martedì 3 aprile 2012

Gothian. Capitolo 36. Il sogno di Marvin


Marvin stava sognando qualcosa che non aveva mai visto in vita sua.
Si trovava in una reggia a forma di piramide, in cima ad una acropoli.
 Vide un giovane principe, dai lineamenti Eclionner.

 

Parlava con una ragazza che gli somigliava, anch'ella dai lineamenti Eclionner, una Principessa del Sangue, cioè figlia di un erede al trono. 
Marvin ascoltava il loro dialogo.
Stavano discutendo. Il principe era deluso:
«Perché non fuggi via con me? Se davvero mi ami come dici, Ellis, rinuncia a quel matrimonio da farsa con nostro cugino, e seguimi!»
La ragazza lo fissava con occhi pieni di tristezza:
«Non possiamo andarcene tutti e due, Masrek... ci verrebbero a cercare anche all'inferno...»


Il principe scuoteva il capo.
«La Dinastia ha altri eredi... nostro cugino, per esempio... quello che tu vuoi sposare per nascondere al mondo il fatto che aspetti un figlio da me! E per consolidare il tuo potere!»
«Non dirlo!» gridò lei, afferrandogli le spalle: «Non pensarlo nemmeno! Cosa potremmo offrire a nostro figlio, se dovessimo vivere fuggendo come criminali? Accetta questo compromesso, Masrek... ci ameremo in segreto, nessuno ci scoprirà... »
«Preferisco vivere fuggendo, che rimanere qui a nascondermi nella menzogna! Io non sono capace di recitare, non sono come te!»
«Tu sei migliore di me, lo so, lo hanno sempre detto tutti... e allora dimostra di essere forte, e prometti che non mi abbandonerai! Promettilo, Masrek!»
«Ne ho abbastanza delle tue trame, Ellis! Raggiungerò nostro padre ad Elenna sul Dhain. E lo metterò in guardia dalle tue ambizioni, e da quelle dei tuoi alleati, specialmente Fuscivarian e sua figlia Susan, la tua futura suocera!»
La fanciulla versò le sue ultime lacrime d'amore:
«Se adesso te ne vai, io non so più chi sei: per me sarai morto per sempre, Masrek! Perdonami, ma io non ti perdonerò!»
La scena svanì.
Poi apparve all'improvviso una seconda scena.
C'era una città in mezzo a un fiume.  E tutto attorno si stava combattendo.


In mezzo alla battaglia c'era un possente condottiero di stirpe Eclionner, sui quarant'anni, che portava il diadema dell'erede al trono, e i suoi capelli erano già grigi, e i lineamenti scavati. Gridava alle truppe: «Seguitemi! Elenna sul Dhain cadrà entro stasera, e tutti ricorderanno i nostri nomi! Un giorno racconterete che eravate insieme a Sephir Eclionner, Principe della Corona, il giorno della battaglia di Elenna sul Dhain!»


«Sei arrivato troppo tardi, Sephir Eclionner!» gridò una voce «E' destino che tu non debba tornare mai più a Lathena! Hai infranto il Patto, ed io sono qui per punire te, e distruggere il tuo esercito!»
 Il condottiero riconobbe chi aveva parlato e capì che per lui era finita:
«Fenrik di Gothian! Maledetto traditore! Giuro che te la farò pagare cara!»











Poi tutto scomparve.
Nella terza scena c’era un Imperatore molto vecchio, dalla lunga barba bluastra. Il suo volto era crudele, e la sua voce era rauca e sibilante. Le sue unghie erano lunghissime e affilate.
Marvin lo riconobbe: era Wechtigar XVI Barbablù, quello che si faceva mandare ogni notte una vergine, e la mattina dopo faceva portare via quello che ne restava.


 L'Imperatore stava parlando al suo primo ministro: “Fa’ in modo che Sephir non torni mai più. La sua disfatta ad Elenna sul Dhain ha gettato il disonore sulla mia stirpe! Da oggi non è più mio figlio: io lo rinnego! Fa’ che resti principe di quattro palafitte su terra fangosa. Ed ordina a mio nipote Masrek di rientrare immediatamente: ora è lui l'erede!”.
 L’altro annuiva e chiedeva: “E riguardo a Wensy? Lei sospetta che Sephir sia sopravvissuto... potrebbe rivelarlo... non rinuncerà facilmente a suo marito...”.
Il vecchio sovrano scrollò le spalle: “Wensy è figlia tua, Fuscivarian, e dovrai occupartene tu!”.
Poi apparve una quarta scena.
C'era il Trono Imperiale, immerso in un’ombra scura.

