16 agosto 1992 - Cortile interno del Maniero/Villa Orsini - Casemurate (Forlì)
Diana Orsini stava per concludere il suo racconto di fronte alle tre figlie, che avevano ascoltato, incredule e sbalordite, nel cortile interno del castello neogotico fatto costruire tra il 1880 e il 1895 intorno a ciò che rimaneva dell'antica Villa Orsini (come, del resto, era ancora chiamato).
Il famigerato conte Ippolito Orsini, nonno di Diana, si era ispirato all'Holly Village londinese del 1865, pagando a peso d'oro le consulenze di uno degli architetti che avevano partecipato al progetto e consumando così ciò che restava delle finanze degli Orsini.
Lo ripetiamo non per abusare della pazienza dei nostri lettori, ma per prepararli al fatto che, proprio in questo capitolo, scopriranno che quella fu la minore delle colpe del conte Ippolito.
Dunque, Diana aveva riferito alle figlie tutto ciò che Clara Torricelli vedova Ricci, la loro defunta nonna paterna, in punto di morte, aveva confessato alla stessa Diana, sua nuora, riguardo all'incontro con Liliana Bergantini, l'antica governante di cui nessuna di loro aveva mai sentito parlare.
La linea del tempo era triplice: nel 1910 Liliana aveva parlato a Clara, nel 1984, Clara aveva rivelato la verità a Diana, la quale infine, nell'estate del 1992, a causa della ricomparsa degli Iniziati, si era vista costretta a riferire quella storia alle sue figlie.
Le aveva pregate di ascoltare in silenzio, perché altrimenti si rischiava di disperdere energie e tempo su questioni secondarie, ma ormai mancava solo un ultimo tassello per completare il mosaico e prima di inserirlo, sapendo gli effetti che avrebbe provocato, volle sondare il terreno, e quindi disse:
<<Clara è morta prima di finire il suo racconto, ma ha lasciato i suoi diari. Per alcuni anni mi sono rifiutata di leggerli. Poi non ho resistito alla tentazione, ma ho scoperto che c'era molta reticenza nel riferire alcune questioni scottanti. Usava perfino un linguaggio cifrato, ma comprensibile per chi avesse conosciuto la premessa.
Vi farò alcuni esempi, nei quali sono contenute delle rivelazioni che mi hanno sconvolto.
Però prima di proseguire, vorrei conoscere il vostro stato d'animo>>
La prima a parlare fu la sorella più giovane, Isabella Zanetti, la scettica di famiglia:
<<Senti, mamma, fintanto che si parlava di presunte società segrete, potevo anche credere che esistessero, ma che non mi si venga a parlare di fenomeni sovrannaturali, perché io non ci credo neanche se trovo un fantasma sotto il letto.
Sai come dicono in Sicilia? "Bisogna saper distinguere la luce delle stelle da quella delle lampare": Io non mi lascio trascinare nella loro rete di farneticazioni!
La nonna Clara, pace all'anima sua, era una donna impressionabile, chissà cos'avrà pensato di vedere o di sapere!
Per me tutta 'sta storia se l'è sognata una notte in cui aveva mangiato troppo>>
Margherita Spreti, già visibilmente sdegnata per il fatto che, pur essendo la sorella maggiore, con diritto di precedenza (esistente ormai solo nella sua testa), Isabella avesse osato parlare per prima, proprio lei che era la più piccola delle tre, si offese ulteriormente perché sua sorella metteva in dubbio le fonti da lei stessa presentate il giorno prima a Villa Erbosa.
Insorse, agitando, per l'ennesima volta, le lettere degli Orsini di Roma:
<<E queste allora? Carta canta! Nero su bianco! Parlano anche loro di entità sovrannaturali, ma non sono fantasmi! Sono qualcosa di paragonabile ad angeli e demoni.
Ne citano ben quattro: Atar, Belenos, Eclion e Gothar!
E allora come la mettiamo? Ci sono due resoconti: i diari di nonna Clara e le lettere dei Duchi di Bracciano e Gravina, nei quali sono citati gli stessi nomi.
Ed esiste anche un terzo indizio, che Silvia ci ha raccontato: quando Francesco era giovane, fece una seduta spiritica con sua zia Anita, suo zio Edoardo e suo fratello Lorenzo, e venne fuori il nome di Eclion.
