Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
martedì 3 settembre 2013
Gli Arcani Supremi. Capitolo 4. Il Duca di Albany.
<<Caro signor Oakwood... oppure posso chiamarla Robert, e magari darle del tu, visto che potrebbe essere mio nipote?>>
<<Ma certamente, lady Edith.>>
<<Molto bene! Caro Robert, immagino che ti sarai chiesto come mai mi sono rivolta proprio a te, nonostante i dissapori che ci furono in passato tra me e la compianta lady Vivien>>
<<Lady Vivien? Perché la chiama così? Mia nonna non era nobile, per quanto il suo animo sicuramente lo fosse>>
L'anziana baronessa sorrise:
<<Ah, era tipico di Vivien usare un certo "understatement", oltre che essere molto riservata, oserei dire quasi misteriosa. Ho rispettato questa sua scelta, anche se non l'ho mai condivisa. Ma ora che lei è scomparsa... >> e qui fece una pausa, come per rimarcare la scelta del termine: "scomparsa", invece di "morta" <<...credo che sia giunto il momento di parlare di alcune importanti questioni che lei ha preferito tacere, nella speranza, o meglio nell'illusione, di proteggerti>>
Robert non amava che si parlasse di Vivien in quel tono, ma era anche incuriosito da ciò che lady Edith era impaziente di comunicargli:
<<Temo di non capire, milady>>
Lei inspirò forte col naso, come se stesse per prepararsi a tenere una lunga orazione:
<<Il cognome Oakwood apparteneva ai genitori adottivi di tuo nonno, non è così?>>
Robert annuì:
<<Sì, certo. Mio nonno fu adottato da una coppia inglese che non poteva avere figli e che si trasferì ad Albany, nello stato di New York, negli anni '20>>
<<Esattamente. Ebbene tu conoscevi il mestiere degli Oakwood, in Inghilterra?>>
<<Credo che il padre adottivo di mio nonno fosse un guardiacaccia, ma non so altro>>
Lady Edith annuì:
<<Il mio defunto marito, lord Hector, conosceva esattamente la tenuta dove gli Oakwood lavoravano. Sandringham House, ti dice niente quel nome?>>
Robert annuì, era stato a Sandringham, nel suo viaggio in Europa, alcuni anni prima:
<<E' una residenza della Corona britannica. La regina Elisabetta ci trascorre le vancanze di Natale. E... mi hanno detto che Sandringham è anche il luogo dove nacque lady Diana Spencer, la principessa del Galles, di cui Lord Hector Burke-Roche era un lontano parente, per parte di madre, mi sembra>>
Lady Edith apparve compiaciuta:
<<Vedo che sei preparato. In effetti la madre di Diana Spencer, lady Frances Ruth Shand Kidd, era una Roche, di nascita, e quindi una lontana cugina del mio defunto marito. Mi complimento per le tue competenze in materia. Del resto, servire una baronessa come me comporta determinate conoscenze. Immagino saprai anche che Sandringhan House fu costruita dal bisnonno della regina, re Edoardo VII di Sassonia-Coburgo-Gotha: il nome della dinastia fu cambiato in Windsor durante la prima guerra mondiale, perché suonava troppo tedersco. Ora, devi sapere che Re Edoardo aveva un fratello, Leopold, che come lui era figlio della regina Vittoria, l'ultima degli Hannover e del principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha. Leopold era stato insignito del titolo di Duca di Albany, che passò poi a suo figlio Carlo Edoardo. Costui però, durante la prima guerra mondiale, si schierò dalla parte dell'imperatore Guglielmo II di Germania, e quindi perdette il suo titolo. Da allora si ritiene che il titolo di Duca di Albany sia vacante>>
Robert annuì, senza però capire dove la baronessa volesse arrivare con quei discorsi:
<<Sono uno storico, lady Edith, ed i genitori adottivi di mio nonno erano inglesi e lavoravano al servizio di Edorado VII, quindi conosco fin troppo bene i segreti dell'aristocrazia britannica, compresa l'estinzione del ducato di Albany. Ma le posso assicurare che gli Oakwood non sono di nobili origini e nemmeno i Lake, la famiglia di mia nonna>>
Lady Edith mostrò un lieve cenno di sorriso che stava a metà strada tra il divertito e il compassionevole.
