Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
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lunedì 5 novembre 2012
Estetismo e Autonomia dell'estetica
L'immagine qui sopra è tratta dal quadro "La danza di Salomè" di Gustave Moreau, pittore simbolista, molto apprezzato dagli scrittori decadenti, in particolare da J.K.Huysmans, il cui romanzo "A rebours" ("Controcorrente") si può considerare, assieme al Dorian Gray di Wilde e al Piacere di D'Annunzio, uno dei testi base dell'estetismo. Uno dei motti dell'estetismo era, ed è ancora: "l'arte per l'arte", cioè l'arte deve avere prima di tutto e principalmente un valore estetico.
Questo è in sintesi il principio, su cui si è discusso per tutto il XX secolo, di autonomia dell'arte o in senso più ampio l'autonomia dell'estetica.
Questo concetto fu sostenuto da Benedetto Croce nella sua Estetica.
Croce sosteneva che esistono quattro tipi di giudizio: 1) il giudizio filosofico-scientifico o di verità; 2) il giudizio etico o di bontà; 3) il giudizio economico o di utilità e infine, 4) il giudizio estetico, che riguarda categorie come "il bello" e "il sublime".
Ne conseguiva che, per Croce, era da considerare "artistico" solo ciò per cui il giudizio estetico risultava prevalente sugli altri.
Croce applicò questo criterio alla letteratura, e in particolare alla poesia, nel famoso saggio Poesia e non poesia, nel quale arrivò a sostenere che la maggior parte del "Paradiso" dantesco non era da considerare poesia in quanto l'aspetto teologico (e quindi legato al giudizio di verità) e quello etico (e quindi legato al giudizio di bontà) erano prevalenti rispetto al giudizio estetico.
Questa tesi è stata quasi "demolita" dopo la morte di Croce, in modo particolare da Luciano Anceschi, che
nel suo Autonomia ed eteronomia dell'arte sostenne la tesi opposta a quella di Croce e dell'estetismo.
Tra queste due posizioni estreme, che hanno dominato rispettivamente il dibattito estetico tra la prima e la seconda metà del XX secolo, ora si sta cercando di chiarire come si stabilisce che in una determinata opera o in un determinato oggetto, sia prevalente il giudizio estetico.
Facciamo un esempio concreto.
Prendiamo un tavolino Luigi XV in stile Rococò e chiediamoci se in questo oggetto è prevalente la bellezza o l'utilità, o per meglio dire la finalità estetica o la finalità pratica. A seconda di questo giudizio noi stabiliamo se considerarlo o meno un'opera d'arte.
In questo caso credo si possa rispondere dicendo che se si ha bisogno di un tavolino per finalità prevalentemente pratiche, non si compra un Luigi XV in stile rococò. Può bastare un tavolino dell'Ikea.
Lo stesso discorso si può applicare all'abbigliamento: nel momento in cui scegliamo di indossare qualcosa prevale in noi il giudizio estetico o il giudizio pratico?
A seconda della risposta un determinato capo di abbigliamento può essere concepito come un oggetto utile e comodo, oppure un oggetto esteticamente rilevante. Un giudizio non esclude l'altro, ma credo si possa stabilire se la motivazione si basi prevalentemente sul giudizio pratico o su quello estetico.
Di questo si occupa il testo "Estetica degli oggetti" di cui ho parlato due giorni fa e su cui ci sarà ancora qualcosa da dire.
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venerdì 6 luglio 2012
La moda nella prima metà del Settecento
Per avere un'idea di quale fosse la moda femminile dell'aristocrazia nella prima metà del '700 basta guardare alcuni ritratti della marchesa di Pompadour, l'amante di Luigi XV.
Da notare il fatto che i capelli erano argentei perché incipriati. A volte si usavano delle parrucche, ma questo divenne un'usanza solo nella seconda metà del secolo
Per quanto riguarda la moda maschile aristocratica, ecco alcuni ritratti di Luigi XV
Notiamo che le parrucche maschili diventano meno ingombranti, e di colore grigio, con un codino dietro.
Se si avevano capelli folti e resistenti, non si portava nemmeno più la parrucca, ma ci si limitava a farsi arricciare i capelli ai lati, raccoglierli in un codino di dietro e infine incipriarli per renderli argentei.
