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giovedì 12 aprile 2012

Elizabeth von Wittelsbach: la vera storia (2° parte)

Elisabetta, penultima imperatrice d'Austria e regina di Boemia e d'Ungheria, aveva un carattere molto particolare, che emerge dai suoi diari e dalle testimonianze delle sue dame di compagnia.



Ogni mattina si faceva pettinare i suoi lunghissimi capelli, per i quali nutriva una vera e propria ossessione. Una delle dame di compagnia raccontò che l'operazione era molto delicata, anche perché Elisabetta, se trovava dei capelli morti nel pettine, andava su tutte le furie ed era capace di bacchettare le dita della dama con il ventaglio.
 Le occorrevano tre ore tutti i giorni per lavarsi, pettinarsi, vestirsi e truccarsi.

File:Empress Elisabeth of Austria, 1864.jpg
File:Kaiserin Elisabeth 1862.jpg
 La sola allacciatura del busto, utile a ottenere il suo famoso vitino da vespa, richiedeva spesso un'ora di sforzi. Il lavaggio dei capelli era eseguito  con una mistura di cognac e uova e richiedeva un'intera giornata, durante la quale l'Imperatrice non tollerava di essere disturbata. Altre tre ore erano dedicate ai capelli, che venivano intrecciati da Fanny Angerer, ex parrucchiera del Burgtheater di Vienna, di cui all'imperatrice erano piaciute le fantasiose acconciature delle attrici. Una delle sue creazioni più famose fu l'acconciatura a "corona", con grandi trecce raccolte sopra la nuca, divenuta il simbolo di riconoscimento dell'imperatrice, che fu imitata da molte donne aristocratiche del tempo.
Elisabetta era impegnata per il resto della giornata con la scherma, l'equitazione e la ginnastica (a tal scopo, aveva fatto allestire in tutti i palazzi in cui soggiornava delle palestre attrezzate con pesi, sbarra e anelli). Costringeva inoltre la propria dama di corte a seguirla durante interminabili e forsennate passeggiate quotidiane.
Per preservare la giovinezza della pelle, Elisabetta faceva uso di maschere notturne (a base di carne di vitello cruda o di fragole) e ricorreva a bagni caldi nell'olio d'oliva. Per conservare la snellezza, oltre a rispettare il rigoroso regime alimentare, dormiva con i fianchi avvolti in panni bagnati e beveva misture di albume d'uovo e sale. 
Francesco Giuseppe ed Elisabetta ebbero quattro figli:

File:Elisabetta e i figli.jpg

Elisabetta, di carattere creativo, fantasioso e sensibilissimo, aveva un grande senso estetico ed artistico.
Al contrario il marito era un pedante, molto noioso e conformista. Il matrimonio tra i due si rivelò un vero disastro, specialmente quando si trattò di dover educare i figli.

Sono noti i pessimi rapporti con la suocera, ma nei film la colpa viene tutta attribuita all'arciduchessa Sofia.
In realtà a dividere le due donne c'era, oltre al rifiuto di Elisabetta di rispettare le regole di corte, anche un problema molto più serio, e cioè il fatto che, come apprendiamo dai suoi diari, Elisabetta non era credente.
Non credeva in particolare nel giudizio e nella punizione delle anime dopo la morte, e al riguardo scrisse: "Non posso immaginare l'Inferno, perché non posso credere in un Dio che, dopo averci fatto soffrire l'inferno su questa terra, sia tanto crudele da farcelo soffrire anche dopo".

Elisabetta conobbe la  sofferenza. Dal 1860 in avanti la sua vita fu tutta un susseguirsi di disgrazie e problemi di salute.
La morte della primogenita Sofia fu un duro colpo, che causò una prima crisi depressiva all'imperatrice.

