Lo
gnosticismo è un
movimento filosofico, religioso ed esoterico,[2] a carattere iniziatico,
[3] il cui principio base è la conoscenza attraverso il quale ci si può liberare dalla prigione del mondo materiale, creato da un Demiurgo malvagio, per abbracciare il mondo spirituale e conoscere la vera Divinità. In questo lo gnosticismo
rientra nelle correnti di pensiero dualistiche ed opera un sincretismo di un insieme di antiche religioni e filosofie, molto articolato e complesso, presente nel
mondo ellenistico greco-romano,
[4] la cui massima diffusione si ebbe tra il
II e il
IV secolo d.C. Il termine
gnosticismo deriva dalla parola
greca gnósis (
γνῶσις), cioè «
conoscenza», che era l'obiettivo che esso si poneva.
[5] Pertanto una definizione letterale del movimento, basata sulla sola
etimologia della parola, può essere: "
dottrina della salvezza tramite la conoscenza".
Nello gnosticismo
il mondo del Demiurgo è rappresentato dal mondo inferiore, che è associato con la materia, la carne, il tempo e più particolarmente con un mondo imperfetto, effimero. Il mondo di Dio è rappresentato dal mondo superiore ed è associato all'anima e alla perfezione. Il mondo di Dio è eterno e non rientra nei limiti della fisica.
Storia
Le origini dello gnosticismo sono state per lungo tempo oggetto di controversia e sono tuttora un interessante soggetto di ricerca. Più queste origini sono studiate, più sembra che le sue radici affondino in epoca precristiana. Mentre in precedenza lo gnosticismo veniva considerato soprattutto una delle
eresie del
cristianesimo, sembra che le prime tracce di sistemi gnostici possano essere trovate già alcuni secoli prima dell'era cristiana. Al quinto Congresso degli Orientalisti (
Berlino 1882) Rudolf Kessler
[8] fece notare il collegamento tra
gnosis e religione babilonese, non la religione originale della
Babilonia, ma la religione
sincretistica che si sviluppò dopo la conquista della regione da parte di
Ciro il Grande. Sette anni più tardi (
1889) Wilhelm Brandt pubblicò il suo
Mandäische Religion[9], in cui descriveva la religione
mandea. In tale opera l'autore dimostrò che questa religione è una forma così chiara di gnosticismo, da essere prova che lo gnosticismo è esistito indipendentemente ed anteriormente al cristianesimo.
Raffigurazione di
Abatur dal
Diwan Abatur, uno dei testi gnostici del
mandeismo
Molti studiosi, invece, hanno ricercato la fonte delle teorie gnostiche nel mondo
ellenistico e, specialmente, nella città di
Alessandria d'Egitto. Nel
1880 Manuel Joël
[10] cercò di provare che l'origine di tutte le teorie gnostiche risiedeva in
Platone. Anche se la tesi su Platone può essere considerata come una forzatura, l'influenza greca sulla nascita e sullo sviluppo dello gnosticismo non può essere negata. In ogni caso, che il pensiero alessandrino abbia avuto qualche influenza, almeno nello sviluppo dello gnosticismo cristiano, è dimostrato dal fatto che la maggior parte della
letteratura gnostica di cui siamo in possesso arriva da fonti egiziane (
copte).
Anche se le origini dello gnosticismo sono ancora avvolte nella notte dei tempi, molta luce è stata fatta sulla questione grazie al lavoro combinato di molti studiosi. Lo gnosticismo, a prima vista, può apparire un mero sincretismo di tutti i sistemi religiosi dell'antichità (religioni misteriche, astrologia magica persiana, zoroastrismo, ermetismo, Kabbalah, filosofie ellenistiche, giudaismo alessandrino, Cristianesimo dei primi secoli), ma, in realtà, ha una radice profonda, che ha assimilato in ogni substrato culturale ciò di cui aveva bisogno per la sua vita e per la sua crescita: il motivo portante di questa corrente di pensiero è il pessimismo filosofico e religioso. Gli gnostici, ad onor del vero, presero in prestito quasi completamente la loro terminologia dalle religioni esistenti, ma la usarono solamente per illustrare la loro grande idea del male insito nell'esistenza ed il dovere di fuggirlo con l'aiuto di incantesimi e di un Salvatore sovrumano. Qualunque cosa abbiano preso in prestito dalle altre religioni, sicuramente non fu il pessimismo. Benché la rilevanza del pensiero gnostico cominci a declinare a partire dal IV secolo, esistono tuttavia tracce della persistenza di tali concezioni nella storia del pensiero religioso e filosofico occidentale fino ai giorni nostri.
