Il ducato bizantino di Calabria sorse nel VI secolo aggregando la regione del Brutium, cioè l'odierna area cosentina, con le terre ancora possedute nel Salento (la Calabria dei Romani) i cui confini settentrionali sarebbe stati costituiti dal cosiddetto "Limite dei greci", una sorta di muraglia difensiva costruita a salvaguardia del territorio dalla minaccia dei longobardi.
Il nome Calabria (che in origine designava la penisola salentina) cominciava così a essere utilizzato per designare il Bruzio, mentre il Salento prendeva il nome di Terra d'Otranto, progressivamente conquistato dai Longobardi.
Il sacro romano imperatore Enrico II il Santo, della dinastia sassone, nominò il nobile cavaliere ser Melo da Bari, nel 1016, duca di Puglia e Calabria.
Tale ducato rimase unito fino alla conquista normanna.
Sviluppi successivi
Nel 1059 papa Niccolò II assegnò il titolo ducale al conte di Puglia e Calabria Roberto d'Altavilla. In realtà anche stavolta il titolo era stato inizialmente concepito per comprendere soltanto i due territori della Puglia e della Calabria (separati l'uno dall'altro proprio dal principato di Salerno) occupati dai Bizantini ma apertamente rivendicati dalla Chiesa romana dopo che questi ultimi avevano consumato il grande scisma; tuttavia i duchi normanni, grazie ad eccellenti capacità militari, politiche e matrimoniali, nel volgere di pochi decenni riuscirono ad appropriarsi anche dell'intero principato di Salerno oltre che di una parte del principato di Benevento, fino a creare un unico grande dominio esteso su tutta quella parte dell'Italia meridionale situata a est del ducato di Napoli (destinato anch'esso, peraltro, a cadere in mano normanna entro il secolo successivo).