giovedì 17 ottobre 2013

La dittatura della banche distrugge il mercato immobiliare e il ceto medio



La crisi economico-finanziaria iniziata nel 2008 e non ancora conclusa è stata causata dalle grandi banche statunitensi (che avevano concesso mutui senza adeguate garanzie) ed ha rapidamente contagiato le banche di tutto il mondo. Tra il 2008 e il 2010 gli stati sovrani e le istituzioni internazionali si sono indebitati fino al collo per risanare le banche. A quel punto però le banche si sono accorte che i debiti pubblici degli stati sovrani rischiavano di essere insostenibili e da quel momento hanno cercato in tutti i modi di sbarazzarsi dei titoli pubblici che detenevano in cassaforte. Questo in estrema sintesi.
Ora, per evitare che questo discorso sia troppo generico, vorrei circoscrivere l'argomento sia dal punto di vista geografico, concentrandomi sull'Unione Monetaria Europea (o Eurozona), sia dal punto di vista delle conseguenze che il risanamento delle banche ha avuto a discapito del mercato immobiliare e del ceto medio dei piccoli proprietari di immobili.
Nell'Eurozona la preoccupazione principale è stata quella di salvare le banche che avevano acquistato titoli pubblici di paesi che mostravano un rischio di insolvenza, in primo luogo la Grecia.
Ora, normalmente, chi compra un titolo pubblico, se ne deve assumere il rischio.
Quindi le banche tedesche, francesi e spagnole che detenevano titoli greci avrebbero dovuto pagare di tasca propria per i loro errori di investimento. Invece cos'è successo? Si sono creati dei fondi europei per salvare le banche esposte. E con quali soldi sono state salvate queste banche? Con i soldi dei contribuenti dei vari paesi dell'Eurozona, in particolare di quelli con un elevato debito pubblico.
Le banche hanno sbagliato, ma a pagare sono stati i cittadini. 



In Italia poi è avvenuto qualcosa di ancor più grave.
La maggior parte della tassazione, da noi, ha colpito la proprietà immobiliare.
Un'alleanza tra i banchieri massoni, tecnocrati conniventi e alcuni partiti politici (PD, SEL, Scelta Civica e UDC) ha deciso che per salvare le banche bisognava tassare le case.
I favori alle banche si sono uniti all'odio di classe, creando una mostruosità.



Tassando la proprietà immobiliare, i banchieri, i tecnocrati ed i politici conniventi hanno ucciso il mercato immobiliare italiano e distrutto gran parte dei risparmi del ceto medio, che ha subito un danno incalcolabile.
Che si chiami IMU o che si chiami TRISE o TASI o altre sigle, il significato non cambia: la ricchezza finanziaria si è salvata mandando in rovina chi aveva investito i propri risparmi in immobili.
Oltre alla palese ingiustizia secondo cui la tassa patrimoniale viene applicata solo ai proprietari di immobili e non a quelli di capitali finanziari, c'è il fatto che questa imposta è molto onerosa e non è commisurata al reddito: pertanto colpisce soprattutto le famiglie di pensionati con a carico familiari disoccupati.