Quando Ciro il Grande entrò a
Babilonia nel
539 a.C., s'incontrarono due grandi scuole di pensiero e iniziò il sincretismo religioso. Il pensiero persiano cominciò a mescolarsi con l'antica civiltà babilonese.
L'idea della lotta titanica tra bene e male, che pervade l'universo in eterno, è l'idea da cui deriva il mazdeismo, o dualismo persiano. Questo, e l'immaginata esistenza di innumerevoli spiriti intermedi,
angeli e
demoni, fu la spinta che fece superare le idee del Semitismo. D'altra parte la fiducia incrollabile nell'astrologia e la convinzione che il sistema planetario aveva un'influenza totale sugli affari di questo mondo si sviluppò proprio tra i
caldei. La grandezza dei
Sette (la
Luna,
Mercurio,
Venere,
Marte, il
Sole,
Giove, e
Saturno), il sacro
Hebdomad, simboleggiato per millenni dalle torri di Babilonia, non fu sminuito.
In verità, essi cessarono di essere adorati come divinità, ma rimasero come arconti e dynameis, regole e poteri, la cui quasi irresistibile forza contrastava l'uomo. Furono trasformati da dei a devas, spiriti cattivi. La religione degli invasori e quella degli invasi si fusero in un compromesso: ogni anima, nella sua ascesa verso il buon Dio e la luce infinita dell'Ogdoade, doveva combattere contro l'avversa influenza del dio o degli dei dell'Hebdomad. Questa ascesa dell'anima attraverso le sfere planetarie fino al paradiso cominciò ad essere concepita come una lotta con poteri avversi e divenne la prima e predominante linea dello gnosticismo.
La seconda grande linea del pensiero gnostico fu la magia, il potere
ex opere operato di nomi, suoni, gesti ed azioni. Queste formule magiche, che provocavano risate e disgusto ai non iniziati, non sono corruzioni più tarde della filosofia gnostica, ma una parte essenziale dello gnosticismo e furono osservate in tutte le forme di gnosticismo cristiano. Nessuna
gnosis era completa senza la conoscenza delle formule che, una volta pronunciate, permettevano l'annullamento dei poteri ostili. Lo gnosticismo entrò in contatto col giudaismo abbastanza presto. Considerando le forti, ben organizzate ed estremamente colte colonie
ebree nella valle dell'
Eufrate, questo primo contatto col giudaismo è perfettamente naturale. Forse l'idea gnostica di un Redentore deriva proprio dalle speranze
messianiche ebree. Ma, fin dall'inizio, la concezione gnostica del Salvatore è più sovrumana di quella del giudaismo; il loro
Manda d'Haye, o
Soter, è una manifestazione immediata della Divinità, un Re della Luce, un Æon (
Eone).
La gnosi ebbe come centri di maggiore fioritura soprattutto
Alessandria d'Egitto e
Roma. Un particolare impulso ebbe, negli ultimi secoli, in
Siria ed in
Egitto, grazie alla sua diffusione in
ambienti monastici, attraverso le numerose correnti
ascetiche. Lo gnosticismo, comunque, ebbe i suoi rappresentanti più noti nei primi secoli dopo Cristo, con prominenti insegnanti come
Marcione,
Valentino e
Basilide. Altri gnostici noti furono
Cerinto,
Carpocrate e
Simon Mago con tutta la sua scuola. Anche quando la corrente principale e centralizzata della Chiesa divenne il corpo cristiano dominante e iniziò a sopprimere le idee cristiane alternative e il paganesimo, lo gnosticismo non svanì senza lasciar traccia, anche se sant'
Ireneo di Lione,
Tertulliano e san
Giustino rimasero le uniche fonti di conoscenza fino al
1945, anno in cui furono scoperte, nei pressi del villaggio di al-Qasr,
44 opere gnostiche.
Una delle conclusioni che si ricavano da Sant'Ireneo di Lione, dove per la prima volta appare il termine "gnostico", è che esistono tanti tipi di gnosticismo quante le persone che lo proclamano con una certa autorità.
