giovedì 29 marzo 2012

Maria Teresa d'Austria, l'imperatrice illuminata.

Maria Teresa d'Asburgo (Vienna13 maggio 1717 – Vienna29 novembre 1780) arciduchessa d'Austriaregina di Boemia e di Ungheria, fu imperatrice consorte del Sacro Romano Impero in quanto moglie di Francesco I di Lorena, e fu imperatrice madre durante il regno del figlio Giuseppe II
Ebbe 16 figli, tra cui Maria Antonietta, regina di Francia, e Maria Carolina, regina di Napoli e Sicilia.



Unica figlia dell'imperatore Carlo VI d'Asburgo, fin da giovane Maria Teresa era consapevole di dover garantire la sopravvivenza, il potere e la gloria della dinastia


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La corona del Sacro Romano Impero Germanico era elettiva. 
Per secoli i principi tedeschi avevano eletto come imperatore l'arciduca d'Austria, che era anche re di Boemia e di Ungheria, e signore delle Fiandre (nella cartina sotto, i territori in colore giallo-marrone)



Essendo però in vigore in Germania la Legge Salica, che impediva ad una donna di ricoprire il titolo di imperatrice regnante, Maria Teresa non poteva succedere al padre.
Carlo VI cercò di aggirare il problema con la Prammatica Sanzione del 1713, che, in mancanza di eredi maschi, decretava il diritto di successione, relativo ai possedimenti degli Asburgo, alla prima figlia femmina dell'imperatore. 
Maria Teresa risultava dunque erede designata.












Nel 1740, alla morte del padre Carlo VI, Maria Teresa divenne l'arciduchessa d'Austria e fu incoronata regina di Boemia e di 
Ungheria, e si candidò alla 
successione al trono imperiale germanico.
Contro di lei si candidò il duca di Baviera, Carlo VII von Wittelsbach, sostenuto da Federico II di Prussia,  da Luigi XV di Francia e da Filippo V di Spagna.
Ciò diede origine alla guerra di successione austriaca che durò otto anni, dal 1740 al 1748, e si concluse con il Trattato di Aquisgrana (18 ottobre 1748).
Tale trattato si basò su un compromesso. Fu eletto imperatore il marito di Maria Teresa, Francesco Stefano di Lorena, che rinunciava ai possedimenti lorenesi a favore della Francia, ottenendo però in cambio il granducato di Toscana, oltre alla corona imperiale.

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Maria Teresa divenne quindi soltanto imperatrice consorte, e successivamente imperatrice vedova e imperatrice madre, ufficialmente senza poteri esecutivi, ma nella pratica reale sovrano dell'impero.
La notevole intesa tra i due coniugi, unita al terrore di una nuova guerra di successione, fu alla base della eccezionale prolificità di Maria Teresa, che come si è detto, mise al mondo 16 figli.
Come si può immaginare, questo non giovò alla linea dell'imperatrice, la quale nel giro di pochi anni cambiò completamente fisionomia, come si può notare dall'evoluzione dei suoi ritratti.


File:La famille de Marie-Thérèse d'Autriche et François de Lorraine en 1756.jpg


In questo eccezionale ritratto di famiglia, nella culla c'è Maria Antonietta, quindicesima figlia della coppia imperiale, e futura indimenticabile regina di Francia.
Una curiosità fu il fatto che Maria Teresa diede a tutte le sue figlie due nomi, di cui il primo era sempre Maria. In tutta questa serie  vediamo succedersi Maria Anna, Maria Carolina, Maria Cristina, Maria Elisabetta, Maria Amalia, Maria Giovanna, Maria Giuseppina e naturalmente Maria Antonietta.
Per ogni "Maria più qualcosa", l'imperatrice metteva su qualche chilo, senza farsi troppi problemi, e anzi sfoggiando con orgogliosa maestà il suo possente fisico in una serie interminabile di ritratti.

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Ogni tanto provava a cambiare profilo, ma l'esito non era del tutto incoraggiante.

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Accade spesso, nella storia, che le consorti dei sovrani muoiano prematuramente in seguito al numero eccessivo di gravidanze. Nel caso di Maria Teresa fu il contrario: il marito Francesco, sfiancato dall'insaziabile consorte, morì di ictus nell'agosto del 1765. 
Maria Teresa osservò per il resto dei suoi giorni un rigoroso lutto nella scelta degli abiti, che però non ebbero l'effetto snellente che di norma i capi scuri miracolosamente operano.



