Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
giovedì 3 marzo 2016
La Gallia Cisalpina
Gallia Cisalpina o Gallia Citeriore è il nome conferito dai Romani in età repubblicana ai territori dell'Italia settentrionale compresi tra il fiume Adige a Levante, le Alpi a Ponente e a Settentrione e il Rubicone a Meridione. Il Po divideva la regione in Gallia Transpadana e Gallia Cispadana. Si trattava dei territori che corrispondevano all'attuale pianura padana, attorno al grande fiume Po, compresi i territori della Liguria a sud-ovest, fino all'attuale Veneto nella sua parte nord-orientale. La regione divenne provincia romana includendo però tutti i territori a ovest del fiume Adige, fino alle Alpi piemontesi.[1]
La conquista romana della Cisalpina (fine del III-inizio del II secolo a.C.)
Lo stesso argomento in dettaglio: Conquista romana della Gallia Cisalpina. |
Per la prima volta[15] l'esercito romano poteva spingersi oltre il Po, dilagando in Gallia Transpadana: la battaglia di Clastidio, nel 222 a.C., valse a Roma la presa della capitale insubre di Mediolanum (Milano). Per consolidare il proprio dominio Roma creò le colonie di Placentia, nel territorio dei Boi, e Cremona in quello degli Insubri. I Galli dell'Italia settentrionale si ribelleranno nuovamente in seguito alla discesa di Annibale. Come alleati del condottiero cartaginese furono fondamentali per le sue vittorie al Trasimeno (217 a.C.) e a Canne (216 a.C.). I Boi riuscirono, inoltre, a battere i Romani nell'agguato della Selva Litana. Dopo la sconfitta di Annibale a Zama (202 a.C.), vennero definitivamente sottomessi da Roma, quando risultarono vittoriosi nella battaglia di Cremona, nel 200 a.C., e in quella di Mutina (Modena), nel 194 a.C. All'indomani della vittoria nella seconda guerra punica, Roma procedette alla definitiva sottomissione della pianura padana, che aprì un territorio vasto e fertile agli emigranti originari dell'Italia centrale e meridionale.[21] Pochi decenni dopo, lo storico greco Polibiopoteva già personalmente testimoniare la rarefazione dei Celti in pianura padana, espulsi dalla regione o confinati in alcune limitate aree subalpine.[22]
L'avanzata continuò anche nella parte nord-orientale con la fondazione della colonia romana di Aquileia nel 181 a.C., come ci raccontano gli autori antichi,[23]nel territorio degli antichi Carni:[24]
« Nello stesso anno [181 a.C.] fu dedotta nel territorio dei Galli la colonia di Aquileia. 3.000 fanti ricevettero 50 iugeri ciascuno, i centurioni 100, i cavalieri 140. I triumviri che fondarono la colonia furono Publio Scipione Nasica, Gaio Flaminio e Lucio Manlio Acidino[25]. » |
(Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XL, 34.2-3.) |
Si trattava di una colonia di diritto latino,[23] con la funzione prioritaria di sbarrare la strada alle popolazioni limitrofe di Carni e Istri, che minacciavano i confini orientali dei possedimenti romani in Italia.[26] La città dapprima crebbe quale avamposto militare in vista delle future campagne contro Istri e Carni, più tardi quale "quartier generale" in vista di un'espansione romana verso il Danubio. I primi coloni furono 3.000 veterani,.[27] seguiti dalle rispettive famiglie provenienti dal Sannio, per un totale di circa 20.000 persone, a cui fecero seguito dei gruppi di Veneti; più tardi, nel 169 a.C., si aggiunsero altre 1.500 famiglie.[28]
Maggiori centri provinciali
I maggiori centri della provincia erano:
- Acelum (Asolo), passata ai Romani, crebbe d'importanza divenendo municipium con giurisdizione sulla pianura sottostante sino alla via Postumia se non al Sile, e dalBrenta al Piave.[32] Di questo periodo restano numerosi reperti che testimoniano l'esistenza di terme, di un acquedotto, di un foro e di un teatro.[33] Il toponimo (Acelum) è citato per la prima volta nel I secolo d.C. da Plinio il Vecchio (Naturalis historia), che annovera il centro fra gli oppida Venetorum. Un secolo dopo, come Akedon, lo si ritrova nella Geografia di Claudio Tolomeo.