Tre indizi fanno una prova, Isabella!>>
La contessa Zanetti non ne voleva sapere:
<< Ma una prova di cosa? Pensi davvero che ci sia Satana, o chi per lui, a Confluentia?
Avanti, sono vecchiette che si dedicano alla lettura dei Tarocchi, all'erboristeria e alla cura dei gatti! Se anche avessero fatto riti pagani un secolo fa, adesso non ne fanno più.
Non hanno più novizie, sono rimaste in tre e avranno cent'anni per gamba!
Su, siamo seri!
Dovremmo aver paura di tre vecchiette e quattro gatti in una stamberga?>>
Margherita, di carattere ostinato, non mollava l'osso:
<<E tu che ne sai? Qual è l'ultima volta che sei stata a Confluentia? Mai! Non ci sei mai stata!
Così come nessun altro di noi.
Il nonno Achille disse che il Patto con le Anziane, era che ognuno si facesse gli affari propri, ma non sappiamo che cosa in effetti abbiano fatto.
Chi di noi ha visitato Confluentia negli ultimi cinquant'anni?>>
Silvia sospirò:
<<Roberto, quando era bambino. L'Elvira gli ha letto i Tarocchi, lui non sapeva neanche che cosa fossero. Lei però deve avergli "predetto" chissà quali disgrazie, tranne la febbre alta che gli è venuta improvvisamente proprio quella sera. Nel sonno vaneggiava, diceva cose senza senso e nomi sconosciuti: Carcosa, il Re Giallo, la Seconda Luna...
Francesco mi ha detto che quei nomi erano presenti nei racconti o nei romanzi di alcuni padri della fantascienza o comunque del genere fantastico americano.
La cosa strana è che lui non glieli aveva ancora fatti leggere: aspettava che Roberto non avesse più paura del buio. E infatti ha dovuto aspettare molto.
Mentre parlavamo, il sonno di Roberto è diventato regolare e la mattina dopo non aveva più febbre, ma si era dimenticato tutti i sogni.
Gli ho raccontato cos'ha detto nel sonno e ho chiesto se sapeva cosa significassero quelle espressioni, ma lui non lo sapeva. I romanzi li ha letti anni dopo.
Ma nella sua memoria quei nomi c'erano già! Come se suo padre glieli avesse trasmessi per via genetica. Lo so che è impossibile, ma i libri erano sotto chiave, non può averli letti, né sentito parlare di loro. Forse mi ha mentito, ma non credo, perché se mente lo fa per tranquillizzarmi, non per farmi preoccupare...>>
Isabella sbuffò:
<<Tu sai che io voglio bene a Roberto come se fosse mio figlio, ma devi ammettere che è sempre stato un ragazzo strano... con la testa tra le nuvole, eccentrico, proprio come suo padre, e suo zio, naturalmente... ed è questa la cosa che mi preoccupa!>>
Silvia, da brava chioccia, arruffò le piume:
<<Come sarebbe a dire "è sempre stato un ragazzo strano"? Lui era normalissimo, prima che quella strega di Ida Braghiri lo mandasse dall'Elvira! Tu bada piuttosto a tuo marito, che parla da solo!>>
Margherita le diede manforte:
<<E' vero Isabella. Saverio parla da solo, ma non due parole soltanto, fa degli interi discorsi.
Una volta l'ho sentito che parlava con sua mamma, che è morta tre anni fa e la rimproverava di aver sempre voluto più bene a Nevio che a lui.
E l'ho sentito altre due volte che litigava con Stenio per quei quattro soldi che non gli ha restituito...>>
Isabella volle precisare:
<<Erano dieci milioni di lire! E Stenio non ci ha restituito neanche un centesimo!>>
Margherita le puntò l'indice contro:
<<Per forza! E' morto! E non aveva eredi! La sua casa era in affitto e non c'erano contanti.
A meno che Saverio non creda di essere un medium, non potrà certo sperare che Stenio torni dall'Aldilà per restituirgli i soldi!>>
Isabella, che era ancor più cocciuta di Margherita, volle l'ultima parola:
<<Sì, sì, lo so che il tuo Amilcare fa battute di questo tipo su Saverio, non è una novità, è una vita che gli ride dietro, ma io dico: ride bene chi ride ultimo! E a ridere per ultimo sarà Saverio!>>
Silvia concluse:
<<Può darsi, ma non sempre sopravvivere è la cosa migliore. Comunque mio figlio non si tocca!
