Di spezie d'Oriente un sapore forte,
nel tuo sguardo, e del Buio il Mistero,
e terre selvagge, io vedo, e irte.
Occhi di giaietto e quarzo nero
hanno un piglio di Divinità Offesa,
imbronciata leggiadria che mi ferisce.
E favola fu gran tempo, e fui sincero,
la mia dignità che a te si è arresa:
ancora se ti guardo l'amore mi tradisce.
Il tuo sguardo che mi uccide profuma
come il languido narciso, amaro
come il taglio che recide. Leggo
malinconia nel tuo sorriso, e nel mio
petto già qualcosa stride. Non a lungo
ormai più ti guarderò: ho deciso.
di R.Q.
(Scritta poco prima di interrompere i rapporti, nel modo più sbagliato possibile)