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venerdì 30 marzo 2012

Gothian. Capitolo 34. Il Conte Fenrik: il vero Cattivo di "Gothian"

Era notte, a Gothian: la lunga notte artica che durava sei mesi. Tutto era tenebra tra le antiche pietre e le infinite distese di ghiaccio.


Dalle finestre si vedeva solo qualche timida luce. L'interno del castello era enorme, troppo grande per un uomo solo, per quanto egli si ritenesse un grande uomo, anzi, un'entità sovrumana.
Le grandi stanze apparivano vuote, eccettuata la presenza di alcune guardie.


Pochi servitori compivano i loro lavori nelle segrete, dove vivevano animali mostruosi, considerati estinti da tempo.


Il Conte, nella torre più alta, meditava i suoi piani.

 


Fino a quel momento le cose stavano procedendo secondo quanto aveva previsto.
Finalmente Ser Gahel, il suo fedelissimo alla corte di Alfàrian, era riuscito a costituire un esercito di prim'ordine, con il quale aveva permesso alla regina Alyx, sua amante, di ribellarsi a re Kerelic, costringendo quest'ultimo a ripiegare con le sue truppe nelle montagne dei Denti del Drago, e da lì, nel territorio settentrionale della pianura amnisiana, nella Federazione Keltar.
Ora il Conte era libero di chiamare a raccolta i suoi Albini, i non-morti, il suo esercito di vampiri che gli era stato concesso dal suo demoniaco genitore, Gothar, il dio del Ghiaccio.
Quella sera del 21 dicembre, Yule, il Solstizio d'Inverno, Fenrik aveva evocato Gothar, per discutere le mosse da compiere, non appena il Millenio fosse scaduto, e con esso l'Antico Patto che aveva impedito ogni interferenza demoniaca e divina sulle vicende umane per dieci secoli.
Evocare un demone così malvagio e potente richiedeva un sacrificio umano, il che per il Conte non era certo un problema.
Gothar comparve con un mostro dei ghiacci appollaiato sulle spalle, osservando la vittima sacrificale che suo figlio, il Conte Fenrik, aveva ucciso per lui, e di cui aveva bevuto il sangue, secondo l'antico rituale.


«Spero che tu mi abbia evocato per una valida ragione, figlio
Lord Fenrik  sollevò le braccia in segno di ossequio, e le sue dita artigliate erano più pallide di quelle di un morto: «Mio signore e padre, presto conquisterò il Regno degli Alfar, ed i miei Albini sono pronti. Ma intendo conquistare anche le terre Keltar a nord dell'Amnis, così come era negli accordi, quando sposai Marigold. Lei gode della duplice protezione di Atar e di Eclion: ti imploro dunque di offrirmi i rinforzi necessari per riequilibrare il potere per il Nuovo Ordine Mondiale della Fratellanza Bianca che sarà istituito presto dai miei vampiri albini sul Continente»
Gothar soppesò attentamente le parole:
«La gerarchia dei demoni mi vincola ad una sudditanza verso Eclion, Signore delle Tenebre, per questo non potrò scendere direttamente in guerra contro di lui, quando suo figlio Arexatan si risveglierà. Tuttavia esiste una divinità suprema del Male,  Deva Ahriman è chiamato, o anche Shaitan: Satana!


Egli ascolta sempre le intercessioni di un demone, se il loro effetto è quello di accrescere il Male sulla terra. Questo è il Supremo Arcano Universale»
Fenrik  conosceva la natura del Dio del Male, e intendeva servirlo, in cambio del potere assoluto:
«Quando scatenerò la guerra, voglio essere invincibile! Desidero di riavere ai miei ordini le creature potenti e colossali, che mi furono sottratte quando si stipulò il Patto. Secondo quell'accordo, dovevano rimanere ibernate per sempre nei ghiacci. Ma io desidero che anch'esse si risveglino!» 
Gothar aveva ben presenti quelle creature:
«Quella clausola del Patto non scade col Millennio. Ricordo che anch'io dovetti giurare di non risvegliare mai più quegli esseri

Fernik insistette: «Se tu intercederai per me presso Ahriman, potrai ambire ad essere pari ad Eclion, nella gerarchia dei demoni. Certo, è un rischio, ma è anche una grande occasione!
Il demone dei ghiacci meditava da tempo immemorabile di accrescere i suoi poteri, e forse quella poteva essere veramente l'occasione giusta per farlo.
«Se ben ricordo le creature ibernate sono tre»
Il Conte sorrise: «Sì, padre! La prima è il Rancor, a cui ero particolarmente affezionato: l'avevo visto nascere e l'avevo addestrato come mia guardia personale...



la seconda è il Leviathan, il grande rettile dei mari, con cui potrò impedire alle flotte nemiche di attaccarmi...




e la terza creatura è Balerion, il pipistrello gigante, alla cui groppa potrò volare, guidando dall'altro le mie truppe!
 



