Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
venerdì 27 luglio 2012
Gothian. Capitolo 87. Marigold contro il senatore Fuscivarian
Da alcuni giorni, Marigold di Gothian, imperatrice dei Lathear, non faceva altro che pregare il suo illustre genitore, Atar, demone del fuoco segreto, perché le venisse in soccorso.
La situazione mi sta sfuggendo di mano.
Sephir Eclionner stava marciando su Lathena, massacrando gli abitanti di ogni città che attraversava, compiendo atti così orrendi e meschini da suscitare disgusto e sdegno anche tra i peggiori criminali.
Persino i demoni aborriscono Sephir, persino Eclion lo teme!
Quella scia di sangue avrebbe presto sommerso anche lei.
Continuava a pregare, ma il signore del fuoco non le dava risposte.
Un'ultima volta, ti supplico, aiutami, padre mio!
Bussarono alla porta:
<<Chi è? Sto pregando, non voglio essere distutbata!>>
Il primicerius sacri cubiculi, custode degli appartamenti imperiali, trovò il coraggio per rispondere:
<<Maestà, c'è il senatore Sibelius Fuscivarian. Dice che lo manda Sephir Eclionner...>>
L'imperatrice ebbe un sobbalzo.
Fuscivarian! L'anima nera del regime! Se Sephir l'ha liberato, è per mandarmi un avvertimento...
Cercò di dissimulare il suo terrore e impostò la voce in un tono freddo:
<<Fallo passare e lasciaci soli>>
Dopo pochi minuti, una sagoma nera e gobba entrò nella stanza.
Il senatore Fuscivarian era molto invecchiato, ed indossava il saio da monaco che gli era stato imposto proprio per volontà di Marigold, quando lo aveva esiliato a Marina del Campo.
Il senatore ammiccò ironicamente.
<<Vostra Maestà Imperiale, i miei omaggi...>>
Le parole erano concilianti, ma la voce era sarcastica e minacciosa.
Marigold fu percorsa da un brivido.
Quell'uomo ha ucciso la sua stessa figlia per motivi politici!
Mascherando il proprio sdegno, Marigold rimase composta e, seppure con disgusto, offrì la mano da baciare a quell'orribile vecchio.
<<Senatore Fuscivarian... non avrei mai immaginato di rivedervi ancora, soprattutto qui a Lathena. Come avete fatto a fuggire da Marina del Campo e ad arrivare fin qui?>>
Il vecchio ridacchiò:
<<La mia condanna è stata revocata per ordine del nuovo Primo Ministro, il mio amato genero Sephir Eclionner, trionfatore su vostro marito Elner XI>>
Bastarono quelle parole per far capire a Marigold che il Gioco del Trono era perduto.
Sephir ha vinto! E mi manda il suo rognoso cane da guardia...
Eppure tra i due non c'era mai stata amicizia.
<<Pensavo che foste in pessimi rapporti con vostro genero. Mi era parso che Sephir vi ritenesse responsabile di aver convinto suo padre a diseredarlo e di aver causato la morte della sua amata consorte, la princpessa Wensy, vostra figlia!>>
Per un attimo rimasero entrambi in silenzio.
Si voltarono a guardare il ritratto della defunta Wensy Fuscivarian Eclionner, principessa della Corona, moglie di Sephir e madre di Ellis e Masrek. Nessuno aveva mai osato spostarlo da lì.
<<Mia figlia Wensy stava per denunciarmi al capo dell'opposizione, Aralte Velares, il principe di Marina Sedovia. Gli voleva rivelare tutto! Sapeva che io avevo istigato il vecchio Wechtigar XVI a diseredare Sephir, e poi lo avevo avvelenato! Io avevo costretto Masrek alla fuga! Io avevo istigato Ellis ad avvelenare suo marito Elner X e a tenere recluso suo figlio Elner XI. Per questo, anche Wensy doveva morire! Se mi avesse denunciato, sarei stato condannato a morte per omicidio ed alto tradimento. Si trattava della mia vita contro la sua. Comunque, a spingerla materialmente giù da quella torre fu Ellis, non io!>>
Il vecchio doveva sentirsi molto sicuro di sé per ammettere di essere l'esecutore e il mandante di così tanti delitti.
Ellis ha spinto giù dalla torre la propria madre! E tutto per gelosia verso il fratello, e per sete di potere!
E quel vecchio malefico si vantava dei propri delitti!