Le idee gnostiche nel
Medioevo continuarono a riaffiorare a intervalli regolari, come dimostra l'apparizione di movimenti quali i
catari, i
bogomili e i
pauliciani. Non si rilevano continuità tra lo gnosticismo e l'eresia catara medievale, sebbene ci siano notevoli affinità. Allo stesso modo i
gruppi neo-gnostici del
XIX secolo non possono vantare alcuna continuità con lo gnosticismo delle origini, tanto che spesso modificano, più o meno consapevolmente, le dottrine originarie. Ma esiste anche una setta di gnostici, che, isolandosi geograficamente, è giunta fino a noi in forma molto pura: i
mandei dell'
Iraq meridionale. Nel
1208 contro i
catari, definiti dalla
Chiesa cattolica come eretici, fu indetta da
papa Innocenzo III una
crociata, scontro che causò un milione di morti
[11] e che terminò solo nel
1244, con la caduta della roccaforte catara di
Montsegur. A partire da questo momento le sette gnostiche scomparvero dalla scena europea, anche se alcune di quelle che si erano rifugiate in
Oriente, come i
mandei in
Iran ed
Iraq e i
tommasini in
India, continuarono a prosperare ed esistono ancora oggi. Infatti nel
Medioevo, comunità come quelle dei
manichei, degli
albigesi, e dei
bogomili, abbracciarono le concezioni dualistiche sviluppate dallo gnosticismo, così come nel caso dei Mandei, una comunità religiosa tuttora attiva in Iraq e
Iran, i cui caratteri gnostici sono molto evidenti.
Caratteristiche e definizione
Una definizione piuttosto parziale del movimento, basata sull'
etimologia della parola, può essere: "dottrina della salvezza tramite la conoscenza". Mentre il
cristianesimo tradizionale (così come definito dai concili ecumenici) sostiene che l'
anima raggiunge la salvezza dalla dannazione eterna per
grazia di Dio principalmente mediante la
fede, per lo gnosticismo invece la salvezza dell'anima dipende da una forma di conoscenza superiore e illuminata (
gnosi) dell'uomo, del mondo e dell'universo, frutto del vissuto personale e di un percorso di ricerca della Verità. Gli gnostici dunque erano "persone che sapevano", e la loro conoscenza li costituiva in una classe di esseri superiori, il cui
status presente e futuro era sostanzialmente diverso da quello di coloro che, per qualsiasi ragione, non sapevano. Per quanto insoddisfacente possa sembrare questa definizione, l'oscurità e la molteplicità dei sistemi gnostici permettono difficilmente di formularne un'altra.
Lo gnosticismo descrive un insieme di antiche religioni il cui principio base era l'insegnamento attraverso il quale si può fuggire dal
mondo materiale, creato dal
Demiurgo, per abbracciare il
mondo spirituale. Gli ideali gnostici furono influenzati da molte delle antiche religioni
[12] che predicavano tale gnosi (variamente interpretata come conoscenza, illuminazione, salvezza, emancipazione o
unicità con Dio), che, a seconda del culto in questione, poteva essere raggiunta praticando la
filantropia, tale da raggiungere la
povertà personale, l'
astinenza sessuale (per quanto possibile per gli
ascoltatori, completamente per
iniziati) e una diligente ricerca della
saggezza aiutando gli altri
[13].
Nello gnosticismo il mondo del Demiurgo è rappresentato dal mondo inferiore, che è associato con la materia, la carne, il tempo e più particolarmente con un mondo imperfetto, effimero. Il mondo di Dio è rappresentato dal mondo superiore ed è associato all'anima e alla perfezione. Il mondo di Dio è eterno e non rientra nei limiti della fisica. È impalpabile, e il tempo non esiste. Per arrivare a Dio, lo gnostico deve raggiungere la conoscenza, che mescola
filosofia,
metafisica, curiosità,
cultura, saperi e i segreti della
storia e dell'
universo[14][15].
Il rapporto con il cristianesimo
In generale gli gnostici tendevano ad identificare il
Dio veterotestamentario con la potenza inferiore del malvagio
Demiurgo, creatore di tutto il mondo materiale, mentre il Dio
neotestamentario con l'
Eone perfetto ed eterno, il generatore degli eoni
Cristo e
Sophia, incarnati sulla Terra rispettivamente come
Gesù e
Maria Maddalena. Dalla concezione
docetista insita in gran parte delle religioni gnostiche, deriverebbe poi il rifiuto della resurrezione del corpo di Gesù, poiché dopo la sua morte, egli sarebbe tornato sulla Terra solo nella sua forma divina, liberato dal corpo materiale. Inoltre, nel periodo tra la
Resurrezione e l'
Ascensione, periodo considerato dagli gnostici ben più esteso dei canonici quaranta giorni, avrebbe impartito solo a pochi dei suoi discepoli una sorta di insegnamento segreto (di tale insegnamento tratta l'apocrifo
Pistis Sophia). Tale insegnamento, parallelamente alla dottrina della
Chiesa, fondata sulla predicazione pubblica del Cristo, venne tramandato per via occulta a beneficio di pochi eletti, escludendo, così, la
gerarchia della Chiesa. Inoltre, aspetto fondamentale, la salvezza doveva giungere attraverso esperienze personali e non attraverso lo studio dei testi canonici. Tutte queste convinzioni contrastavano fortemente con l'ortodossia del
cattolicesimo che andava formandosi in quei primi secoli. Fu quindi inevitabile che le dottrine gnostiche, che in un primo tempo si erano diffuse anche all'interno della Chiesa, incontrassero l'opposizione delle comunità cristiane e fossero considerate come
eretiche. Ciò portò il movimento gnostico ad un rapido declino, anche se, specialmente in
Medio Oriente, alcuni aspetti dello gnosticismo (come l'aspetto ascetico) divennero parte integrante del patrimonio della Chiesa Cristiana per mezzo della corrente filomatica
philomathìa-φιλομάθεια
[16] che, sebbene non avesse un impianto religioso, permetteva, con la sua etica o mistica peculiare, una tolleranza reciproca tra studiosi (filomati) e sacerdoti (clero cristiano).
