sabato 20 maggio 2017

Stemma dell'Impero Bizantino

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Impero bizantino è il nome con cui gli studiosi moderni e contemporanei indicano l'Impero romano d'Oriente (termine che iniziò a diffondersi durante il regno dell'imperatore Valente), di cultura prevalentemente greca, separatosi dalla parte occidentale, di cultura quasi esclusivamente latina, dopo la morte di Teodosio I nel 395.
Il termine "Bizantino" è stato introdotto solo a partire dal XVIII secolo dagli Illuministi, quando l'Impero Romano d'Oriente era ormai scomparso da circa tre secoli. "Romei" (dal greco: Ῥωμιός / Rōmiós) era il termine usato dagli stessi abitanti dell'Impero Romano d'Oriente per definirsi. Come l'Impero bizantino era di fatto Impero romano, così la sua capitale Costantinopoli era la Nuova Roma e così pure il titolo dei suoi sovrani era Basileús kaì Kaìsar ton romaíon (greco: Βασιλεὺς καὶ Καῖσαρ τῶν Ῥωμαίων), ovvero Sovrano e Cesare dei Romani. La stessa Penisola balcanica veniva chiamata dai Romei, Rumelia, nome di regione che sarà conservato pure dai conquistatori ottomani. Gli stessi ottomani utilizzeranno la parola Rūm (in arabo: الرُّومُ, al-Rūm), termine storicamente impiegato dai musulmani per indicare i Bizantini. I sultani ottomani, dopo la conquista di Costantinopoli, si assegneranno il titolo onorifico di qaysar-ı Rum, "Cesare dei Romei".
Tuttavia per distinguerlo dall'Impero romano d'Occidente, si è preferito assegnare alla parte orientale il nome di "Impero bizantino". Non c'è accordo fra gli storici sulla data in cui si dovrebbe cessare di utilizzare il termine "romano" per sostituirlo con il termine "bizantino", anche perché entrambe le definizioni sono utilizzate da molti di loro, spesso indistintamente, per designare il mondo romano-orientale fino almeno al VII secolo. Le diverse impostazioni storiografiche condizionano anche la diversità di opinioni nella determinazione della datazione: taluni lo fanno coincidere con il 395 (separazione definitiva dei due imperi), ma si è anche proposto il 476 (fine dell'Impero Romano d'Occidente), il 330 (anno di inaugurazione della Nova Roma o Νέα Ῥώμη, fondata da Costantino I, copia fedele e nostalgica della prima Roma), il 565 (morte di Giustiniano I, ultimo imperatore di madrelingua latina e del suo sogno della Restauratio imperii). Alcuni storici prolungano il periodo propriamente "romano" fino al 610, anno dell'ascesa al trono di Eraclio I il quale modificò notevolmente la struttura dell'Impero, rendendo il greco lingua ufficiale al posto del latino.
Resta comunque il fatto che per gli imperatori bizantini e per i propri sudditi il loro impero si identificò sempre con quello di Augusto e Costantino I dal momento che "romano" e "greco" fino al XVIII secolo furono per essi sinonimi.
L'impero, dopo una lunga crisi, la sua distruzione da parte dei crociati nel 1204 e la sua restaurazione nel 1261, cessò definitivamente di esistere nel 1453 (conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi ottomani guidati da Maometto II).

Stemma dell'Impero Carolingio (800-924)

