giovedì 31 maggio 2018

Quando i Curdi dominavano un impero, l'Impero della Media

Nessun testo alternativo automatico disponibile.



Medi furono un antico popolo iranico che occupò gran parte dell'odierno Iran centrale e occidentale, a sud del Mar Caspio. Nel VI secolo a.C. fondarono un impero che si estendeva dall'attuale Azerbaigian all'Asia Centrale e che fu rivale dei regni di Lidia e Babilonia. Secondo le Storie di Erodoto i Medi furono anticamente chiamati "Ariani" da tutti i popoli, ma quando Medea, la Colchide, venne da Atene, cambiarono il loro nome in suo onore.[1]
I loro attuali discendenti sono i Curdi[2][3].

Storia

I Medi vengono menzionati per la prima volta in un'iscrizione assira che risalirebbe all'835 a.C. insieme ai Persiani, ma è grazie all'archeologia che possiamo collocare il loro arrivo nell'altopiano iranico alla metà del II millennio a.C. A quel tempo essi formavano un raggruppamento di tribù seminomadi, ma di notevole forza militare, i cui re dimoravano dentro fortezze (siti di Godin TepeNush-i Jân). Il primo regno medo unificato appare solo nell'VIII secolo a.C., e secondo Erodoto fu fondato da Deioce, il quale in realtà non era che un piccolo capo tribù sottomesso, come i suoi più diretti successori, al re assiro Sargon II.
Una mappa del 1923 che mostra l'"impero dei Medi" secondo la tradizione
Le incessanti lotte tra gli Assiri e le popolazioni iraniche erano dovute al bisogno di procurarsi i cavalli da parte dell'esercito assiro e alle incursioni a scopo di rapina e saccheggio dei Medi e dei Mannei in territorio assiro. Quando i Cimmeri invasero l'Anatolia dal Caucaso, il capo medo Fraorte (675-653 a.C.) riunì le tribù e si alleò con essi contro gli Assiri, ai quali inflisse pesanti sconfitte arrivando persino ad assediare Ninive, dove morì in combattimento. La Media fu successivamente assalita dagli Sciti che la dominarono fino a quando Ciassare la liberò (ca. 625 a.C.).
Ciassare organizzò un potente esercito, sottomise i Persiani e confederò le popolazioni iraniche per muovere guerra agli Assiri. L'alleanza con i Babilonesi consentì ai Medi, dopo la distruzione di Ninive (612 a.C.), di estendersi in Armenia e in Cappadocia, fino alla Lidia, con la quale fu stabilito, dopo un conflitto e con la mediazione dei Babilonesi, un confine lungo il fiume Halys.
Da questo momento, i re medi si attribuirono il titolo di "re dei re", avanzando pretese di supremazia su tutta l'Asia Minore. Il cosiddetto "impero medo", in realtà era una confederazione di numerose popolazioni iraniche.
La mancanza di unità culturale e l'eccessiva eterogeneità della popolazione, rese il regno dei Medi fragile e ciò non tardò a rivelarsi alla morte di Ciassare. Suo figlio Astiage, succedutogli sul trono, non ebbe la forza e le qualità necessarie a contrastare la crescita della potenza persiana sotto Ciro, che si ribellò e, ereditando le esperienze statali elamiche, di cui i Medi erano privi, fu in grado di impossessarsi di tutto il Vicino Oriente.

Caratteristiche culturali

L'impero dei Medi, durato poco più di cinquanta anni, non ebbe caratteristiche culturali originali, ma imitò gli ElamitiUrartu, la civiltà del Luristan e ovviamente le civiltà mesopotamiche.
La sua forza risiedeva nell'esercito, che fu organizzato secondo criteri innovativi, cioè con la creazione di reparti di unità specializzate (arcieri, lancieri, cavalleria) manovrate secondo criteri tattici: l'epoca del combattimento eroico, individuale, signorile, con i carri fu definitivamente superato in quest'area. Lo stesso sovrano doveva il suo potere al sostegno del ceto militare e all'ascendente che aveva sulle truppe, anche se formalmente esso era basato su principi religiosi.