Iron Throne Teaser - game-of-thrones  

E una donna bionda, seduta sul trono. 


La dama guardava per terra e diceva tra sé:  «Tornerò ad essere tua moglie, Arexatan! Sarò la nuova imperatrice e fonderò una nuova Dinastia!»
Marvin aveva riconosciuto la Dama Gialla, e voleva smascherarla, dire che aveva sposato il Conte di Gothian, e si faceva chiamare Marigold, ma tutto svanì in un lampo.
Infine apparve una quinta scena.
C'era il suo amico druido Gwydion, ma era molto vecchio e sfogliava un libro, intitolato "Il Profeta dei Keltar"


Parlava con un giovane apprendista, che gli chiedeva: “Hai davvero conosciuto il grande Marvin Vorkidian?
Oh, sì! Tanti anni fa! Era il principe che ci fu promesso, e la sua stirpe era quella della Luce e delle Tenebre
Marvin aveva udito, ma nessuno pareva vederlo.
Incominciò a gridare: “Gwydion! Sono io… sono ancora vivo...Gwydion, rispondimi!
L’immagine del druido tornò a ringiovanire e gli impose una benedizione.


Marvin si svegliò.
Il cuore gli batteva forte, e la fronte era imperlata di sudore.
Di fianco a lui c'era veramente Gwydion, che gli impartiva una benedizione.
 «Ho fatto un sogno assurdo…» gli sussurrò «...ho visto mio padre con Ellis, mio nonno Sephir, suo padre Wechtigar XVI, e il senatore Fuscivarian, ho visto le loro malefatte… ho visto Marigold di Gothian, mi aveva scambiato per Arexatan Eclionner... e poi c’eri tu, ma eri vecchio. E parlavi di me. Mi chiamavi "il Profeta dei Keltar"... »
Gwydion annuì gravemente
«Tu sei il Profeta che ci fu promesso, e la tua stirpe è quella della Luce e delle Tenebre»
Marvin riconobbe la stessa frase del sogno:
«Hai detto quasi le stesse parole nel sogno, ma parlavi al passato, come se io fossi morto da tempo..»
Il druido gli pose una mano sulla spalla:
«Non morirai, ma ti trasformerai. Per metà tu discendi da una stirpe di demoni. Eclion è il più   potente e malvagio. Gli Eclionner hanno commesso atrocità indicibili. Dovrai imparare a ad accettare queste memorie ancestrali, e a tenerle a bada. Ma tu sei anche un Vorkidian, e questo ti salverà! Vorkidex discendeva da Belenos, il Luminoso, un angelo potente e buono, venerato come dio del sole. Ora non puoi capire tutto. Sarà l’Arcidruido di Floriana a iniziarti agli Arcani Supremi»


Marvin annuì: «Spero che possa guarirmi dall'angoscia che sento nel cuore»
Gwydion lo fissò con serietà:
«Quell'angoscia nasce dal conflitto interiore tra le due stirpi da cui discendi. E questo nessuno lo può cancellare, nemmeno noi druidi. Non possiamo cambiarti, ma possiamo aiutarti ad accettare te stesso. Non possiamo guarirti, ma possiamo aiutarti a vivere meglio. Non possiamo rendere immortale il tuo corpo, ma renderemo immortale il tuo nome!»


N.d.A.

Tutta l'intelaiatura di questo capitolo è basata su una rielaborazione personale delle visioni di Daenerys Targaryen nella Casa degli Eterni.
Sephir Eclionner è Aegon V Targaryen, l'Improbabile, padre di Jaheaerys II.
Wechtigar XVI Eclionner è Aerys II Targaryen il Folle.
Il trono è chiaramente "Il trono di spade" di George Martin.
Elenna sul Dhain è Tar Valon della serie di Robet Jordan.
Marigold di Gothian è Cersei Lannister interpretata da Lena Headey.
Il druido Gwidion da giovane è Baelor Targaryen il Benedetto, mentre da vecchio è Aerys I Targaryen il Sapiente.
L'arcidruido è Jaheaerys I Targaryen il Conciliatore o il Saggio.
Belenos è il dio celtico Belenus, dio della luce e del sole.




lunedì 2 aprile 2012

Isabella di Castiglia, 1° parte: la presa di potere

Isabella di Trastàmarala Cattolica ( Madrigal de las Altas Torres22 aprile 1451 – Medina del Campo26 novembre 1504) , regina di Castiglia dal 1474 al 1504, regina consorte di Aragona, dal 1479 al 1504, è considerata la fondatrice del regno di Spagna, costituitosi tramite l'unione delle corone di Castiglia e di Aragona, attraverso il matrimonio con Ferdinando il Cattolico, re d'Aragona, e la conquista del regno di Granada (1492). Nello stesso anno, finanziò la spedizione di Cristoforo Colombo, che pose le basi per la creazione dell'impero coloniale spagnolo in America latina.

