domenica 30 novembre 2014

Calenmir, la madre di Legolas



Calenmir (o Calenvir), regina degli Elfi Silvani, era la moglie di Thranduil e la madre di Legolas, secondo uno scritto incompiuto di Tolkien, aggregato ad una antologia tolkieniana degli anni '90 ormai fuori catalogo, e soltanto in una delle sue edizioni, poiché Christopher Tolkien, curatore delle pubblicazione postume dei romanzi e racconti del padre, giudicò lo scritto "non canonico" rispetto al Legendarium paterno.



Apparteneva alla stirpe degli Avari, gli Elfi che non videro mai Valinor, e preferirono fermarsi presso i grandi boschi dell'est.



Era coetanea ed intima amica di Celebrian, moglie di Elrond e cugina di Thranduil.
Il padre di Thranduil, Oropher, era infatti un Sindar parente stretto di Celeborn.



Il padre di Thranduil, Oropher, era infatti un Sindar parente stretto di Celeborn.

Successivamente la storia di Calenvir fu ripresa da alcuni scritti "apocrifi" all'interno delle pubblicazioni di David Day.
Così dunque procede per sommi capi la vicenda di questo personaggio evanescente.

Per lei Thranduil fece creare, dai Nani di Erebor, una meravigliosa collana di gemme "di Pura Luce Stellare".

Quando la collana fu pronta, Thranduil si recò di persona ad Erebor, portando preziosi doni come pagamento.

Tuttavia Re Thror alzò il prezzo e non si accontentò del baule di diamanti che Thranduil gli aveva portato. 
Ciò che portò alla lite tra i due sovrani fu l'avidità di Thror, che non solo si tenne la collana, ma prese anche il baule con i diamanti come "caparra".

Questa fu la ragione per cui Thranduil, successivamente, si rifiutò di soccorrere Thror quando Erebor fu conquistata da Smaug.

Incerte sono le ragioni della "scomparsa" di Calenmir.

Non essendoci riferimenti ufficiali nei romanzi editi, si sono fatte delle ipotesi, basate sugli scritti incompiuti e anche sulla versione cinematografica.

Nel film si sostiene la tesi che Calenmir sia morta durante la Battaglia di Gundabad, uccisa dagli Orchi, ai tempi della guerra contro il Re Stregone di Angmar, il primo dei Nove Spettri dell'Anello.

Secondo altre versioni Calenmir sarebbe stata solo ferita, a Gundabad, e si sarebbe recata a Gran Burrone, per la convalescenza, rimanendo poi presso Celebrian, in seguito alla separazione dal marito.

Le ipotesi riguardo alle cause della separazione sono varie.
Tra esse si parla di divergenze con Thranduil riguardo al governo del Reame Boscoso.La regina era infatti contraria alla politica isolazionista del marito.

Calenmir avrebbe voluto una forte alleanza con Elrond e Galadriel, ma Thranduil si rifiutò, fino a quando Sauron non tornò a manifestarsi dopo la Battaglia delle Cinque Armate.

Secondo quest'ultima versione, Calenmir sarebbe poi partita per Valinor insieme a Celebrian, quando quest'ultima fu gravemente ferita da una freccia avvelenata.

Calenmir andò a vivere a Gran Burrone diventando prima dama di corte presso Celebrian, in seguito alla separazione dal marito.

Un ulteriore motivo della separazione fu dovuto alle divergenze riguardo all'educazione di Legolas.
Calenmir era estremamente apprensiva e non approvava il fatto che il suo unico figlio venisse cresciuto come un guerriero e sviluppasse l'amore per le armi e le battaglie.

Questa divergenza di idee riguardo al ruolo di Legolas come capitano della guardia reale di Mirkwood fu alla base del progressivo deterioramento dei rapporti tra madre e figlio.
Legolas era vissuto a lungo con la madre a Gran Burrone, dove aveva conosciuto Aragorn ed Arwen, ma alla fine aveva deciso di tornare al fianco di suo padre e a diventarne il braccio destro.


