Il Castello di Gothian era enorme e spaventoso.
Non aveva mura. Non ne aveva bisogno, poiché sorgeva su un'alta montagna, in mezzo ad una desolazione di tundra semi-ghiacciata.
La parte più alta, la roccaforte vera e propria, era chiamata Acrogoth,
Nell'Acrogoth c'era la residenza della famiglia dei Conti di Gothian e la Sala del Trono.
Al di sotto vi erano altre torri e altre fortezze, alcune delle quali avevano una funzione principalmente difensiva, mentre altre costituivano la residenza di quella parte dell'Aristocrazia Albina dei Vampiri di Gothian che vivevano a corte.
Intorno al Castello di Gothian vi era una voragine, superabile solo tramite piccoli ponti pericolanti, tenuti costantemente sotto controllo.
Lì fuori, a fare la guardia, c'erano gigantesche guardie in armatura.
La guarnigione difensiva del Castello di Gothian era composta da vari tipi di eserciti.
Al livello più basso c'erano i Ghoul, che di fatto erano degli zombie.
Poi c'erano gli Ogres e i Goblin.
Al vertice c'erano i Vampiri, che a volte cavalcavano draghi in grado di emettere ghiaccio così freddo da bruciare più del fuoco.
All'esterno c'erano enormi e stupidi troll, completamente soggiogati dai vampiri Albini.
Il comando della guarnigione, così come di tutti gli eserciti di Gothian, spettava sempre alla cosiddetta Fratellanza Bianca, o Aristocrazia Bianca, cioè ai Vampiri Albini, quelli che erano nati come Alfar ed erano stati vampirizzati in seguito, assumendo i tipici tratti degli albini, con capelli bianchi e occhi rossi.
Joelle Burke-Roche e Vlad Dracula furono ricevuti con tutti gli onori nella sala del trono, dove lady Herbertha Von Steinberg, Contessa di Gothian, sedeva su un trono di marmo nero, istoriato con sculture terrificanti dai volti mostruosi.
<<Piacere di rivederti, zio Vlad>>
Herbertha Von Steinberg era figlia di Valeria Dracula, una delle sorelle di Vlad, e di Herbert Von Steinberg, un nobile tedesco.
Era divenuta Contessa di Gothian per ordine del Signore Gothar in persona, che l'aveva scelta come amante, e le aveva dato due figli.
Vlad Dracula, che non si era inchinato mai davanti a nessuno, si inginocchiò di fronte alla Contessa di Gothian, e invitò Joelle a fare altrettanto.
Herbertha notò la ritrosia di Joelle ad inginocchiarsi:
<<E così questa è la Prescelta>>
Vlad annuì:
<<Sì, è lei che sconfiggerà Lord Waldemar e ci assicurerà la vittoria>>
Joelle per un attimo si chiese cosa stava facendo in quel luogo.
Improvvisamente tutta la sua vita le era ricomparsa davanti, come la pellicola di un film.
Qual'è stata la concatenazione di eventi che mi ha condotto fino a qui, di fronte a questa creatura mostruosa?
Forse il momento discriminante era stato quello della morte dei suoi genitori.
Lei era una bambina di cinque anni, quando suo padre e sua madre erano stati uccisi.
Ricordava vagamente una ninna nanna che sua madre le cantava:
"C'era una fanciulla / rossa come l'autunno / col tramonto nei capelli".
Parlava di se stessa, sua madre, in quella canzone, ora Joelle se ne rendeva conto.
Sua madre era stata una vittima.
Marie Claire Tessier, questo era il suo nome, ma per gli Iniziati era soltanto l'anello di una catena nell'ambito del Programma Genetico. Le avevano già scelto il marito prima ancora che nascesse. Le avevano portato via le figlie. E quando non serviva più a niente, l'avevano tolta di mezzo. Ma lei era morta molto tempo prima, era morta dentro e forse la sua vita non le era mai appartenuta davvero.
Dov'era la vita che voleva vivere? Chi l'aveva vissuta al posto suo?
Sto forse commettendo lo stesso errore di mia madre e delle mie sorelle? Sono diventata anch'io soltanto uno strumento nelle mani di altri?
La Contessa di Gothian, dopo averla fissata per un po', come per valutare se l'aspetto di quella ragazza fosse all'altezza delle grandi aspettative che tutti nutrivano sul suo conto, le chiese:
<<Hai avviato la tua trasformazione in Vampiro, Joelle?>>
<<Solo come Vampiro Psichico, ma per il resto sono ancora umana. E non ho ancora deciso se portare a termine quella trasformazione. Magari più avanti, ma adesso sono ancora giovane, vorrei prima vivere come un essere umano>>
<<Pensi che noi Vampiri siamo peggio di voi mortali?>>
<<Non lo so. Ma siete diversi, questo sì>>
<<Siamo uguali, ma diversi. Un ossimoro>>
<<Il vostro aspetto incute timore>>
Herbertha sorrise freddamente, mostrando i canini appuntiti:
<<Dicono che noi Vampiri siamo crudeli. Che sciocchezza! E' il mondo che è crudele... è la vita che è crudele... crudele e vana, ma più che altro crudele.
