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domenica 15 aprile 2012

Gothian. Capitolo 42. Elner, Marigold e il risveglio di Arexatan


La notte del 29 dicembre 999, l'imperatore Elner XI sognò di essere Arexatan Eclionner, il suo antenato e fondatore della Dinastia.


Molti ricordi che erano appartenuti ad Arexatan incominciarono ad affluire, attraverso il sogno, nella memoria di Elner.
Lady Marigold di Gothian dormiva al suo fianco.


Quando però lo aveva sentito parlare nel sonno, si era svegliata e lo aveva ascoltato e osservato per tutta la notte, con un grande senso di aspettativa, perché finalmente si stava realizzando ciò che lei aveva atteso per mille anni.
Al mattino, al suo risveglio, Marigold vide subito che l’espressione del volto del giovane sovrano era cambiata e che gli occhi color indaco brillavano con una particolare intensità.
Riconobbe i segni. 
Il Dormiente si stava risvegliando.
E’ lui, il mio amato… 
L’imperatore la fissava.
Si osservarono per un’eternità d’istante.
«Edwina…» le disse a bassa voce, con un'intonazione inconfondibile..
Marigold annuì, pronunciando esattamente la frase che le profezie avevano ripetuto tante volte nei suoi sogni: «Ho attraversato gli oceani del tempo per ritrovarti, Arexatan»
Lui le prese la mano e gliela baciò.
«Dunque il Patto è stato rispettato... conosco i contenuti di questo accordo che fu siglato dopo la mia morte... li conosco tramite i ricordi di Elner, perché io ora sono lui come lui è me»
Marigold annuì
«Tu sai, dunque, Arexatan, il prezzo che ho dovuto pagare…»
Egli annuì:
 «Il morso del Vampiro, quel viscido essere che ora è tuo marito, il Conte di Gothian, la creatura più malvagia che sia mai esistita su questa terra!»


«Non avevo altra scelta. Ma lui non mi ha contaminata, perché io sono figlia di Atar, e il Fuoco cammina con me»
Elner annuì:
«Lo so mia cara, lo so. Ma tra due giorni, quando finalmente il Millennio sarà scaduto, non dovrai più recitare questa commedia, e potrai tornare ad essere mia moglie!»
Marigold scosse la testa:.
 «Il Patto prevede che io resti Lady Marigold Steinberg, Contessa di Gothian, fino a che il Conte Fenrik avrà vita»
L'imperatore ebbe uno scatto l'ira:
«Maledizione! Come hai potuto accettare questa clausola?»
La Dama Gialla cominciò a parlare con la sua ipnotizzante voce flautata: 
«Lo ha preteso Gothar, demone del ghiaccio e padre di Fenrik. Da tempo sta accumulando potere, a discapito di Eclion. Pare che lo stesso Ahriman, dio del Male, sia pronto a sostenere Gothar contro Eclion, e quindi Fenrik contro di te»


Elner sorrise ironicamente:
«Un tempo eravamo noi, i "cattivi", ma adesso scopro che ci sono personaggi più cattivi di noi. Forse non è stata una buona idea bruciare Mollander e la Grande Canonica: ci sarebbero potuti essere utili...»
La Dama Gialla sospirò:
«Mollander e i suoi appoggiavano Marvin Vorkidian! Dovevo eliminarli!»
L'imperatore rimase silenzioso, mentre i ricordi di Arexatan e quelli di Elner incominciavano a fondersi in un'unica memoria.
«Dunque Marvin acquisterà i ricordi sia di Vorkidex che di Arexatan? I "miei" ricordi! Dovrò rinascere anche in un discendente del mio nemico! Quale follia è mai questa?»
Marigold rispose con voce ancora più suadente:
«In Marvin i ricordi di Vorkidex saranno dominanti e quelli di Arexatan non prenderanno mai il sopravvento. Certo, Marvin Vorkidian potrà accedere a tutte le informazioni contenute nella tua memoria, ma questo gli servirà per il compito che Belenos gli ha riservato: guidare i Keltar contro gli Albini di Fenrik. E se le cose andranno secondo le mie previsioni, Marvin e Fenrik si uccideranno a vicenda, lasciando noi finalmente liberi di sposarci e di regnare su tutto il Continente!»
Detto questo sorrise con aria diabolica.


