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domenica 1 aprile 2012

Gothian. Capitolo 35. Marvin e compagnia arrivano al fiume Amnis

Marvin aveva trascorso tutto il tempo dell'attraversamento della Laguna sulla punta della prora, a osservare con attenzione il paesaggio e ad inspirare l’aria fresca ed odorosa di sale.



 Aveva sempre desiderato percorrere in tutta la sua lunghezza la grande Laguna di Amnisia , che si estendeva tra il mare a est e le paludi di acqua dolce a ovest.
Quando per primo riuscì ad avvistare la terra, capì che si trattava soltanto di una striscia tra due argini rinforzati dal duro lavoro dei Keltar che per primi avevano tentato di bonificare la zona. Ricordò che il primo passo della bonifica era stato quello di separare le acque salmastre della Laguna da quelle dolci della Palude e dei due bracci del Delta dell’Amnis tra cui essa si trovava.


A metà del secondo giorno di navigazione, la piccola flotta di Ser Yvain de Bors, aveva gettato le ancore e deciso di sostare lungo l'argine della Laguna.



Marvin ne sapeva il nome: Argine Angus, perché voluto da Lord Angus de Lohn, Duca di Festerania e Signore dei Keltar-Lingon, la stirpe che dominava il braccio Mediano del Delta dell'Amnis.
L'argine era mantenuto in buone condizioni e Marvin, appena sceso sulla terraferma, decise di passeggiare lungo questo lembo di terra compattata, che separava due ambienti molto diversi tra loro.
Gli altri membri della Compagnia decisero di fare una grigliata col pesce da poco pescato.
Marvin non aveva mai amato il cibo a base di pesce, e questo era un residuo della sua infanzia al Borgo dei Keltar Senia, una zona interna, dove si preferiva un’alimentazione basata sulla carne. Neppure tutti gli anni trascorsi in seguito ad Amnisia gli erano serviti per rendere più piacevoli le ricette di pesce e frutti di mare. Il solo odore gli risultava nauseabondo, per cui si allontanò rapidamente.
Mentre camminava lungo l'argine, si domandava come fosse possibile il fatto che per molti non era chiara la distinzione tra la Laguna di Amnisia e la Palude interna. Pochi ricordavano che la prima era molto più profonda e salmastra, mentre la seconda era come un grande stagno di acqua dolce.
Nella Palude che si estendeva a sinistra dell’Argine, c’era molta più vegetazione: canneti, piante giallastre ad alto fusto, ninfee, ciuffi d’erba, persino qualche albero.


Camminando lungo il sentiero tra gli argini, vide una piccola torretta, che sembrava quasi un faro, ma senza luce.
Quello era il punto da dove aveva inizio il canale che collegava la Laguna con il Braccio Mediano del Delta. Non si trattava di un corso d’acqua naturale: era un canale navigabile costruito per favorire le comunicazioni e il commercio via acqua. Si chiamava Fossa del Duca d’Altemps,  perché era stata costruita per volontà di Lord Jorìs Kàspar d’Altémps, Duca di Manzàga e signore dei Keltar-Kènoman, stirpe che controllava la zona dell'Amnis prospiciente al Delta.
La Fossa del Duca d'Altemps era un canale non molto largo, ma con degli argini solidi, puntellati da alberi e cespugli.


Da quel canale si raggiungeva il ramo mediano del Delta, e da lì si sarebbe finalmente risaliti fino al Grande Fiume.
Finalmente Marvin avrebbe visto altri Ducati della Federazione Keltar, altre terre, altre acque, altre città, che fino a quel momento aveva visto solo nelle mappe dei suoi testi di studio.
Arrivato al punto in cui il canale si dipartiva dalla Laguna, non poté procedere oltre.
Tornò sui suoi passi, fino all’accampamento dove i suoi compagni di viaggio, terminato il pranzo, si stavano riposando.
Al giovane come pasto bastò un tozzo di pane e formaggio. Purtroppo le scorte erano poche e gli approvvigionamenti ancora lontani.
Quasi tutti dormivano nei sacchi a pelo, o fingevano di dormire. Nessuno aveva voglia di parlare: probabilmente incominciavano a rendersi conto di quanto quella missione fosse mal organizzata…
Lo stesso Ser Yvain appariva perplesso e scarmigliato, mentre consultava alcune mappe, e aveva già perso tutta la sua boria.
Il giovane druido Gwydion preparava una bevanda utilizzando le boccette di medicinali ed erbe che si portava dietro. Ne diede un bicchierino anche a Marvin.
«Bevi, ti farà bene contro le punture di zanzara e le febbri malariche»
Dopo circa un’ora, erano tutti pronti per ripartire e la piccola flotta levò le ancore e fece rotta verso nord-ovest, lungo la Fossa del Duca d'Altemps.
Navigarono con una buona velocità e nel tardo pomeriggio riuscirono ad arrivare nel punto che Marvin aveva tanto atteso, ossia il collegamento della Fossa del Duca col Braccio Mediano dell’Amnis.


Non c’era corrente, l’acqua era quasi ferma, come nella laguna, e remare non creava problemi.
Man mano che procedevano il Ramo Mediano diventava sempre più largo, in quanto non si era  ancora ulteriormente suddiviso in rami minori.