Curiosità

La lingua dei Medi, assai antica, è pressoché scomparsa in tutto l'Iran. Tuttavia resiste tra gli abitanti di Abyaneh, un villaggio nella Regione di Esfahan.[4]

Note

  1. ^ Erodoto, Storie, VII, 62, 1.
  2. ^ (EN) Federal Research Division, Turkey: A Country Study, Kessinger Publishing, 1° gennaio 2004, ISBN 9781419191268URL consultato l'08 marzo 2016.
  3. ^ (EN) Hakan Ozoglu, Kurdish Notables and the Ottoman State: Evolving Identities, Competing Loyalties, and Shifting Boundaries, SUNY Press, 12 febbraio 2004, ISBN 9780791459935URL consultato l'08 marzo 2016.
  4. ^ Iran, Lonely Planet, 2013, p. 166, ISBN 978-88-6639-974-2.

Voci correlate

Le mire espansionistiche del Sultano Erdogan, che vuole restaurare l'Impero Ottomano

nuovo impero turco


Fonte http://www.occhidellaguerra.it/erdogan-impero-ottomano/

Per molti si tratta dell’utopia di un leader. Per molti altri, un incubo da non sottovalutare. Sta di fatto che l’obiettivo di Erdogan resta uno e uno soltanto: far tornare la Turchia ai fasti del passato.

E per capire le mire del Sultano, non bisogna pensare che quella che ha in mente Erdogan sia una rivoluzione. Si tratta semplicemente di un ripristino dell’influenza della Turchia su tutte quelle regioni che un tempo componevano l’impero ottomano .

Il Nordafrica nelle mire di  Erdogan
In questi anni, Erdogan ha fortemente puntato sull’Africa. E ha per certi versi anche esteso la già grande sfera d’influenza ottomana, giungendo fino alle coste somale e al Sahel.

L’Algeria è il primo partner commerciale della Turchia in Africa. 800 aziende turche operano nel Paese. E a fine febbraio sono stati siglati nuovi importanti accordi economici. La Tunisia, dopo la cosiddetta Rivoluzione dei gelsomini, ha concluso nuovi accordi commerciali, economici e militari con la Turchia nel dicembre del 2017.

In Libia, Erdogan ha intrapreso una lenta penetrazione che ha avuto il suo simbolo nel viaggio di Fayez al Sarraj a Istanbul a fine febbraio. Il presidente turco ha voluto ribadire i legami storici fra i due Paesi ma ha anche sostenuto la necessità di far arrivare le aziende turche nel Paese. E in molti, come Carlo Jean, ritengono che le milizie islamiche in territorio libico abbiano forti collegamenti con Ankara.

L’Egitto rappresenta una scommessa persa. Ma simboleggia anche la forte influenza del soft-power turco nella politica egiziana attraverso la Fratellanza musulmana. Mohamed Morsi era l’uomo di Erdogan al Cairo. La sua prigionia ha scatenato l’ira della Turchia . E il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi ha più volte accusato la Turchia di avere mire imperialistiche.

Dal Sudan alla Somalia
Le mire imperialistiche di cui parlava Al Sisi si riferivano al Sudan. Il motivo? La base militare turca nel porto di Suakin. Anche qui, la storia ci dà una mano: il sultano Selim I, nel 1517, indicò l’isola sudanese come base dell’Impero per i traffici commerciali nel Mar Rosso. Un emporio commerciale che oggi può trasformarsi nella torre di controllo della Turchia per il traffico commerciale da Suez ad Aden.

Base militare che Erdogan ha voluto fortemente anche in Somalia, Paese su cui il nuovo Sultano ha puntato tantissimo dai primi anni da leader turco. Oggi, la base di Mogadiscio è fondamentale. E non a caso la capitale somala è stata interessata da una recente ondata di attentati. La presenza turca dà fastidio.

Il Qatar ed Erdogan
Nel Golfo Persico, il simbolo di questa ascesa turca è il Qatar. Il legame fra Ankara e Doha deriva soprattutto dall’unione di intenti per ciò che riguarda i Fratelli musulmani. E i grandi capitali qatarioti investono in Turchia.

Il Qatar ospita la prima base turca in territorio straniero. E proprio quella base è stata fondamentale nella sfida dell’Arabia Saudita per imporre il blocco e assediare l’emirato. Oggi, circa 150 soldati turchi sono di base a Doha e rappresentano il simbolo del legame fra i due Paesi.