Visione gnostica della creazione
Gran parte delle religioni cristiano-gnostiche teorizzavano che da Dio Primo Eone fossero state generate più coppie di eoni composte sempre da un eone maschile e uno femminile. Dio e gli eoni nel loro complesso formavano il Pleroma.
Gli
eoni, in molti sistemi gnostici, rappresentano le varie
emanazioni del Dio primo, noto anche come
l'Uno, la
Monade,
Aion Teleos (l'
Eone Perfetto),
Bythos (
greco per Profondità),
Proarkhe (greco per
Prima dell'Inizio),
Arkhe (greco per
Inizio). Questo primo essere è anch'esso un eone e contiene in sé un altro essere noto come
Ennoia (greco per Pensiero), o
Charis(greco per Grazia), o
Sige (greco per Silenzio). L'essere perfetto, in seguito, concepisce il secondo ed il terzo eone: il maschio
Caen (greco per Potere) e la femmina
Akhana (Verità, Amore).
Quando un eone chiamato
Sophia emanò senza il suo eone partner, il risultato fu il
Demiurgo, o mezzo-creatore (nei testi gnostici a volte chiamato
Yaldabaoth,
Hysteraa,
Saklas (= il folle) o
Rex Mundi per i
Catari), una creatura che non sarebbe mai dovuta esistere e che creò il mondo materiale. Questa creatura non apparteneva al
pleroma, e l'Uno emanò due eoni,
Cristoe
Sophia, ovvero lo
Spirito Santo, per salvare l'umanità dal Demiurgo. Cristo prese poi la forma della creatura umana
Gesù in modo da poter insegnare all'umanità la via per raggiungere la gnosi: il ritorno al
pleroma.
Anche il
Vangelo di Giuda, recentemente scoperto, tradotto e poi acquistato dalla
National Geographic Society menziona gli eoni e parla degli insegnamenti di Gesù al loro riguardo. In un passo di tale Vangelo, Gesù deride i discepoli che pregano l'entità che loro credono essere il vero Dio, ma che è in realtà il malvagio Demiurgo.
Gli gnostici
ofiti, o naaseni, veneravano il serpente, perché, come narrato nella Genesi (3,1), era stato mandato da Sophia (o era lei stessa nelle sue sembianze) per indurre gli uomini a nutrirsi del frutto della conoscenza, al fine di infondere in loro la gnosis di cui avevano bisogno per svegliarsi dagli inganni del malvagio Demiurgo ed evolversi a Dio.
Culto ed etica
Ogni setta predicava una propria variante del credo gnostico e quindi praticava un proprio
culto. Alcune sette respingevano completamente i sacramenti, mentre altre accettavano quali strumenti di conoscenza solo il
battesimo e l'
Eucaristia, affiancandoli ad altri
riti, per mezzo di inni e formule magiche, o pratiche, come l'
astinenza sessuale o la
povertà, che dovevano propiziare l'ascesa al regno spirituale del principio divino imprigionato nel corpo materiale.
Da un punto di vista etico, lo gnosticismo oscillava fra il rigore ed il lassismo: se, infatti, la valutazione negativa della materia e del corpo spingeva alcuni gruppi ad astenersi anche dal
matrimonio e dalla
procreazione, fino ad arrivare all'ascetismo più rigoroso (
Saturnino,
encratiti), la convinzione che l'anima fosse assolutamente estranea al mondo materiale portava altre correnti a giudicare in termini relativistici ogni atto connesso con il corpo (Basilide, Carpocrate,
barbelognostici,
fibioniti,
cainiti).
Scuole gnostiche
Per scuole gnostiche si intendono le varie correnti dello gnosticismo.
Nel suo insieme, il movimento non ebbe mai un'autorità centrale che ne regolasse la dottrina o la disciplina, vi erano diverse
sette, delle quali la sola
marcionita tentò in qualche modo di emulare la costituzione della
Chiesa, ed anche il Marcionismo non fu unito.
