La principessa reale Alienor di Alfarian non amava il castello che aveva dato cognome alla sua dinastia.
Per quanto fosse bello a vedersi e dominasse uno splendido panorama di montagna, tra boschi e laghi, era comunque un luogo solitario, situato nell'estremo nord del regno, dove la corte reale degli Alfar si stabiliva durante l'estate.
Ed erano estati noiose, specie per una fanciulla di sedici anni.
Le mancavano i divertimenti della capitale del Regno degli Alfar, la città di Elenna sul Dhain, dove diciassette anni prima, nell'anno della Primavera di Sangue, gli Alfar di re Kerelik e gli Albini guidati da lord Fenrik Steinberg, conte di Gothian, avevano sconfitto e messo in fuga le truppe imperiali degli orgogliosi Lathear, spezzando la loro millenaria egemonia sul Continente Centrale.
Da allora Elenna, la città che sorgeva su un'isola al centro del fiume Dhain, era diventata un meraviglioso porto fluviale, dove convergevano le navi dei mercanti sia dall'interno che dal mare.
Ma re Kerelik, padre di Alienor, riteneva che d'estate la città non fosse sicura e preferiva arroccarsi nell'antica fortezza di Alfarian, dove i re barbari del passato avevano fondato la loro prima reggia, millenni prima, subito dopo il Grande Cataclisma, quando i popoli del nord si erano salvati grazie all'aiuto di creature sovrumane, angeliche, inviate dal loro protettore, Atar, il Signore del Fuoco.
Dall'unione di quelle creature angeliche, soprannominate Elfi, e dei popoli del nord, era nata la stirpe degli Alfar, che si distingueva per una straordinaria bellezza diafana, dove i capelli dorati risplendevano sulla pelle candida e gli occhi celesti.
Ma ancora più a nord esisteva un altro popolo, quello degli Albini, che viveva nella terra dei ghiacci perenni, e riconosceva come unico signore lord Fenrik Steinberg, conte di Gothian.
Alienor non l'aveva mai visto, ma ne aveva sempre sentito parlare come di un personaggio molto potente e molto riservato.
Sua moglie, lady Marigold Steinberg, contessa di Gothian, era la migliore amica della regina Alyx di Alfarian e si era presa cura di Alienor fin da bambina, conquistandone l'affetto e la stima.
Lady Marigold era bellissima ed estremamente elegante, negli abiti dorati che le avevano valso il soprannome di Dama Gialla, e pareva possedere il dono dell'eterna giovinezza, oltre che il carisma e la regalità di una sovrana.
Alienor la ammirava senza riserve e provava per lei una venerazione, come se si trattasse di una divinità.
Era evidente che in Marigold il sangue elfico era persino più puro di quello della famiglia reale degli Alfar.
Dimostrava al massimo vent'anni, ma ne doveva avere quasi il doppio, stando a quello che diceva la gente, poiché aveva sposato il conte Fenrik nell'anno della Primavera di Sangue, ed erano trascorse da allora diciassette estati.
Alienor era felice di avere lady Marigold come dama di compagnia.
La contessa di Gothian passava con la principessa reale gran parte del suo tempo ed erano ore liete, perché Marigold sapeva essere una donna di spirito e poteva intrattenere un pubblico su qualsiasi argomento tranne uno, di cui non gradiva parlare: il suo passato.
Che fosse di nobile stirpe elfica era evidente dal suo aspetto, ma nessuno conosceva il suo cognome da nubile e neppure il re e la regina osavano chiederglielo, per timore di offendere l'estrema e suscettibile riservatezza del marito di lei, lord Fenrik.
Quel giorno, però, neppure Marigold era riuscita a migliorare l'umore di Alienor.
<<E così mio padre ha parlato di nuovo con l'ambasciatore dei Lathear? E immagino che quella storia assurda del fidanzamento con Elner stia andando avanti...>>
Era consapevole di aver parlato in modo irritante, come una bambina viziata, ma non tollerava l'idea che il re potesse negoziare il suo matrimonio senza tenere in minima considerazione il suo parere.