File:Isabel la Católica-2.jpg

Appartenente al casato di Trastámara, era figlia del re di CastigliaGiovanni II e della sua seconda moglie Isabella del Portogallo. A soli tre anni perse il padre, mentre la madre, donna religiosissima e sofferente di crisi depressive, si ritirò nel castello di Arévalo, entro le cui mura rimase per 42 anni, fino alla morte. Isabella crebbe con la madre, lontana dai giochi di potere, in quanto il regno di Castiglia era stato ereditato dal fratellastro Enrico, la cui figlia Giovanna era considerata legittima erede al trono.
I rapporti tra Enrico ed Isabella erano molto tesi in quanto buona parte della nobiltà riteneva Isabella avrebbe dovuto ereditare il trono al posto di Giovanna, considerata illegittima, in seguito alle dicerie secondo cui il re era impotente. 


File:Arms of the Crown Castile with the Royal Crest.svg
Nel 1469, contro la volontà del fratello, suo tutore legale, Isabella sposò Ferdinando, erede al trono d'Aragona. Questa unione ottenne l'appoggio del clero, in particolare del potente arcivescovo di Toledo, che conosceva l'estrema devozione religiosa di Isabella, e la preferiva, come erede al trono, alla figlia di Enrico.


File:IsabellaofCastile05.jpg

Per alcuni anni Isabella e Ferdinando vissero in condizioni precarie, spostando continuamente la residenza, per raccogliere sostegno tra i nobili castigliani e soprattutto tra i vescovi.
Quando nel 1474 il fratello di Isabella, re Enrico di Castiglia, morì improvvisamente, la nobiltà si divise in due fazioni: alcuni sostennero la successione della figlia di Enrico, altri, soprattutto i vescovi, sostennero la successione di Isabella, che fu proclamata regina di Castiglia con una solenne cerimonia a Segovia il 13 dicembre 1474.
A questa cerimonia non partecipò il marito, che si trovava in Aragona per raccogliere un esercito in grado di fronteggiare l'opposizione del Portogallo all'incoronazione di Isabella.
La guerra civile durò cinque anni.
Il 4 dicembre 1479 i nemici di Isabella la riconobbero pubblicamente come unica regina di Castiglia. Nello stesso anno il marito Ferdinando era succeduto al padre come re di Aragona.
Dall'unione personale dei due regni, quell'anno nacque l'entità che presto sarebbe stata conosciuta come Regno di Spagna.
File:CastillaLeon 1360.png


Nella prossima puntata parlerò degli elementi positivi e di quelli negativi che caratterizzarono il regno di Isabella.

domenica 1 aprile 2012

Gothian. Capitolo 35. Marvin e compagnia arrivano al fiume Amnis

Marvin aveva trascorso tutto il tempo dell'attraversamento della Laguna sulla punta della prora, a osservare con attenzione il paesaggio e ad inspirare l’aria fresca ed odorosa di sale.



 Aveva sempre desiderato percorrere in tutta la sua lunghezza la grande Laguna di Amnisia , che si estendeva tra il mare a est e le paludi di acqua dolce a ovest.
Quando per primo riuscì ad avvistare la terra, capì che si trattava soltanto di una striscia tra due argini rinforzati dal duro lavoro dei Keltar che per primi avevano tentato di bonificare la zona. Ricordò che il primo passo della bonifica era stato quello di separare le acque salmastre della Laguna da quelle dolci della Palude e dei due bracci del Delta dell’Amnis tra cui essa si trovava.


A metà del secondo giorno di navigazione, la piccola flotta di Ser Yvain de Bors, aveva gettato le ancore e deciso di sostare lungo l'argine della Laguna.



Marvin ne sapeva il nome: Argine Angus, perché voluto da Lord Angus de Lohn, Duca di Festerania e Signore dei Keltar-Lingon, la stirpe che dominava il braccio Mediano del Delta dell'Amnis.
L'argine era mantenuto in buone condizioni e Marvin, appena sceso sulla terraferma, decise di passeggiare lungo questo lembo di terra compattata, che separava due ambienti molto diversi tra loro.
Gli altri membri della Compagnia decisero di fare una grigliata col pesce da poco pescato.
Marvin non aveva mai amato il cibo a base di pesce, e questo era un residuo della sua infanzia al Borgo dei Keltar Senia, una zona interna, dove si preferiva un’alimentazione basata sulla carne. Neppure tutti gli anni trascorsi in seguito ad Amnisia gli erano serviti per rendere più piacevoli le ricette di pesce e frutti di mare. Il solo odore gli risultava nauseabondo, per cui si allontanò rapidamente.
Mentre camminava lungo l'argine, si domandava come fosse possibile il fatto che per molti non era chiara la distinzione tra la Laguna di Amnisia e la Palude interna. Pochi ricordavano che la prima era molto più profonda e salmastra, mentre la seconda era come un grande stagno di acqua dolce.
Nella Palude che si estendeva a sinistra dell’Argine, c’era molta più vegetazione: canneti, piante giallastre ad alto fusto, ninfee, ciuffi d’erba, persino qualche albero.