Dopo l'ascesa al trono del figlio Giuseppe II, a comandare fu sempre Maria Teresa, dal 1765 fino alla morte nel 1780. 


E qui giova ricordare che l'imperatrice si dimostrò in politica interna un'ottima sovrana, promotrice di riforme che favorirono l'efficienza dell'apparato statale di Austria, Boemia, Ungheria, Lombardia e Toscana, generando prosperità economica e ponendo le basi per la costituzione di un unitario stato asburgico, cosa che avvenne con la fondazione dell'Impero Austriaco, ad opera di suo nipote Francesco II.
Il lungo regno di Maria Teresa rientra nella categoria che gli storici chiamano assolutismo illuminato.


Memorabili le sue ultime parole. Sul letto di morte, al figlio Giuseppe II, che le chiedeva se stava comoda, rispose lapidaria: "Per morire, anche troppo!".

mercoledì 28 marzo 2012

Gothian. Capitolo 33. Ellis lascia Lathena: inizia l'espiazione.


La mattina del 20 dicembre, Ellis Eclionner partecipò alla sua ultima udienza nella sala del trono.
Elner XI sedeva sul Trono del Solea sinistra c’era Marigold, ormai accettata come sua amante ufficiale, e a destra c’era lei, l’imperatrice madre.
Ellis guardava il figlio con la consapevolezza di averlo perduto.
Per anni aveva sperato di riuscire a proteggerlo dal suo destino, ma ormai non c’era più niente da fare.
Arexatan si stava svegliando dentro di lui.

 

Elner aveva conferito alla madre l’incarico di coordinare le operazioni di sicurezza ai confini con  la Federazione Keltar. Di  fatto era una condanna all’esilio.
La lunga stagione della Reggenza era finita.
  Il Senato imperiale aveva clamorosamente respinto la richiesta di rinnovo della carica ad Ellis Eclionner, con la motivazione, peraltro valida, che l'imperatore aveva compiuto la maggiore età ed appariva notevolmente migliorato nelle condizioni di salute.
Merito della Dama Gialla!
Però Elner mi ha concesso quindici legioni. Marigold non lo ha ancora plagiato del tutto.
C'era forse qualche speranza di salvarlo?
L'ex reggente non si faceva illusioni, ma come madre non si rassegnava all'idea che il figlio fosse caduto in mani così diaboliche.
Al termine dell’udienza, Ellis  scese le gradinate dell’Acropoli di Lathena per l’ultima volta.
Davanti a lei camminavano Elner e Marigold, affiancati come una coppia reale.

Lower Step: Jonathan Bruun as Farad'n and Alice Krige as Lady Jessica.  Back Step: Julie Cox as Princess Irulan
Sci-Fi Network's Children of DuneThursday, September, 21, 2006, 4:21 PM 

Mentre scendeva le gradinate, Ellis ricambiava il saluto del popolo alzando il braccio destro, con il palmo rivolto verso di sé.
La Dama Gialla, di fianco all’amante, disse a voce alta :
Quando tua madre uscirà da queste mura, avrà perso tutto. Non altri regni troverà, non altri mari. Perché se ha sprecato la sua vita nel centro del mondo, allora l’ha sprecata su tutta la terra
Ellis, che aveva udito, rifletté su quelle parole.
Ho davvero sprecato la mia vita? Non c'è niente di buono da salvare?
Aveva rafforzato l'Impero. Aveva fatto, di diversi popoli, un'unica patria. Aveva garantito la pace per diciotto anni. Aveva restaurato la capitale, facendone la città più grande del mondo.
All’improvviso tutto questo le appariva così vano.
Vanità delle vanità, e tutto l'universo è vanità.
Quando raggiunsero l’ultimo gradino, la folla spontaneamente si inginocchiò, in segno di omaggio alla sovrana uscente.
Lo sentono anche loro che è la fine. La sciamatura dell’ape regina.
Guardò Marigold, che assaporava la propria presa di potere.
Non la invidiò.
In fondo la devo ringraziare, mi ha liberata da questa prigione d'oro.
Le venne da sorridere spontaneamente.