Comprendendo la sottigliezza del suo piano, Elner si compiacque:
«Vedo che questi mille anni non sono trascorsi invano... hai acquisito una capacità di tramare piani molto più sottili rispetto a quelli di un tempo. Ora capisco che dovrò chiamarti Marigold, perché l'ingenua Edwina ormai è un ricordo, così come l'antico Arexatan. Ora io sono Elner XI, ed unisco i ricordi del fondatore della Dinastia con quelli del suo ultimo erede!»
Marigold annuì, ma quando parlò c'era una vena di trsistezza nella sua voce:
«Questo è nel contempo la forza e il limite della nostra condizione attuale. Il sogno di Edwina e Arexatan si è spezzato irreparabilmente. Non possiamo riprendere da allora come se nulla fosse accaduto, siamo in un altro tempo, e siamo persone diverse. Il nostro sogno non potrà più essere come prima...»
L'imperatore capì, e sebbene le memorie di Arexatan si ribellassero a quel pensiero, la consapevolezza del presente lo costringeva a prenderne atto:
«Vorrà dire che sarà meglio di prima! Creeremo un sogno più grande! Ci vendicheremo di coloro che ci separarono, sconfiggeremo tutti i nostri nemici e avversari, e insieme, alla fine, domineremo il mondo!»
La sete di potere e di guerra degli Eclionner appariva moltiplicata in lui.


Marigold l'aveva previsto. Il figlio di Ellis e Masrek, con le memorie di Arexatan, sarebbe diventato l'Eclionner più temibile di tutti i tempi.
«Realizzeremo questo sogno! Per ora non dobbiamo fare altro che aspettare. Tutte le forze armate in gioco dovranno distruggersi vicendevolmente.  Quando si saranno indeboliti, allora noi colpiremo! E fiumi di porpora scorreranno lungo tutto il Continente...»
Elner la fissò con decisione, avendo ormai chiaro qual era il piano:
«Sarà duro dover attendere, perché è forte il mio desiderio di combattere! Ma conosco la situazione. Mia madre controlla ancora quindici legioni, e le dovrà offrire a mio padre e a mio nonno Sephir, che le metteranno a disposizione di Marvin. E lui, invece che marciare contro di noi, punterà a Nord! I Keltar lo seguiranno. Ora la città di Floriana è ben fortificata e munita di riserve di cibo e di pozzi d’acqua pura, e sotto di essa vi sono cunicoli con cui riesce ad avere sovvenzioni e a mandare ambasciatori. Queste forze si stanno riunendo. Bial l’Eunuco sta tessendo una grande alleanza tra Ellis, Masrek, Sephir, Marvin, i Keltar e Kerelik di Alfarian… ma non sa che questa armata non marcerà mai su Lathena! Marcerà su Gothian! E noi staremo a guardare! E solo alla fine, quando tutti saranno deboli, scateneremo le nostre forze su tutte le terre e su tutti i mari!»
Detto questo, l'euforia si trasformò in desiderio, e finalmente Arexatan ed Edwina, dimenticando per un po' la loro nuova identità, poterono tornare ad amarsi come se quei mille lunghissimi anni non fossero mai passati.


N.d.A.

Arexatan Eclionner è interpretato da Jonathan Rhys-Meyers.

Il risveglio degli "altri ricordi" è simile a quello che avviene nel romanzo Dune di Fran Herbert al protagonista Paul Atreides dopo aver bevuto l'"acqua della vita", l'essenza di spezia che lo trasforma in un equivalente maschile di una Reverenda Madre del Bene Gesserit. La scena è egregiamente rappresentata nel film "Dune" di David Linch.

La frase: "Ho attraversato gli oceani del tempo per ritrovarti" è una citazione dal film "Dracula di Bram Stoker" diretto da Francis Ford Coppola.

Il Conte di Gothian è rappresentato in questo capitolo come il principe Vlad Tepes Dracula, signore di Valacchia e Transilvania.

Il demone Gothar è rappresentato da un personaggio del videogioco Castlevania.

Belenos o Belenus è il dio celtico della luce. I Keltar sono infatti i Celti, così come gli Alfar sono gli Elfi e i Lathear sono i Latini, per quanto il parallelismo sia solo superficiale.

