martedì 31 dicembre 2013

Gli Arcani Supremi. Capitolo 64. La Fata delle Acque.



<<Ecco, era così, all'inizio del sogno>> disse Robert a India, quando si incontrarono, come concordato la sera prima, in riva alla laguna interna di Hollow Beach.
Le mostrò un disegno nel quale era ritratta la fanciulla dai lunghi capelli color rame e dagli occhi verdi, come verdi erano le sue vesti, e le acque che scorrevano intorno a lei.
<<E' Melusina, la Fata delle Acque>> dichiarò India <<e il suo aspetto di fanciulla non ti deve ingannare, perché in realtà lei è una dei Grandi Anziani, che controllano gli elementi della natura. Il suo potere è immenso e può mutare forma a seconda delle sue intenzioni>>



<<E' una specie di sirena?>> chiese Robert.
India annuì:
<<Spesso assume quella forma. In quei casi si distingue dalle sirene del mare. Melusina è sempre una sirena delle acque dolci e così sono tutte le sue figlie, che sono dette "melusine", perché il nome proprio della loro madre è divenuto un nome comune della stirpe>>.
Robert era affascinato da quella leggenda:
<<E chi sarebbe il padre delle melusine nate dalla fata?>>



Il volto di India assunse un'espressione solenne:
<<Il loro padre era Elynas, il Signore di Albany>>
Questo nome mise subito Robert sulla difensiva.
<<Albany? Lo stesso nome del ducato della mia famiglia?>>
India annuì:
<<Il Lord di Albany incontrò la Fata delle Acque mentre vagava, solo, in una foresta, dove era solito andare a caccia. Ella lo ammaliò e lo convinse a sposarla. Quando però fu il momento delle nozze, ella pose una condizione e cioè che il suo sposo non avrebbe mai dovuto vederla mentre faceva il bagno. Elynas accettò. Lui e la Fata ebbero tre figlie, di cui solo la prima ebbe il nome di Melusina e i poteri della madre. Quando si immergeva nell'acqua, poteva assumere le sembianze di una sirena, ma a volte anche quelle di un serpente...



La leggenda dice che  il Lord di Albany violò la sua promessa e vide la Fata nella sua vera forma. Allora lei e le figlie punirono il signore di Albany e lo esiliarono ad Avalon. La figlia Melusina, rimasta in sembianze umane, sedusse un principe della famiglia dei Lusignano e da lì la sua stirpe si diffuse tra le famiglie del Brabante e del Lussemburgo. Si narra che tra le sue discendenti ci fosse Jaquetta di Lussemburgo, madre di Elisabetta Woodville, a sua volta madre di Elisabetta di York, che sposò Enrico VII Tudor>>



Robert aveva letto qualcosa al riguardo, alcuni romanzi storici.
<<Dunque non è chiaro se queste melusine siano benevole o malvagie?>>
India sollevò le spalle:
<<In fondo questo vale per ciascun essere vivente. Ciò che conta è il significato della leggenda, la verità che sta sempre dietro ogni mito. Ci sono dei patti che non devono essere violati>>
Lui annuì:
<<Nel finale del mio sogno, Melusina si trasformava in un serprende d'acqua o un'idra, o qualcosa di simile... ed era terrificante>>
<<Questa è la sua veste più spaventosa, quando ella è adirata. Allora si trasforma in quello che, secondo la mitologia, è una succuba, cioè un demone di forma femminile che seduceva gli uomini, specialmente i monaci, durante il sonno. Era considerata una spiegazione delle polluzioni notturne di coloro che praticavano una castità assoluta>>



