Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
martedì 3 luglio 2012
Gothian. Capitolo 80. Alienor, Lilieth e i Pirati della Palude
La Palus Putredinis si estendeva a perdita d'occhio davanti a loro.
Alienor provava già un senso di nausea. Lilieth rimaneva impassibile.
Al contrario il Pirata era entusiasta di poter finalmente rimettere piedi su qualcosa che almeno lontanamente potesse ricordargli una nave.
Il massimo che i suoi uomini erano riusciti a procurargli era una vecchia bagnarola tutt'altro che rassicurante.
Le rovine dell'antico porto, nel punto dove il fiume Lathe entrava nella palude, erano ormai in uno stato di completa disgregazione. La decadenza dell'Impero latherar si poteva notare da mille particolari, ma lì, in quel punto, tutto era decadenza e marciume.
Alienor non se ne meravigliava.
Mille anni di governo degli Eclionner hanno fatto penetrare il marcio fin nel cuore della terra.
Una creatura alata di enormi dimensioni roteava sulla Palus Putredinis .
<<E' un rettile. Ma potete stare tranquille mie signore>> disse Vyghar <<non è un drago, non sputa fuoco e anzi in genere ha paura del fuoco. E' una delle creature che dipendono da Ursula, la signora delle paludi>>
Vapori mefitici si alzavano dalle acque, e luci verdi rotevano intorno ai cespugli.
<<Quelle lucciole verdi sono gli occhi di Ursula. Si dice che la demonessa riesca a vedere attraverso di loro. Quindi, speriamo di essere nelle sue grazie!>>
Alienor sgranò gli occhi:
<<Come sarebbe a dire "speriamo"? Se questa Ursula ci è ostile, non ne usciremo vivi!>>
Vyghar le rivolse il solito sguardo di superiorità:
<<Avete con voi uno dei più esperti navigatori del Continente, nonché grande guerriero e uccisore di mostri e quindi non capisco...>>
<<Ma smettila!>> tagliò corto Lilieth dandogli un buffetto su una spalla <<non c'è bisogno che ogni volta che c'è una pozzanghera tu ci ricordi le tue prodezze nei Sette Mari. Le abbiamo ben presenti!>>
L'allusione allo sterminio dei marinai della "Dolce Ellis" e del rapimento di Alienor, rese subito il Pirata molto più conciliante:
<<Ebbene, mia cara Lilieth, ti dimostrerò che quello che dico non è una vanteria! Vedrai! Ora, tutti a bordo!>>
La nave salpò dal piccolo molo e si perse nella nebbia.
Quella nebbia era tanto fitta che, unita alla vegetazione folta e intricata, impediva di capire se fosse giorno o notte.
Alienor vedeva quei luoghi come il correlativo oggettivo della sua vita.
Questo non un luogo, è il mio stato d'animo!
Una profonda tristezza si impadronì di lei, un senso di noia sia per la fuga che per la vita.
Pregò allora la sua dea, Aenor, signora della Luce.
Mia signora e protettrice, dammi una ragione per vivere...
E mentre lei chiuse gli occhi le apparve un giovane uomo, che rispondeva a tutte le caratteristiche di Marvin Eclionner-Vorkidian.
La dea le rivolse queste parole:
"Un giorno vi incontrerete. Ma per poterlo conoscere, devi vivere, e portare a termine la tua missione"
Alienor si sentì risollevata.
Forse, se sopravvivrò a tutti i pericoli di questo viaggio, e se lui sopravvivrà a tutti i pericoli di del suo, allora potremo sperare in una qualche felicità.
In nome di quella speranza, Alienor decise di farsi forza, e di sopportare con pazienza tutte le sofferenze che la sorte le aveva riservato.
Ricordò la frase del brindisi di capodanno nella villa di Lady Ariellyn, in lingua keltari:
Le temps viendra...
N.d.A.
L'immagine delle rovine del porto è quella delle rovine di Osgiliath ne "Il signore degli anelli" di J.R.R.Tolkien.
Il nome Ursula è ispirato dalla "cattiva" piovra de "La sirenetta" di W. Disney.
"Le temps viendra" è il titolo di un romanzo incentrato sul personaggio di Anna Bolena.
