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venerdì 11 maggio 2012

Gothian. Capitolo 55. Ellis e Masrek viaggiano verso nord


Ellis Eclionner e il fratello Masrek avevano guidato le loro cinque legioni di soldati Lathear verso Nord, lungo la via coloniale, fino al fiume Amnis. 



Non erano entrati a Floriana, per rispetto verso la Federazione Keltar e l'Arciduca, il quale li aveva esortati a seguire la strada che costeggiava il fiume fino al porto di Tadna, alla confluenza del Tadnius nel grande Amnis.


Erano stati informati che lì, in una locanda, li attendeva in incognito una delegazione di pirati dell'Alleanza di Tupile, e alcuni affiliati alla Piovra di Sephir Eclionner lo Sciancato, il loro terribile genitore.
 Ellis aveva deciso di mandare in avanscoperta una loro vecchia conoscenza, ossia Padre Ulume, nuovo Priore della Grande Canonica, la cui fama di esorcista lo rendeva necessario per una strategia comune contro le forze sovrannaturali e demoniache che scendevano da nord.
I due fratelli Eclionner si erano a tal punto camuffati che sembravano tutto tranne che illustri esponenti della dinastia imperiale.
Ellis teneva i capelli raccolti sotto un cappuccio pesante.



Masrek aveva indossato di nuovo i panni dell'Eremita.
Il centro di Tadna era una paese di medie dimensioni, ma non aveva mura: era un porto franco, che per unanime delibera delle potenze in guerra doveva rimanere neutrale ed essere quindi lasciato fuori da ogni tipo di evento bellico. Di fatto era diventato il centro di tutte le trattative della zona.



Durante il viaggio i due fratelli non si erano detti quasi nulla, perché le cose essenziali erano già state dette e ognuno dei due aveva molto su cui riflettere.
Le notizie che erano arrivate, una dopo l'altra, riguardo alla caduta in disgrazia di Fuscivarian e Tucker e alla sempre maggiore influenza dell'imperatrice Marigold nelle decisioni di Elner XI, erano molto preoccupanti.
Ellis non si perdonava due cose: non aver riconosciuto la natura dei cambiamenti di suo figlio e non aver capito subito la pericolosità di Marigold.
Forse avrebbe dovuto convivere con quei sensi di colpa per tutta la vita, come già conviveva con i fantasmi di tutti i morti che aveva sulla coscienza.
Anche Masrek pensa le stesse cose. Il figlio nato dal nostro incesto e rovinato dalla mia invadenza... questa consapevolezza crea un solco tra noi, una distanza ci divide...
Nonostante la nebbia mattutina, il ponte di Tadna era visibile grazie all'illuminazione di alcuni fari. Dall'altra parte si potevano vedere abitazioni modeste, di pescatori, di traghettatori, di piccoli mercanti o artigiani o allevatori.
C’erano varie osterie e trattorie, e alcune locande.
Il priore Ulume aveva dato loro appuntamento alla Locanda del Bidente, situata proprio nell’estrema propaggine della confluenza dei due fiumi, dove c’erano un’ampia spiaggia e un porticciolo, e dall'altra parte, i boschi e le montagne.



Attraversarono la via centrale del villaggio senza problemi: si vedevano individui di ogni genere e stirpe, a riconferma dell’indipendenza e neutralità di Tadna.
La piazzetta del mercato era gremita di gente, così come il mercato del pesce, da cui provenivano odori nauseabondi.
Si vendevano non solo anguille, lucci e pregiati storioni, ma anche i giganteschi e poco saporiti siluri, lunghi due metri e capaci di mangiarsi un cane in un sol boccone.


Ellis si sentiva venir meno dalla nausea… non aveva mai sopportato l’odore del pesce, ed era decisamente una carnivora.
Gli Eclionner più puri sono tutti carnivori voraci. Si pensa che addirittura Sephir I il Crudele fosse un mangiatore di carne umana. Non me ne meraviglierei, considerate le migliaia di persone che ha condannato a morte.
Per un attimo ebbe come l’impressione che ci fosse un legame tra la natura carnivora e persino cannibale degli Eclionner e le leggende secondo cui gli Albini dell’estremo nord fossero dei vampiri.
Qualcosa ci lega, un filo rosso scuro come il sangue…
Arrivati alla locanda, entrarono e rimasero quasi soffocati dal fumo del camino, dove ardeva una legna resinosa il cui effluvio si mescolava con i brodetti di gamberi di fiume.
Ellis si scostò il cappuccio del mantello.



Lei e Masrek si guardarono intorno e nell’angolo più oscuro del salone, quasi mimetizzato, sedeva il prete dalla pelle nera come l’ebano, vestito però da mercante venditore di cianfrusaglie, come se ne vedevano tanti provenire dall’estremo sud.
Sappiamo così poco dei Neri del regno di Jandola. Forse un giorno potranno aiutarci. Ulume è l'unico che può fare da tramite con loro.
Aveva sempre avuto paura dei Canonici, fin da quando il loro capo, il Padre Generale Mollander era stato il suo precettore quando lei era bambina.
Padre Ulume, poi, le faceva ancora più paura: era un mistico, e si diceva avesse poteri magici, e fosse persino uno stregone. Ma erano tutte chiacchiere senza alcuna prova…
Eppure non so se temere più lui o Marigold! Abbiamo fatto bene ad allearci con lui?
Ormai era troppo tardi per chiederselo.
Andarono a sedersi vicino a lui, senza dare nell’occhio.
Ulume fece loro segno di accomodarsi e li salutò con fredda cortesia, ricambiata allo stesso modo.
«La mia missione ha avuto successo» esordì Ulume «ho convinto l'Alleanza di Tupile e gli uomini della Piovra ad unirsi a noi. Spero che la famiglia Eclionner me ne sarà riconoscente, in particolare vostro padre Sephir!»