Camminando lungo il sentiero tra gli argini, vide una piccola torretta, che sembrava quasi un faro, ma senza luce.
Quello era il punto da dove aveva inizio il canale che collegava la Laguna con il Braccio Mediano del Delta. Non si trattava di un corso d’acqua naturale: era un canale navigabile costruito per favorire le comunicazioni e il commercio via acqua. Si chiamava Fossa del Duca d’Altemps,  perché era stata costruita per volontà di Lord Jorìs Kàspar d’Altémps, Duca di Manzàga e signore dei Keltar-Kènoman, stirpe che controllava la zona dell'Amnis prospiciente al Delta.
La Fossa del Duca d'Altemps era un canale non molto largo, ma con degli argini solidi, puntellati da alberi e cespugli.


Da quel canale si raggiungeva il ramo mediano del Delta, e da lì si sarebbe finalmente risaliti fino al Grande Fiume.
Finalmente Marvin avrebbe visto altri Ducati della Federazione Keltar, altre terre, altre acque, altre città, che fino a quel momento aveva visto solo nelle mappe dei suoi testi di studio.
Arrivato al punto in cui il canale si dipartiva dalla Laguna, non poté procedere oltre.
Tornò sui suoi passi, fino all’accampamento dove i suoi compagni di viaggio, terminato il pranzo, si stavano riposando.
Al giovane come pasto bastò un tozzo di pane e formaggio. Purtroppo le scorte erano poche e gli approvvigionamenti ancora lontani.
Quasi tutti dormivano nei sacchi a pelo, o fingevano di dormire. Nessuno aveva voglia di parlare: probabilmente incominciavano a rendersi conto di quanto quella missione fosse mal organizzata…
Lo stesso Ser Yvain appariva perplesso e scarmigliato, mentre consultava alcune mappe, e aveva già perso tutta la sua boria.
Il giovane druido Gwydion preparava una bevanda utilizzando le boccette di medicinali ed erbe che si portava dietro. Ne diede un bicchierino anche a Marvin.
«Bevi, ti farà bene contro le punture di zanzara e le febbri malariche»
Dopo circa un’ora, erano tutti pronti per ripartire e la piccola flotta levò le ancore e fece rotta verso nord-ovest, lungo la Fossa del Duca d'Altemps.
Navigarono con una buona velocità e nel tardo pomeriggio riuscirono ad arrivare nel punto che Marvin aveva tanto atteso, ossia il collegamento della Fossa del Duca col Braccio Mediano dell’Amnis.


Non c’era corrente, l’acqua era quasi ferma, come nella laguna, e remare non creava problemi.
Man mano che procedevano il Ramo Mediano diventava sempre più largo, in quanto non si era  ancora ulteriormente suddiviso in rami minori.

Stienta - Stienta e il grande fiume

Finalmente al tramonto risalirono al punto in cui il Ramo Mediano si dipartiva dal fiume Amnis. In quel punto il Grande Fiume era così ampio che da una riva si faceva fatica a vedere l'altra.


Guardando quell'enorme corso d'acqa, Marvin sentì una strana emozione.
 Sentiva che quell'immenso fiume aveva un significato profondo per lui, e che avrebbe dovuto ripercorrerlo fino alle sue fonti.
Se cercava la pura verità, doveva risalire alle origini, perché l'acqua è pura solo alla sorgente.



N.d.A.