Robert aveva letto qualcosa su quei demoni femminili.
Secondo il Malleus Maleficarum o "Martello dei malefici", le succubi giacevano con gli uomini, fino a sfinirli, per poterne raccogliere il seme, che poi avrebbero utilizzato gli incubi per fecondare le donne: "Nel compiere l’atto sessuale i demoni maschi sono Incubi e le femmine Succubi, e questo è giudizio comune di tutti i filosofi di tutti i tempi ed è comprovato dall’esperienza delle nazioni". La tradizione demonologica sosteva che i demoni pur avendo il potere "che è nei fianchi, e il suo vigore nei muscoli del ventre", non potessero procreare gli uomini per mancanza del seme. La finalità ultima di questa pratica non è mai stata chiarita. Si supponeva però che le creature così concepite fossero più sensibili alle influenze del demonio.
Nel Malleus, nella parte del trattato in cui si affronta la questione procreativa, gli autori sostengono:
« Noi diciamo pertanto tre cose: in primo luogo che questi diavoli commettono sconcissimi atti venerei non per godimento, ma per infettare l’anima e il corpo di coloro dei quali sono succubi o incubi; in secondo luogo che, con un atto simile, ci può essere una completa concezione o generazione da parte delle donne, perché i diavoli possono portare il seme umano nel luogo conveniente del ventre della donna e accanto alla materia qui predisposta e adatta al seme. (...) In terzo luogo, nella generazione di siffatte cose ciò che avviene attribuito ai diavoli è solo il moto locale e non la stessa generazione, il cui principio non è una della capacità del diavolo o del corpo da lui assunto ma di colui al quale appartenne il seme, per cui chi è generato non è figlio del diavolo ma di un uomo. »
(J.Sprengher e H.KramerMalleus MaleficarumParte 1, Questione III)
Secondo la tradizione demonologica, i succubi apparirebbero agli uomini sotto forma di giovani donne di enorme bellezza, capaci di ineguagliabili arti seduttive ed erotiche derivanti dalla loro natura diabolica.



Robert fu scosso da un brivido.
<<Se queste succube si sono introdotte nel mio sogno, vuol dire che sono in pericolo?>>
India scosse il capo:
<<No. Melusina si è manifestata a te sotto un'altra veste: quella di tua antenata. E' lei che sta alla radice della magia delle Signore di Avalon. Viviana e Morgana erano sue discendenti. E' l'ennesima riprova che la Stirpe Reale a cui tu appartieni discende dai Grandi Anziani che dominano gli elementi di cui è costituito l'universo>>
Robert si rabbuiò:
<<Un sogno non è sufficiente come prova. La verità non sta in un sogno!>>
India gli prese la mano:
<<La verità non sta in un solo sogno, ma in tanti sogni. Ma tu non manchi solo di fede, manchi anche di speranza>>
<<Sperare è faticoso, è difficile, forse perché la speranza, a volte, fa paura>>
India lo guardo con dolcezza:
<<E' così. Vorrei dirti che no, non lo è, ma non posso. Questo è il nostro ruolo nella storia. Questo è il tempo che ci è dato. Ci sono cose che non possiamo cambiare. E così, purtroppo. E' così e basta...>>

lunedì 30 dicembre 2013

Gli Arcani Supremi. Capitolo 63. Melusina.



Durante la notte, i sogni di Robert erano stati diversi dal solito.
Nel sogno c'era una scalinata in mezzo al verde che scendeva fino ad una fonte che alimentava un piccolo lago del colore dello smeraldo. Vicino alla fonte era seduta una splendida fanciulla, i cui lunghi capelli coprivano i seni e il ventre. Le gambe snelle erano immerse nell'acqua, ma al posto dei piedi, aveva delle pinne come una sirena.
Sentiva che quella creatura lo stava chiamando.
Cercava di raggiungerla, ma non riusciva a muoversi.
Voleva parlarle, ma la sua bocca non era capace di articolare le parole.
Un solo nome rimbombava nella sua mente.
Melusina...
Gliene aveva parlato qualcuno, ma non ricordava chi.
Non è una sirena... è una creatura diversa...
Apparve improvvisamente un bassorilievo, in cui era scolpita, stilizzata, l'immagine di Melusina.



Si chiese se era una creatura benevola oppure ingannevole come le sirene.



C'era qualcosa di pericoloso in quell'immagine, qualcosa che la faceva apparire come una trappola, ma nello stesso tempo come qualcosa di sessualmente esplicito, quasi osceno.



