«Ah, siano ringraziati gli dei!»
disse la principessa Afrosina, entrando di corsa nell’appartamento privato di
sua madre, dove Indis e il Primo Consigliere Amasis stavano discutendo sulla
strategia da tenere al prossimo Consiglio del Regno.
«Finalmente mio padre ha accettato
che Althamenes ritorni a Creta!»
Indis conosceva già la notizia:
erano mesi che stava facendo pressioni sul marito, ormai anziano e malato,
perché facesse ritornare il primogenito. Era tempo che Althamenes venisse
preparato alla successione: si erano persi anche troppi anni.
«E’ una notizia meravigliosa mia
cara!» disse Indis abbracciando la figlia
«Dovremo organizzare una grande
festa di famiglia per il suo ritorno!
Inviteremo anche Erope e Fedra,
con i loro mariti e i loro figli. Dovrà essere un evento memorabile!»
Afrosina annuì e sorrise ad
Amasis: «Chissà che non riusciamo a riappacificare anche mia madre e Pasifae!»
Amasis rise:
«Su questo non farei
troppo affidamento!»
Le tensioni politiche tra i due
partiti si erano fatte sempre più accese e solo la prudenza e l’astuzia di
Amasis erano finora riusciti a sventare varie cospirazioni ordite dalla
Reggente.
«Ho sentito fare il mio nome»
disse una voce ben nota entrando nella stanza.
«Pasifae… non mi pare di averti
invitata…» fece Indis, irrigidendosi.
La Reggente sorrise:
«Oh, non preoccuparti,
vado via subito. Ero venuta solo per congratularmi della bella notizia»
Pasifae aveva ormai cinquantasette
anni, ma ne dimostrava venti di meno.
Era ancora una donna di grande fascino e
il tempo le aveva conferito soltanto più autorevolezza e carisma. I capelli
rimanevano ancora biondi e fluenti, solo un po’ più chiari. Gli occhi azzurri
brillavano ancora della stessa luce di quando, da ragazzina ingenua e speranzosa,
era giunta a Creta per sposare il vecchio Minosse.
«Sarebbe bello che tuo figlio
Althamenes e mio figlio Sarpedon diventassero amici. Dopotutto un giorno
saranno loro a condividere il trono»
«Non capisco questo tuo improvviso
afflato di amicizia, dopo che per ben tre volte hai tentato di eliminare me e
la mia fazione» rispose Indis.
Anche Indis era riuscita a
mantenersi piuttosto giovanile: era sempre snella come un tempo, e i suoi
famosi bagni nell’olio di oliva avevano mantenuto la sua pelle abbastanza
fresca. Il resto, poi, lo facevano i vestiti, che tenevano i seni ben
sollevati, il trucco e le raffinate parrucche egizie.
Pasifae non aveva mai ammesso le sue responsabilità passate:
«Oh, Indis! Io non sapevo nulla di
quelle congiure da quattro soldi. Diglielo anche tu, Amasis, che non hai
trovato una mezza prova contro di me!»
Amasis scrollò le spalle:
«Sua
Maestà Indis lo sa fin troppo bene, ma gli indizi sono tanti, per non parlare
del movente»
Pasifae sorrise di nuovo,
sprezzantemente:
«E allora mettiamo da parte per una volta almeno le nostre
divergenze e festeggiamo il ritorno di Althamenes come una vera famiglia!»
«Faremo del nostro meglio per
recitare la parte dei parenti affezionati» disse Indis, ricambiando un accenno
di sorriso.
«E poi c’è sempre il nostro caro
Amasis a vegliare sulla pace e sulla concordia della dinastia» commentò Pasifae
con una punta di minacciosa ironia.
«Amasis è il migliore di tutti
noi» disse Afrosina, con aria protettiva.
Indis annuì: «E’ verissimo»
Pasifae si sforzò di sorridere, ma
gli occhi gelidi tradivano i suoi sentimenti:
«Il migliore a letto, forse…»
commentò sarcasticamente.
Indis apparve divertita:
«Dì la
verità, Pasifae. Tu odii Amasis perché è l’unico che non sei riuscita a sedurre!»
Pasifae si ricompose:
«No, ti
sbagli… diversamente da te non mi interessano gli avanzi del letto di Catreus»
«Non devi parlare di lui in questo
modo!» intervenne Afrosina.
«Guarda che Amasis sa difendersi
benissimo da solo» la ribeccò Indis, gelosa.
Pasifae colse questa gelosia:
«Ti
ammiro molto, Afrosina. L’amore casto e puro è il sentimento più nobile. E
certo non te l’ha insegnato tua madre»
«Ah! Questa è bella» sbottò Indis
«tu che parli di amore puro!»
Afrosina prese entrambe le regine
per mano e disse:
«Vi prego! Almeno per questa occasione di festa, mettete da
parte sul serio la vostra rivalità. Diglielo anche tu, Amasis»
Il Primo Consigliere aveva
assistito alla scena con sguardo divertito. Era un uomo nel pieno vigore dei
suoi anni. I tratti virili si erano induriti ed erano divenuti marcati sul suo
volto, un tempo efebico. Il suo fisico si era irrobustito, senza però
appesantirsi.
«Io posso solo pregare le loro
Maestà di concedere graziosamente la benedizione per la festa di ritorno di sua
altezza Althamenes. E invocare la benevolenza degli Dei»
«Quali Dei? Io riconosco un solo
Dio, il Sole» dichiarò Pasifae con orgoglio.
«Questa tua religione
orientaleggiante non ti porterà lontano» la ammonì Amasis «Vuoi fare forse la
fine di Akenaton? »
Pasifae lo fissò con determinazione:
«Io sarò meglio di lui, di Nefertiti
e di Hatschepsut messi insieme! »
Indis si alzò sdegnata:
«Questa
eresia verrà punita. Io lo giuro di fronte agli Antichi Dei del Mare, al Dio
Toro e alla Dea Madre Terra: tu sarai punita. E prima di morire ti ricorderai
di queste parole!»
Pasifae la guardò, con un sorriso
beffardo, e gli occhi di ghiaccio:
«Tu sei il passato, Indis. Io sono il
futuro. Io creerò un Impero senza limiti di spazio e di tempo. E il mio nome
resterà immortale»
Detto questo se ne andrò, con un
fruscio di vesti profumate di lavanda.