lunedì 25 maggio 2015

L'antica Via Emilia di epoca romana riemerge negli scavi nel centro di Bologna

Bologna, spunta la via Emilia romana ma "sarà sepolta per altri duemila anni"

I lavori in Via Rizzoli, a due passi dal centro, hanno riportato alla luce la pavimentazione romana dell'antica Via Emilia, che si è conservata intatta nei millenni.
C'è poco da dire: i Romani le cose le sapevano fare molto bene!!!

Bologna, spunta la via Emilia romana ma "sarà sepolta per altri duemila anni"

Bologna, spunta la via Emilia romana ma "sarà sepolta per altri duemila anni"

Bologna, spunta la via Emilia romana ma "sarà sepolta per altri duemila anni"

Bologna, spunta la via Emilia romana ma "sarà sepolta per altri duemila anni"

Bologna, spunta la via Emilia romana ma "sarà sepolta per altri duemila anni"

Purtroppo, però, per esigenze di traffico e circolazione, l'antica pavimentazione è stata ricoperta di nuovo, avendo comunque cura di conservare al meglio la pavimentazione romana, che continuerà ad esistere per altri millenni.

Bologna, spunta la via Emilia romana ma "sarà sepolta per altri duemila anni"

Estgot. Capitolo 83. Urbanistica, storia e geografia della città di Estgot



Da uno dei terrazzi più altri della roccaforte di Sleepy Providence, il governatore Roman Waldemar osservava la città di Estgot, di cui solo finalmente era stata incominciata l'opera di restauro.
Estgot era il capoluogo dell'omonima provincia (in lingua locale "Oblast") che si estendeva dai monti Carpazi a ovest (al confine con la Transilvania) e la pianura dell'Ucraina a est.



Estgot si poteva infatti suddividere in due parti principali, la Città Vecchia, che si trovava ai piedi della rocca di Sleepy Providence, e la Città Nuova, che era stata costruita nel XX secolo nelle zone pianeggianti.

La Città Vecchia era stata fondata nel Medioevo dall'Ordine Teutonico, come colonia tedesca di presidio dei confini della Transilvania, all'epoca in cui si trovava sotto il dominio del regno d'Ungheria.

Il nome originario era Westgoten Burg: la roccaforte dei Visigoti. 

L'evoluzione del nome era stata lineare: Westgoten era diventata Estgot.



Il fiume che scorreva immediatamente sotto la Città Vecchia era il Prut, un affluente del Danubio, che sorgeva presso la catena montuosa dei Carpazi.



La Città Vecchia si era sviluppata lungo la Valle del Prut, fino al suo sbocco nella Grande Pianura.





La Città Nuova era sorta nella zona pianeggiante a nord del Prut, compresa tra due suoi affluenti, il Kosachivka a nord e il Mlynovka a sud.



L'espansione urbanistica era avvenuta soprattutto tra il XIX e il XX secolo.
Prima della costruzione della Città Nuova, la zona compresa tra i tre fiumi di cui si è detto, era paludosa e costituiva una sorta di grande acquitrino.
Per questo era stata necessaria un'opera di bonifica attraverso canalizzazioni e idrovore.
I lavori erano incominciati già a fine '700 ed erano continuati per tutto il secolo successivo e anche oltre, per iniziativa dei funzionari dell'Impero Austro-Ungarico.



Tali funzionari erano tutti imparentati con la famiglia Dracu.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, quelle zone erano passate sotto il controllo dell'Impero Britannico, che ne aveva fatto una base di comando nella guerra per contrastare l'espansione dell'Unione Sovietica.
Questa situazione si era protratta per decenni.
Tutti i governatori britannici di Estgot appartenevano alla famiglia Burke-Roche, che dunque era subentrata ai Dracu, i suoi eterni rivali.

I Burke-Roche avevano ereditato una situazione già plasmata.

Nella zona dove erano avvenute le bonifiche, era rimasto un piccolo lago, attorno al quale erano stati costruiti dei centri residenziali e in epoca più recente anche un grattacielo, che sarebbe dovuto diventare il nuovo centro amministrativo di tutta la provincia.


La popolazione di Estgot contava all'incirca 60.000 anime, di varie nazionalità: ucraina, rumena, slovacca, polacca, tedesca e yiddisch, oltre alla minoranza anglofona che discendeva dai colonizzatori.
C'era stato un tempo in cui la città era arrivata oltre i 400.000 abitanti, ma questo era stato prima della guerra tra l'Unione Occidentale e la Federazione Orientale per spartirsi i territori dell'Ucraina.
I combattimenti erano durati per sette anni, dal 2008 al 2015, quando la vittoria dell'Unione Occidentale aveva spostato il fronte più a est, verso la zona del Donbass.
La guerra  aveva duramente segnato la città e gli anni di abbandono e il malgoverno del ministro Kaiserring e del tesoriere Ulienko aveva fatto il resto.

Waldemar ne era consapevole.
Dopo la caduta del ministro Kaiserring e del tesoriere Ulienko, voluta proprio da Waldemar, finalmente l'Unione Occidentale aveva sbloccato i fondi per la ricostruzione post-bellica.

Questa consapevolezza era importante.
Mi hanno consegnato una città in rovina, ma io la farò risorgere. Ridarò ai cittadini di Estgot una vita migliore: nuove case, nuove strade, piazze, parchi, centri commerciali, luoghi di svago e di divertimento. Questa gente ha sofferto troppo: merita che qualcuno le ridoni la vita e la speranza.

Aveva lavorato sul nuovo Piano Regolatore urbanistico per molti giorni, insieme al suo braccio destro, l'iniziato Ivan Kaspar, che già si era occupato, in qualità di ingegnere, del restauro di Sleepy Providence.

Il progetto che Kaspar aveva presentato a Waldemar era piuttosto avveniristico, anche se i casermoni in stile sovietico che si trovavano sullo sfondo ricordavano fin troppo il periodo in cui la città era stata sotto il controllo della Federazione Orientale.



Waldemar era soddisfatto del lavoro di Kaspar.
Più volte, mentre osservavano la carta topografica, era emerso anche il discorso dei Varchi.
Kaspar riteneva molto probabile che uno dei Varchi si trovasse proprio nei dintorni della Città Nuova.
Questa convinzione si basava sul fatto che la conformazione urbanistica di Estgot potesse essere interpretata secondo una chiave simbolica.
I fondatori della Città Nuova, ai tempi in cui questa terra era sotto il controllo dell'Impero Austro-Ungarico, sapevano qualcosa che hanno preferito nascondere dietro una foresta di simboli.


Waldemar si sentiva finalmente pieno di forze e determinato ad agire.

Da domani andrò personalmente a sovrintendere i lavori. Sarà interessante perlustrare i luoghi dove potrebbe nascondersi uno dei Varchi.
Era consapevole, tuttavia, che prima di intraprendere una ricerca, doveva evocare Atar per concludere un accordo e ottenere le informazioni indispensabili per conoscere la collocazione dei Varchi.
E così prese la decisione.
Prima di mettermi a dormire, assumerò una quantità supplementare di Acqua della Vita, che mi permetterà di stabilire un contatto con Atar e siglare un Patto con lui e con gli altri Immortali che offriranno il loro sostegno all'impresa.