In quelle sculture, la melusina si teneva le due code con le mani, quasi a formare un cerchio.













Poi l'immagine mutò.
Divenne prima una sirena verde, su uno scoglio, in un corso d'acqua in mezzo ad una foresta.



La creatura si spostò fino a raggiungere la riva e una volta che si trovò sull'erba, la sua coda divenne quella di un serpente.



Posò il capo a terra, come se fosse stanca e la sua coda serpentina si aggrovigliò in un modo che quasi faceva paura.



Dalla coda spuntavano aculei e il suo corpo si trasformò quasi tutto in un serpente o un'idra.



A quel punto la paura e il ribrezzo divennero così forti che Robert si svegliò.

domenica 29 dicembre 2013

Antico albero genealogico degli Asburgo



Dall'imperatore Rodolfo a Filippo I il Bello, marito di Giovanna di Castiglia e padre di Carlo V.

Nel 2030 la Cina supererà gli Usa, mentre la Gran Bretagna supererà la Germania.

classifica1


La Gran Bretagna supererà Francia e Germania e diventerà la maggiore economia in Europa entro il 2030: questa la previsione dell’autorevole Centre for Economic and Business Research (Cebr). Un regime fiscale leggero, l’indipendenza dall’eurozona e una popolazione in crescita sono i tre fattori positivi che contribuiranno a far salire il Pil britannico dagli attuali 1.590 milioni a 2.640 milioni di sterline nei prossimi quindici anni, secondo lo studio annuale. A livello globale però la Gran Bretagna scenderà in classifica, passando dall’attuale sesta posizione alla settima, a causa dell’inesorabile ascesa delle economie emergenti.
La Cina supererá gli Stati Uniti diventando la prima economia al mondo nel 2028, mentre l’India che ora è in decima posizione salirà al terzo posto spodestando il Giappone. Il Brasile passerà dal settimo al quinto posto, mentre il Messico entrerà in classifica al nono posto. L’Italia, che quest’anno è in ottava posizione, uscirá invece del tutto dalla lista dei top ten scendendo al quindicesimo posto. Nigeria, Iraq, Egitto e Filippine entreranno nella classifica delle prime trenta economie al mondo.
Il Cebr prevede che nei prossimi quindici anni il Pil tedesco continuerà a crescere ma a un ritmo più lento, passando dagli attuali 2.200 miliardi di sterline a 2.690 miliardi. La popolazione che invecchia, la debolezza dell’euro e le incertezze sull’eurozona si riveleranno ostacoli insuperabili per la Germania, che entro il 2030 sarà superata dalla Gran Bretagna. Il sorpasso dell’economia britannica su quella francese invece avverrà molto prima, entro il 2018, secondo lo studio. La Francia, che attualmente è al quinto posto nella classifica globale, scivolerà fuori dai top ten a causa di una crescita debole, soffocata da un regime fiscale punitivo, e verrà superata dalla Turchia. “Prevediamo che la Gran Bretagna diventerà la seconda economia occidentale dopo gli Stati Uniti, – spiega il rapporto Cebr. – Una situazione demografica positiva con un’immigrazione che continua, una minore vulnerabilità ai problemi dell’eurozona rispetto agli altri Paesi eurppeo e un regime fiscale benevolo in confronto ai vicini incoraggeranno una crescita più rapida degli altri Paesi occidentali. Entro il 2029 la Gran Bretagna avrà quasi raggiunto la Germania e prevediamo che  superi la Germania intorno al 2030, diventando la maggiore economia dell’Europa occidentale”. La capacità di rilanciare le esportazioni e trovare nuovi mercati è fondamentale per le prospettive di crescita di un Paese, sottolinea il Cebr: in questo la Francia sta fallendo e anche la Gran Bretagna rischia di trovarsi indietro. La crescita é ripartita ma spinta dai consumi interni invece che dalle esportazioni, rileva lo studio. Altri tre fattori di rischio per l’economia britannica sono anche i continui dissidi con l’Unione Europea, limiti all’immigrazione e la possibile separazione della Scozia in seguito al referendum previsto per il 2014.