La Dama Gialla aveva mostrato un'accorata comprensione:
<<Ho cercato in tutti i modi di dissuadere tuo padre ed ho passato notti insonni a pregare il Sacro Fuoco di Atar, affinché gli illuminasse la mente, ma il re è rimasto irremovibile>>
Secondo alcuni, lady Marigold era una sacerdotessa di rango segreto, consacrata ad Atar prima ancora di andare in moglie al conte di Gothian, che invece venerava Gothar, il signore dei Ghiacci.
Anche da quel punto di vista lei e lord Fenrik parevano una coppia male assortita, eppure mai un'ombra aveva oscurato la reputazione del loro matrimonio, nonostante lady Marigold trascorresse la maggior parte del tempo lontana dal misterioso consorte.
Alienor si era sempre chiesta se Marigold avesse sposato il conte Fenrik per amore o per interesse, ma non aveva mai osato domandarglielo apertamente.
Era un peccato vedere quella perfetta bellezza sprecata a causa del legame nuziale con un gelido Albino, su cui circolavano voci poco lusinghiere, per quanto a corte si riteneva che fossero solo superstizioni messe in giro dagli invidiosi.
<<Io non accetterò mai di sposare qualcuno che non amo>> aveva dichiarato la principessa, nella speranza che la Dama Gialla si decidesse infine a rivelare le circostanze del suo matrimonio, ma ancora una volta Marigold aveva deviato il discorso:
<<In linea di principio potresti avere ragione, ma il tuo rango, oltre ai privilegi, porta con sé delle responsabilità nei confronti della tua stirpe e del tuo popolo. Come direbbero i Keltar, a questo proposito: noblesse oblige>>
Quella frase avrebbe fatto molto piacere alla regina Alyx, che era stata per Alienor una madre severa, avendo riservato tutto il suo affetto al figlio maschio, il principe Axel.
Alienor aveva assunto un'espressione così costernata da indurre la Dama Gialla ad un promessa estremamente impegnativa:
<<Se tuo padre dovesse costringerti a sposare l'Imperatore dei Lathear, io verrò con te a Lathena, e ti proteggerò a costo della mia stessa vita>>
Alienor si era commossa, ma una voce dentro di lei aveva insinuato un dubbio che continuava a tormentarla.
Perché Marigold è così generosa nei miei confronti? Non può essere solo altruismo. Non sarebbe da lei.
Dopo averci riflettuto qualche tempo, alla fine Alienor espresse le sue perplessità:
<<Perché sei disposta a sacrificarti per me? Non pensi ai doveri che hai verso tuo marito e verso te stessa?>>
La contessa di Gothian sorrise:
<<Ti ho cresciuta come se fossi mia figlia. La figlia che mio marito non ha saputo darmi. Non permetterò ai Lathear di farti del male, né ti abbandonerò nelle grinfie degli Eclionner!>>
C'era un sincero odio, nella sua voce, verso il popolo dei Lathear e la dinastia imperiale dei discendenti di Eclion.
<<A cosa è dovuto tanto rancore nei confronti dell'Impero e della Dinastia?>>
Marigold le rivolse uno sguardo affranto:
<<Non ho dimenticato la Primavera di Sangue! I Lathear ci aggredirono senza motivo, violando una pace che durava da quasi mille anni, secondo quanto stabilito nell'Antico Patto. Ricordo ancora quel giorno, quando mio marito tornò a Gothian piangendo per la perdita dei migliori tra i suoi cavalieri Albini. Mi raccontò di come le acque del Dhain si erano tinte di rosso, e del duello che aveva dovuto sostenere contro quella bestia di Sephir Eclionner, il Principe della Corona. Se suo nipote Elner dovesse aver ereditato anche solo una minima parte della crudeltà di Sephir, avrai bisogno di protezione. Mio marito approverà: ha un conto in sospeso con la Dinastia imperiale>>
C'era del vero in quelle parole, eppure ad Alienor sembrò che si trattasse soltanto di una mezza verità, come se la ruggine tra la stirpe di Gothian e quella di Lathena risalisse ad una data molto precedente alla battaglia di Elenna sul Dhain.
Che cosa le nascondeva la Dama Gialla?
E' troppo reticente sul suo passato, troppo... ma sono costretta a fidarmi di lei.