mercoledì 23 luglio 2014

Tolkien fantasy art














































Erebor, i Nani e la stirpe di Durin


I Cancelli di Erebor





Thorin, suo nonno re Thror e suo padre il principe Thrain










foto


Thrain

Thorin


Nani sono una razza di Arda, l'universo immaginario fantasy creato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien.

Le origini e i primi incontri con gli Elfi

Prima che qualsiasi altra creatura parlante venisse al mondo per volere di Eru IlúvatarAulë, uno dei Valar, desideroso di insegnare a delle creature la sua arte di fabbro, creò di nascosto i Nani, ad immagine di come aveva avuto visione degli Elfi. Aulë fu rimproverato da Eru per la sua opera in quanto non aveva il potere di creare, ma solo quello di ordinare le cose già create: Eru gli fece capire che senza la Fiamma Imperitura i Nani sarebbero stati come fantocci privi di un'esistenza indipendente da Aulë; ma alla fine Ilúvatar gli concesse di non distruggere le sue creature; esse però avrebbero dovuto dormire fino e oltre l'avvento degli elfi. Poiché erano destinati ad apparire nei giorni del potere del male, Aulë rese i nani
« [...] forti e resistenti. Ne consegue che essi sono duri come sasso, testardi, pronti all’amicizia e all’ostilità, e sopportano le fatiche e la fame e il dolore fisico più impavidamente di ogni altro popolo parlante. E vivono a lungo, ben più degliUomini, non tuttavia per sempre. Un tempo si riteneva, dagli Elfi della Terra di Mezzo, che, morendo, i nani tornassero alla terra e al sasso onde erano fatti; [...] »
(J.R.R. TolkienIl Silmarillion, X edizione Bompiani, dicembre 2002, traduzione di Francesco Saba Sardi)
Non è tuttavia così, poiché Aulë (che essi chiamano Mahal, "Il Fabbro") ha riservato per loro un posto nelle Aule di Mandos. Così Aulë pose a dormire i Sette Padri dei Nani che aveva creato. Di loro si conosce solo il nome di Durin, e la sua stirpe fu quella che più di tutte conquistò gloria e onori e tesori, ma che al tempo stesso fu più colpita da disgrazie; oggi molti dei nani più impavidi e abili in battaglia portano il suo nome.
Non è ben chiaro come avvenne il loro risveglio: le prime informazioni che abbiamo di loro si riferiscono all’incontro dei nani di Nogrod e Belegost con gli elfi di Thingol, molto prima dell'avvento degli uomini. Anche il luogo del risveglio è avvolto da un’aura di mistero, dato che i nani non parlano mai con estranei di loro e delle loro origini, e non è possibile capire se essi si siano risvegliati in luoghi diversi, come suggerirebbe la notevole distanza fra le poche città nanesche di cui si hanno notizie, oppure se alcuni di essi siano migrati in cerca di regni propri, e di altre ricchezze. Benché la stirpe di Durin sia oggi quella più conosciuta, essa rimase ignota per lunghi anni. In realtà i primissimi rappresentanti del popolo dei Naugrim (popolo rachitico, come vennero definiti dai Sindar) presso le altre razze furono un popolo che scavò delle meravigliose grotte dove in seguito sarebbe sorta Nargothrond. In seguito gli elfi occuparono queste grotte, e i nani li odiarono per sempre ritenendoli usurpatori e invasori.
Furono loro a insegnare agli elfi a costruire armi e armature e in questo rimasero sempre imbattibili. Da parte loro, i nani appresero dagli elfi le rune e ricevettero parecchio lavoro per cui furono sempre generosamente ricompensati. In battaglia erano i più valorosi: i Naugrim resistevano al fuoco più validamente di elfi e uomini, e inoltre era loro costume indossare, in battaglia, grandi maschere di aspetto spaventoso, le quali assai valsero loro contro i draghi.
Col tempo elfi e nani impararono a convivere e trassero grandi profitti dalla reciproca alleanza, sebbene fra di loro non ci fosse una vera amicizia; furono i nani a costruire le grandi strade, ma di rado gli elfi le usavano per recarsi nelle loro città di pietra. Ancora una volta schivi preferirono imparare l’idioma elfico piuttosto che insegnare il proprio a creature di altre razze