- Altinum (Altino), seguì nel II secolo a.C., le sorti di tutta la Venetia e fu pacificamente assoggettata a Roma. Il processo di romanizzazione iniziò nel 131 a.C. con la costruzione della via Annia: da questo momento il centro cominciò ad acquisire l'ideologia urbana dei conquistatori e, a partire dall'89 a.C. subì un primo processo di urbanizzazione, conclusosi nel 49 a.C. quando ad Altino fu concesso il diritto romano e fu creata municipio. La costruzione di altre strade, come la Claudia Augusta e le vie che la collegavano direttamente a Treviso e a Oderzo, contribuì a trasformarla in un importante centro commerciale, nodo cruciale per le rotte tra il Mediterraneo e il Settentrione. Questa evoluzione poté dirsi conclusa sul finire del I secolo d.C.. Nelle vicinanze di Altino, nel 169 morì l'imperatore romano Lucio Vero. Come tutto l'Impero, anche Altino subì le distruzioni dei barbari. La prima devastazione è del 452 e fu opera degli Unni di Attila.
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Resti del decumanus maximus che attraversava Altinum.
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- Aquileia (Aquileia), fondata nel 181 a.C. nei pressi del fiume Natiso come colonia di diritto latino,[34] da Lucio Manlio Acidino, Publio Scipione Nasica e Gaio Flaminio, mandati dal Senato a sbarrare la strada alle popolazioni limitrofe di Carni ed Istri, che minacciavano i confini orientali d'Italia.[26] Aquileia costituì la base principale delle operazioni militari nell'Illirico dei secoli successivi.[35] Dall'origine di base militare deriva la forma quadrilatera del presidio, divisa dal cardine massimo, l'attuale via Giulia Augusta, e dal decumano massimo. Pacificata e romanizzata la regione, la città, municipio dopo l'89 a.C. grazie alla lex Iulia de civitate (che conferiva la pienezza del diritto romano, assegnandola alla tribù della Velina[36]) si ingrandì in fasi successive. In seguito divenne centro politico-amministrativo (capitale della X Regione augustea, Venetia et Histria) e prospero emporio, avvantaggiata dal lungo sistema portuale e dalla raggiera di importanti strade che se ne dipartivano sia verso il Nord, oltre le Alpi e fino al Baltico ("via dell'ambra"), sia in senso latitudinale, dalle Gallie all'Oriente. Fin da tarda età repubblicana e durante quasi tutta l'epoca imperiale Aquileia costituì uno dei grandi centri nevralgici dell'Impero romano.[37] Sappiamo che durante il suo primo consolato del 59 a.C., Gaio Giulio Cesare ottenne con la Lex Vatinia del 1º marzo[38] il proconsolato delle province della Gallia Cisalpina[1] e dell'Illirico per cinque anni e il comando di un esercito composto da tre legioni[39]. Sappiamo di numerosi soggiorni di Cesare ad Aquileia durante la conquista della Gallia.[40] Un quindicennio più tardi, tra il 35 ed il 33 a.C., Aquileia rimase ancora "quartier generale" delle campagne militari di Ottaviano nell'Illirico. Si trovava al centro di tre differenti direttrici di marcia: quella più a sud-est verso le tribù della costa; quella "centrale" che portava nei territori dei Giapidi; e quella più a nord-est contro le popolazioni di Carni e Taurisci.[41]
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Rilievo scultoreo di Mitra(Museo archeologico di Aquileia).
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- Bergomum (Bergamo), insieme a tutti gli abitanti dei territori transpadani, acquisisce la cittadinanza romana nel 49 a.C., in seguito a un editto di Giulio Cesare.