A rimproverarlo ci penso io, e credetemi lo faccio molto spesso. Gli bastano già i miei rimproveri, per riportarlo con i piedi per terra. E non osare paragonarlo mai più a Lorenzo!>>
Isabella si chiuse in un silenzio offeso.
Margherita, forte dell'appoggio della sorella, finì per esagerare tirando fuori un episodio ormai divenuto leggendario, di cui in effetti a Casemurate si era parlato molto, ma in termini diversi da quelli riferiti da lei:
<<E comunque io stessa sono stata testimone di un fenomeno inspiegabile: vi ricordate quella volta che hanno portato in processione a Casemurate la Madonna Greca di Ravenna?
L'hanno depositata in un punto dell'abside e la mattina dopo era in un altro punto! Distante!
C'era anche l'arcivescovo Tonini in persona, quella volta, che era stato nominato da poco, e si fermò a dormire a Villa Spreti.
Fu un grande onore ospitarlo... e anche lui quella mattina ha dovuto ammettere che in effetti la Madonna Greca non era nello stesso punto del giorno prima.
Certo, non si è sbilanciato a parlare di miracoli, sapete come funzionano le cose: ci vanno con i piedi di piombo, ma l'ho visto molto turbato e ha parlato a lungo con don Pino, e alla fine erano tutti e due molto seri.
Ma poi la stessa cosa è successa l'anno dopo per la statua di Padre Pio che la zia Adriana ha donato alla parrocchia, alta due metri più il basamento in pietra, facendola arrivare fin qua da San Giovanni Rotondo.
Don Pino l'ha sistemata in una cappella e la mattina dopo era in un'altra! E odorava persino di violette, ve lo giuro l'ho sentito col mio naso! Cosa sono questi se non miracoli?>>
Isabella la guardò con un mezzo sorriso di scherno:
<<Sono scherzi da prete! E' don Pino che sposta le statue e le profuma, lo sanno tutti!
Ed è ancora là che ride per lo scherzo che ha fatto a te e a tutte quelle credulone come te e come la Romana, l'Idelba, la... come si chiama quell'altra, quella che si vede di nascosto col suo ex marito, perché lui si è pentito di aver divorziato e sposato un'altra?
Ah, sì... l'Adele... ecco il Club delle Credulone!
Guarda che anch'io sono amica dell'Arciverscovo: ha cresimato il mio Alessio, e una volta è stato nostro ospite a Villa Erbosa. Ci disse che don Pino era un furbacchione, ma quella volta della Madonna Greca, gli fece una lavata di capo e minacciò di retrocederlo a cappellano nella chiesetta della Madonna del Pino. Bisogna dire che Sua Eccellenza ha un gran senso dell'umorismo!>>
Margherita Spreti, per quanto blandita dal complimento all'Arcivescovo, non accettava l'idea che Isabella potesse averla vinta:
<<Sua Eccellenza è un sant'uomo e un grande oratore. E' molto intelligente e colto, ma anche molto umile, alla mano, ha una buona parola per tutti e mi è stato di grande aiuto quando è morto il babbo. Merita di diventare Cardinale il prima possibile, e forse lo è già in pectore, e se fosse per me lo farei anche Papa.
Ma sulla questione di Don Pino e della Madonna del Pino, mi rifiuto di credere che abbia fatto una battuta del genere.
E poi tra l'altro sarebbe un grande onore: il Santuario della Madonna del Pino è molto antico ed è sorto sulla base di un'edicola, opera del frate carmelitano Girolamo Lambertini, nel 1455, nel luogo in cui, secondo la leggenda, l'immagine della Vergine, collocata su un tronco di pino, è apparsa prodigiosamente ad alcuni raccoglitori di legna della Pineta di Cervia. E questo tronco è racchiuso nel muro interno della cappella.
Quindi, Isabella, non credo proprio a quella battuta. Sei tu che ti fai beffe di persone stimatissime da tutta la nostra comunità.
