Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
giovedì 28 febbraio 2013
Gli eredi di Gothian. Capitolo 56. L'Amuleto di Marvin.
Mentre si accingeva a lasciare Caemlyn, segretamente, Marvin Eclionner Vorkidian, re dei Keltar, reggente degli Alfar ed erede imperiale dei Lathear, ricevette in dono un anello molto prezioso.
Padre Ulume e il druido Halfgan erano presenti come testimoni. Il dono però proveniva da sua madre Lilieth Vorkidian.
<<Figlio mio, ora che dobbiamo separarci di nuovo>> aveva detto Lilieth <<voglio donarti un talismano che mi ha protetta, infondendomi saggezza, nei lunghi anni della mia prigionia e del mio esilio. Tu sai che sono stata iniziata da Halfgan agli Arcani Supremi, quando divenni sacerdotessa di Ulien: in tale circostanza ogni iniziato riceve un anello. Poiché io ero anche l'erede della stirpe di Vorkidex Pendragon, mi fu consegnato un anello che egli aveva fatto forgiare per suo figlio Kevin Vorkidian, che era un druido di grande carisma>>
C'era stata una pausa, in cui Lilieth aveva estratto da una tasca un anello splendente dalla forma molto particolare.
<<Ecco, questo è l'anello di Kevin, che egli affidò all'Arcidruido, col compito di consegnarlo alla "madre del principe promesso". Come io lo ricevetti allora, ora io lo dono a te, fiduciosa che ti infonda la stessa saggezza che mi ha aiutata a sopravvivere a tutte le avversità. Prego alla tua presenza che sia così. Guardalo bene: è d'oro purissimo. Noi iniziati sappiamo che l'oro non è solo uno dei metalli più belli, famosi e preziosi, ma si caratterizza anche per la sua resistenza al decadimento entropico. La forma a piramide della decorazione simboleggia il contatto con l'Arcano Supremo positivo e tutte le sue correlazioni. Esso assorbe la negatività, e in cambio infonde un equilibrio generale, del corpo e della mente, che permette di sopravvivere anche alle prove più terribili>>
Nel porgerglielo, Lilieth si era commossa:
<<Hai preso una decisione che mi ha sconvolta, ma che sento di dover accettare, perché rientra in un disegno che solo ora riesco a leggere del tutto. Ebbene, figlio mio>> e qui gli aveva preso la mano, valutando se l'anello calzasse perfettamente nell'anulare <<sappi che questo anello sarà in grado preservare la tua natura umana, anche dopo la metamorfosi. Questo suo potere è equivalente a quello che ha permesso a Marigold l'immortalità e l'eterna giovinezza dei non-morti senza doverne condividere completamente la natura>>
Marvin aveva accettato con gratitudine quell'anello che già le sue premonizioni gli avevano mostrato.
Gli entrava perfettamente nell'anulare della mano destra.
Lilieth sorrise:
<<Vedi, sembra fatto apposta per te. Questa è la prova, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, che tu sei il Principe Promesso, il Figlio dei Cento Re, il Profeta dei Keltar>>
E nel dire questo si inginocchiò, seguita da Ulume e Halfga.
Marvin sapeva che da quel momento loro avrebbero accettato senza discutere qualunque sua scelta:
<<Vi ringrazio per il vostro tributo. Ma ora vi prego di rialzarvi e di ascoltare ciò che ho da dirvi. Per consacrarmi agli dei che mi hanno evocato, ho compiuto un lungo percorso, che mi ha condotto fino a questo momento, in cui la mia missione da umana diventa sovrumana. Ora io offro il mio corpo in sacrificio al supremo dio del bene, Ahura Mazda, implorandolo di avere pietà per la mia anima, perché ciò che intendo fare va oltre l'umana comprensione. Stasera partirò in incognito, verso una destinazione segreta, dove so già per certo che incontrerò la Divoratrice di Cuori.>>
<<Ella è una non-morta, una che ritiene che tra la Luce e le Tenebre ci sia solo il Sangue.
Ella intende uccidermi per divorare il mio cuore, ma non è questo ciò che succederà. Tutte le mie premonizioni convergono su un'unica soluzione che, per ora, per il bene di tutti, deve rimanere segreta>>
Rivolto alla madre disse:
<<Ti affido la Reggenza sui Keltar e sugli Alfar, e affido ad Halfgan e ad Ulume il compito di consigliarti e sostenerti per svolgere al meglio questo incarico>>
Lilieth non se l'aspettava:
<<Credevo che avresti nominato Reggente tua moglie Igraine>>
<<Non mi fido dei suoi parenti. Sua sorella Morgause si è alleata con Marigold di Gothian, e ha aiutato il druido Bendeigid a fuggire. Inoltre credo che abbia convinto Ellis a passare dalla loro parte>>
Era solo una mezza verità, ma poteva bastare.