Ellis annuì:
«Noi abbiamo alcuni obiettivi comuni, primo tra tutti quello di convincere Marvin Vorkidian a collaborare con noi. Suo padre» e con un cenno della testa indicò Masrek, che osservava la scena con aria cupa «è d’accordo, perché ritiene che ormai re Vorkidex si sia risvegliato in lui»
Ulume la guardò con occhi minacciosi: 
«Se così fosse, adesso il ragazzo sarebbe come Vorkidex a tutti gli effetti. Un re, e un grande guerriero! E anche Arexatan presto si risveglierà in lui!»
Questo ad Ellis non piaceva affatto:
 «E’ ovvio che dovremo aiutarlo a scacciare le memorie di Arexatan, altrimenti rischia di cadere vittima della Dama Gialla»
Ulume annuì: 
«La Dama Gialla ha commesso molti errori, tra cui bruciare la Grande Canonica. Ma lo spirito di Mollander vive ancora e non si darà pace finché Marigold non sarà punita!»
Ellis non aveva dubbi che la vendetta di Mollander sarebbe stata terribile, e questo la spaventò:
 «Marigold ora controlla totalmente mio figlio Elner. Io devo sapere se posso salvarlo. Padre Ulume, c'è qualche speranza per lui?»


Ulume scosse gravemente il volto:
 «Nessun esorcismo lo può liberare dal demone che alberga in lui. Si potrebbe fare qualcosa per un uomo comune, ma per il figlio di due fratelli Eclionner... niente!»
Ellis corrugò la fronte: 
«Non posso accettarlo! Io lo voglio salvare!»
Ulume sospirò: 
«E' nato nel dolore, mia signora! In una unione contro ogni legge umana e divina! Il priore Mollander vi aveva avvertito: Elner non sarebbe mai dovuto nascere»
Ellis chinò il capo. Non voleva più sentire quei discorsi. 
Masrek le strinse la mano, e questo bastò per ridarle la forza di affrontare tutto quel male che il destino aveva messo sulla sua strada.
Prima di prendere congedo da loro, Ulume disse:
«Per il momento, comunque, la priorità è trovare alleati tra i Keltar per contrastare il crescente potere di Fenrik di Gothian» 
Il solo evocare quel nome fece correre un brivido di paura nella schiena di Ellis.
Quando Ulume se ne fu andato, finalmente ella poté lasciarsi abbracciare da Masrek, e tutto le parve come se fossero tornati adolescenti.



Trovarono alloggio in una camera della stessa locanda.
Fecero l'amore, con più passione di quanta ce n'era mai stata prima, come se fosse l'ultima volta.
Poi Ellis scivolò in un dolce sonno.
Sognò sua madre, Wensy Fuscivarian, la dolce principessa della corona, morta da tanti anni, anche per causa sua.



Le disse parole di conforto: "Ellis, io ti perdono tutto, e di tutto ti chiedo perdono: ho riservato ogni mia attenzione a tuo fratello, e da lì sono nati tutti i nostri guai. Ma ora che sei pentita, io ti assolvo, come spero tu assolverai me"
Ellis avrebbe voluto abbracciarla, ma sua madre era ormai puro spirito.
Le sue parole le avevano reso meno pesanti i sensi di colpa che la gravavano.
Il mattino dopo, al risveglio, per la prima volta dopo tanto tempo, non sentì il peso della sua coscienza.


N.d.A.

Ellis Eclionner è interpretata da Eva Green nel ruolo di Morgana la Fata in "Camelot".
Il riferimento all'Alleanza di Tupile è tratto da "Messia di Dune", romanzo di Fran Herbert, dove rappresenta il nucleo della ribellione al regime della famiglia Atreides.
Sephir Eclionner è rappresentato da Balon Greyjoy, re delle Isole di Ferro nel sequel de "Il trono di spade".
Elner Eclionner è interpretato da Jonathan Rhys-Meyers.
Wensy Fuscivarian (Fujiwara)  è interpretatata da Liv Tyler nel ruolo di Arwen, figlia del re degli Elfi Elrond ne "Il signore degli anelli" di J.R.R. Tolkien. 
La frase "Perdono tutti e a tutti chiedo perdono" è l'ultimo messaggio di Cesare Pavese prima della morte.
La frase "Per la prima volta dopo tanto tempo non sentii il peso della mia coscienza" è pronunciata da Marcello Mastroianni nel film "Oci ciornie" (Occhi neri).


venerdì 13 aprile 2012

Gothian. Capitolo 41. Marvin a Floriana incontra l'Arcidruido


Nel momento stesso in cui appoggiò il suo piede sinistro sul suolo di Floriana, la mattina del 28 dicembre 999 I.L., Marvin Vorkidian avvertì un brivido lungo la schiena. Ma fu solo un attimo e si riscosse facilmente. Era molto curioso di visitare quel luogo.
Sapeva che la città di Floriana era sorta come porto fluviale su un’isola del Grande Fiume Amnis. Col tempo, intorno al porto si era sviluppata la città, in epoca molto più recente rispetto ad Amnisia, a cui aveva sottratto il primato commerciale e politico.


Ormai Floriana superava Amnisia in grandezza e in ricchezza. Era considerata inoltre, almeno teoricamente, la capitale della Federazione Keltar e il suo Duca, Idex d’Estin-Serràt, era stato insignito della carica di Arciduca dei Keltar, che però era solo un titolo onorifico. Come tutti sapevano, i Keltar non avevano mai più formato, dopo la morte dell’ultimo re, Vorkidex, uno stato unitario e andavano fieri delle loro tradizioni di autonomia locale.
Marvin osservava con grande interesse il modo in cui era stato ricavato il porto: l'isola era stata recintata da bianche mura di marmo, mantenendo una forma ovale I moli erano centinaia e ciascuno aveva una decina di banchine per l’attracco delle barche e delle navi di piccolo cabotaggio. Per le navi maggiori c’era un’altra area riservata.
Mentre camminava lungo il molo, il giovane ascoltava le varie conversazioni dei barcaioli e dei mercanti. 