Luigi XV era il pronipote del re sole e succedette al bisnonno all'età di 5 anni, regnando poi per mezzo secolo. L'altra sua amante famosa fu la contessa Du Barry.
venerdì 4 maggio 2012
Lo stile Rococò o "Luigi XV"
Il Rococò è uno stile ornamentale sviluppatosi in Francia nella prima metà del Settecento come evoluzione del tardo-barocco. Si distingue dal Barocco per la luminosità, il decorativismo estremo, la sfarzosità graziosa e scintillante delle forme, caratterizzate da ondulazioni ramificate in riccioli e lievi arabeschi floreali.
Caratterizzato da delicatezza, grazia, eleganza, gioiosità e luminosità si poneva in netto contrasto con la pesantezza e i colori più forti adottati dal precedente periodo barocco.
I motivi Rococò cercano di riprodurre il sentimento tipico della vita aristocratica dell'Ancien Regime..
Il termine "rococò" deriva dal francese rocaille, parola usata per indicare un tipo di decorazione eseguita con pietre, rocce e conchiglie, utilizzate come abbellimento di padiglioni da giardino e grotte. Il rococò nasce in Francia nel secondo ventennio del XVIII secolo, sotto il regno di Luigi XV.
Caratterizzato da delicatezza, grazia, eleganza, gioiosità e luminosità si poneva in netto contrasto con la pesantezza e i colori più forti adottati dal precedente periodo barocco.
I motivi Rococò cercano di riprodurre il sentimento tipico della vita aristocratica dell'Ancien Regime..
Il termine "rococò" deriva dal francese rocaille, parola usata per indicare un tipo di decorazione eseguita con pietre, rocce e conchiglie, utilizzate come abbellimento di padiglioni da giardino e grotte. Il rococò nasce in Francia nel secondo ventennio del XVIII secolo, sotto il regno di Luigi XV.
Rococò sembra essere una combinazione della parola francese rocaille (conchiglia, guscio) e della parola italiana barocco. Siccome questo stile ama le curve naturali come quelle presenti nelle conchiglie e si specializza nelle arti decorative, alcuni critici tendevano erroneamente a ritenerlo frivolo e legato alla moda. Il termine rococò fu accettato anche dagli storici dell'arte dalla metà del XIX secolo e sebbene ci siano ancora pretestuose discussioni riguardo al significato storico di questo stile, il rococò è ora largamente considerato come un importante periodo di sviluppo per l'arte europea
Lo stile rococò francese fu inizialmente utilizzato nelle arti decorative e per il design degli interni. La successione di Luigi XV di Francia portò un cambiamento tra gli artisti di corte e in generale nella moda del tempo. Verso la fine del precedente regno, i ricchi motivi tipici del barocco stavano dando già spazio ad elementi più leggeri, con più curve e motivi più naturali. Questi elementi erano già evidenti e riscontrabili, ad esempio, nei progetti architettonici di Nicolas Pineau.
Durante il regno di Luigi XV la vita di corte si allontanò dal palazzo di Versailles portando il cambiamento artistico nel palazzo reale e poi permettendo il suo diffondersi in tutta l'alta società francese. La delicatezza e la gioia dei motivi rococò sono stati spesso visti come reazione agli eccessi presenti nel regime di Luigi XIV. Nelle decorazioni d'interni, il rococò sopprime le divisioni architettoniche di architrave, fregi e cornice, per il pittoresco, il curioso e il capriccioso, realizzato in materiali plastici come il legno scolpito e lo stucco.
Pareti, soffitti, mobili e oggetti di metallo e porcellana si fondono in un insieme omogeneo. Le tinte del rococò sono di color pastello molto più leggere dei colori del barocco.
Il Rococò si manifesta anche nei mobili: i famosi comò e tavolini "Luigi XV"
Il 1730 rappresentò il periodo di maggior vitalità e sviluppo del Rococò in Francia. Lo stile si sviluppò bene oltre l'architettura e investì anche l'arredamento, la scultura e la pittura (tra i lavori più esemplificativi vi sono quelli degli artisti Jean-Antoine Watteau e François Boucher).
Lo stile rococò francese fu inizialmente utilizzato nelle arti decorative e per il design degli interni. La successione di Luigi XV di Francia portò un cambiamento tra gli artisti di corte e in generale nella moda del tempo. Verso la fine del precedente regno, i ricchi motivi tipici del barocco stavano dando già spazio ad elementi più leggeri, con più curve e motivi più naturali. Questi elementi erano già evidenti e riscontrabili, ad esempio, nei progetti architettonici di Nicolas Pineau.