Abbracciò sua madre con tutte le sue forze e disse:
<<Prima o poi ritornerò. Prima o poi, ci riabbracceremo ancora>>
Cast
Claire Forlani (Igraine Pendragon di Camelot) - lady Lilieth Vorkidian di Linthael
Baelor Tagaeryen il Benedetto - druido Kevin Vorkidian
Emilia Clarke (Daenerys Targaryen) - Daenerys Steinberg di Gothian, la Divoratrice di Cuori
Sophie Turner (Sansa Stark) - regina Igraine Canmore di Logres
Note
La piramide che si vede nella quarta immagine è la Piramide Massonica, un simbolo tra i più noti usati dalla Massoneria. L'ispirazione per questo capitolo mi è arrivata dal romanzo "Il simbolo perduto" di Dan Brown.
martedì 26 febbraio 2013
Moda maschile negli anni Trenta
Gli anni Trenta del Novecento sono un decennio caratterizzato dalla Grande Depressione economica nelle democrazie occidentali, dall'ascesa dei Totalitarismi in Italia, Germania, Unione Sovietica e di regimi autoritari in Spagna, Giappone, Europa centrale e orientale.
La premessa di storia generale è rilevante anche per capire le mode di quel decennio.
Nei paesi totalitari va di moda l'uniforme del partito che detiene il potere.
Non approfondisco questa parte perché entra troppo nello specifico della storia generale.
Nei paesi democratici la crisi economica porta ad una semplificazione del vestiario.
Analizzando l'immagine qui sopra si possono notare alcune caratteristiche specifiche della moda maschile negli anni '30.
1) Il colletto diventa (o meglio, torna ad essere) parte integrante della camicia e quindi non più staccato o staccabile da essa. Diventa inoltre molto appuntito, in modo da consentire al fermacravatta di essere posto sotto il nodo della stessa.
2) La cravatta diventa più lunga e si sperimentano nuovi tipi di nodo. Uno di questi è ispirato dal principe di Galles, futuro Edoardo VIII. Il principe, la cui eleganza era indiscutibile, inventò il nodo Windsor, il mio preferito. Ne ho già parlato e ne riparlerò presto.
3) La giacca e i pantaloni si allargano.
4) Diventa di moda l'abito gessato. Poiché il gessato era un abito che all'epoca voleva "esibire" lo status sociale alto raggiunto da chi era nato in una condizione diversa, fu spesso indossato dai boss della mafia americana e dai gangsters, assieme al doppiopetto, sia nelle giacche che nei cappotti.
La pettinatura vede capelli corti pettinati all'indietro e impomatati o fissati con la brillantina.
In genere i film ambientati in quegli anni sono di argomento poliziesco e hanno spesso a che fare, in qualche modo, con la malavita, pertanto il look maschile di quegli anni è diventato, nell'immaginario collettivo, qualcosa che si tende ad associare al boss mafioso o al gangster senza scrupoli, ma anche all'investigatore cinico dei film noir.
Nel prossimo post dedicato alla moda maschile nel Novecento, parlerò degli anni Quaranta.
lunedì 25 febbraio 2013
Gli eredi di Gothian. Capitolo 55. Marigold torna protagonista
Marigold Edwina Ataris Steinberg, Contessa di Gothian, sentì che la musica della vita aveva ripreso a suonare per lei.
Lo aveva capito quando la sua alleata, la sacerdotessa Morgause Canmore, cognata di re Marvin e sacerdotessa di Atar, le aveva fatto recapitare un messaggio con scritto soltanto: "Missione compiuta!"
Morgause aveva come missione quella di spingere l'incestuosa Ellis Eclionner tra le braccia di suo nipote Marvin, per due ragioni: generare un nuovo Abominio in cui Eclion si sarebbe incarnato e sollevare uno scandalo che avrebbe costretto il giovane re e profeta a lasciare Caemlyn.
Questa era comunque solo una piccola parte del piano di Marigold.
Per un interminabile anno trascorso da prigioniera nelle gelide segrete del castello, ho meditato la mia rivincita. E proprio la mia carceriera, Ellis, è stata colei che ha dato inizio al Grande Disegno.
Ora c'erano nuovi obiettivi intermedi.
Daemon e Daenerys dovranno attaccare Elenna sul Dhain quando Marvin la raggiungerà. Ci spartiremo il regno: a me il nord, e la reggia di Alfarian, e agli Elfi Oscuri la zona a sud del Dhain, tra il fiume e le montagne.
A quel punto potrò lasciare Gothian e il regno degli Albini a Daemon, mentre Daeneyis si occuperà personalmente di Marvin oltre che di Alienor e dei suoi parenti.
Poi sarebbe iniziata la fase successiva.
Ucciso Marvin, il regno dei Keltar si disgregherà come neve al sole, ed i regni del settentrione si potranno impadronire della zona a nord dell'Amnis.
E il sud potrà andare ai Lathear, che così non ci daranno alcun fastidio. Lascerò credere ad Elner e alla Dinastia che rinuncio ad ogni pretesa per i miei figli e per il nascituro di Ellis. Ma naturalmente sarà una menzogna. Arriverà il giorno in cui potrò scagliarli contro Lathena e reimpadronirmi del Trono del Sole!
Un passo alla volta, senza fretta, si sarebbe ripresa tutto ciò che le era stato tolto, compreso Elner!
Quante volte mi hanno dato per sconfitta? Ma io sono come l'antica bambola: sette volte giù, otto volte su!
E quella che contava era l'ultima volta.
Ride bene chi ride ultimo!
Cast
Lena Headey (Cersei Lannister) - Marigold Edwina Ataris von Steinberg, Contessa di Gothian
Jessica Chastain - Morgause Canmore
Eva Greeb (Morgana di Avalon) - Ellis Eclionner
Jamie Campbell Power (Arthur pendragon / Caius Volturi) - Marvin Eclionner Vorkidian
domenica 24 febbraio 2013
Gli eredi di Gothian. Capitolo 54. La divoratrice di cuori.