L'unica classificazione possibile di queste sette si può pertanto basare sulla loro linea di pensiero. Si possono distinguere perciò:
- "siriano" o "semitico";
- "ellenistico" o "alessandrino";
- "dualistico";
- "antinomiano".
Siriana/semitica
Questa scuola rappresenta la fase più antica dello gnosticismo, poiché l'Asia Occidentale era la patria del movimento.
Dositeo,
Simon Mago,
Menandro,
Cerinto,
Cerdone,
Saturnino, i
Bardesaniti, gli
Ebioniti, gli
Entratiti, gli
Ofiti o
Naasseni, i
Perati, gli Gnostici degli "Atti di Tommaso", i
Sethiani ed i
Cainiti si può dire che appartengano a questa scuola. Gli elementi più fantastici e le genealogie elaborate di syzygies e di
eoni della
gnosis più tarda sono ancora assenti in questi sistemi. La terminologia ancora in forma Semitica; Egitto è il nome simbolico della terra della schiavitù dell'
anima. L'opposizione tra il buon
Dio ed il creatore del Mondo non è eterna o cosmogonica, sebbene ci sia una forte opposizione etica a
Yahweh, il Dio degli ebrei. Questi è l'ultimo dei sette
angeli che forgiarono il mondo dalla materia eterna preesistente. Gli angeli demiurgici, tentando di creare l'uomo, crearono solo un misero verme al quale il Buon Dio, comunque, diede la scintilla della vita divina. La legge del dio degli ebrei deve essere rigettata, perché il buon Dio ci chiama al suo servizio immediato attraverso
Cristo suo Figlio. Si obbedisce alla Divinità Suprema astenendosi dal
sesso e dal
matrimonio, e conducendo una vita
ascetica. Tale era il sistema di Saturnino di
Antiochia, che insegnò durante il regno di
Adriano. I Naasseni (da Nahas, il termine ebraico per serpente) erano adoratori del serpente come simbolo della saggezza che il Dio degli ebrei tentò di nascondere agli uomini. Gli Ofiti (ophianoi, da ophis il serpente) che, quando si trasferirono ad
Alessandria d'Egitto, influenzarono le principali idee del Valentinianismo, divennero una delle sette più diffuse dello gnosticismo. Sebbene non strettamente adoratori del serpente, costoro riconoscevano il serpente come simbolo dell'emanazione suprema, Achamoth o Saggezza Divina. Essi furono indicati quali gnostici per eccellenza. I Sethiani videro in Seth il padre di tutti gli uomini spirituali (pneumatikoi); in
Caino ed
Abele il padre degli psichici (psychikoi) e degli ilici (hylikoi). Secondo i Peratae esiste una trinità composta da Padre, Figlio, e Hyle (materia). Il Figlio è il Serpente Cosmico che liberò
Eva dal potere della legge di Hyle. Essi simboleggiavano l'universo come un triangolo incluso in un cerchio. Il numero tre era, per loro, la chiave di tutti i misteri. I Cainiti si chiamarono così perché veneravano Caino,
Esaù, i Sodomiti e
Giuda; tutti costoro avevano resistito in qualche maniera al dio degli ebrei.
Ellenistica/alessandrina
I loro sistemi erano più astratti, e filosofici di quello siriano. La nomenclatura semitica fu sostituita pressoché completamente da nomi greci. Il problema cosmogonico si era ingigantito, il lato etico era meno prominente, l'ascetismo si era rafforzato grandemente. I due grandi pensatori di questa scuola furono
Basilide e
Valentino. Sebbene nato ad
Antiochia, in
Siria, Basilide fondò la sua scuola ad Alessandria (intorno al
130), e fu seguito da suo figlio Isidoro. Il suo sistema fu il più consistente e sobrio
emanazionismo mai prodotto dallo gnosticismo. La sua scuola non si diffuse mai così estesamente come quella di Valentino, ma in
Spagna sopravvisse per molti secoli. Valentino che insegnò prima ad Alessandria la
philomathìa - φιλομάθεια
[17] e poi a
Roma (intorno al
160), elaborò un sistema di
dualismo sessuale nel processo di emanazione; una lunga serie di coppie di idee personificate maschio e femmina venivano impiegate come ponte per colmare la distanza tra il Dio sconosciuto ed il mondo. Il suo sistema è più confuso del Basilidiano, specialmente per il disturbo dato dall'intrusione della figura di Sophia nel processo cosmogonico. Valentino fu influenzato dall'Ofitismo egiziano, che essendo di origine siriana, poteva reclamare di essere il vero rappresentante dello spirito gnostico. Si apprende da
Ippolito (Adv. Haer., IV, xxxv),
Tertulliano (Adv. Valent., iv) e
Clemente Alessandrino (Exc. ex Theod., titolo) che c'erano due scuole principali di Valentinianismo, l'italiana e l'Anatolica o asiatica. Nella scuola italiana insegnanti degni di nota erano: Secundus che divise l'Ogdoad all'interno del Pleroma in due tetradi Destra e Sinistra; Epifane che divise queste Tetradi come Monotes, Henotes, Monas ed Hen; e probabilmente Colorbaso, a meno che il suo nome non sia un fraintendendo di Kol Arba "Tutti e Quattro". Ma i più importanti furono
Tolomeo ed
Eracleone. Tolomeo è conosciuto principalmente per la sua lettera a Flora, una nobildonna che gli aveva scritto per farsi spiegare il significato del
Vecchio Testamento. Riferisce Tertulliano, che questi divise i nomi ed i numeri degli eoni in sostanze impersonate fuori della divinità. Era versato negli
studi biblici ed era un uomo dall'immaginazione sfrenata. Per Clemente Alessandrino, (Strom., IV, ix 73) Eracleone era l'insegnante più eminente della scuola Valentiniana.