Sleepy Providence. Capitolo 1



Quando il nuovo inquilino di Oakwood End, il trentacinquenne italiano Luca Bosco, arrivò a Sleepy Providence, un apparentemente tranquillo sobborgo di Albany, NY, verso la fine di novembre del 2014, ben pochi avrebbero immaginato che, dietro al suo incarico di bibliotecario della Oakwood Fundation, si celasse un Iniziato di rango segreto con un "incarico di punizione" in partibus infidelium. 
Allo stesso modo, tuttavia, nemmeno il dottor Bosco poteva anche solo lontanamente immaginare quali misteri erano gelosamente custoditi dagli apparentemente tranquilli abitanti di quel luogo dove pareva che l'autunno fosse perenne.
"Io credo che solo, ch'eterno / che per tutto nel mondo è novembre. / Meglio a chi 'l senso smarrì de l'essere / meglio quest'ombra, questa caligine..."
I versi di Carducci erano assolutamente appropriati allo stato d'animo di Luca Bosco, nel momento in cui scese dal treno della stazione, con la mente piena di ricordi, quei particolari ricordi che lo avevano condotto fin lì, così lontano dal suo paese e dalla sua città natia.
Non devo dimenticare che sono qui come punizione. Le fazioni mi hanno ritirato il loro appoggio, dopo il pasticcio combinato ad Hollow Beach. Se non fosse stato per l'intervento di lord Robert Oakwood a quest'ora sarei sicuramente  e "inspiegabilmente comparso".
Grazie al cielo il Duca di Albany, suo coetaneo, era divenuto uno dei suoi principali sostenitori, mettendo a tacere le proteste dei suoi nemici, all'interno della Confraternita degli Arcani Supremi, specie tra gli adepti della Fiamma di Atar e tra quelli del Serpente Rosso.
C'era stata una riunione delle Grandi Famiglie, tra cui i Burke-Roche, gli Stoker, i Van Garrett, i Sinclair, i Fitzherbert e persino i temutissimi membri dell'innominabile famiglia D.
Alla fine si era convenuto di accordare a Luca Bosco una possibilità di redenzione e di riscatto, con un incarico particolarmente difficile e delicato, in uno dei luoghi dove dimoravano da sempre le famiglie più ostili alla Confraternita.
I Reid, i Williams, i Joyner, i Taylor, i Keltner, gli Overton, i Williamson,
i Brown, i Raburn, gli Steyers, i Campbell, i Kirby e i Castellaw.
Una fotografia del 1942 ritraeva tutti insieme i membri di quelle famiglie, in occasione del quarantesimo anniversario di matrimonio di Willie Reid e di Jo Stella Williamson Reid.



La foto, che era stata scattata presso la tenuta della famiglia Reid, mostrava nel contempo i postumi della Grande Depressione e le preoccupazioni per la Seconda Guerra Mondiale in corso, ma non lasciava minimamente trasparire il potere reale dei capifamiglia di Sleepy Providence, nell'ambito di quella che si poteva considerare come una delle più importanti congregazioni avversarie alla Confraternita di cui facevano parte i Duchi di Albany e molti altri membri dell'aristocrazia britannica in esilio nello stato di New York, presso il suo capoluogo, che non a caso si chiamava proprio Albany.



Sleepy Providence si trovava nel confine tra la contea di Albany e quella di Bethlehem, nelle vicinanze della confluenza del torrente Normans Kill nel grande fiume Hudson, in una zona dove era stato progettato, dalla Fitzherbert Real Estate, un progetto edilizio, piuttosto invasivo, che poi era stato abbandonato dopo il crollo della borsa del settembre 2008 e l'inizio della Grande Recessione.



