giovedì 23 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 16. Alienor e Vyghar: la Principessa e il Pirata


La flotta pirata fece vela in direzione della diroccata fortezza di Linthael.
 Un tempo doveva essere stato un castello fiorente, ma ormai ne rimanevano soltanto le rovine.


Lì, su quei monti rocciosi e aridi, dove il vento del nord spazzava via anche gli alberi, erano approdati, inerpicandosi verso il covo segreto.
Alienor era distrutta, le dolevano le ossa, i piedi erano ricoperti di vesciche, la gola era inaridita dalla sete e la borraccia conteneva poca acqua. Il cibo che le davano era disgustoso e nauseante.
Se vado avanti così, sarò morta entro pochi giorni.
Da un lato la cosa non la spaventava, anzi, le pareva una liberazione. Dall’altro lato però riteneva profondamente ingiusto morire così giovane, senza aver conosciuto le gioie della vita, e in particolare l’amore.
Almeno non mi hanno inflitto violenza. Merito del Pirata Gentiluomo!


Il capo dei pirati, Vyghar di Linthael, ogni tanto tentava goffamente di essere gentile, e la proteggeva dalla massa degli altri uomini, che erano come tante belve affamate.
Parlavano dei dialetti a lei sconosciuti, erano quasi tutti dei Mezzosangue.
La vita non è stata generosa con loro… nessuno vuole avere a che fare con i Mezzosangue…
Se il mondo li respingeva, allora essi imparavano ad odiare il mondo, e a non avere pietà.
Ma nemmeno i miei antenati, i Re Barbari del passato, conoscevano la pietà.
Alienor l’aveva sempre saputo: discendere da quei re, significava portare nel proprio sangue l’eredità della barbarie con cui essi avevano ucciso, violentato, saccheggiato, distrutto.
Forse io devo scontare la pena anche per loro…
Si guardò intorno, le montagne erano alte e ricoperte di arbusti… solo in certi punti c’era ancora il bosco. Non a caso quelle montagne erano chiamate i Denti del Drago. Erano un luogo impervio, duro, sassoso. Nessuno aveva mai voluto colonizzare territori come questi: i pochi sentieri erano stati creati dai fuorilegge, che qui da sempre si nascondevano e da qui partivano per compiere le loro razzie.
Qualcuno mi starà cercando? Almeno mio padre, avrà mandato i suoi uomini migliori a salvarmi… ma Ser Gahel potrebbe averlo depistato! 


Come posso essere stata innamorata di un simile traditore?
Era bello, Ser Gahel, ma nascondeva un'anima vile.
Al contrario, lei sentiva si sentiva ora esteriormente mostruosa, e anche se non si era potuta guardare allo specchio, immaginava l’orribile spettacolo che doveva mostrare così ridotta.
Ho dato troppa importanza alla bellezza, e solo ora mi rendo conto che basta un niente per perderla e rimanere a mani vuote!


Ma in fondo, ormai, anche quello contava poco. Se la morte era vicina, come Alienor pensava, allora tutto il resto era vano.
Ho avuto una bella vita? Sì, sono stata una privilegiata…e se metto in una bilancia le gioie da una parte e i dolori dall’altra, persino ora riesco ad ottenere almeno un pareggio…
E se la morte le appariva come una soluzione, rimaneva l’eterno dubbio: cosa c’era dopo?
Alienor non aveva mai mostrato molta devozione nei confronti degli Dei degli Alfar, così come non si era convertita alla religione dei Lathear.
Spero che dopo la morte non ci sia più niente. Un eterno nulla, una quiete che nessuno possa turbare.
E se così non fosse stato? Se avevano ragione i preti o i druidi o gli altri sacerdoti… come l’avrebbero giudicata gli Dei… in particolare Eclion, il sole!
Ammesso che Eclion sia veramente il dio del sole!


