domenica 8 luglio 2012

Gothian. Capitolo 82. Sephir Eclionner si impadronisce dell'Impero



Sephir Eclionner in gioventù era chiamato "il Guerrafondaio" e non a caso andava fiero del fatto che la storia lo ricordasse per essere stato colui che aveva scatenato la Primavera di Sangue, diciotto anni prima.
Fui sconfitto, è vero, ma nessuno si dimenticherà mai di chi ha tinto di porpora le acque di Elenna sul Dhain, dopo una noiosissima pace che durava da 982 anni...
Certo, aveva violato il Patto e ne aveva pagato le conseguenze, ma ormai l'Antico accordo era scaduto, e il Nuovo non era stato sottoscritto.
Mio nipote Marvin non si abbassa a compromessi... tanto peggio per lui! Mi prenderò da solo ciò che mi spetta di diritto!
Da giorni avanzava a capo delle dieci legioni che Ellis gli aveva ceduto, per muovere guerra contro l'imperatore Elner XI.
Anche Elner era suo nipote, certo, ma Sephir non lo considerava tale.
E' un mostruoso abominio nato da un incesto tra fratello e sorella e posseduto da un demone!
Andava combattuto, sconfitto e cacciato dall'Impero Lathear.
E per farlo, era necessario dare inizio ad una nuova guerra.
Questa volta il Conte Fenrik non interferirà! La Cintura di Vivien lo tiene bloccato a Nord! 
Prima o poi mi prenderò la rivincita anche su di lui...
Le truppe di Elner erano concentrate a Tavisia, vicino alla Grande Muraglia, a nord della quale si estendeva la Federazione Keltar, e l'unico motivo per cui non avevano ancora varcato la Sublime Porta era che il giovane sovrano non aveva reclutato ancora soldati sufficientemente addestrati.
Inoltre la zona circostante alla Vedetta Lathearica era protetta da legioni fedelissime a Bial l'Eunuco, che riceveva rifornimenti via mare, grazie all'appoggio della flotta.

 

Sephir aveva intenzione di colpire le truppe di Elner alle spalle, e per questo aveva attraversato la Grande Dorsale dal Passo del Lupo, fino ad Esia, dove aveva stabilito il suo quartier generale.
Elner si trova schiacciato tra le mie legioni e quelle dell'Eunuco... a questo punto gli restano due sole scelte: o fuggire vergognosamente nei territori dei Keltar o subire una clamorosa sconfitta.
Conoscendo la strategia militare di Arexatan, le cui memorie si erano risvegliate nel nipote, la cosa più probabile era che Elner avrebbe ordinato una ritirata strategica oltre la Sublime Porta, accompagnato soltanto dalla sua legione personale, la Nona, l'invincibile Compagnia del Sole, composta dai veterani meglio addestrati di tutto il continente.
Che usi pure la Nona per far danni tra i Keltar! Con una legione sola, per quanto forte, non andrà molto lontano: i miei mercenari della Piovra lo strangoleranno!
Sephir uscì dalla sua tenda e guardò la notte.
L'ora più fredda della notte è quella prima dell'alba.
Non era solo una constatazione, era un proverbio, un modo per indicare che spesso la vittoria arrivava quando tutto sembrava perduto. Aveva atteso per troppo tempo, ed ora finalmente poteva scatenare tutta l'aggressività che aveva represso in diciotto anni di esilio.
Con questa consapevolezza, Sephir Eclionner diede ordine di svegliare i legionari e di prepararsi a marciare su Tavisia.
Il momento della rivincita è arrivato!



Sephir voleva risvegliare nei Lathear il ricordo della Primavera di Sangue.
Se Elner si fosse dato alla fuga, bisognava trovare un altro modo di insanguinare la terra.
<<Tribuno!>> esclamò rivolto al comandante in seconda dell'esercito.
L'uomo scattò al comando:
<<Vostra Altezza Imperiale...>>
Sephir sorrise lievemente, nel sentirsi nuovamente chiamato con il titolo che gli spettava, ed i suoi occhi blu parvero ravvivarsi di una gioia spietata:
<<Appena mio nipote sarà fuggito, date ordine di saccheggiare la città di Tavisia! Voglio che l'Impero sappia che Sephir Eclionner è tornato e cosa succede a chi si mette contro di lui!>>


N.d.A.

Sephir Eclionner è intepretato da Charles Dance nel ruolo di Lord Tywin Lannister in "A game of thrones".

La Primavera di Sangue (the Bloody Spring) è ispirata all'anno della Falsa Primavera ne "Il trono di spade" di George Martin. In Martin fu la rivalità tra Rhaegar Targaryen e Robert Baratheon a scatenare la guerra che portò alla caduta del regime di Aerys II il Folle.

L'immagine horror del tingere del color sangue le acque di un fiume è prima di tutto dantesca. Nel canto X dell'Inferno, Farinata degli Uberti è accusato da Dante di aver compiuto: "Lo strazio e 'l grande scempio / che fece l'Arbia colorata in rosso".
Qui la scelta del color porpora è un omaggio al film "I fiumi di porpora" tratto dall'omonimo romanzo di Jean-Christophe Grangé.

Esia è ispirata dalla città di Jesi e la mappa circostante ricalca quella delle Marche settentrionali, l'antico Ager gallicus che terminava presso il fiume Esino, al di sotto del quale iniziava il Picenum, odierno Piceno o Marche meridionali.