Non so chi ti abbia raccontato quelle brutte cose sull'Adele, che è una santa donna e... ma cosa te lo dico a fare? Tu credi solo a cosa dice l'estratto conto della banca.
Ma io ti avverto: si scherza con i fanti ma non con i Santi, questo ci diceva nonna Clara!
E se vai avanti così, finirai all'Inferno, insieme a tutte le streghe di Confluentia!>>
Diana alzò gli occhi al cielo: aveva visto troppe volte quel tipo di sceneggiata.
Richiamò le figlie all'ordine, chiedendosi per l'ennesima volta, e come sempre senza risposta, come fossero potute uscire dal suo stesso grembo tre figlie del genere, così completamente diverse da lei, ma anche l'una dall'altra e così pervicacemente convinte di avere la verità in tasca da non accettare alcun dibattito senza finire per scannarsi a vicenda.
Come succedeva sempre nelle loro discussioni, le due sorelle guardavano la terza, cercandone il decisivo consenso.
Silvia era piuttosto turbata:
<<Io ho sempre tenuto la nonna Clara in grande considerazione. Era una donna con piedi per terra, la testa alta e gli occhi rivolti verso il Cielo, con una Fede cristallina. Certo, era un po' superstiziosa, come lo siamo tutti, del resto.
La scaramanzia fa parte della nostra natura e anche della nostra cultura.
La nonna credeva nell'esistenza di angeli e demoni, e ci credo anch'io.
Io ho portato Roberto a farsi benedire a Sarsina e a Loreto, ogni volta che aveva le sue crisi isteriche...>>
Isabella colse la palla al balzo:
<<Quindi lo ammetti che tuo figlio ha dei problemi! Non dico che sia colpa sua, e per me lo sgridi anche troppo... dovresti mandarlo da un medico, ma non un medico normale, capisci... qui ci vuole uno bravo...>>
A quel punto intervenne Diana in persona, che provava per quel nipote un affetto speciale:
<<L'unico problema di Roberto, mia cara Isabella, è quello di avere "l'ardire" di chiedere giustizia in questo mondo e in questa vita.
E' grave, vero?
Be', sapete cosa vi dico, lui è migliore di tutte noi messe insieme!>>
Silvia, che era gelosissima del rapporto speciale tra Roberto e Diana, non approvò affatto l'intervento ironico e polemico di sua madre:
<<Non dovresti incoraggiarlo in quella direzione, mamma. Sono proprio i discorsi come quello che hai appena fatto che potrebbero condurlo ad abbracciare la causa degli Iniziati.
Non mi pare che credano nella vita eterna o nel karma. Ma questo immagino faccia parte dei loro Misteri e non l'hanno di certo raccontato a nonna Clara.
Comunque, io sono convinta che l'Elvira gli abbia trasmesso una specie di maledizione.
E bisognava corre ai ripari: per questo l'ho portato a Sarsina e a Loreto.
Le benedizioni hanno portato un lieve miglioramento, le crisi si sono un po' attenuate, a riprova che mio figlio di per é è sanissimo, ma qualche strega gli aveva gettato il malocchio.
Ho chiamato il parroco a far benedire tutte le stanze, una volta al mese per tutto l'anno. Ed è servito! Questo è il tipo di miracoli in cui credo!
La Chiesa ammette l'eventualità della possessione demoniaca, e proprio per questo esistono gli esorcisti. E non sono solo nei film horror. Per esempio c'è padre Amorth, e farebbe al caso nostro, perché se c'è di mezzo Satana, solo padre Amorth è in grado di...>>
Isabella sbottò:
<<Ecco! Ci mancava solo lui! No, dai, Silvia, almeno tu sii razionale, un minimo...>>
Diana non ne poteva più:
<<Fatela finita! Mi sembrate i capponi di Renzo! Ma insomma, crescete un po', almeno di fronte alle situazioni serie. Avevate deciso di andare a sondare il terreno a Confluentia, perciò io sto cercando di dirvi che se proprio volete, dovrete andarci unite e preparate a cosa vi aspetta.
E' per questo che ho deciso di dirvi tutto quello che so e tutto quello che ho letto nei diari di mia suocera>>
Isabella si arrese:
<<E va bene, sentiamo allora le ultime rivelazioni dei diari di Clara Ricci!>>
Diana annuì:
<<Tenetevi forte, perché quello che vi dirò vi farà tremare le vene ai polsi.