File:Horowitz portret van Keizerin Elisabeth met zwarte japon met waaier 1899.jpg

L'ossessione di Elisabetta per la linea e la magrezza, la spinsero, dopo le varie gravidanze, a delle diete durissime, al limite dell'anoressia. Era altra 1,72 m e pesava 50 kg.
 Il suo temperamento inoltre oscillava tra momenti di irascibilità e momenti di malinconia. La salute fisica non andava meglio: i polmoni soffrivano di un principio di tubercolosi, anche a causa del clima rigido di Vienna.
Tutto ciò contribuì ad un tracollo delle sue condizioni psicofisiche nel 1860, in seguito al quale si rese necessario un viaggio in zone calde.


Elisabetta decise di andare a Madeira, arcipelago portoghese in pieno oceano atlantico.

File:LocationMadeira.png

Da quel momento, l'imperatrice passò la maggior parte del suo tempo in viaggio, il più lontano possibile da Vienna.
Ci si è chiesti se, oltre ai disaccordi col marito, alle crisi nervose e alla tubercolosi, ci fossero anche ragioni politiche a tenere distante Elisabetta dall'impero austro-ungarico.
Nel 1998 è stato pubblicato il diario poetico dell'Imperatrice, dal quale è emerso che Elisabetta non amasse affatto la sua condizione aristocratica né condividesse la politica degli Asburgo, tanto da augurarsi di morire "improvvisamente, rapidamente e se possibile all'estero"; in un certo senso dunque si può dire che il suo intimo desiderio di abbandonare la vita sia stato esaudito.
D'altro canto, dai suoi scritti emerge chiaramente la non condivisione delle condizioni sociali in cui versava la popolazione austriaca e ungherese, tanto da considerare i giovani a lei contemporanei come "oppressi dall'ordine stabilito"; a disagio e rattristata per la disparità socio-economica fra lei e la gente comune, detestando le ricchezze e i viaggi di piacere per l'Europa, Elisabetta arriva anche a maledire, nelle sue poesie, la dinastia asburgica.
Nella biografia dedicata all'Imperatrice, Brigitte Hamann descrive Elisabetta come una forte anti-clericale, libertaria e pre-comunista, insofferente alla vita di corte e all'etichetta di corte, tanto da desiderare che Francesco Giuseppe abdichi e vada a vivere con lei sulle rive del Lemano.



Dopo il suicidio del figlio Rodolfo a Mayerling, Elisabetta osservò un lutto strettissimo, e a parte qualche rarissima occasione in cui fu fotografata col marito, visse in una condizione di isolamento, continuando i suoi viaggi per l'Europa. Un duro colpo fu anche la morte del cugino Ludwig, re di Baviera, a cui era molto legata.
Per un incredibile paradosso, proprio lei che era di idee progressiste, morì uccisa dalle pugnalate di un anarchico, Luigi Lucheni, mentre si trovava a Ginevra.
Anche nella morte, fu coraggiosa: colpita ad un ventricolo, ebbe il tempo per rialzarsi e ricomporsi. La morte sopravvenne qualche minuto dopo per emorragia interna.
Era il mese di settembre del 1898.
Aveva 61 anni.

martedì 10 aprile 2012

Elizabeth von Wittelsbach: la vera storia (1° parte)

Elisabetta Amalia von Wittelsbach (Monaco di Baviera24 dicembre 1837 – Ginevra10 settembre 1898) nata duchessa in Baviera, fu imperatrice d'Austria e regina di Boemia e d'Ungheria, come consorte di Francesco Giuseppe d'Asburgo-Lorena (1830-1916).



Figlia del duca Massimiliano Giuseppe di Baviera, trascorse la sua infanzia serenamente a Monaco nel palazzo di famiglia, mentre i mesi estivi erano trascorsi nel castello di Possenhofen, una residenza a cui la giovane, molto amante della natura, era profondamente legata. Di animo sensibile, non amava i formalismi di corte, e preferiva occuparsi di iniziative di sostegno ai poveri e agli infermi, piuttosto che prendere parte alla vita mondana.



