domenica 23 gennaio 2022

Vite quasi parallele. Capitolo 177. Serena e il Mostro

 





Con grande sorpresa di Aurora, l'occasione che attendeva da mesi per far breccia nel mondo della moda arrivò per mezzo di Roberto invece che del suo rivale Andrea Vimercati. 
Il giovane Monterovere ricevette un elaborato biglietto d'invito in carta di Amalfi con tanto di stemma in filigrana dorata, per metà stampato e per l'altra metà vergato a mano.
Il biglietto, nelle sue due parti, ben distinte, recitava: 
"La S.V. è cordialmente invitata a partecipare all'evento La Moda, lo Stile e l'Accademia, che avrà luogo venerdì 19 maggio a partire dalle ore 17.30 presso il "10 Corso Como" a Milano. 
A margine dell'evento seguirà un cocktail party per celebrare l'inizio della collaborazione tra Vogue Italia e i Dipartimenti di Estetica e Arti Visive dell'Accademia di Belle Arti di Brera. Interverranno, tra gli altri, la dott.ssa Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia e il prof. Astolfo Hagauer, Ordinario di Estetica e Fenomenologia degli Stili presso l'Accademia di Brera. 
Ogni invitato potrà essere accompagnato da una persona a propria discrezione.      
(E poi a mano)
Carissimo, 
Serena mi ha parlato molto bene di te e della tua fidanzata e nutre grandi aspettative nei confronti di entrambi. Sarò lieta di fare la vostra conoscenza in questa soirée pour quelques élus. Vi aspetto!
Franca".
Dopo aver letto e riletto l'invito, Aurora, meravigliata, commentò:
<<Ma sarà davvero lei? Non immaginavo che tu avessi agganci persino in questo settore. Perché non me ne hai mai parlato? E soprattutto: chi diavolo è questa Serena?>>
Roberto non gliene aveva mai parlato:
<<E' la figlia di Edoardo, hai presente?>>
Questo dato la tranquillizzò:
<<Ah, sì, il più giovane dei tuoi prozii Monterovere! E sua figlia come fa a conoscere la Sozzani?>>
Roberto inarcò le sopracciglia:
<<Perché è la moglie del Mostro!>>
Aurora tornò a preoccuparsi:
<<Quale Mostro?>>
Roberto rise:
<<Il professor Hagauer, naturalmente, che Serena ha conosciuto quando era studentessa all'Accademia. Adesso è ricercatrice, sempre all'Accademia, si occupa di Estetica della Moda, e collabora con Vogue Italia. Si firma col cognome del marito, che discende da un lanzichenecco che mise su famiglia nel lecchese. Hagauer, è molto stimato, in Accademia.
I miei genitori lo chiamano "Il Maestro", ma in senso ironico, perché è uno che si dà molta importanza. 
Con me è sempre stato maleducato, senza motivo, per cui ho coniato un secondo epiteto segreto, meno edificante ma più aderente alla realtà, e cioè "il Mostro", perché è un uomo di rara bruttezza.
E questo è un po' paradossale, essendo lui un docente di Estetica>>
Lei inarcò le sopracciglia:
<<E Serena com'è? Quanti anni ha?>>
Lui sembrò ispirato da una musa celeste:
<<Serena è bellissima. Sembra una principessa longobarda o una musa dei preraffaelliti>>






Aurora era abituata ad essere la più bella, per cui non amava sentir parlare della bellezza altrui:
<<Avrei dovuto iscrivermi anch'io all'Accademia di Brera>>
Roberto scoppiò a ridere:
<<Per poi sposare il Mostro?>>
Rise anche lei:
<<Ma insomma, è davvero così brutto?>>
Lui annuì:
<<Di più>>
Aurora cercò di ricomporsi:
<<No, dai. Il Mostro mi incuriosisce: descrivimelo per bene e poi spiegami perché la tua "bellissima Serena" l'ha sposato>>
Roberto acconsentì:
<<Il suo nome è Astolfo Hagauer, nato a Lecco nel 1952. E' laureato in Filosofia con specializzazione in Filosofia dell'Arte. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Estetica con una tesi intitolata, più o meno: "Il Grande Altro come epifania dell'Arte nella Fenomenologia dello Spirito". Nessuno ha mai capito cosa significasse il titolo, figuriamoci se hanno anche solo provato a leggere una mezza riga di quel tomo di millesettecento pagine, di cui una cinquantina solo per la bibliografia>>
Aurora si meravigliò:
<<Ma allora è davvero un erudito!>>
Roberto aveva un'ipotesi al riguardo:
<<Io credo che sia tutto un bluff. Si inventa cose senza senso su argomenti che nessuno conosce, dal momento che non c'è anima viva in grado smentirlo. Be', a dire il vero, io a volte ho notato delle aporie e delle incongruenze nelle sue asserzioni e ho commesso l'errore di fargliele notare, e da allora non c'è stata molta simpatia tra noi. Ma non temere, non appena vedrà te, si dimenticherà dei rancori nei miei confronti>>






