Amasis passeggiava lungo i viali dei giardini
di Cnosso, accompagnato da alcuni schiavi corpulenti incaricati della sua
sorveglianza.
Da quando era diventato il
favorito di Catreus, la sua vita era in pericolo: doveva far assaggiare prima ad altri i cibi e le
bevande, non si poteva muovere senza
guardie del corpo e doveva sempre guardarsi le spalle da complotti e
tradimenti.
Ora sono nel cuore del potere, anche se non sono stato io a desiderarlo
Catreus era stato gentile con lui,
gli aveva reso tutto più sopportabile.
Erano gli altri che lo
infastidivano: da quando era divenuto il favorito del re gli venivano richiesti
continuamente favori, intercessioni, mediazioni, missioni diplomatiche.
La gente lo fermava, lo implorava, gli baciava l'anello a forma di toro che gli era stato donato dal re. Amasis ascoltava, cercava di distinguere le richieste di chi si trovava veramente in una condizione svantaggiata dalle pretese di chi voleva soltanto accrescere il proprio status sociale.
La gente lo fermava, lo implorava, gli baciava l'anello a forma di toro che gli era stato donato dal re. Amasis ascoltava, cercava di distinguere le richieste di chi si trovava veramente in una condizione svantaggiata dalle pretese di chi voleva soltanto accrescere il proprio status sociale.
Tutta la folla di parassiti che
viveva a palazzo gli si era riversata addosso senza ritegno.
E se non soddisfo le loro richieste mi creo un nemico giurato per sempre!
E se non soddisfo le loro richieste mi creo un nemico giurato per sempre!
E poi c’era Indis, che ogni volta
che lo incontrava si divertiva a schernirlo con appellativi derisori: «Ah, ecco
la moglie di mio marito!» oppure «Ossequi alla dea Iside d’Egitto» e via di
questo passo.
L’ultima volta gli era parsa però
più seria e gli aveva detto in tono neutro:
«Preparati a cadere in disgrazia. Lo sai che i favoriti alla lunga annoiano mio marito. C’è un bel posto di scriba che ti attende, magari nel palazzo di Festo, dall’altra parte dell’isola e dopo non sarai più costretto a dividere il letto con Catreus»
Amasis non desiderava altro, pur conoscendo i rischi.
«Preparati a cadere in disgrazia. Lo sai che i favoriti alla lunga annoiano mio marito. C’è un bel posto di scriba che ti attende, magari nel palazzo di Festo, dall’altra parte dell’isola e dopo non sarai più costretto a dividere il letto con Catreus»
Amasis non desiderava altro, pur conoscendo i rischi.
Forse sarebbe una soluzione. Ma cadere in disgrazia è pericoloso… chi
mi garantisce questo posto di scriba? E chi mi difenderà dalle vendette degli
invidiosi?
Mentre era immerso in questi
pensieri, si sentì salutare alle spalle.
Era Pasifae.
Il sangue gli si gelò nelle vene.
La Regina Reggente era vestita con una tunica da passeggio color malva e aveva il capo coperto con un velo
azzurro. Era sola, forse per questo vestiva in modo dimesso ed era velata.
«Maestà» ricambiò il saluto Amasis
con un inchino.
Pasifae era sempre bellissima e
fresca come un’adolescente.
Quanto è seducente questa donna. E quanto è pericolosa!
E quando sorrideva in quel modo, il pericolo era ancora più grande.
E quando sorrideva in quel modo, il pericolo era ancora più grande.
«Allora, Amasis, come ti trovi
nella reggia dei due Minosse?»
Lui, tenendo il capo reclinato con umiltà, rispose:
Lui, tenendo il capo reclinato con umiltà, rispose:
«Io sono solo uno schiavo»
Pasifae gli sorrise:
«Vedo che sai mantenere un basso profilo. Bravo. I tuoi predecessori nelle grazie di Catreus non hanno mai compreso questo concetto basilare, per questo alla fine hanno fallito»
«Vedo che sai mantenere un basso profilo. Bravo. I tuoi predecessori nelle grazie di Catreus non hanno mai compreso questo concetto basilare, per questo alla fine hanno fallito»
«Diventare scriba non è un
fallimento per uno schiavo» commentò Amasis
La Reggente fu molto compiaciuta dal tono delle risposte del giovane:
La Reggente fu molto compiaciuta dal tono delle risposte del giovane:
«Bene! Dunque non hai neppure
ambizioni di potere!»