Stienta - Stienta e il grande fiume

Finalmente al tramonto risalirono al punto in cui il Ramo Mediano si dipartiva dal fiume Amnis. In quel punto il Grande Fiume era così ampio che da una riva si faceva fatica a vedere l'altra.


Guardando quell'enorme corso d'acqa, Marvin sentì una strana emozione.
 Sentiva che quell'immenso fiume aveva un significato profondo per lui, e che avrebbe dovuto ripercorrerlo fino alle sue fonti.
Se cercava la pura verità, doveva risalire alle origini, perché l'acqua è pura solo alla sorgente.



N.d.A.

La geografia di questo capitolo è interamente basata sulla bassa pianura padana e in particolare sul Parco Regionale del Delta del Po del Veneto e dell'Emilia-Romagna.
Il fiume Amnis è il Po.
La Laguna di Amnisia è un misto tra le Valli di Comacchio e la Laguna di Venezia.
Le paludi di acqua dolce fanno riferimento alle Valli di Argenta, alle Punte Alberete, alla Valle Mandriole, alla Valle Standiana e a tutti i bacini che sono stati regimentati e in parte bonificati nell'opera di inalveamento del fiume Reno nell'ex Po di Primaro.
Il ramo mediano è il Po di Volano.
Il canale di collegamento è l'idrovia ferrarese che collega il Po a Comacchio e prende il via dal canale collettore di Burana.
I nomi delle varie tribù Keltar sono riconducibili alle tribù celtiche dei Lingoni, dei Cenomani e degli Insubri.

martedì 20 marzo 2012

Gothian. Capitolo 29. Il viaggio di Marvin.


Quel mattino di metà dicembreMarvin, in partenza per la sua missione, aveva salutato sua nonna dicendole seplicemente: «Prima o poi ritornerò» 
Lei lo aveva abbracciato rispondendogli con altrettanta semplicità: «Che gli dei ti proteggano». 
Non doveva essere stato facile per Lady Ariellyn Vorkidian veder partire suo nipote, l'ultimo parente che le era rimasto, eppure aveva dominato le emozioni e aveva sorriso radiosamente.
Il giovane sapeva che quel sorriso con cui sua nonna, guardandolo partire, gli aveva ispirato fiducia, sarebbe rimasto scolpito nella memoria per sempre.

Marvin non era solo, in quella missione.
La spedizione della Compagnia per la liberazione di Alienor, guidata dal giovanissimo e supponente Ser Yvain De Bors, figlio del Duca Gallrian di Amnisia, era partita all'alba.


Il tragitto era stato tracciato su una antica mappa. 


La flotta doveva attraversare la laguna salmastra fino al canale che la collegava col Braccio Mediano del Delta e da lì risalire fino ad immettersi nel grande grande fiume Amnis, sempre controcorrente, verso ovest, in direzione della capitale della Federazione Keltar, la città di Floriana. 
La piccola flotta aveva ormai lasciato la darsena settentrionale della città di Amnisia. La nebbia era così fitta che non si riusciva a vedere quasi nulla, nemmeno il confine tra il cielo e il mare: tutto era come sospeso in una grande nuvola, in un’atmosfera surreale. 
Amnisia ormai, vista di lontano, appariva piccola come l'isola magica delle fate, sperduta nelle nebbie, di cui la mitologia keltar aveva raccontato molte fiabe.
Marvin Vorkidian viaggiava sulla nave GallrianDuca intrepido, insieme ai diplomatici, ai druidi e ai sacerdoti di Eclion.


I cavalieri della Compagnia erano invece a bordo della Ser Yvain Il Valoroso.
Marvin trovava patetici e ridicoli quei nomi.
Il Duca e suo figlio sono dei palloni gonfiati.
Ma mentre Gallrian era un uomo furbo, Ser Yvain era soltanto un ingenuo, troppo giovane per guidare una missione così impegnativa, e troppo consapevole della propria bellezza e del proprio rango, per capire che tutto quel viaggio non era solo una scampagnata all'aria aperta.
Fortunatamente Ser Yvain era stato affiancato da altri cavalieri di lunga esperienza, che avrebbero dovuto garantire la sicurezza di tutti nei momenti difficili.
Ma è troppo presto per pensare a queste cose!
Marvin si guardò intorno, per scorgere qualche persona che conoscesse.
In quel momento il giovane druido Gwydion gli si avvicinò.



Marvin lo salutò. Era stato un allievo di Halfgan, ed era una presenza molto rassicurante. 
Insieme guardarono quel che restava dell’alba, un chiarore soffuso nella nebbia, pregando il dio Belenos, ma il sole se ne stava nascosto e l’aria era così fredda e umida che si sarebbe potuta tagliare col coltello.
Furono salutati bruscamente dal capitano della nave, un Keltar grosso, rossiccio e peloso, che poi li affidò a una specie di nostromo, sdentato e pieno di rughe, il quale li guidò sottocoperta per mostrare i loro pagliericci, bofonchiando parole incomprensibili in un dialetto sconosciuto.