Le sembrava impossibile che quel punto rosso che stava incominciando a tramontare fra le creste dei monti potesse essere un dio.
Ah, ecco come è andata a finire la tanto sbandierata profezia… Se tutti quei veggenti potessero sapere come è ridotta la Fanciulla delle nevi…
Alienor si chiedeva come erano potuti essere tutti così sciocchi da credere a una cosa simile.
Ad un certo punto sentì che da dietro la stava raggiungendo Vyghar. 
«Cara principessa, benvenuta nella mia umile dimora!»
Alienor lo guardò poco convinta:
«Io vedo solo un ammasso di rovine»
Il pirata le rivolse un'occhiataccia sdegnata: «Il castello di Linthael fu costruito quando ancora i vostri Alfar vivevano nelle caverne!»
La principessa continuò a fissare il rudere:
«Può essere, ma ormai esiste più nessun castello!»
Vyghar le puntò in faccia un indice accusatorio:
«Se non esiste più nessun castello, devo dire grazie a vostro nonno Harald! Dopo la battaglia di Elenna sul Dhain, l'anno della Primavera di Sangue, re Harald sguinzagliò i suoi Alfar alla ricerca di Sephir Eclionner, che a quanto pare se l'era data a gambe... anche se in realtà una delle sue gambe era messa piuttosto male... ah ah! Ma questo non c'entra, o meglio, potrebbe entrarci in futuro... lo Sciancato mi ha fatto una bella offerta per voi! Ma sto divagando... dicevo che quella marmaglia Alfar giunse fin qui, al castello dei miei avi e...»
E qui lo sguardo del pirata si fece improvvisamente serio.
«...e lo incendiarono...»


Alienor, provò un senso di vergogna per la barbarie del re suo nonno:
«Perché lo fecero?» 
Il pirata scrollò le spalle:
«Avevamo dato asilo a Sephir Eclionner! Quel maledetto Sciancato era stato messo in salvo dagli Albini del Conte di Gothian, che lo portarono qui, perché... beh, il perché non è affar vostro...!»
La principessa era rimasta colpita dal riferimento a Lord Fenrik:
«Allora è vera questa storia del Conte che ha risparmiato Sephir Eclionner! E dire che Marigold aveva sempre negato...»
Vyghar le lanciò un'occhiataccia:
«Benvenuta nel mondo reale, Altezza! Nel mondo dove non ci si può e non ci si deve fidare di nessuno! Guardate cosa resta del castello dei miei avi... ecco, dei miei genitori non restano nemmeno le ossa! Io ero in barca, a pescare con alcuni amici: e vidi da lontano la fine della mia casa e della mia stirpe... e questo solo perché mia madre era... no, lasciamo perdere... queste cose non vi riguardano. L'unica cosa che vi riguarda è che vostro nonno è stato l'esecutore materiale della rovina della mia famiglia e dei suoi possedimenti»
Non c'era altro da aggiungere. Alienor sapeva che nessuna parola avrebbe potuto cancellare quel peccato originale. 
Vyghar scosse la testa: «Non ce l'ho con voi. Persino Sephir Eclionner è soltanto uno dei mille tasselli di un mosaico che voi non conoscete e forse nessuno conosce del tutto, tranne la Dama Gialla. Se persino io a volte non riesco a capire chi siano i miei committenti e quali siano i loro piani, come potete pensare di capirlo voi? Io ormai mi limito solo a contare i soldi: è un’attività che trovo estremamente divertente, specie quando sono dei dobloni d’oro. E non mi importa se in quei dobloni ci sia la faccia di Ellis o quella di vostro padre. E’ l’oro quello che conta!»
Alienor era urtata da quel cinismo materialista: «Ci sono cose che valgono di più dell’oro!»
 «Sì certo, Altezza, ma costano un sacco di soldi!»
La principessa non poté evitare di sorridere alla battuta:
 «E il gioco del Trono non vi attira?»
Il pirata le rivolse un sorriso di ammirazione:
«Un gioco per menti raffinate, mia dolce Alienor. Io avrei anche qualche titolo per parteciparvi, ma ho imparato a stare al mio posto. Il mio gioco è contare i soldi, e il vostro è quello di essere una pedina in una partita a scacchi che dura da quasi mille anni!»
La principessa ricambiò il sorriso:
«Persino una pedina può dare scacco al Re!»
Il pirata rise: «Ah, ahSono contento che abbiate ancora intuizioni interessanti. L’ironia potrebbe salvarvi dalla follia, o dalla consunzione. Ma non fatevi troppe illusioni: avete ben altri nemici, oltre ad Ellis: gente che lavora nell’ombra, che ci può divorare tutti in un solo boccone!»
«E voi da che parte state?»
«Dalla parte di chi mi paga meglio, naturalmente!»
Alienor non ebbe più la forza di replicare, anche perché il pirata, pur nella sua durezza, aveva parlato fin troppo onestamente.