Dopo quattro giorni di viaggio, avevano deciso di sostare in una residenza appartenente ad un loro alleato.
La scorta al loro seguito si accampò nei dintorni.
Dopo aver cenato con i proprietari del maniero, Alienor e Lilieth si erano ritirate nell'appartamento che era stato loro assegnato e avevano incominciato a parlare e a farsi reciproche confidenze.
Alienor considerava ormai Lilieth come una madre e questo aveva reso l'erede dei Vorkidian più disponibile alle confessioni.
<<Tu mi chiedi se provo qualcosa per Vyghar e se c'è mai stato niente tra noi?>> esordì Lilieth.
Alienor annuì: erano mesi che in un modo o nell'altro cercava di capire quali fossero i veri sentimenti di Lilieth. Quella sera pareva che un peso enorme la schiacciasse e che avesse bisogno di sfogarsi.
<<Sì c'è stato qualcosa. Mi ha corteggiato per molto tempo. E mi ha fatto capire che Masrek era perduto per sempre, ammesso che fosse mai stato veramente mio>>
Alienor mostrò la sua sorpresa:
<<Pensi che non ti abbia sposata per amore?>>
Lilieth assunse un'espressione che univa la malinconia alla profonda consapevolezza di antichi misteri:
<< Per quanto fossi giovane, all'epoca, non ero certo un'ingenua. Ero già stata iniziata agli Arcani Supremi e conoscevo le profezie. Certo, Masrek Eclionner mi piacque dal primo momento in cui lo vidi, ma le Nozze Sacre che sancirono il mio matrimonio con lui furono pirima di tutto una questione dinastica. Il discendente di Eclion e la discendente di Belenos dovevano generare il Principe Promesso, colui che avrebbe riportato nel mondo l'equilibrio tra la Luce e le Tenebre. Marvin era già nei nostri pensieri prima ancora che ci conoscessimo. Sapevamo qual era il nostro ruolo, ed eravamo consapevoli che era necessaria una legittimazione agli occhi degli dei e degli uomini per indicare al mondo che nostro figlio era veramente il predestinato, il Principe Promesso>>
Si interruppe per qualche secondo, riflettendo bene su quello che stava per rivelare.
<<Molti profani non capirono, e molto continuano ancora a non capire. Parlarono di matrimonio di interesse e di ricerca del figlio perfetto attraverso gli incroci tra famiglie reali. Siamo stati accusati di essere soltanto "esemplari da riproduzione" all'interno di un "allevamento". Chi non conosce gli Arcani Supremi non può comprendere cosa significhi il mistero della discendenza messianica e del Serpente Rosso, una linea di sangue reale che dura da sempre, per la selezione di Colui che verrà>>
E qui si fermò di nuovo.
<<E poi?>> fu costretta a chiedere Alienor, impaziente.
Lilieth sorrise:
<<Le mie confidenze non possono andare oltre. L'unica cosa che posso dirti è che le Nozze Sacre dovranno rimanere tali, almeno fintanto che Marvin non sarà stato pubblicamente riconosciuto. Solo allora, forse, io e Masrek potremo divorziare>>
Alienor arrossì:
<<Tu e Vyghar, comunque, resterete amanti?>>
Lilieth si accigliò:
<<La parola amante ha una connotazione negativa, implica l'idea del tradimento. Per questo gli ho chiesto di essere paziente e discreto>>
Alienor era sempre più incuriosita:
<<Ma lo ami davvero? Voglio dire, vuoi più bene a lui o a tuo marito?>>
Lilieth divenne seria:
<<C'è una differenza, Alienor, tra amare e voler bene. Masrek è il padre di mio figlio e non potrò mai desiderare il suo male, anche se ha sempre amato un'altra donna. Per quanto riguarda Vyghar, esiste un termine per descrivere l'amore che può nascere tra un prigioniero e il suo carceriere>>
Alienor ricordò una formula, che si usava nei tempi prima del Grande Cataclisma. Stava per parlarne, ma Lilieth riprese il suo discorso:
<<A volte succede di amare qualcuno senza volerlo, senza capirne il motivo, senza perdonarsi il fatto di perdonargli tutto. Eppure c'è qualcosa di perverso in questo sentimento>>
Dal modo triste in cui lo diceva, e dagli occhi lucidi, si poteva capire chiaramente che quel sentimento le provocava ancora una grande sofferenza.
Presentato così, l'amore appariva ad Alienor qualcosa di terribile.
<<Vyghar ti ha sempre rispettata! Non c'è nulla di perverso nell'innamorarsi di una persona come lui!>>
Lilieth scosse il capo:
<<Forse hai ragione. Ma per come la vedo io il vero amore è un'altra cosa>> sospirò <<Una cosa che credo di non aver mai conosciuto e forse non conoscerò mai. Vedi, quando si è adolescenti ci si riempie la bocca della parola "amore", senza avere la più pallida idea di che cosa si sta parlando. L'amore non è un'infatuazione e nemmeno una passione. Il vero amore implica la consapevolezza del sacrificio di una parte della nostra libertà. E' questo a dargli valore, perché tutto ciò che ha valore implica un sacrificio. Ma non sempre vale la pena di sacrificare qualcosa in nome di qualcos'altro>>
Quelle parole turbarono Alienor:
<<Da come ne parli sembra quasi una sciagura! E' così alto il prezzo dell'amore?>>
Lilieth annuì:
<<Amare significa investire il nostro tempo e le nostre risorse su qualcuno che potrebbe deluderci. Significa vivere nella costante paura dell'eventualità del fallimento.
I romanzi ci raccontano la favola bella dei grandi amori perfettamente ricambiati, ma nella vita reale delle coppie, quasi sempre, c'è una parte che ama di più e di conseguenza si sacrifica di più. A volte lo tiene nascosto, non lo dà a vedere, per questo è così difficile per gli esterni rendersene conto. Ci troviamo a invidiare la presunta felicità di coppie che non sono affatto così ben assortite come sembrano>>
Alienor capì che Lilieth stava cercando di comunicargli qualcosa di importante, qualcosa che la riguardava:
<<I miei genitori sembravano una coppia felice, poi mi resi conto che mia madre aveva un amante e che mio padre mi voleva spingere ad un matrimonio dinastico senza amore, proprio come il suo. Ora tu sembri dargli in qualche modo ragione. E allora ti chiedo, Lilieth: mi puoi garantire che non corro più il rischio di essere sacrificata sull'altare di questo tipo di logica?>>
Il volto di Lilieth divenne freddo come il marmo:
<<Vorrei, ma non posso. Se tu mi chiedi la certezza che non sarai mai chiamata a qualcosa di simile alle Nozze Sacre, come toccò a me, allora non sono in grado di risponderti, perché questa certezza non ce l'ho>>