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Imperatori Carolingi

NomeRitrattoData di nascitaRegno
(Inizio-Fine)
MatrimoniNote
Titolo personale
Carlo I
Magno
Louis-Félix Amiel - Charlemagne empereur d'Occident (742-814).jpg2 aprile 74225 dicembre 800(1) Imiltrude
un figlio e una figlia
(2) Ermengarda
nessun figlio
(3) Ildegarda
quattro figli e cinque figlie
(4) Fastrada
due figlie
(5) Liutgarda
nessun figlio
incoronato da papa Leone III;
Re dei Franchi
1
28 gennaio 814
Ludovico I
il Pio
Louis le Pieux.png16 aprile 77828 gennaio 814[3](1) Ermengarda de Hesbaye
tre figli e tre figlie
(2) Giuditta di Baviera
un figlio ed una figlia
figlio di Carlo Magno e di Ildegarda;
Re dei Franchi
2
20 giugno 840
Lotario ILothar I.jpg79520 giugno 840[3]Ermengarda di Tours
tre figli e cinque figlie
figlio di Ludovico il Pio e di Ermengarda;
Re d'Italia e Lotaringia
3
29 settembre 855
Ludovico II
il Giovane
Louis II of Italy.png82529 settembre 855[3]Engelberga d'Alsazia
due figlie
figlio di Lotario e di Ermengarda;
Re d'Italia
4
12 agosto 875
Carlo II
il Calvo
KarlII monks.jpg13 giugno 82329 dicembre 875(1) Ermentrude d'Orléans
quattro figli e cinque figlie
(2) Richilde di Provenza
quattro figli e una figlia
figlio di Ludovico il Pio e Giuditta;
Re di Francia e Italia
5
6 ottobre 877
Carlo III
il Grosso
Charles the Fat.jpg83912 febbraio 881Riccarda di Svevia
nessun figlio
figlio di Ludovico il Germanico;
Re di AlemanniaItalia e Francia
6
novembre 887[4]

Guidoni (collaterale Carolingia)

NomeRitrattoData di nascitaRegno
(Inizio-Fine)
MatrimoniNote
Titolo personale
GuidoWido rex Italiae.jpg855 circa21 febbraio 891Ageltrude
un figlio
bis-bisnipote di Carlo Magno;
Duca di Spoleto
7
12 dicembre 894
Lamberto880 circa12 dicembre 894[3]-figlio di Guido e di Ageltrude;
Duca di Spoleto
8
15 ottobre 898

Carolingi

NomeRitrattoData di nascitaRegno
(Inizio-Fine)
MatrimoniNote
Titolo personale
ArnolfoDie deutschen Kaiser Arnulph.jpg850 circa21 febbraio 898[5]Oda
un figlio
Re di Germania9
8 dicembre 899

Bosonidi (collaterale Carolingia)

NomeRitrattoData di nascitaRegno
(Inizio-Fine)
MatrimoniNote
Titolo personale
Ludovico III
il Cieco
882 circa22 febbraio 901(1) Anna di Costantinopoli
un figlio
(2) Adelaide
forse un figlio
figlio di Bosone I e di Ermengarda, figlia di Ludovico il Giovane;
Re di Provenza
10
21 luglio 905[6]

Unrochidi (collaterale Carolingia)

NomeRitrattoData di nascitaRegno
(Inizio-Fine)
MatrimoniNote
Titolo personale
BerengarioBerengar I of Italy.jpg850 circadicembre 915Bertola di Spoleto
diversi figli
figlio di Eberardo del Friuli e Gisella, figlia di Ludovico il Pio;
Marchese del Friuli
11
7 aprile 924
Note
  • Tutti i suddetti imperatori, oltre al proprio titolo personale cui corrispondevano i territori ad essi direttamente asserviti, ottennero dal Papa la corona imperiale solo dopo aver in vari modi ottenuto quella italiana.
  • Per conoscere i Reges Francorum Ocidentalis e i Reges Francorum Orientalis che non assursero alla carica imperiale nel IX secolo, si consulti la lista dei sovrani franchi.

Come gli Stati Uniti vedono se stessi: mappa degli stereotipi

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Mappa dei principali paesi esportatori e importatori di petrolio

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Oleodotti e gasdotti in Europa

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Il condotto che collega Baku con Tbilisi, Ankara, Istanbul e Salonicco segue lo stesso percorso del TAP ossia la Trans-Adriatic Pipeline.

Il mondo dell'euro e quello del dollaro

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Mappa delle monete nel mondo

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Le principali aree di influenza valutaria a livello mondiale sono quattro.
Il Dollaro statunitense è la moneta dominante in tutto il continente americano e in Australia, oltre ad essere la valuta di riferimento per il commercio del petrolio.
All'interno dell'area del dollaro si può considerare anche la sotto-area della Sterlina, considerando la forte integrazione politica ed economica anglo-americana.
L'Euro è la valuta dell'Eurozona e la sua sfera di influenza riguarda principalmente l'Unione Europea e alcuni stati che confinano con essa o che hanno rapporti molto stretti con l'Europa continentale, pur non facendo parte dell'Ue.
Strettamente legato all'Euro è il Franco Svizzero.
Il Rublo russo estende la sua influenza nei paesi ex sovietici, esclusi quelli baltici.
Molto influente è divenuto anche lo Yuan cinese, che si può considerare la quarta valuta più importante nell'economia mondiale, superando lo Yen giapponese, la Rupia indiana, la Corona dei paesi scandinavi, e il Franco CFA della Comunità franco-africana, che comprende alcuni paesi africani che erano parte dell'impero coloniale francese e belga.