"L'ora più fredda della notte è quella prima dell'alba" è una mia variante della frase di Batman secondo cui l'ora più scura sarebbe quella prima dell'alba, il che non è vero. Comunque il Cavaliere Oscuro ha fornito una ispirazione che non può non essere citata.

I Keltar sono gli equivalenti dei Celti. I Latheari degli antichi Romani.

Tavisia è Tavullia, città natale di Valentino Rossi.



sabato 7 luglio 2012

Sondaggio: quale colore vi piace di più e perché?



Una domanda semplice per un sondaggio rapido... tra i colori di questa tabella quale vi piace di più, e perché? Beh, forse non è una domanda così semplice... ;-)

venerdì 6 luglio 2012

La moda nella prima metà del Settecento

File:Madame de Pompadour.jpg

Per avere un'idea di quale fosse la moda femminile dell'aristocrazia nella prima metà del '700 basta guardare alcuni ritratti della marchesa di Pompadour, l'amante di Luigi XV.





Da notare il fatto che i capelli erano argentei perché incipriati. A volte si usavano delle parrucche, ma questo divenne un'usanza solo nella seconda metà del secolo





Per quanto riguarda la moda maschile aristocratica, ecco alcuni ritratti di Luigi XV



Notiamo che le parrucche maschili diventano meno ingombranti, e di colore grigio, con un codino dietro.

File:Louis XV; Buste.jpg

Se si avevano capelli folti e resistenti, non si portava nemmeno più la parrucca, ma ci si limitava a farsi arricciare i capelli ai lati, raccoglierli in un codino di dietro e infine incipriarli per renderli argentei. 
Luigi XV era il pronipote del re sole e succedette al bisnonno all'età di 5 anni, regnando poi per mezzo secolo. L'altra sua amante famosa fu la contessa Du Barry.

File:Louis XV France by Louis-Michel van Loo 002.jpg


giovedì 5 luglio 2012

Gothian. Capitolo 81. Marvin e Vivien alle sorgenti dell'Amnis

Per tutta la vita Marvin aveva atteso quel momento.
Le sorgenti dell'Amnis, il grande fiume nel cui delta era cresciuto, si trovavano davanti a lui.
L'acqua sgorgava purissima da una roccia in mezzo al verde.
Si narrava che chi bevesse a quella fonte, fosse purificato da tutti i mali commessi.
Marvin non ne aveva commessi molti, ma si sentì comunque più leggero e in pace con se stesso, dopo essersi abbeverato a quella fonte.
Inoltre quell'acqua gli ridonò le forze e le energie, lo rigenerò.
A quel punto si sentiva finalmente in grado di incontrare lei, Vivien, la Fata delle Sorgenti, la Dama del Lago, Signora delle Acque dolci e pure.
Notò che nel laghetto poco più a valle una luce bianca e azzurra si stava magicamente accendendo e capì che presto si sarebbe trasformata nella personificazione della Dama.
Attese con trepidazione. Quello era l'incontro più importante, quello decisivo.
Qualunque segreto, qualunque dubbio, qualunque incertezza residua, con lei troveranno una risposta e una soluzione.
Rimase in attesa.
L'immagine eterea di Vivien si manifestò comparendo in quella luminosità azzurra.



Il suo sguardo, inizialmente distante e malinconico, assunse contorni più definiti, fino a mostrarsi in tutto il suo splendore.



Mentre emergeva dalle acque e si avvicinava a Marvin, portava in mano una spada.
Era la spada di Vorkidex, destinata al suo discendente, il Figlio di Cento Re, il Principe Promesso, il Profeta dei Keltar.



In quel momento Marvin capì di aver superato tutte le prove, e di aver meritato quella spada, per l'impegno e la rettitutdine con cui aveva svolto fino a quel momento il suo dovere.
<<Marvin, figlio di Lilieth Vorkidian, discendente di re Vorkidex, accetta questa spada, forgiata con acciaio, ricavato da metallo di meteorite. Ti spetta di diritto, per eredità e per merito. Ma prima devo avvertirti: dal momento in cui la impugnerai, sarai vincolato per sempre alla difesa del popolo dei Keltar e alla restaurazione del suo regno. Non ti sarà concessa pace, fintanto che non realizzerai questi obiettivi>>
Erano condizioni che ormai Marvin conosceva molto bene ed aveva accettato.
La mia vita non mi appartiene più.
Quando finalmente Vivien gli fu vicina, Marvin si inginocchio, le baciò la mano, e poi, dopo essersi rialzato, parlò:
<<Accetto questa spada, con tutti i vincoli che essa comporta>>
Poche parole. Non c'era bisogno di aggiungere altro.
Vivien gli consegnò la spada, Marvin la impugnò, e sentì dentro di lui l'anima di Vorkidex che esultava.
La Dama gli sorrise e poi disse: <<Ora puoi rivolgermi tutte le domande che, lo sento, attendono da tempo una risposta nel tuo cuore>>
Marvin annuì:
<<E' possibile sconfiggere il Male senza alterare l'equilibrio tra gli opposti su cui si regge l'Universo?>>
Vivien gli sorrise:
<<Hai posto la domanda fondamentale. Ebbene sì, è possibile, anzi è doveroso! Noi siamo chiamati a riconoscere il Male e contrastarlo. Non è facile, ma è necessario>>
Il giovane Vorkidian allora le chiese:
<<Come si fa a riconoscere il Male?>>