- Brixia (Brescia), nacque come città romana nel 196 a.C., pur tuttavia non essendo soggetta a una vera e propria occupazione, ma a una sorta di alleanza.[42] Questa alleanza permise a Brescia nell'89 a.C., grazie alla lex Iulia de civitate (che conferiva la pienezza del diritto romano, assegnandola alla tribù della Fabii[43]) di diventare municipio e ottenere il diritto latino, per aver aiutato i Romani, insieme a Veneti, Galli e Liguri, a sconfiggere isocii Italici. Nel 49 a.C., allo scoppio della guerra civile, Aulo Gabinio fu richiamato da Cesare e gli fu affidato il comando delle operazioni nell'Illirico. Brixia divenne così parte del territorio romano e ai suoi abitanti venne data la cittadinanza romana.[44] Non a caso sappiamo del passaggio della legio X Veneria dalla città in questo periodo.[45] In epoca repubblicana il mondo "cenomane" godette di grande autonomia, poté auto-amministrarsi, battere moneta propria, mantenere una propria "cultura", ma con l'acquisizione della cittadinanza romana scomparve la dicitura "Cenomani" in favore di quella di "Brixiani".[46] Nel 7-9 d.C. Brixia andò a far parte della Regio X Venetia et Histria.
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Serie di capitelli del santuario repubblicano e del successivo tempio capitolino.
- Cremona (Cremona), fortificata dai romani nel 218 a.C. come castrum, insieme con la città di Placentia (Piacenza), in riva al Po. Fu un importante centro dell'area padana durante tutto il periodo repubblicano.
- Dertona (Tortona), divenne colonia romana intorno al 120 a.C., trasformandosi in un fiorente centro agricolo e commerciale, all'incrocio di importanti vie di comunicazione: la via Postumia (che collegava Genova ad Aquileia), la via Fulvia (proveniente da Pollenzo) e la via Emilia Scauri (proveniente da Vada Sabatia, l'odierna Vado Ligure, attraverso Aquae Statiellae, l'odierna Acqui Terme). Eretta una seconda volta a colonia da Augusto (tra il 40 e il 30 a.C.) assunse il nome di Iulia Dertona[47] e agli inizi del I secolo entrò a far parte della regione IX.
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Mappa dell'anticaDertona romana.
- Forum Julii (Cividale del Friuli), è legata al nome di Giulio Cesare, come testimonia il fatto che il nome Friuli deriva proprio da Forum Iulii, ovvero il foro di Giulio. Tra il 56 a.C. ed il 50 a.C., infatti, grazie all'iniziativa del proconsole romano, qui fu creato un municipio, Forum Iulii, da cui prese poi il nome tutta la regione Friuli, successivamente divenne colonia. Le mura romane sono alla base delle mura veneziane tuttora presenti.
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- Iulia Concordia (Concordia Sagittaria), fondata nel 42 a.C. presso l'incrocio della Via Annia con la Via Postumia, sotto Augusto fece parte della Regio X Venetia et Histria.
- Mantua (Mantova), fu conquistata dai Romani dopo la dominazione dei Galli Cenomani, nel 214 a.C. Divenuta colonia, assurse al titolo di città libera dopo la promulgazione della Legge Giulia del 90 a.C. che estese la cittadinanza romana agli abitanti delle colonie e divenne "municipium" dal 47 a.C. Il 15 ottobre del 70 a.C. ad Andes, piccolo villaggio nei pressi di Mantova, nacque Virgilio (Publio Virgilio Marone). Nonostante questi importanti eventi, la Mantua romana rimase ai margine, secondaria rispetto a città vicine come Verona e Cremona.
Resti del decumanus maximus che attraversava Altinum.
Rilievo scultoreo di Mitra(Museo archeologico di Aquileia).
Serie di capitelli del santuario repubblicano e del successivo tempio capitolino.
Mappa dell'anticaDertona romana.
