Aelfwine appariva molto giovane, ma non lo era. La sua longevità e apparente giovinezza erano dovute al sangue numenoreano di sua madre Lothiriel di Dol Amroth, una dama influente nella corte di Minas Tirith.
<<Il mondo è cambiato>> esordì Aelfwine <<e tutto ciò che un tempo era stabile, ora si rivela insicuro>>
Solo Legolas e Gimli ricordarono che un tempo il prozio di Aelfwine, re Theoden di Rohan, aveva pronunciato parole molto simili, anche se in un contesto completamente diverso.
Gli Elfi di tutte le grandi casate, Noldor, Sindar e Nandor (i Silvani), gli Uomini, sia i nativi di Endor, la Terra di Mezzo, sia discendenti dei Dùnedain della perduta Nùmenor.
Gli Elfi sono quasi tutti migrati ad Ovest. I Nani e gli Hobbit sono diminuiti di numero, e me ne dispiace, perché mi ritengo un loro sincero amico alleato.
Da alcune generazioni nessun uomo ha più avvistato un Ent, e questo non è un buon segno.
Così come mi preoccupa il fatto che tra i Beorniani metaforfi e gli animali che un tempo comunicavano alla pari con noi e ci aiutavano, come le grandi Aquile, ora ci sfuggono, e solo il saggio Radagast riesce ancora a comunicare con loro.
Mentre non è affatto certo che gli Orchi, i Mannari, i grandi Ragni o i Draghi si possano ritenere estinti: forse hanno solo mutato forma.
Questo è ciò che accade all'interno della Terra di Mezzo, ma i regni di confine, come quello di Rohan, sono consapevoli che esistono cambiamenti anche all'esterno, che comportano minacce molto pericolose.
Le orde immense degli Esterling di Rhun premono sui nostri confini orientali, così come le popolazioni dell'Harad si accalcano ai nostri confini meridionali. Sono un numero incalcolabile, e di certo infinitamente superiore a quanti siamo noi. Ecco spiegato il motivo per cui la nostra civiltà rischia di estinguersi e di crollare sia per le nostre divisioni interne che per la pressione dei Barbari dall'esterno>>
Quello che Aelfwine aveva detto non era una novità, ma era il modo in cui lo aveva detto che poneva alcune questioni di fondo, a partire dal concetto di civiltà e di barbarie.
<<Nella Quarta Era, il nemico appare più prosaico: non ha più la natura assolutamente malvagia o l'aspetto ripugnante. Non è un nemico con la N maiuscola. Si tratta di uomini che minacciano ciò che ci è più caro e sacro. Li combattiamo non perché noi siamo "i buoni" e loro "i cattivi", ma perché noi dobbiamo, possiamo e vogliamo difendere noi stessi, le nostre famiglie, i nostri popoli, la nostra terra, la nostra tradizione.
Per questo il mio appello a tutti i membri di questo sommo Consiglio è di non combattersi tra loro, ma di unirsi contro il comune nemico, così come ha giustamente suggerito l'Alto Re di Arnor e Gondor, il nostro sovrano Eldarion, di cui mi onoro di essere amico d'infanzia>>
Era stato un discorso efficace ed elogiativo per tutti, specie per l'esaltazione di ciò che era stata la Terra di Mezzo nel "buon tempo antico", (anche se, a dire il vero, era stata così soltanto nei racconti degli eroi e dei protagonisti) e ottenne l'effetto di placare di animi che prima di erano contrapposti.
l'Alto Re Eldarion colse questa occasione al volo:
Attorno all'Impero di Rhun ci sono molti regni ad esso alleati, che ne moltiplicano la forza.
La loro popolazione è in rapido aumento e ha bisogno di nuove terre e nuove risorse. Se noi non sapremo difendere le nostre, se le prenderanno, in un modo o nell'altro>>
La concisione era una dote di Alatar e rendeva efficaci i suoi interventi, ma questo non era l'unico motivò della brevità del suo discorso.
<<E' una grande minaccia per la pace tra i popoli e la libertà di ogni singolo popolo, ma credo che la minaccia costituita dagli Haradirm sia ancora maggiore, come può spiegarci il sapiente Pallando, capo del mio Ordine>>
Quest'ultimo si sollevò lentamente, con aria grave e solenne.
<<Ebbene sì, miei cari amici della Terra di Mezzo: la pace e la libertà dei vostri popoli e delle vostre comunità è in pericolo ed è mio compito, quale superiore dell'Ordine degli Istari, avvertire coloro che stanno per essere aggrediti ed aiutarli a fronteggiare l'aggressione.
Sarebbe un errore fatale, per la Terra di Mezzo, che i suoi popoli si mettessero a guerreggiare tra loro quando ai suoi confini esistono minacce di estrema pericolosità.
In particolare il pericolo viene dall'Harad, dove è sorta una alleanza tra diversi regni e poteri avente come obiettivo principale quello di conquistare il regno di Gondor, di annientarne la tradizione e soggiogarne la popolazione.
Naturalmente le decisioni finali spettano al Re, ma il mio consiglio è quello di trovare il prima possibile un accordo in seno a questa assemblea, perché l'alleanza degli Haradrim è pronta a colpire in modo subdolo.
Hanno infiltrato molte spie nella Terra di Mezzo e dunque il pericolo è già in mezzo a noi.
I miei poteri sono al vostro servizio per identificare tutti coloro che sono potenzialmente ostili prima che mettano in atto i loro piani.
Tutto questo, come suggeriscono le loro Maestà, Eldarion di Gondor ed Aelfwine di Rohan, può essere sconfitto soltanto tramite una grande alleanza comune di tutti i popoli della Terra di Mezzo, in cui ciascuno faccia la sua parte, superando le attuali divisioni.
Occorre ritornare a quello spirito di unità che ci fu nei tempi passati, nei Grandi Anni alla fine della Terza Era.
Ora è giunto il momento in cui anche nella Quarta Era la Terra di Mezzo lotti unita per la propria sopravvivenza: anche noi avremo i nostri Grandi Anni!>>