Le caratteristiche

Fisicamente erano tozzi e ben piantati, particolarmente robusti e muscolosi, alti variabilmente tra i 140 e i 160 cm, potevano avere una forza spesso superiore a quelli degli uomini più grossi; pure il loro peso era in genere assai maggiore di quello un uomo ben piazzato. Sopportavano le fatiche e lo stress meglio degli uomini, sebbene fossero anche buoni amanti della gozzoviglia. Vivevano molto più degli uomini, in media fra i 500 e non oltre gli 800 anni, anche assai più dei primi Numenoreani. Molti però si spensero a non più di 250 anni, come indicato anche nelle appendici del Signore degli Anelli, ma ciò è dovuto alle molte guerre, nelle quali perirono prematuramente. Essi infatti, dopo aver raggiunto una certa età, che si aggirava assolutamente a non oltre i 300 anni, perdevano le forze e l'agilità sufficienti per brandire le armi per il combattimento, ed essi si dedicavano quindi ad altre mansioni, accrescendo la propria scienza nei più svariati campi, ad esempio della metallurgia, come della storia o della matematica. La saggezza dei membri più anziani veniva sempre tenuta in gran conto. Il più longevo dei Nani fu Durin detto il Senza Morte, chiamato così proprio in virtù della sua lunga vita; si stima possa aver vissuto oltre un migliaio di anni.
Culturalmente erano molto diversi dagli uomini, ancor più dagli elfi. Grandi minatori, lavoravano alacremente e incessantemente per tutto il corso delle loro vite, attratti con persistenza dai metalli preziosi. Ottimi artigiani, fabbri, costruttori e gioiellieri, strinsero amicizia prevalentemente con gli elfi Noldor, dato anche questi condividevano la passione per i metalli pregiati e le gemme.
Tra gli uomini vi era la convinzione che i Nani fossero solo maschi, e che nascessero dalle "buche delle montagne in cui scavavano"; in realtà questa diceria era totalmente fasulla, come riporta Gimli ne il Signore degli Anelli, poiché i Nani erano divisi in maschi e femmine, e si riproducevano come le altre specie umanoidi. Le femmine nanesche erano però così simili nell' aspetto e nella voce ai complementari maschi, che spesso da membri di altre specie venivano confuse con i maschi; costituivano solo un terzo dell' intera popolazione nanesca. Per di più i nani maschi a volte preferivano lavorare piuttosto che avere una famiglia, mentre le femmine erano abbastanza esigenti e non si accontentavano delle proposte di matrimonio a loro rivolte, volendo magari unirsi a dei nani che non avevano interesse a sposarsi. Avrebbero potuto crescere di più se le femmine fossero state disposte ad avere figli con più maschi, ma queste non acconsentivano a una tale proposta, e inoltre i mariti erano molto gelosi.
Così i Nani non avanzavano molto di numero, e rischiavano di estinguersi. L' idea che i Nani possano essersi estinti, seguendo il filo logico dell' universo immaginario di Tolkien, viene riportata ne Il Ritorno del Re, quando Legolas dice a Gimli che mentre gli Uomini sono destinati a dominare il mondo, le altre specie umanoidi sono destinate a dissolversi o a scomparire lentamente: infatti gli elfi della Terra di Mezzo salpano quasi tutti per Aman all'inizio della Quarta Era, eccetto alcuni Elfi Silvani e svariati Elfi Avari, destinati a perdere l' immortalità e a confondersi con gli uomini; presumibilmente ai Nani potrebbe essere toccata una sorte simile a quella degli Avari, ossia di essersi mescolati con gli uomini.
Non si può dire che fossero o buoni o cattivi, piuttosto sarebbe corretto definirli opportunisti. Leali se rispettati dai loro alleati, vendicativi e tremendi se offesi e ingiuriati. Apparentemente così egoisti, si trovavano male con gli elfi proprio per questo motivo, dato che gli Eldar non tolleravano la loro avarizia e le loro esigenze materialistiche. Tuttavia non si può dire che i nani fossero del tutto indifferenti ai problemi degli altri, o che servissero spontaneamente le forze maligne, dal momento che, quando ve n' era bisogno, emergeva in loro il sopito buon senso e si schieravano dalla parte del bene; infatti i nani detestavano l' idea che fosse qualcun altro a dominarli, e disprezzavano chiunque volesse imporre il proprio dominio anche sugli altri popoli, e odiavano chi commetteva azioni nefande e spietate. Anche quando, raramente, capitava loro di allearsi con personaggi malvagi, lo facevano non per crudeltà, ma solo per avidità e desiderio di ricchezze; e quando si accorgevano che il manipolatore di turno, come Sauron, li aveva ingannati, si pentivano delle scelte fatte in passato e cercavano di vendicarsi dei torti subiti.
Inoltre, come emerge chiaramente in Lo Hobbit i Nani mangiano molto e sono amanti della birra.

La lingua dei Nani: il nanesco o khuzdul


I Sette Padri dei Nani
Rimasto invariato dalla sua ideazione, era protetto gelosamente dai Nani, tanto che sembra che nessuno che non fosse un nano potesse parlarlo. I nani tendevano ad utilizzare altre lingue nei rapporti con le altre genti, e ad usare il nanesco solo ed esclusivamente tra di loro. Per un nano, il proprio nome originale in nanesco era uno dei segreti più preziosi e meglio custoditi.
Aulë creò i Sette Padri dei Nani, da cui discesero in seguito sette stirpi, tuttavia dei sette padri e delle loro stirpi solo tre sono a noi noti:
  • Durin detto il Senzamorte (a causa dell'età alla quale morì); la sua stirpe dimorava a Khazad-dum.
  • Dwalin; la sua stirpe, i Vastifasci (o Grandiraggi), dimorava a Belegost nei Monti Azzurri.
  • Thràr; la sua stirpe, i Barbafiamma (a causa della prevalente colorazione rossa della barba), dimorava a Nogrod Nei Monti Azzurri.
Degli altri Padri non conosciamo i nomi, ma sappiamo che tre di loro si stabilirono nelle montagne ricche di metalli e gemme all'estremo est, gli Orocarni o Montagne Rosse, fondando le stirpi chiamate PugniferroBarbedure ePiediroccia ; l'ultimo si stabilì all'estremo sud (le Montagne Gialle a sud dell'Harad) della Terra di Mezzo, dove fondò la Casa della Nerachiave, che pare fosse alleata di Sauron durante la guerra dell'Ultima Alleanza, mentre la stirpe di Durin sotto il comando di Durin IV combatté al fianco dell'Ultima Alleanza. Nani di altre case (presumibilmente le tre Case degli Orocarni) combatterono comunque a fianco della casa di Durin nella guerra tra Nani ed Orchi del 2799 della Terza Era.

