Horemab si complimentò con Amasis
per il successo della missione:
«Hai agito con una saggezza superiore alla tua età. E questo ti fa onore. Del resto sei un egiziano, come me! Domani vieni nel mio studio: voglio capire quali sono le tue idee in politica»
«Hai agito con una saggezza superiore alla tua età. E questo ti fa onore. Del resto sei un egiziano, come me! Domani vieni nel mio studio: voglio capire quali sono le tue idee in politica»
Il giorno successivo, nello studio
del Primo Consigliere Horemab, Amasis trovò anche la regina Indis.
Nonostante i suoi quarantadue
anni, anche Indis, come la sua rivale Pasifae, sembrava ancora una ventenne:
era snella, sempre truccata e acconciata in modo impeccabile, secondo lo stile
delle regine egizie, a cui assomigliava nei suoi tratti mediterranei e
orientaleggianti, negli occhi e capelli corvini e nell’incarnato olivastro,
solo parzialmente schiarito dalle pomate, dalla cipria e dall’abitudine di
stare all’ombra.
Seguiva la moda egizia anche
nell’abbigliamento, e ostentava sempre gioielli e monili d’oro, incastonati di
gemme, vesti fantasiose di seta chiara splendente, decorata con brillanti e
unita ad altri tessuti pregiati.
Pasifae una volta aveva commentato
questo sfarzo con la sua consueta ironia:
«Si addobba come la statua della Dea Madre, perché crede di compensare con i vestiti ed i gioielli il fatto che conta sempre di meno e che non si concede amanti»
«Si addobba come la statua della Dea Madre, perché crede di compensare con i vestiti ed i gioielli il fatto che conta sempre di meno e che non si concede amanti»
La sobrietà occidentale di Pasifae
puntava tutto sulla naturale bellezza del suo corpo e del suo viso, a cui
riservava una cura estrema: «Tutto il resto sono orpelli di cui una donna
attraente e sicura di sé non ha bisogno»
Amasis si trovava affascinato da
entrambe le regine, che anche nel loro aspetto in realtà comunicavano la loro
convinzione politica: Indis la sua affinità con l’Oriente e con il Sud, sia
come modello di governo che come alleanze diplomatiche e commerciali, Pasifae
con l’Occidente e con il Nord, per quanto la Colchide fosse posta al crocevia
tra i vari mondi e ne mescolasse le influenze.
«Allora Amasis» incominciò Horemab
«ho appena raccontato a sua maestà Indis il tuo piccolo capolavoro di
diplomazia»
«Veramente notevole» commentò
Indis sistemandosi un prezioso diadema nei capelli.
«Siete troppo generosa maestà… io
ho solo fatto da messaggero»
«Sarebbe più esatto dire da
mediatore» precisò Horemab.
«Abbiamo avuto modo più volte di
apprezzare questa tua dote» disse Indis «Che certamente è innata nel grande
popolo egizio» e sorrise a Horemab, che fece un breve inchino di
ringraziamento.
«Ora noi vorremmo che tu ci
esponessi il tuo pensiero sulla politica del regno» disse il Primo Consigliere.
«E senza ostentazioni di umiltà»
puntualizzò Indis «Sappiamo che sei stato educato bene alla scuola di Edelmas,
e che non ti mancano le cognizioni né l’intelligenza per esprimere un giudizio»
Amasis annuì:
«Io credo che l’Impero di Creta si sia sovraesposto militarmente, investendo troppe risorse nei presidi dell’Ellade, che sono stati troppo frammentati tra le singole città, il che li rende molto vulnerabili. Se gli Achei decidessero un giorno di ribellarsi a noi, potrebbero farlo con molta facilità. La regina Pasifae si fida troppo delle alleanze matrimoniali: sono un’arma a doppio taglio, perché offrono ai sovrani achei delle pretese ereditarie nei nostri confronti»
«Io credo che l’Impero di Creta si sia sovraesposto militarmente, investendo troppe risorse nei presidi dell’Ellade, che sono stati troppo frammentati tra le singole città, il che li rende molto vulnerabili. Se gli Achei decidessero un giorno di ribellarsi a noi, potrebbero farlo con molta facilità. La regina Pasifae si fida troppo delle alleanze matrimoniali: sono un’arma a doppio taglio, perché offrono ai sovrani achei delle pretese ereditarie nei nostri confronti»
«Eccellente!» esclamò Horemab e
Indis annuì, con un accenno di sorriso.
