lunedì 23 giugno 2014

Fantasy art





Sotto, Aerion "Brightflame" Targaryen, fratello maggiore di maestro Aemon e di re Aegon V


Sotto, Aegon I Targaryen, il Conquistatore, alla Roccia del Drago



Sotto, Gondolin





"La fantasia è una naturale attività umana, la quale certamente non distrugge e neppure reca offesa alla Ragione, né smussa l'appetito per la verità scientifica, di cui non ottunde la percezione. Al contrario: più acuta e chiara è la ragione, migliori fantasie produrrà." -J.R.R. Tolkien





"Heaven has no rage like love to hatred turned...
Nor hell a fury like a woman scorned."

"Il cielo non ha collere paragonabili all’amore trasformato in odio...
Né l’inferno ha furie paragonabili a una donna disprezzata." -William Congreve




Margaery e Olenna Tyrell



Sansa Stark e i suoi famosi dolcetti al miele e limone





Arte celtica



I Figli della Foresta







Ériu, detta anche Eri, nella mitologia irlandese è una delle dee patrone eponime dell'Irlanda.
Secondo la mitologia, Ériu aiutò i Gaelici nella conquista dell'isola irlandese, come descritto dal Libro delle Invasioni.
Dal suo nome deriva Eire, nome Gaelico dell'Irlanda.






Il giovane Merlino predice al re Vortigern (drago bianco) la sua sconfitta da parte di Uther Pendragon (drago rosso)



Lady Godiva (John Collier, 1898)



issuta intorno alla metà dell’XI secolo, era la moglie di Leofric, conte di Mercia e signore di Coventry, in Gran Bretagna. 
Secondo alcune cronache medievali, aveva cercato di convincere il marito a ridurre i tributi che opprimevano il popolo. Leofric, stanco delle sue continue insistenze, le promise che avrebbe tolto le tasse a patto che lei percorresse nuda a cavallo le strade di Coventry. Cosa che ella fece, coperta però dai suoi lunghi capelli, che lasciavano intravedere soltanto le gambe.

Gothian (seconda edizione). Capitolo 20. La cospirazione del Conte di Gothian.



Le prime nevi della stagione autunnale avevano imbiancato le alture sulle quali sorgeva il castello di Gothian, nell’estremo nord del Regno degli Alfar.



In cima alla torre più alta, Lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian, si stagliava maestoso e impietrito come una statua sullo strapiombo.


 Il Conte era un uomo strano, ma raffinato e affascinante.
 Il suo aspetto aveva però qualcosa di non completamente umanoil pallore del viso aristocratico e senza età , il bianco niveo dei suoi capelli, gli occhi chiarissimi e glaciali, di un colore vitreo quasi trasparente,  le mani dalle dita lunghe, glabre, con unghie curate, i denti leggermente aguzzi specie nell’arcata superiore.
Non amava le conversazioni  e parlava poco, senza tradire alcuna emozione. 
Non sorrideva mai.
 Pareva non avere sangue nelle vene, o almeno questa era l'impressione del giovane che si trovava al suo cospetto, l'aitante Ser Gahel Lenndrics di Udsen, appena giunto a Gothian per fare rapporto a Lord Fenrik, di cui era da anni un fedelissimo infiltrato nella corte degli Alfar.


Ser Gahel si trovava sempre a disagio, ogni volta che si recava a Gothian, in cima a quella torre maledetta, per riferire a Lord Fenrik le ultime nuove riguardo alla regina Alyx di Alfarian.
Nell’attesa di una risposta del Conte, il cavaliere si passava nervosamente una mano tra i capelli dorati e lunghi, che tanto piacevano alla Regina. Ser Gahel era consapevole della propria bellezza e dell’attrazione che Alyx aveva sempre provato per lui.
Però preferiva di gran lunga Lady Marigold, la moglie del Conte Fenrik, pur conoscendone la pericolosità.