La stirpe di Durin


Thorin Scudodiquercia nell'adattamento cinematografico di Peter Jackson.
Lungobarbi (Sigin-tarâg in Khuzdul), o popolo di Durin, è il nome dato ad uno dei sette clan dei nani, discendenti diretti del più vecchio dei sette padri dei nani, Durin.
Il popolo di Durin si trasferì a est delle Montagne Nebbiose dove fondò la città di Khazad-dûm poi conosciuta come Moria.
Nei secoli il potere di Khazad-dûm crebbe e i nani perfezionarono le loro arti, anche grazie all'arrivo dei nani provenienti dalle Montagne Azzurre, dopo il crollo di Nogrod e il parziale abbandono di Belegost. Durante gli Anni Oscuri la popolazione dei nani prima conobbe un incremento demografico, poi iniziò a calare. Inoltre i nani, avidi di ricchezze, scavando sempre più in profondità nella terra risvegliarono un Balrog che uccise Durin VI e suo figlio Náin I. I nani messi in fuga dal Flagello di Durin si rifugiarono a est della Montagna Solitaria e li fondarono la città di Dale. Il tesoro dei nani venne però rubato da Smaug, ed essi scapparono di nuovo. Moria era però stata abbandonata e successivamente conquistata dagli Orchi e solo dopo una lunga e sanguinosa battaglia i Nani riuscirono di nuovo ad appropriarsene.
Dopo molti anni Thorin Scudodiquercia, nella spedizione alla quale parteciparono anche Gandalf e Bilbo Baggins, oltre ad altri nani (tra cui Gloin, il padre diGimli, membro della Compagnia dell'Anello) riuscì a sconfiggere Smaug ed a riprendersi il tesoro dei nani.

I Nani dai Nibelunghi a Tolkien



nani in alcune mitologie sono esseri simili all'uomo ma di piccola taglia. Secondo alcune tradizioni hanno poteri magici, secondo altre no. Sono generalmente caratterizzati dalla predilezione per i luoghi sotterranei e per l'oro. I nani sono grandi minatori, si dice che la loro birra sia la più buona del mondo, un nano ubriaco infatti diventa molto pericoloso per chi gli sta vicino (soprattutto se sta combattendo in una guerra).
Nell'antico Egitto era venerato Bes, spirito protettore contro ogni male rappresentato come un paffuto nano deforme che fa smorfie e mostra la lingua. Bes non apparteneva ad una precisa razza come i nani delle mitologie nordiche, spesso paragonabili a elfi o folletti, ma come tutte le divinità egizie era un essere unico nel suo genere.

Nascita dei nani

La stirpe dei nani (dvergar in norreno) si formò sotto terra, dove presero vita come vermi nella carne morta del gigante Ymir, nel suo sangue diventato acqua e nelle sue ossa diventate pietraOdino ed i suoi fratelli Víli e , riuniti in un consiglio, diedero a queste creature un aspetto antropomorfo e l'intelligenza.
I nani allora andarono ad abitare nella terra e nel fango, nonché nella pietra e fra le rocce:
(NON)
« Þá gengu regin öll
á rökstóla,
ginnheilög goð,
ok gættusk of þat,
hvárt skyldi dverga
dróttir skepja
ór Brimis blóði
ok ór Bláins leggjum. »
(IT)
« Andarono allora gli dèi tutti
ai troni del giudizio,
divinità santissime
e su questo deliberarono:
chi dovesse dei nani
le schiere foggiare
dal sangue di Brimir[1]
e dagli ossi di Bláinn[1]»
(Edda poetica - Völuspá - Profezia della Veggente)
I nani presero dimora nella terra molle e nel fango, tra le pietre e le rocce. Móðsognir era il più famoso tra loro, e un altro aveva nome Durinn.
(NON)
« En þessir eru ok dvergar ok búa í steinum, en inir fyrri í moldu:
Draupnir, Dolgþvari,
Haur, Hugstari,
Hleðiolfr, Glóinn,
Dóri, Óri,
Dúfr, Andvari,
Heftifili,
Hár, Svíarr. »
(IT)
« Anche questi erano nani e abitavano nelle rocce; quelli nominati per primi, invece, nel fango:
Draupnir, Dolgþvari,
Haur, Hugstari,
Hleðiolfr, Glóinn,
Dóri, Óri,
Dúfr, Andvari,
Heftifili,
Hár, Svíarr. »
(Snorri Sturluson - Edda in prosa - Gylfaginning - XIV)
Temevano la luce del sole che poteva trasformarli nuovamente nella pietra da cui erano nati. La loro dimora era il reame sotterraneo di Nidavellir, uno dei nove mondi legato, secondo la Cosmologia della mitologia norrena, al Frassino del Mondo Yggdrasill.
Erano generalmente considerati egoisti, avidi e astuti. Erano abili fabbri e forgiatori ed i creatori della maggior parte degli artefatti degli dèi, sia Æsir che Vanir. Tra le loro creazioni più famose ci sono la lancia Gungnir e l'anello d'oro Draupnir di Odino, il martello Mjöllnir di Thor, i capelli d'oro di Sif, il collare Brísingamen di Freyja ed anche la nave Skíðblaðnir di Freyr. I nani fabbricarono anche certi tipi di elmetti detti huliðshjálmr (elmetti nascondenti), o a volte un mantello, che potevano rendere chi li indossava invisibile. (Vedi wight.)
Potevano essere divinità minori, similmente agli elfi (della luce), il che può suggerire il motivo per cui acquisirono il nome di elfi neri o scuri. I nani NorðriSuðriAustri e Vestri sostengono i quattro punti cardinaliNýi e Niðigovernano rispettivamente la luna crescente e calante.