<<Ma che razza di famiglia siete, voi Eclionner?>>
Il senatore ridacchiò:
<<Ma io non sono un Eclionner! Avete le idee confuse, Maestà...>>
Marigold era esasperata:
<<Per trecento anni gli Eclionner e i Fuscivarian si sono incrociati tra loro, creando questo abominio! L'incesto era la regola nelle vostre due famiglie! Non è iniziato con Ellis... vi siete sempre sposati tra di voi, sempre lo stesso maledetto sangue!>>
Fuscivarian sorrise:
<<E ve ne siete accorta solo ora? Povera Marigold... vi credevate tanto intelligente, tanto astuta, e siete caduta nella nostra trappola... volevamo dividervi dal Conte Fenrik, e ci siamo riusciti! Ora non contate più niente!>>
La Dama Gialla ripensò con nostalgia ai tempi in cui era stata Contessa di Gothian.
Credevo che Elner mi avrebbe amata e difesa... ho sbagliato tutto...
Cercò di non mostrare la propria rabbia:
<<Io almeno ho amato qualcuno, e non ho mai ucciso un mio parente. Se nonostante ciò dicono che sono perfida, allora voi che cosa siete?>>
Fuscivarian scrollò le spalle:
<<Sono il Presidente del Senato Imperiale!>>
E tornò a ridere con quel suo ghigno malefico.
Marigold sapeva che il vecchio aveva novantacinque anni:
<<Alla vostra età dovreste essere moribondo! Ma a quanto pare non vi vogliono nemmeno all'Inferno!>>
Il vecchio ebbe la risposta pronta:
<<Io ho quasi cent'anni, certo, ma voi, cara Marigold, ne avete più di mille, se non erro. Chi è dunque, tra noi due, quello che non è gradito neanche all'Inferno?>>
L'imperatrice non colse l'umorismo del senatore:
<<Veniamo al dunque, Fuscivarian! Cosa dovete dirmi?>>
Il vegliardo divenne serio e minaccioso:
<<In primo luogo che Sephir Eclionner ha il controllo militare dell'Impero. Per ora si accontenterà della carica di Primo Ministro, ma quando Elner sarà eliminato, Sephir vi sposerà e voi avrete il privilegio di generargli un erede maschio. Dopo di che troveremo il modo di togliervi di mezzo!>>
Gli occhi di Marigold pulsarono di pagliuzze infuocate:
<<Marvin non lo permetterà! E' lui il legittimo erede, l'unico che il Senato sarà disposto ad accettare!>>
Il senatore scosse il capo:
<<Ammesso che quel ragazzo arrivi fino a qui... per voi sarà comunque la fine! Marvin non vi vuole come moglie!>>
Marigold non si lasciò intimidire:
<<Lo convincerò! So essere molto persuasiva! Ho il potere del fuoco!>>
Fuscivarian ridacchiò:
<<Fate troppo affidamento sulle vostre arti di seduzione. Alienor di Alfarian è più giovane e più bella di voi! Avete fatto male a non ucciderla, quando ne avete avuto l'opportunità!>>
Era vero.
Un altro errore... ho sottovalutato quella ragazzina... ed ora anche lei cospira contro di me...
Con uno sguardo furente si rivolse al senatore, puntandogli addosso un dito artigliato:
<<Non illudetevi di poter cambiare il mio destino, Fuscivarian, o il vostro, o quello di chiunque altro si sia macchiato di sangue senza essersi pentito. Presto bruceremo all'Inferno: io, voi, Sephir... per sempre, lo capite? Per sempre... per sempre...>>
Era come impazzita. C'era quasi un singhiozzo in quell'ultima esclamazione. Nessuno l'aveva mai vista così sconvolta.
Il vecchio ne rimase turbato, perché sentiva in lei la voce di tutti i demoni dell'oltretomba:
<<Veramente pensate che non possiamo fare nulla per cambiare il nostro destino?>>
Marigold, si asciugò le lacrime e scrollò le spalle, come se si fosse liberata di un grande peso::
<<E perché dovremmo? La malvagità è nella nostra natura. Chi poteva pentirsi, e salvarsi, lo ha già fatto. Per noi è troppo tardi: o instaureremo l'Inferno su questa terra, o andremo a fare compagnia a tutti gli altri dannati della famiglia Eclionner! Forse troveremo interlocutori interessanti... in fondo, il Paradiso deve essere un posto piuttosto noioso, per gente come noi!>>
Fuscivarian capì che Marigold lo stava avvertendo: se lei fosse crollata, avrebbe trascinato tutti nel suo abisso di fuoco.
<<L'Inferno può attendere, Maestà! Se non ci ostacolerete, potremo permettervi di vegliare sulla Dinastia. Di più non posso promettervi!>>
Marigold non lo ascoltava nemmeno. Gli fece cenno di andarsene, e quando rimase sola, si guardò lungamente allo specchio, e per la prima volta in vita sua, provò vergogna di se stessa.
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