Speranza di vita alla nascita nei vari paesi europei

Life expectancy at birth according to the world health organization

Secondo le statistiche dell'Organizzazione Mondiale per la Salute, l'italia si conferma al primo posto per speranza di vita, o al secondo se si considera il microstato dell'Andorra.
Un bambino italiano che ora nasce in Italia ha una speranza media di vita di 83,1 anni.
All'ultimo posto troviamo invece l'Ucraina con 68 anni.

Storia genetica della Sardegna

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Questa voce è parte della serie
Bandiera della Sardegna
Storia della Sardegna


La genetica della popolazione della Sardegna consiste nello studio del pool genico degli attuali abitanti dell'isola con due principali obiettivi. Il primo è prettamente scientifico e culturale ed è quello di ricostruire la storia naturale della popolazione. Essa consiste nella comprensione dell'entità, dei tempi e delle modalità della fondazione unitamente alle successive o concomitanti dinamiche demografiche e evolutive. L'altro è invece applicativo ed ha la finalità di comprendere le cause genetiche di alcune patologie sfruttando alcune peculiarità della popolazione sarda, che la rendono di elezione per studi che prevedono l'utilizzo di isolati genetici.
Entrambi gli obiettivi sono perseguiti attraverso lo studio molecolare di marcatori genetici di individui della popolazione mediante un approccio multidisciplinare che coinvolge biologimedicinaturalististatisticibioinformaticibiotecnologiarcheologiantropologi e paleontologi.

Evoluzione e demografia

La posizione geografica della Sardegna e la montuosità del suo territorio hanno fatto sì che tra la popolazione sarda (analogamente a quanto è accaduto ad altre popolazioni europee come i baschi e i sami) per via dell'isolamento, dell'endogamia e dell'azione di particolari processi evolutivi quali la deriva genetica si siano venute a creare particolari caratteristiche antropologiche e geniche.

Dimensione della popolazione ancestrale

L'elevata variabilità genetica implica un numero rilevante di linee fondatrici. L'archeologia indica che la dimensione effettiva della popolazione sarda sia stata rilevante rispetto ad altre aree geografiche coeve. Le grandi crisi demografiche, come ad esempio quelle provocate dalle epidemie di peste, non hanno potuto intaccare la struttura originaria della popolazione.

Struttura della popolazione

Presenza di alta variabilità interindividuale, ma bassa variabilità tra subpopolazioni geografiche o linguistiche[1] (con la possibile eccezione della Gallura[2]). Questa assenza di substruttura rende la popolazione ottimale per lo studio e la comprensione delle cause genetiche di patologie a eziologia ancora ignota, soprattutto di quelle che presentano alta incidenza nell'isola, come le malattie autoimmuni diabete e sclerosi multipla. Infatti una casistica maggiore di individui affetti si può ottenere in una popolazione vasta e omogenea.
Tale caratteristica di omogeneità della popolazione sarda non è però unanimemente accettata. Altri studi hanno evidenziato una elevata variabilità tra subpopolazioni geografiche o linguistiche[3][4], mentre l'intera popolazione sarda presenterebbe livelli di eterogeneità paragonabili a quelli delle popolazioni continentali.[5] Solo alcune sottopopolazioni (ad esempio quella dell'Ogliastra) caratterizzate da un elevato grado di isolamento e di omogeneità sarebbero adatte a questo scopo.[6]

Flusso genico

Il numero di mutazioni accumulate in regioni cromosomiche non ricombinanti, è stato impiegato come orologio molecolare. L'interpretazione dei risultati farebbe risalire la popolazione sarda attuale a varie popolazioni che potrebbero aver raggiunto l'isola dall'Europa continentale in più ondate, dal Paleolitico superiore[7] alla prima Età dei metalli. I dati genetici sono coerenti con un effetto assai blando in termini di flusso genico operato dai popoli colonizzatori delle epoche storiche, ossia dal I millennio a.C. in poi[2].
Una menzione a parte meritano alcune aree geograficamente circoscritte come la Gallura e l'isola di San Pietro, per lungo tempo pressoché disabitate e poi teatro di migrazioni ben documentate provenienti rispettivamente dalla Corsica e dalla Liguria (via Tabarka), le cui popolazioni si diversificano abbastanza nettamente sia dal punto di vista linguistico che genico dalla restante popolazione regionale[2][8].