La geografia di questo capitolo è interamente basata sulla bassa pianura padana e in particolare sul Parco Regionale del Delta del Po del Veneto e dell'Emilia-Romagna.
Il fiume Amnis è il Po.
La Laguna di Amnisia è un misto tra le Valli di Comacchio e la Laguna di Venezia.
Le paludi di acqua dolce fanno riferimento alle Valli di Argenta, alle Punte Alberete, alla Valle Mandriole, alla Valle Standiana e a tutti i bacini che sono stati regimentati e in parte bonificati nell'opera di inalveamento del fiume Reno nell'ex Po di Primaro.
Il ramo mediano è il Po di Volano.
Il canale di collegamento è l'idrovia ferrarese che collega il Po a Comacchio e prende il via dal canale collettore di Burana.
I nomi delle varie tribù Keltar sono riconducibili alle tribù celtiche dei Lingoni, dei Cenomani e degli Insubri.

sabato 31 marzo 2012

Anna Stuart, la prima regina di Gran Bretagna

Anna Stuart (St.James Palace, 6 febbraio 1665 - Kensington Palace, 1 agosto 1714) seconda figlia di Giacomo II Stuart, fu regina d'Inghilterra e di Scozia dal 1703 e, in seguito all'Atto di Unione (Act of Union) del 1707, fu la prima regina di Gran Bretagna. In questo senso può considerarsi la fondatrice del Regno Unito, anche se l'espressione United Kingdom fu utilizzata soltanto a partire dal successivo Atto di Unione con l'Irlanda nel 1801. Fu l'ultima sovrana della dinastia Stuart, in quanto, in seguito all'Atto di Successione (Act of Settlement del 1701, il fratellastro Giacomo Stuart fu diseredato in quanto cattolico e l'altro fratellastro, James Fitzjames, duca di Berwiik, perché illegittimo (ne è discendente diretta Cayetana Stuart, duchessa d'Alba, che secondo alcuni sarebbe la più titolata erede della corona britannica)
I figli di Anna morirono tutti prima di lei, determinando la fine della dinastia.

File:Anniex.jpg

La vita di Anna fu segnata da molte crisi relative alla successione alla corona. Suo padre, Giacomo II, cattolico, fu deposto con la forza nel 1688, e sua sorella e suo cognato divennero regina e re con il nome di Maria II Stuart e Guglielmo III d'Orange.
Maria II ed Anna soffrivano entrambe della Sindrome di Hughes, che rendeva loro difficile portare a termine le gravidanze.
Anna da bambina soffrì di un'infezione all'occhio: per essere curata, fu inviata in Francia, dove visse presso la corte della zia Enrichetta Anna Stuart, duchessa d'Orleans, cognata di Luigi XIV e sua seconda amante, come abbiamo visto in uno dei precedenti post di argomento storico.

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In gioventù fu una donna di grande bellezza, ed essendo erede presuntiva al trono inglese, ebbe numerose proposte di matrimonio.

File:Anne, Queen of Great Britain.jpg

I28 luglio 1683 Anna sposò il principe Giorgio di Danimarca, di religione protestante. Fu un'unione di grande felicità domestica, essendo i due di carattere simile e preferendo una vita tranquilla e ritirata a quella del gran mondo.

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Tra il 1684 e il 1700 Anna era rimasta incinta addirittura diciotto volte; tuttavia per tredici volte abortì o diede alla luce figli nati morti; degli altri cinque figli, quattro morirono prima di compiere i due anni, e l'altro Guglielmo, duca di Gloucester morì a undici anni il 29 luglio 1700.

File:Queen Anne and William, Duke of Gloucester by studio of Sir Godfrey Kneller.jpg

Sua sorella Maria II morì di vaiolo e dopo che suo cognato Gugliemo III morì cadendo da cavallo, Anna divenne regina nel 1703, quando ormai la sua salute e la sua bellezza stavano già declinando.

File:Anne1705.jpg




File:Charles Boit, Queen Anne and Prince George crop.jpg































Il regno di Anna fu caratterizzato da alcuni elementi molto importanti per la storia britannica.

1) La già ricordata unione del regno di Inghilterra con quello di Scozia, e la fondazione del regno di Gran Bretagna.

2) La creazione di un sistema di alternanza parlamentare tra il partito liberale Whig e e il partito conservatore Tory

3) La guerra contro la Francia, nell'ambito della guerra di successione spagnola, che portò alla conquista di Gibilterra e di parte del Canada, ponendo le premesse alla costituzione dell'Impero Britannico.

Nel 1708 Anna rimase vedova. Da quel momento fu fortemente influenzata dal Duca di Marlborough e dal Conte Charles Spencer (entrambi antenati di lady Diana, la quale discende anche da Carlo II Stuart attraverso Herny Fiztroy, duca di Grafton e Charles Lennox, duca di Richmond ).

File:Queen Anne of Great Britain.jpg

La sua salute peggiorò notevolmente in seguito alla sua propensione all'alcolismo (era una grande bevitrice di brandy) e ad una alimentazione scorretta, che le causarono problemi di diabete, steatosi epatica e gotta.