Nibelunghi è il nome dato dalla tradizione germanica a una stirpe mitologica di nani che viveva sotto terra e conosceva i segreti della fusione del ferro
Dai Nibelunghi sarebbe derivata la stirpe regale dei Burgundi, la popolazione che nel V secolo formò il primo nucleo di un regno romano-barbarico sulla riva sinistra del Reno. Non sappiamo chi abbia raccontato per primo le imprese dei Nibelunghi, e da chi siano state trascritte. Il nucleo mitologico originario si è probabilmente formato intorno agli eventi del V-VI secolo, in particolare alla guerra tra i Burgundi e gli Unni. Le prime forme di narrazione scritta che raccontano le vicende dei Nibelunghi risalgono al XIII secolo,

I principali testi in materia nibelungica appartengono all'area tedesca e nordica, e sono:
Al centro di tutte le narrazioni sui Nibelunghi c'è la figura di Sigfrido ((DE) Siegfried, o Sigurðr nelle saghe nordiche). Questo eroe ha ucciso un drago, e grazie a questa impresa si è impadronito di un tesoro, è diventato re dei misteriosi Nibelunghi e ha acquisito straordinari poteri.

La morte di Sigfrido, dipinto di Füssli
In età moderna, i manoscritti contenenti le diverse versioni della materia nibelungica vengono riscoperti in Germania e riscritti ai fini della esaltazione del carattere germanico, tema proprio del nazionalismo tedesco. Nel 1755 Johann Jacob Bodmer trova un manoscritto del Nibelungenlied, e nel clima preromantico e in seguito romantico il poema diventa il poema nazionale del popolo tedesco.
Il Nibelungenlied subisce fin dall'inizio una serie di riscritture, mescolando le fonti tedesche e quelle nordiche cercando di ricostruire un ipotetico originale perduto.
La più celebre riscrittura del mito nibelungico è quella effettuata da Richard Wagner, che scrive e mette in musica il ciclo L'anello del Nibelungo, la cui composizione si svolge tra il 1848 e il 1874. È da notare comunque che il capolavoro wagneriano (letterario oltre che musicale) è sorto dalla fusione di vari miti ed elementi derivanti da numerose fonti più antiche del Nibelungenlied e meno dipendenti di questo dal pensiero cristiano: le saghe islandesi e scandinave sono la più vera ed autentica fonte mitologica dell'Anello del Nibelungo. Quest'opera immane nasce nel clima del '48: il ribelle Sigfrido che spezza la lancia del padre degli Dei, Wotan, simbolicamente accende la speranza di un cambiamento radicale. Lo scrittore irlandese George Bernard Shaw vide in Siegfried una trasposizione artistica del rivoluzionario anarchico russo Bakunin.
Il Prof. J.R.R. Tolkien ha riscritto la saga dei Nibelunghi durante i suoi anni di studi riguardanti la letteratura medievale Norrena, ispirandosi alle fonti Eddiche, cioè alle versioni islandesi della saga. Suo figlio Christopher Tolkien ha raccolto questi suoi appunti in un libro, uscito nel 2009, chiamato La leggenda di Sigurd e Gudrùn.
Il tentativo cinematografico più riuscito di mettere in scena la saga dei Nibelunghi è stato quello del regista tedesco Fritz Lang, che con il lungo film muto in due parti I nibelunghi(in tedesco Die Nibelungen) ha creato un capolavoro del cinema.[1] [2]