 

Quando giunse infine il momento del congedo, disse:
Marigold, ti lascio in eredità la mia paura e la mia solitudine
La Dama Gialla, colta di sorpresa, si limitò a commentare:
Sia fatta la volontà di Eclion” 
Si scambiarono un rapido bacio sulla guancia, ma senza toccarsi.
Poi ci fu il commiato con il figlio, che le baciò la mano, con freddezza.
Non poteva dargli torto. 
Elner, ho voluto proteggerti da tutto, ma ho fallito. Ho commesso errori imperdonabili, ma forse un giorno tutto questo dolore ti sarà utile
Poi si voltò, perché non vedessero la commozione nei suoi occhi.
Cercò di mantenere un contegno regale.
Camminando lungo la via che conduceva alla Porta del Nord, tra le ali della folla che si inchinava al suo passaggio, pensò a tutto quello che si lasciava alle spalle, a tutto ciò che aveva di più caro, e che non avrebbe rivisto mai più, se non in sogno.
Anche questo faceva parte della sua espiazione e anche quel dolore un giorno sarebbe stato utile.
Quando giunse in prossimità delle mura, si voltò indietro un’ultima volta, a guardare la città alta.
Un presentimento si fece strada dentro di lei.
Non a lungo brilleranno le luci sull’Acropoli.
Le si strinse il cuore, ma non poteva indugiare oltre.
Fuori dalla Porta del Nord la attendeva una carrozza, che l’avrebbe condotta fino alla Vedetta Lathearica, al confine con la Federazione Keltar. Quella sarebbe stata la sua nuova dimora.
Un confino in piena regola.
A salutarla, vicino alla carrozza, c’erano i compagni di mille nefandezze.
Il senatore Fuscivarian si illudeva di poter controllare Elner.
Bial partiva con lei.
Il primo ministro Tucker, monumentale nella sua obesità, appariva sinceramente addolorato.
Le fece tenerezza.
A suo modo mi ha voluto bene.
Si abbracciarono.




Infine Padre Mollander le si avvicinò e dopo un breve inchino le disse: “La Profezia si è compiuta. Ora sei libera. Inizia per te un’età incognita. Ti viene offerta una seconda possibilità. Non sprecarla
Ellis annuì distrattamente.
Ormai i suoi occhi guardavano lontano.


Mentre saliva sulla carrozza, disse ai suoi fedelissimi:
 “Non piangete per me. La mia vita non finisce. E’ appena nata!”.
Abbassò le tende, e  si sentì incredibilmente serena.
La carrozza partì, e il rollio e la stanchezza ebbero la meglio, e si assopì.
In sogno rivide l’immagine di lei e Masrek adolescenti.



Stava rivivendo un evento realmente accaduto.
Avevano trascorso tutto il giorno in giro ai margini del grande deserto a sud di Lathena.
Avevano parlato a lungo, di tutto e di niente. 

 

 Al ritorno lei gli aveva donato  un ciondolo con un enorme zaffiro incastonato nell’oro, dietro al quale aveva fatto incidere la scritta: “E. ed M. per sempre”.
Lui aveva esitato ad accettarlo. Ne capiva le implicazioni, e le conseguenze. 
Ma alla fine non si era opposto.

 

Poi le loro fronti si erano appoggiate l'una sull'altra.
Nel sogno rivisse l'intensità di quel momento.
Era stato il giorno più felice della sua vita.
Quando, poco dopo, si risvegliò, provò un grande senso di nostalgia.
Masrek devo rivederti, ormai sei l'unica ragione della mia esistenza.
E forse sarebbe accaduto presto.
Bial l'aveva informata che l'Eremita era stato rintracciato a sud dell'Amnis, mentre percorreva a piedi la Via Coloniale, in direzione della Sublime Porta che, attraversando la Grande Muraglia, costituiva l'unico accesso all'Impero.
Stai tornando da me, ed io ti vengo incontro...


N.d.A.

Ellis Eclionner da adulta è interpretata da Daniela Amavia nei panni di Alia Atreides ne "I figli di Dune" ("Children of Dune") miniserie tratta dai romanzi di Frank Herbert.
Ellis da giovane è Jessica Brooks nel ruolo di Ghanima Atreides.
Masrek Eclionner è James McAvoy nel ruolo di Leto Atreides.
Rowland Tucker è Ian McNeice nel ruolo del barone Vladimir Harkonnen.
Elner XI Eclionner è Farad'n Corrino.
Marigold di Gothian è Alice Krige.
Il testo contiene citazioni di Konstantinos Kavafis ed Eugenio Montale.




martedì 27 marzo 2012

Françoise de Maintenon, la moglie segreta del Re

 Françoise Scarron d'Aubigné, marchesa di Maintenon (Niort27 novembre 1635 – Saint-Cyr-l'École15 aprile 1719), fu l'ultima amante e la moglie morganatica di Luigi XIV di Francia.