File:Queen Anne by John Closterman.jpg

Il rapido declinare della sua salute in seguito ad ictus ischemici le causò problemi di deambulazione e le rese difficile anche riuscire a parlare. Per questa ragione i suoi ultimi anni furono interamente dedicati a risolvere il problema della successione al trono.
La candidata alla successione era la principessa tedesca Sofia del Palatinato, figlia di Elisabetta Stuart e del principe elettore Federico del Palatinato.
Sofia però morì pochi mesi prima della regina Anna, che dichiarò erede il figlio di Sofia, Giorgio I di Hannover.
Contro tale successione si oppose il cattolico Giacomo, principe di Galles, detto il Vecchio Pretendente, da cui discendono i pretendenti giacobiti al trono britannico.
La dinastia Hannover regnò sulla Gran Bretagna dalla morte della regina Anna (1714) alla morte della regina Vittoria (1901), quando suo figlio Edoardo VII diede inizio alla dinastia dei Sassonia-Coburgo-Gotha, il cui cognome fu cambiato in Windsor da Giorgio V durante la prima guerra mondiale.

venerdì 30 marzo 2012

Gothian. Capitolo 34. Il Conte Fenrik: il vero Cattivo di "Gothian"

Era notte, a Gothian: la lunga notte artica che durava sei mesi. Tutto era tenebra tra le antiche pietre e le infinite distese di ghiaccio.


Dalle finestre si vedeva solo qualche timida luce. L'interno del castello era enorme, troppo grande per un uomo solo, per quanto egli si ritenesse un grande uomo, anzi, un'entità sovrumana.
Le grandi stanze apparivano vuote, eccettuata la presenza di alcune guardie.


Pochi servitori compivano i loro lavori nelle segrete, dove vivevano animali mostruosi, considerati estinti da tempo.


Il Conte, nella torre più alta, meditava i suoi piani.

 


Fino a quel momento le cose stavano procedendo secondo quanto aveva previsto.
Finalmente Ser Gahel, il suo fedelissimo alla corte di Alfàrian, era riuscito a costituire un esercito di prim'ordine, con il quale aveva permesso alla regina Alyx, sua amante, di ribellarsi a re Kerelic, costringendo quest'ultimo a ripiegare con le sue truppe nelle montagne dei Denti del Drago, e da lì, nel territorio settentrionale della pianura amnisiana, nella Federazione Keltar.
Ora il Conte era libero di chiamare a raccolta i suoi Albini, i non-morti, il suo esercito di vampiri che gli era stato concesso dal suo demoniaco genitore, Gothar, il dio del Ghiaccio.
Quella sera del 21 dicembre, Yule, il Solstizio d'Inverno, Fenrik aveva evocato Gothar, per discutere le mosse da compiere, non appena il Millenio fosse scaduto, e con esso l'Antico Patto che aveva impedito ogni interferenza demoniaca e divina sulle vicende umane per dieci secoli.
Evocare un demone così malvagio e potente richiedeva un sacrificio umano, il che per il Conte non era certo un problema.
Gothar comparve con un mostro dei ghiacci appollaiato sulle spalle, osservando la vittima sacrificale che suo figlio, il Conte Fenrik, aveva ucciso per lui, e di cui aveva bevuto il sangue, secondo l'antico rituale.


«Spero che tu mi abbia evocato per una valida ragione, figlio
Lord Fenrik  sollevò le braccia in segno di ossequio, e le sue dita artigliate erano più pallide di quelle di un morto: «Mio signore e padre, presto conquisterò il Regno degli Alfar, ed i miei Albini sono pronti. Ma intendo conquistare anche le terre Keltar a nord dell'Amnis, così come era negli accordi, quando sposai Marigold. Lei gode della duplice protezione di Atar e di Eclion: ti imploro dunque di offrirmi i rinforzi necessari per riequilibrare il potere per il Nuovo Ordine Mondiale della Fratellanza Bianca che sarà istituito presto dai miei vampiri albini sul Continente»
Gothar soppesò attentamente le parole:
«La gerarchia dei demoni mi vincola ad una sudditanza verso Eclion, Signore delle Tenebre, per questo non potrò scendere direttamente in guerra contro di lui, quando suo figlio Arexatan si risveglierà. Tuttavia esiste una divinità suprema del Male,  Deva Ahriman è chiamato, o anche Shaitan: Satana!