Marigold di Gothian è interpretata da Emmanuelle Seigner ne "La nona porta" di Roman Polanski, con Johnny Depp.

L'ultima illustrazione è di Luis Royo.


martedì 3 aprile 2012

Gothian. Capitolo 36. Il sogno di Marvin


Marvin stava sognando qualcosa che non aveva mai visto in vita sua.
Si trovava in una reggia a forma di piramide, in cima ad una acropoli.
 Vide un giovane principe, dai lineamenti Eclionner.

 

Parlava con una ragazza che gli somigliava, anch'ella dai lineamenti Eclionner, una Principessa del Sangue, cioè figlia di un erede al trono. 
Marvin ascoltava il loro dialogo.
Stavano discutendo. Il principe era deluso:
«Perché non fuggi via con me? Se davvero mi ami come dici, Ellis, rinuncia a quel matrimonio da farsa con nostro cugino, e seguimi!»
La ragazza lo fissava con occhi pieni di tristezza:
«Non possiamo andarcene tutti e due, Masrek... ci verrebbero a cercare anche all'inferno...»


Il principe scuoteva il capo.
«La Dinastia ha altri eredi... nostro cugino, per esempio... quello che tu vuoi sposare per nascondere al mondo il fatto che aspetti un figlio da me! E per consolidare il tuo potere!»
«Non dirlo!» gridò lei, afferrandogli le spalle: «Non pensarlo nemmeno! Cosa potremmo offrire a nostro figlio, se dovessimo vivere fuggendo come criminali? Accetta questo compromesso, Masrek... ci ameremo in segreto, nessuno ci scoprirà... »
«Preferisco vivere fuggendo, che rimanere qui a nascondermi nella menzogna! Io non sono capace di recitare, non sono come te!»
«Tu sei migliore di me, lo so, lo hanno sempre detto tutti... e allora dimostra di essere forte, e prometti che non mi abbandonerai! Promettilo, Masrek!»
«Ne ho abbastanza delle tue trame, Ellis! Raggiungerò nostro padre ad Elenna sul Dhain. E lo metterò in guardia dalle tue ambizioni, e da quelle dei tuoi alleati, specialmente Fuscivarian e sua figlia Susan, la tua futura suocera!»
La fanciulla versò le sue ultime lacrime d'amore:
«Se adesso te ne vai, io non so più chi sei: per me sarai morto per sempre, Masrek! Perdonami, ma io non ti perdonerò!»
La scena svanì.
Poi apparve all'improvviso una seconda scena.
C'era una città in mezzo a un fiume.  E tutto attorno si stava combattendo.


In mezzo alla battaglia c'era un possente condottiero di stirpe Eclionner, sui quarant'anni, che portava il diadema dell'erede al trono, e i suoi capelli erano già grigi, e i lineamenti scavati. Gridava alle truppe: «Seguitemi! Elenna sul Dhain cadrà entro stasera, e tutti ricorderanno i nostri nomi! Un giorno racconterete che eravate insieme a Sephir Eclionner, Principe della Corona, il giorno della battaglia di Elenna sul Dhain!»


«Sei arrivato troppo tardi, Sephir Eclionner!» gridò una voce «E' destino che tu non debba tornare mai più a Lathena! Hai infranto il Patto, ed io sono qui per punire te, e distruggere il tuo esercito!»
 Il condottiero riconobbe chi aveva parlato e capì che per lui era finita:
«Fenrik di Gothian! Maledetto traditore! Giuro che te la farò pagare cara!»











Poi tutto scomparve.
Nella terza scena c’era un Imperatore molto vecchio, dalla lunga barba bluastra. Il suo volto era crudele, e la sua voce era rauca e sibilante. Le sue unghie erano lunghissime e affilate.
Marvin lo riconobbe: era Wechtigar XVI Barbablù, quello che si faceva mandare ogni notte una vergine, e la mattina dopo faceva portare via quello che ne restava.