«No, i giochi di potere sono
troppo difficili e mi spaventano»
Pasifae annuì e pronunciò una frase destinata a rimanere nella memoria del suo interlocutore per molto tempo::
«In effetti nel gioco del potere non c’è spazio per i dilettanti.
Quando si gioca al Gioco del Trono o si vince o si muore!
Non esistono terre di nessuno» e i suoi occhi celesti lo fissarono vagamente minacciosi, pulsando colori azzurrini nelle screziature , sopra un fondo color ghiaccio.
Pareva in preda a una febbre, ed
era la febbre del potere.
Ma fu un attimo, poi gli chiese:
«E Indis come ti tratta?»
«E Indis come ti tratta?»
Amasis chinò il capo, e fu una
risposta sufficiente.
Pasifae lo prese sottobraccio e
lui si sentì venire la pelle d’oca.
«Indis non ha il diritto di
deriderti. Non è certo colpa tua se sei qui.
E comunque non ha nemmeno il diritto di ridere dell’amore che Catreus prova per te. L’amore non va mai deriso, né ostacolato. Non esistono peccati d’amore, ricordatelo, ma soltanto peccati contro l’amore»
E comunque non ha nemmeno il diritto di ridere dell’amore che Catreus prova per te. L’amore non va mai deriso, né ostacolato. Non esistono peccati d’amore, ricordatelo, ma soltanto peccati contro l’amore»
Gli accarezzò i capelli.
Amasis fu percorso da un brivido di sorpresa e di piacere.
Si sarebbe volentieri abbandonato tra le braccia di quella donna così bella, ma i suoi doveri di schiavo venivano prima, per questo si scostò da lei.
Amasis fu percorso da un brivido di sorpresa e di piacere.
Si sarebbe volentieri abbandonato tra le braccia di quella donna così bella, ma i suoi doveri di schiavo venivano prima, per questo si scostò da lei.
Pasifae sospirò
«Catreus è veramente fortunato. E tu sei veramente abile nel gestire il tuo ruolo. Diventerai potente, ne sono certa. Spero solo che tu non sia mio avversario.
Mi dispiacerebbe doverti fare del male»
Amasis si schermì:
«Catreus è veramente fortunato. E tu sei veramente abile nel gestire il tuo ruolo. Diventerai potente, ne sono certa. Spero solo che tu non sia mio avversario.
Mi dispiacerebbe doverti fare del male»
Amasis si schermì:
«La politica non m’interessa,
Maestà»
Lei rise:
Lei rise:
«Per ora! Ma col tempo ti
interesserà sempre di più. Anch’io quando sbarcai qui, a quindici anni, e venni
sposata con un vecchio che poteva essere mio nonno, non capivo nulla di
politica. Ma da allora sono passati vent’anni e non c’è aspetto del governo e
delle leggi del nostro Impero che io non conosca. Non sono una sciocca anatra
come Indis, che sa solo starnazzare in modo isterico.
Io rappresento il futuro di questo regno. Tienilo bene a mente, quando sarai diventato un uomo di potere»
Io rappresento il futuro di questo regno. Tienilo bene a mente, quando sarai diventato un uomo di potere»
«E’ forse una minaccia?» chiese
Amasis
Pasifae sollevò le spalle:
«Diciamo che è un avvertimento, sì, un avvertimento da tenere sempre presente»
«Diciamo che è un avvertimento, sì, un avvertimento da tenere sempre presente»
Detto ciò, la Reggente si coprì anche metà del viso col velo e se ne andò con la grazia leggiadra di una gatta.
Amasis rimase confuso. Il profumo
di lavanda della regina lo aveva leggermente inebriato.
Cosa ha voluto dirmi veramente Pasifae? Voleva solo minacciarmi?O forse
anche sedurmi?
Difficile rispondere.
Forse anche lei si era stancata
del suo favorito Taron, divenuto ormai troppo potente.
La caduta di Taron potrebbe essere molto vicina.
Si ricordò la frase di Pasifae:
«Nel gioco del potere o si vince o si muore» e non voleva essere nei panni di Taron, se la Reggente aveva deciso di eliminarlo.
«Nel gioco del potere o si vince o si muore» e non voleva essere nei panni di Taron, se la Reggente aveva deciso di eliminarlo.
Eppure ha detto cose tanto giuste sull’amore! Possibile che in un cuore
di ghiaccio come il suo possano albergare sentimenti e pensieri così nobili?
Sì che era possibile: nessuno è
mai completamente cattivo o completamente buono. La persona oscilla tra il lato
oscuro e il lato luminoso.
Pasifae ha ceduto al lato oscuro, ma c’è rimasto del buono in lei…