Lo stesso argomento in dettaglio: Centuriazione di Mantova. |
- Mediolanum (Milano), dopo essere stata la più importante città dei Galli Insubri, fu conquistata nel 222 a.C., dai consoli romani Gneo Cornelio Scipione Calvo e Marco Claudio Marcello.[48] All'89 a.C. risale la legge di Pompeo Strabone ("Lex Pompeia de Gallia Citeriore") che conferì alla città dignità di colonia latina. I notabili milanesi disapprovarono la dichiarazione della valle padana come semplice provincia (Gallia Citerior o Cisalpina) e appoggiarono il tentativo del console Lepido di rovesciare i successori della corrente sillana. Il tentativo fallì e nel 77 a.C. la ribellione fu domata con una strage. Per via della sua favorevole posizione di retrovia, Mediolanumfu di importanza notevole per le campagne di Cesare alla conquista della Gallia, negli anni dal 58 a.C. al 50 a.C. Divenne il più importante centro della Gallia Cisalpina e, sull'onda dello sviluppo economico, nel 49 a.C. venne elevata, nell'ambito della Lex Roscia allo status di municipium civium romanorum.[49]
- Pianta del Teatro romano di Milano
- L'antica Milano romana(Mediolanum).
- Mutina (Modena), già intorno al 200 a.C. era un'importante colonia romana cinta da mura, nella quale le legioni romane trovarono rifugio durante un'insurrezione dei Galli. Ma la sua importanza è destinata a crescere con la costruzione della Via Emilia, su iniziativa del console Emilio Lepido: la strada romana univa Modena agli altri grandi centri della regione (Parma e Bologna), favorendo le operazioni militari, ma anche il traffico delle merci. La fortuna della città fu legata a questa strada, che dà il nome alla regione e che è ancora oggi uno degli assi principali del traffico in Italia. Nel 78 a.C. la città vide la sconfitta dei rivoltosi anti-sillani guidati da Marco Emilio Lepido (console 78 a.C.) a opera di Quinto Lutazio Catulo (console 78 a.C.), poi, nel 43 a.C. quella di Marco Antonio per opera di Ottaviano Augusto.
- Opitergium (Oderzo), di fondazione paleoveneta, passò gradualmente sotto il controllo romano diventando municipium al termine della Guerra civile (49-45 a.C.) per volere di Gaio Giulio Cesare. Si trattava di un centro di grande importanza strategica, essendo equidistante dal Piave e dal Livenza, nonché, in direzione nord-sud, dal Cansiglio (detti monti Opitergini) e dalla laguna di Venezia (all'epoca laguna opitergina). Il suo territorio si estendeva, prima dello sviluppo di Concordia Sagittaria, fino al Tagliamento. Già a partire dal II secolo d.C. la città fu più volte saccheggiata dai barbari, fino alla definitiva distruzione avvenuta ad opera di Grimoaldo intorno al667.
- Patavium (Padova), fu una delle più ricche città dell'Impero grazie, anche, all'allevamento di cavalli, era inoltre l'unica città in Italia ad avere un circo come Roma. In età augustea Padova divenne parte della X Regio che aveva come capitale Aquileia, cui era collegata grazie alla via Annia che partiva da Adria.
- Placentia (Piacenza), fu fondata dai Romani sulle rive del fiume Po nel 218 a.C., probabilmente su un preesistente insediamento celtico, sul confine tra i territori degli Insubri e dei Boii sconfitte in precedenza dai Romani. Nello stesso anno nacque la colonia gemella di Cremona. I romani preferirono costruire il castrum su un pianoro alluvionale più alto di 4-5 metri rispetto al territorio circostante aumentando in tal modo la capacità difensiva dell'insediamento. Essendo la zona popolata dai Celti, entrambe le città nacquero come avamposto per consolidare le conquiste in territorio gallico e per tenere a bada le genti celtiche. Sia Piacenza sia Cremona vennero fondate come colonie latine e furono inviati 6.000 coloni latini. La scelta fu dovuta all'incombente minaccia dell'invasione dell'Italia da parte del condottiero cartaginese Annibale. Quest'ultimo dopo aver vinto i Romani presso ilTicino, la Trebbia e aver espugnato Clastidium (Casteggio), non riuscì a occupare Placentia che gli resistette. Il fiume Po e la via Emilia, che la congiungeva con Ariminum o Rimini, già allora caratterizzavano la vocazione logistica della città. Lo schema viario romano con "cardo" e "decumano" è ancora ben visibile nel centro storico.