Aurora divenne impaziente:
<<Descrivimi accuratamente il suo aspetto fisico>>
Roberto non provava compassione per il prof. Hagauer, perché quest'ultimo era felice e aveva tutto ciò che desiderava in termini di lavoro, amore, successo, denaro e potere:
<<Ha la testa a pera (i nordici tendono ad essere dolicocefali), con un enorme cranio calvo, fronte molto alta, occhietti porcini ravvicinati e infossati, naso a patata, orecchie a sventola, e il resto del volto è ricoperto da una barba marrone e ispida come i peli di un cinghiale. La testa è attaccata direttamente al busto, non ha collo. In compenso ha un'enorme pancia che parte dal mento e gli arriva fino alle gambe: credo che questo gli impedisca di vedere il proprio pene.
Serena però mi ha confidato che Hagauer ha un pene enorme, una cosa sproporzionata.
Infine ha delle gambette molto corte e dei piedi piatti a papera, per cui gira con un bastone da passeggio.
Il suo alito puzza di sigaro, uova marce e merda schietta, come dicono in campagna>>
Aurora era incredula:
<<Santo Cielo! E come mai tua cugina ha sposato un simile individuo? E' stato per il membro virile?>>
Roberto rise:
<<Ah, ah, be', quello certamente ha aiutato. Ma credo che ci siano altre ragioni meno passionali: Hagauer è un uomo ricchissimo. Suo padre era un agente di Borsa e gli ha lasciato in eredità una montagna di soldi. 
E come dice Zsa Zsa Gabor : "Un uomo ricco è sempre bello">>
Aurora scosse il capo:
<<I tuoi soliti discorsi da misogino sessista!>>
Lui la guardò con sospetto:
<<Sei diventata di sinistra? Se lo sapesse tuo padre gli verrebbe un colpo...>>
Lei lo ammise:
<<Be', almeno adesso io e te la pensiamo uguale: diritti civili e sociali e tante altre belle cose
Del resto se vuoi farti accettare nel mondo della moda, devi essere un liberal, un progressista. 
Ma è così anche nel Clefin e nel Clep, lo sai meglio di me, visto che consenti a Leo di prendersi fin troppe libertà nei tuoi confronti>>
Roberto si accigliò:
<<Lascia stare Leo! E non cambiare argomento, io mi sono limitato a rispondere alla tua domanda sulla scelta di Serena>>
Aurora annuì:
<<Sì. E quindi è grazie a lei che siamo stati invitati. Gliel'avevi chiesto tu, a Serena?>>
Lui non ricordava di averglielo chiesto esplicitamente:
<<Le ho detto solo che tu sei incantevole, molto elegante e che ti intendi di moda, ti interessa l'argomento e conosci molta gente che lavora in quel settore. Serena allora mi ha chiesto se potevo darle alcune tue foto del tuo book e io l'ho fatto.
Mi sono sentito come Gabriel Rossetti con Lizzie Siddal, il che non è necessariamente un bene>>
Lei sorrise:
<<E invece hai fatto molto bene! Ti meriti una giornata romantica con me senza nessuno tra i piedi. E' incredibile che, nella nostra dinamica di coppia, il più romantico dei due sia il maschio, ma va bene così>>