Il nord della Siria e dell’Iraq
L’operazione Ramoscello d’ulivo è il simbolo delle spinte espansionistiche turche in Siria. Erdogan ha puntato tutto sulle milizie islamiste per rovesciare Bashar al Assad. Non c’è riuscito, grazie soprattutto all’intervento della Russia.

Ma adesso, con l’offensiva contro i curdi, ha ottenuto un altro risultato. Ha scacciato i curdi dal confine ed è penetrato in Siria estendendo la sua influenza attraverso le milizie jihadiste. E i rifugiati siriani sono un’arma da utilizzare non solo con l’Europa ma anche per il futuro della Siria.

In Iraq, soprattutto nel Kurdistan, Erdogan martella le postazioni del Pkk e di fatto impone la sua sfera d’influenza anche nella regione curda del vicino iracheno. La sua forza politica gli permette di mandare i caccia a colpire senza trovare alcun ostacolo. E così allunga i suoi interessi fino all’antico centro ottomano di Mosul.

Il Mediterraneo orientale e Israele
La Turchia ha da sempre buoni legami con Israele. Li ha anche con Erdogan, anche se non fa altro che attaccare gli israeliani e Benjamin Netanyahu. Ma è il gioco delle parti. A volte pura propaganda. I rapporti economici fra i due Paesi sono stabili e forti. Così come quelli militari e d’intelligence.

Ma il Sultano sa che Israele è l’unica potenza che ostacola la sua volontà di leadership del Mediterraneo orientale. Quella parte di mare è fondamentale. Ci sono i giacimenti di gas e c’è Cipro nord, protettorato turco. Ed Erdogan vuole controllare quello che sente che spetta ad Ankara di diritto.

Per questo, il sostegno alla causa palestinese è anche uno strumento geopolitico. Serve a Erdogan per infiltrarsi in un’altra storica area dell’Impero: la Palestina. Territorio dove Erdogan è sempre più riconosciuto come protettore internazionale.

I Balcani e “l’assedio di Vienna”
L’ultimo comizio di Sarajevo ha dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio le intenzioni di Erdogan di ergersi a leader della comunità islamica dei Balcani. Il confine nord dell’Impero ottomano è il quartier generale della strategia europea della nuova Turchia.

Ma i suoi legami sono con tutto il mondo balcanico. La Turchia ha forti interessi in Kosovo, dove sfrutta anche qui la presenza musulmana. Ha costruito importanti connessioni con l’Albania, a livello economico ma anche a livello politico. E colpisce la Grecia, nemico storico della Turchia dai tempi dell’indipendenza e a cui vuole strappare l’influenza dominante sull’Egeo e su Cipro.

E adesso, con la sfida dei comizi in Europa centrale e con la guerra di propaganda contro i governi tedesco e austriaco punta a un metaforico assedio di Vienna. Non sono le truppe turche questa volta a circondare le mura della capitale austriaca, ma il suo presidente.

Fonte http://www.occhidellaguerra.it/erdogan-impero-ottomano/

impero ottomano

lunedì 28 maggio 2018

Lo stemma reale di Megan Markle Mountbatten-Windsor, Duchessa di Sussex


Risultati immagini per Meghan Markle

Il titolo e trattamento completo di Meghan Markle Mountbatten-Windsor è il seguente: "Sua altezza reale Meghan, duchessa di Sussex, contessa di Dumbarton, baronessa Kilkeel"

Stemma

Le penne bianche su sfondo blu appartengono al gabbiano presente nella bandiera e nello stemma del Sussex

Risultati immagini per Coat of arms of Sussex

domenica 27 maggio 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 119. Ad maiorem gloriam