Credo che non sia una richiesta eccessiva. Le altre mie risorse torneranno già con lo scadere del patto, in particolare i Ghoul, gli zombie che usciranno a legioni intere dalle loro tombe, per essere guidati dai miei Albini» 



Gothar era fiero di aver generato un figlio come Fenrik. La madre era una umana, che lo aveva evocato, la Contessa Herbertha von Steinberg, di stirpe albina. Era era morta dopo aver messo alla luce Fenrik, per questo Gothar le aveva concesso il "morso del Vampiro", per donarle la vita eterna. Quando si era risvegliata, era assetata di sangue. Per secoli era stata il terrore delle lande di Gothian. Ma questo apparteneva ad un passato molto remoto.
Herbertha era stata eliminata definitivamente da Eclion ed Atar, perché non intendeva sottoscrivere il Patto, e si opponeva all'idea che Edwina dovesse un giorno diventare la nuova Contessa di Gothian.
Gothar non aveva mai perdonato ad Eclion e ad Atar questo affronto, e il suo sentimento di vendetta era forte: «Intercederò presso di te al cospetto di Ahriman. Alle mie preghiere si dovranno associare le tue»
Detto questo il demone svanì e il castello di Gothian tornò completamente buio.
Le Tenebre gli si addicevano più di qualsiasi altra condizione.
Fenrik assaporava già il suo potere assoluto.
Era sua intenzione, alla fine, conquistare anche l'Impero Lathear, ed eliminare persino sua moglie Marigold, l'unica persona che poteva ostacolare il suo completo dominio sul Continente.


N.d.A.

La maggior parte delle immagini sono tratte dal videogioco "Castlevania".
Fenrik di Gothian è rappresentato sia da Dracula che da Alucard di Castlevania.
Deva Ahriman è il Dio del Male nello Zoroastrismo ed è assimilabile al Diavolo nelle religioni monoteiste, a Lucifero nel Cristianesimo. L'immagine rappresenta Mortgoth, il signore del male ne "Il Silmarillion" di J.R.R. Tolkien.
Eclion è assimilabile a Sauron.
I mostri sono tratti dalla Bibbia o dalle mitologie e tradizioni popolari, oppure dai cicli di fantasy e di fantascienza: per esempio il Rancor compare in Guerre Stellari o Balerion ne "Il trono di spade" di G. Martin.
In questo romanzo i Vampiri sono cattivi, in controtendenza rispetto alla moda degli ultimi anni (da Anne Rice a Stephenie Meyer. Quindi non cercate un Robert Pattinson nel mio romanzo! Compariranno invece i licantropi, ma molto più avanti.

martedì 27 marzo 2012

Françoise de Maintenon, la moglie segreta del Re

 Françoise Scarron d'Aubigné, marchesa di Maintenon (Niort27 novembre 1635 – Saint-Cyr-l'École15 aprile 1719), fu l'ultima amante e la moglie morganatica di Luigi XIV di Francia.


Fichier:Netscher Huygens.jpg 


Di nobili origini, ma povera e senza dote, nell'aprile 1652, a 17 anni, le fu proposto di sposare il poeta Paul Scarron (16101660), più vecchio di lei di 25 anni e costretto all'immobilità a causa di una artrite reumatoide. Egli offrì alla ragazza l'alternativa tra sposarlo senza dote o ricevere la dote per entrare in convento. La giovane Françoise avrebbe detto - "Meglio sposare lui che finire in un convento". Scelta molto saggia, il matrimonio infatti le offriva la possibilità di una vita mondana e intellettuale che il convento le avrebbe negato. Lo sposò, quindi, il 4 aprile 1652




Il matrimonio durò 8 anni, durante i quali Madame Scarron, divenne l'animatrice del salotto letterario più frequentato dagli intellettuali dell'epoca, tra cui Jean Racine e Madame de Sevigné. Il marito Scarron la educò nelle arti e nella letteratura, rendendo gradevole e interessante la sua conversazione. Lei, per parte sua, riuscì a crearsi, attraverso il salotto letterario del marito, una solida rete di relazioni mondane e intellettuali, tra le quali si contava Athénais de Montespan, che come ho raccontato nell'ultimo post storico, fu la favorita di Luigi XIV dal 1667 al 1679.
Rimasta vedova proprio nel 1667, Madame Scarron ottenne l'incarico di governante dei figli illegittimi del re e della Montespan, entrando così a far parte della sfarzosa vita di Versailles.





