Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
giovedì 31 gennaio 2013
Gli eredi di Gothian. Capitolo 21. L'Ultima Thule.
Quella sera Daemon Iceblood di Gothian non riuscì a vedere il sole di mezzanotte. Le nubi si erano addensate sopra il fiume ghiacciato e i raggi si rifrangevano in colori suggestivi: indaco, blu oltremare, e quell'azzurro che faceva apparire i blocchi di ghiaccio come splendidi zaffiri. Certo tutto questo era nulla rispetto all'aurora boreale, ma bisognava ammettere che ogni giorno donava colori nuovi, e nuove emozioni, quando la luce si rifrangeva tra le nuvole e il ghiaccio, lassù, all'Ultima Thule.
C'era una canzone che riassumeva bene le emozioni e i ricordi che Daemon Iceblood, che nella sua gioventù aveva cercato il Passaggio a Nord Ovest, navigando tra quegli iceberg, belli come diamanti.
Io che ho doppiato tre volte Capo Horn
e ho navigato sette volte i sette mari
e ho visto mostri ed animali rari,
l'anfesibena, le sirene, l'unicorno.
Io che tornavo fiero ad ogni porto
dopo una lotta, dopo un arrembaggio,
non son più quello e non ho più il coraggio
di veleggiare su un vascello morto.
Dov'è la ciurma che mi accompagnava
e assecondava ogni ribalderia?
Dov'è la forza che ci circondava?
Ora si è spenta ormai, sparita via.
Guardo le vele pendere afflosciate
con i cordami a penzolar nel vuoto,
che sbatton lenti contro le murate
con un moto continuo, senza scopo.
E vedo in aria un'insensata danza
di strani uccelli contro il cielo bigio
cantare un canto in questo mondo grigio,
un canto sordo ormai, senza speranza.
E qui da solo penso al mio passato,
vado a ritroso e frugo la mia vita,
una saga smarrita ed infinita
di quel che ho fatto, di quello che è stato.
Le verità non vere in cui credevo
scoppiavano spargendosi d'intorno,
ma altre ne avevo e giorno dopo giorno
se morivo più forte rinascevo.
E ora son solo e non ho più il conforto
di amici andati e sempre più mi assale
la noia a vuotar l'ultimo boccale
come un pensiero che mi si è ritorto.
Ma ancora farò vela e partirò
io da solo, e anche se sfinito,
la prua indirizzo verso l'infinito
che prima o poi, lo so, raggiungerò.
L'Ultima Thule attende al Nord estremo,
regno di ghiaccio eterno, senza vita,
e lassù questa mia sarà finita
nel freddo dove tutti finiremo.
L'Ultima Thule attende e dentro il fiordo
si spegnerà per sempre ogni passione,
si perderà in un'ultima canzone
di me e della mia nave anche il ricordo.
(Francesco Guccini)
Ogni volta che la cantava, suonando l'arpa, nelle notti luminose e insonni dell'Artico, gli venivano i brividi.
Aveva navigato, aveva esplorato, aveva cercato di dare un senso alla propria vita e al mondo intero, ma non era approdato a nulla.
Il porto accende ad altri i suoi lumi; me al largo sospinge ancora il non domato spirito, e della vita il doloroso amore.
Questi erano i pensieri di Daemon Iceblood, mentre contemplava, con gli occhi viola velati dalla commozione, i ghiacci eterni dove gli Albini si erano ritirati per sopravvivere alla conquista da parte dei legionari Keltar, nella loro guerra santa contro i vampiri.
Lo spirito guerriero che gli ruggiva dentro lo avrebbe spinto ad una battaglia campale, ma non era ancora il momento. Quello era stato l'errore commesso da suo padre, Lord Fenrik, Conte di Gothian.
Aver allontanato Ellis da Gothian è già stato un grande successo. Presto Marigold preparerà le condizioni per la riconquista del castello dei miei antenati.
Sarebbe stato il primo passo di una strategia "a tenaglia", in cui i vampiri albini avrebbero colpito da Nord e gli elfi oscuri da Sud, per ripristinare l'indipendenza della contea di Gothian e del regno degli Alfar dall'occupazione dei fanatici seguaci di Marvin Vorkidian e del suo braccio spirituale, l'Organizzazione Missionaria.
Mia sorella riderebbe di me, se sapesse con quale stato d'animo rifletto sulle strategie future.
Daenerys, la Divoratrice di Cuori, era molto diversa da suo fratello.