Risultati immagini per bernini tomb of urban viii


<<E se io non volessi incontrare il Consigliere Albedo?>> chiese Riccardo Monterovere a suo zio Lorenzo <<... se preferissi fermarmi qui, nella conoscenza dei Misteri, piuttosto che espormi al rischio di essere fatto fuori per non aver aderito all'Ordine, pur conoscendo i suoi segreti?>>
Il Professore fece un gesto rassicurante:
<<Non temere, tu sei troppo importante perché l'Ordine possa pensare di farti fuori>>
Riccardo rise:
<<Io? Importante? Ma se la mia vita è stata un completo fallimento? Se è vero che il Consigliere si interessa di eugenetica, dovrebbe sapere che il mio DNA vale meno di niente!>>
Lo zio sospirò con pazienza:
<<Non spetta a te giudicare. In ogni caso, non c'è stato alcun reale fallimento. 
Tu hai conseguito in maniera eccellente le mete che ti eri prefisso. 
Le lauree, le professioni, le relazioni: tu le hai conquistate tutte, ma poi ti sei reso conto che non ti rendevano felice, e sei andato oltre.
Questo è il perfetto profilo di un candidato all'Iniziazione: l'aver conquistato tutto, sperimentandolo, e poi averlo buttato via, perché tutto non è abbastanza, nel mondo materiale.
E' tempo di prendere atto di tutto questo.
Tu le cose le hai avute, le hai sperimentate e non le hai volute.
Rifiutare un premio non è una sconfitta, ma un passaggio essenziale verso qualcosa di più molto più elevato>>
Riccardo però non era convinto:
<<Questo disprezzo del mondo materiale, da parte di uno come te, che vive nel lusso, mi risulta poco credibile>>
Lo zio scosse il capo, come se avesse davanti un alunno particolarmente ottuso:
<<Tutto questo non è un gingillo per la vanità umana. L'Ordine può disporre dei beni materiali, ma "nel disprezzo" di questi ultimi, con sobrietàsecondo la regola francescana dell'usus pauper, con l'unico obiettivo di raggiungere un fine superiore, ad maiorem gloriam...>>

Risultati immagini per ad maiorem gloriam

La curiosità del nipote era evidente:
<<Per la maggior gloria di chi?>>
Lorenzo accennò un vago sorriso:
<<Anche questo fa parte dei Misteri. Posso solo dirti che si tratta di una realtà degna di essere glorificata>>
Riccardo fu percorso da un brivido:
<<Questo lo dici tu, ma io non mi fido. Ho commesso molti errori nella mia vita e non intendo correre il rischio di diventare un adoratore di ombre>>
Lo zio scosse il capo vigorosamente:
<<Le uniche ombre sono quelle che ti porti dentro, poiché i vecchi peccati, anche se piccoli, gettano lunghe ombre. Ma se continuerai a cercare la verità nelle ombre della tua mente, allora sì che correrai il rischio di vederle. 
Io ti indico invece quello che noi chiamiamo: "il Sentiero Dorato". Non è un bel nome? 
E' tutto il bene che c'è, e tutto quello che sempre ci sarà>>
Il nipote continuava a rimanere perplesso:
<<Un nome fin troppo bello. Ma io nutro seri dubbi riguardo all'adeguatezza dei nomi rispetto all'oggetto a cui si riferiscono>>
Lorenzo assunse l'espressione più rassicurante possibile:
<<Dubitare è uno strumento essenziale nell’approccio alla realtà. Problematizzare l'ovvio e abolire l'idolatria del fatto compiuto è il compito primario del filosofo, specialmente di chi si avvicina alle domande ultime. Troppo spesso le scoperte della scienza attuale fanno immaginare di essere onnipotenti, o immortali: possiamo cambiare il corpo, mai invecchiare, avere figli anche oltre la menopausa, ma queste sono soluzioni illusorie. Se riusciamo a riconoscere l’incertezza insita nella natura umana e non ce ne facciamo dominare, avremo una posizione sempre lucida e matura.
Come vedi non c'è nessun fanatismo nelle mie parole>>
Riccardo non amava le risposte troppo astratte:
<<Non in queste parole. Ma non credo che esse rappresentino il pensiero di tutti gli Iniziati>>
Gli occhi di Lorenzo brillarono di soddisfazione:
<<Ho sempre ammirato la tua capacità di arrivare subito al nocciolo delle questioni. 
In effetti l'Ordine degli Iniziati, pur concordando sulla natura degli Arcani Supremi, presenta delle divisioni interne riguardo al modo di... come dire... rapportarsi con Essi.
Ma non temere: la via scelta dalla nostra famiglia è quella luminosa>>
Il nipote lo fissò, cercando di trovare indizi di incertezza nel volto di sfinge del fratello di suo padre:
<<Immagino che tu ti riferisca all'Aristocrazia Bianca. Ma questo riguarda solo metà del mio retaggio. Per via materna, stando alle tue parole, io proverrei anche dall'Aristocrazia Nera.
E dunque, continuando a parlare per metafore, ammesso che solo di metafore si tratti, io avrei a che fare anche con i "demoni">>
Lo zio divenne serio:
<<Se vuoi scacciare i demoni, devi andare dove sono i demoni. E' l'unico modo, altrimenti ti perseguiteranno ovunque tenterai di fuggire, e se non avrai le forze di un Iniziato, potrebbero riuscire a sopraffarti>>
Riccardo percepì tutto ad un tratto la forza di quel luogo:
<<Non sono solo metafore. E' questo luogo... ci sarà pure una ragione se i nostri avi fuggirono da qui, dopo la morte di Ferdinando Monterovere all'Orma del Diavolo.
Non si tratta di pure coincidenze... dico bene?>>
Lorenzo annuì impercettibilmente:
<<Le coincidenze sono soltanto il modo che ha il diavolo di rimanere anonimo. Forze oscure si sono mosse contro i Monterovere. La tua intuizione ti ha guidato bene e continuerà a farlo. Gli equilibri interni all'Ordine sono precari. Il Consigliere Albedo appartiene ad una fazione super partes, pronta a cambiare alleanze a seconda di come tira il vento. Del resto, conosci già quel che si dice riguardo alla Dinastia del Serpente Rosso. Anzi, mi chiedo se forse tu non ne sappia già fin troppo, per essere soltanto un "novizio">>
Riccardo fu certo, allora, che tutto il discorso non era stato affatto metaforico:
<<Vuoi anche chiedermi se so della sopravvivenza della Fraternitas Draconis?>>