Quando aveva appreso la rivelazione della profezia di Marvin, lady Daenerys Steinberg di Gothian, la Divoratrice di Cuori, aveva capito di avere davanti a sé un avversario più forte del previsto.
Mi ha sbattuto in faccia la sua previsione. E' come se mi avesse urlato: "Tu mi darai l'immortalità del vampiro, ma non divorerai il mio cuore!"
Quello era il senso.
Ovviamente era un'offesa non tollerabile.
Ma chi crede di essere, quel ragazzino insolente? Io ho vissuto più di mille anni, ed ho divorato mille volte diecimila cuori.
Come crede di fare a ricevere il Dono del vampiro da me? Crede forse di farmi innamorare, come tutte le donne che lo circondano? Non sa che io uccido proprio per punire chi mi priva della libertà di non amare?
Ma innamorarsi ed amare erano due cose diverse. Lei non aveva concesso mai alla prima di trasformarsi nella seconda. Non voleva mettere a rischio la propria libertà.
Devo impedirgli di realizzare questa presunta profezia. Dovrò accelerare i tempi. Mio fratello non sarebbe d'accordo, ma io non posso permettere di correre un simile rischio. Devo eliminarlo finché sono in tempo.
Ma come?
Quello era il punto.
Dovrei attirarlo in qualche trappola. Qualcosa di irresistibile per lui. Dicono che si lasci sedurre facilmente dalle donne.
Già questo la irritava.
E' un volgare cascamorto che si atteggia a Profeta... potrà forse ingannare gli esseri umani, ma non certo i vampiri, e me meno di tutti!
Eppure proprio la rabbia che Marvin suscitava in lei le faceva paura.
Non devo permettere a nessun maschio di farmi questo effetto. Io odio i maschi. Mi hanno fatto solo soffrire e Marvin non sarà diverso dagli altri.
Ma era proprio così?
A volte la sua ferrea volontà vacillava. Marvin le appariva a volte come una vittima di circostanze avverse.
Una vittima che si offre volontariamente al sacrificio per gli altri, eppure nessuno lo ha ringraziato, né lui ha chiesto ringraziamenti. In fondo è fin troppo severo con se stesso.
Quella pietà però non doveva influire sul suo giudizio.
Tu hai ucciso mio padre, Marvin. Per questo, io divorerò il tuo cuore.
Aveva un piano infallibile, che aveva sempre funzionato con tutte le sue vittime.
In fondo i maschi sono tutti uguali. Creature animalesche e inutili. E' così facile raggirarli e dominarli. E ancor più facile spezzare i loro cuori.
Cast
Emilia Clarke (Daenerys Targaryen) - Danerys von Steiberg di Gothian, La divoratrice di cuori.
Gli eredi di Gothian. Capitolo 53. I piani di Elner XI
Gli eventi stavano accadendo troppo in fretta e l'imperatore Elner XI era costretto continuamente ad elaborare nuove strategie.
La sua prima preoccupazione era sempre il fratellastro Marvin.
Mi ha accusato pubblicamente di congiura e poi ha nascosto la mano con cui aveva lanciato il sasso.
Elner aveva allertato le legioni, scoprendo che molti generali che avevano preso parte alla congiura contro Marvin preferivano rimanere neutrali.
E così la mia parte nella congiura è finita prima ancora di incominciare.
Ma la cosa più sconcertante era quello che Marvin aveva detto e fatto dopo l'accusa.
Le memorie di Arexatan avevano subito avvertito Elner a prendere sul serio quelle che ad un occhio non esperto potevano apparire assurde farneticazioni.
Il sentiero dorato! Se è veramente pronto ad accogliere la metamorfosi della non-morte, allora i congiurati del nord lo aiuteranno, credendo di danneggiarlo.
Gli riusciva difficile pensare che Marvin potesse veramente rinunciare alla sua natura umana.
E' pronto a fare quello che io non oserei. Ed io sono il "cattivo"!
In realtà Elner si rendeva conto di essere diventato più che altro un ostaggio.
Dopo i generali, anche i senatori mi hanno voltato le spalle. E mia moglie, dopo solo una settimana di matrimonio, conta già più di me.
L'imperatrice Irulan aveva dietro di sé due importanti fazioni: il clan dei Fuscivarian e quello degli alleati dell'ammiraglio Vyghar di Linthael.
Irulan mi comanda a bacchetta.
Fin dalla prima notte di nozze, lo aveva trattato alla stregua di un cagnolino da compagnia.
Quando si erano trovati sul talamo nuziale, gli aveva detto con tranquilla nonchalance:
<<Bene, caro marito, ora, se tu mi torcerai anche un solo capello senza il mio consenso, i pretoriani ti faranno a pezzi. Il Prefetto ha giurato fedeltà a mia madre e lord Vyghar. Tu non conti più niente, e imparerai a ringraziarmi per il fatto che ti consento di starmi vicino>>
Elner non si era limitato a ringraziarla, l'aveva persino supplicata, in privato, di salvare almeno le apparenze.
<<Tu sei una Eclionner, come me. Se ci mostreremo uniti, ne trarremo entrambi vantaggio, e la Dinastia sarà più forte>>
Irulan aveva acconsentito, ma poi aveva detto di voler dormire, senza nemmeno addurre la scusa del mal di testa.