Citazioni

La parola "Nibelunghi" compare anche nella serie dei Cavalieri dello zodiaco, in particolare nella parte della serie ambientata ad Asgard. I cavalieri di Atena dovranno salvarla dalle grinfie di Hilda, sacerdotessa di Odino, che è sotto l'influsso malefico dell'anello dei "Nibelunghi".
Nella serie di videogiochi Valkyrie Profile, incentrata sulla mitologia scandinava, le tre valchirie, Lenneth, Silmeria e Hrist, e la principessa Alicia utilizzano una tecnica d'attacco denominata "Nibelung valesti", esplicito richiamo alla stirpe mitologica.
Per quanto riguarda il MMORPG World of Warcraft, la parola "Nibelunghi" si riferisce chiaramente alla classe dei nani, locati ad "Ironforge", una città sotterranea dove è presente un'enorme fornace. Ironforge è il paradiso per il "blacksmith" principiante e medio. Il blacksmith è colui che fa il mestiere del fabbro nel gioco, ovvero chi fonde i minerali per creare armi e oggetti non comuni. La città sotterranea di Ironforge è circondata da un terreno innevato, ennesimo particolare in comune con le terre e le mitologie norrene.

Note bibliografiche

  1. ^ *Lotte H. Eisner, Lo schermo demoniaco. Le influenze di Max Reinhardt e dell’espressionismo, traduzione di Martine Schruoffeneger, Editori Riuniti, Roma 1983, pp. 202-203. ISBN 88-359-2640-8
  2. ^ Georges Sadoul, Storia del cinema mondiale dalle origini ai nostri giorni, traduzione di Mariella Mammalella, Feltrinelli, Milano 1964, pp. 111-114.

Nani nelle opere Tolkeniane

Tolkien era un ottimo filologo, pertanto si presume conoscesse il "catalogo dei nani" attestato nei testi norreni. I tredici nani che fanno visita a Bilbo Baggins, all'inizio de Lo HobbitBalin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur, Bombur e Thorin, hanno nomi che derivano dalla versione del "catalogo" contenuta nell'Edda in prosa. Solo il primo nome, Balin, è stato inventato da Snorri, gli altri li ritroviamo tutti: Dvalinn, Kili, Fili, Dóri, Nóri, Óri, Óinn, Glóinn, Bífurr, Báfurr, Bömburr e Þorinn. Si può ancora aggiungere che il nano Thorin era chiamato "Scudodiquercia", ed è infatti questo il significato del nome di un altro dei nani eddici: Eikinskjaldi.
Anche Gandalf, lo stregone che giunge a casa di Bilbo assieme alla numerosa compagnia, deriva il suo nome da quello del nano Gandálfr, che significa "elfo incantatore" (in norreno gandr è parola legata alle pratiche magiche e incantatorie).

Nani menzionati

Alvis

Alvis ("all-wise", "tutto saggio") aveva stretto un patto con gli dei, in cambio delle armi che avrebbe fabbricato gli era stata promessa in sposa Thrud, figlia di Thor. Thor progettò un piano per impedire ad Alvis di sposare sua figlia: gli disse che a causa della sua bassa statura avrebbe dovuto provare la sua saggezza. Alvis si disse d'accordo e Thor fece durare la prova fino al sorgere del sole — tutti i nani esposti alla luce si tramutavano in pietra e così Alvis rimase pietrificato e Thrud non dovette sposarlo

Andvari viveva sotto una cascata ed aveva il potere di mutarsi in luccio a volontà. Possedeva un anello magico chiamato Andvaranautr, che lo manteneva ricco. Nella versione di Richard Wagner è conosciuto come AlberichLokilo catturò di sorpresa con una rete fornita da Rán e lo obbligò a consegnargli Andvaranautr ed il suo oro. Andvari gettò una maledizione sull'anello in modo che distruggesse chiunque lo possedesse, conducendo (inevitabilmente) a molte sfortune.
Brokk e Eitri sono due fratelli. Loki riuscì ad ottenere i capelli di SifSkidbladnir la nave di FreyrGungni la lancia di Odino forgiata dai figli di Ivaldi e scommise, mettendo in palio la propria testa, con Brokk che suo fratello Eitri non sarebbe riuscito a produrre oggetti di pari valore. Eitri lavorò alla sua fornace mentre suo fratello pompava sui mantici, ma una mosca (a volte ritenuta Loki stesso) iniziò a pungere Brokk cercando di fermarlo e di fargli rovinare gli oggetti. Eitri riuscì nell'impresa creando l'anello d'oro Draupnir, il cinghiale d'oro Gullinbursti ed il martello Mjöllnir (anche se quest'ultimo con un'impugnatura più piccola di quanto non sarebbe dovuto essere). Brokk vinse la scommessa, ma Loki non gli permise di prendergli la testa poiché così facendo avrebbe ferito il suo collo che non era incluso nella scommessa.

Durin

Il primo dei sette padri dei nani.

Dvalin

Dvalin era il signore dei nani ed uno dei più potenti di essi, famoso principalmente per aver inventato le rune. Egli aveva anche creato la parrucca d'oro di SifGungnir la lancia di OdinoSkidbladnir la nave di Freyr, la spada magica Tyrfing e con l'aiuto di AlfrikBerling e Grer Brísingamen. l'incredibile collare di Freyja, (Freyja ripagò i quattro artigiani con quattro notti nel suo letto).