- Ravenna (Ravenna), circondata dalle acque e accessibile solo dal mare, qui l'imperatore Cesare Ottaviano Augusto dislocò la flotta militare dell'alto Adriatico. Per questo fine l'imperatore fece eseguire importanti lavori di sistemazione idraulica: fece scavare la Fossa Augustea, un canale che collegava il Po con l'ampio specchio di acqua a sud di Ravenna e qui fondò il porto di Classe. Il porto fu realizzato con i criteri di una poderosa macchina militare. Secondo Plinio il Vecchio, poteva contenere fino a 250 triremi e 10.000 marinai o classari destinati al controllo di tutto il Mediterraneo orientale (la base destinata al controllo del Mediterraneo occidentale era invece il porto di Miseno sulla costa tirrenica).
- Ticinum (Pavia), assunse importanza a partire dal 187 a.C. quando fu raggiunta da una diramazione della via Emilia. Fu municipium e qui nacque lo storico Cornelio Nepote. Il centro storico di Pavia, un quadrato di circa 1 km², ha ancora oggi la tipica pianta derivata dal castrum, l'accampamento militare romano, dotato di due assi perpendicolari, il cardo e il decumano. La conservazione della pianta della città è stata permessa dal fatto che la città non è mai stata distrutta completamente.
- Tridentum (Trento), sorta come accampamento militare romano, divenne municipium tra il 50 e il 40 a.C., ed accrebbe la sua importanza notevolmente dopo le campagne militari augustee nell'area. Ancor'oggi le linee deldecumanus maximus e del cardo maximus sono visibili nella struttura abittaiva della città, la cui Porta Veronensis meridionale è oggi visibile nel museo diocesano tridentino.
- Mappa di Tridentum.
- Vercellae (Vercelli), fu sottomessa a Roma nei primi decenni del II secolo a.C. Divenne la prima città dell'attuale Piemonte per imponenza edilizia e per ricchezza di istituzioni pubbliche e commerci. Nei suoi pressi fu combattuta una delle più importanti battaglie tra Romani e germani Cimbri (101 a.C.). Nel 49 a.C. Vercelli divenne municipium e fu dotata di strade lastricate, un acquedotto, bagni pubblici, templi, un teatro e anfiteatro.
Principali vie di comunicazione
Lo stesso argomento in dettaglio: Strade romane. |
Le vie romane che attraversarono in pochi decenni tutta la Cisalpina furono costruite per consentire in primo luogo i collegamenti militari. Le guerre contro i Liguri, con la conseguente fondazione di colonie nel loro territorio, non rappresentano solo l'espansione nella penisola, ma sono anche premessa dell'espansione verso l'occidente, quindi verso Sardegna, Spagna, Cartagine.
Le principali vie di comunicazioni provinciali erano:
- la via Annia, costruita a partire dal 131 a.C. per collegare Hatria (Adria) a Patavium (Padova), Altinum (Altino), Iulia Concordia (moderna Concordia Sagittaria, dove incrociava la via Postumia) e infine ad Aquileia.
- la via Emilia, costruita a partire dal 189 a.C. per collegare Ariminum (Rimini) a Placentia (Piacenza).
- la via Emilia Scauri, costruita a partire dal 109 a.C. per collegare Vada Sabatia (Vado Ligure, presso Savona), a Luni (Portus Lunae), poi fino a Lucca (Luca).
- la via Gallica, per collegare Verona con le Brescia (Brixia), Bergamo e Milano (Mediolanum).
- la via Julia Augusta, costruita a partire dal 13 a.C. per collegare Placentia (Piacenza), passando per Dertona (Tortona) e Aquae Statiellae (Acqui Terme), fino a La Turbie (trofeo di Augusto).