Arexatan, dalle altre memorie, lo aveva deriso: "Ti sei sempre fatto manipolare dalle donne: prima tua madre e adesso tua moglie".
Ma in fondo lui si è fatto ammazzare, mentre io sono sopravvissuto a tutti i tentativi di eliminarmi.
Se non era sua moglie, a comandarlo, era suo nonno Sephir Eclionner.
<<Caro nipote, imparerai che i consigli di un vecchio possono valere molto di più di quelli di un fantasma>>
Il riferimento era ad Arexatan, il quale se n'era molto risentito.
<<E quali sarebbero i tuoi "saggi" consigli, caro nonno... proprio tu che non sei stato capace nemmeno di appoggiare per un istante il tuo nobilissimo fondoschiena sul Trono del Drago?>>
Sephir non gli aveva perdonato quell'ironia.
<<Meglio comandare da dietro il trono, piuttosto che occuparlo da vent'anni come un burattino di Ellis o di Marigold o di Irulan>>
Era vero.
Forse i consigli di Sephir possono servire ad arginare lo strapotere di Irulan e l'imprevedibilità di Marvin.
Il vecchio principe aveva parlato al nipote con molta franchezza:
<<In questo momento ti conviene mantenere un profilo basso. Io la chiamo la strategia del "pesce in barile">>
<<E cosa significa?>>
<<Secondo te cosa può fare un pesce dentro a un barile?>>
<<Niente>>
<<Appunto! Tu devi far finta di niente! Non sei nelle condizioni di poter compiere atti di forza, né tanto meno di ribellione. Aspetta che arrivi il momento opportuno>>
<<Potrebbe non arrivare mai, caro nonno!>>
<<In tal caso, almeno potrai dire di essere sopravvissuto. Non è cosa da poco, di questi tempi!>>
Elner si sentiva sconfitto, e gli rimbombava nella mente un verso di Virgilio:
Una salus victis, nullam sperare salutem. L'unica salvezza per i vinti è non sperare in alcuna salvezza.
Ma nello stesso tempo si sentiva sottovalutato.
Essere sottovalutati può diventare un elemento di forza. Porta i nemici ad abbassare le difese. Che pensino pure che io sono uno sciocco o un burattino. Nel momento in cui mi volteranno la schiena, io li pugnalerò.
Era solo questione di tempo. Prima o poi sarebbe arrivato il momento opportuno. Elner XI ne era sicuro.
Arriverà il mio momento! Arriverà quando tutti meno se lo aspettano!
Cast
Genji Murasaki (Il principe splendente) - Elner XI Eclionner sul Trono del Sol Levante
Tom Hiddleton (Loki) - Elner XI Eclionner, immagine finale
Virginia Madsen (principessa Irulan Corrino) - imperatrice Irulan Eclionner Fujiwara
Charles Dance (lord Tywin Lannister) - principe Sephir Eclionner
Gli eredi di Gothian. Capitolo 52. Marvin si confessa con padre Ulume
Quando Marvin si presentò nell'alloggio di padre Rudo Ulume, priore della Grande Canonica, lo trovò intento a pregare.
<<Per chi stai pregando, Ulume?>>
Prima di rispondere, il sacerdote terminò la preghiera.
<<Per la tua anima, visto che per la mia non c'è speranza>>
Marvin si aspettava questa risposta:
<<Se l'unica alternativa al male è un male peggiore, dove sta il peccato?>>
Ulume lo fissò con i suoi occhi magnetici:
<<Il fine non giustifica mai i mezzi>>
Il giovane scosse il capo:
<<Dimentichi la legittima difesa>>
Il prete sospirò:
<<Potremmo discettare su questo per l'eternità, senza arrivare da nessuna parte>>
Marvin finse di cambiare argomento:
<<Che cosa ti aspettavi da me? Che rimanessi inerte di fronte alla catastrofe?>>
Ulume valutò quelle parole, prima di replicare:
<<Io sono prima di tutto un esorcista. Per me la metamorfosi della non-morte a cui vuoi sottoporti è una forma di possessione>>
Marvin parve deluso:
<<Nemo propheta in patria>>
A quelle parole, Ulume reagì con sdegno:
<<Come osi pronunciare le scritture mentre ti accingi a fare un patto col diavolo?>>
Con uno sdegno non inferiore, Marvin rispose:
<<Non c'è nessun patto! C'è solo il mio sacrificio!>>
Il prete gli puntò contro un indice:
<<Ma non vedi che stiamo diventando come la parte peggiore di quelli a cui ci opponiamo?>>
Il giovane ritenne ingiusta quell'accusa:
<<Io non agisco per interesse personale>>
Ulume non poteva negarlo, ma aveva un'ultima freccia al suo arco:
<<Cosa cambia se, invece di vendere l'anima al diavolo, gliela si regala?>>
Marvin si sentì improvvisamente molto stanco:
<<Questo è il tuo modo di vedere le cose, ma è anche un modo per non vederle>>
Quella replica colpì profondamente nel segno.
Ulume parve ricredersi.
<<E' molto sottile il confine tra la Luce e l'Oscurità. Ora stai camminando lungo quel confine ed io voglio solo evitare che tu non ceda al lato oscuro>>
Quella risposta ricreò un'armonia tra il maestro e il discepolo.