Selezione

La frequenza di alcuni geni è stata influenzata dalla presenza della selezione operata dal plasmodium, l'agente infettivo della malaria che, durante il suo ciclo vitale parassitizza i globuli rossi del sangue dell'uomo e le ghiandole salivari della zanzara. La selezione ha agito aumentando la frequenza di geni che possono causare l'insorgenza di α- e β-talassemie o del favismo attraverso un processo noto come polimorfismo bilanciato.

Conclusioni

In conclusione si può quindi affermare che i geni dei sardi si inquadrano perfettamente nell'ambito del pool genico europeo con grosse differenze però in termini di:
  • frequenze geniche (per lo più dovute a effetto del fondatore e deriva genetica casuale). Ad esempio l'aplotipo I2a1(M26) del cromosoma Y, presente anche nella penisola iberica e in Francia (19% in Castiglia, 8% nel Béarn e 6% tra i baschi[9]) ha in Sardegna frequenze fino oltre il 40%.[10] L'alta frequenza di questo aplotipo tra i sardi, indicherebbe una migrazione preistorica di popoli originari della regione dei Pirenei verso la Sardegna[9]. L'aplogruppo I si riscontra tra gli europei principalmente fra la popolazione sarde, ma in percentuali simili anche tra le popolazioni dei balcani occidentali e tra gli scandinavi.
  • presenza di sottotipi sardo-specifici (da imputarsi a mutazioni occorse nell'isola dato il lungo tempo intercorso dalla fondazione ad oggi). Ad esempio, l'aplotipo R-M18 è esclusivo della Sardegna e origina per acquisizione di una mutazione dall'aplogruppo più antico R-M173; è presente inoltre la linea mitocondriale U5b3a1a, quasi esclusiva della Sardegna ma originaria della Provenza.[11]
  • scarsa incidenza della componente autosomica ANE (Ancestral North Eurasia) diffusa in gran parte delle popolazioni euroasiatiche e tra i nativi americani. Si suppone che quesa componente, ricollegabile ad alcune popolazioni paleolitiche siberiane tra cui quelle della cultura di Mal'ta-Buret', sia giunta in Europa occidentale da oriente a partire dal calcolitico, benché fosse già presente presso alcune genti mesolitiche della Svezia. È stato stimato che abbia contribuito per il 10-20% circa all'ascendenza genetica degli attuali europei (in Sardegna il 5% circa).[12]

Malattie genetiche frequenti

Sclerosi multipla

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Sclerosi multipla.

Prevalenza globale della sclerosi multipla per 100 000 abitanti (Fonte: Multiple sclerosis international federation[13]):
     200-240
     150-200
     100-150
     0-100
     Dato non conosciuto
La Sclerosi multipla[14] è una patologia autoimmune che colpisce il sistema nervoso e che è diffusa soprattutto tra le popolazioni europoidi. La incidenza di questa patologia tra i sardi è elevata e comparabile solo con quella delle popolazioni del nord Europa o di ascendenza nord europea. Questo contrasta con l'ipotesi di un cline di incidenza nord-sud in Europa che potrebbe essere correlato ad un qualche fattore ambientale eziologico ancora sconosciuto.
Inoltre, dall'analisi della ricorrenza della malattia nei fratelli di numerosi pazienti, unitamente ad altri elementi epidemiologici o di rischio quali il sesso, l'età di esordio, il luogo di nascita e la presenza di altri familiari affetti oltre i fratelli si è osservato un maggior rischio di incidenza nei fratelli dei pazienti rispetto alla popolazione generale. In aggiunta, per valutare la presenza di familiarità tra pazienti non imparentati, 11 individui provenienti da un singolo paese sono stati correlati genealogicamente tra loro mediante pedigree, rivelando che discendevano tutti da sole 3 coppie di antenati[15]. In generale l'aumento dell'incidenza tra persone che condividono parte del patrimonio genetico starebbe ad indicare un effetto genetico nella manifestazione della malattia. Queste evidenze suggeriscono che geni di suscettibilità alla sclerosi multipla fanno parte del pool genico dei sardi sulla base della condivisione di varianti genetiche per discesa da comuni progenitori.