Origene dedica una gran parte del suo commentario su
San Giovanni a confutare il commentario di Eracleone sullo stesso Evangelista. Eracleone chiamò la fonte di ogni essere Anthropos, invece di Bythos, e respinse l'immortalità dell'
anima, intendendo, probabilmente il solo elemento psichico. La scuola Anatolica ebbe come insegnante preminente Axionicus (Tertullian, Adv. Valent., iv; Hipp., Adv. Haer., VI, 30) che aveva il suo collegium ad Antiochia intorno al
220. Il sistema di
Marco il Congiuratore, un'elaborata speculazione su cifre e numeri è riportato da Ireneo (I, 11-12) ed Ippolito (VI, 42). Marco probabilmente fu un egiziano contemporaneo di Ireneo. Un sistema simile a quello dei Marcosiani fu elaborato da Monoimus l'arabo, al quale Ippolito dedica i capitoli da 5 ad 8 del Libro VIII. Ippolito è nel giusto quando definisce queste due sette gnostiche imitazioni di
Pitagora piuttosto che dei cristiani. Secondo le Epistole di
Giuliano (morto
363), collegia Valentinani esistettero in Asia Minore fino ai suoi tempi.
Dualistica
Il
dualismo era congenito nello gnosticismo, ma raramente superò la sua tendenza principale, il
panteismo. Questo era certamente il caso nel sistema di
Marcione, che distinse tra il Dio del
Nuovo Testamento ed il Dio del
Vecchio Testamento come tra due eterni contendenti, il primo Buono, agathos; il secondo soltanto dikaios, il
Demiurgo creatore del mondo; tuttavia, Marcione non portò questo sistema alle estreme conseguenze. Egli può essere considerato più come un precursore di
Mani che come uno gnostico puro. Tre dei suoi discepoli, Potito, Basilico, e Lucano, sono ricordati da Eusebio come sostenitori del dualismo del loro maestro (H.E., V, xiii), mentre
Apelle, il suo principale discepolo, sebbene non si scostasse molto dalle idee del maestro nel rifiutare il Vecchio Testamento, ritornò al
monoteismo affermando che l'ispiratore delle profezie del Vecchio Testamento non era un dio, ma un angelo malvagio. In un passo del
Vangelo di Giuda, che
Ireneo di Lione attribuisce ai Cainiti, Gesù deride i discepoli che pregano l'entità che loro credono essere il vero Dio, ma che è in realtà il malvagio Demiurgo. Ermogene, all'inizio del II secolo, a
Cartagine, insegnò un dualismo piuttosto diverso: l'oppositore del buon Dio non era il Dio degli ebrei, ma la Materia Eterna, fonte di tutto il male. Questo Gnostico fu combattuto da Teofilo di Antiochia e Tertulliano.
Antinomiana
Poiché il Dio degli ebrei impose una legge morale, l'opposizione al Dio degli ebrei era un dovere e la violazione della sua legge morale fu considerata un'obbligazione solenne. La setta dei
nicolaiti, che professava questo credo, esisteva fin dai tempi degli Apostoli, il loro principio, secondo
Origene era parachresthai te sarki.