Marvin annuì:
<<Ne sono consapevole e proprio per questo non cederò alle forze delle tenebre>>
Il sacerdote non poté fare a meno di citare gli Arcani Supremi:
<<La luce è la mano sinistra delle tenebre>>
C'erano il Tao e lo Zen dietro a quelle parole.
Per un istante il maestro e l'allievo sfiorarono il Satori, l'intuizione profonda della verità.
Marvin ricordò le parole degli eretici di Dune e il credo zensunni dei Tleilaxu.
Per raggiungere lo S'tori non è necessaria alcuna comprensione logica. Lo S'tori esiste senza parole, perfino senza un nome.
S'tori era la forma abbreviata di Satori, ma questo non aveva ingannato chi ricordava gli antichi insegnamenti.
Il Tao che può esprimersi a parole non è il vero Tao.
Quella era solo una interpretazione della prima frase del Tao te Ching, il libro della via della salvezza.
Marvin sapeva bene che stava camminando esattamente lungo la linea divisoria tra Yin e Yang.
Un'unica cosa non gli era chiara:
<<Perché prima hai detto che per la tua anima non c'è più speranza?>>
Ulume chiuse gli occhi:
<<Perché io ti ho creato e poi ti ho scagliato come una freccia contro il futuro>>
Il giovane intuì il senso di quelle parole.
<<Mio padre venne da te, prima di partire per la guerra, nell'anno della Primavera di Sangue, e tu lo convincesti a recarsi dai Vorkidian>>
Il prete annuì:
<<Fu una scelta concordata col druido Halfgan. Lui convinse Lilieth a sposare tuo padre, pur conoscendo la colpa di Masrek ed Ellis. La colpa che ieri notte tu hai rinnovato>>
Marvin si stupì che Ulume fosse a conoscenza anche di quello:
<<Come fai a saperlo?>>
<<Ora lo so>>
Non ci fu bisogno di dire altro.
Marvin sapeva di essersi tradito.
E' a causa di questo che lui pregava per la mia anima.
Aver concepito il futuro signore delle tenebre era un prezzo troppo elevato per ottenere la non-morte.
<<Forse ho sbagliato. Forse era un prezzo troppo alto per salvare l'umanità. Meglio estinguersi, piuttosto che generare il male...>>
Quell'ammissione risultò sufficiente.
Ulume recitò la formula di rito:
<<Ego te absolvo peccatis tuis, in nomine Lucis, et Ignis et Spiritus Sancti>>
Marvin si sentì sollevato, e per la prima volta dopo tantissimo tempo non sentì il peso della sua coscienza:
<<Amen>>
Cast
Paul Atreides - Marvin Eclionner Vorkidian
Samuel L. Jackson (master jedi Mace Windu) - padre Rudo Ulume.
P.s.
L'espressione: "La luce è la mano sinistra delle tenebre" è tratta dall'omonimo romanzo di Ursula Le Guin.
sabato 23 febbraio 2013
Gli eredi di Gothian. Capitolo 51. Ellis e Marvin.
Ellis Eclionner fu ammessa alla sacra presenza di suo nipote, il re e Profeta, dopo due giorni di insistenze.
Marvin era vestito come un legionario, e teneva le mani sull'elsa della spada.
Ha il volto determinato di chi ha già deciso.
Per due giorni Ellis si era interrogata sul senso delle frasi pronunciate in pubblico da suo nipote, e ne aveva avuto paura.
Anche io il talento degli Eclionner: so riconoscere una premonizione.
E quello che aveva riconosciuto era stato confermato da Morgause Canmore, la cognata del re.
<<Quindi stai per partire, Marvin?>>
La domanda fu pronunciata come se fosse un'affermazione, ma con una punta di incertezza.
Ora che è divenuto il Profeta, mi permetterà ancora di chiamarlo per nome?
Ma in fondo, quello era il minore dei problemi.
<<Partirò presto, ma non prima di fare ciò che va fatto>>
Questa risposta parve offensiva ad Ellis.
<<Siamo due Eclionner, Marvin... è proprio necessario dover parlare per enigmi?>>
Lui scosse il capo:
<<Due giorni fa nemmeno tu sapevi che saresti stata "il traditore" di cui avevo parlato. Marigold è stata abile a depistarmi. Tutti pensavano ad Alienor e a sua sorella. E invece la Dama Gialla ha scelto te>>
Lei si sentì avvampare per la vergogna.
<< Io non sono il burattino di nessuno! E' stata Morgause Canmore a dirmi che tu eri... diciamo... disponibile>>
Marvin rise:
<<Un modo molto eufemistico per definire questo patto col diavolo. E non provare a dirmi che non sapevi che Morgause era solo un'intermediaria!>>
Ellis lo sapeva bene, ma non sopportava il tono supponente di lui.
<<Credi di conoscere tutto, Profeta? E se io cambiassi idea?>>
Marvin tornò serio:
<<Non lo farai. Ormai nessuno di noi ha più scelta. Consummatum est>>
La citazione sacra parve ruori luogo persino ad Ellis.
Tutto è compiuto? Crede forse di essere il Messia?
Gli Eclionner discendevano da un demone, ma Marvin era anche un Vorkidian, ed il sangue di sua madre era quello di un angelo.
Ma fisicamente era identico a Masrek da ragazzo.
<<Assomigli così tanto a tuo padre>>
Detto da Ellis, era il più grande complimento.
