Alienor non aveva mai visto niente di simile.
Davanti a lei si stagliavano in tutta la loro imponenza e maestà la Grande Muraglia e la Sublime Porta.
La Grande Muraglia che segnava il confine sud della Federazione Keltar con l'impero Lathear era stata costruita con blocchi di pietra grigia durante l’ultimo secolo della Repubblica dei Lathear, ed era stata portata a termine dal primo Imperatore, Arexatan, che però aveva esteso il dominio imperiale lungo tutta la valle dell’Amnis.
Arexatan diceva: l’Amnis è la mia prima barriera contro i barbari e la Muraglia è la seconda.
Vari manipoli di legionari Lathear sostavano nei pressi.
Sono fedeli a Sephir Eclionner, questa adesso è la sua zona di influenza.
La loro corazza e armatura di metallo era luccicante, il rosso del mantello splendeva così come quello del cimiero sopra l’elmo.
Erano tanti e facevano paura. Portavano numerose armi, tra cui una spada corta, il gladio, e una lunga, l’ense.
Una fila di persone sostava davanti alla porta, aspettando il suo turno per essere ispezionata dalle guardie. Per lo più erano pellegrini diretti a Lathena.
Davanti a tutto questo assembramento c’era una grande piazza affollata da venditori ambulanti e da compratori.
Vyghar e i suoi uomini si erano camuffati da legionari, con tanto di salvacondotto firmato da Sephir Eclionner in persona.
I guardiani presso la Sublime Porta lessero con qualche difficoltà il rotolo:
«Va bene, potete passare, ma sappiate che, oltre un certo limite, l'influenza di Sephir cede di fronte a quella di Elner XI»
Ad Alienor veniva da ridere.
Credete che non lo sappiamo? Pensate che Sephir non ci abbia avvertito?
Non dissero altro, e le fecero passare sotto la volta nera della Sublime Porta.
Alienor provò una strana sensazione, come se avesse varcato nella sua vita l’ennesimo punto di non ritorno.
Buio e freddo come un portale verso le tenebre, eppure andiamo al Sud.
Guardò verso l'altro, e vide la Volta Nera.
Ricordò un poema scritto da Wechtigar I Eclionner poco prima della morte:
"Dormirò sol, nel manto mio regale / quando la mia giornata è giunta a sera / dormirò sol sotto la Volta Nera / sotto la Volta Nera, giù nell'avello dell'Escorial"
E se morirò lontano dalla mia terra, chi si ricorderà più di me? Almeno ad Alfarian, scavata nel sottosuolo ghiacciato, c’era la cripta, e l’avello…
Perché quei pensieri tristi? Aveva sempre avuto paura di quella cripta, e di quella tomba di granito che avrebbe dovuto ospitare il suo corpo congelato.
Niente di buono è mai venuto fuori dall’usanza di congelare i cadaveri per mantenerli intatti. Secondo alcuni è da quei corpi che sono nati i vampiri.
Ma erano tutte storie che le vecchie nonne raccontavano per insegnare ai bambini ad essere prudenti e a non fidarsi degli sconosciuti.
In fondo alla volta si vedeva la luce.
Man mano che si avvicinavano, al buio si sostituì un chiarore limpido, candido, come non avevano mai visto.
Varcata la Sublime Porta, a Sud della Grande Muraglia, la via Orientale proseguiva verso Meridione, in direzione di Tavisia e poi sempre più in giù, fino ad una biforcazione, verso Lathena.
Il clima era leggermente diverso, più asciutto, meno umido.
E il sole brillava più forte, i colori erano più intensi e definiti.
Arrivarono alla fine della volta ed uscirono dalla porta interna delle mira, che era meno fastosa.
Ciò che le colpì fu la razionalità con cui il paesaggio era stato modificato dall’uomo.
Campi coltivati ovunque, fattorie, poderi, strade lastricate e pulite, parchi, ville con giardini ben curati, negozi e locande ai lati della via Orientale che si perdeva all’orizzonte.
«Che effetto mi fece la prima volta che vidi questo spettacolo! I Lathear sanno razionalizzare l'utilizzo del territorio. Eppure io preferisco le mie lande selvagge e brumose» disse Lilieth, ed i suoi occhi parevano guardare un altro paesaggio, quello della sua infanzia.
«Anch’io» risposte Alienor «Non cambierei le mie foreste e le mie brughiere per nulla al mondo»
Era vero.
Era vero.
Eppure un giorno le ho maledette...
Si sentiva in colpa per non aver apprezzato quello che aveva avuto in sorte alla nascita. Si era sentita così isolata, così lontana da tutto nella fortezza di Alfarian, tra le montagne del nord.
E adesso che sto scendendo verso questo meridione assolato e dai colori accesi, mi torna in mente il profumo di resina dei boschi della mia patria.
A distrarla dai suoi pensieri fu Vyghar il Pirata:
«Questa è la civilizzazione!» e indicò la via Orientale, larga e perfettamente lastricata: «Certo, la natura selvaggia è molto romantica, ma terribilmente scomoda. I Lathear non sopravviverebbero mezza giornata nei nostri pantani!»
Era strano vedere Vyghar senza i panni di pirata: doveva viaggiare in incognito e quindi si era dovuto "civilizzare" persino lui.
E la sua "trasformazione" non era finita. Si era portato dietro i panni da nobile Lathear, per riuscire ancora più convincente man mano che si addentravano verso sud.
La prima tappa era prevista presso la cittadina di Tavisia.
Lilieth aveva detto che prima di proseguire verso sud, bisognava fare visita ad un importante Oracolo, una veggente che si trovava alle pendici del Monte Konar, poco distante da lì, e raggiungibile attraverso un canale che partiva dalla darsena di Tavisia.