<<Sono le tue stesse emozioni a riconoscerlo: rabbia, paura, aggressività, il lato oscuro esse sono.
Odio, invidia, distruzione. Nulla di buono nasce da esse. Anche l'eccessivo attaccamento è un male: la possessività, il desiderio di potere, la vanagloria: sono malattie della mente, da combattere esercitando il distacco. Impara a distaccarti da queste cose, e potrai vivere nella luce e allontanare la tenebra che i tuoi antenati hanno gettato su questo mondo>>
Marvin annuì:
<<Non sarà facile, ma ci proverò!>>
Vivien sollevò una mano e un indice:
<<Provare no! Fare o non fare. Non c'è provare! Non esiste provare!>>
Il giovane sentì che era una dura verità:
<<Farò quel che è giusto!>>
La Dama del Lago tornò sorridente:
<<Io ti aiuterò nei momenti di incertezza. Se mi invocherai, io ti risponderò!>>
Marvin avrebbe avuto tante altre questioni generali da porre, ma c'erano domande più immediate, che riguardavano la stessa sopravvivenza sua e del suo popolo:
<<Il regno dei Keltar è assediato a Nord dagli Albini del Conte Fenrik, tenuti fermi dalla tua magica Cintura, e a Sud dai legionari Lathear guidati dal mio fratellastro, l'imperatore Elner XI Eclionner. Questi due eserciti ci schiacciano. Le forze a mia disposizione sono molto esigue rispetto ai nemici contro cui dovrò combattere. Come sarà possibile, in queste condizioni, poter anche solo sperare in una vittoria?>>
Vivien gli indicò un luogo dove improvvisamente un raggio di sole si poggiò sulle le rovine di un antico tempio:
<<Vedi quel luogo? E' la perduta Caemlyn, l'antica capitale del Keltar. E quell'edificio che tu vedi illuminato è un tempio>>
<<A quale angelo è dedicato quel tempio?>>
Vivien scosse il capo:
<<Quel tempio non è dedicato a un angelo, ma al Dio supremo del Bene, Ahura Mazda!>>
Marvin ne fu sorpreso:
<<Ma solo gli iniziati agli Arcani Supremi sanno la verità: che gli Dei sono due, uno del Male, Ahriman, e uno dei Bene, Ahura Mazda!>>
La Dama del Lago annuì:
<<Ora è così, ma c'è stato un tempo, migliaia di anni fa, in cui gli Arcani Supremi erano noti, senza bisogno di iniziazione ai misteri. Ed è giunto il tempo che torni ad essere così, poiché Ahura Mazda è il nostro Dio del Bene, l'unico che può salvarci dall'assalto dei demoni e dall'assedio dei malvagi>>
Marvin capì le implicazioni di quella risposta:
<<Se dunque io sono il Principe Promesso e il Profeta dei Keltar, allora spetta a me il compito di rivelare al mio popolo gli Arcani Supremi e ripristinare il culto di Ahura Mazda>>
Vivien sorrise:
<<E' così! Questo è il tuo compito, e per portarlo a compimento dovrai restaurare l'antica Caemlyn e con l'aiuto diretto di Ahura Mazda, guidare il tuo popolo alla vittoria>>
Il giovane Vorkidian aveva ormai chiara la visione su tutto:
<<Con la protezione diretta di Ahura Mazda, potrò avere la forza necessaria per sconfiggere i demoni che proteggono Fenrik, Elner e Marigold, e cioè Gothar, Eclion ed Atar. E non avrò bisogno di Belenos e di Cernunnos, perché tu intercederai per me presso il Dio del Bene!>>
Vivien divenne radiosa:
<<Ora sai veramente tutto! Io sono colei che intercede tra gli uomini e il Dio del Bene. Per mia intercessione le preghiere sono esaudite. Nei momenti difficili, invoca il mio nome, ed io intercederò per te!>>
Detto questo la sua luce tornò abbagliante, per poi svanire, insieme a lei, nella purissima acqua di fonte.


N.d.A.

Vivien è ispirata alla figura di Viviana, Signora di Avalon, ne "Le nebbie di Avalon" di Marion Zimmer Bradley. Nell'omonimo film è interpretata da Anjelica Houston.
In questo capitolo è interpretata da Cate Blanchett nel ruolo di Galadriel, figlia di Finarfin e regina degli Elfi di Lothlorien ne "Il signore degli anelli" di J.R.R Tolkien e nell'omonimo film di Peter Jackson.
Ne "Il Silmarillion" la dea Maiar delle acque è Uinen, mentre il dio Valar delle acque è Ulmo.

La consegna della spada è ispirata a quella del ciclo bretone arturiano dove Viviana (o Niniane o Nimue) consegna Excalibur ad Uter Pendragon, padre di Artù, dopo la morte del quale la spada viene conficcata in una roccia e sarà Artù stesso ad estrarla.

Il simbolo del Tao significa e sta ad indicare la distinzione, pur nella contiguità, di Bene e Male, e del fatto che almeno una piccola parte dell'uno è quasi sempre contenuta nell'altro.