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Di nobili origini, ma povera e senza dote, nell'aprile 1652, a 17 anni, le fu proposto di sposare il poeta Paul Scarron (16101660), più vecchio di lei di 25 anni e costretto all'immobilità a causa di una artrite reumatoide. Egli offrì alla ragazza l'alternativa tra sposarlo senza dote o ricevere la dote per entrare in convento. La giovane Françoise avrebbe detto - "Meglio sposare lui che finire in un convento". Scelta molto saggia, il matrimonio infatti le offriva la possibilità di una vita mondana e intellettuale che il convento le avrebbe negato. Lo sposò, quindi, il 4 aprile 1652




Il matrimonio durò 8 anni, durante i quali Madame Scarron, divenne l'animatrice del salotto letterario più frequentato dagli intellettuali dell'epoca, tra cui Jean Racine e Madame de Sevigné. Il marito Scarron la educò nelle arti e nella letteratura, rendendo gradevole e interessante la sua conversazione. Lei, per parte sua, riuscì a crearsi, attraverso il salotto letterario del marito, una solida rete di relazioni mondane e intellettuali, tra le quali si contava Athénais de Montespan, che come ho raccontato nell'ultimo post storico, fu la favorita di Luigi XIV dal 1667 al 1679.
Rimasta vedova proprio nel 1667, Madame Scarron ottenne l'incarico di governante dei figli illegittimi del re e della Montespan, entrando così a far parte della sfarzosa vita di Versailles.





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Mentre Luigi XIV si allontanava dalla Montespan, vanitosa e collerica, la governante dei loro figli si mostrava dolce e comprensiva col re, che, invecchiando, sentiva il bisogno di una compagna dal carattere mansueto. In realtà Francoise fingeva soltanto di esserlo, ma il suo carattere era ferreo.





I risultati della compiacenza di Madame Scarron nei confronti del re non tardarono ad arrivare.
Nel 1675 Luigi la proclamò Marchesa di Maintenon, e le donò il castello collegato a quel titolo.

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Dopo la caduta in disgrazia della Montespan, in seguito all'Affare dei Veleni (di cui ho parlato nel precedente post storico) la Maintenon divenne la "Maitresse en titre", cioè l'amante ufficiale del re.
Per giustificare la sua presenza negli appartamenti privati, fu però necessario nominarla prima dama della corte del Delfino, che era rimasto vedovo da poco tempo.
La Maintenon  non era più né giovane, né bella, ma dopo gli scandali provocati dalla Montespan, il re voleva al suo fianco una donna equilibrata, garbata, discreta, colta e amata dai figli della precedente Maitresse, caduta in disgrazia. La Maintenon recitò questo ruolo alla perfezione, tanto che... 

File:Pierre Mignard - Françoise d'Aubigné, marquise de Maintenon (1694).jpg


... alla morte della regina Maria Teresa, nel 1683, il Re decise addirittura di sposarla, con una cerimonia segreta nella notte fra il 9 e il 10 ottobre, facendone la propria moglie morganatica (il matrimonio morganatico sancisce la relazione personale tra due soggetti di condizione sociale diversa - ciascuno dei due mantiene la propria posizione sociale originaria, e i figli nati in questo tipo di matrimonio non ereditano i titoli paterni. Francoise non era di stirpe reale, e quindi non poteva diventare regina, ma di fatto fu più influente sia di Maria Teresa che della Montespan messe insieme.
Con lei Luigi, ormai anziano e addolorato per la morte del figlio e del nipote, abbandonò la vita dissoluta degli anni precedenti e trascorse dignitosamente la vecchiaia, fino alla morte, nel 1715.
La Maintenon lasciò Versailles tre giorni dopo il funerale del re, e da allora mantenne un lutto strettissimo.