Poi, dopo un attimo in cui rimase ferma e sognante come la Beata Beatrix, Aurora si riscosse:
<<Lizzie Siddal, hai detto? Ma io sarò molto di più e non morirò per overdose di laudano.
Dovrò trovare un abito in grado di fare colpo. Ci sarà tanta gente importante, non ultimo il Mostro!>>
Roberto ricambiò il sorriso:
<<Dovrei forse essere geloso anche di lui?>>
Aurora gli fece una smorfia giocosa:
<<Tu sei geloso a prescindere. Ma non tradirei mai la fiducia di Serena, che mi ha offerto questa grande possibilità>>
Era in effetti una possibilità notevole.
C'erano però varie incognite:
<<Sì, credo che venerdì ci sarà molta gente che conta, ma ci sono delle incognite. 
Hagauer è un oratore prolisso e complicato, e il suo discorso potrebbe rivelarsi lungo e pieno di paradossi e nonsense del tipo: "Se resto qui, c’ è un andare nel mio restare; se vado là, c’è un restare nel mio andare">>
Aurora rise:
<<Ah, è anche un poeta>> e poi mimò il gesto della signorina Silvani a Fantozzi.
Roberto fece una pausa ad effetto e poi disse:
<<Se si limitasse a questo tipo di discorsi, sarebbe anche sopportabile. Ma il problema è che, di punto in bianco, diventa offensivo, volgare e quasi brutale. 
Un giorno lo incontrai dalle parti del Castello Sforzesco e non essendoci Serena a tenergli a freno la lingua, incominciò a tempestarmi di domande che contenevano già la risposta, e non era una risposta piacevole. 
Mi chiese: "Ma tu sei sempre in giro a cazzeggiare? Gli esami però non sono andati gran che, dico bene? Ma i tuoi vecchi la paghetta te la danno lo stesso, o mi sbaglio? Con quali soldi te li sei pagati, quei vestiti da damerino, non certo con i frutti di un onesto lavoro? Dico bene?"
Io ero allibito: "Perché si rivolge a me in questo modo, professor Hagauer?"
Lui fece spallucce: "Ho forse detto cose false? Non pensavo che la verità ti spaventasse"
Io non riuscivo proprio a capire dove volesse arrivare: "C'è modo e modo di esprimere il proprio pensiero. Non è necessario farlo in maniera così aggressiva e volgare. Le attribuivo maggiore finezza, professor Hagauer".
Lui mi fissò con disprezzo, come se avesse davanti il peggiore dei criminali, e poi disse:
"Ti do una notizia, Monterovere: un giorno anche tu sarai vecchio e brutto come me, e non ti sforzerai di essere fine con i damerini della prossima generazione".
Io provai pena per lui, ma sarebbe stata una reazione sbagliata, per cui usai una tecnica appresa da Lorenzo, e cioè disorientare l'interlocutore:
"Potrei anche morire prima, ma se lei mi augura di diventare vecchio, ben venga, è un privilegio che a molti non è stato concesso. E per quanto riguarda la bruttezza che si accompagna alla vecchiaia, è l'andare delle cose, ma a me preoccupa di più la salute. In ogni caso non ci saranno damerini nella prossima generazione. L'eleganza, specie quella maschile, è in via di estinzione, come anche la gentilezza. 
Non sono io il nemico, professor Hagauer!"
Lui allora, pur rimanendo burbero, mi rispose con maggiore rispetto:
"Ma tu credi che io stia dalla parte della Bellezza? Che uno come me possa dispiacersi per la morte della Bellezza? Io insegno Estetica, ma parteggio per la Bruttezza, la mia vita ha come scopo una esaltazione del Brutto. Voglio rendere il mondo un posto più brutto".
Cercai di non ridere e risposi:
"Ma allora perché ha sposato Serena, che è bellissima?"
E lui, con un ghigno malefico:
"Ma è ovvio! Per fare in modo che i suoi figli siano più brutti di lei! Non è sempre così che vanno le cose: gli uomini ricchi, ma brutti, sposano donne belle, evitando che la bellezza possa perpetuarsi.
Puoi anche riferirlo a Serena, ma non ti crederà e la metterai solo in imbarazzo"
Ne convenni:
"Non sia mai! Tra moglie e marito non mettere il dito! Ma la dottoressa Sozzani è informata di queste sue tesi?"
Lui strabuzzò gli occhi:
"Osi forse minacciarmi, microbo? Guarda che io posso distruggerti come e quando voglio!"
Mantenni la calma:
"Non oserei mai. Sono sono un umile studente. Non è di me che deve preoccuparsi, ma di mio zio Lorenzo Monterovere, cugino di Serena. E' anche lui un cattedratico, ma non penso che sarebbe d'accordo col suo... come dire? Progetto eugenetico di redistribuzione della bruttezza.
Lorenzo, e l'Ordine a cui appartiene, non apprezzeranno affatto le sue tesi. E questa non è una minaccia, è un semplice avvertimento.".
Non appena ho nominato Lorenzo, è cambiato tutto: Hagauer era terrorizzato. Non immaginava che io conoscessi tutti i retroscena sugli Iniziati, ed era così turbato che è fuggito senza nemmeno salutarmi. E due ore dopo Serena mi ha telefonato per scusarsi e mi ha promesso che si sarebbe fatta perdonare. E questo biglietto è il suo "calumet della pace"...>>






<<Davvero? E cosa ha detto in difesa del Mostro?>>
Roberto scosse il capo:
<<Niente. Ha garantito che la cosa non si ripeterà e che lui starà a suo posto. Poi si è raccomandata di salutarmi Lorenzo, dal che ho capito che non si sentono da un po' e se tanto mi dà tanto, per me lo Zio non ha gradito affatto l'ingresso di Hagauer in famiglia>>
Aurora era preoccupata:
<<Dimentichi che anch'io sono caduta in disgrazia agli occhi dello Zio. Siamo sicuri che prenderebbe le nostre difese, in un'eventuale crisi interna alla famiglia>>
Roberto annuì:
<<Ci potrei scommettere la mia stessa vita>>
Lei non ci avrebbe scommesso neanche un'unghia, ma fece finta di niente:
<<Uhm, d'accordo. Adesso descrivimi Serena nei fin nei minimi dettagli fisici>>

Non sappiamo cosa rispose Roberto perché lui stesso se l'è dimenticato, e quando ci parlò di questo dialogo, disse solo che la paragonò ad alcune attrici dell'epoca e poi aggiunse che, se quel colloquio fosse avvenuto ai nostri giorni, l'avrebbe paragonata a Sarah Gadon e a Vera Farmiga.



























Alla fine Aurora commentò:
<<Be', una cosa è certa. Venerdì sera ci sarà da divertirsi>>
Roberto ne convenne:
<<Senza ombra di dubbio!>>
E di quella memorabile serata forniremo una precisa narrazione nel prossimo capitolo.