Parlavano una variante del dialetto Keltari, più aspra e secca, a volte quasi incomprensibile. Fisicamente i Keltar del nord avevano i capelli e gli occhi più chiari, ma erano più massici e corpulenti e la testa appariva quasi rotonda.
«Non fidarti di nessuno in questa città, tranne che dell'Arcidruido» gli disse Gwydion «questo luogo è un covo di ladri e di impostori, e di gente avida che ucciderebbe un fratello pur di avere un centesimo in più»
«Non credo siano gli unici purtroppo… ma a proposito di centesimi, che valuta usano qui?»
«In maggioranza il soldo imperiale, quello d’argento con la faccia di Ellis, ma viene accettato anche il denario alfariano, quello di rame con l’effigie di re Kerelic»
Marvin osservò ancora la scena che aveva di fronte: «Non ti sembra che qui la gente sia molto più chiusa rispetto ad Amnisia? Da noi c’è cordialità, si conversa anche con gli sconosciuti, si fanno battute, si ride... Qui invece non vedo niente di tutto questo... guarda, sembrano tutti cupi e sospettosi, non parlano se non per dare ordini e indicazioni di lavoro, e sembra che abbiano sempre una gran fretta in tutto quello che fanno, come se non possano perdere neppure un minuto»
Si diceva che più ci si recava a nord, nella pianura amnisiana, e più gli abitanti davano importanza al lavoro e al profitto.
«Il tempo è denaro, amico mio, e qui a Floriana il denaro è sacro: è l’unico dio che questa città abbia mai conosciuto»
La decisione di fermarsi più giorni a Floriana era stata comunicata da Ser Yvain de Bors solo la sera precedente all’attracco.



 I soldati e i rematori accolsero con favore la notizia, pensando già di spendersi la loro paga nelle bettole, tra vino e prostitute. I druidi mantennero un composto silenzio, mentre i preti lathearici protestarono vivamente. In particolare Padre Grizinga face notare che: «Quella città è un luogo di depravazione e corruzione morale e materiale. Un covo di pagani, eretici ed apostati. Su quella città il nostro Sommo Sacerdote ha scagliato il suo anatema. Noi non possiamo sporcarci la coscienza entrando in contatto con quel luogo di perdizione…»
«Nessuno vi obbliga a scendere dalla nave» intervenne brusco Ser Yvain «Se non volete farvi contaminare da questo “luogo di perdizione”, passerete il vostro tempo sul ponte a pregare e digiunare per la maggior gloria di Eclion»
L’idea non parve entusiasmare molto i sacerdoti Lathear, che divennero subito più possibilisti riguardo alla sosta nella città demoniaca.
La permanenza a Floriana era dovuta principalmente alla necessità di fare scorte e di riposarsi in alloggi decenti prima di inoltrarsi nell’aperta campagna, ma Ser Yvain pareva anche intenzionato a raccogliere in giro delle voci riguardanti l’Alleanza di Tupile e l’esercito di re Kerelic, in fuga dopo la ribellione dei fedeli di sua moglie Alyx.
Yvain aveva mandato alcuni suoi uomini a chiedere informazioni al riguardo.
A Marvin sembrava improbabile che i tozzi e taciturni mercanti di Floriana, con i loro modi sgarbati potessero rivelare alcunché, men che meno su questioni delicate come quelle riguardanti il rapimento della principessa Alienor, di cui ormai si erano perse le tracce.
Stavano arrivando al punto in cui il molo si congiungeva con la piazza antistante la Darsena, sulla quale spiccava una imponente statua dell’Arciduca Idex, da lui stesso commissionata, in rame ossidato e costellato da escrementi di piccioni e di anatre.

File:Statue Vercingetorix Alesia.jpg

. L’uomo ritratto appariva minaccioso e massiccio, come un antico condottiero del passato dei Keltar, quel famoso Vorkidex che era stato sconfitto da Arexatan Eclionner quando il primo Imperatore, che aveva annesso la terra dei Keltar all’Impero Lathear.
L’Arciduca vuole presentare se stesso come il nuovo Vorkidex. A quanto pare anche lui vuole partecipare al grande gioco del potere che si sta svolgendo in questi mesi.
Non a caso Idex non era molto amico di Gallrian di Amnisia, in cui vedeva un pericoloso rivale nella fondazione di un Regno dei Keltar e soprattutto nell’ascesa al trono di tale regno.
Ma siamo sicuri che i Keltar vogliano veramente dei palloni gonfiati come Idex o Gallrian come loro sovrani? Ammesso che accettino anche solo l’idea di avere un sovrano...
Essendo per metà un Keltar, Marvin sentiva di conoscere già la risposta.
Questa gente vuole qualcuno che aiuti veramente il popolo nella vita quotidiana, che gli fornisca le condizioni per poter prosperare nei commerci.
Idex invece era un uomo fedele agli Alfar, così come Gallrian era fedele ai Lathear, e i loro giochi di potere interessavano poco o nulla alla popolazione.
Speriamo almeno che Idex non ci dia fastidio.
Le leggi dell’ospitalità erano sacre tra i Keltar, e Ser Yvain aveva garantito che non ci sarebbero stati problemi di sorta.
Ad attenderli, vicino alla statua, c’era una piccola delegazione di diplomatici e soldati dell’Arciduca, che invitò i nobili, i druidi e i preti a venire a Palazzo, mentre i soldati e i rematori sarebbero rimasti in libera uscita.
Yvain si fida, ma io mi sarei portato dietro una scorta.
Dietro alla Darsena e alla statua, c’erano le imponenti mura della città. Marvin le varcò provando ancora lo stesso brivido che aveva sentito mettendo piede sul porto.
Ebbe persino una brevissima allucinazione, in cui gli parve di vedere un popolo in rivolta che acclamava un predicatore.
E’ colpa del freddo… e anche della debolezza per la scarsità di cibo nelle navi…
Del tutto reale fu invece il fetore che lo travolse al suo ingresso nella città: rispetto ad Amnisia non c’era paragone. Qui i polli e i maiali che si aggiravano tranquilli per le strade, le banchette del mercato che vendevano pesce semiputrefatto.
E’ questa la tua gloria, Floriana?
Procedettero speditamente lungo la via centrale, verso il nucleo storico e la roccaforte. Qui videro una seconda cerchia di mura e, dietro, le torri delle abitazioni dei ricchi e il castello dell’Arciduca.