Fichier:Madame-de-Montespan2.jpg

Mentre Luigi XIV si allontanava dalla Montespan, vanitosa e collerica, la governante dei loro figli si mostrava dolce e comprensiva col re, che, invecchiando, sentiva il bisogno di una compagna dal carattere mansueto. In realtà Francoise fingeva soltanto di esserlo, ma il suo carattere era ferreo.





I risultati della compiacenza di Madame Scarron nei confronti del re non tardarono ad arrivare.
Nel 1675 Luigi la proclamò Marchesa di Maintenon, e le donò il castello collegato a quel titolo.

File:Le château de Maintenon..jpg

Dopo la caduta in disgrazia della Montespan, in seguito all'Affare dei Veleni (di cui ho parlato nel precedente post storico) la Maintenon divenne la "Maitresse en titre", cioè l'amante ufficiale del re.
Per giustificare la sua presenza negli appartamenti privati, fu però necessario nominarla prima dama della corte del Delfino, che era rimasto vedovo da poco tempo.
La Maintenon  non era più né giovane, né bella, ma dopo gli scandali provocati dalla Montespan, il re voleva al suo fianco una donna equilibrata, garbata, discreta, colta e amata dai figli della precedente Maitresse, caduta in disgrazia. La Maintenon recitò questo ruolo alla perfezione, tanto che... 

File:Pierre Mignard - Françoise d'Aubigné, marquise de Maintenon (1694).jpg


... alla morte della regina Maria Teresa, nel 1683, il Re decise addirittura di sposarla, con una cerimonia segreta nella notte fra il 9 e il 10 ottobre, facendone la propria moglie morganatica (il matrimonio morganatico sancisce la relazione personale tra due soggetti di condizione sociale diversa - ciascuno dei due mantiene la propria posizione sociale originaria, e i figli nati in questo tipo di matrimonio non ereditano i titoli paterni. Francoise non era di stirpe reale, e quindi non poteva diventare regina, ma di fatto fu più influente sia di Maria Teresa che della Montespan messe insieme.
Con lei Luigi, ormai anziano e addolorato per la morte del figlio e del nipote, abbandonò la vita dissoluta degli anni precedenti e trascorse dignitosamente la vecchiaia, fino alla morte, nel 1715.
La Maintenon lasciò Versailles tre giorni dopo il funerale del re, e da allora mantenne un lutto strettissimo.


File:Madame de Maintenon Louis Elle Detail.jpg
Le fu attribuita una grande influenza sul re e sulla corte, fatta di rigore e di austerità. A questa influenza si disse dovuta la revoca dell'Editto di Nantes nel 1685, che, provocando l'esodo massiccio dei protestanti e dei loro capitali, ebbe per effetto la rovina delle finanze e dell'economia francesi, e lo scatenamento della Guerra di successione spagnola nel 1701.
Ebbe però il merito di mostrarsi sensibile alle condizioni di miseria in cui versava il popolo.
Memore delle propria povertà giovanile, fondò a Saint-Cyr-l'École la Maison royale de Saint-Louis, un collegio dove fanciulle povere venivano educate in vista del matrimonio e del loro futuro nel mondo.
Gli ultimi 30 anni della vita di madame de Maintenon furono consacrati all'istituzione che aveva creato e alla salvezza delle anime, in particolare di quella del re.
Tre giorni dopo la morte del re, si ritirò a Saint-Cyr, dove restò fino alla propria morte, nel 1719.




domenica 4 marzo 2012

Gothian. Capitolo 21. Il Conte di Gothian cospira con Ser Gahel


Le prime nevi della stagione autunnale avevano imbiancato le alture sulle quali sorgeva il castello di Gothian, nell’estremo nord del Regno degli Alfar. In cima alla torre più alta, Lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian, si stagliava maestoso e impietrito come una statua sullo strapiombo.



