giovedì 6 novembre 2014

Il gatto quotidiano







































Animali

































La Quarta Era. Capitolo 20. L'itinerario di Silmarien e i sentimenti non detti.



La compagnia di Elfi, Nani, Hobbit e Uomini fedeli alla regina madre e alla sua figlia minore, la principessa Silmarien di Andunie, accettò di scortate lungo un itinerario che avrebbe fatto tappa per tutte le località importanti della Terra di Mezzo, al fine di ricreare un clima di collaborazione reciproca.
Silmarien studiava la mappa insieme agli altri componenti della compagnia.



<<Passeremo per Isengard, poi ci dirigeremo verso la Contea. In seguito ripartiremo alla volta di Gran Burrone, e infine approderemo a Lothlorien, che è il luogo dove mia madre ha deciso di attendere la morte, che purtroppo ormai incombe sul suo corpo piegato dall'età e logoro per il dolore e la molta fatica>>
Era un pensiero doloroso. Ancora non si era ripresa dal lutto per la dipartita di suo padre e non riusciva ad accettare l'idea che presto anche sua madre si sarebbe spenta.
La sua giovinezza e la sua bellezza sono rimaste immutate per così tanto tempo che non avrei mai pensato potessero sfiorire tutte in una volta, così rapidamente. Non riesco ad accettarlo!




Perché il creatore Eru Iluvatar ci costringe a pagare questo prezzo? 
Perché l'amore tra un elfo e un umano non innalza entrambi all'immortalità?
Era il dubbio che si era fatto strada in lei, mentre stava sbocciando nel suo cuore il sentimento che provava nei confronti di Legolas.
Non permetterò che debba subire la stessa sorte di mia madre.



Questo pensiero non le dava pace,
Ricordava che una volta sua sorella Vanimelde l'aveva messa in guardia:
"Non inseguire l'amore, sorellina, perché sono le proprio le cose che amiamo di più quelle che possono distruggerci. L'amore ci rende vulnerabili, ci rende dipendenti. 
Il piacere dell'amore dura solo un momento. La sofferenza d'amore dura tutta la vita".
Silmarien non accettava quell'idea. La rifiutava completamente.
"Ma chi è vissuto senza aver conosciuto il vero amore, ha perso la cosa più importante! Vanimelde, se tu rinunci all'amore, rinunci anche alla felicità!"
Sua sorella aveva sorriso in maniera malinconica:
"Ho conosciuto la gioia dell'amore ricambiato, ma è passata come le nevi di un anno fa. 
 Vedi, c'è una cosa che un giorno capirai anche tu: la felicità passata non è più felicità, mentre il dolore passato è ancora dolore"
Davvero era impossibile risanare le ferite d'amore? A quale amore si riferiva? Quale storia aveva vissuto?
Quali sofferenze ha dovuto subire in segreto Vanimelde per arrivare a conclusioni tanto tragiche?
Mentre Ancalime era sempre stata esplicita nei suoi malumori, sfogandosi rabbiosamente, Vanimelde era estremamente riservata, e questo, agli occhi di Silmarien, la rendeva ancora più preoccupante.
Chi tace mi spaventa...
Si sforzò di concentrarsi sul presente e su coloro che stavano condividendo con lei quel viaggio, divenuto ormai un'avventura vera e propria.
Arwen non era stata l'unica ad invecchiare molto nei mesi precedenti.
Anche Gimli era ormai giunto ad un'età venerabile persino per i longevi nani di Erebor.



I capelli e la barba erano ormai completamente bianchi e ricordavano quelli di uno stregone dei tempi antichi.
Come sarebbe stato bello conoscere Gandalf ed Elrond e Galadriel! Se Legolas decidesse di partire per Valinor, potrebbe rincontrarli. Chi sono io per privarlo di questa gioia?
L'accesso a Valinor era stato negato ai mortali, salvo rarissime eccezioni.
Earendil sbarcò a Valinor, ma non poté restarvi ed ora il suo vascello brilla in cielo, portando la luce dell'ultimo Silmaril. 
Ed Earendil era un Mezzelfo! Eppure quella parte umana che c'era in lui era bastata per negargli l'accesso al Reame Beato. Perché? Qual era la colpa degli uomini? Perché a loro era vietato accedere a Valinor?



Silmarien se lo chiedeva da sempre. Nessun uomo dopo Amandil di Andunie si era avventurato verso Aman.
L'altra eccezione sono stati i Portatori dell'Anello: Bilbo, Frodo e alla fine anche Sam. E nessuno di loro ha fatto ritorno. Quale sarà stata la loro sorte?
Anche a Gimli è stato concesso il diritto di partire per l'Ovest, in quanto membro della Compagnia dell'Anello. Se Legolas partisse, lui lo accompagnerebbe...
Ma se l'elfo avesse deciso di rimanere, allora Gimli avrebbe rinunciato al viaggio che pure gli spettava di diritto. Era troppo vecchio per partire da solo.
Tutti questi destini sono legati a me. Dovrei lasciarli andare... che diritto ho di tenerli legati a questa Terra di Mezzo che sta tornando di nuovo buia e pericolosa come ai tempi di Sauron?
Vedeva i suoi compagni di viaggio mentre osservavano la mappa e suggerivano le tappe e la tabella di marcia.
Forse è destino che anche loro vivano un'ultima avventura, prima di congedarsi da questi luoghi.
Ma c'era un'altra ragione che si era fatta strada nei pensieri di Silmarien.
Eldarion ha bisogno del nostro aiuto. Sento che da questa nostra missione verrà fuori qualcosa che gli permetterà di ritrovare la fiducia in noi e soprattutto in se stesso, per diventare un grande sovrano come nostro padre.
Tutti questi sentimenti non detti, questo groviglio di ragioni del cuore e della mente, avevano alla fine convinto la principessa di Andunie che era giusto che la sua Compagnia seguisse quell'itinerario.
L'istinto mi dice che stiamo andando nella giusta direzione. 
Eppure c'era qualcosa che le sfuggiva. Era come una premonizione, o un deja vu, o forse l'unico ricordo di un sogno quasi dimenticato, in cui la voce suadente di una dama bionda, al di là di uno specchio, pronunciava una frase oscura:
"Ho visto vacillare i Troni dei Valar"...