<<In realtà, mio caro Robert, le tue conoscenze hanno delle enormi lacune. Devi sapere che il successore di Edoardo, re Giorgio V Windsor conferì il titolo di Duca di Albany"in pectore" (cioè segretamente), al figlio naturale di suo cugino Alfredo, morto suicida in seguito ad uno scandalo. Ebbene... tu sai che tuo nonno era un figlio adottivo, ma non sai che era figlio naturale del principe Alfredo. Insomma, è noto a tutta l'aristocrazia che tuo nonno Henry Oakwood era segretamente conosciuto come Sua Grazia il Duca di Albany. E non fu certo un caso se, quando decise di trasferire i suoi affari negli Stati Uniti, prese la residenza proprio ad Albany, la capitale dello Stato di New York, dove ora risiedono anche i tuoi genitori.>>
Robert non riuscì a trattenere una sonora risata:
<<Ah ah ah, mi perdoni, lady Edith, ma trovo questa storia del tutto incredibile>>
Edith si fece serissima:
<<Credi che io metterei a repentaglio la mia reputazione raccontando una storia apparentemente così assurda se non avessi l'assoluta certezza che è vera? Tua nonna Viven non solo era una lady, ma era anche la Duchessa di Albany, e mi era superiore di grado. A lei sarebbe spettato di diritto l'appellativo di "Sua Grazia" molto più che a me>>
Robert non credeva a una sillaba di tutto ciò.
Era evidente che ladty Edith doveva essere in preda ad una forma di demenza senile e nel suo delirio aveva scambiato una battuta di spirito del marito con la verità e aveva fatto una gran confusione tra la città americana di Albany e il nome che gli aristrocratici inglesi attribuivano alla Scozia, e cioè, appunto, Albany.
Ritenne comunque prudente, per la salvezza del proprio lavoro, non contraddire la nobildonna.
<<Tutto ciò ha qualcosa a che fare con il motivo per cui mi avete assunto al vostro servizio, milady?>>
La vecchia anuuì:
<<Nell'agosto del 1939, quando io avevo vent'anni, i vostri nonni, i Duchi di Albany, furono ospiti proprio in questo castello. Ricordo benissimo una frase che Vivien disse a tuo nonno, mentre osservava la laguna dalle finestre che danno sul retro: "Il Varco è qui". Fu allora che tuo nonno decise di comprare il terreno confinante con la mia proprietà. Da allora Hollow Beach non ha avuto più pace. Sono successi eventi inspiegabili, che hanno travolto anche la mia famiglia. Tutte queste coincidenze non possono essere casuali, ed io credo che la risposta si possa trovare nella biblioteca del mio povero marito. La "Collezione Fenroy" ha infatti un valore inestimabile e contiene testi rarissimi, alcuni dei quali unici al mondo. So che voi siete uno studioso e per questo, oltre che per il fatto che siete nipote di Vivien, ho deciso di affidarvi la custodia e la catalogazione della mia biblioteca, affinché troviate una risposta che possa risolvere il mistero degli eventi inspiegabili che si sono verificati qui da quando i vostri nonni hanno comprato la casa dove ora alloggiate>>
Robert era senza parole per quelle assurdità, ma decise di concentrarsi sulle questioni concrete.