Risultati immagini per fraternitas draconis

Lo zio gli rivolse uno sguardo severo, che conteneva in sé un categorico ammonimento:
<<No! Non intendo chiedertelo.
E che sia chiaro: tu non ne sai nulla!>>
Quelle parole colpirono il nipote più di uno schiaffo:
<<Messaggio ricevuto>>
Vedendo il nipote così spaventato, Lorenzo tornò ai consueti modi melensi:
<<Perdona la mia severità. Noi professori a volte dobbiamo esserlo. In generale, i maestri tendono a vedere negli alunni più difetti di quanti ne abbiano, ma quello è l'unico modo per farli crescere. Se non ci incarichiamo noi di dire qualche "no", lo farà la vita, e loro non saranno pronti>>
Riccardo, a cui la vita aveva detto "no" ormai fin troppe volte, dovette convenire che lo zio non aveva tutti i torti:
<<Io non credo di essere pronto per l'Iniziazione, neanche se lo volessi, e non lo voglio>>
Lorenzo minimizzò:
<<Ti osservo da una vita e so che sei pronto. Non ti sottoporrei all'attenzione del Consigliere Albedo, se non sapessi che tu sei esattamente la persona che lui aveva previsto>>
Il nipote fu pervaso dall'ira:
<<Previsto? Non sono una cavia da laboratorio per gli esperimenti del Serpente Rosso! E Albedo non ha alcun diritto di intromettersi nelle questioni della nostra famiglia>>
Lo zio assunse un' aria divertita:
<<Vorrei poterti dire che hai ragione, ma non è così. 
Ogni famiglia ha dei segreti. La nostra ne ha talmente tanti che neppure i suoi componenti ne sono a conoscenza. Non tutti, almeno. In ogni generazione basta che ci sia anche un solo familiare a conoscere ogni cosa e a trasmettere il suo segreto alla generazione successiva. Ti ricordi il povero prozio Alfredo, quello che emigrò in America, di cui poi non si seppe più nulla...>>
Il nipote socchiuse gli occhi:
<<Non vorrai farmi credere che Alfredo fosse in contatto con...>>
Lorenzo inarcò le sopracciglia:
<<Ma certo che era un Iniziato! E sai dove risiedeva? Ad Hollow Beach, Long Island, in una villa confinante con quella dei Burke-Roche, la famiglia di Lady Jenna>>
Al solo sentirla nominare, Riccardo si mise in allarme:
<<Non so che diavolo avesse a che spartire Alfredo con i Burke-Roche, ma se c'è un tipo di donna "diabolica" da cui io preferirei stare alla larga è proprio Lady Jenna. Ha rovinato la vita sia a Luca Bosco che a Waldemar Richmond. E' una manipolatrice!>>
Lo zio appariva sempre più divertito:
<<Le donne di carattere fanno paura? >>
Il nipote rimase interdetto:
<<Ma no, non è paura... io la definirei, più che altro, una rottura di scatole>>
Lorenzo rise:
<<Sono certo che quando la conoscerai meglio, cambierai idea>>
Riccardo però era uno spirito selvaggio, e più qualcuno tentava di intrappolarlo in qualche situazione delimitata, più in lui si risvegliava l'istinto di fuga, una sorta di metaforico "richiamo della foresta":
<<Non voglio conoscerla meglio! Né lei, né nessun altro! Ho sbagliato a venire qui. Non rinuncio alla mia libertà, alla mia scelta di una vita solitaria e contemplativa! Preferisco mille volte i miei libri ai tuoi Iniziati!>>
Anche la pazienza dello zio incominciava a cedere:
<<La verità che cerchi non è nei tuoi libri, ma nell'Iniziazione agli Arcani Supremi
Solo dopo potrai capire il vero significato dei Misteri che stanno dietro ai libri. 
Leggere un libro non è uscire dal mondo, ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso.
C'è un tempo per tutte le cose, e i libri sono riserve di grano da mettere da parte per quando verrà l'inverno dello spirito. Ti chiedo di dedicare alla nostra causa solo alcuni anni, e poi potrai ritirarti decorosamente e leggere tutto quello che vorrai>>
Le difese di Riccardo si stavano incrinando:
<<Non posso offrirmi volontario in una guerra che non mi riguarda>>
Lorenzo seppe di avere vinto ancor prima che il nipote terminasse di parlare:
<<Oh, ti riguarda, eccome! Riguarda tutta la nostra famiglia, e tutte le famiglie che hanno avuto te come punto di arrivo. 
O credi forse che le vite dei tuoi genitori e dei tuoi nonni si siano incrociate per puro caso?
Sarebbero state vite parallele, destinate a non incrociarsi mai, se l'Ordine non ci avesse messo il suo zampino.
Questa è la prima verità che devi conoscere come Iniziato: le vite "quasi" parallele dei tuoi avi si sono incrociate per uno scopo ben preciso e cioè che tu, oggi, fossi qui, pronto a conoscere te stesso e a diventare ciò per cui sei nato>>