Fjalarr e Galarr


Fjalarr e suo fratello Galarr uccisero Kvasir e trasformarono il suo sangue nell'idromele della poesia che ispirava i poeti. Fjalarr e Galarr uccisero poi un gigante chiamato Gillingr, insieme con sua moglie, ma il loro figlio Suttungcercò i suoi genitori e minacciò i due fratelli che gli offrirono l'idromele magico. Suttung lo prese e lo nascose al centro di una montagna, dove lo sorvegliò con sua figlia GunnlöðOdino decise infine di ottenere l'idromele. Per un'intera estate lavorò al servizio di Baugi, un contadino fratello di Suttung, quindi chiese in cambio un singolo sorso di idromele. Baugi perforò la montagna, ma Odino cambiò forma in serpente e si introdusse all'interno. Dentro Gunnlöð stava di guardia ma si lasciò convincere a lasciargli bere tre sorsi. Odino bevve tutto l'idromele, mutò forma in aquila e scappò.

Note

  1. ^ a b Entrambi gli epiteti Brimir e Bláinn si pensa che siano riferiti a Ymir


I Nani vennero creati nei tempi antichi da Aulë, uno dei Valar più importanti, prima che i Primogeniti, ovvero gli Elfi, scendessero su Arda. Aulë sapeva che su Arda vi era abbastanza spazio per più razze, e così pensò di creare un popolo diverso da quello progettato da Ilúvatar. Aulë lavorò in gran segreto, ma quando Eru lo scoprì lo rimproverò; tuttavia egli non ordinò ad Aulë di distruggere la propria opera, bensì gli ordinò di aspettare la comparsa degli Elfi su Arda prima di mandarvi i Nani. Siccome i Nani dovevano comparire durante gli anni di potere di Melkor, essi erano resistenti come la pietra, testardi e pronti all’amicizia come all’ ostilità. Aulë creò prima i Sette Padri dei Nani, di cui Durin, detto il Senzamorte, era il più vecchio; così i Nani assunsero anche il soprannome di Popolo di Durin. Quest’ultimo guidò il suo popolo a est delle Montagne Nebbiose, dove poi sorsero le famose Miniere di Moria. Dopo la sua morte, la sua linea continuò a prolificare. Il potere di Moria o Khazad-dûm continuò a crescere, e i suoi abitanti impararono arti raffinate anche grazie ai Nani che provenivano da altre regioni, come le Montagne Azzurre.
Moria perdurò attraverso gli Anni Oscuri, benché il suo popolo cominciasse a diminuire di numero. Verso la metà della Terza Era, sotto Durin (il sesto della sua stirpe con questo nome), il potere dell’Oscuro Signore ricominciò a crescere. I Nani, popolo da sempre avaro di ricchezze, scavava in quei tempi nelle viscere della terra per trovare il mithril, un metallo dal valore inestimabile. Ma proprio la loro ingordigia li portò a scoprire un Balrog, un essere malefico, nelle viscere della terra. Il Balrog uccise Durin e suo figlio Náin I. La gente di Moria da allora cominciò a disperdersi. I Nani si andarono a rifugiare prevalentemente a nord est, vicino alla Montagna Solitaria, dove fondarono la città di Dale. Il loro tesoro venne però depredato dal Drago Smaug, ed essi scapparono nuovamente. Moria era però stata conquistata dagli Orchetti, e solo dopo una sanguinosa battaglia i Nani riuscirono a farla di nuovo loro. Essi però non osarono entrarvi, visto che temevano il flagello di Durin, il Balrog; i Nani si dispersero così per la Terra di Mezzo. Dopo molti anni Thorin Scudodiquercia guida insieme a Bilbo Bagginse altri Nani una spedizione per riconquistare il tesoro della Montagna Solitaria sottratto al suo popolo da Smaug.

Gorthian. Capitolo 37. L'Imperatore sfida la Grande Canonica.



L'onore della prima visita ufficiale dell'imperatore Elner XI della dinastia Eclionner, signore dei Lathear, dei Keltar e degli Alfar e sovrano del Continente Centrale, spettò al Priore Izumir Mollander, padre spirituale della Grande Canonica.
Non si trattava però di una visita di cortesia, tutt'altro.
Da quando sua madre Ellis era partita per l'esilio, il giovane imperatore si era sentito veramente libero di attaccare in modo diretto tutti coloro che per diciassette anni avevano sostenuto la Reggenza della Vedova Nera.



Il senatore Fuscivarian, suo bisnonno materno e Presidente del Senato, gli aveva offerto umilmente i suoi servigi e quelli di sua figlia Susan, la madre del defunto Elner X, che era, almeno ufficialmente, sua nonna paterna, così come la defunta Wensy era stata nonna materna (ma la verità era molto diversa, e molto più scandalosa)

File:Princess Wensicia.jpg

Il primo ministro Tucker gestiva con ubbidiente zelo l’ordinaria amministrazione. 
Elner si sentiva molto sicuro si sé.
Ora devo conquistarmi l'appoggio del Sommo Sacerdote, che vuole la testa di Izumir Mollander!
L'occasione era arrivata quasi subito.
La mattina del 25 dicembre si celebrava il rito del Dies Natalis Solis Invicti, una ricorrenza che Elner aveva voluto onorare partecipando alla cerimonia officiata dal Sommo Sacerdote Tilvit Khalifa in persona nel Grande Tempio di Eclion, che si trovava in un promontorio a picco sul mare, nel versante occidentale di Lathena.