By GPG Imperatrice
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Albero genealogico dei Severi: dinastia imperiale di Roma nel III secolo



La dinastia dei Severi che regnò sull'Impero romano tra la fine del II e i primi decenni del III secolo, dal 193 al 235, con una breve interruzione durante il regno di Macrino tra il 217 e il 218, ebbe in Settimio Severo il suo capostipite ed inAlessandro Severo il suo ultimo discendente. La nuova dinastia, nata sulle ceneri di un lungo periodo di guerre civili, oltre a Settimio Severo e ai suoi figli, comprendeva anche i parenti della moglie di Settimio Severo, Giulia Domna. Questi ultimi presero anch’essi il nome di Severo, dal loro capostipite, al momento dell’ascesa al trono.
Nei nomina degli imperatori era, inoltre, presente un chiaro riferimento alla dinastia degli Antonini. Il motivo era quello di creare una forma di continuità ideale con la precedente dinastia, quasi non ci fosse stata alcuna interruzione, neppure con il predecessore Pertinace. Nella titolatura imperiale, infatti, compariva questa dicitura:
IMPERATORI CAESARI DIVI MARCI ANTONINI PII GERMANICI SARMATICI FILIO DIVI COMMODI FRATRI DIVI ANTONINI PII NEPOTI DIVI HADRIANI PRONEPOTI DIVI TRAIANI PARTHICI ABNEPOTI DIVI NERVAE ADNEPOTI LUCIO SEPTIMIO SEVERO PIO PERTINACI AUGUSTO.
Severo dichiarava così non solo di essere figlio adottivo di Marco Aurelio, e pertanto fratello di Commodo, ma anche tutta la sua discendenza fino a Nerva stesso, oltre a un legame diretto con il suo predecessore Pertinace.[


File:AlberoImperatoriSeveri.png

Tra le precedenti dinastie abbiamo la dinastia Giulio Claudia

sabato 28 dicembre 2013

Gli Arcani Supremi. Capitolo 62. Il Castello di Gothian.



<<Questa immagine rappresenta il castello di Gothian, così come è descritto in tutte le testimonianze degli Iniziati che hanno avuto, nel corso dei secoli, il dono della veggenza>>
Le parole di India Stoker fecero riflettere Robert Oakwood.
<<Pare un castelo del passato e invece sarà costruito in un lontano futuro. Chi saranno i suoi padroni?>>
India parlò con aria trasognata:
<<Dopo il Grande Cataclisma, i discendenti della razza umana vivranno divisi in zone distanti tra loro. Al nord ci saranno due popoli: gli Alfar, discendenti delle popolazioni scandinave, le quali si uniranno con una razza non umana, gli Elfi, i quali non sono una leggenda, ma esistono realmente, al di là del Varco, così come il popolo fatato dei Faerie. La Ninfa del lago, per esempio, ha un nome, si chiama Melusina... è la custode del passaggio...>>



Stava per aggiungere altro, ma poi si riscosse:
<<I veri abitanti di Gothian saranno gli Albini, la Fratellanza Bianca...





 ...saranno i devoti di Gothar, il signore del Ghiaccio...



 ...e a loro sarà dato un Dono, qualcosa che li trasformerà in creature simili ai vampiri. Ebbene questo castello sarà costruito dagli Alfar, ma diventerà la residenza del più potente degli Albini, lord Fenrik Steinberg, conte di Gothian>>
Robert inarcò le sopracciglia:
<<Mi sembra di essere finito dentro uno dei poemi nordici che tanto piacciono a lady Edith Burke-Roche!>>
India annuì:
<<Lei li conosce molto bene. Sua suocera, Elizabeth Saint Clair, era un'esperta in questo campo, ed una veggente di grande prestigio>>