 

Il rollio della nave incominciava a farsi sentire, ma fortunatamente né Marvin, né Gwidion erano deboli di stomaco. Sistemarono i loro pochi bagagli e poi, sperando che la nebbia si fosse dissolta e l’aria riscaldata, risalirono sul ponte e si avvicinarono alla prua.
La mancanza di vento rendeva necessario il lavoro dei rematori.
C’era ancora una certa caligine, e l’umidità penetrava nelle ossa, ma incominciava a distinguersi il confine tra l’acqua della laguna e il cielo.
Grigia e livida appariva la laguna di Amnisia, e sconfinata. Marvin pensò a come poteva essere apparsa ai primi Keltar, che dalle lontane regioni del nord erano scesi lungo il fiume e poi lungo quel lago salmastro, alla ricerca di isole e di porti per stabilire delle basi commerciali con il sud e l’Impero.
Le tribù dei Keltar che avevano colonizzato la zona a sud dell’Amnis erano di tre spirpi: Boni, Lingonici e Senii, quelli che si era spinti più a sud e aveva fondato la città insulare di Amnisia e poi colonizzato il territorio paludoso circostante con opere di bonifica.
«Come sono i Keltar a nord dell’Amnis?» chiese Marvin al druido.


Gwidion sorrise: «Sono orgogliosi! Si ritengono gli unici veri Keltar, e considerano gli altri come dei mezzosangue inaffidabili. L’unica cosa che tiene unite le tribù ed evita la guerra è la costante diplomazia dei druidi al servizio dei vari Duchi della Federazione» 
Marvin lo aveva sentito dire spesso, ma si rifiutava di crederlo.
«Perché sono tanto prevenuti, Gwydion?»
Il giovane druido era stato più volte a nord dell'Amnis, e Marvin lo riteneva un abile osservatore.
«Perché credono che siamo servi dei Lathear, cosa in parte vera, se consideri che il Clero di Lathena controlla buona parte della nostra amministrazione»
Marvin annuì. Si era immaginato quella risposta, ma la sua vera preoccupazione era un'altra.
«Dunque non troveremo supporto al nord, nella nostra missione?»
Gwydion soppesò la risposta:
«I druidi ci aiuteranno, in particolare l’Arcidruido. I duchi  faranno qualche storia, ma alla fine l'Arciduca di Floriana troverà una mediazione. Quanto al popolo, certo non dobbiamo aspettarci delle facce sorridenti»
Marvin sospirò.
Nemmeno i druidi sorrideranno troppo quando vedranno Padre Grizinga e la sua squadra di canonici di Eclion.
Gwydion, come se gli avesse letto nel pensiero, dichiarò: «Alcuni druidi credono che la principessa Alienor non sia la Fanciulla Dorata delle Nevi, colei che che secondo la profezia dovrà sposare il  Figlio dei Cento Re»
Dopo quella affermazione, Marvin si rese conto che Gwydion era stato informato dal vecchio Halfgan sul segreto della famiglia Vorkidian, e cioè il matrimonio di Lilieth con Masrek Eclionner.
Cinquanta sovrani per parte di padre e cinquanta per parte di madre: io sono il Figlio dei Cento Re... e Gwydion mi sta offrendo la sua guida spirituale...
Lo guardò dritto negli occhi.
«Gwidion, io… non so come spiegarlo ma, ultimamente, faccio dei sogni strani, che riguardano personaggi del passato... vedo due guerrieri che si scontrano in duello, sono Arexatan Eclionner su un cavallo nero e Vorkidex dei Keltar, con la mazza di... 


...  di Kernunnos, il Re Cervo, primo sovrano dei Keltar, antenato di Vorkidex...
 
... e figlio del dio Belenos. Solo che prima di iniziare il duello, i due sovrani alzano le visiere dell'elmo, e tutti e due hanno il mio volto»
Gwydion annuì: «Tu discendi da entrambi, ed entrambi si risveglieranno in te... questi sogni sono solo un preavviso... ma non temere, io ti aiuterò: sia Halfgan che l'Arcidruido in persona mi hanno preparato a questo: io ti insegnerò come dominare i dormienti, quando si risveglieranno»
Marvin accennò un sorriso di gratitudine, e poi continuò a parlare:
 «Nel duello vince Arexatan, come nella storia, ed io vedo me stesso sul trono imperiale... 


 E in tutte le visioni c'è un cane albino al mio fianco, con gli occhi rossi. Ma Alienor non compare mai. Non capiscoCosa dicono le premonizioni dei druidi?».
Gwydion rispose a voce bassa:
«In molti, raggiungendo la condizione dello spirito chiamata Awen... una sorta di "ispirazione"...