Durante il regno di Luigi XV la vita di corte si allontanò dal palazzo di Versailles portando il cambiamento artistico nel palazzo reale e poi permettendo il suo diffondersi in tutta l'alta società francese. La delicatezza e la gioia dei motivi rococò sono stati spesso visti come reazione agli eccessi presenti nel regime di Luigi XIV. Nelle decorazioni d'interni, il rococò sopprime le divisioni architettoniche di architrave, fregi e cornice, per il pittoresco, il curioso e il capriccioso, realizzato in materiali plastici come il legno scolpito e lo stucco.
Il Castello di Sanssouci a Potsdam (Berlino) è un esempio dell'architettura rococò in Europa. In questo contesto continentale, dove il rococò è completamente sotto controllo, le sculture sono espresse sotto forma di ornamenti floreali, linee interrotte e scene fantastiche.
Pareti, soffitti, mobili e oggetti di metallo e porcellana si fondono in un insieme omogeneo. Le tinte del rococò sono di color pastello molto più leggere dei colori del barocco.
Il Rococò si manifesta anche nei mobili: i famosi comò e tavolini "Luigi XV"
Il 1730 rappresentò il periodo di maggior vitalità e sviluppo del Rococò in Francia. Lo stile si sviluppò bene oltre l'architettura e investì anche l'arredamento, la scultura e la pittura (tra i lavori più esemplificativi vi sono quelli degli artisti Jean-Antoine Watteau e François Boucher).
Due donne dominarono questo stile: Madame de Pompadour e successivamente la regina Maria Antonietta.
Un dipinto di Watteau
Anche le famose vedute del Canaletto rientrano nella pittura Rococò
Il Rococò si conlcude definitivamente con la caduta dell'Ancien regime e il trasferimento di Maria Antonietta da Versaille a Parigi, nel palazzo delle Touilleries.
La morte di Maria Antonietta è considerata la fine convenzionale sia dell'Ancien Regime, sia dello stile Rococò.
Un dipinto di Watteau
Anche le famose vedute del Canaletto rientrano nella pittura Rococò
Il Rococò si conlcude definitivamente con la caduta dell'Ancien regime e il trasferimento di Maria Antonietta da Versaille a Parigi, nel palazzo delle Touilleries.
La morte di Maria Antonietta è considerata la fine convenzionale sia dell'Ancien Regime, sia dello stile Rococò.
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sabato 18 febbraio 2012
Le amanti di Luigi XV
Madame Jeanne-Antoinette Poisson, Marchesa di Pompadour (Parigi 1721- Versailles 1764) fu la più famosa amante di re Luigi XV di Francia:
Sua è la famosa frase con cui consolò il re dopo la sconfitta militare di Rossbach, nel 1757, durante la Guerra dei Sette Anni: "Dopo di noi, il diluvio" dalla quale possiamo dedurre la consapevolezza della fragilità dell'Ancien Regime, da parte di colei che fu per vent'anni, dal 1745 alla morte "la sola e l'unica" effettiva "regina" di Francia.
In realtà dopo la sua morte non vi fu il diluvio, ma semplicemente il re si trovò una nuova amante, più giovane, Marie-Jeanne Becù de Lorraine, Contessa Du Barry (1746-1793):
Non occorre essere laureati in storia per conoscere il personaggio della Du Barry, basta aver visto le puntate iniziali di Lady Oscar. Sfido chiunque a non avere visto almeno una puntata di Lady Oscar! Ecco come compariva la Du Barry nel cartone:
Comunque, per la cronaca, la Du Barry entrò in conflitto con l'allora moglie del Principe Delfino, la principessa Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena, futura regina di Francia, l'ultima che visse a Versailles, il simbolo splendente dell'Ancien Regime.
L'odio della Du Barry verso Maria Antonietta fu tale che, quando molti anni dopo, durante la Rivoluzione Francese, la regina di origini austriache fu condannata a morte, Madame du Barry rientrò a Parigi per godersi lo spettacolo dell'esecuzione della sua rivale.
Non fu una buona idea: i rivoluzionari arrestarono immediatamente la Du Barry e la condannarono alla decapitazione con l'accusa di spionaggio controrivoluzionario. E così, la bella contessa ebbe l'onore di posare il suo collo pallido sulla ghigliottina ancora fresca del sangue di Maria Antonietta.
Con la morte delle due più affascinanti donne del Settecento si concluse definitivamente l'età dell'oro della corte di Versailles.
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