Il personaggio di re Artù è prima di tutto letterario. Viene citato per la prima volta nella letteratura gallese, in un antico poema in questa lingua, Y Gododdin (circa 594) del bardo Aneirin (535-600) e in alcuni poemi del bardo Taliesin, che sono presumibilmente dello stesso periodo. In Preiddeu Annwn ("I Tesori di Annwn"), viene citato "il valore di Artù" e si afferma che "noi partimmo con Artù nei suoi splendidi regni". Nel poema Viaggio a Deganwy, c'è il passaggio "come alla battaglia di Badon con Artù, il capo che organizza banchetti, con le sue grandi lame rosse dalla battaglia che tutti gli uomini possono ricordare"
Due secoli dopo alla prime citazioni letterarie, il nome di Artù è attestato anche come personaggio storico, nell'Historia Brittonum, dell monaco gallese Nennio, che scrisse questo compendio dell'antica storia del suo paese nell'anno 830 circa. Nuovamente, quest'opera ci descrive Artù come un "comandante di battaglie" (dux bellorum), piuttosto che come un re. Due fonti distinte all'interno di questo scritto ricordano almeno 12 battaglie in cui avrebbe combattuto, culminando con la battaglia del Monte Badon, dove si dice abbia ucciso, da solo/con una sola mano, addirittura 960 nemici Sassoni.
Secondo gli Annales Cambriae, Artù sarebbe stato ucciso durante la battaglia di Camlann nel 537.
Appare inoltre in numerose vitae di santi del VI secolo, ad esempio la vita di san Illtud, dove si dice che Artù fosse un cugino di quell'uomo di chiesa. Secondo la Vita di San Gildas (morto intorno all'anno 570), opera scritta nel XI secolo da Caradoc di Llancarfan, Artù uccise Hueil, fratello di Gildas, un pirata dell'isola di Man.
La prima grande popolarizzazione della leggenda di re Artù fu il romanzo di Goffredo di Monmouth Historia Regum Britanniae, un equivalente medievale di best-seller che aiutò a riportare l'attenzione di altri scrittori. La data dell'Historia è determinata tra il 1133 e il 1138. L'opera consiste in una compilazione romanzesca di amori, magie ed avventure e venne liberamente tradotta in versi francesi un ventennio più tardi in Francia nelRoman de Brut dal poeta normanno chiamato Maistre Wace. Da qui ebbe inizio il cosiddetto Ciclo bretone o Materia di Britannia, cioè un insieme di poemi e romanzi cavallereschi, tra i cui principali autori vanno ricordati Chretien de Troyes e Robert de Boron.
Nel Merlin di Robert de Boron, successivamente ripreso e continuato da Thomas Malory, re Artù ottiene il trono estraendo una spada da una roccia. Nel racconto estrarre la spada è possibile solo a colui che è "il vero re", inteso come il figlio e l'erede di Uther Pendragon. La spada del racconto è presumibilmente la famosa Excalibur. Secondo versioni successive, però, Excalibur viene donata a re Artù dalla Dama del Lago dopo che Artù è già re (Artù ottiene la spada prendendola dalla mano della Dama che esce fuori da un lago e gli porge l'Excalibur).
Già la presenza di queste due distinte versioni richiede, prima di entrare nel merito delle opere letterarie successive in cui si parla di Artù, fare una ricerca di tipo storico, chiedendosi se è mai veramente esistito un personaggio riconducibile all'Artù delle leggende e delle antiche cronache.
Di questo parlerò nel prossimo post sull'argomento arturiano.