La distinzione tra Bene e Male proposta da Vivien ricorda in parte quella del grande maestro jedi Yoda in Guerre Stellari. In particolare il Male morale è molto simile al Lato oscuro della forza. Ma si è tenuto conto anche dei sette peccati capitali indicati da Dante.

Caemlyn si ispira a Camelot. Il nome è presente anche nella serie "La ruota del tempo" di Robert Jordan.

Il Principe promesso è una leggenda de "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" di George Martin. Viene identificato con un erede dei Targaryen.

Sono presenti cenni alla religione druidica del Celti (i Keltar) e a quella zoroastriana.

I Lathear corrispondono agli antichi Romani. Il latheari classico è il latino. Il latheari moderno parlato a corte è l'italiano che è anche lingua franca comune dell'interno Continente centrale. Il latheari moderno parlato nelle campagne e nelle province periferiche è lo spagnolo castigliano.





mercoledì 4 luglio 2012

La moda nel Seicento (Barocco)



Il quadro qui sopra rappresenta il matrimonio di Maria de Medici con Enrico IV di Borbone, re di Francia, avvenuto il 5 ottobre del 1600, quasi ad inaugurare il nuovo secolo, quello che sarebbe stato caratterizzato dallo stile Barocco.
Maria de Medici, immortalata nei sontuosi quadri di Rubens, fu sicuramente la donna che, per una quarantina d'anni, dettò le regole del vestiario femminile, naturalmente nelle classi dominanti.

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File:Maria de' Medici Frans Pourbus the Younger (detail).jpg

Sempre dai reali di Francia derivò la moda della seconda parte del secolo, che per le donne ebbe come riferimento la successiva regina di Francia, Anna d'Austria, moglie di Luigi XIII e reggente per suo figlio Luigi XIV.



Per gli uomini, nella prima metà del secolo furono di moda i capelli lunghi e il pizzetto, come si può vedere dal ritratto di Luigi XIII

File:Louis XIII (de Champaigne).jpg


Poiché la cura dei capelli lunghi era piuttosto laboriosa, e poiché la calvizie era molto diffusa, gli uomini alla moda incominciarono a seguire l'esempio del Re Sole, Luigi XIV, che, a differenza di suo padre, non volle più il pizzetto e al posto dei capelli lunghi iniziò ad indossare sontuose parrucche.







File:Louis XIV of France.jpg

martedì 3 luglio 2012

Gothian. Capitolo 80. Alienor, Lilieth e i Pirati della Palude




La Palus Putredinis si estendeva a perdita d'occhio davanti a loro.
Alienor provava già un senso di nausea. Lilieth rimaneva impassibile.
Al contrario il Pirata era entusiasta di poter finalmente rimettere piedi su qualcosa che almeno lontanamente potesse ricordargli una nave.
Il massimo che i suoi uomini erano riusciti a procurargli era una vecchia bagnarola tutt'altro che rassicurante.



Le rovine dell'antico porto, nel punto dove il fiume Lathe entrava nella palude, erano ormai in uno stato di completa disgregazione. La decadenza dell'Impero latherar si poteva notare da mille particolari, ma lì, in quel punto, tutto era decadenza e marciume.
Alienor non se ne meravigliava.
Mille anni di governo degli Eclionner hanno fatto penetrare il marcio fin nel cuore della terra.



Una creatura alata di enormi dimensioni roteava sulla Palus Putredinis .
<<E' un rettile. Ma potete stare tranquille mie signore>> disse Vyghar <<non è un drago, non sputa fuoco e anzi in genere ha paura del fuoco. E' una delle creature che dipendono da Ursula, la signora delle paludi>>



Vapori mefitici si alzavano dalle acque, e luci verdi rotevano intorno ai cespugli.
<<Quelle lucciole verdi sono gli occhi di Ursula. Si dice che la demonessa riesca a vedere attraverso di loro. Quindi, speriamo di essere nelle sue grazie!>>
Alienor sgranò gli occhi:
<<Come sarebbe a dire "speriamo"? Se questa Ursula ci è ostile, non ne usciremo vivi!>>
Vyghar le rivolse il solito sguardo di superiorità:
<<Avete con voi uno dei più esperti navigatori del Continente, nonché grande guerriero e uccisore di mostri e quindi non capisco...>>
<<Ma smettila!>> tagliò corto Lilieth dandogli un buffetto su una spalla <<non c'è bisogno che ogni volta che c'è una pozzanghera tu ci ricordi le tue prodezze nei Sette Mari. Le abbiamo ben presenti!>>
L'allusione allo sterminio dei marinai della "Dolce Ellis" e del rapimento di Alienor, rese subito il Pirata molto più conciliante:
<<Ebbene, mia cara Lilieth, ti dimostrerò che quello che dico non è una vanteria! Vedrai! Ora, tutti a bordo!>>
La nave salpò dal piccolo molo e si perse nella nebbia.
Quella nebbia era tanto fitta che, unita alla vegetazione folta e intricata, impediva di capire se fosse giorno o notte. 
Alienor vedeva quei luoghi come il correlativo oggettivo della sua vita.
Questo non un luogo, è il mio stato d'animo!
Una profonda tristezza si impadronì di lei, un senso di noia sia per la fuga che per la vita.
Pregò allora la sua dea, Aenor, signora della Luce.
Mia signora e protettrice, dammi una ragione per vivere...
E mentre lei chiuse gli occhi le apparve un giovane uomo, che rispondeva a tutte le caratteristiche di Marvin Eclionner-Vorkidian.