Nell'inverno 1853 erano in corso alcune trattative fra la madre di Elisabetta, Ludovica, e sua sorella, l'arciduchessa Sofia, per far sposare la figlia della prima, Elena, col figlio della seconda, Francesco Giuseppe, divenuto imperatore d'Austria nel 1848 a soli 18 anni. L'incontro  tra le due famiglie avvenne il 16 agosto 1853.  Fin da quel primo e formale incontro, fu evidente ai presenti che Francesco Giuseppe si era infatuato non di Elena, ma della più giovane e "acerba" sorella Elisabetta (quindicenne). L'arciduchessa Sofia scrisse in merito: «La cara piccina non aveva la minima idea dell'impressione da lei destata in Franzi. Fino all'istante in cui la madre le parlò apertamente, Sissi era solo intimidita e intimorita dalla gente che stava intorno».
 File:Empress Elisabeth of Austria3.jpg


Il giorno dopo Francesco Giuseppe disse alla madre che la sua scelta era caduta su Elisabetta, nonostante l'arciduchessa Sofia preferisse Elena. Nel ricevimento dato quella sera, l'imperatore ballò il cotillon con Elisabetta, un chiaro segno per tutti. Anche durante la cena del 18 agosto, compleanno di Francesco Giuseppe, Elisabetta fu fatta sedere accanto a lui. Il giorno seguente Ludovica, per conto dell'imperatore, chiese a Elisabetta se era condiscendente alle nozze e ottenuto il consenso, lo comunicò per iscritto alla sorella Sofia. Da quel momento fino al 31 agosto, la coppia di fidanzati trascorse molto tempo insieme e si mostrò pubblicamente.

Francesco Giuseppe ed Elisabetta (1854).
Intanto iniziarono le trattative con la Santa Sede per ottenere la necessaria dispensa papale, poiché gli sposi erano primi cugini. Questa stretta parentela, come di consueto per quel tempo, non fu tenuta di conto, nonostante diversi membri della famiglia Wittelsbach avessero già mostrato le tare ereditarie della loro dinastia.
Francesco Giuseppe era dunque infatuato di Elisabetta, ma non ci sono fonti che dicano cosa provasse lei per il giovane imperatore. Le storie d'amore dei film e delle fiction che sono state create riguardo a Sissi, sono completamente inventate.

File:KaiserFranzjosef1853-1-.jpg

 Le nozze furono celebrate con grande sfarzo il 24 aprile 1854, di sera, nella Chiesa degli Agostiniani


Fine prima parte.

giovedì 29 marzo 2012

Maria Teresa d'Austria, l'imperatrice illuminata.

Maria Teresa d'Asburgo (Vienna13 maggio 1717 – Vienna29 novembre 1780) arciduchessa d'Austriaregina di Boemia e di Ungheria, fu imperatrice consorte del Sacro Romano Impero in quanto moglie di Francesco I di Lorena, e fu imperatrice madre durante il regno del figlio Giuseppe II
Ebbe 16 figli, tra cui Maria Antonietta, regina di Francia, e Maria Carolina, regina di Napoli e Sicilia.



Unica figlia dell'imperatore Carlo VI d'Asburgo, fin da giovane Maria Teresa era consapevole di dover garantire la sopravvivenza, il potere e la gloria della dinastia


File:Andreas Moeller 001.jpg

La corona del Sacro Romano Impero Germanico era elettiva. 
Per secoli i principi tedeschi avevano eletto come imperatore l'arciduca d'Austria, che era anche re di Boemia e di Ungheria, e signore delle Fiandre (nella cartina sotto, i territori in colore giallo-marrone)



Essendo però in vigore in Germania la Legge Salica, che impediva ad una donna di ricoprire il titolo di imperatrice regnante, Maria Teresa non poteva succedere al padre.
Carlo VI cercò di aggirare il problema con la Prammatica Sanzione del 1713, che, in mancanza di eredi maschi, decretava il diritto di successione, relativo ai possedimenti degli Asburgo, alla prima figlia femmina dell'imperatore. 
Maria Teresa risultava dunque erede designata.