Erano stati amanti, Ser Gahel e la Dama Gialla, e lei lo aveva reclutato per realizzare il piano di suo marito, il Conte di Gothian.
Ma chi è la vera mente, tra i due?
Chi era che muoveva le pedine?
Era difficile capire chi fosse più temibile tra Marigold e suo marito.
Come mai un uomo così accorto come Lord Fenrik ha sposato donna così pericolosa?
O forse era proprio per quello che l’aveva sposata?
Gahel sentiva di essere entrato in un gioco molto più grande di lui.
Avrei dovuto stare alla larga dal giovo del trono. E soprattutto stare alla larga dai Conti di Gothian!
Il Conte Fenrik, con la sua aria perennemente annoiata e distante, tornò a rivolgersi al suo interlocutore senza guardarlo:
«Quante truppe avete raccolto?»
Ser Gahel sapeva che la risposta non sarebbe piaciuta al suo nobile patrono:
«Un migliaio di cavalieri e circa cinquemila fanti, Vostra Grazia»
«Cioè quasi nessuno» notò freddamente il Lord.
Ser Gahel si sentì gelare:
«Ma, Vostra Grazia sa bene che tutti gli altri sono già partiti  con re Kerelic nella missione per ritrovare la principessa Alienor»
La voce di Gahel era implorante.
Il Conte Fenrik continuò a guardare dalla finestra le desolazioni intorno al castello, e quello era un brutto segno.



 Ormai Ser Gahel riusciva a interpretare sulla base di piccoli dettagli l’umore dell’uomo a cui aveva giurato fedeltà in cambio di potere e di gloria.
«Mi state deludendo, Ser Gahel!»
La voce di Lord Fenrik era quasi metallica.
«Milord, io... io... sto facendo tutto il possibile» si difese il giovane cavaliere «vi garantisco che presto avremo molti più uomini. La regina ormai pende dalle mie labbra e ha ordinato una leva obbligatoria»
Il Conte osservò in silenzio le proprie lunghissime unghie, puntute e affilate come coltelli, per più di un minuto.
Un altro bruttissimo segno. Quando si guarda le unghie è furioso.
La voce del Conte divenne gelidamente ironica:
«Leva obbligatoria? Di chi è stata l’idea?»
Gahel deglutì:
 «Ehm, Vostra Grazia, io credevo che…»
Il Conte lo bloccò alzando leggermente le dita artigliate della mano destra.
«Non abbiamo bisogno di contadini privi di addestramento e buttati lì a combattere controvoglia! Io voglio professionisti, ben pagati e ansiosi di uccidere!»
La voce di Lord Fenrik era solo leggermente più contrariata, ma l’effetto era peggiore di un urlo.
Ser Gahel sapeva bene che quelli erano i momenti più pericolosi della conversazione.
Chissà che cosa gli ha riferito sua moglie, nella corrispondenza segreta!
Maledisse in segreto lady Marigold e poi si rivolse di nuovo al suo signore:
«Certo Milord, ma molti mercenari sono spariti, altri sono scesi a sud. Si dice che si siano uniti all'Alleanza di Tupile, o alla Piovra... pare che lo Sciancato stia reclutando un esercito e, per essere sinceri, Vostra Grazia, be'... pare che abbia a disposizione molte più ricchezze. La paga che offre Sephir Eclionner è...»
Il Conte si voltò di scatto:
«Non pronunciate quel nome in mia presenza»
Ser Gahel si accorse troppo tardi di aver commesso un'enorme imprudenza, nominando uno dei principali nemici di Lord Fenrik.
La vicenda era ben nota. Nella battaglia di Elenna sul Dhain, il Conte di Gothian e il Principe della Corona imperiale dei Lathear avevano combattuto in uno degli scontri più cruenti della storia dell'ultimo millennio. Era l'aprile dell'anno 983 dalla fondazione dell'Impero Lathear.
L'anno della Primavera di Sangue.



  «Avrei dovuto ucciderlo quel giorno, ma qualcuno mi impedì di finire il lavoro»
Lord Fenrik si riferiva al duello con Sephir Eclionner. Stava vincendo. Il Principe era stato gravemente ferito ad una gamba e il Conte stava per finirlo, quando successe qualcosa di inspiegabile.
«Finiremo il lavoro, Milord! Schiacceremo lo Sciancato e tutti i miserabili criminali di cui si è circondato. Ho già provveduto ad avviare l’addestramento delle reclute e, per favorire la loro motivazione, mi sono permesso di pagare loro, di mia tasca, una donazione extra»
Il Conte accennò una leggerissima smorfia all’angolo sinistro della bocca, quasi un ghigno.
Questo vuol dire che la cosa lo diverte…
«Ser Gahel, apprezzo la vostra… dedizione alla causa, ma fareste meglio ad usare argomenti più… come dire… persuasivi per convincere Alyx di Alfarian a finanziare adeguatamente nuove truppe mercenarie col denaro della Corona. Esigo che si offra loro un compenso molto più allettante, per evitare che si rechino tutti al sud»
Si voltò, e fissò con le sue iridi vitree il giovane cavaliere:
 «Sono stato chiaro?»