L'abitazione della famiglia Oakwood era nella zona vecchia del quartiere, che un tempo era stata aperta campagna, poi si era trasformata in zona residenziale di lusso e infine era entrata in una fase di decadenza dalla quale non dava segno di riprendersi.
Persino i taxi passavano malvolentieri da quelle parti.
Il tassista che accompagnò Luca Bosco verso Oakwood End, prima si dilungò a parlare del recente degrado di Sleepy Providence e poi si concentrò sulle pessime condizioni della residenza degli Oakwood, dai quali ci si aspettavano investimenti per rilanciare tutta la zona.
<<Ma gli Oakwood non hanno sganciato un centesimo! Si sono trasferiti tutti ad Hollow Beach, non si sa a far cosa. E qui... be', giudichi lei... qui le cose non vanno gran che bene...>>
E improvvisamente Luca si sentì solo, lontano da tutto, in una terra senza speranza.








Chiese e cattedrali


Durham Cathedral, England, UK

Winter light in la Lucerne abbey (Manche, Normandy), France












Santuario de las Lajas, in Colombia

Ely Cathedral, Cambridgeshire

Abbatiale Sainte-Foy de Conques (Aveyron)

sabato 29 novembre 2014

I gioielli della corona imperiale di Russia



La corona imperiale di Russia, o "grande corona imperiale", è la corona che fu utilizzata dagli imperatori di Russia fino all'abolizione della monarchia nel 1917. Venne utilizzata per la prima volta durante l'incoronazione di Paolo I; l'ultimo utilizzo fu quello del 1896 per Nicola II. Attualmente è in mostra presso il Fondo dei diamanti dell'Armeria del Cremlino di Mosca.

Storia

Nel 1613, quando venne incoronato Michele di Russia, il primo zar della dinastia Romanov, gli emblemi della regalità russa includevano una croce pettorale, una catena d'oro, una barma (un'ampia collana cerimoniale), la corona di Monomaco, lo scettro ed il globo. Nel corso dei secoli numerosi zar ed imperatori modificarono le proprie corone, modellandole per la maggior parte nello stile della corona di Monomaco, ma queste erano utilizzate unicamente a fine personali e non per le incoronazioni.
Nel 1719 lo zar Pietro I il Grande fondò la prima versione di quello che attualmente è conosciuto come Fondo Statale dei Diamanti della Federazione Russa. Pietro aveva in precedenza visitato altre nazioni europee ed introdusse di conseguenza numerose innovazioni in Russia, una delle quali fu la creazione di un fondo permanente (in russoфонд?) per ospitare una collezione di gioielli appartenente non alla famiglia Romanov, ma allo Stato russo. Pietro assegnò tutti i simboli regali a questo fondo e dichiarò che queste proprietà statali non dovessero venire violate, alterate, vendute o alienate; impose inoltre che qualunque altro imperatore ed imperatrice che gli fossero succeduti avrebbe dovuto incrementare il patrimonio di un certo numero di pezzi preziosi acquistati durante il loro regno, per la permanente gloria dell'Impero russo.
Da questa collezione si ricavò un nuovo insieme di insegne reali, tra le quali anche la grande corona imperiale, per rimpiazzare la corona di Monomaco ed altri copricapi usati dai primi zar russi e gran principi di Moscovia, a simboleggiare l'adozione del nuovo titolo di imperatore (1721).