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Le fu attribuita una grande influenza sul re e sulla corte, fatta di rigore e di austerità. A questa influenza si disse dovuta la revoca dell'Editto di Nantes nel 1685, che, provocando l'esodo massiccio dei protestanti e dei loro capitali, ebbe per effetto la rovina delle finanze e dell'economia francesi, e lo scatenamento della Guerra di successione spagnola nel 1701.
Ebbe però il merito di mostrarsi sensibile alle condizioni di miseria in cui versava il popolo.
Memore delle propria povertà giovanile, fondò a Saint-Cyr-l'École la Maison royale de Saint-Louis, un collegio dove fanciulle povere venivano educate in vista del matrimonio e del loro futuro nel mondo.
Gli ultimi 30 anni della vita di madame de Maintenon furono consacrati all'istituzione che aveva creato e alla salvezza delle anime, in particolare di quella del re.
Tre giorni dopo la morte del re, si ritirò a Saint-Cyr, dove restò fino alla propria morte, nel 1719.




lunedì 26 marzo 2012

Gothian. Capitolo 32. Alienor, Lilieth, Vyghar e i Pirati di Fiume.

      La mattina del 18 dicembre Alienor, Lilieth e Vyghar avevano raggiunto a cavallo il luogo da cui il fiume Tadnius, affluente dell'Amnis, diventava navigabile. Lì si erano imbarcati su una nave di piccole dimensioni, perfetta per il tragitto lungo i fiumi, insieme ad altri sette pirati che vivevano da quelle parti.. Erano entrati ufficialmente nella Federazione Keltar, e seguendo il corso del Tadnius si sarebbero immessi nell'Amnis presso la città di Tadna, completamente circondata dalle acque fluviali.

   
         Vyghar pareva molto felice di essere finalmente tornato a bordo di una imbarcazione, ma ci tenne a far notare che "in mare è tutta un'altra cosa" e a chiamare il suo equipaggio col termine di "pirati di fiume".




Tra di loro ce n'era uno più giovane, che Alienor aveva subito notato, perché doveva avere pochi anni più di lei. Si chiamava Lorran, ed era, secondo quanto aveva sentito dire, una grande promessa all'interno dell'Alleanza di Tupile. Anche lui era di stirpe Lathear, ma era di umili origini.









Alienor ne era rimasta subito colpita, e lui stesso l'aveva guardata con interesse.


Vyghar, vedendo quell'incrocio di sguardi, scosse la testa, e poi, rivolto all'altra donna, disse:
 «Lilieth, tieni d'occhio quei ragazzini! Devono aver scambiato questa missione per una romantica gita al lago!» 
Lilieth sorrise: «Il gelo e la nebbia saranno più che sufficienti per raffreddare i loro bollenti spiriti!»

 


La nebbia era in effetti così fitta che la nave pareva come sospesa nel vuoto, in una nuvola, o addirittura separata dal resto del mondo, nascosta come per incantesimo.

 
Mentre osservava da una finestra quel paesaggio surreale, Alienor espresse queste sue idee alla compagna di avventure.
Lilieth annuì: «I druidi dicono che nei giorni come questo, le porte tra il nostro mondo e quello degli spiriti sono aperte, e ci sono dei luoghi dove il varco tra i mondi è più accessibile. I Lathear non ci credono più, ma gli antichi dei possono ancora sentire le preghiere dei Keltar»
Alienor si sentiva quasi protetta da quella nebbia: «Certe volte vorrei che tutto rimanesse così, eternamente sospeso nel vuoto»
L'altra donna rimase colpita dal fatto che quello era lo stesso pensiero che la nebbia suscitava anche su di lei: «Sì, meglio quest'ombra, questa caligine... meglio adagiarsi in un sogno che duri infinito... o Nebbia, ti invoco: nascondi le cose lontane! Le cose sono ebbre di pianto!»
C'era una tristezza infinita, un pianto antico nella sua voce.

 

«Tu lo senti, vero, questo pianto?» chiese la principessa.
«Sì, Alienor. E’ la guerra che sta arrivando, bambina mia, ed io la vidi già una volta, nell'anno della Primavera di Sangue. Ma questa sarà una guerra ancora più terribile: ci sono forze oscure che sono state evocate, poteri soprannaturali che non hanno nulla di umano»
La ragazza sentì un brivido: «Di cosa parli?»
La voce di Lilieth assunse un tono solenne:
«Dai ghiacci del nord si leva un pericolo mostruoso. La Profezia lo dice chiaramente: “Quando le nevi scenderanno dal Nord e il sole al Sud sarà oscurato, allora la grande Conflagrazione Universale potrà avere inizio, e tutti avranno quello che gli spetta.” La prima frase riguarda Gothian e la seconda riguarda Lathena, dove si scoprirà che Eclion non è il dio del sole, ma il Signore delle Tenebre»
Vyghar, che aveva ascoltato qualcosa, intervenne: «Alienor è troppo giovane per essere iniziata agli Arcani Sopremi!»
La principessa, seccata quel tipo di interventi con cui il Pirata la faceva sentire una stupida, ribatté: «Sono vissuta diciassette anni con la Contessa di Gothian. Credo che come esperienza possa bastare!»
 Il Pirata sorrise:«Hai mai dovuto contrattare qualcosa con suo marito, il Conte Fenrik?» 


