<<
Mio caro>> disse Jessica quando vide entrare Waldemar nella sua stanza.
Waldemar sentì che era sincera e le diede un tenero bacio.
Alla fine ha imparato ad amarmi. Ora che è troppo tardi.
Ma era davvero tardi? Quali speranze c'erano per loro?
Godersi la vita giorno per giorno, settimana per settimana, spremendo un presente che non ha futuro...
<<Non starò via a lungo. Sarò di ritorno in tempo per la nascita della nostra bambina. E se Belenos sarà vigile, le cose andranno per il meglio e per noi, per la nostra storia, potrà esserci una seconda possibilità.
Non badare a cosa dicono i maligni: "Noi ci alziamo in volo, e loro sono fermi">>
<<Eppure, Roman, io so che tu sai che io so. So gli oracoli dicono diversamente.
Dis aliter visum>>
Lui sospirò:
<<
Così mi è stato riferito. Possibili incidenti, problemi di salute e tentativi di avvelenamento. Non è certo una novità il fatto che lady Margaret e tua sorella Joelle ti vogliano morta, ma io non ho visto direttamente questo futuro. Mi è stato riferito da una fonte di cui non riesco a fidarmi del tutto, Edwina Ataris. E allora a cosa credere? Quid est veritas? Cos'è la verità?>>
Jessica teneva strette le sue mani in quelle di lui:
<<
Non mi preoccupo per me, ma per nostra figlia. Se fosse necessario, sarei pronta a sacrificarmi, per salvare lei. Una vita per un'altra vita! Salva Igraine, ti prego, questa è l'assoluta priorità!>>
Sguardi, sussuri, lampi nel buio.
E' l'ora. L'ora della consapevolezza. Meglio sarebbe stato non prevedere nulla, non sentire nulla. Meglio a chi il senso smarrì dell'essere. Meglio la stoltezza, l'indifferenza.
Forse gli idioti hanno ragione: l'unica vera felicità duratura appartiene a loro.
<<La salverò, questo è certo! E salverò anche te! Metterò ovunque guardie e persone fidate. Farò in modo che nessuno possa farti del male! Ho già dato incarico a mia madre di supervisionare tutto: lei veglierà su di te>>
Jessica percepì in lui un antico dolore:
<<
Ho fiducia in te e in tua madre, ma non mi fido di nessun altro. Ho il timore che mi accadrà qualcosa di simile a quello che successe a Virginia>>
Waldemar chiuse gli occhi per il dolore:
<<
Lo so, e non so darmi pace>>
<<
Pensi ancora a lei?>>
<<
Sì>>
<<
Dopo tutto questo tempo?>>
<<
Sempre!>>
In fondo
il vero amore era anche questo: si distingueva dagli amori falsi anche per la sua durata. Poteva passare il desiderio, poteva finire la relazione, ma l'amore spirituale no, non aveva mai fine.
Jessica comprendeva tutto questo:
<<
Mi domando se sia il momento di accettare ciò che non possiamo cambiare.
Il tempo ci porta via tutto a poco a poco, fino a che non resta niente, nessuno, in nessun luogo, mai>>
Waldemar scosse il capo:
<<
Io non mi rassegno! Io non voglio perderti, Jessica>>
<<Nemmeno io! Ma tu lo dici per amore, o per sfidare la morte?>>
Lui sospirò:
<<
Entrambe le cose. Amare vuol dire anche combattere contro la morte, per salvare chi è importante per noi. Ed io, per quanto ci abbia provato, non sono riuscito a smettere di provare qualcosa di grande per te>>
Lei si commosse e lo abbracciò.
Poi si baciarono a lungo, all'inizio con passione e poi con grande dolcezza, come mai prima di allora.
Alla fine, Jessica disse:
<<
Ho atteso così a lungo questo momento! Tu non hai idea di quale gioia mi hai dato!>>
<<
Spero che questo sia solo l'inizio>> disse lui, sapendo di mentire.
<<
Sappiamo entrambi che potrebbe restarci poco tempo. Ma anche se dovesse essere poco, sarà per noi come tutto il tempo che esiste>>
<<
Non voglio arrendermi>> disse lui <<
Bisogna essere pronti a lottare per ciò che sia ama.
Devi promettermi che sarai sempre vigile e attenta. Non fidarti di nessuno. Sii cauta. Non abbassare mai la guardia. Promettimelo, Jessica!>>
<<
Lo prometto. Ma ora recita una poesia per me. Una di quelle che hai scritto quando morì Virginia. Iniziava con queste parole: "Il freddo della stanza che raggela...">>
Lui ricordò e, sebbene troppo triste, esaudì il desiderio di lei, e pronunciò quei versi con voce grave:
<<Il freddo della stanza che raggela
e il luogo dove tu posasti lieta
ora deserto, e nel silenzio solo si sente
la loquela vana degli astanti
lungo le sale, oltre la biblioteca.
E sento che è reale solo la tua assenza,
tutto il resto è vuoto, finto, vano,
e come queste scale tutto scende,
precipita, si schianta.
Vorrei sapere a cos'è servito vivere,
amare, soffrire, gioire, combattere
se poi così presto ci si è dovuti perdere
Meglio a chi il senso smarrì dell'essere
meglio quest'ombra, questa caligine,
io voglio, io voglio adagiarmi,
in un sonno che duri infinito>>
Jessica si fermò, poiché la voce le tremava per la commozione, poi chiese:
<<Scriverai anche per me una poesia così toccante, quando morirò?>>
<<Io ti salverò, Jessica!>>
Gli occhi di lei erano pieni di lacrime:
<<Sei il migliore di tutti noi, Roman. Mi dispiace di averti fatto soffrire. So che nessun altro mi perdonerà, ma il tuo affetto mi compensa di ogni altra cosa>>
Waldemar la strinse forte a sé:
<<
Non c'è nulla di cui scusarti. Qui ad Estgoth io ho ritrovato me stesso, e scoperto le mie potenzialità, anche grazie a te! Chi mi ha sottovalutato, se ne pentirà molto presto.
Il Dormiente si è risvegliato! Da oggi inizia una Nuova Era, un Nuovo Ordine Mondiale>>
FINE - LA VICENDA PROSEGUE NEL ROMANZO "GLI INIZIATI DI ESTGOTH", DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE SU QUESTO BLOG.