Io sono riflessivo, lei è impulsiva. Io sono contorto, lei è diretta. Io patisco la mia natura di vampiro, e non bevo il sangue umano. Lei invece è fiera di essere una non-morta, e il sangue umano non le basta: deve divorare il cuore delle sue vittime.
Era lei il terrore dei ghiacci, Daenerys Hearteater, la Divoratrice di Cuori.
E dire che quando non cedeva a quel disgustoso istinto, sembrava una semplice fanciulla, ferma all'età adolescenziale in cui aveva ricevuto, col morso del vampiro, l'immortalità e l'eterna giovinezza.
Daenerys assomigliava fisicamente molto alla loro madre, Rhaella Targaryen.
Mia madre però era dolce e silenziosa.
Si ricordava ancora la sua tristezza, il giorno in cui Lord Fenrik aveva deciso di tramutarsi definitivamente in vampiro.
Giunsero da ogni angolo della terra a portare dei doni. Quando i sacerdoti del dio Gothar, signore dei ghiacci, le donarono incenso e balsami, ella li accettò, e li ponderò nel suo cuore. Li ponderò, ma non se ne rallegrò, perché erano presagi di morte e sepoltura.
E lo furono per davvero.
Ma era inutile tornare su questi ricordi.
Lui e Daenerys, per quanto diversi, erano uniti da un legame profondo, sotterraneo.
Lei è l'altra parte di me.
Non erano amanti, però. Aborrivano il crimine di Ellis Eclionner.
Il profondo, fraterno e tenero affetto che li univa, nonostante le differenze e le liti, era un sentimento puro, qualcosa che aiutava a riequilibrare le loro anime, e a tenerle vive.
L'Ultima Thule era anche questo. Un luogo dell'anima, prima di ogni altra cosa.
Chi non è stato qui non può capire. Noi siamo l'ultimo mito rimasto sulla Terra.
Dopo che il castello di Gothian era stato profanato, la Thule era rimasta l'ultimo luogo sacro per la Fratellanza Bianca. Lì c'erano le porte di Agharti, lì si custodiva il Graal, lì l'energia tellurica poteva incontrare quella siderale, per plasmare nuove creature.
Noi non siamo scienziati, ma siamo inventori. Non siamo dèi, ma siamo creatori.
Cast
Harry Loyd (Vyserys Targaryen) - Daemon Iceblood di Gothian
Emilia Clarke (Daenerys Targaryen) - Daenerys Hearteater di Gothian, la Divoratrice di Cuori.
Gli eredi di Gothian. Capitolo 20. Riunione del clan dei Fuscivarian
L'abitazione principale del clan dei Fuscivarian era in stile nipponico, poiché il loro clan era originario dell'impero giapponese, nel Continente Orientale. Il loro cognome, all'epoca, era Fujiwara.
Erano migrati a Lathena quando una congiura di palazzo aveva fatto cadere in disgrazia la loro famiglia presso il Trono del Crisantemo. Il clan che successivamente si era impadronito del potere, ottenendo l'appannaggio della carica di shogun, erano i Tokugawa, che ancora esercitavano la loro egemonia sul Continente Orientale.
I Fujiwara, divenuti Fuscivarian per una latinizzazione del loro cognome, erano riusciti ad acquisire un ruolo analogo presso la Dinastia imperiale Eclionner, a cui erano legati da fittissimi vincoli di parentela tramite una fruttuosa politica matrimoniale.
Albero genealogico e legami tra la dinastia Eclionner e il clan dei Fuscivarian (Fujiwara)
(in grassetto sono indicati i personaggi ancora in vita)
_______________________________________
| | |
Wechtigar XVI Barbablù Vorian Eclionner Diana Eclionner
+ + +
Sophie Tessier-Ashpool Melania Orwell William Richese
| | !
Sen. Sibelius Fuscivarian Sephir Eclionner Ivar Eclionner Helena Richese
| + + +
Kato Fuscivarian - - - Wensy Fuscivarian - - - Susan Fuscivarian Conte di Linthael
+ ________ |________ _ _ _!_____ |
Jessica | ! | | Vyghar
Antares Masrek --- --+ ----Ellis Eclionner-+ Elner X Irulan di Linthael
_| _ + | Eclionner
| | Lilieth Vorkidian Elner XI
Hito Leto | +
Fuscivarian Marvin Alienor di Alfarian
+ Vorkidian |
Chani Corrino + Eleanor Eclionner
Igraine Fenmore
Igraine Fenmore
A Susan Fuscivarian pareva che il suo clan fosse decaduto a causa dell'alleanza matrimoniale con gli Eclionner.