Robert ne aveva sentito parlare: la baronessa Saint Clair avevauna fama notevole, negli ambienti esoterici.
<<Ma tutto questo non ci porta a ciò che era il mio compito principale, e cioè a riattivare il Varco!>>
<<Presto conosceremo anche quell'ultimo segreto. Sarà la stessa Vivien a rivelarcelo. Ma ci vuole cautela. Questa informazione non deve cadere in mani sbagliate>>
Robert era perplesso:
<<E quali sarebbero queste mani sbagliate?>>
<<I capi delle varie religioni storiche, per esempio...>>



<<E poi?>>
India sospirò:
<<La Massoneria. Soprattutto la Massoneria...>>
<<E di tuo padre posso fidarmi?>>
Lei capì che lui non si fidava più di nessuno.
<<Fidati di me, Robert. Fidati di quella parte di me che sta per ospitare le memorie di Vivien, la donna che ti ha amato più di ogni altra>>
<<Mi fido di te, ma ancora il risveglio dei ricordi di mia nonna Vivien non è avvenuto, e sento di aver bisogno di altri alleati. Possibile che in questo luogo ci siano solo i Burke-Roche e gli Stocker? India, se veramente stai dalla mia parte, devi aiutarmi a trovare altri alleati>>
<<Ne conosco alcuni, almeno di fama, ma non puoi chiedermi di tenerlo nascosto a mio padre>>
Robert le prese la mano:
<<Non ti chiedo di mentire a tuo padre, ma di convincerlo a lasciarmi un margine di libertà d'azione>>
<<Oh, ma lui ti concederà tutta la libertà che chiedi. Il problema, però, come ben sai è un altro. Il libero arbitrio non esiste. Questo è uno degli Arcani Supremi. Povera libertà... altro non sei che un nome...>>

venerdì 27 dicembre 2013

Spot Prada Candy - Nodo Windsor - Tie Windsor knot



Nello spot per il profumo Prada Candy mi ha colpito un particolare. Uno dei due attori, quello che nella foto qui sopra siede alla destra, è vestito in modo impecabile e finalmente mostra una nuova tendenza per quanto riguarda le cravatte. Finalmente torna la cravatta classica indossata con nodo Windsor doppio, come vuole la vera eleganza maschile. E' un elemento che ritengo molto rilevante e per questo ho voluto dedicargli un intero post.













Una cosa invece che non approvo è il fatto di incoraggiare la moda degli incisivi separati delle modelle, oltre che la pettinatura con frangette troppo rigide.

Guida allo stile: le camicie.

The Shirt Style Guide

In recent years, the shirt has gradually assumed its rightful place in men’s wardrobes.
Choosing the Right Shirt Can Be Tough
In this guide we will address the different shirt styles, including fit, shirt components, suitability to attires and/or occasions and more important, which ones belong in your collection as essentials and those you should stay away from.

The Proper Fit of a Shirt

Arguably the most striking feature of a shirt, fit is one of the most influential traits in defining style. Simply put, it’s inconceivable to address style if the shirt is ill-fitting, so make sure to follow our previous recommendations on attaining a proper fit.
FIT- classic fit
FIT- classic fit

The Classic Fit

Perpetuating the original essence of the shirt, the classic fit aims to maintain the traditional tailoring silhouette, allowing a comfortable feel with a boxier shape. It provides great mobility and features two vents on the back, usually located near the yoke. This is the go-to choice for those with a more classic style who favor comfort over fashion.
FIT - slim fit
FIT – slim fit

Slim Fit

A step forth towards a more fashionable approach, the slim fit has been gaining adepts and recognition with a younger audience, more self conscious about their image and aiming to portray a trendier look.
Accentuated back darts and a higher armhole stance allow for a shaped look that sits closer to the body, without being skin tight; although it’s commonly associated with casual or fashion shirts, an appropriate choice of fabric may allow for more formal alternatives as well. Bear in mind that depending on your body type, this fit might pose some issues as it’s more appropriate for slim individuals, so if you’re on the bulkier side you might want to skip this one — otherwise, go for a stretch fabric to ensure the best fit and comfort.
FIT - modern fit
FIT – modern fit

The Modern/Contemporary Fit

Probably the most popular alternative on the list, this fit represents the evolution of the shirt pattern to reflect (as the name states), a more contemporary feel. This option sits in between the classic and the slim fit, providing the best of both worlds in what regards comfort and style. A slightly tapered silhouette on the waist, usually making use of small back darts, ensures the success of this much sought all rounder.
FIT- extra slim fit
FIT- extra slim fit

Super Slim/Skinny Fit

In my opinion, unless you have a very particular body type that justifies it, super skinny fits should be avoided all together. Skintight shirts are not a flattering alternative for anyone and feel a bit like sailing into uncharted waters – just stay away from them. In this case, not even stretch can save you from looking like you’re about to burst and can hardly move or breathe.