La dea le rivolse queste parole:
"Un giorno vi incontrerete. Ma per poterlo conoscere, devi vivere, e portare a termine la tua missione"
Alienor si sentì risollevata.
Forse, se sopravvivrò a tutti i pericoli di questo viaggio, e se lui sopravvivrà a tutti i pericoli di del suo, allora potremo sperare in una qualche felicità. 
In nome di quella speranza, Alienor decise di farsi forza, e di sopportare con pazienza tutte le sofferenze che la sorte le aveva riservato.
Ricordò la frase del brindisi di capodanno nella villa di Lady Ariellyn, in lingua keltari:
Le temps viendra...


N.d.A.

L'immagine delle rovine del porto è quella delle rovine di Osgiliath ne "Il signore degli anelli" di J.R.R.Tolkien.

Il nome Ursula è ispirato dalla "cattiva" piovra de "La sirenetta" di W. Disney.

"Le temps viendra" è il titolo di un romanzo incentrato sul personaggio di Anna Bolena.

La lingua keltari moderna aristocratica e letteraria è il francese. Le altre lingue dei Keltar sono simili a quelle del gruppo celtico, di quello gallo-romanzo e di quello dei dialetti gallo-italici.

lunedì 2 luglio 2012

Maria Callas: gli ultimi anni (1966-77)


Nel 1966, Maria Callas rinunciò alla nazionalità statunitense e a quella naturalizzata italiana per tornare alla nazionalità greca, in vista di un possibile matrimonio con Aritstotele Onassis.
In quel periodo Maria tentò anche una riconciliazione con la madre Evangelia, che però non andò a buon fine, per il carattere orgoglioso di entrambe. Nonostante Evangelia fosse anziana e malata, era destinata a sopravvivere a sua figlia. Forse questo l'avrebbe resa meno severa.
Anche con Onassis le cose degenerarono.
L'armatore greco non solo si rifiutò di regolarizzare la loro unione, ma nel 1968, forse per assecondare un disegno economico che gli permettesse di aumentare il suo giro d'affari con gli Stati Uniti, decise di sposare Jacqueline Bouvier, vedova di John Kennedy.
Il giorno delle nozze tra Arì e Jackie, Maria Callas commentò con tagliente ironia

<<Sono contenta che Jackie Kennedy abbia potuto finalmente ridare un "nonno" ai suoi figli>>




Pochi sanno che subito dopo il matrimonio con Jackie, Onassis tentò di riallacciare i rapporti con la Callas, tanto da passare ore in limousine davanti all'appartamento parigino di lei, nella speranza di essere ricevuto, cosa che ovviamente non accade. Perduto l'amore e nonostante la salute incerta, Maria decise di ritornare sulle scene.


 Una grande occasione per tornare alla ribalta, questa volta nel cinema, fu quando le venne offerto il ruolo di protagonista del film Medea di Pier Paolo Pasoliniun'interpretazione giudicata sublime e passata alla storia.



 Il film, che riproponeva in chiave barbarica e vagamente autobiografica (sia per Pasolini che per la Callas) la vicenda della maga della Colchide che viene a contatto traumatico col mondo della civiltà, fu girato nei bellissimi scenari della Cappadocia, oltre che negli studi di Cinecittà, e dette modo alla Callas di distrarsi e di arricchirsi culturalmente e umanamente, incontrando intellettuali d'alto rango, come Pasolini, di cui divenne intima amica e confidente.



Una serie di poesie che Pasolini scrisse in quel periodo riflettono un'intesa artistica e un'amicizia profonda, sia da parte della Callas, sia da parte del poeta, colpito dalla sua personalità forte e sincera. Molte di queste poesie andarono poi a far parte della raccolta Trasumanar e organizzar



La seconda significativa attività fu come docente in un ciclo di master-classes tenuto alla celebre Juillard School di New York dall'ottobre del 1971 al marzo del 1972, con ventisei allievi selezionatissimi.
 Di queste master classes rimane la registrazione di ben 46 ore di lezioni, interessantissime per capire la genesi di molte idee interpretative della cantante non solo sui propri ruoli ma anche su quelli di tutte le altre voci del grande repertorio. La Callas chiamava sul palco il giovane cantante, che eseguiva l'intera aria una volta, dopodiché si passava alla ripetizione minuziosa di sezioni singole, di frasi, parole, cadenze. Esemplare a questo riguardo è il "Cortigiani, vil razza dannata" dal Rigoletto: la Callas canta da soprano le frasi del baritono, immedesimandosi completamente nel momento scenico-musicale voluto da Giuseppe Verdi), ma tutte le lezioni possono dirsi preziose per i consigli prodigati e gli esempi tangibili fatti ascoltare dalla Divina, che al confronto con allievi pur brillantissimi e nel pieno delle forze, giganteggia sopra loro come un'aquila.





Nell'ottobre del 1973 iniziò un tour mondiale insieme a Giuseppe Di Stefano, che si concluse l'11 novembre del 1974 a Sapporo (Giappone).



 Con molto impegno ed estenuanti ore di prove, la Callas ritrovò la propria potenza vocale come stanno a testimoniare le registrazioni dei concerti del 1974.
Il pubblico e la critica accolsero con ammirazione ed entusiasmo questa sua ultima tournée.