Il defunto Masrek Eclionner, l'adorato fratello di Ellis, era stato anche il suo incestuoso amante.
E bruceremo all'inferno, Masrek, per quello che abbiamo fatto. E per quello che sto per fare con tuo figlio.
Si avvicinò a Marvin e, ripetendo l'antico gesto con cui si era offerta al padre di lui, gli prese il viso tra le mani, sorridendo.
Lui non si ritrasse.
Dunque ha accettato il prezzo della metamorfosi!
Le sue intuizioni erano state confermate.
Se sua madre lo sapesse...
Lui pose le sue mani sui fianchi di lei.
<<Questa volta nessuno ti perdonerà, Ellis. So dove hai intenzione di nasconderti. Certo è l'ultimo luogo dove ti verrebbero a cercare>>
L'ultimo, perché era il più ovvio.
<<Gothian>>
Marvin annuì.
<<Il solo pensiero di te e Marigold che alleverete una nidiata di Eclionner, alla presenza di Daemon e Daenerys di Gothian, mi fa ribrezzo. Eppure questo era il migliore dei futuri possibili, quando mi furono mostrate le alternative. Tutte le altre prevedevano l'estinzione dell'umanità. Il mio sacrificio e la mia metamorfosi sono necessari per fornire una guida stabile, per moltissimo tempo. Ma tu sei consapevole che ciò che stiamo per fare, in sé e per sé, non è un bene?>>
Un tempo Ellis avrebbe trovato noiosi quei preliminari, ma quel tempo era passato:
<<Quello che stiamo per fare è tutto il bene che mi resta>>
Quella risposta colse Marvin di sorpresa.
Ellis notò che aveva gli occhi lucidi.
Sono lacrime per me o per se stesso?
Forse per entrambi. E anche per chi sarebbe stato concepito.
Un giorno dovremo chiedere perdono alla nostra creatura.
Ma sarebbe stato un giorno molto lontano, lontanissimo, poiché anche lei avrebbe ricevuto il Dono della non-morte, prima della nascita del bambino.
Daemon di Gothian in persona mi concederà il Dono. Marigold ha garantito per lui.
Ormai non c'era nient'altro da dire.
Marvin la abbracciò con una inaspettata tenerezza.
Sei dolce perché ti faccio pena, nipote?
No. Sentiva che era sincero.
Forse anche le memorie di suo padre si sono risvegliate in lui. Ha il suo stesso tocco, la sua stessa capacità di anteporre il mio piacere al suo.
Prima di abbandonarsi a quell'estasi, Ellis sentì rivivere in lei l'adolescente di vent'anni prima.
Eravamo due ragazzini incoscienti, io e Masrek. I miei occhi erano lo specchio dei suoi sogni.
La mia colpa di allora fu l'incoscienza, ma quella di adesso è molto peggiore. Marvin è molto meno ingenuo di suo padre. Sappiamo entrambi che stiamo per concepire un demone.
Sarebbe stato lo stesso Eclion, il signore delle tenebre, ad incarnarsi nel frutto di quell'incesto.
La Dinastia Eclionner è iniziata con Eclion e con Eclion si concluderà.
Cast
Eva Green (Morgana di Avalon) - Ellis Eclionner
Jamie Campbell Bower (Artù / Caius Volturi) - Marvin Eclionner Vorkidian
Jennifer Connely (in Labyrinth, con David Bowie) - Ellis da giovane.
L'illustrazione che ritrae Ellis con Daemon di Gothian è di Luis Royo.
venerdì 22 febbraio 2013
Moda maschile degli anni Venti.
Il giovane uomo ritratto nella foto qui sopra, risalente agli anni'20 del secolo scorso, è il grande scrittore americano Francis Scott Fitzgerald (1896-1940), che seppe rappresentare meglio di tutti, nel famoso romanzo "Il grande Gatsby", l'atmosfera dei cosiddetti Anni Ruggenti, "the roaring Twenties", l'età del jazz e del primo boom economico.
Possiamo vedere dal suo aspetto buona parte della moda maschile di quegli anni.
Partendo dall'alto: la pettinatura con la riga nel mezzo, che ritornò di moda molto tempo dopo negli anni Novanta.
Il colletto della camicia inamidato, con vele tondeggianti.
Il nodo alla cravatta stretto, ma le dimensioni della cravatta erano maggiori delle attuali skinny ties (che io odio), le quali assomigliano di più alle cravatte degli anni Sessanta.
Già queste prime considerazioni ci fanno capire come le mode attuali o del passato recente sono state in gran parte delle rivisitazioni della moda del Novecento.
Il gilet con abbottonatura alta.
La giacca con risvolti ampi.
Cè da dire che con lo sviluppo economico, specie negli Stati Uniti, per la prima volta gli abiti eleganti e in generale la moda divennero appannaggio anche dei ceti popolari, come mostra questa fotografia di una famiglia dell'epoca.
Ritroviamo molti aspetti già descritti prima.
Non differiscono poi di molto, gli abiti maschili di questa famiglia, con quelli indossati dal più grande industriale dell'epoca, Henry Ford.
Nel 1927, Henry Ford aveva prodotto, del famoso modello T, quindici milioni di autoveicoli.
Sembrava che la crescita economica fosse inarrestabile, e invece, due anni dopo, il crollo della borsa di New York diede inizio alla Grande Depressione, che caratterizzò drammaticamente tutti gli anni '30.