File:Awen symbol final.svg

 ... vedono un villaggio chiuso in una valle sperduta tra monti altissimi. Lì regna Vyghar il Pirata, un uomo di grandi ambizioni, che riteniamo sia imparentato con i Lathear, perché ha gli occhi e i capelli neri. Secondo alcuni la sua famiglia apparteneva alla stirpe di Linthael, un ramo collaterale della famiglia imperiale Eclionner...»
Marvin rimase sorpreso.
Un altro Eclionner in incognito?
Ma c'erano altre questioni che lo preoccupavano di più
«Hai detto che Alienor potrebbe non essere la fanciulla della Profezia. Ma se non è lei, allora chi...»
Gwidion lo guardò con serietà: «Nei tuoi sogni c'è la risposta. Dimmi cosa vedi!» 
Marvin chiuse gli occhi e tornò a ricordare:
«Vedo due cose: sullo sfondo c'è un castello altissimo, minaccioso, tra i ghiacci perenni» 

Non era necessario specificarne il nome. Era ovvio.
La ruota del mio destino gira tutta intorno a quel luogo maledetto... Gothian...


«Poi davanti al castello compare una giovane donna molto bella, con un grande mantello nero... non ho idea di chi possa essere»


Anche Gwydion era incerto. Il castello era quello di Gothian, non c'erano dubbi, ma si era aspettato che la donna fosse la Dama Gialla, oppure una fanciulla albina, non una donna in nero.
«Se veste in nero non può essere la Fanciulla Dorata. Fatico a interpretare questa visione, ma ormai mancano solo due settimane al Millennio, e man mano che ci avvicineremo a quella data, i tuoi sogni diventeranno sempre più espliciti. La nostra generazione vedrà compiersi tutto ciò che fu profetizzato. E solo allora capiremo chi ha sbagliato nell’interpretare i presagi»
Marvin alzò un indice.
«C'è un'ultima cosa che vedo, nel sogno. Una grande guerra. Una carneficina senza fine, e macabri fiumi di porpora, tra i ghiacci...»



Gwydion rimase per un momento pensieroso, poi rispose: «I tuoi sogni riflettono le tue paure e i tuoi conflitti interiori, ma non solo. Molti druidi hanno avuto la percezione di questo rischio, e circolano voci di una possibile guerra civile nell’Impero Lathear e anche nel Regno Alfar. Ma il vero campo di battaglia potrebbe essere qui, nella valle dell'Amnis. Ma per ora gli oracoli sono troppo ambigui… tutto si chiarirà quando il Millennio sarà scaduto...»
Marvin annuì, però aveva davanti agli occhi l'immagine del ghiaccio vicino al sangue, e quella combinazione, nella sua mente, aveva un solo nome: Gothian!


N.d.A.

Lady Ariellyn Vorkidian è interpretata da Alice Krige, nel ruolo di Jessica Atreides nella miniserie "Childrens of Dune" dal romanzo "I figli di Dune" di Frank Herbert.
Ser Ywain de Bors è rappresentato da ser Loras Tyrell ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" di George Martin.
Marvin Vorkidian è rappresentato da Jon Snow ne "Il trono di spade" ("A game of thrones").
Il druido Gwydion è interpretato da Ewan McGregor nei panni del maestro jedi Obi Uan Kenobi in Guerre Stellari (prima trilogia).
La donna davanti al castello di Gothian comparirà nel sequel di questo romanzo, "Gli eredi di Gothian".

martedì 21 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 15. Marvin entra al servizio del Duca di Amnisia


Il Palazzo Ducale di Amnisia era una capolavoro di eleganza e di stile: slanciato e raffinato, imponente e cesellato nei particolari, era stato costruito alcuni secoli prima nell’isola più grande della città lagunare, accanto alla Cattedrale, la sfarzosa Basilica, dalle cupole dorate e dall’altissimo campanile.



Il Palazzo aveva tre piani e due facciate, rivolte l’una verso la piazza e l’altra verso la Darsena, nella quale confluivano tutti i canali di Amnisia. La sua forma era quadrangolare e nel cortile interno, interamente pavimentato, c’era una grande vasca con lo scopo di raccogliere l’acqua piovana, di grande importanza, data la scarsità dei pozzi di acqua dolce. Ovviamente l’acqua raccolta veniva bollita prima di diventare potabile o comunque utilizzabile. Normalmente, comunque, la maggior parte dell’acqua dolce veniva portata in città via nave, dalle colonie di Amnisia sulla terraferma. Erano avamposti perfettamente fortificati e ben difesi, proprio per evitare che la città potesse essere “presa per sete” da un esercito assediante.


Lo stile architettonico del palazzo ducale era molto simile a quello delle residenze nobiliari di Lathéna, soprattutto a quelle costruite nell’epoca aurea imperiale, alcuni secoli prima, sotto il lungo e felice regno di Wechtigar XIV il Grande, tra il 661 e il 715 dopo la fondazione dell’Impero. La moda che si era imposta durante quell’epoca aveva come caratteristica uno spiccato preziosismo e decorativismo, unito alla ricerca del movimento, della leggerezza e della verticalità. In quel periodo il Ducato di Amnisia era una provincia dell’Impero e il Duca veniva scelto dall’Imperatore tra una rosa di cinque nomi indicati dal Consiglio dei Decurioni amnisiani, di cui cinque appartenevano a famiglie di aristocratici Keltar e gli altri cinque a famiglie di burocrati Lathear. La carica di Duca, all’epoca, durava dieci anni e non era rinnovabile. Solitamente l’Imperatore sceglieva in alternanza, dopo un Duca Keltar, un Duca Lathear e in questo modo si manteneva un certo equilibrio politico.
Sia al piano terra che al primo piano vi erano dei colonnati di marmo bianco con capitelli elaborati e volte a tutto sesto nel piano terra e a sesto acuto nel primo piano. Al di sopra di essi poggiava l’enorme corpo del palazzo, dalla facciata in marmi intarsiati in disegni geometrici, con grandi finestre ogivali e un enorme balcone centrale. Il tutto era sovrastato da una serie di guglie che creavano una sorta di “merlatura” del soffitto.
Sopra al portone campeggiava lo stemma del Ducato, uno scudo con un’anguilla d’argento in campo azzurro, circondato da rami di quercia e sovrastato da un diadema. Dallo stemma partiva l’asta della bandiera della Federazione Keltar, un drago azzurro in campo verde con la testa verso destra, a simboleggiare il fiume Amnis.