The Shirt Body

Moving on to the shirt’s body and components, it is virtually impossible to cover each and every alternative, so I’ll try to address the most important elements and their commonly found variations. It’s important to keep in mind that the subject of style is very personal and dependent on one’s taste, and as such, this article is meant to work as a guide, a reference of how different variations influence the way a shirt is perceived.
Whether you’re looking for ready-to-wear alternatives or having a bespoke shirt made especially for you, these guidelines apply to most cases where the shirt’s original essence is kept in mind.

Shirt Front

FRONT - plain front
FRONT – plain front

When it comes to fronts, leaving plackets aside, most shirts feature a plain front without any additional elements other than chest pockets. While classic dress shirts may feature a chest pocket for functional aspects, I would advise leaving other options to more casual alternatives; two chest pockets should be kept strictly for relaxed alternatives such as safari, military or western shirts.
However, if you’re considering a shirt for an event with a certain formality, be it black-tie or a wedding, it is usual for shirts to present a bib-like contrast in the front. This so-called “tuxedo shirt” is not meant for everyday wear and should be saved for the occasion. The contrasting fabrics on the bib are usually heavier and feature a pleated or pique effect. This type of detailed front, when taken out of the original context, has also enabled designers to create bold statement pieces making use of contrasting elements of both color and pattern.

Shirt Placket

One of the main elements of the shirt’s front, the placket automatically draws attention to itself due to the closure alternatives and button location, especially if the latter are contrasting or made of an exquisite material, like mother of pearl. From formal to casual, there are three traditional placket versions which have then suffered variations to reflect more unique takes.
Traditional Placket – also known as the “American placket” due to the strong influence and representation of American style, this is the most conventional style of all. Consisting of a separated piece of fabric attached to the shirt front, either by being folded or stitched, this version allows for added stability and a symmetrical aesthetic. This type of placket is still found on classic dress shirts, although it portrays a somewhat dated aesthetic and is now commonly found on more casual interpretations such as oxford cloth button downs. Both on traditional and French plackets, the shirt buttons are visible, making them an important element to be taken into account.
The 3/4 Placket – a variation on the above mentioned, this version has a shorter length, ending before the last button and usually in a pointed shape. It is commonly seen on more relaxed shirts or popovers, adding an interesting visual appeal to an otherwise common placket.
The French Placket – a more polished alternative than the traditional, the French placket is achieved by folding the fabric over itself inwards. This technique allows a clean shirt front without any stitching, which as the name states, is associated with a more European aesthetic and the go-to choice for a “sprezzy” Italian look. The French placket is the perfect in-between alternative that easily adapts to classic, fashion or casual shirts.
The Fly Front Placket – originally associated with evening or tuxedo shirts, this placket features an extra flap of fabric which conceals the button row and provides a sharper and cleaner looking shirt than all of the above alternatives. As with so many other components, the fly front has been embraced by many designers as a minimalistic fashion statement, thus transitioning from ceremonial to fashionable

Back of the Shirt

BACK - pleat options
BACK – pleat options
BACK - more options
BACK – more options

There’s not much to be said about the back of a shirt, apart from the aforementioned pleats or darts, which are not merely aesthetic but help dictate the shirt’s the fit and silhouette. Shoulder or center back pleats have more of an aesthetic than functional effect, as they usually do not translate into considerable alterations on the shape of the shirt. Back darts, however, depending on their width, can produce a pronounced cinched effect on the waist that makes it slimmer and more contemporary. As with most details on the shirt, it all comes down to personal taste, although achieving a slim silhouette without resorting to back pleats might not be the easiest of tasks.
There are two other details on a shirt’s back that may be worth mentioning: the split back yoke can elevate the shirt to a higher standard, especially if we consider striped patterns and a perfect 45-degree angle; the other, the hanger loop, a small strap of fabric stitched on the back yoke, is a trademark of Americana style and commonly found on casual oxford button downs where its original function was to hang the shirt.