Ma il prezzo pagato in termini di stanchezza fisica e mentale fu enorme.
Dopo il concerto in Giappone, nel 1974. la Callas si ritirò definitivamente dalle scene, stremata dall'impegno fisico per la preparazione dei concerti.

Da allora visse quasi da reclusa nella sua casa di Avenue Georges Mandel 36 a Parigi, evitando contatti persino con conoscenti e amici. 

Il 1975 fu l'anno più doloroso sia per la sfera privata che per la sua personalità artistica: nel marzo, a Neuilly-sur-Seine, morì Onassis, in seguito ai postumi di miastenia gravis, da cui era afflitto da tempo; il 2 novembre Pier Paolo Pasolini fu ucciso in circostanze misteriose.
Nel 1976 morì anche l'altro suo grande regista e amico di una vita: Luchino Visconti.

Venerdì 16 settembre 1977, nel suo appartamento di Parigi, Maria Callas fu colpita da infarto e morì per arresto cardiaco a soli 53 anni. 
Le sue condizioni cardiocircolatorie erano compromesse da tempo, e il referto del medico legale non lascia adito a dubbi, nonostante tutte le ipotesi che furono avanzate a causa della scomparsa prematura.
Il suo corpo fu cremato e le ceneri sparse nel mare Egeo, secondo le sue ultime volontà.


domenica 1 luglio 2012

Gothian. Capitolo 79. Bial l'Eunuco riceve l'ammiraglio Travemund




Da quando l'imperatrice Marigold di Gothian lo aveva liberato dalla rocca di punizione di Al-Dhanab e lo aveva nominato Ministro "ad interim" dei Servizi Segreti, l'Ammiraglio Auran Travemund si era trovato costretto a raggiungere la Vedetta Lathearica, per lavorare insieme al "vero" ministro, Bial l'Eunuco.



Quando fu ricevuto per la prima volta dall'Eunuco, l'Ammiraglio si sentì subito a disagio.
Fece un cenno di inchino, con un sorriso falso stampato sul viso.
«Lord Bial, vi rendo omaggio»
L’Eunuco lo guardò con quei suoi occhi neri come il carbone, le ciglia truccate, e un broncio malizioso: «Ammiraglio Travemund, che sorpresa! Pensavamo che vi foste perso per i Sette Mari...»
Travemund ignorò la battuta. Doveva arrivare subito al dunque.
«Milord, voi saprete della mia nomina ministeriale... ecco.... io sono qui perché l'Imperatrice si chiede se... come dire... se siano chiare le vostre... le vostre... alleanze, in questa situazione così … complessa…»
Bial guardò Travemund con aria schifata, deplorando il fatto che Marigold lo avesse scelto come intermediario.



«Lord Travemund, non c’è cosa che io non abbia fatto per il bene di Sua Maestà»
Era una risposta vaga e contorta, con troppe negazioni che si annullavano a vicenda.
«Una formula strana per esprimersi, Milord. L’imperatrice Marigold esige più chiarezza, più immediatezza. Le vostre lettere sono state ritenute leggermente reticenti… ambigue...»
La replica di Bial fu gelida
«Non vi seguo»
L'ammiraglio dovette nuovamente giocare d'attacco:
«Attendevamo risposte sul Nuovo Patto e le vostre giustificazioni riguardo al temporeggiamento nella trattativa sono parse insufficienti al Consiglio dei Ministri»
Bial scrollò le spalle:
«E allora perché il Ministro della Guerra non si degna di venire qui, al confine, in questo pantano, a risolvere lui la situazione?»
Travemund si morse la lingua.
Maledetto, ha sempre la risposta pronta.
Cercò di tallonarlo:
 «Io sono un rappresentante del Governo e della Corona! Esigo una risposta ora riguardo alla disponibilità di Marvin Vorkidian!»


L'Eunuco scrollò le spalle con aria annoiata:
«Ho già detto e scritto più volte a Sua Maestà che Marvin deve prima conferire con la Dama della Sorgente»
L'ammiraglio non capiva.
<<Conferire con chi?>>
Bial scosse il capo, sbuffando:
<<E voi sareste il nuovo Ministro dei Servizi Segreti? Persino una vecchia portinaia ne sa più di voi!>>
Travemund dovette ammettere che forse l'Eunuco aveva ragione.
Estrasse un documento da una tasca del suo abito dorato e lo tenne in modo che si vedesse in bella mostra il Sigillo imperiale.
«Vi devo consegnare una lettera. Con questo documento Sua Maestà mi autorizza a supervisionare tutte le operazioni civili e militari al confine con la Federazione Keltar»
Bial si limitò a dare un'occhiata scettica al sigillo.
«Non crediate che sia una passeggiata»
A quel punto l'ammiraglio calò il suo asso nella manica.
«Ecco perché sono stato mandato da voi.  Sarete voi a istruirmi!»
Questa frase divertì l'Eunuco:
 «E così Marigold vi ha raccontato questa idiozia? Spero non ci abbiate creduto. E' evidente che il vostro unico compito qui è quello di spiarmi...»
Travemund non riuscì a negare l'evidenza:
«Lord Bial, l’Imperatrice ha la massima fiducia... »
Bial sollevò una mano dalle unghie laccate:
<<Tacete per favore! Marigold non si fida di me, e fa benissimo a mettermi una spia alle calcagna, ma avrei preferito un militare degno di questo nome! L'unica battaglia a cui avete partecipato è stata quando i pirati hanno distrutto la vostra nave ammiraglia! Vyghar di Linthael se la ride ancora di voi!>>



