Quando Alienor arrivò, la fece accomodare in una poltrona di fronte alla sua.
<<Come state, principessa?>>
La giovane donna accennò un lievissimo sorriso:
<<Ho perso mio padre e mia madre, ho perso la mia casa, il mio regno e il mio popolo. Mio marito mi ha ripudiata lasciandomi sola con una figlia e una gravidanza in corso. Sono qui come un'esule, una profuga>>
Marvin ricordò le parole di Dante: "Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale".
<<Ciò che mi dici mi tormenta più dei miei stessi guai e mi ricorda che io non ho il monopolio del dolore, anche se a volte lo penso. Sono cresciuto senza genitori, mio padre è morto, mia madre è un'estranea, vivo lontano dalla mia casa, il mio regno è percorso da una guerra civile, il mio popolo ha scambiato la missione della libertà con una colonizzazione imperialista e non riesco a fermare questa invasione. Mia moglie non ama me, ma l'immagine che si è fatta di me. Non ama ciò che sono, ma ciò che crede che io sia. Io sono solo solo anche se non sembra ed ho passato la mia vita a fuggire di gente in gente. Come vedete, non siamo poi così diversi>>
Alienor fu sorpresa da quella confessione:
<<Voi avete gli strumenti per uscire da questa condizione>>
Marvin chiuse gli occhi, e apparve improvvisamente invecchiato e stanco:
<<Se utilizzassi quegli strumenti non farei che peggiorare la situazione. Se rivelassi ciò che ho visto, le conseguenze sarebbero ancora più gravi. Se cercassi di cambiare il futuro, lo peggiorerei. Posso solo cercare una "maglia rotta nella rete", "il punto morto del mondo", l' "anello che non tiene">>
Alienor riconobbe le citazioni da Montale.
Ma ormai per loro non c'erano più vie di fuga.
<<Eravamo predestinati l'una all'altro, perché la Profezia ha fallito? L'Oracolo del Monte Konar mi aveva fatto credere in un futuro molto diverso dal presente, un futuro con te. Poi la sorte ci ha divisi, o forse è stata solo colpa nostra. Ora che ne sarà di me e di te, che ne sarà di noi?>>
Marvin sorrise amaramente e le rispose in lingua latheari antica:
<<Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi finem di dederint... Dum loquimur, fugerit invida aetas. Carpe diem, quam minimun credula postero>>
La principessa riconobbe il messaggio oraziano e rispose con un'altra citazione :
<<Ehu, miserande puer, si qua fata aspera rumpas, tu Marcellus eris...>>
Gli occhi di Marvin si commossero, quando terminò la funebre profezia:
<<Manibus date lilia plenis, purpureos spargam flores...>>
Erano parole di morte e sepoltura.
Alienor le soppesò nel suo cuore:
<<Dicono che Ottavia svenne ed Augusto pianse quando Virgilio lesse loro quei versi... tanta era la speranza che avevano riposto nel giovane figlio e nipote, sposo di Giulia, che avrebbe ereditato l'impero. E' questo il vero Viriglio, quello degli squarci lirico-elegiaci all'interno di un'epica antieroica. Egli accetta il destino e pensa che "forsan et haec olim meminisse iuvabit">>
Marvin le prese la mano:
<<Salviamo dunque questo momento, per l'eternità. Abbracciami, non chiedo altro. Oggi i nostri destini si sono incrociati, ma da domani ognuno percorrerà di nuovo la sua strada>>
Rimasero abbracciati a lungo, piangendo entrambi le lacrime "per tutto ciò che sarebbe potuto esserci e non c'era stato, e per tutto ciò che era stato, e avrebbe potuto non esserci".
Fu un momento di grande dolcezza, tenerezza e calore umano, che poi è ciò di cui tutti gli uomini hanno bisogno. E' tutto ciò che resta.
<<E' tutto quel che ho di te>>
Lei annuì, tristemente:
<<E' tutto quel che hai di me>>
Cast
Jonathan Rhys-Meyers (Enrico VIII Tudor) - Marvin Vorkidian
Tamzin Merchant (Catherine Howard) - Alienor di Alfarian
Celebrian di Lorien (figlia di Galadriel e moglie di Elrond Mezzelfo) - Alienor di Alfarian