Anche varcando la porta interna Marvin sentì il brivido di prima, ma ancora più forte. E una voce interiore gli disse: “Per mille anni e cinquanta generazioni ti abbiamo atteso…
Non è possibile… è come il sogno dell’altro giorno… c’è qualcuno o qualcosa che vuole comunicare con me…
Nella città interna la qualità dell’aria migliorò leggermente, o forse era il suo naso che si stava abituando a quell’odore nauseabondo.
I palazzi dei nobili e dei ricchi erano molto grandi e sfarzosi.
La Torre dell’arciduca, di costruzione recente e molto raffinata, stava al centro, poggiando su una sorta di montagnola artificiale.
Quando furono annunciati, le porte si aprirono e la Compagnia entrò con compostezza.
Marvin si aspettava altri prodigi, e infatti il brivido lo attraversò ancora più forte e la visione questa volta, unita ad una voce, gli si palesò per un lungo momento nell’anima.
Le allucinazioni ripresero.
Vide la stessa Dama Gialla del sogno, che lo fissava minacciosamente e gli domandava: “Vuoi vivere in eterno? Allora arrenditi a me!”



Poi ritornò la visione normale, ma questa volta doveva essere quasi svenuto, perché si ritrovò tra le braccia del druido Gwydion, che gli disse: «Non è niente, è solo il freddo o la debolezza»
Marvin scosse la testa: «No… ho avuto altre visioni… è tempo che io abbia una risposta»
«Avrai molto presto la tua risposta» promise Gwidion «Fidati della saggezza dell'Arcidruido, e anche dell’amicizia che ci lega»
Marvin annuì.
Proprio in quel momento arrivò incontro a loro un giovane druido, ansimando per la corsa. Dopo essersi ripreso, chiese: «Chi di voi due è Marvin Vorkidian?»
Marvin alzò una mano e il giovane gli porse una busta sigillata, dicendo: «Da parte dell’Arcidruido Fingal il Saggio», e poi, dopo un inchino, se ne andò di corsa.
Hanno tutti fretta in questa maledetta città!
Marvin si affrettò ad aprire la busta e a leggere il biglietto.
«A quanto pare eravamo attesi... l'Arcidruido in persona mi invita a raggiungerlo il prima possibile nel Sacro Cortile, per un colloquio della massima importanza»
Gwydion non ne era sorpreso.
L’Arcidruido era il capo gerarchico di tutti i druidi, e risiedeva a Floriana, così come i suoi predecessori, da migliaia di anni. 


La carica era vitalizia, ma alla sua morte si riuniva il sacro consiglio dei druidi per eleggerne il successore. Fingal era ormai molto vecchio, e ricopriva la sua carica da più di cinquant'anni. 
Il Sacro Cortile era un enorme parco, interno L Grande Cerchio, l’edificio dove risiedevano i druidi più importanti con i loro novizi, e lo stesso Arcidruido. 


Il Grande Cerchio era anche detto l’Ombelico del Mondo, e la sua sacralità era riconosciuta in tutto il Continente Centrale. Ma il vero tempio, per i druidi, non era tanto l’edificio circolare, quanto l’enorme parco del cortile interno. Solo lì ci si poteva sentire in contatto con gli Dei della natura pur essendo in città.
Il rumore frenetico di Floriana non arrivava al Sacro Cortile.
«Sei ancora del parere che nessuno si interessi di te? » chiese ironicamente Gwydion.
Marvin sorrise:
«Non voglio farlo aspettare. Ci sono delle particolari precauzioni per il cerimoniale?»
«No, Marvin: ai druidi queste sciocchezze non importano»
Mentre si dirigeva, seguendo Gwydion, verso il tempio, Marvin ripensò agli ultimi sogni che aveva fatto. Forse l’Arcidruido gli avrebbe fornito la chiave per interpretare quei sogni ricorrenti.
Attraversarono la città, guardando le torri che circondavano quel luogo sacro.
Alcuni druidi giovani lo attendevano al portone principale.


L’interno circolare dell’edificio era sobriamente arredato: dava l’idea di essere molto antico, ma ben conservato.
Passò sotto una volta che collegava l’ingresso esterno con una veranda interna.
Sentì subito un profumo di erbe aromatiche e di terra umida. Il giardino incominciava immediatamente e c’era un sentiero che passava attraverso i prati e gli alberi, fino ad arrivare ad una fonte, al centro, sovrastata da una grandissima vecchia quercia.
Sotto di essa sedeva un vecchio dalla lunga barba bianca.


I druidi che scortavano Marvin gli fecero un leggero inchino, ma quando l'Arcidruido Fingal vide il giovane Vorkidian, si inginocchiò davanti a lui:.
«Figlio di Cento Re!» esclamò e poi rivolto al cielo«Ora lascia, o Belenos, dio del Sole, che il tuo devoto servo Fingal vada in pace, secondo la tua Parola, perché i miei occhi hanno visto il Principe che ci fu Promesso, il Profeta dei Keltar, la salvezza preparata da te per illuminare le genti, e riportare alla gloria il nostro popolo.» 
Marvin prese le mani del vecchio nelle proprie, e lo aiutò a rialzarsi, confuso per quella accoglienza così straordinaria.
«Grazie, giovane Vorkidian. Che tu sia benedetto e benvenuto nel mio tempio» disse il vecchio «Esso ha come soffitto l’azzurro del cielo e il fuoco del sole, e come pavimento la nuda terra, ed è rallegrato dal vento lieve che accarezza l’erba e le foglie degli alberi, e dalla purezza di questa sorgente. Tutti gli elementi sono qui a testimoniare la presenza degli Dei della Natura. Alle mie spalle vi è la quercia più antica di tutto il continente. A piantarla fu il condottiero Vorkidex, l’ultimo Re dei Keltar , ucciso da Arexatan Eclionner»
Poi entrambi si sedettero.
L'Arcidruido parlò ancora:
«Mille anni fa, proprio in questo luogo, Re Vorkidex e l’Imperatore Arexatan si sfidarono a duello. Erano due uomini di grande forza e il loro combattimento durò molto a lungo. 