- la via Popilia, costruita nel 132 a.C., per collegare Ariminum (Rimini) alla città di Aquileia, passando per Ravenna, Adria e Altino.
- la via Postumia, costruita a partire dal 148 a.C., per collegare i due principali porti romani del nord Italia, Genova e Aquileia.
Note
- ^ a b La Gallia Cisalpina corrispondeva ai territori della pianura padana compresi tra il fiume Adige e le Alpi piemontesi
- ^ Cassio Dione 41, 36
- ^ U. Laffi, La provincia della Gallia Cisalpina, “Athenaeum”, 80, 1992, pp. 5-23
- ^ Demandt, p. 92.
- ^ U. Laffi, Organizzazione dell'Italia sotto Augusto e la creazione delle regiones, pp. 81-117, in U. Laffi, "Colonie e municipi nello Stato romano, Roma 2007
- ^ G. Frigerio, Il territorio comasco dall'età della pietra alla fine dell'età del bronzo, in Como nell'antichità, Società Archeologica Comense, Como 1987.
- ^ La Battaglia del mare Sardo (540 a.C.)[1].
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, V, 34.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, V, 35.
- ^ Polibio, Storie, II, 7; M.T. Grassi I celti in Italia, Milano 1991
- ^ Christiane Eluère, p. 71.
- ^ a b Kruta, La grande storia dei Celti, p. 202.
- ^ Lo smalto era ottenuto dal vetro di quarzo, addizionato di ossido rameico(Cu2O) e piccole quantità di piombo; durante la fusione, un processo diossidoriduzione evitava la formazione di ossido rameico (CuO), dall'indesiderato colore verde. Cfr. Günter Haseloff, Lo smalto celtico, in S. Moscati et al., I Celti, 1991.
- ^ Christiane Eluère, I Celti "barbari d'Occidente", p. 68.
- ^ a b c Demandt, p. 86.
- ^ Floro, I, 13.
- ^ Christiane Eluère, p. 69.
- ^ Ogilvie, Cronologia.
- ^ Kruta, La grande storia dei Celti, pp. 251.
- ^ Polibio, Storie, II,25-27.
- ^ Storia Romana, Giovanni Geraci, Arnaldo Marcone, pag.92
- ^ Polibio, Storie, II.35.4
- ^ a b Velleio Patercolo, Historiae Romanae ad M. Vinicium libri duo, I, 13.2.
- ^ Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, III, 126-127.
- ^ CIL V, 873.
- ^ a b Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXXIX, 55; XL, 34.2-3; XLI, 1; XLI, 9-10; XLIII, 1.
- ^ Luisa Bertacchi, Aquileia: l'organizzazione urbanistica, p.209.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XLIII, 17.1.
- ^ J.Carcopino, Giulio Cesare, Milano 1981, pp.255-260; A.Piganiol, Le conquiste dei Romani, Milano 1989, pp.432-433.
- ^ The Celts: a history
- ^ ^ The Samnites in the Po Valley. D. O. Robson. The Classical Journal, Vol. 29, No. 8 (May, 1934), pp. 599-608
- ^ Per la centuriazione ci si basò su strade preesistenti: il decumano massimo era la stessa Postumia, mentre il cardine era la via Aurelia; le due arterie si incrociavano nei pressi dell'attuale Vallà di Riese Pio X.
- ^ Dalla sezione Linea del tempo del sito asolo.it
- ^ Velleio Patercolo, Storia romana, I, 13.2.
- ^ Appiano di Alessandria, Guerra illirica, 11; CIL V, 8270; Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, III, 129; Fasti triumphales: AE 1930, 60;Appiano di Alessandria, Guerre celtiche, 13; Strabone, Geografia, V, 1.8.
- ^ CIL V, 903.
- ^ Massimiliano Pavan, Aquileia città di frontiera, in Dall'Adriatico al Danubio, Padova 1991, p.124.