Marvin, dopo aver mostrato alle guardie ducali il suo documento di assunzione e di convoca, poté entrare nell’androne, dove chiese all’usciere in che luogo solitamente venivano ricevuti i neoassunti. L’usciere lo guardò per un attimo dall’alto in basso, con aria di disapprovazione evidentemente dovuta al fatto che il ragazzo era un Mezzosangue. Dopo questa spiacevole accoglienza, fu indirizzato al secondo piano lungo uno scalone laterale che portava a un corridoio pieno di uffici, ma notò che le istruzioni date dall’usciere erano sbagliate.
Vide passare un cameriere in livrea, al quale chiese dove avrebbe potuto essere ricevuto. Molto freddamente gli fu indicato il terzo ufficio dopo l’angolo di sinistra. Lì avrebbe trovato il responsabile del personale, tale Padre Sùlmen, un Lathear, sacerdote del Clero appartenente all’Ordine della Grande Canonica.
Dopo aver finalmente trovato la porta dell’ufficio, Marvin bussò e una voce secca e metallica gli disse <<Avanti!>>
Il ragazzo aprì la porta e vide uno studio di medie dimensioni, molto sobrio, con soltanto una scrivania, un seggio dietro di essa e due sedie piccole di fronte. Il sacerdote era magrissimo, di media altezza, calvo, con zigomi sporgenti, sguardo gelido e occhi indagatori.
«Padre Sulmen?»



«E voi sareste?» domandò con voce metallica.
«Mi chiamo Marvin Vorkidian »
«Ah…» socchiuse gli occhi con l’aria di chi la sa lunga «…il nipote di Lady Ariellin...»
Marvin annuì, anche se non gli piaceva essere considerato in base alle proprie parentele.
Perché il Duca ha affidato la direzione del personale ad un sacerdote Lathear?
Forse il potere del Duca Gallrian aveva dei limiti, e non ci sarebbe stato da stupirsi se Padre Sulmen fosse stato imposto nel suo ruolo dall’Imperatrice in persona, o dallo stesso Priore della Grande Canonica, il potentissimo Padre Izùmir Mollànder, che era stato il precettore di Ellis.
Marvin non si lasciò intimidire: «Ho superato l'esame per diventare diplomatico presso la Cancelleria»
«Uhm…» borbottò Sulmen «beh, ancora gli incarichi non sono stati definiti… comunque ne parlerò personalmente col Duca. Nel frattempo,  ragazzo,  potrai renderti utile aiutando i nostri archivisti a mettere un po’ d’ordine tra le carte dell’Amministrazione...»
La delusione di Marvin fu evidente e il reverendo Sulmen lo osservò, vagamente divertito.
Peggio di così non poteva cominciare…
Non aveva certo studiato la retorica per diventare un inserviente.
«Puoi andare» gli disse e con la mano destra lo congedò indicandogli la porta.
Il caso volle che, mentre usciva triste e abbattuto e prima ancora di chiudere la porta dietro di sé, Marvin si scontrasse con un plotone di guardie armate al cui centro spiccava un uomo grasso e panciuto, dai capelli castano-rossicci e dalla barba dello stesso colore, ma leggermente ingrigita, vestito di seta e oro.


Le guardie tentarono di spintonare Marvin lontano dal potente personaggio, ma costui con un solo gesto le fermò: «Abbiamo una nuova recluta, vedo, Padre Sulmen!»
«Ehm, sì Vostra Grazia» borbottò Sulmen facendo capolino dalla porta: «uno scrivano… lo stavo giusto mandando agli archivi»
«Ma è un Mezzosangue, come ha fatto a passare le selezioni? »
«Pare abbia degli agganci… Vostra Grazia mi capisce…»
«Ah, sì? » e poi rivolse l’attenzione al giovane «Come ti chiami, ragazzo?»
«Marvin Vorkidian, Vostra Grazia»
Il personaggio importante di colpo cambiò espressione e alla diffidenza subentrò un sorriso molto cordiale: «Ah! Il nipote di Lady Ariellin… ma che piacere avervi tra noi!  Se solo avessi saputo che entravate in servizio oggi, avrei organizzato un colloquio con me personalmente. Ma forse qualcuno si è… come dire… dimenticato di riferirmelo» e fissò con rimprovero Padre Sulmen , poi, di nuovo rivolto a Marvin: «Voi non mi avete mai visto di persona, perché chiudo sempre le tende delle mie carrozze. Comunque, credo ormai che abbiate capito che sono Lord Gallrian de Bors, Duca di Amnisia!»
Marvin si inchinò baciò l’anello della mano che il Lord gli aveva teso, e poi lo guardò con la speranza che rimediasse all'accoglienza gelida degli altri.