 L'Imperatore stava parlando al suo primo ministro: “Fa’ in modo che Sephir non torni mai più. La sua disfatta ad Elenna sul Dhain ha gettato il disonore sulla mia stirpe! Da oggi non è più mio figlio: io lo rinnego! Fa’ che resti principe di quattro palafitte su terra fangosa. Ed ordina a mio nipote Masrek di rientrare immediatamente: ora è lui l'erede!”.
 L’altro annuiva e chiedeva: “E riguardo a Wensy? Lei sospetta che Sephir sia sopravvissuto... potrebbe rivelarlo... non rinuncerà facilmente a suo marito...”.
Il vecchio sovrano scrollò le spalle: “Wensy è figlia tua, Fuscivarian, e dovrai occupartene tu!”.
Poi apparve una quarta scena.
C'era il Trono Imperiale, immerso in un’ombra scura.

Iron Throne Teaser - game-of-thrones  

E una donna bionda, seduta sul trono. 


La dama guardava per terra e diceva tra sé:  «Tornerò ad essere tua moglie, Arexatan! Sarò la nuova imperatrice e fonderò una nuova Dinastia!»
Marvin aveva riconosciuto la Dama Gialla, e voleva smascherarla, dire che aveva sposato il Conte di Gothian, e si faceva chiamare Marigold, ma tutto svanì in un lampo.
Infine apparve una quinta scena.
C'era il suo amico druido Gwydion, ma era molto vecchio e sfogliava un libro, intitolato "Il Profeta dei Keltar"


Parlava con un giovane apprendista, che gli chiedeva: “Hai davvero conosciuto il grande Marvin Vorkidian?
Oh, sì! Tanti anni fa! Era il principe che ci fu promesso, e la sua stirpe era quella della Luce e delle Tenebre
Marvin aveva udito, ma nessuno pareva vederlo.
Incominciò a gridare: “Gwydion! Sono io… sono ancora vivo...Gwydion, rispondimi!
L’immagine del druido tornò a ringiovanire e gli impose una benedizione.


Marvin si svegliò.
Il cuore gli batteva forte, e la fronte era imperlata di sudore.
Di fianco a lui c'era veramente Gwydion, che gli impartiva una benedizione.
 «Ho fatto un sogno assurdo…» gli sussurrò «...ho visto mio padre con Ellis, mio nonno Sephir, suo padre Wechtigar XVI, e il senatore Fuscivarian, ho visto le loro malefatte… ho visto Marigold di Gothian, mi aveva scambiato per Arexatan Eclionner... e poi c’eri tu, ma eri vecchio. E parlavi di me. Mi chiamavi "il Profeta dei Keltar"... »
Gwydion annuì gravemente
«Tu sei il Profeta che ci fu promesso, e la tua stirpe è quella della Luce e delle Tenebre»
Marvin riconobbe la stessa frase del sogno:
«Hai detto quasi le stesse parole nel sogno, ma parlavi al passato, come se io fossi morto da tempo..»
Il druido gli pose una mano sulla spalla:
«Non morirai, ma ti trasformerai. Per metà tu discendi da una stirpe di demoni. Eclion è il più   potente e malvagio. Gli Eclionner hanno commesso atrocità indicibili. Dovrai imparare a ad accettare queste memorie ancestrali, e a tenerle a bada. Ma tu sei anche un Vorkidian, e questo ti salverà! Vorkidex discendeva da Belenos, il Luminoso, un angelo potente e buono, venerato come dio del sole. Ora non puoi capire tutto. Sarà l’Arcidruido di Floriana a iniziarti agli Arcani Supremi»


Marvin annuì: «Spero che possa guarirmi dall'angoscia che sento nel cuore»
Gwydion lo fissò con serietà:
«Quell'angoscia nasce dal conflitto interiore tra le due stirpi da cui discendi. E questo nessuno lo può cancellare, nemmeno noi druidi. Non possiamo cambiarti, ma possiamo aiutarti ad accettare te stesso. Non possiamo guarirti, ma possiamo aiutarti a vivere meglio. Non possiamo rendere immortale il tuo corpo, ma renderemo immortale il tuo nome!»


N.d.A.