sabato 26 maggio 2018

I Dodici Dei dell'Olimpo

Risultati immagini per olympian gods

L'immagine qui sopra ne comprende quindici, ma questa interpretazione estensiva non è corretta, in quanto Ade e la moglie Persefone dimorano negli Inferi, mentre la condizione di Eros è dibattuta, risultando diversa a seconda delle fonti. Di conseguenza l'elenco corretto è quello proposto qui sotto, dove si possono vedere tutti i dodici dei, con i nomi greci e romani, l'aspetto e i simboli che li caratterizzano. 
Nome grecoNome romanoImmagineDescrizioneGenerazione
ZeusGioveJupiter Smyrna Louvre Ma13.jpgRe degli dei e sovrano del Monte Olimpo, dio del cielo, del fulmine e dei fenomeni atmosferici. Il più giovane figlio dei TitaniCrono e Rea. I simboli sono la folgore, l'aquila, la quercia, lo scettro e la bilancia. Fratello e marito di Era, essa è la sua sposa ufficiale, perché egli ha avuto molte amanti.Prima
EraGiunoneHera Campana Louvre Ma2283.jpgRegina degli dei, è la dea del matrimonio e della famiglia, e anche dei legami e delle unioni. I simboli sono il pavone, il melograno, la corona, il cuculo, la leonessa e la mucca. La più giovane figlia di Crono e Rea. Moglie e sorella di Zeus. Essendo la dea del matrimonio, ha spesso cercato di vendicarsi sulle amanti di Zeus e sui loro figli.Prima
PoseidoneNettunoPoseidon sculpture Copenhagen 2005.jpgDio signore del mare, di tutte le acque, dei terremoti, della navigazione, dei cavalli e delle sorgenti. I suoi simboli sono il cavallo, il toro, il delfino e il tridente. Figlio di Crono e Rea. Fratello di Zeus e Ade. Sposato con la nereide Anfitrite, anche se aveva molte amanti.Prima
DemetraCerereDemeter Altemps Inv8546.jpgDea della fertilità, dell'agricoltura, delle piante. I simboli sono il papavero, il grano, la fiaccola e il maiale. Seconda dei sei figli di CronoRea. Dal suo nome latino, Cerere, deriva la parola "cereale".Prima
Dioniso o BaccoBaccoDionysos Louvre Ma87 n2.jpgDio del vino, delle feste, dell'impulso vitale, della follia e dell'ebbrezza. I simboli sono la vite, l'edera, la coppa, la tigre, la pantera, il leopardo, i delfini e la capra. Figlio di Zeus e della mortale Semele, principessa tebana. Sposato con la principessa cretese Arianna. Il più giovane dio olimpionico, nonché l'unico a essere nato da una donna mortale.Seconda
Apollo o FeboApollo o FeboRoman Statue of Apollo.jpgDio delle arti, della musica, della poesia, della profezia e della divinazione, della scienza e della conoscenza, della malattia e della medicina, della luce, dell'ordine e del tiro con l'arco. I simboli sono il Sole, la lira, l'arco e le frecce, il corvo imperiale, il delfino, il lupo, il cigno e il topo. Fratello gemello di Artemide. Il più giovane figlio di Zeus e Leto.Seconda