Al contrario la Non-Morte è giusta ed equa: noi non invecchiamo, noi non ci ammaliamo e per definizione non moriamo. Possiamo essere uccisi, questo sì. E allora è necessario imparare a difendersi, e non solo fisicamente. Un Vampiro non deve mai abbassare la guardia.
Dobbiamo difenderci da tutto ciò che ci rende vulnerabili.
L'amore è una di queste cose.
Possiamo concederci il piacere, ma senza coinvolgimento emotivo.
Il nostro cuore di Vampiri è fermo e freddo, e questo ci aiuta.
Forse tutto questo adesso ti sembrerà eccessivo, ma presto capirai da sola una delle più importanti lezioni della vita: l'amore è un veleno, un dolce veleno, certo, ma un veleno che uccide>>
Joelle ripensò ancora una volta a sua madre. Si chiese se lei e suo padre si fossero veramente amati, nonostante tutto. C'era stato affetto, forse attrazione... ma l'amore?
Esiste davvero il "grande amore", così come è descritto nei romanzi? O è solo l'entusiasmo che ci prende quando crediamo di aver trovato l'anima gemella, e poi dopo un po' scopriamo che era solo l'idealizzazione di una creatura piena di limiti.
Virginia e Waldemar si erano davvero amati? Oppure era stata solo una favola bella?
Non esiste per davvero un amore così! Nella vita vera non c'è un amore così...
Eppure qualcosa dentro di lei la invitava alla cautela:
<<Ma non vi manca la perduta umanità? La condizione umana?>>
La Contessa di Gothian inarcò le sopracciglia:
<<Io non ho mai capito perché c'è gente che si affanna tanto per salvare l'umanità.
Ma davvero l'umanità merita di essere salvata?
Bisogna proprio amarla molto, l'umanità, per pensare una cosa del genere, perché presi uno per uno gli umani sono insopportabili.
E lo dico proprio perché anche io ero umana.
Credo sia evidente a tutti che la condizione umana è tremendamente precaria e limitata.
Noi siamo andati oltre. Siamo l'Oltreuomo. Siamo al di là del Bene e del Male. Ciò che eravamo prima era solo un embrione. Non si può avere memoria di quella fase e pertanto non se ne ha alcun rimpianto. Un Vampiro che rimpiangesse la condizione umana sarebbe come un uomo che preferisse stare sempre in posizione fetale. Non può essere un desiderio sano>>
Joelle si limitò a fissare gli occhi rossi, disumani, di colei che un tempo era stata la nipote di Vlad.
Herbertha si rivolse all'Albino bellissimo che le stava al fianco:
<<Ti presento mio figlio, lord Fenrik von Steinberg, Conte di Gothian. Sarà lui ad occuparsi, personalmente, del tuo addestramento, mia cara Joelle>>
Joelle lo osservò con interesse;
<<Lord Fenrik di Gothian, finalmente ci incontriamo! Vlad mi ha raccontato storie terribili sul vostro conto>>
<<Forse perché è invidioso. In fondo io sono figlio del Signore Gothar, e questo fa di me qualcosa di più rispetto a ciò che è lui>>
Vlad rimase impassibile, ma Joelle ebbe la risposta pronta:
<<Eppure persino tu hai bisogno del mio aiuto, per far fuori Waldemar>>
Fenrik fece un gesto vago e lento:
<<Waldemar ha dalla sua la protezione di Atar e di Belenos, i Signori del Bene>>
Joelle continuò ad insistere, come era nella sua natura:
<<Se questi Signori del Bene sono così potenti come dicono di essere, allora come mai il mondo è così crudele e ingiusto?>>
Il Conte di Gothian si concesse un sorriso ironico:
<<Forse a causa di persone come te, che pur avendo avuto tutto dalla vita, scelgono di stare dalla parte dei Signori della Tenebra>>
Joelle lo fissò con quel suo sguardo che sembrava mettere a nudo l'anima dei suoi interlocutori:
<<Non ci sono persone come me. Ci sono io, e basta!>>
<<E i tuoi cloni?>> ribatté Fenrik
<<Esperimenti falliti. Dicevano che Jennifer sarebbe stata valorosa. Sì... una valorosa imbecille...>>
Fenrik sorrise, snudando i canini:
<<Bene! Forse tu sei davvero colei che aspettavamo da tempo. Colei che il Supremo Deva Ahriman ci aveva promesso. Se sconfiggerai Waldemar, metà di questo pianeta sarà tuo, e potrai farci tutto quello che vorrai. Sei destinata a fondare un Impero e una Dinastia che durerà migliaia di anni, e per tutto quel tempo ti venererà, poiché quando la tua trasformazione sarà compiuta, mille anni saranno meno di un battito di ciglia>>