Appariva terribile, eppure si diceva che da giovane, moltissimi anni prima, non si sapeva esattamente quanti, fosse stato molto bello e avesse avuto altre mogli.
Gahel deglutì:
 «Chiarissimo, Vostra Grazia. Farò il possibile!»
Lord Fenric si lisciò il mento con la mano destra, e scoprì i canini da predatore.
L’ho di nuovo contrariato!
«Ser Gahel, io non vi pago per “fare il possibile”, ma per eseguire alla lettera gli ordini che vi impartisco al fine di ottenere esattamente i risultati che pretendo»
Il cavaliere si inchinò: «Come compiace a Vostra Grazia»
Il Conte guardò distrattamente il proprio mantello, che denotava la sua sovranità sulla stirpe nordica degli Albini. Per questo era anche chiamato il Re delle Nevi.
Ma siccome gli Albini erano considerati estinti dopo la battaglia di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sanguepochi davano importanza all'ostentazione di quel titolo.
«Ser Gahel, voi dovete capire bene un concetto: ora che mia moglie ha importanti missioni da compiere a Lathena, io voglio un referente sicuro ad Alfarian, che sia convincente come lo era Lady Marigold. Quindi se io vi dico che voglio quelle truppe, ben addestrate, motivate ed equipaggiate, voi dovete garantirmi che entro due settimane queste unità militari saranno già operative»
Come posso essere più convincente di Lady Marigold?



Gahel si sentiva in pericolo costante in quel tetro maniero.
«Sarà fatto, Milord, a qualunque costo»
In realtà non aveva la minima idea di come riuscirci.
Chissà cos’ha in mente di fare con tutte queste truppe. Non credo che gli serviranno solo per assediare la rocca di  Alfàrian.
All’improvviso il giovane cavaliere ebbe come l’intuizione che il Conte concepisse quelle truppe più che altro come un mezzo per spianare la strada ad un altro esercito, ben più pericoloso.
Forse le leggende popolari avevano ragione. Quelle che parlavano delle tombe aperte, ad Elenna, e degli Albini non-morti che si aggiravano nelle campagne e si nutrivano di sangue.
Gli Albini potrebbero non essere affatto estinti! Potrebbero addirittura non appartenere al genere umano.
Non sono morti. Non morti.
Quello era il vero esercito di Lord Fenrik. A cosa gli servivano allora i mercenari?
Si fece strada nella mente di Ser Gahel l'idea che i mercenari sarebbero serviti più che altro come diversivo per distrarre re Kerelik e metterlo contro la regina Alyx.
E così, mentre Marigold tiene in pugno Ellis, a Lathena, lui potrà scatenare i suoi Albini sul Regno degli Alfar.
Quella ricostruzione aveva senso.
«Lo spero, ser Gahel, perché la prossima volta non sarò più così indulgente»
Detto questo, il Conte lo congedò con un leggerissimo cenno delle dita artigliate.
Gahel era agghiacciato.
Lui e Marigold, insieme controlleranno presto tutto il Continente Centrale. 
Ma chi è dei due ad aver architettato questo piano? 
Mentre scendeva le antiche scale gelate del castello di Gothian, Ser Gahel si rese conto, troppo tardi, di essersi reso complice di qualcosa che andava ben oltre i confini dell'usurpazione del potere. 
C'erano forze oscure, a Gothian e in tutto il nord. Forse sovrumane. Disumane.
Demoni che non avrebbero dovuto essere mai stati evocati.




Castelli



Dunnotar Castle, Scozia



Sotto, la fortezza di Castrocaro (Forlì)



Sotto la rocca malatestiana di Cesena





Sotto, la rocca di Angera (Varese)



Sotto, Kylemore Abbey, Irlanda. D'estate è ancora più bella con il suo giardino vittoriano cinto da mura e la sua tragica storia d'amore. Forse uno dei posti più romantici in #Irlanda



Sotto, Borgo medievale a  Torino



Stirling Castle is one of the largest and most important castles, both historically and architecturally, in Scotland. Several Scottish Kings and Queens have been crowned at Stirling Castle, including Mary, Queen of Scots, in 1543. There have been at least eight sieges of Stirling Castle, including several during the Wars of Scottish Independence, with the last being in 1746, when Bonnie Prince Charlie unsuccessfully tried to take the castle.