Tutti i più grandi ecclesiastici vi partecipavano, e tra essi anche padre Izùmir Mollander, l'anziano Priore della Grande Canonica, acerrimo avversario del Sommo Sacerdote.
Dopo la celebrazione del rito, Mollander si era avvicinato all’Imperatore e gli aveva detto: «Celeste Maestà Imperiale, a nome della Grande Canonica che ho l'onore di presiedere, vi auguro un buon inizio del vostro effettivo governo, scevro dalle influenze di chi insidia il primato della Sacra Corona»
Un apparente buon augurio, ma anche un avvertimento implicito a non cadere più nell'influenza di altre figure femminili ingombranti, come quella di Marigold di Gothian, la Dama Gialla



Elner, che era stato avvertito dalla Contessa di Gothian dell'ostilità di Mollander nei suoi confronti, si limitò ad un lieve cenno del capo, senza sbilanciarsi in alcun modo.
Devo capire se posso fidarmi veramente di lui.
Lo guardò con aria perplessa: 
«Vi ringrazio, Padre, per la vostra benedizione. Ma aiutatemi a chiarire un dubbio.Mi è stato detto che il vostro allievo prediletto, Padre Ulume, è partito per una missione di proselitismo nelle terre dei Keltar, dove ultimamente stanno succedendo molte cose... come dire... non molto chiare...»
Il Priore minimizzò:
«La missione di Padre Ulume non ha alcun legame con gli eventi a cui fate riferimento»
L'imperatore non gli credette.
Marigold dice che Ulume vuole portare sul trono un usurpatore.



«Ogni uomo di potere vuole più potere, persino gli esponenti del Cleri» osservò Elner.
Il vecchio Mollander si lisciò la barba, meravigliato dalla capacità di sintesi del giovane sovrano.
«Dipende da quale parte del Clero intendete schierarvi. Il Sommo Sacerdote mira ad una supremazia. Al contrario la Grande Canonica condivide tutto il suo potere con la Dinastia, a vantaggio di entrambi. Solo se uniti, la Dinastia e i Canonici potranno essere al sicuro dalle ribellioni degli usurpatori»
Elner annuì:
«D’accordo, ma poi: chi comanderà realmente? Chi sarà il vero decisore? Io o voi?»
Padre Mollander sorrise e si preparò a mentire:
«Voi, ovviamente, Maestà. Questo non è affatto in discussione. Semplicemente il Clero vi chiederà una maggiore attenzione ai consigli che provengono dai sacerdoti della Vera Fede»
Elner sorrise:
«Io però ho l’impressione che voi Canonici non sarete soddisfatti finché non avrete il controllo della maggioranza del Consiglio dei Ministri, del Senato e della Magistratura. E se così fosse, a me cosa resterebbe?»
Elner si divertiva a stupire tutti con le sue osservazioni argute. Da quando aveva incominciato a interessarsi di politica, sentiva, con sua grande meraviglia, di essere portato per regnare.
«A voi, Maestà, resta sempre il diritto di veto su tutte le questioni che sono contrarie all'Antico Patto tra gli dei e gli uomini, e al Nuovo Patto che firmeremo una volta che sarà scaduto il Millennio»
L'imperatore era compiaciuto per il fatto che Mollander fosse arrivato finalmente al nocciolo della questione. Mancavano solo sei giorni alla fine del Millennio.
Il prete mi teme… sa che presto in me si risveglieranno i ricordi del mio antenato Arexatan!
Ne sentiva gli effetti dentro di sé. Si stavano lentamente manifestando segni delle Altre Memorie, quelle del fondatore della Dinastia.
Aveva sognato Arexatan, con l'armatura nera, mentre duellava con Vorkidex, ultimo re dei Keltar, che teneva in mano una mazza chiodata.


Arexatan alla fine sconfiggeva il rivale, il quale però nel sogno ritornava in vita e diceva:
La mia anima non avrà pace fintanto che non si sarà presa la rivincita” ed Arexatan aveva riso: “Risorgi pure cento volte, Vorkidex:  per me sarà un piacere ucciderti cento volte ancora! “
Elner non aveva mai fatto sogni di quel genere, fino a pochi giorni prima, ma non ne aveva parlato con nessuno.
Marigold però ha capito subito! Quando mi guarda sembra leggermi nel pensiero!
  La Dama Gialla gli aveva detto che di norma le anime dei morti non potevano reincarnarsi, ma in base all'Antico Patto, gli dei e i demoni avevano fatto eccezione per Arexatan, figlio di Eclion, e per il nemico di lui, Vorkidex, discendente di Belenos, in cambio della promessa, da parte degli uomini, di osservare la pace e l'equilibrio politico che si era creato tra i popoli e gli dei o i demoni che li proteggevano.