Il Conte era un uomo strano, il suo viso aveva qualcosa di non umano, dovuto a vari elementi: il pallore cadaverico della sua pelle, il bianco niveo dei suoi capelli, gli occhi glaciali, di un colore vitreo quasi trasparente e le dimensioni eccessive dei suoi denti canini, particolarmente aguzzi specie nell’arcata superiore. Non amava le conversazioni  e parlava poco, senza tradire alcuna emozione. Non sorrideva mai. Pareva non avere sangue nelle vene.O almeno così sembrava al giovane e aitante Ser Gahel Lenndrics di Udsen, che era appena giunto al castello per fargli il consueto rapporto di tutte le novità della Corte di Alfàrian.


Ser Gahel si trovava sempre a disagio, ogni volta che si recava a Gothian, in cima a quella torre maledetta, per riferire a Lord Fenrik le ultime nuove riguardo alla Regina Alyx..
Nell’attesa di una risposta del Conte, il cavaliere si passava nervosamente una mano tra i capelli dorati e lunghi, che tanto piacevano alla Regina. Ser Gahel era consapevole della propria bellezza e dell’attrazione che Alyx aveva sempre provato per lui.
Però preferiva di gran lunga Lady Marigold, pur conoscendone la pericolosità.
Erano stati amanti, e la Dama Gialla lo aveva reclutato per realizzare il suo piano.
Come mai un uomo così accorto come Lord Fenrik ha sposato una simile intrigante?
O forse era proprio per quello che l’aveva sposata?
Ma chi è la vera mente, tra i due?
Il Conte di Gothian, con la sua aria perennemente annoiata e distante, tornò a rivolgersi al suo interlocutore senza guardarlo: «Quante truppe avete raccolto?»
«Un migliaio di cavalieri e circa cinquemila fanti, Vostra Grazia»
«Cioè quasi nessuno» notò freddamente il Lord.
Ser Gahel si sentì gelare: «Ma, Vostra Grazia sa bene che tutti gli altri sono già partiti  con re Kerelic nella sua missione per ritrovare la principessa»
La voce di Gahel era implorante.
Il Conte Fenrik continuò a guardare dalla finestra le desolazioni intorno al castello di Gothian, e quello era un brutto segno, perché voleva dire che era molto contrariato.



 Ormai Ser Gahel riusciva a interpretare sulla base di piccoli dettagli l’umore dell’uomo a cui aveva giurato fedeltà in cambio di potere e di gloria.
«Abbiamo bisogno di almeno dieci volte di più degli uomini che avete detto, Ser Gahel!»
La voce di Lord Fenrik era quasi metallica.
«Sto facendo tutto il possibile, Milord» si difese il giovane cavaliere «La Regina ormai pende dalle mie labbra e ha ordinato una leva obbligatoria»
Il Conte osservò in silenzio le proprie lunghissime unghie, puntute e affilate come coltelli, per più di un minuto.
Un altro bruttissimo segno. Quando si guarda le unghie è furioso…
«Leva obbligatoria? Di chi è stata l’idea?»
Gahel deglutì: «Ehm, Vostra Grazia, io credevo che…»
Il Conte lo bloccò alzando leggermente le dita artigliate della mano destra.
«Non abbiamo bisogno di contadini privi di addestramento e costretti a combattere controvoglia! Io voglio mercenari professionisti, ben pagati e ansiosi di uccidere!»
La voce di Lord Fenrik era solo leggermente più tesa, ma l’effetto era peggiore di un urlo.
Ser Gahel sapeva bene che quelli erano i momenti più pericolosi della conversazione.
Chissà che cosa gli ha riferito sua moglie, nella loro corrispondenza segreta!
«Certo Milord, ma i mercenari sono scesi tutti a sud, in attesa che scoppi la guerra. Per questo mi sono trovato costretto a ricorrere alla leva. Ho già provveduto ad avviare l’addestramento delle reclute e, per favorire la loro motivazione, mi sono permesso di pagare loro, di mia tasca, una donazione extra»
Il Conte accennò una leggerissima smorfia all’angolo sinistro della bocca, quasi un ghigno.
Questo vuol dire che la cosa lo diverte…
«Ser Gahel, apprezzo la vostra… dedizione alla causa, ma fareste meglio ad usare argomenti più… come dire… persuasivi per convincere Alyx a finanziare adeguatamente nuove truppe mercenarie col denaro della Corona. Esigo che si offra loro un compenso molto più allettante, per evitare che si rechino tutti al sud»
Si voltò, e fissò con le sue iridi vitree il giovane cavaliere: «Sono stato chiaro?»
Appariva terribile, eppure si diceva che da giovane, moltissimi anni prima, non si sapeva esattamente quanti, fosse stato molto bello e avesse avuto altre mogli.




