Sul presunto legame tra i Templari e la Massoneria, secondo cui i primi sarebbero sopravvissuti in incognito infiltrandosi dietro le nascenti corporazioni dei Liberi Muratori, i "Free Masons", o Frammassoni) si è detto e scritto di tutto, specie nell'ambito della letteratura esoterica e delle tesi complottiste. Per chi volesse approfondire questo aspetto, inserisco subito un estratto enciclopedico esauriente riguardo agli autori che per primi hanno trattato argomenti relativi ai "Miti di fondazione della Massoneria", in riferimento sia al Tempio di Salomone, sia ai Cavalieri Tempari.
"Le storie di Anderson del 1723 e 1738, l'elaborazione romanzata di Ramsay, assieme all'allegoria interna del rituale massonico, centrato sul Tempio di Salomone ed il relativo architetto, Hiram Abif, hanno fornito ampio materiale per le successive congetture.
Il più antico rituale conosciuto pone la prima loggia massonica nel portico del tempio di re Salomone.[10] Secondo Anderson, si è anche potuto far risalire la massoneria ad Euclide, Pitagora, Mosè, gli esseni e i culdei.[11] Preston iniziò la sua storia con i druidi,[8] mentre la descrizione fatta da Anderson dei massoni come noachidi, estrapolata da Albert Mackey, inserisce la "variabile Noè" nell'equazione.[12]
A seguito dell'introduzione dei massoni crociati da parte di Ramsay, i cavalieri templari assunsero un ruolo nel mito, a partire dal rito di stretta osservanza di Karl Gotthelf von Hund, che inoltre si collegava alla casata Stuart in esilio.[13] L'assassinio di Hiram Abif fu proposto come allegoria della morte di Carlo I d'Inghilterra. Oliver Cromwell emerge come il fondatore della massoneria in un'anonima opera anti-massonica del 1745, comunemente attribuito all'Abbé Larudan.[14] Mackey afferma che "le proposizioni di Larudan si distinguono per la loro assoluta indipendenza da ogni autorità storica e per le sfacciate presunzioni offerte al lettore in luogo dei fatti."[15] Gli scritti anti-massonici di Christoph Friedrich Nicolai coinvolgevano Francesco Bacone e i rosacrociani,[16] mentre il collegamento di Christopher Wren con il mestiere fu omesso nel primo libro di costituzioni di Anderson, ma apparve nel secondo, dopo la morte di Wren.[17]
Più recentemente diversi autori hanno collegato i templari nella cronologia massonica attraverso le figure intagliate della cappella di Rosslyn in Scozia, dove si dice che i templari avrebbero cercato rifugio dopo lo scioglimento dell'ordine.[23] In The Hiram Key, Robert Lomas e Christopher Knight tracciano una cronologia che parte dall'antico Egitto, e passa per Gesù, i templari e Rosslyn prima di arrivare alla massoneria moderna.[24]"
Va aggiunto che nell'Ottocento, con l'elaborazione del falso documento dei Protocolli di Sion, si volle indicare un successivo innesto all'interno della Massoneria, e cioè quello dell'ebraismo, sia nella versione liberale e globalista (il "complotto giudaico-massonico" delle "democrazie plutocratiche"), sia nella versione giacobina, marxista, leninistra, trotzkista e internazionalista.
Si tratta di un clamoroso falso, con drammatiche conseguenze, ma di certo l'operato di famiglie come quella dei Rothschild e di individui come George Soros, contribuiscono a rendere queste leggende metropolitane pericolosamente plausibili.
Et de hoc, satis.
Il grande nemico della Massoneria fu il Nazionalsocialismo tedesco, che nasceva dall'unione di vari elementi tra cui: il modello fascista italiano, il pangermanesimo, l'esoterismo ariosofico razzista e il militarismo prussiano.
Di queste componenti, almeno tre presentano profondi legami con quello che fu l'Ordine Teutonico fino alla secolarizzazione dei suoi possedimenti nel 1525 da parte del Gran Maestro Alberto di Hohenzollern, quando aderì al luteranesimo e divenne il primo duca ereditario di Prussia.
Il legame ereditario tra lo Stato Teutonico e il militarismo della Prussia è immediato, dal momento che il primo divenne la spina dorsale del secondo, tramite la dinastia Hohenzollern, che unendo il Brandeburgo con la Prussia pose le basi dell'unificazione tedesca culminata con la proclamazione, nel 1871, del Secondo Reich (secondo impero tedesco, il Primo Reich era stato il millenario Sacro Romano Impero Germanico, da Ottone I di Sassonia a Francesco II d'Asburgo).
Un importante simbolo di questo legame è la Croce di Ferro, massima decorazione militare utilizzata dal Regno di Prussia prima e dall'Impero tedesco poi.