Nel 1740, alla morte del padre Carlo VI, Maria Teresa divenne l'arciduchessa d'Austria e fu incoronata regina di Boemia e di 
Ungheria, e si candidò alla 
successione al trono imperiale germanico.
Contro di lei si candidò il duca di Baviera, Carlo VII von Wittelsbach, sostenuto da Federico II di Prussia,  da Luigi XV di Francia e da Filippo V di Spagna.
Ciò diede origine alla guerra di successione austriaca che durò otto anni, dal 1740 al 1748, e si concluse con il Trattato di Aquisgrana (18 ottobre 1748).
Tale trattato si basò su un compromesso. Fu eletto imperatore il marito di Maria Teresa, Francesco Stefano di Lorena, che rinunciava ai possedimenti lorenesi a favore della Francia, ottenendo però in cambio il granducato di Toscana, oltre alla corona imperiale.

File:Martin van Meytens 006.jpg
File:Francis I HRE.jpg

Maria Teresa divenne quindi soltanto imperatrice consorte, e successivamente imperatrice vedova e imperatrice madre, ufficialmente senza poteri esecutivi, ma nella pratica reale sovrano dell'impero.
La notevole intesa tra i due coniugi, unita al terrore di una nuova guerra di successione, fu alla base della eccezionale prolificità di Maria Teresa, che come si è detto, mise al mondo 16 figli.
Come si può immaginare, questo non giovò alla linea dell'imperatrice, la quale nel giro di pochi anni cambiò completamente fisionomia, come si può notare dall'evoluzione dei suoi ritratti.


File:La famille de Marie-Thérèse d'Autriche et François de Lorraine en 1756.jpg


In questo eccezionale ritratto di famiglia, nella culla c'è Maria Antonietta, quindicesima figlia della coppia imperiale, e futura indimenticabile regina di Francia.
Una curiosità fu il fatto che Maria Teresa diede a tutte le sue figlie due nomi, di cui il primo era sempre Maria. In tutta questa serie  vediamo succedersi Maria Anna, Maria Carolina, Maria Cristina, Maria Elisabetta, Maria Amalia, Maria Giovanna, Maria Giuseppina e naturalmente Maria Antonietta.
Per ogni "Maria più qualcosa", l'imperatrice metteva su qualche chilo, senza farsi troppi problemi, e anzi sfoggiando con orgogliosa maestà il suo possente fisico in una serie interminabile di ritratti.

File:Kaiserin Maria Theresia (HRR).jpg

Ogni tanto provava a cambiare profilo, ma l'esito non era del tutto incoraggiante.

File:Maria Theresia11.jpg

Accade spesso, nella storia, che le consorti dei sovrani muoiano prematuramente in seguito al numero eccessivo di gravidanze. Nel caso di Maria Teresa fu il contrario: il marito Francesco, sfiancato dall'insaziabile consorte, morì di ictus nell'agosto del 1765. 
Maria Teresa osservò per il resto dei suoi giorni un rigoroso lutto nella scelta degli abiti, che però non ebbero l'effetto snellente che di norma i capi scuri miracolosamente operano.



Dopo l'ascesa al trono del figlio Giuseppe II, a comandare fu sempre Maria Teresa, dal 1765 fino alla morte nel 1780. 


E qui giova ricordare che l'imperatrice si dimostrò in politica interna un'ottima sovrana, promotrice di riforme che favorirono l'efficienza dell'apparato statale di Austria, Boemia, Ungheria, Lombardia e Toscana, generando prosperità economica e ponendo le basi per la costituzione di un unitario stato asburgico, cosa che avvenne con la fondazione dell'Impero Austriaco, ad opera di suo nipote Francesco II.
Il lungo regno di Maria Teresa rientra nella categoria che gli storici chiamano assolutismo illuminato.


Memorabili le sue ultime parole. Sul letto di morte, al figlio Giuseppe II, che le chiedeva se stava comoda, rispose lapidaria: "Per morire, anche troppo!".