Alla fine però Arexatan prevalse e piantò la sua spada nel ventre di Vorkidex, il quale prima di morire disse: “Maledico la tua stirpe per cinquanta generazioni! E quando tu tornerai su questa terra, dovrai rimediare a tutti gli errori commessi da te e dalla tua discendenza. Oggi abbiamo combattuto, ma domani noi staremo dalla stessa parte, contro un pericolo più grande”. Eri a conoscenza di tutto questo?»
Marvin annuì:
«In parte: il mio precettore, il druido Halfgan me ne ha accennato…»
L’Arcidruido lo guardò intensamente: «Halfgan fu uno dei miei primi allievi. Nutro grande stima per lui, e so, grazie a lui, che tu hai avuto sia un insegnamento Keltar che uno Lathear, dai retori di Amnisia. Questo ha aperto la tua mente. E da quel che posso intuire, Halfgan ti ha insegnato bene»
Marvin annuì: «Sì, è come un padre per me»
L’Arcidruido socchiuse gli occhi, e parlò con voce bassa e calma: «E per me è come un figlio. Lo incaricai io stesso di vegliare su di te per proteggerti ed educarti, dopo che i tuoi genitori scomparvero»
Notando la sopresa nel volto del ragazzo, il vecchio annuì: «Conoscevo bene anche i tuoi genitori. Prima di partire per la missione dalla quale non ritornarono, vennero da me a chiedere consiglio. E si confidarono riguardo alla loro ambasciata»
«Quindi voi, se posso permettermi di chiedere, siete a conoscenza di quali segreti i miei genitori dovevano rivelare?»
Il vecchio sorrise, ma assunse un’aria di rimprovero: «Sei impulsivo, proprio come tuo padre»


Marvin chinò il capo in segno di scusa.
L’Arcidruido chiuse gli occhi e parlò con voce bassa: «Vennero da me proprio per confidarmi i loro segreti. Volevano rivelare tutto al capo dell’opposizione senatoria, Aralte Velares, principe di Marina Sedovia. Dissi loro che era un’impresa disperata, ma vollero partire comunque»
Marvin si sentì triste.
Mi hanno lasciato per una causa già persa in partenza
L'Arcidruido notò la sua insoddisfazione:
«In verità contavano nella testimonianza e nella protezione di altri personaggi chiave. Ma furono loro a tradire i tuoi, e a porre fine alla loro missione»
Marvin sentiva la rabbia crescere in lui.
«Alcuni nomi li conosco, ma gli altri? Chi sono questi traditori? E’ tutta la vita che me lo chiedo! »
L’Arcidruido si fece ancor più serio: «Tu nutri molto rancore dentro di te, e questo non è un bene. L’odio, la rabbia, la sete di vendetta… aveva ragione Halfgan a non volerti rivelare tutta la verità» e poi con voce più bassa e profonda: «Il traditore principale fu Gallrian De Bors, Duca di Amnisia, e referente primario dei Conti di Gothian nella Federazione Keltar. Suo figlio Yvain però non sa nulla, lui non è come il padre...»
Marvin sentiva di averlo sempre saputo.
Gallrian è il servo di Marigold e Fenrik... avrei dovuto sospettarlo...


Il vecchio alzò l'indice della mano destra:
«Verrà il tempo della giustizia, ma tu non sei nato per vendicarti, bensì per liberare un popolo.Del resto, tu sei il nipote di Lady Aryellin di Keltar Senia, e sai che la sua famiglia era di nobili origini. Tua nonna discende per quarantotto generazioni dal re Vorkidex. Tua madre Lilieth rappresenta la quarantanovesima generazione e tu la cinquantesima»
Marvin annuì:
 «E' così.Un'eredità difficile, Maestro, ma il druido Gwydion mi ha detto che voi mi inizierete agli Arcani Supremi, e mi parlerete dell'Antico Patto, in modo che quando Vorkidex si risveglierà in me, io sia pronto a ricevere le sue memorie»
Il vecchio sorrise:
«E' quello che succederà nei prossimi giorni. Ho grandi progetti su di te. Percepisco le tue qualità di chiaroveggenza: devi solo imparare a meditare, e a saper interpretare i simboli. Solo allora i tuoi sogni avranno un senso»
«Ultimamente ho sognato delle cose strane, Maestro. Io discendo anche dalla stirpe degli Eclionner, ed ho visto i loro crimini. Sono una dinastia di demoni! Ed Eclion è il Signore delle Tenebre!»


«Lo so. Alcuni ricordi ancestrali si stanno risvegliando. Era tempo che succedesse. Le tue doti erano “in sonno”, ma ora il Dormiente deve svegliarsi!»
Marvin si riscosse:
«Questa frase… io ho sognato che qualcuno me la diceva…»
L'Arcidruido annuì:
«Come vedi, i tuoi sogni stanno assumendo poteri divinatori. Ma ancora non sono in grado di esplicitare completamente la loro preveggenza. Non essere troppo impaziente! Non devi commettere gli errori di tuo padre. Se lui avesse ascoltato i miei consigli, ora sarebbe qui tra noi. E riguardo ai tuoi sogni, sappi che i più si riferiscono a cose accadute in passato. Soltanto pochi sogni hanno il potere della chiaroveggenza sul futuro, anche se la tua stirpe è sempre stata una grande dispensatrice di Profeti»
«Profeti druidi?»
«Sì, in un lontano passato. Ma ora questo passato sta tornando. Le anime degli antichi stanno trasmigrando. Tutto il mondo degli spiriti è in grande fermento, così come lo è quello degli uomini. Ci è toccato di vivere in questi tempi difficili, ma questo era il nostro destino»
Marvin scosse il capo:
«Io non credo al destino»
L'Arcidruido sorrise:
«Vedi Marvin, per le persone normali è solo il caso che si frappone tra loro ed i loro scopi. Ma alle persone come te, nulla accade per caso. Ti spiegherò cosa significano queste mie parole, e tutte le tue domande avranno finalmente una risposta completa!»