Beta Talassemia

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Anemia mediterranea.
La beta talassemia, detta anche anemia mediterranea, è una delle patologie ereditarie più diffuse in Sardegna, in particolare nel meridione dell'isola. Si caratterizza per l'assenza o il deficit della sintesi delle catene di betaglobina che codificano l'emoglobinaproteina globulare essenziale per il trasporto dell'ossigeno ai vari tessuti dell'organismo.

Longevità

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Zona blu.
In Sardegna è presente un'intensa attività di ricerca sulla genetica che coinvolge la popolazione (caratterizzata da un patrimonio genetico omogeneo) e che riguarda sostanzialmente due progetti:
  • Progetto "ProgeNIA" - Utilizzo della popolazione sarda, per la sua omogeneità, per lo studio dei tratti fenotipici legati all'invecchiamento, e di malattie complesse[16];
  • Progetto "AKeA" - Studio dei marcatori della salute e della longevità dei Sardi.
  • Attività svolta dalla SHARDNA s.p.a[17]
Il Progetto "ProgeNIA", iniziato nel novembre del 2001[18], è nato dalla collaborazione tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il National Institute of Aging degli Stati Uniti (che lo finanzia interamente) ed il National Institute of Health (NIA-NIH); vede la partecipazione attiva degli abitanti di LanuseiIlbonoArzana ed Elini (doveva concludersi entro il 2005, ma è stato rifinanziato fino al 2011)[19].
Gli studi del Progetto Progenia mirano a identificare i geni e i fattori ambientali responsabili dell'invecchiamento dell'uomo.[20] ed hanno portato alla scoperta dell'esistenza di una relazione tra adiposità, circonferenza della vita e quantità di insulina presente nell'individuo. È stato dimostrato inoltre che nella formazione del colesterolo l'ereditarietà è responsabile per il 40% mentre l'ambiente (il cibo e lo stile di vita) per il 60%. Si è rilevato poi che negli anziani longevi l'ereditarietà ha più peso nelle donne rispetto agli uomini e che, a seconda di come si combinano una serie di caratteristiche di vita e di stato di salute, l'influenza dei geni si fa sentire più o meno tardivamente."[21].
Sulla rivista scientifica Plos Genetics sono stati pubblicati i risultati ottenuti dagli studi condotti su Ereditarietà delle caratteristiche cardiovascolari e di tratti della personalità su 6148 sardi[22] e sui geni responsabili dell'obesità [23]. Oltre alle scoperte sull'obesita, gli studi sui volontari che partecipano al progetto Progenia hanno portato alla scoperta del gene responsabile della variazione dell'acido urico[24], di un gene responsabile per l'altezza[25], e di 7 nuovi geni del colesterolo [26].
Il progetto "AKeA" (acronimo di "A Kent'Annos", tradizionale augurio sardo che significa "a cent'anni"), basato sugli studi effettuati a partire dal 1997 dal team del Prof. Luca Deiana e presentato ufficialmente nel febbraio 2002[27], fa capo alla cattedra di Biochimica Clinica dell'Università di Sassari e vede la collaborazione del Max-Planck Institute for Demographic ResearchRostockGermania e dalla Duke UniversityCarolina del NordUSA. Il monitoraggio viene fatto su tutta la popolazione sarda.
I risultati dello studio "AKeA" sono stati pubblicati[28] e presentati in vari simposi internazionali che hanno visto la partecipazione di ricercatori di tutto il mondo, giunti nell'isola per studiare il DNA dei Sardi, ed hanno suscitato anche l'interesse dei mass-media.
In Sardegna, infatti, è stata constatata la presenza di numerosi ultracentenari (nel luglio del 2007 erano più di 330), in media circa 22 ogni centomila abitanti, contro una media tra gli 8 e i 10 in altre parti del mondo[29]. Questo rapporto risulta in crescita col passare del tempo, dal momento che nel periodo '97-'99 la media era di 13,5 ultracentenari, e nel 2000 era salita a 19[30].
Sono state individuate delle zone interne ad alta concentrazione di longevi, e si è scoperto che il rapporto maschi/femmine ultracentenari in Sardegna è ben diverso da quello presente altrove. Se nel resto d'Italia ed in occidente il rapporto è di 1 a 4, se non addirittura di 1 a 7, nell'Isola è generalmente al di sotto di 1 a 2, per diventare paritetico nelle aree interne[31].
Sono state formulate molte spiegazioni di questa particolarità, come la qualità della vita o un particolare regime alimentare, ma principalmente gli studiosi sono interessati ad analizzare specifici fattori genetici che interagirebbero in concomitanza con i fattori ambientali.
L'Isola vanta alcuni primati:
  • l'uomo più vecchio del mondo, attestato dal Guinness dei Primati 2001. Antonio Todde (chiamato Tziu Antoni), nato a Tiana (NU) il 22 gennaio 1889, è scomparso il 3 gennaio del 2002, poche settimane prima del compimento del 113º compleanno; attribuiva la sua longevità al bicchiere di buon vino rosso che beveva ogni giorno[32].
  • l'uomo più vecchio d'Europa, e al terzo posto in tutto il mondo, nel 2003. Giovanni Frau, nato a Orroli (CA) il 29 dicembre 1890, è scomparso il 19/06/2003 all'età di 112 anni.[33]