Manifattura


Caterina la Grande con la corona imperiale al suo fianco
Il gioielliere di corte Ekart e Jeremia Pauzie crearono la corona imperiale di Russia per l'incoronazione di Caterina la Grande nel 1762. La corona è adornata con 4 936 diamanti disposti in splendidi disegni sull'intera superficie del copricapo; per impreziosire i bordi della "mitria" sono state utilizzate numerose perle bianche pregiate di grandi dimensioni. La corona è inoltre completata da una delle sette gemme storiche della Collezione Russa di Diamanti: un enorme e prezioso spinello rosso, dal peso di 398,72 carati (79,744 grammi), che venne portato in Russia da Nicolae Milescu, l'inviato russo in Cina dal 1675 al 1678. Si ritiene che esso sia il secondo spinello al mondo per grandezza.[1]
Adottando formalmente il titolo occidentale di imperatore per i sovrani di Russia, Pietro Grande adottò contemporaneamente anche i simboli imperiali occidentali, tra cui la forma della corona privata (Hauskrone; l'unico esempio ancora visibile è la corona imperiale d'Austria di Rodolfo II) utilizzata dai sacri romani imperatori, caratterizzata da un cerchio di otto gigli che circonda una mitria con un alto arco che parte dal giglio frontale a quello posteriore. In Austria si potevano già trovare alcune rappresentazioni barocche di questo tipo di corona sul capo di statue di santi con le due metà della mitria trasformate in due semisfere, proprio come nel caso della corona imperiale di Russia. La vedova di Pietro I, nonché suo successore, Caterina I, fu la prima governante russa ad indossare questo tipo di copricapo.
Nella grande corona imperiale, costruita per Caterina II, queste due semisfere erano state realizzate con una tecnica ad intreccio ed i bordi erano ornati da grandi perle. Pauzie dimostrò il suo genio creativo rimpiazzando gli otto gigli con quattro paia di rami di palme intrecciati; l'arco superiore, che partiva dalla coppia di rami di palma anteriore a quello posteriore, venne modellato nella forma di foglie di quercia e ghiande, il tutto realizzato con piccoli brillanti circondanti alcuni grandi diamanti di varie forme e colori.[2] Le due semisfere sono divise a metà da una fascia, decorata anch'essa con foglie di quercia e ghiande, che sale dai rami di palma laterali fino alla file di perle sul bordo superiore. Al centro e sulla cuspide dell'arco centrale è presente un diamante a rosetta con dodici petali dal quale sorge lo spinello rosso; a sua volta questa pietra è sormontata da una croce di cinque diamanti, rappresentanti la fede cristiana del sovrano, il potere divino della monarchia e la supremazia dell'ordine divino sul potere terreno. Fatta eccezione per le due file di perle, l'intera superficie della corona è coperta da 4 936 diamanti cosicché essa risulta piuttosto pesante, all'incirca 5 libbre (2,26 kilogrammi) contro le 2 (circa 9 ettogrammi) della corona di Monomaco.[3] Benché non venisse completata per l'incoronazione di Caterina, essa venne poi usata per ogni successiva cerimonia fino a quella di Nicola II nel 1896; venne indossata per l'ultima volta nel 1906 all'apertura della Duma.[4]
Era stata inoltre costruita una corona imperiale minore, molto simile in stile e lavorazione alla grande corona imperiale, solo più piccola ed interamente montata in diamanti, e realizzata per l'incoronazione della zarina Maria Feodorovna (nata Sofia Dorotea di Württemberg), consorte di Paolo I. Una copia identica venne eseguita per l'imperatrice vedova Maria Feodorovna (nata Dagmar di Danimarca), la quale la indossò quando venne incoronato il figlio, Nicola II.
Nel 1900 il laboratorio di Peter Carl Fabergé di San Pietroburgo costruì una replica in miniatura delle insegne imperiali (la grande corona imperiale, la corona imperiale minore, lo scettro ed il globo) in argentooro, diamanti,zaffiri e rubini, il tutto su un piedistallo in marmo. Il capolavoro è attualmente esposto nella collezione del Museo dell'Ermitage.

Incoronazioni


Cartolina postale del 1924 raffigurante la grande corona imperiale
Seguendo la tradizione degli imperatori bizantini, gli zar di Russia ponevano essi stessi la corona sul loro capo: questo non lasciava alcun dubbio sul fatto che nel sistema russo il potere imperiale proveniva direttamente da Dio. La preghiera del metropolita, simile a quella del patriarca di Costantinopoli per gli imperatori bizantini, confermava la supremazia imperiale.
Una volta che lo zar avesse professato la sua fede con il credo di Nicea, dopo aver invocato lo Spirito Santo ed aver recitato una ektenia, l'imperatore indossava la clamide di porpora e gli veniva porta la corona, che egli avrebbe preso e posto sulla sua testa, mentre il metropolita recitava: «Nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo, Amen».
Il prelato proseguiva poi con la seguente formula: «Maggior timorato di Dio, assoluto e potente Signore, Zar di tutte le Russie, questi visibili e tangibili ornamenti per la tua testa sono un eloquente simbolo che tu, come capo di tutto il popolo russo, sei invisibilmente incoronato dal Re dei re, Cristo, con una più ampia benedizione, dal momento che Egli ha riversato su di te completa autorità sul Suo popolo».