N.d.A.

La città di Floriana è ispirata a Ferrara e Mantova. L'immagine rappresenta Tar Valon, la città delle Aes Sedai ne "La ruota del tempo" di Robert Jordan.
Il dialetto keltari è una lingua a metà strada tra il gruppo celtico e quello delle lingue gallo-romanze e dei dialetti gallo-italici.
Marvin Vorkidian è rappresentato da Jon Snow ne "Il trono di spade" di George Martin.
Ser Yvain de Bors è rappresentato da ser Loras Tyrell ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco".
L'espressione "Alleanza di Tupile" è tratta da "Messia di Dune", di Frank Herbert, dove si riferisce al gruppo di famiglie aristocratiche ribelli che non accettano il predominio della famiglia Atreides.
La statua dell'arciduca è quella di Vercingetorige, condottiero e re dei Galli.
La frase "è questa la tua gloria, Floriana" si ispira all'apostrofe dantesca "Godi Fiorenza poi che se' sì grande / che per mare e per terra batti l'ali / e per lo 'nferno tuo nome si spande" (Inf, XXVI), ma anche dall'invettiva di re Theoden ne "Il Signore degli anelli" di J.R.R. Tolkien, quando chiede, retoricamente: "E tutto qui? Questa è la tua magia, Saruman?".
Marigold di Gothian è interpretata da Charlize Theron nel ruolo della regina Ravenna in "Biancaneve e il cacciatore" con Kristen Stewart.
La frase di Marigold, che viene detta in sogno, si ispira alla stessa domanda che lo spirito di Valeria rivolge a Conan il Barbaro nell'omonimo film. Il tema della vita eterna è trattato ampiamente nel romanzo, anche se da diversi punti di vista e con diverse ipotesi: la reincarnazione o metempsicosi, l'immortalità dell'anima, il Paradiso, l'Inferno, il samsara, il karma e lo spiritismo.
L'arcidruido Fingal il Saggio (il cui nome è quello del padre del bardo Ossian nel poema di Macpherson) è rappresentato da Jaheaerys I Targaryen il Conciliatore.
Il Grande Cerchio è ispirato alla città di Caemlyn in "The Wheel of Time" e alla Fortezza Rossa e al tempio di Baelor in "A game of thrones".
Arexatan e Vorkidex in duello sono Rhaegar Targaryen e Robert Baratheon durante la Battaglia del Tridente ne "Il gioco del trono".
Gallrian de Bors è rappresentato dal Magistro Illyrio Mopatis di Pentos.




domenica 1 aprile 2012

Gothian. Capitolo 35. Marvin e compagnia arrivano al fiume Amnis

Marvin aveva trascorso tutto il tempo dell'attraversamento della Laguna sulla punta della prora, a osservare con attenzione il paesaggio e ad inspirare l’aria fresca ed odorosa di sale.



 Aveva sempre desiderato percorrere in tutta la sua lunghezza la grande Laguna di Amnisia , che si estendeva tra il mare a est e le paludi di acqua dolce a ovest.
Quando per primo riuscì ad avvistare la terra, capì che si trattava soltanto di una striscia tra due argini rinforzati dal duro lavoro dei Keltar che per primi avevano tentato di bonificare la zona. Ricordò che il primo passo della bonifica era stato quello di separare le acque salmastre della Laguna da quelle dolci della Palude e dei due bracci del Delta dell’Amnis tra cui essa si trovava.


A metà del secondo giorno di navigazione, la piccola flotta di Ser Yvain de Bors, aveva gettato le ancore e deciso di sostare lungo l'argine della Laguna.



Marvin ne sapeva il nome: Argine Angus, perché voluto da Lord Angus de Lohn, Duca di Festerania e Signore dei Keltar-Lingon, la stirpe che dominava il braccio Mediano del Delta dell'Amnis.
L'argine era mantenuto in buone condizioni e Marvin, appena sceso sulla terraferma, decise di passeggiare lungo questo lembo di terra compattata, che separava due ambienti molto diversi tra loro.
Gli altri membri della Compagnia decisero di fare una grigliata col pesce da poco pescato.
Marvin non aveva mai amato il cibo a base di pesce, e questo era un residuo della sua infanzia al Borgo dei Keltar Senia, una zona interna, dove si preferiva un’alimentazione basata sulla carne. Neppure tutti gli anni trascorsi in seguito ad Amnisia gli erano serviti per rendere più piacevoli le ricette di pesce e frutti di mare. Il solo odore gli risultava nauseabondo, per cui si allontanò rapidamente.
Mentre camminava lungo l'argine, si domandava come fosse possibile il fatto che per molti non era chiara la distinzione tra la Laguna di Amnisia e la Palude interna. Pochi ricordavano che la prima era molto più profonda e salmastra, mentre la seconda era come un grande stagno di acqua dolce.
Nella Palude che si estendeva a sinistra dell’Argine, c’era molta più vegetazione: canneti, piante giallastre ad alto fusto, ninfee, ciuffi d’erba, persino qualche albero.


