Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
venerdì 9 novembre 2012
Gothian.Capitolo 118.l duello tra Fenrik e Marvin
Marvin Vorkidian, re dei Keltar, cavalcava su un bianco destriero, e la sua armatura era dorata.
Il suo nemico, il conte Fenrik di Gothian, re degli Alfar, era in groppa a un cavallo scuro, e la sua armatura era più nera di una eclissi di sole.
Il loro duello iniziò sotto un cielo plumbeo, mentre intorno a loro divampava la battaglia.
Marvin combatteva con l'antica spada di Vorkidex, mentre Fenrik impugnava una mazza chiodata, e teneva nel fodero una spada di riserva.
Quando lo scontro iniziò si mossero entrambi con una tale rapidità che non era più possibile distinguerli.
Marvin aveva lasciato completamente il controllo di se stesso all'anima di Vorkidex, e ritirandosi in una parte remota del suo pensiero, aveva prima di tutto pregato gli dei.
Belenos, Cernunnos, Lugh, ma anche Vivien ed Ulien. E infine il sommo Ahura Mazda.
Gli dei benevoli non si erano mai trovati così vicini ad uno scontro con le forze del Male. Di rado il bene e il male erano apparsi così nettamente distinti come in quel momento.
Mentre il suo corpo era mosso dall'anima di Vorkidex e dalle forze degli dei invocati, l'anima di Marvin osservava con stupore quella scena.
La furia di Fenrik si accompagnava ad una assoluta precisione nel combattimento.
La sua nera sagoma era diventata enorme, e Marvin sentiva che Vorkidex stava perdendo terreno.
E' dunque giunta la mia fine? E' possibile che le profezie si siano sbagliate? Forse non sono io il Principe Promesso. O forse le forze del Male sono veramente invincibili.
Si chiese se c'era stata troppa superbia in lui, troppa voglia di credersi superiore.
Ho peccato di hybris? O semplicemente agli dei è parso più giusto cambiare la mia sorte?
Ricordò una frase di un antico poema in antica lingua latheari.
Dis aliter visum... agli dei è parso diversamente...
Eppure, per quanto provato, ancora il suo corpo non aveva ricevuto ferite.
Avrei bisogno solo di un attimo di tregua... solo di un momento di distrazione del Conte...
La sua richiesta fu accolta.
Improvvisamente nel duello si inserì suo padre, Masrek Eclionner, e pareva che dietro di lui si muovesse una legione di spettri: erano tutte le venticinque generazioni di sovrani Eclionner da Arexatan in poi...
Marvin ne fu prima sorpreso, e poi al contempo felice e rattristato.
Felice perché mi offre la possibilità di colpire Fenrik a sorpresa, ma rattristato perché mio padre non può reggere uno scontro col re dei vampiri.
Masrek e gli spettri tennero testa a Fenrik per il tempo sufficiente a Marvin di riprendersi e preparare il contrattacco.
Fenrik, furioso, scagliò la sua mazza chiodata contro Masrek, travolgendolo, e poi snudò la spada e lo colpì più volte, ma non si accorse che nel frattempo la spada d'argento di Vorkidex, impugnata da Marvin, lo aveva colpito di punta alla schiena.
L'urlo di Fenrik fu terribile, perché l'argento causava nei vampiri un dolore moltiplicato all'infinito, mentre un sangue rosso splendente gli grondava sull'armatura.
Mentre Marvin si preparava ad assestargli il colpo fatale al collo, Fenrik si voltò di scatto e gli urlò:
<<Per questa volta ti è andata bene, Vorkidian, ma non troverai sempre qualcuno che giunga in tuo soccorso!>>
Detto questo, con fulminea velocità, si diresse verso il suo drago e si portò in salvo.
Il duello finale era dunque rimandato.
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