Burghausen Castle









Castello svevo, Termoli (CB)



Torre saracena. Termoli



Castello Orsini-Odescalchi, Bracciano (Roma)










Gothian (seconda edizione). Capitolo 19. Alienor incontra Lilieth Vorkidian, madre di Marvin


Dopo alcuni giorni di permanenza a Linthael, il pirata Vyghar annunciò ad Alienor che dovevano partire per un villaggio nelle vicinanze, il cui nome era divenuto una leggenda e la cui ubicazione era segreta.
Le aveva procurato degli abiti comodi per il viaggio in montagna. Eruna tenuta da amazzone e da cacciatrice che le stava alla perfezione.


Le fu dato un cavallo, e poco dopo partirono, lungo una valle stretta e inospitale che si addentrava nella catena montuosa dei Denti del Drago. Ben presto la mulattiera che seguivano si inerpicava verso l'alto, in direzionione del passo che li avrebbe condotti in un'altra valle, sperduta all'interno delle montagne.
«Posso sapere dove mi state conducendo?» chiese la principessa al pirata.
Non sopportava il fatto che Vyghar parlasse poco. Il silenzio e l'indifferenza che lui mostrava così spesso la irritavano.
«Certo, ma quando ti dirò il nome del luogo, ne saprai meno di prima!»
Ad Alienor dava fastidio anche il tono ironico della maggior parte delle sue risposte.
«Ditemi come si chiama!»
Lo sdegno principesco nella voce di Alienor faceva sempre sorridere il pirata.
«Tupìle, mia principessa. Si chiama Tupile... contenta ora?» e ridacchiò.
In effetti non aveva mai sentito nominare quel luogo, ed il nome non era affatto gradevole.
«E lì cosa farò?»
Il pirata la guardò con l'aria di chi la sa lunga.
«Farete compagnia ad una splendida nobildonna, che è nostra "ospite" da alcuni anni!»
Da come ne parlava, sembrava che avesse molto rispetto per quella donna. E forse qualcosa di più.




Alienor non sapeva se essere contenta o no di quella risposta.
«E voi ve ne andrete?»
Vyghar sospirò:
«Andrò dallo Sciancato, per capire quello che intende fare di vo
Alienor rimase delusa:
«Quindi alla fine avete deciso di vendermi!»
Il pirata scosse il capo:
«Al contrario: lo Sciancato intende pagarmi affinché anche voi possiate rimanere "ospite" nel villaggio dei miei fedelissimi»
Il modo in cui pronunciava la parola "ospite" faceva sembrare un grande privilegio essere suoi prigionieri. Alienor era irritata anche da quello, ma la sua curiosità era più forte dell'orgoglio:
«Chi è la nobildonna che mi farà compagnia?»
 Alienor sapeva di aver formulato la domanda in modo tale da porre la misteriosa donna nella condizione di sua damigella, e quindi di inferiorità.
Vyghar scosse il capo, contrariato: «Fate troppe domande, Altezza! E comunque non aspettatevi di trovare in quella splendida signora una vostra damigella!»
La principessa avrebbe voluto prenderlo a schiaffi! Non capiva se il pirata la stesse provocando o se fosse per caso innamorato di quella sua così "splendida ospite".
Per un po' rimasero entrambi in silenzio, fino a quando, giunti in cima al passo, videro il paesaggio dell'altra valle che si presentava davanti a loro.
Il villaggio di Tupile si trovava al centro di quella vallata, così lontana da tutto il mondo civilizzato. Alienor respirò l'aria pura di quei luoghi, e si sentì stranamente libera, come non era mai stata.