Abiti da sera o da cerimonia maschili nel primo Novecento
Tra gli abiti da sera più eleganti del primo Novecento troviamo il frac, il cui modello classico è quello che vediamo nell'immagine qui sopra.
Giacca [modifica]
È nera a doppio petto, con i risvolti di seta ed è dotata delle caratteristiche "code di rondine", da cui deriva il nome in uso nei paesi anglosassoni "tailcoat" ("giubba a code") o "tails". In vita la giacca è invece piuttosto corta e ha la caratteristica di non doversi mai abbottonare. Essa presenta all'esterno due file di tre bottoni per lato.
Pantaloni [modifica]
Detti anche brachette, sono neri, senza piega né risvolti, e si distinguono da quelli da smoking per la presenza di due galloni anziché uno, benché in Italia sia tollerata la presenza di un unico gallone. I galloni sono strisce di raso larghe qualche millimetro che corrono lungo l'esterno della gamba del pantalone per tutta la sua lunghezza.
I pantaloni da frac sono di regola privi di passanti per la cintura, in quanto il frac è sostenuto da un paio di bretelle sottili. Queste devono essere possibilmente di colori non sgargianti e restare assolutamente invisibili. Qualora non si disponga di pantaloni privi di passanti, in Italia si tollera l'uso di pantaloni da frac con piccola cintura, a patto che questa resti rigorosamente invisibile.
Panciotto [modifica]
Assolutamente obbligatorio, è di piqué rigorosamente bianco, tranne per i ricevimenti che si svolgono al Vaticano, durante i quali è richiesto il gilet nero. Il panciotto può essere monopetto a tre bottoni ovvero doppiopetto a tre per due ed ha un taglio piuttosto svasato.
Camicia [modifica]
È bianca e solitamente con lo sparato rigidamente inamidato e il colletto diplomatico, ovvero ribattuto in alto con le punte piegate verso l'esterno. I polsini sono semplici (ma sono tollerati i doppi purché non troppo ingombranti) e fermati da gemelli.
Farfallino [modifica]
È di piquet bianco, come il gilet, ed è una delle caratteristiche principali del frac. Il colore bianco del papillon viene mantenuto anche in Vaticano. Solo i camerieri di un certo livello (maestri di sala, maggiordomi) possono portare il papillon nero. Il papillon dev'essere annodato a mano e giammai preconfezionato.
Scarpe [modifica]
Solitamente di vernice nera, sono diffuse le "pump", scarpe da ballo con fiocco risalenti al XVI secolo. In assenza di queste sono tollerate le oxford lisce, perfette e senza disegni.
Componenti accessorie [modifica]
Per completare l'abbigliamento si suole indossare:
Cappello [modifica]
Il cappello adatto al frac è il cappello duro, preferibilmente di seta nera da sera, a cilindro.
Mantello o soprabito [modifica]
La cappa è nera, di lana, cashmere, o anche seta e può essere del tipo a pipistrello o a ruota. Tuttavia nel rigore invernale è ammesso anche un cappotto da sera di tipo chesterfield.
Fazzoletto da taschino e fiore all'occhiello [modifica]
Si usa un fazzoletto bianco di seta perfetto, preferibilmente piegato a sbuffo o a tre punte.
Si può portare all'occhiello una gardenia bianca.
Calze [modifica]
Le calze da frac sono nere di seta e lunghe al ginocchio. Nei paesi anglosassoni la calza bianca è rigidamente proibita e si opta sempre, in ogni caso, per la calza nera al ginocchio, o retta da giarrettiere maschili o anche autoreggente, preferibilmente di seta. Ammesso in certi casi anche il filo di Scozia finissimo. Tuttavia nel rigore invernale è sempre tollerata una calza più pesante, nera, lunga e non cascante. Si può all'uopo adoperare la giarrettiera.
Sciarpa [modifica]
La sciarpa è bianca di seta o, nel rigore invernale, di cashmere o lana pettinata.
Guanti [modifica]
Al polso. Tradizionalmente dovrebbero essere di capretto bianco ma si può altresì optare per il cotone. Nei luoghi chiusi il destro si sfila sempre reggendolo con la mano sinistra guantata. si possono utilizzare per le uscite i guanti neri da indossare sotto il tabarro o cappotto
Orologio [modifica]
L'orologio adatto al frac è esclusivamente da taschino, piatto e non grande.
Bastone da passeggio [modifica]
Adatto al frac è altresì un bastone da passeggio di un certo pregio, solitamente nero, preferibilmente del tipo a pomolo prezioso.