Collar Options

One of the most style-defining elements on any shirt, collars have evolved into a plethora of options that is almost absurd, to the point where some models are named after the combination of 3 or 4 previous versions: “extreme-cutaway-hidden-button-down” anyone? What used to consist of a “simple” choice of length and tie gap, has now been made much more complex due to an ever-growing selection that seems to bring to life every possible option in the book (especially when it comes to made-to-measure). Add to that the variety of available interlinings, both fused and non-fused, and we end up with a variety of current offerings which is virtually unlimited.
While I can understand that a brand may want to portray a trademark collar as a means of differentiation within the market, the result of accommodating consumers’ demands and designers’ creativity has made choosing a collar an overwhelming task for many men. However, and as experience has proven time and time again, quantity is not quality and as far as I’m concerned, one can build a consistent and complete wardrobe while making use of only 7 essential models: spread, button-down, club, classic, tuxedo, Mao and the small collar.
COLLARS - classic collar variations
COLLARS – classic collar variations

Of course, there are numerous variations in size and shape to all these collars and while some people prefer to have the exact collar style for all their shirts, others want to mix it up and choose different collars for different occasions. Time has shown that classic collars are neither huge nor tiny so if you want to invest in a timeless wardrobe, don’t fall for the super spread collar and go with a semi spread, or just take a regular button down rather than a small one. At the same time, if you already have 100 shirts in your closet and you want something else, go and experiment by all means. On bespoke shirts, you should always have the option to determine the size of the collar no matter what style you choose. That alone will offer you so many variations that there is a sheer endless number of collar styles.
COLLARS - Various Models
COLLARS – Various Models

COLLARS - variations
COLLARS – variations

COLLARS - collar pins & unusual collars
COLLARS – collar pins & unusual collars

The basic collars are:
  1. Spread collar – by far the most popular contemporary model and a go-to choice for both casual and classic shirts. The beauty of it relies in the versatility, working perfectly with or without a tie;
  2. Button-down collar – apart from a couple of exceptions, all my oxford shirts feature a button-down collar. Traditionally not really worn with ties, many men now combine it with a tie — it’s all up to you;
  3. Classic collar – the timeless pointed collar with the right tie gap is mandatory in every man’s wardrobe;
  4. Club collar – a revivalist model with rounded corners that picks up the Mad Men/Boardwalk Empire aesthetic. A different spread can create a very different look and it looks great with a collar pin. You can buy them here;
  5. Small collar – a smaller and more modern approach to the classic collar, this model seamlessly works with a variety of shirts from denim to oxfords and even contemporary classics, but it is often difficult to wear it with a tie or bow tie;
  6. Evening collar – Traditionally, evening collars were detachable, starched and stiff. Today, most tuxedo shirts feature an attached wing collar that is often too small and floppy. Either wear a turn-down collar with your tuxedo or go with a real detachable collar; for white tie, only wear a detachable collar;
  7. Mao collar – this standup collar is usually only worn in combination with a Nehru jacket, often by conductors or artists.