Note

  1. ^ Lampis R, Morelli L, Congia M, Macis MD, Mulargia A, Loddo M, De Virgiliis S, Marrosu MG, Todd JA, Cucca F. The inter-regional distribution of HLA class II haplotypes indicates the suitability of the Sardinian population for case-control association studies in complex diseases. Hum Mol Genet. 2000 Dec 12;9(20):2959-65.
  2. ^ a b c Francalacci P, Morelli L, Underhill PA, Lillie AS, Passarino G, Useli A, Madeddu R, Paoli G, Tofanelli S, Calo CM, Ghiani ME, Varesi L, Memmi M, Vona G, Lin AA, Oefner P, Cavalli-Sforza LL. Peopling of three Mediterranean islands (Corsica, Sardinia, and Sicily) inferred by Y-chromosome biallelic variability. Am J Phys Anthropol. 2003 Jul;121(3):270-9.
  3. ^ Cappello N, Rendine S, Griffo R, Mameli GE, Succa V, Vona G, Piazza A. Genetic analysis of Sardinia: I. data on 12 polymorphisms in 21 linguistic domains. Ann Hum Genet. 1996 Mar;60(Pt 2):125-41.
  4. ^ Piras et al., Genome-wide scan with nearly 700 000 SNPs in two Sardinian sub-populations suggests some regions as candidate targets for positive selection
  5. ^ Eaves IA, Merriman TR, Barber RA, Nutland S, Tuomilehto-Wolf E, Tuomilehto J, Cucca F, Todd JA. The genetically isolated populations of Finland and Sardinia may not be a panacea for linkage disequilibrium mapping of common disease genes Nat Genet. 2000 Jul;25(3):320-3.
  6. ^ Angius A, Bebbere D, Petretto E, Falchi M, Forabosco P, Maestrale B, Casu G, Persico I, Melis PM, Pirastu M., Not all isolates are equal: linkage disequilibrium analysis on Xq13.3 reveals different patterns in Sardinian sub-populations. Hum Genet. 2002 Jul;111(1):9-15. .
  7. ^ Torroni A, Bandelt HJ, Macaulay V, Richards M, Cruciani F, Rengo C, Martinez-Cabrera V, Villems R, Kivisild T, Metspalu E, Parik J, Tolk HV, Tambets K, Forster P, Karger B, Francalacci P, Rudan P, Janicijevic B, Rickards O, Savontaus ML, Huoponen K, Laitinen V, Koivumaki S, Sykes B, Hickey E, Novelletto A, Moral P, Sellitto D, Coppa A, Al-Zaheri N, Santachiara-Benerecetti AS, Semino O, Scozzari R. A signal, from human mtDNA, of postglacial recolonization in Europe. Am J Hum Genet. 2001 Oct;69(4):844-52.
  8. ^ AA.VV., Analysis of two Sardinian isolates: Carloforte, Benetutti
  9. ^ a b AA.VV., Phylogeography of Y-Chromosome Haplogroup I Reveals Distinct Domains of Prehistoric Gene Flow in Europe
  10. ^ European Journal of Human Genetics - From surnames to the history of Y chromosomes: the Sardinian population as a paradigm
  11. ^ Università degli studi di Pavia - News ed eventi: Dai Genetisti dell'Università di Pavia nuove ipotesi sul ripopolamento post-glaciale dell'Europa
  12. ^ AA.VV., Ancient human genomes suggest three ancestral populations for present-day Europeans
  13. ^ (ENAtlas of MS database, Multiple sclerosis international federation. URL consultato il 12 novembre 2012.