«Eravamo tutti d'accordo!» protestò Travemund.
Bial rise:
«Certo, così d'accordo che Ellis vi ha spedito subito in galera, e buttato via la chiave»
Travemund era esaspetato:
«Adesso l'imperatrice è Marigold di Gothian!»
L'Eunuco annuì:
«La quale vi manda qui per sollecitarmi a fare da mediatore con Ellis, Masrek e Marvin»
L'ammiraglio si limitò a tacere.
Bial sospirò di nuovo:
«E oltre a spiarmi e a giocare con i soldatini che altro farete, Ammiraglio?»
Travemund si riscosse:
«Ho un mandato imperiale ben preciso: ritrovare la principessa Alienor e il pirata Vyghar, prima che possano commettere danni contro l'imperatrice!»
Bial lo guardò divertito.
«Tanti auguri, Ammiraglio! I miei servizi segreti sono stati presi in giro per vent’anni da questo Vyghar e dalla sua alleanza!»
Gli occhi di Travemund si fecero incandescenti: 
«Badate bene, Lord Bial: se dovessi scoprire che voi conoscete dove si trovano e che li state proteggendo, giuro che finirete impalato vivo. E sarebbe la fine che vi meritate, considerati i vostri costumi! »
Bial sorrise:  «Ah, ecco cosa mi mancava… lezioni di etica sessuale dallo stallone della Dama Gialla! Vi si sente ancora indosso il profumo di giunchiglia della nostra cara sovrana»



Gli occhi di Travemund tornarono al loro colore nocciola opaco.
«Non solo uno stallone e nemmeno una pedina!»
Bial annuì:
«Se lo dite voi...»
L'Ammiraglio ebbe uno scatto d'ira, strattonò l'Eunuco per una manica, e alzò la voce: <<Fareste meglio a tenermi in maggiore considerazione!>>
L'Eunuco fu affascinato da quel gesto e lo osservò con uno sguardo femmineo e languido: <<Tutto dipende dalla vostra disponibilità. Il mio letto non odora di giunchiglie, ma se ne traggono molti più vantaggi...>>
Travemund rimase allibito. 
Nel frattempo le guardie dell'Eunuco lo presero in consegna.
<<Portatelo a meditare in una cella dell'ala nord e fate in modo che sia tenuto sotto stretta sorveglianza fino a quando non sarà più... come dire... collaborativo...>>
E con un gesto della mano bianchissima, l'Eunuco indicò che l'udienza era terminata.


N.d.A.

L'ammiraglio Auran Travemund è rappresentato da Renly Baratheon ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" di George Martin. Il nome è ispirato all'ammiraglio della flotta di Cersei Lannister, Aurane Waters, e alla città portuale di Travemunde presso Lubecca (città in cui sono ambientati "I Buddenbrook" di Thomas Mann).

Bial l'Eunuco è interpretato da Bill Kaulitz dei Tokio Hotel.

Vyghar di Linthael è intepretato da Johnny Depp nel ruolo del capitano Jack Sparrow nella serie "Pirati dei caraibi".


sabato 30 giugno 2012

Maria Callas: gli anni d'oro (1957-65)




Nel 1957, Maria Callas non era "soltanto" la più famosa e apprezzata cantante lirica vivente, ma era diventata un personaggio pubblico, una vera e propria icona di stile, che nell'immaginario collettivo occupava un ruolo di primo piano, e partecipava a molti eventi mondani con altri personaggi leggendari dell'epoca, qui sotto la vediamo con Marilyn.


La foto successiva ritrae la Callas con un'altra grande icona di stile, anzi di classe, quale fu Grace Kelly, a cui era legata da una personale amicizia, dovuta ai lunghi periodi trascorsi a Montecarlo:



Nel 1957, ad un ricevimento a Venezia organizzato in suo onore dalla contessa Anna di Castelbarco, per il quale rinunciò a cantare una recita supplementare de La sonnambula al Festival di Edimburgo nonostante le richieste della Scala, incontrò per la prima volta Aristotele Onassis. Per quella volta, il greco fu solo uno dei tanti miliardari con cui la nuova vita sociale internazionale la faceva venire a contatto, complice l'ambigua e adorante amicizia di Elsa Maxwell, anch'essa presente alla festa. 
L'anno seguente, probabilmente impressionato dal Gala in onore della Callas organizzato dal Teatro dell'Opéra di Parigi, Onassis non volle essere da meno, e organizzò una cena in suo onore al Dorchester Hotel di Londra, in occasione della prima della Medea al Covent Garden (giugno 1959).





Caso mai non fosse stato chiaro il messaggio, Onassis si fece anche fotografare mentre, al momento dei saluti, cercava di trattenere a sé la Callas,  che, visibilmente sorpresa e turbata, si trovò schiacciata tra il futuro amante e il marito, che già parevano contendersela: ecco la foto incriminata!