Egli ascolta sempre le intercessioni di un demone, se il loro effetto è quello di accrescere il Male sulla terra. Questo è il Supremo Arcano Universale»
Fenrik  conosceva la natura del Dio del Male, e intendeva servirlo, in cambio del potere assoluto:
«Quando scatenerò la guerra, voglio essere invincibile! Desidero di riavere ai miei ordini le creature potenti e colossali, che mi furono sottratte quando si stipulò il Patto. Secondo quell'accordo, dovevano rimanere ibernate per sempre nei ghiacci. Ma io desidero che anch'esse si risveglino!» 
Gothar aveva ben presenti quelle creature:
«Quella clausola del Patto non scade col Millennio. Ricordo che anch'io dovetti giurare di non risvegliare mai più quegli esseri

Fernik insistette: «Se tu intercederai per me presso Ahriman, potrai ambire ad essere pari ad Eclion, nella gerarchia dei demoni. Certo, è un rischio, ma è anche una grande occasione!
Il demone dei ghiacci meditava da tempo immemorabile di accrescere i suoi poteri, e forse quella poteva essere veramente l'occasione giusta per farlo.
«Se ben ricordo le creature ibernate sono tre»
Il Conte sorrise: «Sì, padre! La prima è il Rancor, a cui ero particolarmente affezionato: l'avevo visto nascere e l'avevo addestrato come mia guardia personale...



la seconda è il Leviathan, il grande rettile dei mari, con cui potrò impedire alle flotte nemiche di attaccarmi...




e la terza creatura è Balerion, il pipistrello gigante, alla cui groppa potrò volare, guidando dall'altro le mie truppe!
 



Credo che non sia una richiesta eccessiva. Le altre mie risorse torneranno già con lo scadere del patto, in particolare i Ghoul, gli zombie che usciranno a legioni intere dalle loro tombe, per essere guidati dai miei Albini» 



Gothar era fiero di aver generato un figlio come Fenrik. La madre era una umana, che lo aveva evocato, la Contessa Herbertha von Steinberg, di stirpe albina. Era era morta dopo aver messo alla luce Fenrik, per questo Gothar le aveva concesso il "morso del Vampiro", per donarle la vita eterna. Quando si era risvegliata, era assetata di sangue. Per secoli era stata il terrore delle lande di Gothian. Ma questo apparteneva ad un passato molto remoto.
Herbertha era stata eliminata definitivamente da Eclion ed Atar, perché non intendeva sottoscrivere il Patto, e si opponeva all'idea che Edwina dovesse un giorno diventare la nuova Contessa di Gothian.
Gothar non aveva mai perdonato ad Eclion e ad Atar questo affronto, e il suo sentimento di vendetta era forte: «Intercederò presso di te al cospetto di Ahriman. Alle mie preghiere si dovranno associare le tue»
Detto questo il demone svanì e il castello di Gothian tornò completamente buio.
Le Tenebre gli si addicevano più di qualsiasi altra condizione.
Fenrik assaporava già il suo potere assoluto.
Era sua intenzione, alla fine, conquistare anche l'Impero Lathear, ed eliminare persino sua moglie Marigold, l'unica persona che poteva ostacolare il suo completo dominio sul Continente.


N.d.A.

La maggior parte delle immagini sono tratte dal videogioco "Castlevania".
Fenrik di Gothian è rappresentato sia da Dracula che da Alucard di Castlevania.
Deva Ahriman è il Dio del Male nello Zoroastrismo ed è assimilabile al Diavolo nelle religioni monoteiste, a Lucifero nel Cristianesimo. L'immagine rappresenta Mortgoth, il signore del male ne "Il Silmarillion" di J.R.R. Tolkien.
Eclion è assimilabile a Sauron.
I mostri sono tratti dalla Bibbia o dalle mitologie e tradizioni popolari, oppure dai cicli di fantasy e di fantascienza: per esempio il Rancor compare in Guerre Stellari o Balerion ne "Il trono di spade" di G. Martin.
In questo romanzo i Vampiri sono cattivi, in controtendenza rispetto alla moda degli ultimi anni (da Anne Rice a Stephenie Meyer. Quindi non cercate un Robert Pattinson nel mio romanzo! Compariranno invece i licantropi, ma molto più avanti.

giovedì 29 marzo 2012

Maria Teresa d'Austria, l'imperatrice illuminata.

Maria Teresa d'Asburgo (Vienna13 maggio 1717 – Vienna29 novembre 1780) arciduchessa d'Austriaregina di Boemia e di Ungheria, fu imperatrice consorte del Sacro Romano Impero in quanto moglie di Francesco I di Lorena, e fu imperatrice madre durante il regno del figlio Giuseppe II
Ebbe 16 figli, tra cui Maria Antonietta, regina di Francia, e Maria Carolina, regina di Napoli e Sicilia.



