Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
lunedì 18 maggio 2015
Estgot. Capitolo 78. La versione di Jessica (raccontata a Helena Waldemar)
Persino Jessica Burke-Roche, il cui tagliente sarcasmo era ben noto, diventava timida e quasi sottomessa di fronte all'autorevole presenza di lady Helena Waldemar, nobilis nata Richmond, e insignita del titolo di Reverenda Madre del Gran Maestro Venerabile degli Iniziati.
In verità quell'austera dama avrebbe fatto anche a meno di tutti quei titoli, specie l'ultimo, ma c'era una logica, dietro a quella ritualità quasi religiosa.
Lady Helena, donna forte, ieratica, ma nel contempo sobria e misurata, appariva agli occhi di tutti, compresa Jessica, come una Grande Sacerdotessa. E non era un caso se quell'algida aristocratica avesse suscitato, senza volerlo, con il suo solo aspetto, la spontanea venerazione di coloro che la vedevano come specie una Madonna in grado di dispensare miracoli.
All'inizio lady Helena aveva rifiutato quel tipo di attenzione, poi, come ripensandoci, aveva gradualmente accettato quel ruolo, fino ad arrivare a vestirsi di nero, come una vera Sacerdotessa di Rango Segreto.Persino gli Iniziati più potenti ammutolivano e tremavano di fronte a quella nobildonna che si diceva avesse ben tre Papi tra i suoi antenati, oltre che un centinaio di teste coronate.
Jessica aveva capito le motivazioni di Helena.
Erano molto più semplici di quello che si sarebbe potuto immaginare.
Non cerca il potere, né il prestigio: accetta questo gioco solo per proteggere suo figlio.
E una volta che questo le fu chiaro, dal momento che anche lei stava per diventare madre, non poté fare a meno di ammirarla e di schierarsi al suo fianco.
Come tutti i veri aristocratici, lady Helena era consapevole di dovere gran parte dei propri privilegi alla fortuna, mutevole più di ogni altra cosa, e per questo non solo evitava di ostentare il proprio status, ma cercava quasi di farselo "perdonare", con un atteggiamento ascetico, una propensione alla beneficenza e una particolare dedizione ai casi disperati.
Jessica capiva tutto questo e vedeva in quella nobildonna un esempio di come si doveva "stare al mondo". Fu così che quando lady Helena la convocò per un incontro privato nell'appartamento che condivideva col marito, Jessica si precipitò da lei, ansiosa di poter finalmente entrare nelle grazie di quella rispettabile nobildonna che, ormai ne era sicura, sarebbe diventata sua suocera.
<<Entra pure, Jessica. Sei stata gentile ad accogliere subito il mio invito.
Vedo che la gravidanza procede bene. Ho saputo che è una bambina.
Mio figlio ne è molto lieto. Guarda qui... è una foto che vi hanno scattato ieri. Finalmente mio figlio torna a sorridere>>
Jessica annuì:
<<Sì, è entusiasta del fatto che avremo una femmina. Io spero che assomigli a voi>>
La gran dama non si lasciava intenerire dalle lusinghe, ma non le rifiutava nemmeno: ci era ormai talmente abituata che non le notava quasi più.
<<Il mio parto fu difficile. Rischiai di morire. Mio figlio mi aveva come prosciugata di ogni risorsa vitale. E' così per tutti i nascituri Waldemar. Mia suocera, che non ho mai conosciuto, morì dando alla luce mio marito. Per questo non ho voluto avere altri figli>>
<<Mi dispiace, Reverenda Madre>>
Lei si schermì:
<<Oh, ma io mi preoccupo per te! Tu hai già passato fin troppi guai. Roman mi ha raccontato dell'incendio e della morte dei tuoi genitori adottivi. Una vera tragedia>>
<<Nel mio cuore nessuna croce manca, ma mia zia Isabel dice che mi lamento troppo>>
Lady Helena sollevò un sopracciglio:
<<Tu hai validi motivi per lamentarti. E chi non li vuole ascoltare mostra un egoismo che non mi piace affatto, tanto più se è una tua parente!>>
Jessica diede allora sfogo alla sua amarezza:
<<Isabel non mi ha mai accettata come nipote. E' legata solo a Joelle e a Glynis. E, naturalmente, a lady Margaret>>
Al solo sentir nominare l'anziana matriarca dei Burke-Roche, lady Helena si accigliò:
<<Lady Margaret! Non ho mai potuto sopportare quella vecchia strega nemmeno ai tempi in cui, a Londra, era la regina dei salotti e l'eminenza grigia della famiglia reale! Ha sempre cercato di manipolarci tutti, persino quando la credevamo morta! Ed ora le sue intromissioni stanno diventando intollerabili!>>
<<Cosa vi ha detto?>>
<<Vorrebbe che io sostenessi un'alleanza matrimoniale tra Roman e Jennifer, e quando io le ho fatto notare che la decisione spetta solo ed esclusivamente a mio figlio. e che non è mia abitudine immischiarmi nella sua vita sentimentale, lei ha osato rispondermi:
"Qui i sentimenti non c'entrano niente! E' una questione di potere. Non resisterai alla tentazione del potere, Helena. Ce l'hai nel sangue, Figlia dei Cento Re. Tu ed io siamo uguali, siamo i vertici delle due dinastie più importanti della storia. Le mie premonizioni dicono che molto presto tu diventerai come me">>
<<Mi dispiace, Reverenda Madre. Chiedo scusa a nome di tutta la famiglia Burke-Roche, anche se loro mi hanno rinnegata>>
Helena fece un gesto di diniego:
<<Tu sei una loro vittima esattamente quanto noi.