Carpocrate, che
Tertulliano (De animâ, xxxv) definiva mago e fornicatore, era un contemporaneo di Basilide. Il suo credo imponeva di tenere una condotta infame, in modo da disobbligarsi nei confronti dei poteri cosmici e sfuggirgli. La sua gnosis consisteva nell'infrangere ogni legge e naufragare nella Monade attraverso il ricordo della preesistenza nell'Unità Cosmica. Suo figlio Epifanio secondo alcuni eresiologi morì a Same di Cefalonia, all'età di soli 17 anni, consumato dai vizi. Alcuni studiosi moderni, tuttavia, propendono per la tesi che in realtà egli non sia mai esistito, ma che sia stato un mito creato dai carpocraziani, che in suo onore avevano fatto erigere un tempio sull'isola di Samo
[18]. San Giustino (Apol., I, xxvi), Ireneo (io, xxv 3) ed Eusebio (H.E., IV, vii) proclamarono che "la reputazione di questi uomini portò l'infamia sull'intera razza Cristiana."
Correnti principali
Influenze sul pensiero moderno
In epoca contemporanea, a fianco di movimenti elitari che si richiamano alle correnti gnostiche del passato, non mancano tentativi di identificare caratteri gnostici in correnti di pensiero moderne: così nel
nichilismo ed
esistenzialismo con la mancanza di significato dell'esistenza terrena. Occorre precisare che lo gnosticismo, come filone di pensiero, attraversa tutta la storia della filosofia e che riemerge periodicamente con movimenti di pensiero, ortodossi ed
eterodossi (secondo la Chiesa ufficiale). Durante il
XIX secolo in particolare, si assisté alla nascita di diversi movimenti di tipo religioso o parareligioso che si richiamano dichiaratamente allo gnosticismo antico. Fra essi, a puro titolo di esempio, la
teosofia. La scoperta, nel 1945 dei
Codici di Nag Hammadi ha dato nuova forza a molti di questi movimenti, con diversi filoni di pensiero.
Letteratura
Note
- ^ Louis Charbonneau-Lassay, Il bestiario del Cristo: la misteriosa emblematica di Gesù Cristo, p. 413, Mediterranee, 1994.
- ^ Claudio Moreschini, Letteratura cristiana delle origini greca e latina (2007), pp.15-16, Città Nuova Editrice, Roma ISBN 978-88-311-1627-5.
- ^ Karen L. King, What is Gnosticism? (2003), Belknap Press, ISBN 978-0-674-01762-7.
- ^ Gnosticismo in "Enciclopedia Italiana" (1933), Enciclopedia Treccani.
- ^ Il termine gnosticismo in quanto tale venne coniato solo nel XVII secolo, sebbene con esplicito riferimento al vocabolo greco «gnosi» utilizzato nell'antichità dai seguaci del movimento (cfr. Annali di scienze religiose [ADSR], volume 11, pag. 200, Vita e Pensiero, 2006).
- ^ Adolf von Harnack definì lo Gnosticismo l'acuta ellenizzazione del Cristianesimo ("Die Gnosis ist akute Hellenisierung des Christentums", in Lehrbuch der Dogmengeschichte, Freiburg 1888, vol. I, p. 162); Moritz Friedländer, Der vorchristliche judische Gnostizismus, Göttingen, 1898 ne invocò le origini giudaico-ellenistiche e Wilhelm Bousset, Hauptprobleme Der Gnosis, Göttingen, 1907 le origini persiane.
- ^ Karen L. King, What is Gnosticism? (2005) "Bousset held that Gnosticism was a pre-Christian religion, existing alongside of Christianity. It was an Oriental product, anti-Jewish and un-Hellenic..."
- ^ Über Gnosis und althabylonische Religion, Berlino 1882.
- ^ Die mandäische Religion: Eine Erforschung der Religion der Mandäer in theologischer, religiöser, philosophischer und kultureller Hinsicht dargestellt, Leipzig 1889.
- ^ Blicke in die Religionsgeschichte zu Anfang des zweiten christlichen Jahrhunderts, Breslau, 1880.
- ^ (EN) http://www.newworldencyclopedia.org/entry/Albigensian_Crusade La crociata albigese
- ^ John Hinnel (1997). The Penguin Dictionary of Religion. Penguin Books UK.
- ^ Tobias Churton (2005). Gnostic Philosophy: From Ancient Persia to Modern Times. Inner Traditions, VA USA.
- ^ Gnosticismo su Encyclopedia.com
- ^ Gnosticismo su Theopedia
- ^ I cinque pilastri della philomathìa « Philomath News
- ^ I cinque pilastri della philomathìa « Philomath News
- ^ www.eresie.it - Epifane (o Epifanio) (II secolo)
- ^ La gnosi attraverso la scoperta di Nag Hammadi, su Altrogiornale.org. URL consultato l'11 febbraio 2016.
Bibliografia
- Racolte di testi
- Luigi Moraldi (a cura di), Testi Gnostici, Utet, Torino 1982.
- Luigi Moraldi (a cura di), La Gnosi e il mondo: raccolta di testi gnostici, TEA, Milano, 1988.