Tutta l'intelaiatura di questo capitolo è basata su una rielaborazione personale delle visioni di Daenerys Targaryen nella Casa degli Eterni.
Sephir Eclionner è Aegon V Targaryen, l'Improbabile, padre di Jaheaerys II.
Wechtigar XVI Eclionner è Aerys II Targaryen il Folle.
Il trono è chiaramente "Il trono di spade" di George Martin.
Elenna sul Dhain è Tar Valon della serie di Robet Jordan.
Marigold di Gothian è Cersei Lannister interpretata da Lena Headey.
Il druido Gwidion da giovane è Baelor Targaryen il Benedetto, mentre da vecchio è Aerys I Targaryen il Sapiente.
L'arcidruido è Jaheaerys I Targaryen il Conciliatore o il Saggio.
Belenos è il dio celtico Belenus, dio della luce e del sole.




lunedì 13 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 11. Ellis e i giardini pensili di Lathéna

L’Acropoli di Lathéna era il centro storico, politico, sociale e culturale non solo della città, ma di tutto l’Impero Lathear
Era stata costruita prima che Arexatan Eclionner prendesse il potere e trasformasse l'antica Repubblica in un Impero. 


Arexatan aveva fatto costruire sull’Acropoli un’enorme fortezza, con al centro una massiccia Piramide a gradoni, e per ogni grado, sul terrazzamento, c’era un giardino pensile meravigliosamente curato. 


Al vertice della Piramide c’erano gli appartamenti della famiglia imperiale.
 In cima alla cuspide dell'edificio brillava un disco d’oro, a simboleggiare Eclion,  il Sole, che aveva generato il primo imperatore.
Per mille anni i sovrani della Dinastia Eclionner avevano governato l’impero dall’alto di quella piramide, senza farsi mai vedere dal popolo.
A tutti gli imperatori Eclionner era piaciuto molto recitare il ruolo di semidei, e alla fine erano arrivati a credere alla loro stessa finzione, ritenendo veramente di avere una natura sovrumana. E la piramide era il simbolo della separazione tra la “marmaglia umana” e la purezza di sangue della Dinastia. La "limpieza de sangre", in nome della quale spesso gli Eclionner si erano sposati tra di loro, col grado di parentela di cugini.
La stessa Imperatrice Vedova, Ellis, aveva sposato suo cugino Elner X.
Ma non si era limitata a quello.
I suoi pensieri non si soffermavano mai più di qualche istante su quel discorso.
Per scacciare le ossessioni moleste, Ellis amava recarsi nel giardino pensile del grado più alto, quello riservato solo a lei, a suo figlio ed ai suoi intimi.
Nel giardino c’erano zone erbose, altre boscose, una fontana con un ruscello che alimentava una piscina. Ogni giorno quest’ultima veniva svuotata e riempita di nuova acqua fatta risalire dai pozzi con grande fatica degli schiavi.


Quel giardino pensile e quella piscina erano i luoghi che Ellis amava di più.
La Reggente ritrovava la pace interiore, quando poteva rinfrescarsi in quell'acqua che rifletteva l'intenso blu del cielo, lasciandosi accarezzare i capelli e le spalle dalla brezza tiepida e profumata delle palme che crescevano intorno. 


Quel giorno Ellis si sentiva particolarmente soddisfatta. Era da poco arrivato un piccione viaggiatore con il messaggio tanto atteso, scritto in codice cifrato dall’ammiraglio Travemund, nel quale si confermava che il piano riguardante la principessa Alienor, suggerito dalla contessa Marigold di Gothian, era stato ormai definito e programmato in una maniera che ella non esitava a definire “deliziosa”.
         Bene! Tutto sta andando come avevo previsto...
Si alzò dolcemente e con lentezza uscì dall'acqua, subito raggiunta dalle fidate ancelle che le portarono un soffice e caldo mantello.
Dopo essere rimasta sdraiata alcuni minuti su uno dei letti, l'imperatrice si alzò per passeggiare verso i bordi del grande giardino, da dove si poteva dominare l’intera città.