Camminando lungo il sentiero tra gli argini, vide una piccola torretta, che sembrava quasi un faro, ma senza luce.
Quello era il punto da dove aveva inizio il canale che collegava la Laguna con il Braccio Mediano del Delta. Non si trattava di un corso d’acqua naturale: era un canale navigabile costruito per favorire le comunicazioni e il commercio via acqua. Si chiamava Fossa del Duca d’Altemps,  perché era stata costruita per volontà di Lord Jorìs Kàspar d’Altémps, Duca di Manzàga e signore dei Keltar-Kènoman, stirpe che controllava la zona dell'Amnis prospiciente al Delta.
La Fossa del Duca d'Altemps era un canale non molto largo, ma con degli argini solidi, puntellati da alberi e cespugli.


Da quel canale si raggiungeva il ramo mediano del Delta, e da lì si sarebbe finalmente risaliti fino al Grande Fiume.
Finalmente Marvin avrebbe visto altri Ducati della Federazione Keltar, altre terre, altre acque, altre città, che fino a quel momento aveva visto solo nelle mappe dei suoi testi di studio.
Arrivato al punto in cui il canale si dipartiva dalla Laguna, non poté procedere oltre.
Tornò sui suoi passi, fino all’accampamento dove i suoi compagni di viaggio, terminato il pranzo, si stavano riposando.
Al giovane come pasto bastò un tozzo di pane e formaggio. Purtroppo le scorte erano poche e gli approvvigionamenti ancora lontani.
Quasi tutti dormivano nei sacchi a pelo, o fingevano di dormire. Nessuno aveva voglia di parlare: probabilmente incominciavano a rendersi conto di quanto quella missione fosse mal organizzata…
Lo stesso Ser Yvain appariva perplesso e scarmigliato, mentre consultava alcune mappe, e aveva già perso tutta la sua boria.
Il giovane druido Gwydion preparava una bevanda utilizzando le boccette di medicinali ed erbe che si portava dietro. Ne diede un bicchierino anche a Marvin.
«Bevi, ti farà bene contro le punture di zanzara e le febbri malariche»
Dopo circa un’ora, erano tutti pronti per ripartire e la piccola flotta levò le ancore e fece rotta verso nord-ovest, lungo la Fossa del Duca d'Altemps.
Navigarono con una buona velocità e nel tardo pomeriggio riuscirono ad arrivare nel punto che Marvin aveva tanto atteso, ossia il collegamento della Fossa del Duca col Braccio Mediano dell’Amnis.


Non c’era corrente, l’acqua era quasi ferma, come nella laguna, e remare non creava problemi.
Man mano che procedevano il Ramo Mediano diventava sempre più largo, in quanto non si era  ancora ulteriormente suddiviso in rami minori.

Stienta - Stienta e il grande fiume

Finalmente al tramonto risalirono al punto in cui il Ramo Mediano si dipartiva dal fiume Amnis. In quel punto il Grande Fiume era così ampio che da una riva si faceva fatica a vedere l'altra.


Guardando quell'enorme corso d'acqa, Marvin sentì una strana emozione.
 Sentiva che quell'immenso fiume aveva un significato profondo per lui, e che avrebbe dovuto ripercorrerlo fino alle sue fonti.
Se cercava la pura verità, doveva risalire alle origini, perché l'acqua è pura solo alla sorgente.



N.d.A.

La geografia di questo capitolo è interamente basata sulla bassa pianura padana e in particolare sul Parco Regionale del Delta del Po del Veneto e dell'Emilia-Romagna.
Il fiume Amnis è il Po.
La Laguna di Amnisia è un misto tra le Valli di Comacchio e la Laguna di Venezia.
Le paludi di acqua dolce fanno riferimento alle Valli di Argenta, alle Punte Alberete, alla Valle Mandriole, alla Valle Standiana e a tutti i bacini che sono stati regimentati e in parte bonificati nell'opera di inalveamento del fiume Reno nell'ex Po di Primaro.
Il ramo mediano è il Po di Volano.
Il canale di collegamento è l'idrovia ferrarese che collega il Po a Comacchio e prende il via dal canale collettore di Burana.
I nomi delle varie tribù Keltar sono riconducibili alle tribù celtiche dei Lingoni, dei Cenomani e degli Insubri.

lunedì 26 marzo 2012

Gothian. Capitolo 32. Alienor, Lilieth, Vyghar e i Pirati di Fiume.

      La mattina del 18 dicembre Alienor, Lilieth e Vyghar avevano raggiunto a cavallo il luogo da cui il fiume Tadnius, affluente dell'Amnis, diventava navigabile. Lì si erano imbarcati su una nave di piccole dimensioni, perfetta per il tragitto lungo i fiumi, insieme ad altri sette pirati che vivevano da quelle parti.. Erano entrati ufficialmente nella Federazione Keltar, e seguendo il corso del Tadnius si sarebbero immessi nell'Amnis presso la città di Tadna, completamente circondata dalle acque fluviali.

   
         Vyghar pareva molto felice di essere finalmente tornato a bordo di una imbarcazione, ma ci tenne a far notare che "in mare è tutta un'altra cosa" e a chiamare il suo equipaggio col termine di "pirati di fiume".




Tra di loro ce n'era uno più giovane, che Alienor aveva subito notato, perché doveva avere pochi anni più di lei. Si chiamava Lorran, ed era, secondo quanto aveva sentito dire, una grande promessa all'interno dell'Alleanza di Tupile. Anche lui era di stirpe Lathear, ma era di umili origini.









Alienor ne era rimasta subito colpita, e lui stesso l'aveva guardata con interesse.


Vyghar, vedendo quell'incrocio di sguardi, scosse la testa, e poi, rivolto all'altra donna, disse:
 «Lilieth, tieni d'occhio quei ragazzini! Devono aver scambiato questa missione per una romantica gita al lago!» 
Lilieth sorrise: «Il gelo e la nebbia saranno più che sufficienti per raffreddare i loro bollenti spiriti!»

 


La nebbia era in effetti così fitta che la nave pareva come sospesa nel vuoto, in una nuvola, o addirittura separata dal resto del mondo, nascosta come per incantesimo.