Shirt Cuff Styles

When it comes to cuffs, the main decision is whether to go for a barrel or French cuff. Traditionally, French cuffs are dressier and more formal, allowing men to sport one of the quintessential pieces of jewelry in men’s style: cufflinks. This accessory alone works as a personal statement and means of self expression, which has brought French cuffs into a more mainstream market, not exclusive to formal shirts. To top it off, Italian Sprezzatura has found in these cuffs yet another way to break conventional rules, by wearing them unfastened and often folding them over the jacket sleeve.
Barrel cuffs on the other hand, are the everyday choice for most men and the most commonly found alternative. With a variety of shapes and designs, ranging from faceted, rounded, straight, etc. up to the number of buttons, barrel cuffs provide a wide range of choices to the wearer, with a much more practical approach than their French counterparts. One critical aspect to bear in mind when considering the type of cuff to choose is its height: traditional (outdated) cuffs usually sit between 7.5/8cm, whereas contemporary classic cuffs are about 6 cm and anything less is on the more fashionable side.
Although cuffs are a crucial component by themselves in what regards style, they maintain a close relation with collars: depending on the combinations of cuffs and collar, the outcome may be anything from fashion forward, relaxed, classic or even formal, with a thin line separating bizarre from perfection. Overall, there are probably hundreds of variations with one, two or  three buttons or a mix of cuff shapes like the James Bond Cuff.
If you wear a lot of jackets with shirts from different manufacturers or tailors, you’ll notice that the shirt sleeve length and the amount of cuff you show varies depending on the cut of the armholes of the shirt and the jacket. In order to prevent that, you can have 6 or 8 buttonholes instead of the usual 4 on a French cuff, so you can easily adjust the shirt length to the jacket. In England, they sometimes comes with 6 buttonholes by default and it can be a very useful feature indeed.

The Hem

The bottom hem can also say much about a shirt’s style, namely if it leans toward the more classic or relaxed end of the spectrum. A classic shirt made to be worn tucked in, say with a tie and suit, must present a tail-shaped bottom hem that allows the shirt to remain in place throughout the course of the day. Although tails have gotten shorter in recent years, the design must still ensure the functional aspect, which makes the ratio between the lower and higher ends of the tail a critical variable.
If you are looking for a casual shirt that you can wear untucked on a more relaxed occasion, straight hems are the way to go. Unlike the tail-shaped version, straight hems make the shirt much more prone to becoming untucked on its own as a result of natural body movements, so caution is advised when choosing the length: too short will result in a shirt that can’t be tucked in, whereas too long will just look ridiculous if worn untucked.

Contrasting Shirt Elements

Contrasting collar undersides, shirt plackets or cuff linings are one of those details that can make or break a shirt. For anything other than a casual shirt, they are not really suitable at all but at the end of the day it depends on your style. Use them wisely and they can elevate the shirt to a new standard, go overboard and you may end up looking clownish at best.
In my opinion, contrasts work best when used with subtlety and when not immediately visible, sitting in the background while the rest of the shirt shines, until it’s time for them to make a memorable appearance. Mind you, shirting contrasts are not only limited to fabrics: details such as buttons, buttonholes or threads, although in a much smaller scale, can have an enormous impact on the global aesthetic.
Personally, I try to keep fabric contrasts as simple as possible, sticking to the traditional alternatives such as a contrasting white collar or cuffs on a classic shirt or at most, a contrasting fabric on the inside of the cuff. Even though I’m not the biggest fan of contrasting elements on a shirt, some details such as a contrasting color on the ascolite thread or on selected buttonholes can make a world of a difference and become a personal trademark.

Conclusion

During the course of the series we’ve delved into the shirting universe, reviewing not only the different fabric options available, but also the production stages and manufacturing processes that result in a high-end shirt. Looking back at previous entries, it seems evident that the defining traits of a shirt’s style are a combination of all the elements mentioned up until now: while the particular style options listed above are crucial to the shirt’s aesthetic, the very choice of fabric (say, poplin or oxford) or type of construction (single needle or twin needle, for example) already dictate what the end result will be.
The intricacies of personal style and unconventional approaches to traditional rules, despite being the driving forces behind most changes in the #menswear panorama, also make it that much harder to define what belongs where and when. That being said, I hope that this article has been of help in establishing some of the guidelines that define a shirt’s style and hopefully provide some sound advice for your future purchases.
What styles or components do you look for when purchasing a shirt? Please let us know in the comments below.
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Cited from: The Shirt Style Guide — Gentleman's Gazette http://www.gentlemansgazette.com/the-shirt-style-guide/#ixzz2oPaDA22w