Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
venerdì 30 dicembre 2016
L'Ultimo Eretico. Capitolo 5. Qualcosa di nostro
<<La situazione era un po' più complessa...>> aveva detto Virginia.
Luca, con ancora le sue mani strette tra quelle di lei, non sapeva come reagire.
Alla fine, il suo commento fu il più ovvio:
<<A tal punto da sparire? Da indurci a credere che fossi morta?>>
Lo sguardo di Virginia si adombrò:
<<Il fatto è che non riuscivo più a vivere, ma non riuscivo neppure a morire>>
Lui sospirò.
Belle parole, certo... ma soltanto parole...
Aveva imparato a non fidarsi troppo delle parole, perché potevano essere veicolo, nel contempo, di verità e di inganno, di bellezza e di orrore, di speranza o di disperazione.
<<Conosco quella condizione, ma fatico a credere che ti appartenga>>
Lei rimase ferita da quella replica e lasciò andare le sue mani:
<<Dimenticavo che tu sei convinto di essere quello che soffre di più, talmente occupato a decantare il tuo personale dolore da non riuscire a riconoscere quello degli altri, nemmeno quando ti viene incontro>>
Quelle parole avrebbero sciolto anche le pietre, ma non Luca Bosco.
<<La vita è ingiusta con tutti, ma è crudele solo con alcuni. E questo il tuo amato Waldemar lo sapeva bene e infatti provvedeva frequentemente a ricordarmelo. Aveva il tuo amore eppure non gli bastava!>>
Virginia socchiuse gli occhi:
<<L'amore non basta. Nemmeno l'amore ricambiato, perché in ogni coppia c'è sempre una parte che ama di più. E chi ama di più è destinato a soffrire di più. Lui temeva di perdermi. Sapeva che è rischioso affezionarsi a ciò che si può perdere con facilità>>
Luca era spazientito:
<<Giustifichi il suo dolore e non il mio. Quando ti credevo morta, era come se la parte migliore di me fosse morta con te, ma questo non ti interessa>>
<<Non è vero!>>
<<Lasciami finire! Tu mi rimproveri perché mi lamento. Vorresti che facessi buon viso a cattivo gioco. Come se il buon umore potesse venire a comando! Come se fosse un indice di maturazione. Io invece ho sempre associato il buon umore alla stupidità>>
<<Mi stai dando della stupida?>>
<<No, sto cercando di farti capire che per me la vita è un sacrificio.
La morte si sconta vivendo, diceva Ungaretti e aveva ragione.
E tu vieni qui, dopo avermi spezzato il cuore, a dirmi che io vedo solo la mia sofferenza?
Sono io quello che non riesce a vivere e non riesce a morire!
Sì, è questa la mia tragedia.
Non riesco a morire e non riesco a vivere...>>
Virginia tornò a stringergli le mani, come per calmarlo:
<<Ti ho visto parlare con il Professore e con gli altri della Confraternita. Mi sembravi allegro, spontaneamente allegro...>>
Luca si accigliò:
<<Si può essere allegri e tristi nello stesso tempo. Avere la tristezza dentro senza essere completamente tristi>>
Lei lo fissò con preoccupazione:
<<Sei cambiato, Luca... c'è qualcosa in te... qualcosa...>>
Lui sostenne lo sguardo:
<<Sì, qualcosa è accaduto anche a me. Un niente, se paragonato a ciò che tu mi racconterai. Ma un niente che per me è tutto>>
Virginia annuì:
<<Hai ragione. Ho sbagliato approccio... io ti devo delle scuse e anche delle spiegazioni>>
Anche lui annuì, ma con un sorriso ironico:
<<Mi piacerebbe sapere la verità, anche se stasera verrò a conoscenza soltanto di una parte della tua verità>>
Lei si rabbuiò:
<<Sono consapevole che non sarà facile riguadagnare la tua fiducia. Ammesso che io l'abbia mai avuta>>
A questo punto fu Luca a smorzare la tensione con una battuta:
<<Mi hai dato buca troppe volte ai nostri appuntamenti>>
Lei rise:
<<E' perché davamo a quegli appuntamenti un significato diverso. Non pensavo che tu tenessi tanto a me. Credevo che ciò che provavi per me fosse soltanto un capriccio. Forse è per questo che ho creduto alle parole terribili che mi dicesti l'ultima volta. Ma rimedieremo anche a questo. Ora però sediamoci e parliamo di ciò che mi è accaduto in questi anni>>
Si accomodarono in un tavolo riservato.