Ma era pur sempre una prigioniera!
«Mi rinchiuderete in una cella?»
Vyghar appariva distratto:
«Non ce n'è bisogno. I miei uomini controllano tutto il paese e tutta la vallata. Nessun ostaggio è mai riuscito a fuggire da qui. Questo luogo non è segnato nemmeno nelle carte geografiche!»
La discesa era abbastanza agevole, nel sentiero che attraversava il bosco di abeti profumati, con un aroma di resina e di legno umido.
Alienor non sopportava però il silenzio ostinato di Vyghar.
«Chi vive in questo paese?»
«Le nostre donne, naturalmente! Credevate forse che noi pirati non avessimo compagne?»
La principessa mascherò col suo tono gelido un principio di gelosia:
«Saranno donne selvagge come voi! A parte naturalmente la nobile signora...»
Il pirata sorrise in modo compiaciuto:
«E' una persona di straordinaria bellezza e intelligenza!»
Una sempre maggiore gelosia si fece strada nella mente di Alienor:
«E voi siete sposato?»
Il pirata si limitò a ridere, come se la domanda fosse talmente assurda da non meritare risposta.
Questo suscitò una nuova reazione di silenzioso sdegno da parte della principessa.
Ormai il paese si avvicinava, e lì Alienor avrebbe trovato una risposta alle domande che Vyghar continuava a eludere col suo modo di fare sarcastico e irriverente.
Quando infine giunsero a Tupile, le donne e i bambini  vennero incontro ai pirati, ma di fronte ad Alienor rimasero piuttosto freddi.
«E' meglio che vi conduca subito da lei» disse Vyghar come se stesse parlando di una divinità in incognito.
«Se proprio insistete»
La voce era fredda, ma in realtà Alienor stava morendo dalla curiosità di conoscere la misteriosa nobildonna.
Seguì il pirata che, dopo aver sistemato i cavalli, le fece strada verso una abitazione dall'aspetto migliore delle altre. Era una vera e propria baita in pietra grezza e legno, abbastanza ampia.
Sulla soglia li attendeva una donna bellissima, dagli occhi chiari e dal viso signorile ed autorevole. I suoi capelli castano ramati erano lisci e lunghi. Era una Keltar, di un'età intorno ai trentacinque anni, e portava un diadema di perle con un pendente, che la qualificava come una sacerdotessa.

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«Milady, i miei omaggi» le disse Vyghar con voce incredibilmente gentile, e le baciò la mano.
Poi la guardò con occhi chiaramente innamorati, e avendo visto nel giardino una rosa d'autunno, di color viola, la recise e gliela porse. La donna lo ringraziò con serena dignità, inspirando il profumo del fiore.
Il pirata indicò con lo sguardo Alienor, poi fece un breve inchino, e si congedò con virile garbo, come se quella scena fosse stata predisposta nei minimi dettagli.
La donna osservava la principessa come se la conoscesse da sempre.
Alienor ne ammirava in silenzio la bellezza e l'eleganza e non sapeva cosa dire.
La dama sorrise:
«Parlami delle nevi del tuo regno, principessa...»
Dunque lei sapeva! Quella non era una richiesta, era una dichiarazione. Era un chiaro riferimento alla profezia della Fanciulla delle Nevi, e al Patto.
Solo una iniziata agli Arcani Supremi poteva conoscere tutto questo.
«Chi sei?» le chiese Alienor, meravigliata.
«Mi chiamo Lilieth Vorkidian e sono una sacerdotessa di Ulien, dea della Luna. Mio maestro fu il druido Halfgan della Contea di Keltar-Senia, che mi iniziò agli Arcani Supremi»
Alienor aveva già sentito quei nomi. Era stata Marigold ad accennarglieli, parlando di una vicenda accaduta nel Ducato di Amnisia.
«Vyghar mi ha detto che siete di nobile stirpe»
Lilieth annuì:
«Sono discendente dell'ultimo re dei Keltar, Vorkidex Pendragon e di sua moglie Igraine della stirpe di Avalon. Loro figlio Kevin fu il fondatore della dinastia Vorkidian»


Alienor ricordò.
Ma certo! Il Giuramento di Kevin Vorkidian, il figlio di Vorkidex!
La Contessa di Gothian aveva collegato questo Arcano alla vicenda del rapimento di una coppia di sposi appartenenti all'aristocrazia di Amnisia, nell'anno della Primavera di Sangue 
«Credevo che quella stirpe si fosse estinta col rapimento di...»
Lilieth Vorkidian annuì:
«Col mio rapimento. Te lo ha detto lei, vero?»
Alienor sgranò gli occhi. Quella sacerdotessa poteva dunque leggere il pensiero?
Oppure semplicemente ha sentito parlare della Dama Gialla.
In ogni caso, non c'erano dubbi sull'identità della persona a cui si riferivano entrambe:
«Marigold di Gothian?»