Un tempo quello era stato il confine naturale tra i Keltar e i Lathear. Lo si sentiva anche dall'inflessione della voce e dai dialetti. Inoltre il clima a sud del Konar era decisamente molto più caldo e secco di quello che vi era a nord.
Alienor non era mai stata tanto a sud in vita sua, e doveva ammettere che quel clima mite era molto dolce.
Ma perché Lilieth vuole che andiamo dall'Oracolo?
La Veggente del Konar era molto rinomata, ma per Alienor sembrava qualcosa di superstizioso fare un pellegrinaggio fin laggù.
Eppure non dovrei meravigliarmi, dopo che la mia vita è rimasta impigliata tra cospirazioni e demoni.
Questi erano i suoi pensieri mentre cavalcava lungo la via Orientale.
Verso sera giunsero a Tavisia.
Si sentiva in colpa per non aver apprezzato quello che aveva avuto in sorte alla nascita. Si era sentita così isolata, così lontana da tutto nella fortezza di Alfarian, tra le montagne del nord.
E adesso che sto scendendo verso questo meridione assolato e dai colori accesi, mi torna in mente il profumo di resina dei boschi della mia patria.
A distrarla dai suoi pensieri fu Vyghar il Pirata:
«Questa è la civilizzazione!» e indicò la via Orientale, larga e perfettamente lastricata: «Certo, la natura selvaggia è molto romantica, ma terribilmente scomoda. I Lathear non sopravviverebbero mezza giornata nei nostri pantani!»
Era strano vedere Vyghar senza i panni di pirata: doveva viaggiare in incognito e quindi si era dovuto "civilizzare" persino lui.
E la sua "trasformazione" non era finita. Si era portato dietro i panni da nobile Lathear, per riuscire ancora più convincente man mano che si addentravano verso sud.
La prima tappa era prevista presso la cittadina di Tavisia.
Lilieth aveva detto che prima di proseguire verso sud, bisognava fare visita ad un importante Oracolo, una veggente che si trovava alle pendici del Monte Konar, poco distante da lì, e raggiungibile attraverso un canale che partiva dalla darsena di Tavisia.
Un tempo quello era stato il confine naturale tra i Keltar e i Lathear. Lo si sentiva anche dall'inflessione della voce e dai dialetti. Inoltre il clima a sud del Konar era decisamente molto più caldo e secco di quello che vi era a nord.
Alienor non era mai stata tanto a sud in vita sua, e doveva ammettere che quel clima mite era molto dolce.
Ma perché Lilieth vuole che andiamo dall'Oracolo?
La Veggente del Konar era molto rinomata, ma per Alienor sembrava qualcosa di superstizioso fare un pellegrinaggio fin laggù.
Eppure non dovrei meravigliarmi, dopo che la mia vita è rimasta impigliata tra cospirazioni e demoni.
Questi erano i suoi pensieri mentre cavalcava lungo la via Orientale.
Verso sera giunsero a Tavisia.
La cittadina aveva la tipica forma delle città latheariche: quadrata, con vie perpendicolari, una via centrale verticale, la Versa, ed una orizzontale, la Recta, che si incontravano in una Piazza centrale, la Quadra.
Era circondata da mura in mattoni, e pattugliata da un manipolo di soldati fedeli all’eunuco Bial, che risiedeva a poche miglia di distanza, nella Vedetta Lathearica.
Era circondata da mura in mattoni, e pattugliata da un manipolo di soldati fedeli all’eunuco Bial, che risiedeva a poche miglia di distanza, nella Vedetta Lathearica.
La cittadina era pulita e ordinata: c’erano acquedotti, fontane, strade di pietra, edifici in mattoni, statue, ginnasi, terme, persino un piccolo anfiteatro.
Alienor era meravigliata.
Alienor era meravigliata.
«Non immaginavo che i Lathear fossero così sviluppati»
Lilieth sorrise:
«Lo erano già ai tempi della Repubblica, quando questa città fu fondata, prima del colpo di stato con cui Arexatan Eclionner, dopo aver conquistato il Regno dei Keltar, si proclamò Imperatore dei Lathear»
La principessa sorrise amaramente:
«Lo erano già ai tempi della Repubblica, quando questa città fu fondata, prima del colpo di stato con cui Arexatan Eclionner, dopo aver conquistato il Regno dei Keltar, si proclamò Imperatore dei Lathear»
La principessa sorrise amaramente:
«Già… sempre qui ritorniamo, qualunque discorso si faccia, sempre agli Eclionner» non c’era ironia nelle parole di Alienor, ma solo tristezza, per il fatto che la dinastia imperiale le aveva rovinato l’esistenza.
«E’ il tuo destino, Alienor. La storia degli Eclionner è strettamente legata a quella che sarà la tua storia, anche se ancora non sappiamo quale sarà esattamente il tuo ruolo in questa missione, ed è per questo che ci dobbiamo recare dall'Oracolo»
La principessa degli Alfar non nutriva molta fiducia in quelle profezie:
«Lilieth, io ancora non credo agli oracoli. Forse è vero quello che dici a proposito di un mio ruolo riguardo agli Eclionner, ma per il resto sono scettica di fronte alle veggenti»
Lilieth scrollò le spalle:
Lilieth scrollò le spalle:
«Cambierai presto idea! Domattina ci recheremo subito alla darsena e ci faremo traghettare lungo il fiume Tavis fino al Monte Konar, dove troveremo l’antro della Veggente. Lei ti dirà qual è il tuo ruolo in questa missione e ti spiegherà cosa ti riserva il futuro»