Periodo in Irlanda

A seguito della rivoluzione d'ottobre la nuova Repubblica russa, che si trovava a corto di fondi, cercò un prestito dalla Repubblica irlandese rappresentativa, il cui ministro delle finanze,Michael Collins, era divenuto famoso per la sua attività di raccolta fondi a favore di questo Stato non ufficialmente riconosciuto.
I gioielli della corona vennero quindi usati come garanzia per un prestito di 25 000 dollari da parte dell'Irlanda; il trasferimento dei fondi avvenne a New York tra il capo del Soviet Bureau, l'ambasciatore sovietico de facto in America, Ludwig Martens, e l'inviato irlandese negli Stati Unititeachta dála (titolo equivalente, circa, al nostro onorevole) Harry Boland. Quando Bolan ritornò nella madre patria i gioielli vennero conservati nella casa di sua madre, Kathleen Bolan O'Donovan, a Dublino durante la Guerra d'indipendenza irlandese. Prima della morte di Boland, durante la battaglia di Dublino, egli istruì la madre di mantenere nascosti i gioielli dal Stato Libero d'Irlanda finché i repubblicani irlandesi non fossero tornati al potere. La signora Boland O'Donovan restituì i preziosi al governo irlandese, allora presieduto da de Valera, nel 1938; dopodiché essi vennero posti in una cassetta di sicurezza di un edificio governativo e prontamente ci si dimenticò di loro.
Alla loro riscoperta nel 1948, ad opera del nuovo governo di John A. Costello, si pensò di vendere a Londra, tramite asta pubblica, l'intera collezione dei gioielli della corona. Dopo consultazioni circa il loro status legale e negoziazioni con l'ambasciatore sovietico, si raggiunse l'accordo con il quale si stabilì che sarebbero stati restituiti all'Unione Sovietica in cambio degli originali 25 000 dollari prestati nel1920. Fu così che i gioielli tornarono definitivamente a Mosca nel 1950.[5]

Utilizzo araldico


Stemma di San Pietroburgo
La corona imperiale di Russia compare nel Grande Stemma di Stato dell'Impero russo (in russoБольшой государственный герб Российской Империи?), nel Medio Stemma di Stato (inrussoСредний государственный герб Российской Империи?), e nel Piccolo Stemma di Stato (in russoМалый государственный герб Российской Империи?).
La corona imperiale di Russia veniva posta sopra il monogramma reale dello zar, ma solo dopo l'incoronazione: tra l'ascesa al trono e la cerimonia di consacrazione come sovrano, l'imperatore poteva impiegare una corona principesca[6].
La corona si trova anche nello stemma della Polonia del Congresso, stato fantoccio governato dall'impero zarista (1814 - 1915) e della Nazione della Vistola, che fu incorporata nell'impero nel 1831.
Oggi la corona figura nello stemma di San Pietroburgo (affiancata da due scettri posti a croce di sant'Andrea) e, dal 20 dicembre 2000, in quello della Federazione Russa.

Utilizzo commerciale

La corona è stata inoltre utilizzata non ufficialmente numerose volte nella pubblicità, soprattutto per quanto riguarda numerosi marchi di vodka e caviale.

