mercoledì 20 novembre 2013

Elisabetta II e la sorella, principessa Margaret, contessa di Snowdon. Simili, ma molto diverse.



Questa foto di 30 anni fa mostra la regina Elisabetta II con sua sorella, la principessa Margaret Windsor, contessa di Snowdon.
Per quanto molto simili nell'aspetto, le due sorelle erano diversissime di carattere.
Elisabetta è sempre stata una donna fredda, severa, austera, sobria, tradizionalista, impassibile, con un sorriso artificiale di circostanza che nascondeva lo stesso gelido distacco della trisavola, la regina Vittoria.
Margaret (nata nel 1930 e morta nel 2002 a causa di un ictus cerebrale) era invece una donna passionale, brillante, mondana, amante della moda, dell'arte, della musica e della modernità. La sua espressione era però velata da un'ombra di tristezza, per il fatto che la sorella si oppose al suo desiderio di sposare l'uomo che amava, un ufficiale divorziato. Quella fu la prima delle tragiche interferenze di Elisabetta II nella vita della sua famiglia. 

Vladimir Putin e il nodo Windsor



Vladimir Putin è considerato l'uomo più potente del mondo, dopo aver vinto il braccio di ferro con Obama sulla questione della Siria.
Ma il vero motivo della vittoria di Putin è un altro e questa foto lo indica in maniera inequivocabile: Putin sa fare il Nodo Windsor alla cravatta, mentre Obama si accontenta del banalissimo nodo normale, asimmetrico. Per un uomo attento all'immagine come lui è un passo falso non da poco ;-)

Gli Arcani Supremi. Capitolo 49. Al-Azif: Messaggi dall'Altrove.



Il Necronomicon parlava chiaro: Alhazred aveva inizialmente identificato il Varco di Irem (Iram dhāt al-ʿImād, la città "dalle Mille Colonne") come un passaggio verso l'Aldilà. Ma le voci che aveva sentito provenire dal Varco non erano certo un coro d'angeli. "Ciò che sentii" scriveva Alzhared "era molto simile a ciò che in arabo è chiamato 'al-Azif, l'Ululato dei Demoni"





Al-Azif. Questo era stato infatti il primo nome del testo che, più tardi, dopo la traduzione in greco, sarebbe divenuto noto come Necronomicon, il Libro della Legge dei Morti.
Gli studiosi che l'avevano tradotto e interpretato, avevano creduto che si trattasse di un manuale di evocazione dei defunti o dei demoni.
La formula evocativa era però del tutto incomprensibile.



La chiave per risolvere quell'enigma stava nel fatto che tutti gli esegeti del Necronomicon non avevano le conoscenze scientifiche per capire che ciò che a loro poteva sembrare necromanzia o esorcismo poteva invece avere una spiegazione scientifica.
Questa era la conclusione a cui era giunto lord Robert Oakwood, Duca di Albany, cercando di mettere insieme i tasselli di quel complesso mosaico. Bisognava cercare di far combaciare i pezzi di quel puzzle che aveva messo in difficoltà gli esperti consultati da lady Edith Burke-Roche, baronessa Fenroy e dall'architetto Richard Stocker, Priore degli Iniziati agli Arcani Supremi. Secondo August Derleth la morte di Alhazred era collocabile intorno al 731, a Damasco, ma non se ne conosceva il sepolcro
Secondo Derleth, Alhazred alla fine era tornato alla Città Senza Nome ed era andato al di là del Varco. Aveva compiuto insomma quello che Lovecraft aveva poi descritto come un grande balzo verso l'Altrove.


Ma quello che nemmeno Lovecraft aveva osato dire esplicitamente, per quanto fosse decodificabile confrontando i suoi testi con gli scritti dello stesso Alhazred, era che quel grande balzo lo aveva condotto non tanto nell'Aldilà, quanto in un Altrove che era un'altra dimensione.
Certo Lovecraft non poteva conosce la teoria fisica quantistica che stava alla base di quell'idea, ma conosceva sufficientemente bene la relatività di Einstein per poter ipotizzare, seppure in modo velato, che il Varco potesse essere qualcosa di simile ad un balzo nell'iperspazio.





Ma se ʿAbd al-Hazred', poiché quello è il suo nome corretto nella lingua araba, anche se poi i traduttori lo storpiarono in Abdul Alhazred, riuscì veramente ad andare al di là dal Varco di Irem, come fece poi a tornare indietro?
Quello era uno dei principali misteri irrisolti.
L'altro era la natura di ciò che, stando a quanto scritto nel Necronomicon, lui aveva visto, o almeno aveva creduto di vedere.
Forse le voci gli sono giunte in sogno, o meglio, in una condizione di ipnosi. Oppure lui stesso comunicò ad altri tramite messaggi dall'Altrove.
In fondo il sonno e l'ipnosi permettevano, stando alle teorie di Richard Stoker, il risveglio delle Altre Memorie di coloro che avevano abbandonato la sembianza umana, passando al di là dal Varco.
E quei messaggi dall'Altrove sono stati captati forse da qualche suo discepolo, che ha completato la stesura del Necronomicon.
Sì, quella era un'ipotesi interessante, ma era tutta da dimostrare.
L'ultima parte del testo sembra scritta da qualcun altro. Ha un altro stile, anche se l'ispirazione dei contenuti veniva sempre dalle memorie di Alhazred.



Chi aveva completato il testo aveva preferito cambiare la dicitura "Città Senza Nome" con quella di  "Città Innominabile". 
Non è la stessa cosa. Il nome alla fine lo conosceva, ma non poteva dirlo. Era già vincolato dal voto del silenzio.
Eppure era riuscito a trovare un modo per eludere quel giuramento.
Al di là del Varco non ci sono solo i morti: ci sono i Grandi Anziani.
Quella era la rivelazione principale.
Era la prova dell'esistenza di una razza pre-umana o sovrumanache da quel Varco era giunta fino a noi, sulla Terra.
Gli stessi commentatori cristiani avevano azzardato quell'ipotesi, lo attestava la formula latina: "Ex non terrestris potestatis".



Questo spiegava come mai il Necronomicon era stato bruciato o comunque distrutto durante i processi dell'Inquisizione. I Catari e i Templari avevano tentato di salvare questo testo ed erano stati annientati. Non del tutto però.
La Chiesa non poteva certo apprezzare la descrizione che il Necronomicon fa di queste "potenze non terrestri", che si erano presentate come divinità molto diverse da quelle delle religioni monoteistiche e persino da quelle pagane tradizionali.
I Grandi Anziani erano stati già in parte rivelati da Lovecraft, ma lui si era limitato a citare i meno potenti, come Dagon o Chtulhu.
Ma tra gli schizzi finali dell'Al-Azif c'erano forme demoniache ben peggiori e portavano nomi oscuri e temibili. Alcuni erano citati nello Zoroastrismo, come Atar, signore del fuoco, o Mitra, signore del sole, che dai Celti era detto Belenos o Lug.
Ma c'erano due demoni i cui nomi erano del tutto sconosciuti, anche se a Robert pareva di aver letto qualcosa su di loro, da qualche parte.
I loro nomi erano: Eclion, signore delle tenebre e Gothar, signore dei ghiacci.



P.S. Nota dell'autore. Nel finale di questo capitolo mi ricollego ai romanzi fantasy della trilogia di "Gothian".