Il Duca intervenne: «Sicuramente il nostro buon Padre Sulmen deve avervi confuso con qualcun altro… io conosco troppo bene il nobile casato dei Vorkidian per potermi essere dimenticato di voi, giovane Marvin e credo proprio che agli archivi sareste sprecato» e diede nuovamente un’occhiataccia al prete «Ma il destino ha prontamente ristabilito la giustizia, facendoci incontrare. Da questo momento voi sarete alle mie dirette dipendenze. Troverò io un incarico degno di voi e della vostra stirpe. Vostro padre era un mio buon amico!».
C’era qualcosa di teatrale nel modo di atteggiarsi del Duca.
Possibile che non sapesse che mio padre era Masrek Eclionner, il fratello di Ellis?






Sarebbe stato interessante sapere in che rapporti era il Duca con la Reggente imperiale. Marvin faceva fatica a pensare ad Ellis come a sua zia, eppure lo era.
Ma sarà al corrente della mia esistenza?
Forse il Duca di Amnisia sapeva tutto. Bisognava essere molto prudenti con lui.
Lord Gallrian gli poggiò una mano sulla spalla:
 «Farò in modo che il figlio del mio caro amico possa continuare la carriera del padre e rendere lustro al cognome della madre»
Quella frase era allusiva:
Il cognome della madre... l'unico che si può pronunciare senza pericoli.
Marvin era frastornato, sia dalla doccia gelida di Padre Sulmen che dalla gentilezza ostentata del Duca
«Lo spero, Vostra Grazia. Sarà un onore per me servirvi!»
Il Duca lo guardò sorridendo: «E’ incredibile vedere come in te i lineamenti di tuo padre e di tua madre si siano fusi così armoniosamente» Un complimento che di fatto non diceva nulla, ma poteva alludere a molte cose che era opportuno passare sotto silenzio, ma poi aggiunse:  «Sai, tua madre mi era molto cara!»

Marvin pensò che il Duca avrebbe potuto risparmiarsi quella frase, ma Lord Gallrian continuò imperterrito:
«Ah, caro amico, un’ultima cosa: d’ora in avanti, per qualunque questione, rivolgetevi direttamente a me! Padre Sulmen è esonerato dall’incarico di occuparsi del vostro reclutamento».
Detto questo se ne andò, seguito dalle sue guardie, e lasciò Marvin solo assieme a Padre Sulmen, che si era alzato e sostava davanti alla porta del suo ufficio.
Il sacerdote osservò Marvin con un’aria delusa e vagamente preoccupata: «Non rallegrarti troppo per le promesse del Duca, ragazzo! Lord Gallrian manda spesso i suoi uomini in missioni molto pericolose. Se tua nonna Lady Ariellin sapesse quali progetti ha per te il Duca, verrebbe qui a implorarmi perché ti rimandassi tra le scartoffie degli archivi: noiose, ma sicure!»
Quel prete era un enigma.
«Non capisco di cosa stiate parlando, Padre»
Sulmen scosse il capo e scrollò le spalle: «Lo capirai ben presto. In ogni caso l’Ordine della Grande Canonica, a cui appartengo, ti terrà d'occhio, perché ti sei scelto gli alleati sbagliati, quelli che ti tradiranno»
Marvin si sentì accapponare la pelle:.
«State accusando il Duca di tradimento?»
Sulmen inarcò le sopracciglia e sospirò: «Voglio solo metterti in guardia. Ti era stata concessa una vita protetta e tranquilla, in modo che non interferissi con eventi più grandi di te. Ma Eclion ha voluto diversamente, e forse non solo lui»



Marvin sgranò gli occhi, profondamente scosso da quelle parole: «Vi prego, Padre, spiegatemi cosa intendete dire!»
«Non posso. E comunque ormai è troppo tardi: il Duca ti ha visto e da questo momento tutti i meccanismi si stanno già muovendo secondo le peggiori previsioni»
«Insomma, se volete aiutarmi, perché non mi dite nulla? Quali meccanismi? E quali previsioni?» insistette Marvin.
«Sei stato appena arruolato nell’esercito perdente. Questa è l’unica verità che ti è concesso sapere».
Detto ciò, gli chiuse la porta in faccia.
Marvin, sconvolto e disorientato, rinunciò ad insistere con le domande.
Tutti mi nascondono qualcosa, tutti vogliono manovrarmi, tutti sanno tutto di meed io non so nulla di loro...


N.d.E.