L’aria di Lathéna, quel mattino, era cristallina come l’acqua di una sorgente, e la città brulicava di vita, pulsava come un grande cuore che faceva andare avanti tutto l’Impero.
Ellis respirò profondamente, assaporando la purezza dell’aria in cima all’Acropoli, e si sentì pervasa da un’euforia connessa al potere illimitato.
Presto la finzione della Reggenza non sarà più necessaria: assumerò personalmente la corona, mi risposerò e avrò altri figli, e regnerò col mio nome su tutto il Continente Centrale, e poi anche sugli altri continenti!
I suoi piani  erano molto ambiziosi.
Prevedevano una guerra di rivincita contro gli Alfar e una riannessione di tutti i territori dei Keltar. L’Impero sarebbe tornato al suo massimo splendore, come ai tempi di Adrian Eclionner e del suo successore Wechtigar XIV il Grande, che aveva portato l’Impero all’apogeo e all’egemonia intercontinentale.
Ma in futuro il  nome di Ellis Eclionner sarà considerato più importante del loro, e più sacro di quello del divino Arexatan.


Aveva atteso tutta la vita quel momento: c’erano voluti vent’anni di intrighi, congiure e sacrifici per arrivare a questo “nobile scopo”. 
Il gioco del Trono, come Bial lo ha chiamato.
Un gioco che richiedeva la massima attenzione.
Ellis e i suoi più fidi collaboratori avevano conosciuto fin dall’inizio i rischi di un piano così vasto, così complesso e ingegnoso, così rischioso e protratto nel tempo.
E così sanguinario…
Ma il sangue versato era stato, dopotutto, il prezzo da pagare “per il bene della causa”. In alcuni casi, poi, si era trattato della “giusta punizione” per tutti coloro che l’avevano maltrattata e umiliata fin dalla sua prima infanzia.
I suoi genitori stravedevano per suo fratello Masrek, e non avevano la minima attenzione per lei. Suo padre Sephir vedeva nel ragazzo una sua piccola copia, e lo adorava. Sua madre Wensy Fuscivarian, la figlia del senatore Sibelius, mostrava affetto e considerazione solo per il figlio maschio.
Anch’io amavo Masrek…
Un nodo alla gola la assalì.
Cercò di non pensarci, ma non ci riuscì.
Nemmeno ora, nel momento del trionfo, riesco a liberarmi dagli spettri del passato.
Quanti ricordi…
Da bambina Ellis era stata semplicemente ignorata, tranne che dal nonno materno, Fuscivarian, che le aveva fatto notare la gravità dell’indifferenza con cui veniva trattata.
L’ indifferenza degli altri è la peggiore delle offese. I pedagoghi la chiamano "disconferma". E' il più grave messaggio che si può trasmettere. E' come dire: "Tu, per me, non esisti".
La piccola Ellis aveva cercato affetto e considerazione, e, a parte le attenzioni morbose di Fuscivàrian, aveva trovato solo disinteresse e freddezza.
Era una Principessa del Sangue, eppure aveva meno importanza di una comune bambina. 
Mai un momento di tenerezza, mai una parola dolce, mai un apprezzamento.
Fuscivarian aveva intuito tutto ciò ed aveva acuito l’astio che la principessa covava verso i genitori e l’invidia verso il fratello minore privilegiato e viziato. L’aveva osservata, aveva notato i suoi silenzi, i suoi sbalzi di umore, la sua solitudine.
E così, nei dialoghi tra il vecchio senatore e la nipote, era stato concepito per la prima volta quello che Ellis amava definire “il Grande Disegno”. Lei e suo nonno erano stati consapevoli fin dall’inizio della gravità morale del loro piano. Avevano messo in conto la possibilità di doversi macchiare del sangue del loro sangue.
Fuscivarian diceva che era un mio risarcimento morale.
Il risarcimento per anni di umiliazione, di sottomissione, di obbedienza formale, di finta devozione, di affettata modestia.
 Sempre due passi indietro all'imperatore, ed uno dietro ai miei genitori, i principi della corona, e a mio fratello, velata di nero, nelle poche occasioni pubbliche a cui le permettevano di presenziare, non era nemmeno notata dai presenti
Rimaneva così sempre sola, sempre nell’ombra.
Era nata così la sua Leggenda Nera.
La gente si chiedeva cosa ci fosse dietro il velo scuro, dietro la maschera da sfinge che l’allora sedicenne principessa si era imposta in ogni occasione pubblica.
L’imperscrutabile Ellis! L'oscura Ellis! La perfida Ellis!