Alienor dovette ammettere di no.
Vyghar allora rispose: «Io sì, e non  è la stessa cosa!»
La principessa, stizzita, non volle chiedergli in che occasione gli fosse successo di dover trattare con il Conte, ma poté fare a meno di ricordare le voci che aveva sentito riguardo ai suoi Albini.
Ad Elenna sul Dhain, i caduti di Gothian resuscitarono dalle loro tombe, e si gettarono sugli Alfar per bere il loro sangue!


Lilieth riprese pacatamente il controllo della conversazione: «Comunque sia, Vyghar, devi capire che Alienor è stata vittima della perfidia di Marigold. La Dama Gialla ha fatto credere che fosse Alienor la Fanciulla Dorata delle Nevi, e invece era lei! Era lei che dovevamo temere! Anche su questo, sia Ellis che i nostri druidi credevano di sapere tutto, e non avevano capito niente! Ormai è troppo tardi per impedire a Marigold di soggiogare Elner e colpirci da Sud, mentre Fenrik colpirà da Nord. Ci vogliono schiacciare come tra l'incudine e il martello»
Alienor vide l'angoscia disegnarsi sul viso dell’altra donna: «C’è qualcos'altro dietro ai Conti di Gothian, vero?»
Lilieth annuì:: «Padre Ulume ha rivelato i suoi sospetti a Vyghar, il giorno del tuo rapimento. Dietro Marigold e Fenrik ci sono demoni potenti...


...tra cui Gothar, il signore dei Ghiacci, padre del Conte Fenrik...


.... e Atar, il signore del Fuoco Segreto, padre di Marigold...


.... e tutti dipendono gerarchicamente da Eclion, il Principe delle Tenebre, da cui discende la Dinastia imperiale Eclionner...


...compresi mio marito e di mio figlio...»
La sola idea le toglieva il respiro.
Vyghar le appoggiò una mano sulla spalla, come per infonderle forza e sicurezza.
Nel volto di Lilieth c'era una infinita tristezza, ma vedendo Alienor preoccupata, volle aggiungere: «Abbiamo però anche i nostri alleati. La dea della luna, Ulien...



... la dea della luce, Aenor, tua antenata...



 ed il dio del Sole, Belenos, di cui io sono discendente...



e quindi anche mio figlio, nella cui anima la luce ce e la tenebra si fonderanno, in perenne equilibrio»
Vyghar si sentì in dovere di sdrammatizzare: «E poi ci sono io! Non sottovalutatemi, mie signore! A volte riesco ad essere più utile e più rapido degli dei e dei demoni, nel risolvere i problemi immediati e nel salvare le situazioni!»
Alienor e Lilieth non poterono fare a meno di sorridere.



N.d.A.

La pianura amnisiana è ispirata alla pianura padana, come è evidente dalla mappa.
Vyghar di Linthael è Johnny Depp nel ruolo di Jack Sparrow.
Lorran Plum è Orlando Bloom nel ruolo di Will Turner.
Alienor di Alfarian è interpretata da Isabel Lucas.
Lilieth Vorkidian è interpretata da Claire Forlani nel ruolo di Igraine Pendragon in "Camelot".
Il capitolo contiene due citazioni poetiche, una da Carducci e una da Pascoli.
La nebbia riprende anche il romanzo "Le nebbie di Avalon".
Nel capitolo emerge finalmente che gli Albini di Gothian sono dei vampiri.
Il Conte Fenrik è interpretato da Alucard di Castlevania.
Belenos (o Belenus), dio celtico del sole e della luce, è rappresentato come Jaime Lannister.

domenica 25 marzo 2012

Athenais de Montespan, l'amante di Luigi XIV

Françoise-Athénaïs de Rochechouart de Mortemartmarchesa di Montespan (Lussac-les-Châteaux5 ottobre 1640 – Bourbon-l'Archambault26 maggio 1707), meglio conosciuta come Madame de Montespan, fu la più famosa Maîtresse-en-titre del re Luigi XIV di Francia, al quale diede sette figli (sei dei quali legittimati) 




