ArtemideDianaDiane de Versailles Leochares 2.jpgDea vergine della caccia, della verginità, del tiro con l'arco e di tutti gli animali del bosco. I simboli sono la Luna (con cui viene identificata), il cervo, il cane, l'orsa, il cipresso, l'arco e le frecce. Primogenita figlia di Zeus e Leto e sorella gemella di Apollo.Seconda
HermesMercurioRude-mercury.jpgMessaggero degli dei, dio del commercio, dell'eloquenza e dei ladri. I simboli sono il caduceo, i sandali alati (che usa per spostarsi velocemente), il cappello alato, la cicogna, il serpente e la tartaruga, con il guscio della quale creò la lira. Figlio di Zeus e della pleiade Maia. Il secondo più giovane dio olimpico, di poco più vecchio di Dioniso. Sposò Driope, figlia di Eurito, e il loro figlio Pandivenne il dio della natura, signore dei satiri, inventore del flauto di Pan e compagno di Dioniso.Seconda
AtenaMinervaAthena Giustiniani Musei Capitolini MC278.jpgDea vergine della saggezza, dell'ingegno, della guerra strategica e della strategia stessa, della guerra difensiva, della guerra fatta per giusta causa e delle arti utili e dell'artigianato. I simboli sono la civetta l'ulivo, la lancia appena forgiata e l'egida. Figlia di Zeus e dell'oceanina Meti, nata dalla fronte del padre già adulta e armata, dopo che questi aveva ingoiato la madre trasformata da lui stesso in una mosca (in altre versioni era stata mutata in una goccia d'acqua). È la sacra protettrice della città di Atene.Seconda
AresMarteAres villa Hadriana.jpgDio della guerra, della violenza, della rabbia e dello spargimento di sangue. Il Marte romano ha invece connotazione sempre positiva e oltre che alla guerra è collegato alla gioventù maschile. I suoi simboli sono il lupo, il cinghiale, il picchio verde[1], l'avvoltoio, la lancia insanguinata e lo scudo. Figlio di Zeus e Era, tutti gli altri dèi (esclusa Afrodite) lo disprezzavano. Il suo nome latino, Marte, ha dato origine alla parola "marziale".Seconda
AfroditeVenereNAMA Aphrodite Syracuse.jpgDea dell'amore, della bellezza, del desiderio amoroso, della buona navigazione.[2]. I suoi simboli sono colomba, passero, mela, ape, mirto e rosa. Figlia di Zeus e dell'oceanina Dione o, secondo un altro mito, nata dal sangue di Urano versato nel mare dopo essere stato sconfitto dal suo figlio minore Crono. Sposata con Efesto, ha comunque avuto molte storie extra coniugali, soprattutto con Ares. Il suo nome ha dato origine alla parola "afrodisiaco".
Seconda
o dalla generazione di
Titano
EfestoVulcanoVulcan Coustou Louvre MR1814.jpgFabbro degli dei, dio del fuoco, della metallurgia, della tecnologia, e delle armi appena forgiate. I suoi simboli sono fuoco, incudine, ascia, asino, martello, pinze e quaglia. Figlio di Era, concepito a seconda del mito da Era da sola, o insieme a Zeus. Dopo la sua nascita fu gettato dal monte Olimpo e cadde sull'isola di Lemno. Sposato con Afrodite, le fu fedele al contrario della maggior parte dei mariti della mitologia. Il suo nome latino ha dato origine alla parola "vulcano".Seconda