La frase che più di tutte mi ha colpito ha usato come codice i nomi delle leggende arturiane. Ascoltate bene:
"Mordred è Michele Braghiri, dato in adozione a Mario Braghiri e alla moglie Severina, che avevano generato solo figlie femmine, e volevano un maschio per portare avanti il cognome.
Michele però non seppe mai di essere figlio adottivo e tanto meno di essere nato dalle Nozze Sacre di Artù e di Morgana, perché se l'avesse saputo non avrebbe sposato Ida Bergantini, nipote della Dama del Lago. Per lui l'incesto era peggio dell'omicidio"
Non sono un'appassiona di rebus da decifrare, ma le implicazioni di questa frase erano così sconvolgenti che mi sono impegnata per capire ed ho dedotto alcune cose.
Michele Braghiri era un frutto avvelenato delle Nozze Sacre, figlio bastardo di un conte Orsini e di una Sacerdotessa il cui padre era un conte Orsini, forse lo stesso di prima.
Clara non è mai riuscita a dirmelo in faccia, e si vergognava persino a scriverlo, ponendomi di fronte a una scelta: indagare oltre o stendere un pietoso velo su tutta la questione?
Ero indecisa, poi ho avuto un'intuizione, basata su alcuni dati concreti.
Michele è nato nel 1910, il 3 marzo: quindi poteva essere stato davvero concepito a Beltane, il primo maggio 1909. All'epoca il conte Orsini era ancora mio nonno Ippolito, quello che ha trasformato Villa Orsini in un castello neogotico, una Nuova Camelot.
Morì nel dicembre 1909. Era lui "Artù".
Ma allora chi era Morgana?
Non c'erto Liliana, che era chiaramente "la Dama del Lago", succeduta a sua madre Viviana.
Si devono guardare le generazioni successive della Stirpe Reale di Confluentia.
Sappiamo che, in apparenza, la Maitresse-en-Titre di Ippolito era Luisa Bergantini, ma aveva quasi quarant'anni, un'età considerata troppo avanzata per le cosiddette Nozze Sacre.
Dopo di lei, come grado di importanza, venivano le sue figlie, Elvira e Iole, ed io ho sentito entrambe vantarsi di essere state amanti di mio nonno Ippolito, quando erano ancora adolescenti: e infatti nel 1909 avevano sedici anni la prima e quattordici la seconda, un'età sufficiente per essere fertili e quindi svolgere il ruolo della "Sposa" nelle Nozze Sacre.
Certo è gravissimo che un vecchio vada con due ragazzine, ma le colpe di Ippolito sono un fardello per la sua anima, non per la nostra. Per cui vi prego di seguire il mio ragionamento.
Secondo il racconto di Clara, nell'agosto 1910, Elvira era sì incinta e avanti nella gravidanza, ma il bambino che portava in grembo non era di certo stato concepito nel maggio 1909.
E' stato in quel momento che ho capito.
Mi serviva solo un ultimo controllo e guardai una copia dei documenti di Ida Braghiri, nata Bergantini, il giorno 15 settembre 1910.
Era lei la figlia di Elvira e di Ippolito, anche se nel documento c'era scritto che la madre era Luisa, la quale però non era affatto incinta nell'estate del 1910.
A questo punto la risposta al rebus è una sola, e avete tutti gli elementi per arrivarci anche voi>>
Si fermò, guardando le figlie con l'aria febbrile di chi ha appena scoperto la soluzione di un enigma.
Naturalmente fu Silvia, la più intelligente delle tre, a dare la risposta a tempo di record:
<<Morgana era Iole. E' lei la madre del defunto Michele Braghiri, ed è ancora viva, e risiede ancora a Confluentia. Per quel che ne sappiamo, lei è l'attuale Grande Sacerdotessa>>
Diana si illuminò:
<<Esatto! Potremmo perfino farci una passeggiata e andare da lei, a ricordare insieme il "bel tempo andato".
Ha 97 anni, ma per gli Iniziati è più facile avere una vita lunga, devono aver scoperto qualcosa che mantiene forti sia il corpo che la mente.
Quello che mi interessa è avere la conferma che Michele Braghiri, senza saperlo, ha sposato una donna che era nel contempo sua sorellastra per parte di padre e sua cugina di primo grado per parte di madre.