Perfino il nonno Fuscivarian a volte cadeva in quel tranello. Una volta le aveva chiesto quali fossero i suoi reali sentimenti, ed Ellis aveva detto che i sentimenti erano un lusso che non poteva concedersi. Al che il senatore aveva ribattuto: «Una lunga finzione crea una realtà. Tu sei veramente senza sentimenti!»
Che stupido! Solo dopo, solo troppo tardi si era accorto che in lei covava, oltre ad una rabbia fredda anche un amore indicibile verso suo fratello.
L’ossessione non la lasciava respirare.
Masreksolo Eclion sa quanto ti ho amato! E anche tu mi amavi! Ma non hai voluto assumerti le tue responsabilità. Non mi hai lasciato alternativa. Dovevo sposare nostro cugino per legittimare la nascita di...
Si impose di non pensarci, ma le conseguenze di quella decisione erano state inevitabili: il gioco del Trono era entrato nella sua fase più decisiva.
Sephir e Masrek non avevano fatto ritorno dalla guerra, 
In assenza dei principi ereditari, il gioco si era fatto molto più semplice.
E così il sangue aveva incominciato a scorrere e il veleno a colpire.
Prima Wechtigar XVI, poi la principessa Wensy, poi Elner X.
 Ellis ricordava bene le parole di Padre Mollander, a cui aveva confessato i suoi peccati: «Si paga sempre, prima o poi, il prezzo del sangue»
Quell’ammonizione echeggiava nei suoi incubi: “Il prezzo del sangue…” le ripeteva il prete vestito di nero: “Il prezzo del sangue!”.
Ma non era solo quella frase. In realtà Padre Mollander l'aveva messa in guardia anche su altre questioni. 
Il prete suo precettore era un esorcista, un uomo che aveva reali poteri occulti, un veggenteun sensitivo. Gli bastava il contatto delle mani sulla fronte per avere delle premonizioni sulla vita altrui.
Oltre alla parte nota della Profezia, quella relativa all'Antico Patto tra Wechtigar I il Pio e Kevin Vorkidian, alla presenza dell'ultima moglie di Arexatan, c'era una parte nota solo a Ellis e ai confratelli della Grande Canonica.
Ellis rabbrividì, cercando di convincersi che ormai quella minaccia era stata completamente distrutta,
“Il Figlio dei Cento Re tornerà a cercarti dalla tomba…”
Lei aveva creduto che si trattasse di Masrek, ma il prete aveva scosso il capo.
Non riteneva che il principe fosse morto e comunque il numero delle generazioni non tornava. Masrek era il quarantanovesimo discendente di Arexatan. 
 "C’è un errore nell’interpretazione della profezia ufficiale. Percepisco che molto di ciò che appare non corrisponde al vero. La massima insidia giunge dalla Fanciulla Dorata delle Nevi"
Per fortuna almeno quell'insidia stava per essere risolta: Alienor era ormai un capitolo chiuso.
Dovrò compensare Marigold di Gothian, per aver suggerito ai miei inviati un piano così sottile. Dicono che sia una inziata agli Arcani Supremi: potrebbe essermi di grande aiuto, per interpretare il resto della Profezia.
Quell'idea andava meditata, ma non in quel momento.
Ellis non voleva rovinarsi quella meravigliosa giornata con le solite preoccupazioni.
Osservò la Città Eterna che si estendeva a perdita d’occhio e si inebriò di nuovo della sensazione di potere assoluto che era ormai diventata la sua principale ragione di vita.
Il potere è meglio di tutto, persino dell'amore. 
Non era vero. Non ci aveva mai creduto seriamente.
Però era un valido surrogato.
Ne aveva conferma mentre osservava dall'alto la vitalità della Capitale: Lathéna sarebbe stata completamente sua, e poi l’Impero, il Continente, il Mondo!
 Era giusto che fosse così.
Sono la discendente diretta di Arexatan Eclionner, il Figlio del Sole! Eclion è con me! Tutto ciò che io faccio, è Eclion che lo vuole!


Ma anche su questo, Padre Mollander l'aveva ammonita più volte: "Eclion è furioso per il modo in cui tu hai permesso a Fuscivarian di eliminare i suoi eredi. Ma tu conosci ciò che può placare la sua ira!"
Lo sapeva fin troppo bene. 
Ho generato io il tributo che Egli ha chiesto. E ormai il tempo del Suo avvento è prossimo.