- Manlio Simonetti (a cura di), Testi gnostici in lingua greca e latina, Fondazione Valla Arnoldo Mondadori, Milano, 1993.
- Dizionari
- Wouter J. Hanegraaff (a cura di), Dictionary of Gnosis and Western Esotericism, Brill, Leiden 2005.
- Studi
- Daniel Boyarin: Border Lines. The Partition of Judaeo-Christianity, University of Pennsylvania Press, Philadelphia 2004.
- Roelof van den Broek, Gnostic Religion in Antiquity, Cambridge University Press, 2013.
- Giovanni Casadio, Vie gnostiche all'immortalità, Morcelliana, Brescia, 1994.
- Ioan Petru Culianu, Gnosticismo e pensiero moderno: Hans Jonas, L'Erma di Bretschneider, Roma 1985.
- Ioan Petru Culianu, I miti dei dualismi occidentali. Dai sistemi gnostici al mondo moderno, trad. it., Jaca Book, Milano 1989.
- Nicola Denzey Lewis, Introduction to Gnosticism. Ancient Voices, Christian Worlds, Oxford University Press, New York 2013.
- Jean Doresse, Le gnosticisme, in H.-C. Puech (a cura di), Histoire des religions, Parigi, Gallimard 1977.
- Mircea Eliade, Histoire des croyances et des idées religieuses, vol.2: De Gautama Bouddha au triomphe du christianisme, Bibliothèque historique Payot, Parigi 1978.
- Giovanni Filoramo, L'attesa della fine. Storia della Gnosi, Laterza, Bari 1987.
- Robert Haardt, Die Gnosis: Wesen und Zeugnisse. Otto-Müller-Verlag, Salzburg 1967.
- Johann E. Hafner, Selbstdefinition des Christentums. Ein systemtheoretischer Zugang zur frühchristlichen Ausgrenzung der Gnosis, Freiburg, 2003.
- Jens Holzhausen, "Gnostizismus, Gnosis, Gnostiker. Ein Beitrag zur antiken Terminologie", in: Jahrbuch für Antike und Christentum, 44 (2001), S. 58-75.
- Hans Jonas, Gnosis und spätantiker Geist. Vol. I: Die mythologische Gnosis. Göttingen 1934, Vol. II: Von der Mythologie zur mystischen Philosophie, Vandenhoeck & Ruprecht, Göttingen 1954.
- Hans Jonas, Lo Gnosticismo, a cura di R. Farina, presentazione di M. Simonetti, Società Editrice Internazionale, Torino, 1995.
- Wolfgang Kosack, Geschichte der Gnosis in Antike, Urchristentum und Islam. Texte, Bilder, Dokumente, Christoph Brunner, Basel 2014. ISBN 978-3-906206-06-6
- Jacques Lacarrière, Les gnostiques, Editions Metailie, Parigi, 1991 ISBN 2-86424-104-8
- Aldo Magris, La logica del pensiero gnostico, Brescia, Morcelliana 2012 (1ª Ed. 1997).
- Christoph Markschies, Die Gnosis. Beck, München 2001. ISBN 3-406-44773-2
- Henri-Charles Puech, En quête de la gnose. ed. it.: Sulle tracce della Gnosi, Adelphi, Milano, 1985.
- H.-C. Puech, Sul Manicheismo e altri saggi, Einaudi, Torino, 1995.
- H.C. Puech – K. Rudolph – J. Doresse, Gnosticismo e Manicheismo, in H.-C. Puech (a cura di), Storia delle Religioni, vol. VIII, Laterza, Roma–Bari, 1988.
- Julien Ries, Opera omnia. Vol. 9/1: Gnostici e manicheismo. Gli gnostici. Storia e dottrina, Jaca Book, Milano 2010.
- Kurt Rudolph: Die Gnosis - Wesen und Geschichte einer spätantiken Religion, Leipzig 1977. (terza edizione Vandenhoeck & Ruprecht, Göttingen 1994) ISBN 3-8252-1577-6. tr. it.: La Gnosi: natura e storia di una religione tardoantica, Paideia, Brescia, 2000.
- Madeleine Scopello, Les gnostiques, Paris, Cerf, 1991.
- Michel Tardieu, Jean-Daniel Dubois, Introduction à la littérature gnostique, Editions du C.N.R.S., Parigi 1986.
- Benjamin Walker, Gnosis. Diederichs, München 1995. ISBN 3-424-01126-6.
- Edwin M. Yamauchi, Pre-Christian Gnosticism: A Survey of the Proposed Evidences, William B. Eerdmans, Grand Rapids 1973 (edizione riveduta 1983).
Voci correlate