Lilieth annuì:
«La donna che ti ha tradito e che ha tradito anche me. Ci ha tenute in vita per un'unica ragione: che ci incontrassimo»
La principessa  fu travolta da una tempesta di dubbi:
«Come fai a saperlo? Che legame hai con  lei, e con VygharPerché era così importante che ci incontrassimo?»
Lilieth sorrise con aria quasi materna:
 «Vyghar mi ha parlato del piano, prima del tuo rapimento. Lui mi ama, ma sa che sono ancora sposata e quindi non posso ricambiarlo, e mi rispetta, anche se sono sua prigioniera da diciassette anni. Il mio rapimento è stato il suo primo atto di pirateria, commissionato da Sephir Eclionner, lo Sciancato, nell'anno della Primavera di Sangue»



Alienor corrugò le sopracciaglia:
«Maledetti siano gli Eclionner!» esclamò «Tutti, dal primo all'ultimo
Lilieth rimase impassibile: 
«Non sono tutti come lui. E comunque, non sono gli Eclionner i veri cattivi. Possiamo ancora cambiarli, salvarli da se stessi, per salvare l'intero continente...»
La principessa non capiva:
 «Se non sono loro i cattivi, allora chi lo è?»
La donna rispose con una sola parola, che valeva più di un intero discorso: 
«Gothian»



Alienor sospirò: 
«Cosa vuole ancora Marigold da me? Perché dovevamo incontrarci?»
Lilieth assunse un'aria malinconica:
«Vuole che tu impedisca che mio figlio reclami il Trono del Sole. E vuole che tu mi convinca a lasciare mio figlio fuori dal Gioco del Trono»
La principessa si limitò a fissarla senza capire.
La donna le parlò con dolcezza:
«Mio figlio Marvin, che vive ad Amnisia portando il mio cognome, è nato dal mio matrimonio con Masrek Eclionner, legittimo erede al trono imperiale dei Lathear, che ora vive in eremitaggio. So che mio marito Masrek non rivendicherebbe nulla, e nemmeno suo padre Sephir, lo Sciancato. Ma so che prima o poi Marvin dovrà sfidare l'imperatore Elner XI»



Alienor era sconvolta:
«Masrek Eclionner è morto da diciassette anni! E non si sposò mai!» 
Lilieth sorrise, ma c'era molto dolore nel suo bel volto:
«Sei libera di non credermi Alienor, ma prima o poi questa verità verrà fuori. In molti già ne sono a conoscenza, è solo questione di tempo. Ormai il millennio si avvicina, e con esso la scadenza del Patto. A quel punto tutti getteranno la maschera e giocheranno a carte scoperte, a cominciare dalla tua Dama Gialla» 
Alienor sentiva che Lilieth era sincera.
 Incominciò a capire tutte le trame di Marigold e si sentì sciocca per non aver mai sospettato nulla, ma continuava a non capire il suo ruolo in tutta quella vicenda:
«Io dovevo sposare Elner, e a quanto mi è dato capire, Marigold vuole Elner per sé. Ma non capisco il mio ruolo nei confronti di tuo figlio»
Lilieth si fece seria:
 «Marvin, anche se solo pochissimi lo sanno, è erede legittimo dell'Impero Lathear e del Regno dei Keltar, tu sei una principessa reale degli Alfar. Marigold vorrebbe che tu sposassi Marvin e lo convincessi a rinunciare alle sue pretese sull'Impero Lathear in cambio della corona degli Alfar e dei Keltar. Ma è una trappola! Perché un grande attacco arriverà da Nord, dalle Nevi perenni di Gothian! L'ho visto nelle mie premonizioni. Il Conte di Gothian sta radunando il suoi Albini per colpire alla schiena tuo padre e tua madre!»
La principessa era sconvolta:
«Ti ho fatto troppe domande, senza sapere di non essere pronta ad accettarne le risposte. Sappi che se quello che dici è vero, io non mi farò usare! Non sarò la marionetta dei Conti di Gothian!»
Lilieth sorrise:
 «Che Ulien ti benedica! Era la risposta che speravo di sentire! Nessuno ti costringerà a fare nulla, fintanto che io ti proteggerò»