Nata in una delle più antiche e nobili famiglie di Francia il Casato di Rochechouart, Madame de Montespan fu chiamata da alcuni la vera Regina di Francia durante la sua relazione amorosa con Luigi XIV .   Questo appellativo è dovuto alla grandezza e alla pervasività della sua influenza a corte in quel periodo.
Il suo cosiddetto "regno" durò circa dal 1667, quando danzò per la prima volta con Luigi in un ballo tenuto al Louvre fino al suo coinvolgimento nel famigerato Affaire des Poisons, lo scandalo dei veleni, al principio del 1680.


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Il re e la Montespan divennero amanti effettivi nel maggio del 1667.
La reazione del marito di lei, il marchese di Montespan, fu violenta: mentre in genere i mariti delle favorite reali erano felici e compiacenti di dover dividere le proprie consorti con il sovrano, il marchese fece violente scenate alla moglie e arrivò addirittura a picchiarla; a palazzo chiedeva beffardo che fossero alzate le porte perché le sue corna erano così grandi da non permettergli di passare. Alla fine, il marchese dovette accettare questa situazione, perché Luigi aveva l'abitudine di rinchiudere alla Bastiglia chiunque lo contrariasse, e lo lasciava marcire in umide e gelate celle perché potesse "riflettere sui propri errori".  
La Montespan divenne dunque il centro della corte di Versailles.

 

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La marchesa ostentava una ipocrita devozione: frequentava i conventi e le chiese, si confessava e comunicava regolarmente, ma la sua fede era fatta di esteriorità e di finta pietà.
Quando ancora la relazione del re con Louise de La Vallière non era del tutto conclusa, Athénaϊs non esitò a chiedere aiuto ad una fattucchiera, chiamata "La Voisin", chiedendole di togliere a tutti i costi dal cuore del re la rivale. Il ricorso a sortilegi e fattucchiere, a filtri d’amore, ad afrodisiaci e altre diavolerie, erano molto comuni in quel periodo.
Il re era un uomo incostante e capriccioso e mentre la relazione con Madame de La Vallière, era durata sei anni, le altre favorite cadevano quasi subito in disgrazia. 
Athénaϊs de Montespan voleva però essere "la sola e l'unica" nel cuore del sovrano, e questo la spinse a compiere atti esecrabili. La cronaca dell’Affare dei Veleni è molto complessa: da anni le dicerie riguardo alle pratiche di stregoneria della Voisin erano aumentate, così come i casi di avvelenamenti e di morti sospette. Le prime denunce e i primi processi iniziarono verso la metà del 1679 e l’intrigo mise a soqquadro la Francia e infangò molte reputazioni tra cui, appunto, quella di Madame de Montespan. Dopo l’arresto della fattucchiera cominciò a circolare l’inquietante voce che la marchesa si fosse rivolta a lei per tentare di avvelenare prima Louise de La Vallière e poi altre amanti più giovani dell'instancabile e insaziabile sovrano. Il vero scandalo furono le messe nere.



Le messe nere alle quali partecipò la Montespan furono tre con un intervallo di quindici giorni l’una dall’altra; nella terza, secondo quanto si legge dai verbali, sarebbe avvenuto persino un sacrificio umano, e preferisco non entrare nei dettagli di questa vicenda allucinante.
Dal diario del primo medico del re apprendiamo che il sovrano, in quel periodo, soffrì di forti emicranie e di improvvisi malori e mancamenti e non è azzardato supporre che questi sintomi fossero il risultato dei filtri d’amore a base di sostanze tossiche che la marchesa gli somministrava, di nascosto, per dominarlo.
Madame de Montespan non subì alcuna conseguenza giudiziaria ma perse definitivamente l’amore del sovrano che vide per l’ultima volta nel 1680. Nel drammatico incontro Athénaϊs ammise le sue colpe e le sue responabilità, dichiarando fieramente che era stata spinta a quei delitti dall'infedeltà del re. Luigi inorridito non volle più saperne di lei e non volle più ammetterla al suo cospetto, ed affidò la custodia dei figli alla governante Madame de Maintenon, che colse l'occasione al volo per diventare l'ultima amante, e in seguito la seconda moglie (anche se non fu mai incoronata regina) del sovrano. 
Ne parlerò nel prossimo post storico.