<<La Collezione Fenroy è realmente una delle più famose al mondo. Credevo che aveste già un bibliotecario di professione per averne cura>>
Lady Edith inarcò le sopracciglia con espressione sdegnata:
<<Un bibliotecario di professione? Forse voi non sapete che i testi contenuti nella mia collezione hanno dei contenuti, come dire, "sensibili". Si tratta di argomenti che non possono essere affidati a qualcuno che non appartenga alla mia ristretta cerchia di conoscenze e che abbia una preparazione culturale in grado di capirne il significato e di saperlo interpretare. Ho saputo che tu sei uno storico e un filologo e stai preparando una tesi di dottorato sulla storia della stregoneria nello stato di New York. Non è così?>>
<<In effetti la mia tesi riguarda un caso di stregoneria nella cittadina rurale di Sleepy Hollow, nelle campagne vicino ad Albany. Pare che ci fossero dei legami con una famiglia di origini olandesi, i Van Garrett...
E' una cosa strana, perché anche mia madre ha il cognome Van Garrett>>
Le pupille degli occhi grigi di lady Edith si dilatarono al sentir pronunciare quel nome:
<<Van Garrett... una coincidenza molto interessante, mio caro ragazzo. Così come è interessante che lo stagno vicino alla laguna di Hollow Beach si chiami Sleepy Pond. Vi accorgerete che qui le coincidenze sono troppe per poter essere considerate tutte frutto del caso. Nella mia biblioteca troverete molte risposte, così come nel mio parco e nella laguna. L'altra parte del vostro incarico sarà infatti quella di supervisore della zona circostante alla mia proprietà. Vedete, quando vostra nonna disse la frase: "Il Varco è qui", intendeva qualcosa di ben preciso ed io credo che lei avesse capito di cosa si trattava esattamente. Non me l'ha mai voluto rivelare, ma vi garantisco che è di estrema importanza che questo "Varco" sia localizzato e studiato attentamente>>
Cast
Maggie Smith - lady Edith Burke-Roche
Johnny Depp - Robert Oakwood
Gli Arcani Supremi. Capitolo 3. Il castello dei Burke-Roche.
Il giorno successivo Robert si presentò davanti al maniero dei Burke Roche.
Un vialetto si dipartiva dalla Antler Street fino alla siepe che delimitava la proprietà e al cancello, alto, con sbarre massicce e in cima tre corone con decorazioni spinate.
Il maniero era un incrocio tra una villa vittoriana e un castello in stile neogotico, con gulie, torri, tetti a punta, esterno in mattoni grigio scuri. Le finestre, comprese quelle delle torrette e fegli abbaini, erano tutte coperte da pesanti tendaggi. L'immagine, già piuttosto cupa di per sé, era resa ancor più tetra dal fatto che il cielo era coperto da una coltre uniforme di nuvole grigie.
Era stato edificato da lord William Burke-Roche nella seconda metà dell'Ottocento, quando ancora quella zona era selvaggia e incontaminata.
Nessuno aveva mai capito per quale ragione lord William, che in Inghilterra deteneva il titolo di barone Fenroy, avesse deciso di investire gran parte del suo patrimonio in quella costruzione e soprattutto in quel luogo dimenticato da Dio.
Sono sempre stati una famiglia strana, ma la stessa cosa si potrebbe dire degli Oakwood. Non devo giudicarli. E' il voler giudicare che ci porta alla sconfitta.
Era una frase che aveva sentito in qualche film, forse Apocalipse Now.
Sì, il monologo del Colonnello Kurtz sull'orrore. The horror... the horror.
Forse era la cupezza del maniero ad ispirare a Robert quei pensieri deprimenti.
Meglio concentrarsi sul presente e sulla concretezza! Il principio di realtà!
Nella porticina laterale del cancello c'era un videocitofono.
Robert suonò.
Rispose una voce maschile priva di intonazione:
<<Lei è Robert Oakwood?>>
<<Sì, sono stato assunto da lady Edith come custode>>
La voce assunse una intonazione divertita:
<<Noi abbiamo già molti custodi, e un servizio di vigilanza efficiente, ma lady Edith ha detto che lei, signor Oakwood, ricevere istruzioni direttamente da Sua Grazia. Ora vi apro>>
Era stato un dialogo piuttosto strano, come se quella persona avesse fin dall'inizio voluto rimarcare una presa di distanza>>
Forse lo riteneva un raccomandato?