  14. ^ OMIM#126200
  15. ^ Marrosu MG, Lai M, Cocco E, Loi V, Spinicci G, Pischedda MP, Massole S, Marrosu G, Contu P. Genetic factors and the founder effect explain familial MS in Sardinia. Neurology. 2002 Jan 22;58(2):283-8.
  16. ^ Utilizzo della popolazione sarda, per la sua omogeneità, per lo studio dei tratti fenotipici legati all'invecchiamento, e di malattie complesseCNR
  17. ^ http://www.shardna.com/
  18. ^ vedi 5000 volontari sardi per trovare l'elisir di lunga vita, Ufficio stampa del CNR
  19. ^ Roberto Paracchini, Progenia, la ricerca sulla lunga vitaL'espresso, 9 giugno 2006 e Andrea Mameli Progenia e la genetica dei sardiL'Unione sarda, 14 luglio 2007.
  20. ^ Progenia, la ricerca. Sulla lunga vita.La Nuova Sardegna, 9 giugno 2006.
  21. ^ Roberto Paracchini, Progenia, la ricerca sulla lunga vitaL'espresso, 9 giugno 2006.
  22. ^ (EN) AA VV Heritability of Cardiovascular and Personality Traits in 6,148 Sardinians e Nei geni scritto anche se siamo ansiosi o ottimisti. 4 dicembre 2006
  23. ^ (EN) Scuteri, Sanna et al, Genome-Wide Association Scan Shows Genetic Variants in the FTO Gene Are Associated with Obesity-Related Traits e Roberto Paracchini, Scoperto in Sardegna il gene dell'obesitàLa Nuova Sardegna, 1º settembre 2007
  24. ^ (EN) Li, Sanna et al http://genetics.plosjournals.org/perlserv/?request=get-document&doi=10.1371/journal.pgen.0030194 The GLUT9 Gene Is Associated with Serum Uric Acid Levels in Sardinia and Chianti Cohorts
  25. ^ (EN) Sanna, Jackson et al http://www.nature.com/ng/journal/vaop/ncurrent/abs/ng.74.html Common variants in the GDF5-UQCC region are associated with variation in human height e http://linguaggio-macchina.blogspot.com/2008/01/unione-sarda.html
  26. ^ (EN) Willer, Sanna et al http://www.nature.com/ng/journal/vaop/ncurrent/abs/ng.76.html Newly identified loci that influence lipid concentrations and risk of coronary artery disease e http://linguaggio-macchina.blogspot.com/2008/01/unione-sarda.html
  27. ^ Si chiama AKEA la nuova ricerca sulla longevità dei sardi, Il Messaggero Sardo, marzo 2002.
  28. ^ (EN) M. Poulain, G. M. Pes, C. Grasland, C. Carru, L. Ferrucci, G. Baggio, C. Franceschi, L. Deiana, Identification of a geographic area characterized by extreme longevity in the Sardinia island: the AKEA study, Experimental Gerontology, 39 (2004), 1423-1429.
  29. ^ Pier Giorgio Pinna, Nell'isola dei centenari può succedere di tuttoLa Nuova Sardegna, 26 luglio 2007
  30. ^ Celestino Tabasso, Akea: un microscopio puntato sul mistero dei centenari sardiL'Unione sarda, 12 maggio 2006.
  31. ^ Giancarlo Bulla, Una terra di ultracentenariLa Nuova Sardegna, 14 maggio 2006.
  32. ^ (ENWorld's 'oldest man' diesBBC News, 5 gennaio 2002.
  33. ^ vedi i centenari di Orroli

Voci correlate