Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
sabato 1 febbraio 2014
Zac Efron - Nodo Windsor - Windsor knot - tie
Zac Efron, tra i tanti soprannomi che gli sono stati affibbiati, è chiamato "dapper boy", cioè ragazzo azzimato, da intendersi come "persona che veste con estrema ricercatezza".
A tal proposito vale la pena constatare che tale ricercatezza comprende anche la scelta del nodo Windsor doppio alla cravatta, che gli vale questo post nella mia rubrica Nodo Windsor Club.
Certo io preferirei che usasse una cravatta tradizionale, ma bisogna dire che con la skynny tie, che già da sola è strettissima, il nodo Windsor è d'obbligo, per dare consistenza alla cravatta.
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L'evoluzione del cellulare negli ultimi 25 anni
Fu Motorola a produrre il primo telefono portatile dalle dimensioni ridotte, rendendolo veramente "tascabile": era il MicroTAC, che aveva uno sportellino che copriva i tasti e un display da sole due righe. Era il 1989, e da allora c'è stata una continua rincorsa a produrre telefonini sempre più piccoli. Si pensava che la vera sfida del futuro fosse creare dispositivi minuscoli, quasi invisibili.
Ma come spesso è accaduto nella storia del progresso tecnologico, si era fatto un fondamentale errore di valutazione. O meglio, semplicemente non si poteva prevedere che il cellulare sarebbe diventato molte cose, e solo in un secondo momento un telefono. Insomma, all'inizio degli anni '90 non esisteva il concetto di smartphone, internet non era diffuso, i display erano molto limitati, il touchscreen era qualcosa di futuristico.
I palmari. Nel 1996, mentre al predominio di Motorola si sostituìva gradualmente quello della finlandese Nokia, uscì il primo palmare, il Nokia 9000 Communicator, con uno schermo più ampio e una tastiera Qwerty.
Ma è all'inizio degli anni Duemila che il mercato dei cellulari subì una svolta: uscì il Nokia 3310, uno dei telefoni portatili più venduti di sempre, che entrò nelle tasche degli adulti ma, per la prima volta, anche in quelle degli adolescenti. Era l'epoca dei cellulari "compatti": niente sportelletti scomodi e fragili, tasti abbastanza maneggevoli per inviare i primi SMS alla velocità della luce e display adatti per giocare a "Snake" e altri videogame tanto semplici quanto immortali.
Arriva Internet. Per vedere i colori e i display più grandi e dinamici negli Stati Uniti si dovette aspettare il 2002, quando BlackBerry produsse il 5810, in grado di connettersi facilmente a internet e ricevere le e-mail. E fu forse quello l'inizio dell'inversione di tendenza: il display rubò sempre più spazio ai tasti, fino a sostituirli completamente nel 2007, quando la Apple di Steve Jobs presentò il primo iPhone.
I tablet e i phablet. Da allora in poi il telefonino fu utilizzato soprattutto per navigare su internet, sui social network, per mandare e-mail e per usare applicazioni sempre più complesse, per cui la corsa a ridurre le dimensioni dei dispositivi si è capovolta. I cellulari hanno schermi sempre più grandi, sono nati i tablet e addirittura i phablet come il Samsung Galaxy Note, ibrido fra uno smartphone e un tablet.
Oggi semmai la sfida è nel produrre dispositivi sottili o leggeri, ma la grandezza sembra non essere più un problema, anzi. I display larghi sono una delle caratteristiche più apprezzate degli smartphone di alta gamma Samsung, tanto che a confronto anche gli schermi degli iPhone sembrano sfigurare. Solo che adesso nessuno si sognerebbe di chiamare un Galaxy S4 "cabinone" o termini ironici affini. Il progresso è bello anche per questo.
(fonte: Il Messaggero)
Come sarà l'Europa nel 2100?
Oltre alle parti sommerse, sono previsti anche cambiamenti nei confini dei vari stati: la Scozia si scinderà dall'Inghilterra, la Catalogna dalla Spagna, il Nord Italia dal Sud Italia, l'Ucraina occidentale da quella orientale... la cartina è molto interessante.
Imbolc: la festività celtica del 1° febbraio (Santa Brigida, la Candelora cristiana)
Imbolc (o anche Oimelc, o Imbolic) è l'antica festa irlandese del culmine dell'inverno, che cadeva tradizionalmente il 1º febbraio, nel punto mediano tra il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera. La celebrazione iniziava tuttavia al tramonto del giorno precedente, in quanto il calendario celtico faceva iniziare il giorno appunto dal tramonto del sole.
Il termine Imbolc in irlandese significa "in grembo", in riferimento alla gravidanza delle pecore, così come Oimelc sta per "latte ovino", a indicare che in origine si trattava di una festa legata alle pecore da latte. In questo periodo venivano infatti alla luce gli agnellini e le pecore producevano latte. Il latte fresco, il formaggio, il burro e il siero di latte, per non parlare dei pasticci fatti con le code mozzate degli agnelli, costituivano spesso la differenza tra la vita e la morte per le persone anziane e i bambini, durante il gelo pungente di febbraio.La festività celebrava la luce, che si rifletteva nell'allungamento della durata del giorno, e nella speranza per l'arrivo della primavera. Era tradizione celebrare la festa accendendo lumini e candele. In epoca cristiana la festa diImbolc venne equiparata alla Candelora. Poiché la festa pagana era sotto gli auspici della dea Brígit, si trasformò nella ricorrenza di Santa Brigida.
Nel neopaganesimo e nel paganesimo Imbolc è uno degli otto sabbat, che attualmente si celebra il primo o il 2 febbraio (quest'ultima data più utilizzata in America, forse per una confusione con la Candelora). Nell'emisfero sud si celebra in agosto.
E' la festa anche della prima fioritura dei bucaneve.
IMBOLC was a festival of fire and ice, of light and meltwater. As the sunlight grows stronger in Celtic lands, the ice begins to thaw and rainfall gradually increases amid the snows. The gentle drip of the meltwater from the pristine snows of the hills is reminiscent of the lactation of the pure breasts of the earth-mother after having given birth. As in other mythologies, the flow of pure waters is likened to the lactation of dairy mammals and this may be one reason why the Imbolc goddess Brigit was a keeper of two kine in Irish tradition. Mammalian milk is only produced once young are born and so lactation gets conflated with the imagery of lambs and calves. While other festivals make use of fire, the emphasis at Imbolc is on the kindling flame that lights the morning fire, a task that traditionally would have fallen to the womenfolk of the household. Furthermore, fires were typically lit during the feminine mysteries of childbirth which added further feminine zeal to the fires of the hearth. The burning eye of the focus-hearth in the roundhouse was like the eye of the sun inside the home and as the solar hearth seemed to get going, so did it seem meet that the hearth of the home should do likewise.
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