Note

  1. ^ Il primo ed il quarto spinello per grandezza pesano rispettivamente 500 e 270 carati e fanno parte dei gioielli della corona iraniana; il terzo è invece il Rubino del Timur della collezione reale britannica, del peso di 283 carati, inizialmente considerato, appunto, un rubino.
  2. ^ Tra cui, alla base dell'arcata, un perfetto diamante di 56 carati appartenuto all'imperatrice Elisabetta.
  3. ^ R. Monk Zachariah Liebmann, Martyrology of the Communist Yoke: The Life of Tsar-Martyr Nicholas II, The Orthodox Word, 153 (1990), pp. 193-194.
  4. ^ Corona imperiale di Russia (1763), consultato il 18 giugno 2007.
  5. ^ Keogh, Dermot, (2005), Twentieth Century Ireland, (Revised Edition), Gill & Macmillan, Dublin, pp. 208. ISBN 0-7171-3297-8.
  6. ^ Per esempi, [1].

La corona di Monomaco in russoШапка Мономаха, Shapka Monomakha?, conosciuta anche come la corona dorata (Shapka Zolotaya), è uno dei simboli dell'autocraziarussa, ed è la più vecchia delle corone attualmente esposte nell'Armeria del Cremlino a Mosca. Fu la corona di tutti i gran principi di Moscovia e degli zar da Dmitrij Donskojfino a Pietro il Grande.
La corona di Monomaco è una papalina in filigrana d'oro dei primi del XIV secolo composta di otto settori, ornata in modo elaborato, guarnita con pelliccia di zibellino e decorata con perle e pietre preziose. La corona è sormontata da una semplice croce d'oro con perle ad ogni estremità.
Le sue origini centro-asiatiche hanno condotto alcuni studiosi moderni a considerare la corona come un dono di Uzbek Khan dell'Orda d'Oro al cognato, Ivan Kalita di Mosca, durante il periodo della dominazione tartara in Russia.[1] Boris Uspensky, in particolare, ritiene che il copricapo tartaro in origine fosse usato durante le cerimonie di incoronazione per simboleggiare la subordinazione del governatore di Moscovia al khan.[2] Ad un certo punto, tra il XV ed il XVI secolo, la corona venne sormontata da una croce.
Lo zar Michele I indossa la corona di Monomaco nel 1613
Una volta che la Russia fu in grado di superare il periodo feudale della sua frammentazione e Ivan III di Mosca e Vladimir si assicurò la posizione di successore degliimperatori romani, nacque una leggenda che narrava come la corona fosse stata regalata dall'imperatore bizantino Costantino IX Monomaco al nipote Vladimir Monomaco, fondatore della città di Vladimir e antenato patrilineare di Ivan III. La leggenda servì quindi quale fondamento per la teoria politica di "Mosca come la Terza Roma". Conseguentemente il copricapo venne ricordato come la corona di Monomaco, denominazione rintracciata per la prima volta in un documento russo del 1518.
Dopo che Ivan il Terribile si auto-incoronò primo zar di Russia con la corona, il re di Polonia gli chiese di spiegargli il significato del suo nuovo titolo; alla domanda, Ivan rispose che chiunque fosse incoronato con la corona di Monomaco è tradizionalmente chiamato zar, perché essa era un dono di uno zar (cioè Costantino IX), il quale aveva spedito il metropolita di Efeso a Kiev per incoronare Vladimir Monomaco con questa corona.[3] La risposta di Ivan fu probabilmente una beffa deliberata, perché all'epoca della morte di Costantino IX Monomaco, Vladimir Monomaco aveva solo due anni e non era ancora il sovrano kievano.
Nel 1721 Pietro il Grande adottò il titolo occidentale di imperatore e, in questa occasione, sostituì la corona di Monomaco con la corona imperiale di Russia.

Note

  1. ^ Vernadsky, George. (1949). History of Russia. New Haven: Yale University Press
  2. ^ Uspensky, Boris. Assorted Works, vol. 1. Moscow, 1996. Pages 89-90, 107-111
  3. ^ Solovyov, Sergey. History of Russia From the Most Ancient Times, in 15 volumes. Moscow, 1959-66. Vol. 3, page 516.

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