 
Mentre osservava da una finestra quel paesaggio surreale, Alienor espresse queste sue idee alla compagna di avventure.
Lilieth annuì: «I druidi dicono che nei giorni come questo, le porte tra il nostro mondo e quello degli spiriti sono aperte, e ci sono dei luoghi dove il varco tra i mondi è più accessibile. I Lathear non ci credono più, ma gli antichi dei possono ancora sentire le preghiere dei Keltar»
Alienor si sentiva quasi protetta da quella nebbia: «Certe volte vorrei che tutto rimanesse così, eternamente sospeso nel vuoto»
L'altra donna rimase colpita dal fatto che quello era lo stesso pensiero che la nebbia suscitava anche su di lei: «Sì, meglio quest'ombra, questa caligine... meglio adagiarsi in un sogno che duri infinito... o Nebbia, ti invoco: nascondi le cose lontane! Le cose sono ebbre di pianto!»
C'era una tristezza infinita, un pianto antico nella sua voce.

 

«Tu lo senti, vero, questo pianto?» chiese la principessa.
«Sì, Alienor. E’ la guerra che sta arrivando, bambina mia, ed io la vidi già una volta, nell'anno della Primavera di Sangue. Ma questa sarà una guerra ancora più terribile: ci sono forze oscure che sono state evocate, poteri soprannaturali che non hanno nulla di umano»
La ragazza sentì un brivido: «Di cosa parli?»
La voce di Lilieth assunse un tono solenne:
«Dai ghiacci del nord si leva un pericolo mostruoso. La Profezia lo dice chiaramente: “Quando le nevi scenderanno dal Nord e il sole al Sud sarà oscurato, allora la grande Conflagrazione Universale potrà avere inizio, e tutti avranno quello che gli spetta.” La prima frase riguarda Gothian e la seconda riguarda Lathena, dove si scoprirà che Eclion non è il dio del sole, ma il Signore delle Tenebre»
Vyghar, che aveva ascoltato qualcosa, intervenne: «Alienor è troppo giovane per essere iniziata agli Arcani Sopremi!»
La principessa, seccata quel tipo di interventi con cui il Pirata la faceva sentire una stupida, ribatté: «Sono vissuta diciassette anni con la Contessa di Gothian. Credo che come esperienza possa bastare!»
 Il Pirata sorrise:«Hai mai dovuto contrattare qualcosa con suo marito, il Conte Fenrik?» 


Alienor dovette ammettere di no.
Vyghar allora rispose: «Io sì, e non  è la stessa cosa!»
La principessa, stizzita, non volle chiedergli in che occasione gli fosse successo di dover trattare con il Conte, ma poté fare a meno di ricordare le voci che aveva sentito riguardo ai suoi Albini.
Ad Elenna sul Dhain, i caduti di Gothian resuscitarono dalle loro tombe, e si gettarono sugli Alfar per bere il loro sangue!


Lilieth riprese pacatamente il controllo della conversazione: «Comunque sia, Vyghar, devi capire che Alienor è stata vittima della perfidia di Marigold. La Dama Gialla ha fatto credere che fosse Alienor la Fanciulla Dorata delle Nevi, e invece era lei! Era lei che dovevamo temere! Anche su questo, sia Ellis che i nostri druidi credevano di sapere tutto, e non avevano capito niente! Ormai è troppo tardi per impedire a Marigold di soggiogare Elner e colpirci da Sud, mentre Fenrik colpirà da Nord. Ci vogliono schiacciare come tra l'incudine e il martello»
Alienor vide l'angoscia disegnarsi sul viso dell’altra donna: «C’è qualcos'altro dietro ai Conti di Gothian, vero?»
Lilieth annuì:: «Padre Ulume ha rivelato i suoi sospetti a Vyghar, il giorno del tuo rapimento. Dietro Marigold e Fenrik ci sono demoni potenti...


...tra cui Gothar, il signore dei Ghiacci, padre del Conte Fenrik...


.... e Atar, il signore del Fuoco Segreto, padre di Marigold...


.... e tutti dipendono gerarchicamente da Eclion, il Principe delle Tenebre, da cui discende la Dinastia imperiale Eclionner...


...compresi mio marito e di mio figlio...»
La sola idea le toglieva il respiro.
Vyghar le appoggiò una mano sulla spalla, come per infonderle forza e sicurezza.
Nel volto di Lilieth c'era una infinita tristezza, ma vedendo Alienor preoccupata, volle aggiungere: «Abbiamo però anche i nostri alleati. La dea della luna, Ulien...



... la dea della luce, Aenor, tua antenata...



 ed il dio del Sole, Belenos, di cui io sono discendente...



e quindi anche mio figlio, nella cui anima la luce ce e la tenebra si fonderanno, in perenne equilibrio»
Vyghar si sentì in dovere di sdrammatizzare: «E poi ci sono io! Non sottovalutatemi, mie signore! A volte riesco ad essere più utile e più rapido degli dei e dei demoni, nel risolvere i problemi immediati e nel salvare le situazioni!»
Alienor e Lilieth non poterono fare a meno di sorridere.



N.d.A.

La pianura amnisiana è ispirata alla pianura padana, come è evidente dalla mappa.
Vyghar di Linthael è Johnny Depp nel ruolo di Jack Sparrow.
Lorran Plum è Orlando Bloom nel ruolo di Will Turner.
Alienor di Alfarian è interpretata da Isabel Lucas.
Lilieth Vorkidian è interpretata da Claire Forlani nel ruolo di Igraine Pendragon in "Camelot".
Il capitolo contiene due citazioni poetiche, una da Carducci e una da Pascoli.
La nebbia riprende anche il romanzo "Le nebbie di Avalon".
Nel capitolo emerge finalmente che gli Albini di Gothian sono dei vampiri.
Il Conte Fenrik è interpretato da Alucard di Castlevania.
Belenos (o Belenus), dio celtico del sole e della luce, è rappresentato come Jaime Lannister.