«Pasifae dice però che gli affari
che i nostri mercanti hanno concluso con gli Achei ci hanno permesso di risanare
le nostre finanze» osservò Horemab.
«Tu come risponderesti a questa
obiezione?» volle sapere Indis.
«Se avessimo concentrato la nostra
presenza militare in Fenicia avremmo guadagnato dieci volte tanto!» rispose
Amasis.
«Ottimo!» lo elogiò il Primo
Consigliere «E riguardo alla politica interna?»
«L’equilibrio su cui Creta si è retta per secoli si basava
su un patto paritario tra la monarchia, l’aristocrazia militare, il clero, la
burocrazia di Palazzo e i mercanti.
Da quando però Pasifae è co-reggente, il potere dei mercanti
è aumentato in modo abnorme, come anche il numero degli schiavi. Inoltre la
Guardia reale sta diventando un potere autonomo, in grado di condizionare la
successione al trono e le vicende della monarchia. Tutti questi cambiamenti mettono
a repentaglio l’equilibrio secolare dell’Impero»
Horemab annuì vigorosamente e
Indis sorrise compiaciuta.
«Vedo con gioia che condividi
pienamente le idee del partito che fa capo a sua maestà Indis, a cui va la mia
fedeltà personale» disse il Primo Consigliere «Da domani ti voglio al mio
fianco, nel cuore dell’amministrazione del regno. Tu mi osserverai e imparerai
da me quello che è necessario per diventare sempre più influente nel Consiglio
degli Scribi, dove abbiamo ancora la maggioranza»
«Nelle nostre intenzioni»
intervenne Indis «tu diventerai il nostro candidato alla successione di Horemab
contro le mire di Taron, l’amante di Pasifae»
«Maestà, io non so come…»
«Oh, non devi ringraziarci. Noi
facciamo solo gli interessi del nostro Impero» lo interruppe Indis «Sotterriamo
dunque l’ascia di guerra che ci ha inutilmente opposto fino ad oggi. Noi ti
chiediamo solo un’assoluta fedeltà nei nostri confronti»
Amasis annuì.
Indis allora lo prese sottobraccio
e gli sussurrò a bassa voce:
«Edelmas mi ha assicurato che Catreus ormai è infatuato da nuovi favoriti, belli, ma sciocchi. Né il re né quei ragazzotti ti daranno alcun fastidio, di questo mi faccio garante. D’ora in avanti tu sei mio!»
E accentuò quel “mio” in modo particolare.
«Edelmas mi ha assicurato che Catreus ormai è infatuato da nuovi favoriti, belli, ma sciocchi. Né il re né quei ragazzotti ti daranno alcun fastidio, di questo mi faccio garante. D’ora in avanti tu sei mio!»
E accentuò quel “mio” in modo particolare.
«Mio in tutti i sensi. E’ tempo
che, almeno in questo, io segua l’esempio di Pasifae, ora che la mia età non
più fertile mi esonera dal fastidio di quelle odiose pozioni» gli sorrise, per
la prima volta in maniera complice «Ah, un’ultima cosa. Ho capito cosa provi
per mia figlia Afrosina, e credo che tu sia ricambiato. Ma tra voi potrà
esserci solo una fraterna amicizia. Se dovesse scoppiare uno scandalo, la tua
graziosa testa assaggerà il metallo dell’ascia bipenne. Credo di essere stata
sufficientemente chiara!»
Amasis annuì.
Ancora una volta il suo destino era stato deciso da altri.
La sorte lo innalzava ai vertici del potere e della dinastia, ma gli chiedeva
il supremo sacrificio: rinunciare al vero amore: “In fondo, rimango sempre uno
schiavo”
Indis si congedò dal Primo Consigliere Horemab e tornò a
rivolgersi ad Amasis: «Se ora mi vuoi seguire, potrai renderti conto
personalmente che gli appartamenti privati della regina sono molto più
accoglienti di quelli del re»