Lord Gallrian de Bors è rappresentato da Mace Tyrell de "Il trono di spade" ("A game of thrones") di George Martin.
Marvin Vorkidian è rappresentato da Renly Baratheon de "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" ("A Song of Ice and Fire".



giovedì 2 febbraio 2012

Gothian, Capitolo 3, Lady Ariellyn Vòrkidian, Contessa di Keltar-Senia e suo nipote Marvin


3 luglio 999 I.L. , Ducato di Amnisia, Federazione Keltar

Ogni estate, la non più giovanissima Lady Ariellyn Vòrkidian, Contessa di Keltar-Senia, lasciava la città lagunare di Amnisia per trascorrere i mesi caldi nell'antica villa di campagna della sua nobile stirpe, che discendeva da Vòrkidex, l'ultimo re dei Keltar, sconfitto e ucciso mille anni prima da Arexatan Eclionner.
Con lei viveva il nipote, Marvin Vorkidian-Roth, nato dal matrimonio della sua unica figlia Lilieth con il diplomatico lathear Recormas Roth, scomparsi misteriosamente, durante un viaggio a Lathena, nell'anno della Primavera di Sangue.


Nell'anno 999, però, la partenza di Marvin per il Borgo di Keltar-Senia era stata ritardata, perché il diciottenne erede dei Vorkidian si stava per diplomare alla scuola di Retorica del Ducato di Amnisia. 
Il diploma gli avrebbe permesso di trovare impiego presso la Cancelleria di Lord Gallrian de Bors, Duca di Amnisia, che era stato collega dei suoi genitori come diplomatico e ambasciatore e che ora ricopriva l'incarico di vicepresidente della Federazione Keltar.
La città lagunare di Amnisia era sorta due millenni prima, come rifugio dei Keltar della stirpe Senia, negli isolotti della grande Laguna, dove si riparavano dalle scorrerie dei popoli confinanti.
Il popolo dei Keltar, nonostante la sudditanza all'Impero Lathear, aveva mantenuto per secoli una certa autonomia, ed anche una totale riconoscibilità
I Keltar avevano capelli rossi, ramati o castano-bronzei, occhi verdi e pelle chiara, 



mentre i Lathear si distinguevano per i capelli neri corvini con riflessi blu, occhi molto scuri e pelle olivastra. 
Marvin era un “mezzosangue”, e per giunta orfano di entrambi i genitori. Suo padre era un Làthear e sua madre una Keltar e tale unione era cinsiderata un tabù da entrambi i popoli: per questo i nati da coppie miste venivano guardati dall’alto in basso sia dall’aristocrazia terriera dei Keltar, sia dai burocrati di etnia Lathear
Marvin era stato oggetto di scherno per il suo aspetto, considerato insolito e bizzarro: i suoi capelli erano castano scuri e i suoi occhi erano di un colore nocciola con screziature azzurre.
Marvin, pur non disprezzando l'aspetto fisico delle persone, come facevano gli intellettuali, teneva in maggiore considerazione la bellezza della natura e dell’arte, ed Amnisia era una città meravigliosa, con palazzi, chiese e mausolei costruiti e decorati con magnificenza. 
Egli amava profondamente tutta la sua terra, quel paesaggio brumoso, dai contorni sfumati, dai colori tenui. Gli piaceva andare in barca sulla Laguna e fermarsi nei capanni di pesca degli amici, sugli isolotti selvaggi a ovest di Amnisia. Così come amava camminare, in campagna, sugli argini dei canali.
Il luogo più lontano visitato da Marvin era il punto in cui aveva inizio il Delta del grande fiume Amnis. Lo aveva sempre affascinato quel luogo in cui l’enorme corso d’acqua, largo mille chilometri, si divideva dapprima nei tre bracci principali, per poi frastagliarsi ulteriormente in una miriade di rivoli che alimentavano canali e lagune a perdita d’occhio. 
                                   

La stessa laguna di Amnisia si trovava tra il ramo centrale del delta dell’Amnis e il ramo meridionale, detti rispettivamente il Mediano e il Primario. La foce del Primario era collegata col  Porto di Amnisia, che nei tempi d’oro dell’Impero Lathear aveva ospitato la Flotta Orientale, così come Lathèna, la capitale imperiale, era la sede della Flotta dell’Oceano Occidentale, dall’altra parte del Continente, molto più a sud. 
Marvin non era mai sceso più a sud delle antiche mura che da mille anni separavano lo stato meridionale Lathear dai regni “barbari” del centro-nord, conquistati dal primo Imperatore, Arexàtan Eclionner, il fondatore della sacra dinastia.  
Dopo quasi mille anni e cinquanta generazioni, era ancora molto importante, per un membro della Dinastia, poter vantare un aspetto simile a quello di Arexatan Eclionner, perché egli non solo era stato il primo Imperatore, ma era ancora venerato dai preti della Chiesa Lathearica come il Messia, figlio del dio Eclion, il Sole. 
La natura semidivina di Arexatan era un dogma indiscutibile, che però aveva poco valore e nelle campagne dei villaggi Keltar.
Lady Ariellyn Vorkidian, preferiva il cuto politeista dei Keltar, che veneravano liberamente gli Dei della Natura. Non a caso aveva scelto come primo precettore per il nipote il druido Halfgan, che viveva nel Borgo Keltar-Senia. 