Non ce n'era ragione: lady Edith non aveva mai mostrato simpatia per gli Oakwood ed anzi tra lei e la nonna di Robert, Vivien, c'era una certa ostilità, le cui ragioni erano sconociute.
Forse era perché erano coetanee, ma molto diverse: lady Edith era pragmatica e cinica, Vivien era stata invece una sognatrice romantica, amante della notte e dei chiari di luna.
Perché la notte appartiene agli amanti. Perché la notte appartiene all'amore.
Amava cantare, Vivien Oakwood, e spesso ripeteva le canzoni che qualche ammiratore le aveva dedicato, o trascriveva in un quaderno i versi di un cantautore.
"Per i miei occhi neri e i capelli, per i neri pensieri / per la vita che ho avuto, per la vita che ho dato / come passa quest'acqua che sembra ferma / ma hai voglia se va!"
Con il senso di protezione che il ricordo di sua nonna gli comunicava sempre, Robert percorse il vialetto interno del sontuoso giardino dei Burke-Roche, fino ad arrivare alla soglia del maniero.
Lì un anziano maggiordomo in livrea lo attendeva con quell'espressione di vaga ironia con cui la voce del citofono aveva risposto:
<<Mi chiamo Charles Disick e sono il maggiordomo di villa Burke-Roche. Lady Edith la riceverà quanto prima. Per il momento si accomodi pure qui nella hall, fino a che non sarà convocato>>
Robert annuì ed entrò nell'immenso atrio, dove regnava una penombra inquietante.
Ai muri erano appesi gli innumerevoli trofei di caccia del defunto lord Hector e vari ritratti dei suoi arcigni antenati. Il pavimento era ricoperto di tappeti persiani. Un camino dominava il centro della sala, arredata con mobili scuri e divani in stile Biedermeier.
Su tutto campeggiava lo stemma dei Burke-Roche, baroni Fenroy.
Dopo una decina di minuti, il maggiordomo tornò:
<<Mi segua. Lady Edith la attende nel suo salotto privato>>
Attraversarono un corridoio con pavimenti in marmo bianco ed arrivarono ad un nuovo corridoio più stretto, in marmo rosa, che conduceva all'appartamento della baronessa.
Il salotto privato era in fondo, in una stanza soleggiata, arredata in stile liberty con divani fiorati e mobili dalle forme sinuose con decorazioni floreali.
Lady Edith sedeva su una poltrona sontuosa, i cui colori sgargianti contrastavano col suo abbigliamento totalmente monocolore, nero, che si diceva avesse sempre portato dopo la morte del marito, del figlio e del nipote.
I capelli grigi erano raccolti a concio e la mano destra impugnava un lungo bastone signorile, ma sempre nero.
Si diceva che avesse più di novantacinque anni e tutto sommato li potava abbastanza bene.
<<Robert Oakwood>> disse <<La stavo aspettando>>.
Lui si chiese come mai allora gli avesse fatto fare una lunga anticamera, ma era probabile che quella fosse la prassi, per gli aristocratici discendenti delle famiglie inglesi.
<<Vostra Grazia>> rispose Robert con un inchino e un rapido baciamano, sempre secondo il protocollo.
Lei, guardandolo con i suoi occhi grigi e antichi, lasciò trasparire, per una frazione di secondo, un lampo di sorpresa:
<<Assomigliate molto a vostra nonna>>
Considerando che lady Edith e la compianta Vivien Oakwood si odiavano, la cosa non era del tutto confortante.
Lady Edith guardò il maggiordomo:
<<Grazie Charles, ora puoi lasciarci>> e poi indicando il divano <<Si sieda pure, signor Oakwood, ho alcune cose da dirle, prima che incominci il suo lavoro>>
Robert si accomodò sul divano fiorato, con una certa curiosità di sapere per quale motivo l'anziana nobildonna lo avesse assunto al suo servizio.
Cast
Mia Wasikowska - Vivien Oakwood
Maggie Smith - lady Edith Burke-Roche, baronessa Fenroy
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