Gahel deglutì: «Chiarissimo, Vostra Grazia. Farò il possibile!»
Lord Fenric si lisciò il mento con la mano destra, e scoprì i canini da predatore.
L’ho di nuovo contrariato!
«Ser Gahel, io non vi pago per “fare il possibile”, ma per eseguire alla lettera gli ordini che vi impartisco al fine di ottenere esattamente i risultati che pretendo»
Il cavaliere si inchinò: «Come compiace a Vostra Grazia»
Il Conte guardò distrattamente il proprio mantello, che denotava la sua sovranità sulla stirpe nordica degli Albini. Per questo era anche chiamato il Re delle Nevi.



Ma siccome gli Albini erano considerati estinti dopo la battaglia di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue, pochi davano importanza all’ostentazione.
«Ser Gahel, voi dovete capire bene un concetto: ora che mia moglie ha importanti missioni da compiere a Lathena, io voglio un referente sicuro ad Alfarian, che sia convincente come lo era Lady Marigold. Quindi se io vi dico che voglio quelle truppe, ben addestrate, motivate ed equipaggiate, voi dovete garantirmi che entro due settimane queste unità militari saranno già operative»
Ser Gahel deglutì, annuendo.
Come posso essere più convincente di Lady Marigold?
Si sentiva in costante pericolo in quel maniero sperduto.
«Sarà fatto, Milord, a qualunque costo»
In realtà non aveva la minima idea di come riuscirci.
Chissà cos’ha in mente di fare con tutte queste truppe. Non credo che gli serviranno solo per assediare la rocca di  Alfàrian.
All’improvviso Ser Gahel ebbe come l’intuizione che il Conte concepisse quelle truppe più che altro come un mezzo per spianare la strada ad un altro esercito, ben più pericoloso.
Forse le leggende popolari avevano ragione. Quelle che parlavano delle tombe aperte, ad Elenna, e degli Albini non-morti che si aggiravano nelle campagne e si nutrivano di sangue.
Gli Albini potrebbero non essere affatto estinti! Potrebbero addirittura non appartenere al genere umano.
I mercenari avrebbero dovuto isolare la regina Alyx e colpire alle spalle re Kerelic.
E così, mentre Marigold tiene in pugno Ellis, ed io terrò in pugno Alyx, lui potrà scatenare i suoi Albini sul Regno degli Alfar.
Quella ricostruzione aveva senso.
Altre leggende sul Conte dicevano che fosse un sacerdote del dio dei ghiacci Gothar.


Secondo molti, Gothar era un alleato di Eclion! Il braccio sinistro di Eclion, visto che Atar, il dio del fuoco, ne era il braccio destro!
Ser Gahel aveva sentito dire che anche quel demone era presente al Patto.
Il Conte lo congedò con un leggerissimo cenno delle dita artigliate.
Gahel era agghiacciato.
Lui e Marigold, insieme controlleranno presto tutto il Continente. Ma chi è dei due ad aver architettato questo piano? E' vero che gli Albini non sono morti? E sono vere le profezie sul risveglio di Arexatan e di Vorkidex?
Mentre scendeva le antiche scale gelate, Ser Gahel si rese conto, troppo tardi, di essersi cacciato all’interno di un gioco molto più grande di lui, rendendosi complice di demoni e di mostruosità ancor più terrificanti.




venerdì 10 febbraio 2012

Diana di Poitiers e il castello-ponte sulla Loira.

Il castello di Chenonceau-sur-Loire fu fatto costruire da re Enrico II di Francia per la sua amante, Diana di Poitiers



Diana di Poitiers, (1499-1566) fu la "vera regina di Francia" durante il regno di Enrico II di Valois.

Di lei si hanno altri ritratti tra cui i seguenti:

File:François Clouet 002.jpg



Quando Enrico II morì in seguito a un incidente in un torneo, nel 1559, Diana perse tutti i suoi poteri e privilegi, e fu confinata prima a Chenonceau e poi ad Anet.
Da quel momento, e per 30 anni, il potere in Francia fu gestito dalla regina vedova, Caterina de Medici, in nome dei figli Francesco II, Carlo IX ed Enrico III, morti tutti e tre giovani e senza eredi.
Ma Caterina merita un post a sé...

venerdì 27 gennaio 2012

Gothian. Antefatto.

   
Antefatto


Luogo: Castello di Gothian, Artide

Giorno: 9 aprile

Anno:  983 dalla fondazione dell'Impero Lathear, in seguito ricordato come "l'anno della Primavera di Sangue".