Marvin ricordava con nostalgia le bellissime estati trascorse con Halfgan a studiare la natura e le sue leggi, e a imparare le antiche storie dei Keltar, le leggende e i canti in lingua Keltàri Antico, accompagnato dalla musica dell’arpa, del liuto, dell’armonica e della cornamusa. La lingua Keltari era ormai diventata un dialetto parlato solo nelle campagne. Il Latheari si era imposto come lingua ufficiale.
Ariellin e Halfgan parlavano benissimo sia il Latheari che il Keltari, e avevano insegnato a Marvin a parlare e scrivere correttamente entrambe le lingue. Erano stati i suoi primi educatori, e di fatto gli avevano da madre e da padre, dopo che era rimasto orfano. 
Non aveva ricordi precisi dei genitori: erano scomparsi quando lui non aveva solo un anno. Tutto ciò che sapeva di loro gli era stato raccontato da Ariellin: in quanto diplomatici del Ducato, dovevano portare notizie molto segrete a Lathena. Erano partiti il giorno seguente alla Battaglia di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue, e non erano più tornati. Nessuno aveva più avuto alcuna notizia di loro, e molto probabilmente erano morti, anche se Marvin si rifiutava di accettare quell'idea.
Sua madre Lilieth si era fatta fare un ritratto, prima di partire:


La corona che portava era appartenuta a Vorkidex, il suo reale antenato, l'ultimo sovrano di tutti i Keltar, mille anni prima. I bardi ancora narravano il suo duello con Arexatan Eclionner: in quel duello, Vorkidex aveva perso la battaglia, la guerra, la corona e la vita. Da allora era incominciata la sudditanza dei Keltar all'Impero Lathear, fino a che, dopo la vittoria di Elenna sul Dhain, si erano resi indipendenti creando la Federazione Keltar, un'alleanza di tutti i ducati, con a capo l'Arciduca di Floriana, la capitale della Federazione, al centro della pianura amnisiana.
Dopo la morte di Vorkidex, il figlio del re, Kevin Vorkidian, aveva tenuto in custodia  la corona, ma aveva dovuto giurare sul suo dio, Belenos,



che la famiglia Vorkidian non avrebbe mai più rivendicato il trono.
 Il Giuramento di Kevin, così era stato chiamato, aveva permesso ai Keltar un piccolo margine di autonomia per più di novecento e ottanta anni.
Ma qualcosa era successo, diciassette anni prima, qualcosa che aveva portato i Keltar ad allearsi con gli Alfar per sconfiggere i Lathear.
 I druidi dicevano che il giuramento era valido solo per cinquanta generazioni e che la cinquantesima era nata l'anno prima, con Marvin, per i Keltar, e con Elner XI, per i Lathear. Da quel momento, il Giuramento aveva perso valore.
L'Arcidruido di Floriana aveva in custidia l'unica copia sopravvissuta del Giuramento di Kevin, l'unico documento, secondo le leggende, di un più ampio accordo che sarebbe stato siglato tra Wechtigar I il Pio, figlio di Arexatan Eclionner e Kevin Vorkidian, figlio di Vorkidex, alla presenza dei rispettivi dei: Eclion e Belenos. 
Tra le due divinità vi era grande discordia, tanto che per i Keltar era Belenos il dio del Sole, mentre Eclion era considerato il Signore delle Tenebre.
 Secondo alcuni druidi, nel momento della stipulazione dell'Antico Patto, sarebbero stati presenti come garanti dell'accordo anche il dio del fuoco Atar, la dea della luce Aenor  e il dio dei ghiacci perenni Gotharcon i loro rispettivi sacerdoti e altri personaggi leggendari, come la sesta moglie di Arexatan, cacciata dai figli delle mogli precedenti dopo la morte del grande imperatore. O meglio, la sua "assunzione in Cielo".
I sacerdoti ortodossi del Clero Lathear smentivano questo accordo: Eclion era l'unico Dio, gli altri erano demoni, contro i quali gli esorcisti della Grande Canonica lottavano da un millennio, per quanto corresse voce che i Canonici stessi fossero adoratori dei demoni e in odore di eresia.
Marvin considerava quelle leggende come favole interessanti, ma nulla di più, e sua nonna Ariellyn, con l'appoggio del druido Halfgan, avevano sostenuto quella convinzione, dicendo che era meglio per suo nipote non perdere tempo con le superstizioni.
E se non fossero solo favole e superstizioni?
Questo fu il pensiero di Marvin mentre entrava nella scuola di Retorica per gli esami finali.


N.d.A.

Lady Ariellyn Vorkidian è rappresentata dalla contessa Erzebet Bàthory, o Elizabeth Bàthory.

Marvin Vorkidian è rappresentato da Jon Snow, de "Il trono di spade" di George Martin.

Lilieth Vorkidian è interpretata da Claire Forlani nel ruolo di Igraine Pendragon in "Camelot".

I Keltar sono i Celti, così come i Lathear sono i Latini o gli antichi romani e gli Alfar sono i discendenti degli Elfi.

La Federazione Keltar domina su un territorio che, nella mappa, ricalca buona parte della pianura padana. Il fiume Amnis è il Po, e la città di Amnisia è un misto tra Venezia, Ravenna, Chioggia e Comacchio.

La statua di Belenos (o Belenus, in celtico) è in realtà l'Apollo di Veio, di fattura etrusca.