L'insegna della Croce di Ferro è una croce patente nera in ferro brunito racchiusa in una cornice di metallo argentato. Venne disegnata dall'architetto neoclassico Karl Friedrich Schinkel sul modello delle croci distintive dell'Ordine Teutonico nel XIV secolo, da cui derivava anche l'emblema di Federico il Grande.
La Croce di Ferro appariva anche nelle bandiere di guerra del Regno di Prussia e del Secondo Reich (Impero tedesco guglielmino)
Un importante simbolo di questo legame è la Croce di Ferro, massima decorazione militare utilizzata dal Regno di Prussia prima e dall'Impero tedesco poi.
L'insegna della Croce di Ferro è una croce patente nera in ferro brunito racchiusa in una cornice di metallo argentato. Venne disegnata dall'architetto neoclassico Karl Friedrich Schinkel sul modello delle croci distintive dell'Ordine Teutonico nel XIV secolo, da cui derivava anche l'emblema di Federico il Grande.
La Croce di Ferro appariva anche nelle bandiere di guerra del Regno di Prussia e del Secondo Reich (Impero tedesco guglielmino)
Riguardo al pangermanesimo nazionalista, il richiamo all'Ordine Teutonico si manifestò nel "Drang nach Osten", ossia nella tendenza ad espandersi verso est, come fecero i cavalieri teutonici quando conquistarono la Prussia, la Curlandia e la Livonia.
Meno nota, ma non meno importante, è la componente esoterica, che influì non solo sulla scelta della svastica come simbolo del nazionalsocialismo tedesco, ma anche (e soprattutto), sull'impostazione che Heinrich Himmler volle dare alle SS, la spina dorsale del Terzo Reich.
La questione è molto complessa, ma in questa sede ci si limiterà ad accennare al fatto che Heinrich Himmler volle impostare le SS sul modello dell'Ordine Teutonico Medievale, creando per loro una sede centrale nel castello di Wewelsburg, in Sassonia, che sarebbe dovuto diventare "la nuova Marienburg", con riferimento al quartier generale dei teutonici in Prussia.
Nel 1934, dietro suggerimento di Karl Maria Wiligut, Heinrich Himmler firmò un contratto di affitto del castello per 100 anni per la cifra simbolica di 100 marchi con il circondario di Paderborn, inizialmente intendendo ristrutturare il castello per farne una "Reichsführerschule SS", una scuola per i dirigenti nazisti (i cosiddetti SS "Führerkorps"). Le attività che vi venivano svolte erano le seguenti:
- studio della preistoria
- studio della storia medievale e del folklore popolare
- costruzione della "Biblioteca delle Schutzstaffeln di Wewelsburg"
- rafforzamento dell'ideologia nazionalsocialista nel villaggio di Wewelsburg[3]
Heinrich Himmler rimase da subito colpito dalla forma a freccia del castello, che contrariamente ad altre costruzioni, seguiva l'asse Nord-Sud invece del più consueto Est-Ovest. Tale vettore risulta per Himmler il centro del castello e quindi della Germania nazista.[4]
A partire dal 1936 volle rafforzare il ruolo di Wewelsburg come centro rappresentativo e ideologico delle SS. Nel 1938, Siegfried Taubert fu incaricato di ristrutturare il castello. Pare che anche l'Ahnenerbe sia stata coinvolta nella fase di progettazione della ristrutturazione. In principio la RAD "Reichsarbeitsdienst" apportò le modifiche al castello.
Secondo i piani di Heinrich Himmler, il castello doveva essere il "centro del nuovo mondo" ("Zentrum der neuen Welt") dopo la "vittoria finale". Per questo motivo, era stata progettata la realizzazione di un muro circolare del diametro di un chilometro attorno al castello.[7]
Membri principali delle Scuola delle SS Wewelsburg[8]
- Heinrich Himmler
- Manfred von Knobelsdorff (Comandante)
- Siegfried Taubert (Comandante)
- Karl Elstermann von Elster, Stabsführer (rimpiazzato poi da Paul Hübner)
- Walter Muller, Hauptsturmführer
- Josef "Pepi" Schneid, Hauptsturmführer
- Walter Franzius, architetto
- Karl Lasch
- dr. Hans-Peter de Courdes
- dr. Berhard Frank, SS-Comandante dell'Obersalzburg
- dr. Heinrich Hagel, medico e Obersturmbannführer
- Wilhelm Jordan
- Elfriede Wippermann
La torre nord e il Sole Nero
Nella torre nord del castello sono presenti due stanze create dalla SS con precisi intenti simbolici; la torre stessa è stata chiamata "Centro del Mondo" dagli architetti che la hanno riprogettata. La prima stanza, la "Obergruppenführersaal" (letteralmente: Obergruppenführer - Camera dei generali)[9] è un salone di rappresentanza. Il pavimento in marmo è decorato con un ornamento ed un mosaico circolare di colore verde scuro chiamato "Sole Nero" (Schwarze Sonne)[10]; questo è una ripresa del cerchio del sole, simbolo usato dal misticismo nazista e alcune correnti dell'Etenismo.