Storia
Il Frac nacque alla fine del Settecento in Inghilterra come comodo abito da campagna. Pertanto era in panno di lana colorato, o in pelle, corto davanti e con due falde dietro, e mostrava il gilet in tinta diversa. Caratteristica iniziale fu il collo montante, poi trasformatosi in collo a revers molto alti e divisi in due. Questa moda continuò per tutto il periodo napoleonico, fino a circa il 1822. Il frac fu perfezionato nei primi anni dell'Ottocento da Lord Brummell, arbiter elegantiae del secolo, che lo preferiva blu e a doppio petto, corredato da calzoni beige, dal gilet sempre in vista, e da una camicia bianca a collo alto, fasciata da un'enorme cravatta. Iniziata la Restaurazione, il frac, come tutti gli abiti maschili dell'Ottocento rimase scuro, mentre il punto di vita si stringeva, aiutato da fasce nascoste. L'uomo assunse quindi una particolare linea a clessidra. Le falde intanto arretravano sensibilmente e si accorciavano. Restò abito comune fino alla metà del secolo, ma lentamente si trasformò in veste di gala, completamente nero e illuminato solo dalla camicia che doveva essere rigorosamente bianca, e il cui collo, ormai rimpicciolitosi, era fasciato da una stretta cravatta nera. Solo in alcune occasioni di particolare importanza i diplomatici arricchivano il davanti con ricami a fogliami in oro filato. Grazie a numerose innovazioni sartoriali nel taglio cominciò ad aderire a pennello sulla figura maschile. Un tenace innovatore della moda maschile, Edoardo VII del Galles, figlio della Regina Vittoria, cercò invano di abolire il doppio petto, introducendo comunque la moda in vigore anche oggi di lasciarlo aperto, forse per mimetizzare la sua incipiente pinguedine. Nel Novecento il frac si trasformò definitivamente in indumento da sera, surclassato per il giorno dal tight e affiancato per la sera dallo smoking. Dopo la Seconda guerra mondiale il frac si affermò sempre più come indumento tipico dei dignitari di corte e dei partecipanti a ricevimenti o spettacoli serali di gran classe ed oggi ha il ruolo di abito da sera maschile di più alto livello. Attualmente è indossato per la cerimonia del Premio Nobel e dai pianisti o dai direttori d'orchestra.
Il frac fu lentamente, ma inesorabilmente sostituito dallo smoking, l'abito che si usava nelle sale da fumo, dopo cena.
Come abito da cerimonia da giorno si affermò invece il tight.
Il tight è ancora in voga come abito da sposo, specie nell'alta società britannica.
Il principe del Galles, Carlo, lo indossò in occasione del suo secondo matrimonio, a Windsor, con Camilla Parker-Bowles, duchessa di Cornovaglia.
E' molto usato anche in occasione del torneo ippico di Ascot.
giovedì 21 febbraio 2013
Abbigliamento e moda maschile ai primi del Novecento.
Gli anni tra il 1901 e il 1910 sono passati alla storia come "Età edoardiana", con riferimento al regno di Edoardo VII, sovrano dell'Impero Britannico, successore della regina Vittoria e padre di Giorgio V.
In generale, gli anni tra il 1900 e il 1914 sono chiamati "Belle epoque", perché rappresentarono un periodo di pace e benessere, prima della Grande Guerra 1914-18, che sconvolse completamente la civiltà europea e occidentale.
L'illustrazione di copertina di questo post mostra i tre tipi principali di abbigliamento maschile da giorno dei gentleman, cioè della classe medio-alta.
Possiamo analizzarli, da sinistra a destra.
1) L'uomo a sinistra indossa una giacca a doppio petto scura e aperta per mettere in mostra il gilet chiaro. I dati rilevanti sono: la presenza del colletto della camicia rigido, inamidato e non legato alla camicia stessa.
Come è mostrato qui sopra i tipi di colletto erano molto numerosi e si distinguevano per l'altezza, l'apertura delle vele, che all'epoca era piuttosto stretta, ma anche per la forma delle punte, che potevano essere oppure arrotondati. Il bavero poteva essere rialzato e piegato nelle punte belle ali.
La cravatta era stretta e con un nodo piccolo, salvo le eccezioni dei dandies, che preferivano nodi più grossi e cravatte più larghe e più lunghe, o di foggia diversa, specie per gli abiti da sera.
Un esempio di dandy dell'epoca è Robert de Montesquiou, che ispirò a Marcel Proust il personaggio del barone di Charlus.
Il dandy aveva giacche più lunghe, cravatte più originali, come quella di tipo "ascot" che oggi si usa spesso per gli abiti da matrimonio dello sposo.
Il gilet del dandy era spesso a doppiopetto.
Ma torniamo all'illustrazione iniziale dove possiamo vedere che il gentiluomo al centro indossa una giacca ad un solo bottone, una cravatta a farfalla o papillon (in inglese bow tie).
Il terzo a destra si distingue per un doppiopetto chiuso, un colletto della camicia rialzato e piegato nelle punte ed un cappello a bombetta, mentre gli altri indossano un cappello a paglietta, derivato dalla moda dei canottieri, o uno di tipo Panamà, a sinistra.
Le scarpe risultano appuntite e i pantaloni, con la riga, si restringono verso il basso.
L'acconciatura prevedeva capelli corti, baffetti di piccole dimensioni o anche volto completamente rasato.
Nel prossimo post mostrerò gli abiti da sera maschili dell'epoca del primissimo Novecento.
Abbigliamento e moda maschile tra il '700 e l'800
Qui sopra vedete la Marsina, capo di abbigliamento maschile tipico del '700
Qui sopra si può vedere un esempio di moda maschile degli anni tra il 1800 e il 1830 circa. In particolare si noti il soprabito lungo, detto Redingote.
Qui sopra si può vedere il tipico abbigliamento maschile degli anni tra il 1830 e il 1850 circa.
In particolare si noti la giacca lunga, detta Finanziera.
Per quanto riguarda i copricapi, la cravatta, l'acconciatura, le basette, i baffi, il pizzetto, la barba l'evoluzione è quella che si può vedere qui sotto:
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