venerdì 8 marzo 2013

Moda maschile nel decennio 1995-2005



Questa foto di Gabriel Garko, risalente ad una decina di anni fa, rappresenta al meglio il tipo di moda
maschile elegante nel periodo compreso tra la metà degli anni Novanta e la metà degli anni Zero o anni Duemila. 

1) La prima caratteristica è la giacca a tre bottoni. Io me lo ricordo bene perché in quel periodo, tra colloqui di lavoro e cerimonie varie (lauree, matrimoni ecc.) mi ero fatto un guardaroba completo, non immaginando che pochi anni dopo le giacche sarebbero tornate a due o addirittura ad un solo bottone.

2) Un'altra caratteristica, che vediamo nella foto di Garko e in quelle qui sotto, mi è particolarmente cara, perché in quel decennio, finalmente, e con mia grande gioia, tornarono di moda le cravatte spesse, di seta monocolore, con nodo Windsor doppio: una combinazione che io ho sempre considerato la migliore.




3) In quegli anni torna di moda anche il gessato, che si abbina perfettamente con le camicie bianche e le cravatte scure con nodo Doppio Windsor, il migliore in assoluto!







































4) Anche i colletti della camicia erano diventati più lunghi, con le ali più ampie.
Quel tipo di camicie mi piace molto e lo indosso ancora, perché ha la bellezza di un classico intramontabile.

5) I pantaloni stretti alle caviglie, che poi sono tornati di moda adesso, ma rialzati col risvolto.

6) Capelli lunghi negli anni novanta, e col ciuffo a caschetto negli anni duemila, questo soprattutto tra i più giovani.

Gli anni successivi hanno visto la creazione di due mode parallele, nell'ambito degli abiti eleganti, una rivolta agli adulti ed una ai giovani. Ne parlerò nel prossimo post.




Moda maschile negli anni '80



Micheal Douglas nel film "Wall Street" del 1987, rende bene il look tipico degli "yuppies", i giovani dirigenti in carriera, operatori finanziari in particolare, riconoscibili per alcuni capi caratteristici, tra cui le famose cravatte Regimental, indossate anche da Christian Bale in "American psycho", ambientato negli anni '80, che mostra le conseguenze devastanti di un utilitarismo edonistico ed individualista.



Cinici e senza scrupoli, gli yuppies newyorkesi si riconoscono anche per le bretelle, le camicie a righe sottili o quelle col colletto bianco e il resto azzurro.



Dai famosi serial tv come Dallas, possiamo vedere come questi spregiudicati uomini d'affari vestissero anche lontano dalle raffinatezze newyorkesi.



La giacca ha un'ampia apertura e generalmente ha solo 2 bottoni. La camicia ha un colletto con ali più corte e il nodo della cravatta è più stretto rispetto agli anni Settanta.
Queste caratteristiche perdurano per tutto il decennio.
Le giacche diventano molto ampie, quasi oversize, come negli anni '30 e '40.
Un esempio molto evidente lo possiamo trovare nei vestiti indossati da Richard Gere in "Pretty Woman" che conclude il decennio mostrando un broker finanziario che indossa giacche a doppiopetto di ampie dimensioni, e le immancabili cravatte Regimental.



Il film, del 1990, chiude il decennio con un finale positivo. L'amore trasforma il cinico operatore finanziario in un imprenditore onesto e responsabile. Si sente il desiderio di archiviare un decennio di arrivismo, accentuato dalle politiche neoliberiste di Reagan e Thatcher.



Questo tipo di abiti perdura per i primissimi anni '90 e lo possiamo ancora vedere in un film che chiude idealmente i conti, in modo definitivo, con il carrierismo del decennio appena trascorso.
Ecco dunque Harrison Ford nel film "Una donna in carriera".


"Cosa resterà di questi anni Ottanta?", cantava Raf. Ognuno ha i suoi ricordi relativi a quel decennio così diverso dal precedente, sia nei valori che nella moda. 
Potremmo dire che gli anni Ottanta ebbero una loro propaggine nella mitizzazione del neoliberismo come apparente ricetta per risolvere tutti i mali. I decenni seguenti hanno, ahimè, dimostrato l'esatto contrario.

Gli eredi di Gothian. Capitolo 71. Le ceneri di Marigold



Il Trono Nero, nella sala grande del castello di Gothian,  era vuoto.
Marigold è morta lì sopra, strangolata da mio nipote, che ha reclamato a sé quel Trono.
Ellis Eclionner era stata nominata reggente di Gothian e nonostante Marvin le avesse detto che, mentre lui era al Sud, lei avrebbe potuto "tenergli calda la sedia", si era rifiutata anche solo di avvicinarsi a quello scranno di ferro annerito.
Non ha portato fortuna a nessuno. Fenrik e Marigold sono morti. Ed io... be', io sono soltanto sopravvissuta a me stessa, pensò Ellis.