Originariamente al centro dell'ornamento vi era un disco in oro; il termine "Sole Nero" per il mosaico di Wewelsburg divenne popolare dopo la Seconda Guerra Mondiale quando il disco d'oro venne rimosso. Recentemente, è stato adottato come simbolo dalla Guardia Nazionale Italiana (da non confondere con quella creata dopo l'unità d'Italia), movimento neo nazista italiano.[11] La seconda stanza, nel seminterrato è una stanza per la preghiera per le SS defunte; questa stanza è tuttavia rimasta incompiuta.[12].
Nelle intenzioni di Himmler, il castello era il luogo dove far rinascere i Cavalieri Teutonici, i cui capi dovevano essere impersonati da 12 ufficiali delle SS riuniti in una tavola rotonda. Questi dodici cavalieri sarebbero stati il seguito di Himmler durante riti sconosciuti praticati all'interno del castello. Benché ci siano i presupposti per ritenere che questi incontri avvenissero regolarmente, l'unica riunione documentata è del giugno 1941.
Il castello era la base spirituale di ogni membro delle SS: alla morte di uno degli ufficiali, le sue ceneri sarebbero dovute essere sepolte nel castello; similmente, qualunque destinatario di uno dei Totenkopfrings di Himmler doveva restituire il suo anello al castello nel momento della sua morte.[13]
Quando si capì che la sconfitta era inevitabile, Himmler ordinò a Heinz Macher con 15 dei suoi uomini di distruggere il castello di Wewelsburg, solo due giorni prima che la 3ª Divisione di fanteria americana occupasse la zona. I rapporti militari variano dalla distruzione quasi completa al danneggiamento grave solo della torre nord.[14]
Dopo la Guerra
I danni della guerra furono presto riparati dopo che il territorio fu bonificato dagli esplosivi. Attualmente il castello ospita un ostello della gioventù ed un museo. Nel 2006 e nel 2007 ha ospitato l'annuale Internacia Seminario, un incontro della gioventù Esperantista.
Curiosità
In tempi recenti, il castello di Wewelsburg ha fornito l'ispirazione per il videogioco Return to Castle Wolfenstein, anche se non esiste alcuna somiglianza fra i due castelli.
I seguenti romanzi sono in parte ambientati nel castello di Wewelsburg:
- (IT) James Rollins, L'Ordine del Sole Nero, Casa Editrice Nord, 2007.
- (SV) Jan Wallentin, Strindbergs stjärna, Albert Bonniers Förlag, 2010.[15]
- Paolo Di Reda e Flavia Ermetes, La formula segreta delle SS, Newton Compton, 2013.
Note
- ^ (EN) Wewelsburg 1933–1945. Cult- and terror place of the SS (PDF), su lwl.org, p. 214.
- ^ Russell, Schneider 2007, p. 10.
- ^ Russell, Schneider 2007, p. 35.
- ^ (EN) Julian Strube: Die Erfindung es esoterischen Nationalsozialismus im Zeichen der Schwarzen Sonne. In: Zeitschrift für Religionswissenschaft, 20(2), 2012: pp. 223–268.
- ^ (EN) IVM.org
- ^ (EN) Wolfgang Sofsky, The Order of Terror: The Concentration Camp, trans. William Templer (Princeton, NJ: Princeton University Press, 1997), p. 122.
- ^ Reitlinger 1969, p. 54.
- ^ Reitlinger 1969, p. 38.
- ^ vedi foto
- ^ vedi foto
- ^ Tombetti 2005, p. 88.
- ^ Russell, Schneider 2007, p. 60.
- ^ Tombetti 2005, p. 123.
- ^ Russell, Schneider 2007, p. 69.
- ^ Di Reda, Ermetes 2013, p. 20.
Bibliografia
- Gerald Reitlinger, Storia delle SS, Milano, Longanesi, 1969.
- Stuart Russell e Jost W. Schneider, La fortezza di Heinrich Himmler, Roma, Thule Italia, 2007 [1989], ISBN 978-88-902781-0-5.
- Pierluigi Tombetti, I grandi misteri del nazismo. La lotta con l'ombra, Milano, SugarCo, 2005.
- Pierpaolo Tavino, Niederhagen - Il Segreto Perduto, Italia, CreateSpace Independent Publishing Platform, 2015.