Un mese dopo, l'invito a trascorrere le vacanze estive sullo yacht Christina per una crociera insieme a Winston Churchill e consorte e ad altre personalità del Gotha internazionale colse una Callas stanchissima per una massacrante tournée di concerti e molto desiderosa di una vacanza. 
Convinse il marito ad accettare.
Meneghini però, che soffriva il mal di mare, non usciva quasi mai dalla cabina e la Callas non era certo il tipo da rimanere a consolare l'anziano consorte, per cui si sentì libera di svagarsi e divertirsi.
Onassis era un seduttore, ma la Callas aveva migliaia di seduttori, più ricchi, più belli, più giovani.
Perché Onassis riuscì dove nessun altro era riuscito prima, e cioè a infrangere la ferrea fedeltà della Callas a suo marito?
Provo a lanciare alcune ipotesi.
Onassis era greco come lei. Le ricordava suo padre, quel padre che era stato così assente e distratto.
Era brillante, carismatico, passionale, con una fama, mai smentita, di grande amatore sotto le lenzuola. La stessa Callas confessò in una lettera, poi divenuta di dominio pubblico nello scandalo incredibile che ne seguì, di aver scoperto "il piacere fisico", per non dire sessuale, solo grazie ad Onassis.
A quel punto gli ingredienti perché sorgesse il grande amore c'erano tutti: il movente, le condizioni favorevoli, le affinità elettive e quel riconoscere in un altro l'altra metà di se stessi.
Dopo nemmeno due settimane, al rientro a Montecarlo, Maria Callas era perdutamente innamorata dell'armatore greco e aveva deciso di separarsi dal marito, e anche di chiedere il divorzio, cosa che le era permessa in quanto aveva conservato la cittadinanza statunitense.





Inizialmente la notizia apparve troppo clamorosa per essere presa sul serio. Per convincere i cronisti mondani ci volle una dichiarazione ufficiale di Meneghini, esasperato dal fatto di non saper dire, a tutti coloro che, nel torrido ferragosto, cercavano sua moglie per vari motivi professionali e personali, che Maria era introvabile, probabilmente in qualche isola greca con Onassis.





Lo scandalo fu deflagrante, uno dei più chiacchierati di tutto il secolo, secondo solo a quello di Wallis Simpson e di Edoardo VIII.
Da quel momento, ogni uscita pubblica della Callas diventò preda dei giornalisti, fino al giorno della sua morte.
Secondo alcuni amici, la separazione con Meneghini era comunque nell'aria, già prima della conoscenza di Onassis, per diverse cause dovute proprio a Meneghini (esasperante, tirchio, sempre in cattivi rapporti coi dirigenti dei teatri, e infine troppo poco mondano rispetto alla vertiginosa ascesa della moglie di quegli ultimi tre anni).
In ogni caso, da quel fatidico 1959, per alcuni anni la Callas e Onassis fecero coppia fissa nel "gran mondo", mentre gli avvocati procedevano nelle pratiche di divorzio di lei da Meneghini e di lui dalla prima moglie Athina Livànos. 
Quello che nessuno seppe è che però proprio mentre lasciava il marito, Maria Callas fece testamento a suo favore, nominando Meneghini suo erede universale ed escludendo così la madre e la sorella.
Che i rapporti di Maria con Evangelia e Yakinti fossero pessimi era noto, ma il motivo principale di quel testamento, che emerse in sede giudiziale molto tempo dopo, fu che per Maria, quello fu il modo di sdebitarsi definitivamente verso Meneghini, che l'aveva aiutata in modo determinante ad arrivare al successo. Alcuni obiettano che Meneghini era molto più vecchio di lei, e quindi improbabile come erede, e invece le sopravvisse di molti anni. E' possibile che la Callas, stremata dai concerti e dagli sforzi vocali, presentisse che la sua vita non sarebbe stata lunga.




Mentre la Callas viveva quasi in una favola la storia d'amore della sua vita, incominciò il lento declino della sua carriera.



Dal 1959 iniziò a diradare vistosamente gli impegni, presa da una stanchezza irrecuperabile almeno a livello vocale. Nell'agosto del 1960, con una linea vocale ancora cospicua ma intaccata da un forte vibrato e dal registro acuto indebolito e accorciato, cantò la Norma ad Epidauro, in settembre incise nuovamente l'opera, e il 7 dicembre inaugurò la stagione lirica della Scala nella parte non protagonistica di Paolina nel Poliuto di Gaetano Donizetti. Ma le forze, anche a causa della rigidissima dieta a cui si sottoponeva, le vennero meno.

File:Callas-onassis.jpg

Per molto tempo, tra il 1961 e il 1962,  fu assente dalla scena pubblica e si parlò di una gravidanza tardiva, conclusasi con un aborto spontaneo, che avrebbe aggravato le condizioni psicofisiche della Divina.
Nel 1964, dietro forti insistenze di Franco Zeffirelli, cantò nel ruolo di Tosca al Covent Garden di Londra, con un notevole successo. Nel 1965 replicò la Tosca alla Carnegie Hall di New York, il tempio della grande musica americana: il ritorno fu trionfale. Maria sembrò aver ritrovato lo splendore degli anni precedenti e ciò la indusse a cantare cinque repliche della Norma all'Opera di Parigi, ma proprio in quella circostanza sia la voce che il fisico non ressero. Il 29 maggio 1965 terminò la scena dell'atto II del tutto sfinita e l'ultima scena venne annullata. E quello, come si usa dire in questi casi, fu l'inizio della fine.


Nella prossima, ed ultima parte, parlerò degli ultimi 12 anni di vita della Divina.