Luca non sapeva se fidarsi o meno, ma intendeva concederle il beneficio del dubbio:
<<Ti ascolto>>
<<Ti ricordi l'ultima volta che ci vedemmo?>>
<<Non potrei dimenticarla nemmeno se volessi>>
<<Eri arrabbiato perché non volevo confidarmi con te riguardo ai motivi per cui avevo intenzione di lasciare Waldemar>>
Per Luca era come spargere sale sulle ferite:
<<Ti dissi delle cose orribili, che non pensavo. Di questo ti chiedo scusa, anche se mi rendo conto che sono parole difficili da perdonare>>
Virginia annuì:
<<Credo che alla fine di questa serata, avremo molte cose di cui doverci perdonare reciprocamente. Vedi, il motivo per cui non mi confidai con te era perché non volevo metterti in pericolo>>
<<Pericolo?>>
<<Sì. Ciò che sto per dirti richiede un atto di fede. Tu credi nel soprannaturale?>>
Luca inarcò le sopracciglia:
<<Mi piacerebbe poterci credere. Forse la vita sarebbe più interessante. Meno banale. Ma gli unici fenomeni soprannaturali che ho incontrato nella mia vita si trovano all'interno dei libri e nella fantasia dei loro autori>>
Lei scosse il capo:
<<Ci sono più cose in cielo e in terra di quante possa immaginarne la tua filosofia. Tu hai già incontrato il soprannaturale, ma non te ne sei accorto, perché noi sappiamo nasconderci bene>>
Lui sgranò gli occhi:
<<Noi chi?>>
<<Noi Iniziati agli Arcani Supremi. L'Ordine degli Iniziati è composto da persone che possono comunicare con entità sovrumane>>
<<Un'altra società segreta? Non ti bastava la Confraternita degli Eburnei?>>
Virginia abbassò la voce:
<<La Confraternita è solo una copertura. Nemmeno Monterovere, fino a pochi mesi fa, sapeva come stanno le cose. Quando sono tornata, gliel'ho rivelato come ora lo rivelo a te: il mio compito iniziale, anni fa, era quello di infiltrarmi tra voi per convertirvi alla causa degli Iniziati e per altre ragioni ancora più oscure, alle quali però mi sono ribellata>>
Luca socchiuse gli occhi, come se improvvisamente si fosse trovato davanti qualcosa di spaventoso:
<<Tutto questo per me non ha senso. Perché dovrei crederti, dopo che per tanto tempo hai mentito?>>
Lei gli strinse le mani:
<<Guardami negli occhi: io credo che tu, ora, sia in grado di saper riconoscere la verità.
Il motivo per cui io, anni fa, non portai a termine il compito che mi era stato assegnato è che provavo sentimenti di amore e di amicizia che alla fine hanno prevalso. Ma a quel punto dovevo fuggire e nascondermi, e far credere di essere morta, per non incorrere nella vendetta degli Iniziati, o almeno di quella parte dell'Ordine che era a me più legata>>
<<Ammesso che esista qualche verità in ciò che hai detto, Virginia, mi chiedo come mai ora sei tornata. Forse questo fantomatico Ordine degli Iniziati non esiste più?>>
Virginia scosse il capo:
<<Esiste ancora, ma ci sono forti divisioni al suo interno. Mi è stata accordata una protezione, ma il mio incarico è cambiato. Questa volta il mio compito è quello di fornirvi alcune informazioni di vitale importanza, lasciandovi liberi di decidere secondo coscienza. Monterovere è stato il primo a sapere, ma io ho voluto che tu fossi il secondo, in nome di ciò che hai provato per me>>
<<Dunque Waldemar non lo sa?>>
<<No. La sua attenzione è altrove adesso, ed è meglio così>>
<<Ad Estgoth? In un eterno limbo?>>
<<No, Luca. Lui è andato oltre. Ha scelto un sentiero che diverge dal nostro>>
Lui sorrise ironicamente:
<<Nostro?>>
<<Mio e tuo>>
<<Perché, esiste forse a questo mondo qualcosa di "nostro", di tuo e mio insieme?>>
Virginia gli mise le mani sulle spalle:
<<Da questo momento, il futuro è nostro. Tuo e mio. Insieme>>
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