Persino Melania, la madre del divino Arexatan, lo riconobbe. Quando il dio Eclion la visitò e la prescelse come madre di suo figlio e della sua Dinastia, Melania accettò con umiltà, ma non ne gioì, perché sentiva in quel destino un presagio di morte.
E così ora capitava a lei.
Susan aveva 65 anni, portati dignitosamente.
Per quasi tutta la sua vita era stata una figura di secondo piano. Il padre Sibelius aveva accentrato su di sé tutti i poteri. Il marito Ivar Eclionner era morto giovane, lasciando Susan con tre figli da allevare.
In quel periodo tutta la gloria e l'attenzione era riservata alla sua bellissima sorella maggiore, Wensy Fuscivarian, Principessa della Corona, in quanto moglie dell'allora erede al trono Sephir Eclionner, e madre di Masrek ed Ellis.
Nell'anno della Primavera di Sangue (the Bloody Spring, la chiamavano gli Alfar) la vita del clan Fuscivarian e quindi anche di Susan fu completamente sconvolta da una serie di eventi orchestrati dal vecchio senatore Sibelius.
Sephir aveva scoperto la tresca incestuosa tra Masrek ed Ellis, e aveva costretto il primo a seguirlo in guerra e la seconda a trovarsi marito il prima possibile, essendo rimasta incinta.
Dopo la sconfitta di Sephir, mio padre convinse l'imperatore Wechtigar XVI a diseredare il principe, e persuase lo stesso Sephir a tenere Masrek lontano dalla corte, facendo credere che fosse morto, altrimenti avrebbe rivelato lo scandalo dell'incesto.
Susan credeva che suo padre non avrebbe osato andare oltre e dava per scontato che Wensy fosse d'accordo con lui.
Wensy invece non voleva rassegnarsi all'idea della morte del figlio. E nostro padre la spinse giù dalla torre.
Per quanto i rapporti con Wensy non fossero mai stati calorosi, Susan rimase comunque sconvolta dalla sua morte e dal ruolo che il loro stesso padre aveva avuto in quella morte.
Da quel momento tutto è precipitato. Wechtigar venne avvelenato. Del ramo primogenito rimaneva soltanto Ellis, che era sposata con mio figlio, Elner X. Avrei potuto essere l'imperatrice madre, ma anche mio figlio fu avvelenato.
La mandante dell'avvelenamento era stata Ellis, la quale poi aveva assunto su di sé un potere assoluto, come reggente per il figlio avuto da Masrek, chiamato Elner XI per legittimarne la nascita.
Mio figlio fu imperatore per pochi mesi, poi, dopo il suo avvelenamento, io e le mie figlie fummo allontanate da corte, e tornammo a vivere nella residenza dei Fuscivarian.
Durante tutto il lungo, gramo periodo della Reggenza di Ellis, la principessa Susan non ebbe alcuna importanza di carattere politico e nemmeno di tipo mondano e le sue figlie Irulan ed Eilan, principesse imperiali del sangue Eclionner, non riuscirono a trovare marito.
Diciotto anni di umiliazioni. Io e le mie figlie eravamo sole, dimenticate da tutti, disprezzate, emarginate.
Si era ormai rassegnata al peggio, quando ci fu il miracolo.
Elner XI ritirava a sua madre Ellis la reggenza e la spediva in esili. Tutti i giochi, da quel momento si sono riaperti.
Susan era una delle più esperte conoscitrici delle regole dell Gioco del Trono ed anche un'abile simulatrice e dissimulatrice. Partecipava a due congiure opposte tra loro: era alleata con Elner XI contro Marvin, ma anche con la madre di Marvin contro Elner XI, nella speranza di favorire l'ascesa indiscussa di sua figlia Irulan sul trono imperiale.
L'unico problema era riuscire a trovare un marito degno di sua figlia, che le portasse prestigio e potere, ma che non pretendesse di comandare al suo posto.
Un candidato naturale a quel ruolo c'era: suo nipote Leto Fuscivarian, un giovane di grandi qualità, ma molto umile e prudente. L'unico suo difetto era di avere una madre molto ambiziosa, lady Jessica Antares, che sicuramente avrebbe costituito un grande ostacolo per Irulan.
Comunque, per ora anche Jessica ha tutto da guadagnare nel seguire il mio piano. Il resto si vedrà al momento opportuno.
Cast
Susan Sarandon (Wensicia Corrino) - Susan Fuscivarian (Fujiwara)
Elizabeth von Wittelsbach (Sissi) - Wensy Fuscivarian (Fujiwara)
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