- ^ La Lex Vatinia fu proposta dal tribuno della plebe Publio Vatinio, che poi sarà luogotenente di Cesare in Gallia
- ^ Le tre legioni affidate a Cesare dalla Lex Vatinia erano la VII, l'VIII e laVIIII
- ^ Cicerone, In P. Vatinium ("Contro Publio Vatinio"), 38; Cesare, De bello Gallico, II, 35 e III, 7; Cesare, De bello Gallico, V, 1, 5-9; Cesare, De bello Gallico, VI, 44; Cesare, De bello Gallico, VII, 1.1; Aulo Irzio, De bello Gallico, VIII, 24.3; Appiano di Alessandria, Guerra illirica, 18 e 52.
- ^ Appiano di Alessandria, Guerre illiriche, 16-22.
- ^ Abeni, La storia bresciana, Brescia, Del Moretto, 1984.
- ^ CIL V, 4459.
- ^ Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, XLI, 36.
- ^ CIL V, 4191, CIL V, 4377.
- ^ CIL V, 4186, CIL V, 4355, CIL V, 4459, CIL V, 4485 e AE 1952, 136.
- ^ AE 1978, 344.
- ^ Polibio, Storie, II, 34.10-15; Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, XII, 51-52; Zonara, L'epitome delle storie, VIII, 20.
- ^ CIL V, 5854.
- ^ a b La Gallia Cisalpina corrispondeva ai territori della pianura padana compresi tra il fiume Adige e le Alpi piemontesi
- ^ Cassio Dione 41, 36
- ^ U. Laffi, La provincia della Gallia Cisalpina, “Athenaeum”, 80, 1992, pp. 5-23
- ^ Demandt, p. 92.
- ^ U. Laffi, Organizzazione dell'Italia sotto Augusto e la creazione delle regiones, pp. 81-117, in U. Laffi, "Colonie e municipi nello Stato romano, Roma 2007
- ^ G. Frigerio, Il territorio comasco dall'età della pietra alla fine dell'età del bronzo, in Como nell'antichità, Società Archeologica Comense, Como 1987.
- ^ La Battaglia del mare Sardo (540 a.C.)[1].
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, V, 34.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, V, 35.
- ^ Polibio, Storie, II, 7; M.T. Grassi I celti in Italia, Milano 1991
- ^ Christiane Eluère, p. 71.
- ^ a b Kruta, La grande storia dei Celti, p. 202.
- ^ Lo smalto era ottenuto dal vetro di quarzo, addizionato di ossido rameico(Cu2O) e piccole quantità di piombo; durante la fusione, un processo diossidoriduzione evitava la formazione di ossido rameico (CuO), dall'indesiderato colore verde. Cfr. Günter Haseloff, Lo smalto celtico, in S. Moscati et al., I Celti, 1991.
- ^ Christiane Eluère, I Celti "barbari d'Occidente", p. 68.
- ^ a b c Demandt, p. 86.
- ^ Floro, I, 13.
- ^ Christiane Eluère, p. 69.
- ^ Ogilvie, Cronologia.
- ^ Kruta, La grande storia dei Celti, pp. 251.
- ^ Polibio, Storie, II,25-27.
- ^ Storia Romana, Giovanni Geraci, Arnaldo Marcone, pag.92
- ^ Polibio, Storie, II.35.4
- ^ a b Velleio Patercolo, Historiae Romanae ad M. Vinicium libri duo, I, 13.2.
- ^ Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, III, 126-127.
- ^ CIL V, 873.
- ^ a b Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXXIX, 55; XL, 34.2-3; XLI, 1; XLI, 9-10; XLIII, 1.
- ^ Luisa Bertacchi, Aquileia: l'organizzazione urbanistica, p.209.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XLIII, 17.1.
- ^ J.Carcopino, Giulio Cesare, Milano 1981, pp.255-260; A.Piganiol, Le conquiste dei Romani, Milano 1989, pp.432-433.