Le generazioni divine[modifica | modifica wikitesto]


Uno dei tanti alberi genealogici delle divinità greche.
Gli Olimpi appartengono a un terzo capitolo divino: si possono infatti individuare tre fasi nella mitografia greca.
  • Inizialmente un corpus puramente cosmogonico, nel quale non ci sono dèi propriamente detti, ma divinità naturali demiurghe e totemiche. Tra queste assume particolare importanza Urano, dal quale discenderanno gli Olimpi.
  • La seconda generazione divina è quella dei Titani, il cui capo era Crono. Sono le divinità dei greci pelasgi.
  • I Titani furono spodestati successivamente dagli Olimpi, secondo Tallo (uno storico del I secolo citato da Taziano nel suo Oratio ad Graecostrecentoventidue anni prima della guerra di Troia, cioè circa verso il 1500 a.C., una data accettabile per l'espansione ellenica in Tessaglia.
    Nei miti della titanomachia e della gigantomachia viene raccontato questo processo di sostituzione divina, che non fu affatto pacifico.
Gli Olimpi, quindi, dovrebbero essere i nipoti di Urano, ma le genealogie degli dèi dell'antica Grecia sono difficili da seguire e intricate tra loro.
Ciò è spiegato dal fatto che, in caso di avvicendamento di élite diverse, ogni gruppo al potere dichiarava il proprio pantheon, o il proprio dio, superiore agli altri, e forzava i miti precedenti per giustificare questo cambiamento.
I Titani, per esempio, erano le divinità dei pelasgi, le popolazioni greche forse autoctone. Con l'arrivo degli invasori elleni le prerogative di tali divinità vengono assunte dai nuovi dèi, gli Olimpi: ricordiamo Atena, dea della saggezza, che uccide il titano Pallade, patrono del medesimo attributo.
In altri miti, invece, alcuni dèi vengono presentati come figli di divinità in realtà più giovani, come Afrodite, generata da Urano, successivamente indicata come figlia di Zeus, in realtà nipote di Urano stesso.

Genealogia degli Olimpi nella mitologia greca
Urano
Gea
Afrodite
Oceano
Iperione
Ceo
Crio
Giapeto
Mnemosine
Crono
Rea
Teti
Teia
Febe
Temi
Zeus
Era
Estia
Demetra
Ade
Poseidone
Atena
Ares
Efesto
Ebe
Ilizia
Eris
Maia
Latona
Semele
Ermes
Apollo
Artemide
Dioniso

Note

  1. ^ Papachristos Maria, Gli Dèi dell'Olimpo, Edizioni R.E.I. Testo consultabile su Google libri a pagina 98
  2. ^ Infatti era onorata con l'epiteto di euploia o euplea, ossia "della buona navigazione". Nata dalla schiuma del mare, Afrodite veniva infatti venerata dai naviganti. Il culto di Afrodite euplea è attestato a Egina, Cipro, Cnido, Curzola, Ancona e nell'isola di Gaiola (Napoli). Si veda:
    • Lorenzo Braccesi, Mario Luni, I greci in Adriatico, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2002. . Testo consultabile su Google libri a pagina 34
    • Carmine Rapisarda, INESSA AITNAISBN 9781471732690. Testo consultabile su Google libri a pagina 35
    • M. Giuffrida, Afrodite Euploia a Cipro, Giorgio Bretschneider - 1996
    • Claudia Valeri, Marmora phlegraea, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2005. Testo consultabile su Google libri a pagina 101

Voci correlate