Non si era mai ripresa del tutto dalla morte del suo adorato fratello e amante, Masrek Eclionner.
Ora però ho una ragione di più per vivere. 
A trentasette anni, dopo ventun anni dalla nascita del suo primo figlio, Elner, concepito con Masrek, lei, Ellis Eclionner, era nuovamente incinta. Questa volta il padre era Marvin, l'altro figlio di Masrek.
E ci sono i figli di Marigold, concepiti da mio padre, e i figli di Alienor, concepiti da mio figlio.
Marvin l'aveva avvertita: "Tu sei la vincitrice morale del gioco del Trono" le aveva detto "perché spetterà a te allevare ed educare la nuova generazione degli Eclionner"
I figli di Marigold sono miei fratelli, ma dovrò fare per loro da madre. 
Era così strano pensare che Marigold non esistesse più.
Temevo di vedere il suo fantasma, avevo persino paura di sognarla. E invece niente, di lei rimangono solo le ceneri in un reliquiario, come se fosse stata una santa.



Marigold aveva fatto preparare, da viva, il reliquiario che avrebbe dovuto contenere le sue ceneri, secondo la disposizione del testamento.
E' inquietante quella faccia... mi fa rabbrividire... maledizione a te, Marigold... continuerai a guardarmi con quegli occhi folli, con quei capelli d'oro, con quella corona sul capo... ah, non hai bisogno di fantasmi per spaventarmi... basta quell'urna... 
Marvin aveva voluto rispettare il testamento.
"L'unico modo per evitare che il suo fantasma ci perseguiti, è rispettare le sue ultime volontà. Sarà quindi tuo compito, Ellis, quello di presiedere ai suoi funerali e alla sua cremazione, e poi mettere le sue ceneri nell'urna, dentro il reliquiario. Voglio che rimanga nella sala del Trono, a eterna memoria di questa donna che, per oltre mille anni, ha tenuto il mondo sotto scacco. Io l'ho sconfitta, e dunque il ricordo di lei, è una maggiore gloria per me"
Ellis scosse il capo.
Ad maiorem gloriam... come disse Aurelia, la madre di Cesare, prima di morire.
Tutto il dolore della sua vita per la maggior gloria del figlio.
E va bene, Marvin, faremo a modo tuo, anche questa volta! 
E così, il volto di Marigold, immortalato nella forma del reliquiario, osservava fissamente il Trono vuoto.
Le leggende nascono così... e magari verranno pellegrini in processione per implorare una grazia dalle tue ceneri.
Si chiese quale grazia avrebbe potuto implorare lei, dalle ceneri di Marigold.
Istintivamente si toccò il ventre, dove il figlio di Marvin stava crescendo.
Sa già che è un maschio. Vuole chiamarlo Mordred... che follia! E' un nome di malaugurio! Servirà solo a ricordare al mondo che è nato da un incesto?
Marvin aveva riso: "L'altro mio figlio, quello legittimo, che nascerà da mia moglie, si chiamerà Arthur. E' una giustizia poetica, non trovi?"
Ah, Marvin, tu sei pazzo! La metamorfosi ti ha trasformato in qualcosa che mi spaventa. Nemmeno Marigold mi ha mai spaventata quanto te!



A volte sperava quasi di poter vedere il fantasma di Marigold, il suo sorriso beffardo, i suoi occhi felini, ed i suoli capelli dorati.
Quando una persona si trova a rimpiangere persino i nemici, vuol dire che ha perso proprio tutto.
Si rivolse all'urna, come se stesse veramente parlando con Marigold.
Dove sei? La tua anima ha trovato pace o si batte con le ombre in qualche Erebo? No, nessun Erebo di più, per te, per me, per tutti...
Sopravvivere è molto più difficile e duro che morire. Marigold lo sapeva, e aveva scelto la morte. Dopo più di mille anni, credeva di averla meritata. La morte si sconta vivendo, aveva detto un grande poeta.
Anche Ellis lo sapeva, eppure aveva scelto la vita.
Per curiosità, forse. O per affetto verso i suoi figli e gli altri bambini della famiglia che erano affidati a lei.
E dunque io vivo, ma non mi riconosco. Cammino come dormendo. Non trovo il senso delle cose. Il tempo mi è scivolato via. Indugiavo per delle inezie, e non mi accorgevo che il mondo crollava intorno a me. Sono sempre stata sola, vittima della mia follia.



Cast

Eva Green (Morgana di Avalon) - Ellis Eclionner

Lena Headey (Cersei Lannister) - Marigold di Gorhian

Il trono è quello de "Il trono di spade" di George Martin.

Il reliquiario è quello di Sant'Orsola.