          «Stavi sognando?» le chiese l’uomo alto, magro, pallido, dagli occhi di ghiaccio e dai lunghi capelli color avorio.
«Ho sempre sognato» mormorò la donna bionda seduta sul grande letto a baldacchino «I sogni distinguono il sonno dalla morte»


L’uomo si tolse un guanto e si osservò le unghie affilate con aria distratta, quasi annoiata: «Da come ti agitavi, mi parevano incubi»
Gli occhi gialli di lei brillarono come quelli di un gatto selvatico, e le pupille si dilatarono. Scostò di colpo le sete dorate che ricoprivano il suo corpo perfetto.
«No, Fenrik, erano sogni di rivincita!»
Il Conte di Gothian colse l’allusione ad un evento accaduto in tempi remoti.
«Capisco… » la sua voce era sibilante e le labbra sottili, esangui: «…ed era un sogno ricorrente?»
Lo sguardo della donna divenne improvvisamente malinconico: «Non esistono sogni ricorrenti.  Il sogno che interrompi non sarà più uguale»
Il Conte percepì una minaccia in quella risposta, anzi, un desiderio di vendetta. Li ignorò, perché sapeva che il bersaglio non era lui: «Come vedi, il Patto è stato rispettato. Sephir Eclionner ha perso, ad Elenna sul Dhain. L'Impero Lathear è in ginocchio. Ora avrò quel che mi spetta?»
Lei annuì: «Tutti lo avranno, nel bene e nel male»
Il Conte fu percorso da un brivido: «E’ tuo diritto, Edwina…»
La donna si sollevò di scatto: «Non pronunciare mai più quel nome! Nessuno deve sospettare che io...»
«Ma, mia cara, chi vuoi che si ricordi di…»
«Zitto! Non una parola di più!»
Il Conte ebbe una contrazione alle labbra, e mostrò per un attimo i canini aguzzi. Non era abituato a farsi trattare in quel modo, ma Edwina Ataris era l’unica persona al mondo più potente di lui.
«Come vuoi essere chiamata?»
Lei sorrise, accarezzandosi i boccoli dorati: «Ricordi come viene chiamato quel fiore giallo che sboccia il primo giorno d’estate, nei giardini di Alfarian?»


Fenrik dovette fare uno sforzo: non amava i fiori, non amava la reggia di Alfarian, e soprattutto non amava gli Alfar. 
«Si chiama màrigold»
Le iridi gialle di lei parvero pulsare di gioia e brillare come pagliuzze dorate.
«Màrigold… ah… mi piace! Con questo nome tu mi chiamerai, quando oggi ci sposeremo. Il cognome e il titolo deriveranno dalle nostre nozze. Nessuno oserà chiederti altro su di me»
Il Conte annuì: «Questo è certo. Tutti mi temono! E hanno ragione di farlo!»
Marigold era soddisfatta: «Per questo ho scelto te, Fenrik Steinberg! Ed è tempo che noi due iniziamo a muovere tutte le pedine della grande scacchiera»
Fenrik si rabbuiò:
«Ci vuole cautela. Le cospirazioni in atto sono più di una, Edw... ehm... Màrigold!» Scandì le parole nel pronunciare quel nome.
Lei scrollò le spalle:
«Solo la nostra cospirazione si basa sulla conoscenza esatta del Patto: ci basta la memoria»
Il Conte dovette annuire: «In effetti, a differenza di tutti gli altri, il giorno in cui fu siglato il Patto, noi eravamo là»
La "dama gialla", come la chiamavano tutti, sorrise soddisfatta:
«Ben detto! Ora non ci resta che recitare questa farsa della cerimonia nuziale. Credo che mi divertirò molto nel ruolo di Marigold, Contessa di Gothian»
Fenrik accennò vagamente un ironico sorriso: «E’ passato molto tempo dall’ultima volta che Gothian ha avuto una Contessa»
Marigold ricambiò la smorfia: «Non ne dubitavo affatto. La cosa susciterà un certo scalpore, ad Alfarian, ma io so adattarmi bene alle circostanze. Ormai manca poco allo scadere del Millennio… e allora la vera versione del Patto dilagherà in tutto il Continente Centrale>>
Fenrik si concesse un sorriso:
<<Dai miei Albini delle nevi ai tuoi Alfar, dai Keltar ai Lathear, fino ai Neri dell’estremo sud! Non pongo limiti di spazio, né di tempo, al nostro Impero»