Elner ormai conosceva la storia nei particolari.
Wechtigar I Eclionner e Kevin Vorkidian giurarono di mantenere la pace fino a che i loro padri non si sarebbero risvegliati. Ma mio nonno Sephir violò il patto, attaccando Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue. Così rovinò se stesso e trascinò la Dinastia nel disordine...
Il giovane sovrano riprese la parola:
«Tra pochi giorni vedremo se è vera la convinzione che io acquisterò i ricordi del divino Arexatan»
Padre Mollander alzò l'indice della mano destra verso il cielo.
«All’alba del nuovo millennio il Dormiente si risveglierà, e porterà a compimento il disegno che fu spezzato!»
Ad Elner sembrava che Mollander non stesse dicendo tutta la verità.
Se davvero Arexatan si risveglierà, non si lascerà certo manipolare dal Clero. Fu dietro istigazione del clero, che suo figlio Wechtigar I il Pio lo uccise!
E questo doveva spaventare molto il Priore Mollander.
Come può illudersi di controllare Arexatan, se già fatica a controllare me?
A meno che il Clero della Grande Canonica non avesse organizzato un piano del tipo: "Arexatan rinasce, ma poi viene assunto in Cielo”, come l’originale, con l’aiuto di qualcun altro nel ruolo di sicario.
Su questo punto Marigold aveva molto insistito.
Se io fossi ucciso, il potere del Clero sarebbe totale e l'Impero diverrebbe una teocrazia.
Bisognava sondare il terreno.
«Se Arexatan si risveglierà» disse infine «il Clero non potrà che obbedire ai suoi ordini, perché egli è il figlio di Eclion, il dio che voi venerate»



«Certamente, Maestà. Come ho già detto, il Clero ha sempre cercato in tutti i modi di venire incontro alle esigenze della Dinastia, per la maggior gloria di Eclion»
«Così pare...» commentò l’Imperatore sarcastico.
Marigold gli aveva aperto gli occhi su molte questioni, anche sul fatto che Mollander fosse convinto che Eclion fosse un demone malvagio, e non il dio del sole.
Questo era stato uno dei motivi per cui la Grande Canonica aveva preso le distanze dagli Eclionner.
Siete stati voi a fomentare tutte le discordie interne alla Dinastia!
Il tono provocatorio non sfuggì a padre Mollander, che preferì non replicare.
Elner, consapevole di aver colpito nel segno, insistette sul punto che gli stava a cuore:
«Arexatan, se rinascerà in me, potrebbe ricordare eventi piuttosto scomodi, riguardo, per esempio, alla vera natura dei colpevoli del suo assassinio»
Mollander capì subito che quelle erano parole della Dama Gialla:
 «Il divino Arexatan sarà compiaciuto di risvegliarsi a fianco di una donna come Marigold di Gothian, che tanto somiglia alla sua ultima moglie,  Edwina Ataris, figlia Atar, Signore del Fuoco...»



L'imperatore annuì:
«Già, Edwina... possiamo giocare a carte scoperte, al riguardo. Io so che Marigold ed Edwina sono la stessa persona»
Il Priore apprezzò la sincerità del giovane, e gli parlò con altrettanta schiettezza:
«Edwina fu la vera causa della morte di Arexatan. Furono le ambizioni di lei che causarono la la lite del vostro antenato con i figli avuti dalle mogli precedenti, e col Sacro Clero!»
Ecco, quello era il punto fondamentale:
«E' una minaccia, padre Mollander?»
Il prete scosse il capo:
«No, Maestà! Anzi, sto cercando di aiutarvi, mettendovi in guardia! Nulla di buono è mai derivato alla Dinastia dalle interferenze della Dama Gialla, fin dal tempo in cui, col nome di Edwina, regnò al fianco di Arexatan come sua sesta moglie, e tentò di accrescere il proprio potere, e di usurpare il diritto di successione al trono imperiale...»



Elner non poteva negarlo, ma c'era un altro modo di vedere le cose:
«Forse! Ma potrebbe essere anche vero quello che lei dice di voi, e cioè che la vera minaccia per la Dinastia è la sete di potere dei Canonici. E se avesse ragione?»
 Mollander non parve turbato:
 «E' evidente che lady Marigold sta cercando di mettervi contro di noi, come fece col vostro antenato. Ma sono convinto che il divino Arexatan non compirà per due volte lo stesso errore. Non si lascerà manovrare da lei un'altra volta. Ho piena fiducia nella sua intelligenza! E anche nella vostra!»
L'imperatore non sapeva più a chi credere.
Quel prete mi sta accusando di essere manovrato da Marigold come prima lo ero da mia madre!
Del resto la cosa poteva anche essere vera. Elner aveva candidamente creduto a tutte le bugie di Ellis, e quindi, con la stessa ingenuità, poteva aver creduto alle bugie di Marigold.
La memoria di Arexatan mi darà la consapevolezza necessaria per compiere le scelte migliori...
«Terrò presente il vostro avvertimento, Padre Mollander! Potete stare sicuro che non mi farò più manovrare da nessuno, e che l'unico parametro del mio giudizio e delle mie decisioni, sarà ciò che è presente nella mia memoria, e nelle Altre Memorie che si risveglieranno presto dentro di me!»