Unica figlia dell'imperatore Carlo VI d'Asburgo, fin da giovane Maria Teresa era consapevole di dover garantire la sopravvivenza, il potere e la gloria della dinastia


File:Andreas Moeller 001.jpg

La corona del Sacro Romano Impero Germanico era elettiva. 
Per secoli i principi tedeschi avevano eletto come imperatore l'arciduca d'Austria, che era anche re di Boemia e di Ungheria, e signore delle Fiandre (nella cartina sotto, i territori in colore giallo-marrone)



Essendo però in vigore in Germania la Legge Salica, che impediva ad una donna di ricoprire il titolo di imperatrice regnante, Maria Teresa non poteva succedere al padre.
Carlo VI cercò di aggirare il problema con la Prammatica Sanzione del 1713, che, in mancanza di eredi maschi, decretava il diritto di successione, relativo ai possedimenti degli Asburgo, alla prima figlia femmina dell'imperatore. 
Maria Teresa risultava dunque erede designata.












Nel 1740, alla morte del padre Carlo VI, Maria Teresa divenne l'arciduchessa d'Austria e fu incoronata regina di Boemia e di 
Ungheria, e si candidò alla 
successione al trono imperiale germanico.
Contro di lei si candidò il duca di Baviera, Carlo VII von Wittelsbach, sostenuto da Federico II di Prussia,  da Luigi XV di Francia e da Filippo V di Spagna.
Ciò diede origine alla guerra di successione austriaca che durò otto anni, dal 1740 al 1748, e si concluse con il Trattato di Aquisgrana (18 ottobre 1748).
Tale trattato si basò su un compromesso. Fu eletto imperatore il marito di Maria Teresa, Francesco Stefano di Lorena, che rinunciava ai possedimenti lorenesi a favore della Francia, ottenendo però in cambio il granducato di Toscana, oltre alla corona imperiale.

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Maria Teresa divenne quindi soltanto imperatrice consorte, e successivamente imperatrice vedova e imperatrice madre, ufficialmente senza poteri esecutivi, ma nella pratica reale sovrano dell'impero.
La notevole intesa tra i due coniugi, unita al terrore di una nuova guerra di successione, fu alla base della eccezionale prolificità di Maria Teresa, che come si è detto, mise al mondo 16 figli.
Come si può immaginare, questo non giovò alla linea dell'imperatrice, la quale nel giro di pochi anni cambiò completamente fisionomia, come si può notare dall'evoluzione dei suoi ritratti.


File:La famille de Marie-Thérèse d'Autriche et François de Lorraine en 1756.jpg


In questo eccezionale ritratto di famiglia, nella culla c'è Maria Antonietta, quindicesima figlia della coppia imperiale, e futura indimenticabile regina di Francia.
Una curiosità fu il fatto che Maria Teresa diede a tutte le sue figlie due nomi, di cui il primo era sempre Maria. In tutta questa serie  vediamo succedersi Maria Anna, Maria Carolina, Maria Cristina, Maria Elisabetta, Maria Amalia, Maria Giovanna, Maria Giuseppina e naturalmente Maria Antonietta.
Per ogni "Maria più qualcosa", l'imperatrice metteva su qualche chilo, senza farsi troppi problemi, e anzi sfoggiando con orgogliosa maestà il suo possente fisico in una serie interminabile di ritratti.

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Ogni tanto provava a cambiare profilo, ma l'esito non era del tutto incoraggiante.

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Accade spesso, nella storia, che le consorti dei sovrani muoiano prematuramente in seguito al numero eccessivo di gravidanze. Nel caso di Maria Teresa fu il contrario: il marito Francesco, sfiancato dall'insaziabile consorte, morì di ictus nell'agosto del 1765. 
Maria Teresa osservò per il resto dei suoi giorni un rigoroso lutto nella scelta degli abiti, che però non ebbero l'effetto snellente che di norma i capi scuri miracolosamente operano.



Dopo l'ascesa al trono del figlio Giuseppe II, a comandare fu sempre Maria Teresa, dal 1765 fino alla morte nel 1780. 


E qui giova ricordare che l'imperatrice si dimostrò in politica interna un'ottima sovrana, promotrice di riforme che favorirono l'efficienza dell'apparato statale di Austria, Boemia, Ungheria, Lombardia e Toscana, generando prosperità economica e ponendo le basi per la costituzione di un unitario stato asburgico, cosa che avvenne con la fondazione dell'Impero Austriaco, ad opera di suo nipote Francesco II.
Il lungo regno di Maria Teresa rientra nella categoria che gli storici chiamano assolutismo illuminato.


Memorabili le sue ultime parole. Sul letto di morte, al figlio Giuseppe II, che le chiedeva se stava comoda, rispose lapidaria: "Per morire, anche troppo!".