cieli, troppe terre.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter fermare le legioni che in suo nome erano dilagate nel Continente.
Avrebbe voluto dire: "Io non c'entro", ma non poteva.
Odio ciò che sono diventato! Odio ciò che sono, ciò che sembro... la gente crede che io mi diverta a sollevare le mani al cielo... tendens ad sidera palmas... e a vedere le moltitudini in ginocchio...
Non sapevano che quei rituali erano una gabbia più angusta per lui che per loro.
Era schiacciato dai rituali, dalle liturgie altisonanti, dalle formule vuote.
Inventano nomi nuovi per cose vecchie, e credono di averle cambiate.
Erano nomi ridicoli, come ridicoli erano tutti i gerghi, i tecnicismi.
Dicono che mi sono servito della guerra santa, non sanno che è la guerra santa che si è servita di me, delle mie buone intenzioni. Non sanno che se avessi potuto, avrei fermato quella piaga, che si stava diffondendo come una "epidemia mentale".
Contagiava le menti con il vagheggiamento di mondi migliori. Colpiva l'immaginazione, il lato più esposto.
Come puoi fermare un'idea quando ha convinto una moltitudine?
Per i membri del Consiglio era semplice: "Abbiamo avuto a che fare molte altre volte con le ideologie, con le religioni... sono ondate che passano. Basterebbe una tua parola!"
Una mia parola! Dovrei dire agli orfani e alle vedove che mi sono sbagliato, che i cattivi di allora erano meno cattivi di quelli di adesso? Che non ci sono cattivi più cattivi dei buoni quando diventano cattivi?
E poi? Cosa sarebbe cambiato?
Aver ragione non serve a niente.
Il suo regno non era più suo. Forse non lo era mai stato.
Ho costruito una cattedrale di sabbia in riva al mare.
Ovunque volgeva lo sguardo vedeva soltanto onde minacciose, e isole di autoritarismo, dove gli ambiziosi e i fanatici si erano creati il loro potere personale.
Io sono l'unico argine all'arbitrio di questi satrapi.
Se ne sarebbe andato da un pezzo, e sbattendo la porta, se non fosse stato per il rischio di lasciare il governo in mano a quei famelici avvoltoi.
Si ricordò le parole che aveva pronunciato di fronte al Consiglio, quando lo scetticismo dei ministri nei suoi confronti era diventato insopportabile:
<<Io non so se la nostra battaglia sia destinata alla vittoria o alla sconfitta. Ma so per certo che se ci arrendiamo adesso, allora saremo stati noi stessi a sconfiggerci da soli>>
Cast
Jon Snow - Marvin Vorkidian
Cate Blanchett (Galadriel) - Vivien
Bob Dylan - bardo Alfar
Paul Atreides - seconda immagine di Marvin Vorkidian
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