- ^ The Celts: a history
- ^ ^ The Samnites in the Po Valley. D. O. Robson. The Classical Journal, Vol. 29, No. 8 (May, 1934), pp. 599-608
- ^ Per la centuriazione ci si basò su strade preesistenti: il decumano massimo era la stessa Postumia, mentre il cardine era la via Aurelia; le due arterie si incrociavano nei pressi dell'attuale Vallà di Riese Pio X.
- ^ Dalla sezione Linea del tempo del sito asolo.it
- ^ Velleio Patercolo, Storia romana, I, 13.2.
- ^ Appiano di Alessandria, Guerra illirica, 11; CIL V, 8270; Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, III, 129; Fasti triumphales: AE 1930, 60;Appiano di Alessandria, Guerre celtiche, 13; Strabone, Geografia, V, 1.8.
- ^ CIL V, 903.
- ^ Massimiliano Pavan, Aquileia città di frontiera, in Dall'Adriatico al Danubio, Padova 1991, p.124.
- ^ La Lex Vatinia fu proposta dal tribuno della plebe Publio Vatinio, che poi sarà luogotenente di Cesare in Gallia
- ^ Le tre legioni affidate a Cesare dalla Lex Vatinia erano la VII, l'VIII e laVIIII
- ^ Cicerone, In P. Vatinium ("Contro Publio Vatinio"), 38; Cesare, De bello Gallico, II, 35 e III, 7; Cesare, De bello Gallico, V, 1, 5-9; Cesare, De bello Gallico, VI, 44; Cesare, De bello Gallico, VII, 1.1; Aulo Irzio, De bello Gallico, VIII, 24.3; Appiano di Alessandria, Guerra illirica, 18 e 52.
- ^ Appiano di Alessandria, Guerre illiriche, 16-22.
- ^ Abeni, La storia bresciana, Brescia, Del Moretto, 1984.
- ^ CIL V, 4459.
- ^ Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, XLI, 36.
- ^ CIL V, 4191, CIL V, 4377.
- ^ CIL V, 4186, CIL V, 4355, CIL V, 4459, CIL V, 4485 e AE 1952, 136.
- ^ AE 1978, 344.
- ^ Polibio, Storie, II, 34.10-15; Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, XII, 51-52; Zonara, L'epitome delle storie, VIII, 20.
- ^ CIL V, 5854.
Bibliografia
- Fonti primarie
- Appiano di Alessandria, Guerra illirica, traduzione inglese QUI.
- Aurelio Vittore, De Caesaribus, XXXIX e XLI, versione latina QUI; Epitome, XLI versione latina QUI; De Viris Illustribus, versione latina QUI.
- Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, XII, 51-52, traduzione inglese QUI.
- Cesare, De bello Gallico (testo latino) .
- Eutropio, Breviarium historiae romanae (testo latino) .
- Fasti triumphales: AE 1930, 60.
- Livio,
- Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, III.
- Polibio, Storie, II; traduzione inglese QUI.
- Strabone, Geografia, V; traduzione inglese QUI.
- Svetonio, Vite dei dodici Cesari.
- Velleio Patercolo, Historiae Romanae ad M. Vinicium libri duo, I.
- Zonara, L'epitome delle storie, VIII e XII; testo latino.
- Zosimo, Storia nuova, I-II traduzione inglese del libro I, QUI.
- Fonti storiografiche moderne
- Luisa Bertacchi, Aquileia: l'organizzazione urbanistica, in Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.), catalogo della Mostra Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.) tenutasi a Milano, Palazzo Reale dal 24 gennaio al 22 aprile del 1990, Ed.Silvana Milano, 1990, pp. 209–212.
- Luigi Bossi, Della istoria d'Italia antica e moderna, Milano, 1819
- Jean Bousquet, La Cisalpine gauloise du IIIe au Ier siècle avant J.-C.
- Lawrence Keppie, The Making of the roman army, From Republic to Empire, University of Oklahoma, 1998
- Giuseppe Micali, L'Italia avanti il dominio dei Romani, Genova, 1830
- Raffaele de Marinis e Venceslas Kruta in Italia, omnium terrarum alumna, Garzanti-Scheiwiller, 1990
Voci correlate
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