In teoria potremmo anche telefonare a Ida Braghiri, che per me sa tutto ed è una vera strega, ma non confesserebbe mai nulla nemmeno sotto tortura, perché sarebbe un colpo troppo duro per suo figlio Massimo, per non parlare di suo nipote Vittorio, la cui madre è figlia di mia sorella.
Non è bello da dirsi, ma Ginevra è l'unica sorella con cui non sono mai andata d'accordo, e guarda caso è l'unica che è sopravvissuta.
Ora sappiamo chi sono coloro che ci hanno portato alla rovina e hanno distrutto la reputazione e la salute di vostro padre.
Almeno a Clara è stato risparmiato di assistere a tutto questo>>
A quel punto intervenne Margherita:
<<Sinceramente, avrei preferito anch'io non sapere tutto questo. Aveva ragione il nonno Achille, a non volere che questa storia fosse tramandata.
Se il conte Ippolito è davvero colpevole delle accuse che Clara gli ha mosso, seppur in codice, allora noi siamo discendenti di un autentico mostro, che in tarda età giaceva con delle adolescenti che forse erano le sue stesse figlie.
Non sarà facile per noi convivere con un simile sospetto.
Ma resta aperta un'altra domanda: cos'è successo a Confluentia dal 1910 in avanti?
Ci dev'essere stato un momento nel quale gli Orsini hanno messo fine a quel patto scellerato e a quella pratica pagana.
Io non ho ricordi di quel genere, quindi è chiaro che tra gli eventi del 1910 e la mia nascita nel 1933 dev'essere accaduto qualcosa che ha capovolto la situazione>>
Diana si sentì inevitabilmente chiamata in causa come testimone:
<<Me lo sono chiesta anch'io. Di Confluentia sapevo solo la versione ufficiale: un'Opera Pia per gatti, vecchiette e qualche erborista con la fama di strega.
Della "Luisona" ricordo solo che passava col suo calesse e due cavalli neri come il carbone.
Si comportava in maniera arrogante, ma mio padre glielo lasciava fare, almeno prima che mia sorella Giovanna morisse di spagnola, nel '19 e mio fratello Eugenio di tubercolosi nel '20.
Da allora è incominciato l'inferno, per me e per tutti noi, e non è mai finito>>
Gli occhi le si riempirono di lacrime, e persero l'aria febbrile di poco prima.
Margherita avanzò un'ipotesi:
<<Forse quegli eventi hanno convinto il nonno Achille a proibire le pratiche pagane. Avrà pensato che sulla sua famiglia si fosse abbattuto il castigo di Dio>>
Silvia intervenne:
<<Potrebbe essere anche successo il contrario. Il nonno Achille, disgustato dalle pratiche pagane, può avere rotto il Patto e per punizione a Confluentia un'Anziana ha scagliato una maledizione contro i suoi figli prediletti>>
Diana, che si era ricomposta, rispose:
<<I suoi figli prediletti... è vero, lo erano, non posso negarlo. Forse è per questo che io sono sopravvissuta.
Io ero "la figlia della colpa", lo sapete bene. Gli altri invece sono stati desiderati>>
Isabella, riavutasi dallo shock, disse:
<<E zia Ginevra è sopravvissuta perché è sempre stata dispettosa, maligna, invidiosa... e non le voleva bene nessuno. E' temuta ancora adesso, col suo maledetto Circolo della Canasta, ma nemmeno le sue presunte amiche le vogliono bene.
Quello che invece non mi spiego è l'atteggiamento ambiguo di Elvira con la zia Isabella.
Io porto il suo nome e anche se lei è morta prima che io nascessi, mi sono sempre chiesta come mai Elvira, che era sua amica, non l'ha salvata.
Resto del parere che tutta questa storia dei poteri occulti, degli Iniziati, dei demoni sia una suggestione della nonna Clara. In fondo lei è stata l'unica a testimoniare.
Non dico che si sia inventata tutto. Forse era in buona fede, ma ha creduto ad una serie di panzane dette da una fattucchiera, tutto qui...
Però mi rendo conto che, almeno per stavolta, dobbiamo andare da loro, a Confluentia, dove tutto è iniziato e tutto deve finire!>>