Del resto, ogni volo comincia sempre con una caduta e solo chi ha sofferto molto può aspirare alla vera grandezza>>
Jessica annuì vigorosamente:
<<Mi trovo in assoluta sintonia con le vostre parole, Reverenda Madre>>
Lady Helena le rivolse uno sguardo indagatore:
<<Oh, ma io non ho detto niente di speciale: è ovvio che certe cose le può capire solo chi le ha provate sulla propria pelle. Vedi, io ho sempre creduto che mio figlio, pur con tutti i suoi difetti, fosse destinato alla grandezza, e proprio per questo ero preparata all'idea che avrebbe dovuto affrontare molto dolore, molta paura e molta solitudine.
Ma tu, Jessica, come hai fatto ad affrontare la paura e la solitudine di questo luogo tetro, per così tanti anni?>>
<<Leggo molto. Leggo per legittima difesa. Leggere è un atto d'amore verso se stessi.
Mi tengo in contatto col mondo esterno per interposta persona, tramite i social media, quando la connessione regge. Non ho mai viaggiato, eppure conosco i luoghi del mondo come se ci fossi stata, perché li ho vissuti come riflesso della vita di chi documentava i suoi viaggi. Oggi con certi programmi puoi viaggiare e vedere senza spostarti. E' come se avessi l'intero universo nella mia mente. Certo non è facile, soltanto i più forti riescono a fare i conti con la solitudine. La maggioranza si annoia. Riempie la solitudine con chiunque e con qualsiasi cosa.
Io non mi sono mai annoiata. La noia indica una carenza di risorse interiori>>
<<Parli come mio figlio >> fece notare lady Helena, in tono neutro.
Jessica cercò di mantenere un atteggiamento umile:
<<Siamo molto simili, ma io devo farmi perdonare molte cose. All'inizio ho agito in maniera avventata e vorrei fare ammenda>>
<<E perché mai? Questa figlia l'avete concepita in due! Avevate bisogno l'uno dell'altra... e in un certo senso vi siete salvati a vicenda.
Io temevo che mio figlio, esiliato qui ad Estgot, potesse togliersi la vita, Una volta mi disse: Navigare necesse est, vivere non>>
<<Navigare è necessario, vivere no. Una citazione che Virginia ripeteva spesso>>
Lady Helena voleva arrivare proprio lì:
<<Sì, Virginia era una classicista. Un po' pedante, un po' saccente, un po' supponente, a volte, ma è innegabile che la sua cultura fosse immensa.
Roman si innamorò prima di tutto della sua personalità.
Mio figlio ha tanti difetti, ma non è un superficiale: si innamora solo delle donne dall'intelligenza brillante.
A proposito, ho saputo che tu sei una pro-pronipote di Wallis Simpson: io l'ho conosciuta, nei suoi ultimi anni e posso dire che tu hai qualcosa di lei, le assomigli sia nel fisico che nel carattere.>>
Jessica capì che l'accostamento a Wallis non era necessariamente un complimento e che quindi avrebbe dovuto cercare di volgerlo a suo favore:
<<Wallis aveva un'ironia molto caustica, ma brillante. E detestava l'ipocrisia di certi buonisti. Una volta disse: "Se siete stanchi di fare shopping vuol dire che frequentate i negozi sbagliati".
Lady Helena sorrise:
<<La tua trisavola era una donna di spirito. Certo faccio molta fatica a pensare che lady Margaret sia sua figlia, ma circolava la voce che Wallis avesse avuto una o più gravidanze segrete, quando era ancora in America. In ogni caso, lady Margaret la tradì, rivelandosi già da allora del tutto inaffidabile>>
<<Io non ho niente a che spartire con lady Margaret, né con Glynis, Isabel, Jennifer o Joelle.
La mia devozione va tutta e soltanto a vostro figlio e a voi, Reverenda Madre>> rispose Jessica, con un tono complice.
E qui lady Helena concluse il discorso con una frase pronunciata anni prima da un papa dimenticato e che era un piccolo capolavoro di diplomazia:
<<Ed io ne aspetterò, pur sempre amandoti, la prova>>
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