La lingua keltari moderna aristocratica e letteraria è il francese. Le altre lingue dei Keltar sono simili a quelle del gruppo celtico, di quello gallo-romanzo e di quello dei dialetti gallo-italici.
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Quando c'è in serbo una ricompensa diventa tutto più sopportabile.
RispondiEliminaMarcella
Eh sì, ci vuole un movente... senza un movente non si vive...
EliminaBelissimo anche questo capitolo!
RispondiEliminaLa descrizione della palude, la schermaglia tra il pirata e lilieth ed infine Alienor che trova la forza di andare avanti dopo aver avuto la visione di MArvin, non manca proprio niente! ^^
Come sempre riesci a dare dei luoghi che ti immagini una descrizione così vivida che sembra di esserci, credo che questo sia uno dei punti di forza del tuo romanzo, complimenti! :)
Grazie!!! Mi ha molto piacere quello che hai scritto! Riguardo alle descrizioni si sono uniti da un lato il mio amore per i paesaggi naturali di ogni genere e l'esempio dei miei due punti di riferimento principali in ambito fantasy, Tolkien e Martin.
EliminaGrazie ancora!
;-)
e basta S mi riba sempre le parole, ma perchè arrivo sempre dopo?
EliminaBravissimo! Quesnto non lo ha detto hehehe!
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Eh eh, grazie!!! Fa sempre bene sentirsi dire "bravissimo" ;-)))
EliminaConcordo anch'io con il commento di S, hai un dono straordinario nel rendere reali i luoghi, sembra davvero di essere immerse nel romanzo!
RispondiEliminaAlessia
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Ti ringrazio!!!
Elimina;-)
Mi sembra di esserci immersa, in questi luoghi, ottima descrizione ma soprattutto: "Questo non un luogo, è il mio stato d'animo!" Bellissima..quante volte me lo sono detto anch'io. E anche questo è un capitolo che, si vede, hai vissuto anche in prima persona.
RispondiEliminaPer la descrizione in parte mi sono ispirato ad un racconto di Edgar Allan Poe, "Il crollo di casa Usher", uno dei miei preferiti. E ricordo che quando lo lessi per la prima volta pensai la frase "Questo non è un luogo, è uno stato d'animo". Lo stesso vale anche per molte poesie del primo Montale, ma anche per alcune opere di Eliot, insomma è la traduzione del concetto di correlativo oggettivo. Si descrive un ambiente fisico che rappresenta le condizioni interiori del narratore o del poeta. Sì, ho vissuto e vivo di persona questo stato d'animo: la nebbia, perché non so esattamente dove sono né dove sto andando; la palude, perché mi sento invischiato in una situazione di stasi, di inerzia forzata, ma anche di avvilimento, di decadenza; le sabbie mobili, perché a volte mi sembra di sprofondare e a volte capisco che è tutta la mia generazione che sta sprofondando, tutto il paese, tutta l'Europa... stiamo sprofondando, e non c'è nessuno che riesca a tirarci fuori; e infine il senso di putrefazione che indica la corruzione, la famosa frase "C'è del marcio in Danimarca", che Amleto afferma e che è diventata una proverbio. Una palude vuol dire tante cose...
EliminaGrazie per il commento! Presto tornerò anch'io a leggere e commentare il tuo blog, che mi manca molto! Ma purtroppo lo studio di questi giorni è massacrante, perché il primo test si è rivelato molto più difficile del previsto, io l'ho passato, ma con un voto non esaltante, per cui non so come andrà a finire questa farsa, è chiaro che, se su 350 persone lo passano solo in 4, vuol dire che non c'è intenzione, da parte del ministero, di avviare veramente il tirocinio di abilitazione.
Insomma, sono proprio nel mezzo della palude!
;-)
Ma non preoccuparti del mio blog! E' una piccola palude anche lui,ormai! :) Complimentissimi per aver passato il test, è sempre frustrante vedere però che nonostante l'impegno, la buona volontà e la passione, cose più grandi di noi ci ostacolino. Spero per te che tutto finirà nel migliore dei modi, per ora di nuovo complimenti e in bocca al lupo per tutto il resto che seguirà!
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